(Riassunto della puntata precedente: Antonio è un fraticello che sembra non essere arrivato da nessuna parte, e in effetti è arrivato da Lisbona).
Antonio ce lo immagineremo come lo dipinse Tanzio da Varallo, un bambino travestito da frate. E lo vorremo ombroso e taciturno come certi supereroi mutanti nei fumetti, quando sono ancora molto giovani e devono ancora accettare il loro straordinario potere. Del resto di poche cose siamo sicuri, quanto del fatto che Antonio amasse la solitudine. A 15 anni, quando ancora si chiamava Fernando, era entrato in un monastero agostiniano a Lisbona. A 17 aveva ottenuto il trasferimento su al nord, a Coimbra, onde evitare le fastidiose visite dei parenti che, benché ne avesse il permesso, non ricambiò mai.
Lassù verso la fine del mondo, Fernando avrebbe potuto anche terminare i suoi giorni, scambiando qualche rara parola coi fratelli monaci in latino o lusitano o gallego, e nessuno – lui per primo – avrebbe fatto caso al suo sovrumano potere; non fosse stato per Francesco e tutta la rivoluzione culturale pauperista che serpeggiando per l’Europa occidentale prima o poi arrivò anche lì. Ad attirare Fernando non fu all’inizio la figura del Santo d’Assisi, quanto un episodio che oggi troveremmo scoraggiante: il martirio di cinque frati in Marocco.
16 gennaio - Santi Berardo, Otone, Pietro, Accursio e Adiuto, primi martiri francescani (1120)
Bernardino Licinio |
Francesco aveva la fissa per le crociate, anche se voleva farle a modo suo, predicando e non ammazzando; in attesa di arrivare finalmente in Terrasanta, aveva già cominciato a spedire i suoi frati nelle terre dell’Islam, da secoli la valvola di sfogo ideale per tutte le teste calde che rischiavano di far la rivoluzione in Europa. Tra Assisi e Marrakesh, Coimbra non era esattamente in strada, eppure fu da lì che nel 1219 passarono Berardo, Otone, Pietro, Accursio e Adiuto, cinque francescani diretti in Marocco con l’obiettivo di minima di convertire il Sultano. La missione era così formidabilmente assurda, una Crociata dei Fanciulli in formato ridotto, che i cinque furono ricevuti con tutti gli onori dalla regina di Portogallo e dall’infanta Sancha, proprio a Coimbra. E fu sempre Coimbra che ne ricevette le spoglie, poco più di un anno dopo: tanto poco era bastato ai cinque per sconfinare nell’Iberia islamica, farsi arrestare con l’accusa non proprio campata in aria di offese a Maometto (definito “falso profeta”), essere deportati a Marrakesh, ancora arrestati, blanditi, flagellati, decapitati, gettati in un letamaio, rosicchiati dagli animali impuri, poi in qualche modo recuperati da qualche minoranza cristiana e raccolti in due casse d’argento dono dell’infanta Sancha. La cassetta piccola per le cinque teste, quella grande per gli altri resti. Quando ne fu informato, Francesco disse: Finalmente ho cinque frati minori.
Antonio invece decise di partire per il Marocco, anche lui (continua…)
certo che sei proprio...
RispondiEliminaso già come finisce (l'ho letto su wikipedia: temevo che finisse come lost)
ma perché 'sta roba a puntate?
come ha detto il tizio: bocciali tutti e via così, non è che possiamo aspettare in eterno eh
io lo conoscevo gia: per anni e anni arrivava a casa in abbonamento (non si sa pagato da chi, magari era un miracolo!), no, non lui, arrivava il messaggero di sant'antonio (nel senso che era una rivista), che nessuno leggeva peraltro.
o almeno questa era la versione ufficiale