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mercoledì 11 febbraio 2004

Resta in luce (Karaoke esistenziale, ciak! 11)

Nato sotto i pugni (e il calore cresce)

Date un’occhiata alle sue mani
Su, guardategli le mani.
La Sua Mano parla. È la mano di un Uomo di Governo.
Sì, sono un acrobata. Nato sotto i pugni.
E sono così sottile

Tutto quello che voglio è respirare
(Sono così sottile)
Vieni a respirare con me?
Ci serve un po’ di spazio dove transitare
Appena un passo oltre noi stessi


Mai visto qualcosa del genere
corpi che si schiantano al suolo

(è che sono un acrobata)
Quando arrivi dove volevi arrivare
(Grazie! Grazie!)
Quando arrivi dove volevi arrivare
(Ma non c’è neanche bisogno di dirlo!)

Non perdetevelo! Non perdetevelo!
Qualcuno di voi rischia proprio di perderselo!
Questa è l’ultima opportunità
Io sono l’acrobata – Nato sotto i pugni
Sono un Uomo di Governo.

Non sono un uomo che affonda nell’acqua!
Non sono una casa che brucia nel fuoco!
L’acqua che sale non può ferire l’Uomo,
Il fuoco che brucia non può ferire l’Uomo,
l’Uomo del Governo.

Tutto quello che voglio è respirare
(Grazie, grazie)
Vieni a respirare con me?
Ci serve un po’ di spazio dove transitare
(sono così snello)
Appena un passo oltre noi stessi
(Sto raggiungendo la forma!)

E il calore cresce, e il calore cresce
dove posò la Mano, dove posò la Mano.

Tutto quello che voglio è respirare
Vieni a respirare con me?

(Le mani di un uomo del Governo)
Ci serve un po’ di spazio dove transitare
appena un passo oltre noi stessi

(Non perdetevelo! Non perdetevelo!)

E il calore cresce, e il calore cresce
dove posò la Mano, dove posò la Mano
e il calore cresce, e il calore cresce
dove posò la Mano, dove posò la Mano


Ora che l’ho fatto, mi sento ancora più stupido. Tradurre i Talking Heads è impossibile.
(“Ma se è per questo, anche George W. Bush: e allora, tantovale…”)

Anche in questo caso, sono le frasi più elementari a creare le maggiori difficoltà. Voi cosa fareste con l’ipnotico “Goes on / And the heat goes on”? Per un po’ ho accarezzato l’idea di tradurre: “più su, sale sempre più”, come un coro di impasticcati in una discoteca di Rimini. Che a David Byrne non sarebbe dispiaciuto. Ai tempi del punk David Byrne andava in giro a dire che gli piaceva la Disco: intanto sbobinava e trascriveva le audizioni del caso Watergate, e li rimontava in testi caotici, ipnotici e intraducibili. E aveva il dono della profezia.

Remain in Light è intraducibile, ma forse è anche l’unica cosa che valga la pena ascoltare in Occidente nel febbraio 2004, anno III di quel che vi pare. Tranquilli, non è noioso, è una specie di Apocalisse di San Giovanni in versione discomusic. David Byrne sapeva che sarebbe venuta l’ora dei Presidenti dislessici, dei Presidenti acrobati, dei Presidenti così sottili. Il fuoco che brucia la casa non li può bruciare. L’acqua che annega gli uomini non li può annegare. Quando ho sentito che Bush si era definito un Presidente di guerra, dentro di me qualcosa ha cantato: “I’m a Government Man(and the Heat goes on)” . Ogni volta che vedo il Giovane Berlusconi annunciare l’inizio, la fine lo svolgimento di una Verifica (Verifica di che?), qualcosa dentro di me ripete: “I’m a tumbler. Born under punches”.

E non crediate che lo faccia volentieri, anzi. Tutto quel che vorrei è respirare. Ma esiste ancora un posto dove possiamo transitare? E abbiamo ancora il diritto di fare un passo più lungo della gamba?
Il punto più enigmatico resta quell’urlo di David Byrne: I’m catching up with myself. È come se dicesse: mi sto compiendo, mi sto realizzando, sono una profezia umana che si avvera in sé. O è Berlusconi che s’incarna nel sogno di un Berlusconi più giovane? O è un George W Bush che s’incarna nel fumettone imperiale che gli hanno disegnato intorno? And the heat goes on.

Ma date un’occhiata a quelle mani, a quegli occhi, a quei volti. Le mani parlano. I volti parlano. Sono degli acrobati. Nati sotto i pugni. E sono così leggeri. (Eh, la leggerezza di Calvino).
È l’ultima occasione per fare dei piani. Qualcuno di voi, gente, se la sta perdendo. Grazie, grazie. Non parliamone neppure.
And the heat goes on.

2 commenti:

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