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lunedì 30 maggio 2016

Art. 140: la generazione di Cacciari e Serra ha...

"Qui non si parla di assetto dello Stato, qui si parla di noi!"
Da quel che ho capito sia Massimo Cacciari (classe 1944) sia Michele Serra (1954) voteranno sì al referendum sulla riforma costituzionale di Renzi; da quel che ho capito né Cacciari né Serra stimano Renzi o lo considerano capace di proporre una buona riforma costituzionale. Per Cacciari è stato maldestro, per Serra è addirittura la nemesi della sinistra italiana: e tuttavia è il male minore, e quindi voteranno per lui. Contro un male peggiore che, a quanto pare, si è incarnato in una generazione precisa: ovvero quella di Massimo Cacciari e Michele Serra.

"Abbiamo provato a riformare le istituzioni per quarant'anni, e non ci siamo riusciti. La strada della grande riforma sembra un cimitero pieno di croci, i nostri fallimenti. Adesso Renzi forza, e vuole passare", dice Cacciari (senza menzionare, non si sa se per dimenticanza o dispregio, la non irrilevante riforma del 1999). "Non abbiamo la faccia", noi sinistra, noi classe dirigente del Paese, noi italiani senzienti e operanti tra i Sessanta e il Duemila (e rotti) per giudicare con la puzza sotto il naso il lavoro di un governo di giovanotti avventurosi e forse avventuristi", conferma Serra. E così, insomma, anche questo referendum non sarà l'occasione di parlare della riforma in sé, del senato pleonastico o dell'abolizione delle province e tutte le altre cose un po' strane e noiose, ma un'altro episodio della biografia di una generazione, la solita.

Non è che Cacciari e Serra escludano categoricamente quel che alcuni costituzionalisti denunciano, ovvero che la riforma, abbinata al nuovo sistema elettorale, possa creare un presidenzialismo di fatto: non spendono una sola riga per smentire la possibilità, o per relativizzare il rischio. No, il rischio c'è, ma voteranno Sì lo stesso, perché... perché hanno fretta, la stessa fretta espressa a suo tempo dal presidente Napolitano; e perché è una buona occasione per ricordare a tutti che la Loro Generazione Ha Perso: un messaggio da mandare a tutti i coetanei che li hanno delusi, che hanno perso tempo colle bicamerali e chissà quanti altri sassolini nelle scarpe.

Dove non si capisce per quale motivo una qualsiasi persona più giovane di loro dovrebbe non dico condividere i loro argomenti, ma trovarli degni di nota. Quando si parla di una riforma della costituzione, si parla del nostro futuro: di come abbiamo intenzione di modellarlo. Abbiamo cura della nostra repubblica? Teniamo più alla governabilità o alla democrazia? Vogliamo difenderla dagli assalti periodici degli aspiranti Uomini della Provvidenza, che non saranno necessariamente affabili e umani come Matteo Renzi? Se abbiamo delle responsabilità, le abbiamo nei confronti di chi verrà dopo di noi; quanto alle beghe generazionali, son cose interessanti da scrivere nei libri che i vostri coetanei, assetati di autocritica quanto voi, correranno a comprarsi: oppure da discutere in privato, possibilmente senza disturbare figli e nipoti che farebbero un po' di fatica a capirle, e sarebbe una fatica abbastanza inutile. Avete sessanta o settant'anni, si è capito: il futuro vi interessa relativamente, sta bene: ma perché agli altri dovrebbe interessare di più il vostro passato? Fallimentare o no, è passato.

Io capisco che Cacciari e Serra ci tengano tanto, a ribadire che D'Alema o Veltroni o altri compagni di classe e di strada erano degli inetti; allo stesso tempo non credo sia un motivo sufficiente per votare e imporre ai loro discendenti una riforma brutta e pericolosa. Se proprio ci tengono, se proprio credono sia necessario e significativo, si potrebbe aggiungere una postilla alla Costituzione, magari un articolo finale che reciti: la generazione di Serra e Cacciari ha perso. Basta una riga, e non c'è bisogno di creare un senato di dopolavoristi o sbilanciare l'equilibrio dei poteri. Se sul serio l'autobiografia è l'unica cosa che vi interessa.

17 commenti:

  1. Nel merito, allora: perché il "presidenzialismo di fatto" è l'unico argomento seriamente a sfavore che viene sempre citato? Non ce ne sono altri? O non sono altrettanto importanti? E cosa ha fatto di tanto male il presidenzialismo? Sembra funzionare piuttosto bene in altri paesi...

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    1. Prendere un voto e stracciarlo per alcuni di noi è un male.
      Prendere una minoranza e farla diventare maggioranza per alcuni di noi è una truffa.

      Se poi vuoi fare il presidenzialismo — e tutto sommato potrei anche essere d'accordo: la repubblica parlamentare dimostra quotidianamente d'essere roba troppo vetusta per i tempi dei like e dei tweet; del resto, come osservava Canfora in tempi non sospetti, la libertà ha trionfato, alla democrazia non resta che essere rimandata al altre epoche — fai una riforma presidenzialista.

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  2. Ci può essere democrazia compiuta senza governabilità? Non lo so.
    Sono coetaneo di Letta, quindi una via di mezzo tra i Serra ed i Renzi. Sono abbastanza anziano per ricordarmi i problemi della prima repubblica: per esempio a livello locale qualsiasi amministrazione di destra o di sinistra, doveva vedere la partecipazione del psi, e doveva mediare la propria politica con l'opposizione. A livello nazionale c'era un solo tipo di governo possibile.
    Quello che fin dai tempi dei referendum di Segni speravo era di poter far governare delle persone ben precise, giudicarle per il loro operato, e quindi confermarle o cambiarle.
    Con l'imprescindibile della rappresentanza democratica di tutti i pensieri presenti nel globo terraqueo, questo non è mai stato possibile perché avrebbe distrutto la democrazia. Ancora oggi abbiamo governi che dicono di non aver potuto fare quanto promesso perché alleati con gli Alfano od i Verdini

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    1. Ci può essere democrazia compiuta senza governabilità? Secondo questi professoroni assolutamente sì: ai tempi della ricerca il Belgio (voto obbligatorio e proporzionale) era al culmine di una crisi politica e nel bel mezzo di una fase di completa ingovernabilità (chi alla fine si protrasse per un anno e mezzo), eppure ciò non gli impedì di assestarsi al terzo posto della classifica (dietro altri due proporzionali, benchè la Finlandia abbia pure l'elezione diretta del presidente; in ogni caso il primo sistema non proporzionale per l'elezione del parlamento è, credo, il Canada, in settima posizione).

      Perdonami ma il livello locale qui da noi non rileva troppo, saremmo una "repubblica democratica fondata sul lavoro" in cui la sovranità popolare è espressa nel Parlamento. Se poi a livello nazionale c'era un solo tipo di governo magari è anche perchè in uno stato a sovranità limitata c'è un solo tipo di vincitore ammissibile.

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    2. Scusami ma il link che hai messo non funziona. A quale classifica ti riferisci?

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    3. In effetti il link è morto — ma giuro che avevo controllato che funzionasse subito prima di postarlo.
      In ogni caso tizi che citavo sono quelli di Democracy Barometer (a questo link trovi tutto, compresi i criteri utilizzati).
      La classifica cui mi riferivo era quella del 2011, che fece piuttosto scalpore in UK, ne trovi traccia sui media mainstream, ad esempio qui o qui.

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    4. Allora, temo di aver commesso parecchi errori (refusi a parte) per cui urge un'errata corrige: innanzitutto gli ultimi due link sono relativi ad una ricerca pubblicata nel 2011, ma su dati che arrivano fino al 2005; a questo punto ritengo di aver fatto un po' di confusione anche all'inizio, perchè a differenza di quanto ho sostenuto, dai grafici di Democracy Barometer [Comparison over time|Country comparison: Across countries Over time] mi sembra che il Belgio nel 2011 sia quinto/sesto (dietro pure Svezia, Norvegia e credo Svizzera, che in quell'intorno risale parecchio); resta però il punto (confermato anche nell'intervista dello Spiegel): pur essendo ingovernato, ha uno degli indici più alti, il secondo più alto tra i paesi presi in considerazione se si eccettuano quelli scandinavi.

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  3. Sia Serra che Cacciari fanno parte dell' oligarchia che ormai ha sostituito la democrazia, o il tentativo di realizzare una piena democrazia, in Italia. Un' oligarchia monopolista e apolitica, sostanzialmente fascista, che si serve per legittimarsi proprio di personaggi del genere, che si dicono di sinistra quando ormai davvero i termini destra e sinistra qui da noi hnno perso il loro senso storico e galleggiano sospinti dal vento dell' interesse di chi vuole mantenere il controllo delle risorse economiche del paese. Per me sono figure tristi, abbastanza squallide, dei servitori della classe padronale, non varrebbe nemmeno la pena parlarne, se non fosse che vengono imposti dai media di regime ogni giorno e sui media di regime si beffano della gente e del popolo coi loro discorsi ambigui. Dei furbacchioni che badano solo al proprio personale tornaconto.

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  4. Sono d'accordo con i commentatori qui sopra che il Presidenzialismo in sé non abbia questo enorme potenziale dirompente (magari mi sbaglio). Se penso al percorso del dopoguerra in Italia, però, dovendo confrontare i problemi (governabilità vs distribuzione dei seggi), di certo la governabilità ha fatto la parte del leone, essendo venuta a mancare con una frequenza piuttosto unica tra i paesi dell'Europa (se ne contano oltre 6, non so se ci sono paesi europei con numeri paragonabili).

    Credo che la urgenza e la determinazione di Renzi e dei governi precedenti nel cercare di migliorare questa situazione derivi da qui.

    Se ci sono delle idee migliori per rendere l'Italia un tantino più stabile sarebbero state prese tutte in considerazione.

    Per quanto riguarda Serra e Cacciari, non so, non mi è mai sembrato che parlassero ad altri che non ai loro coetanei. Forse ogni tanto Serra, ma sembrava più un parlar a nuora perché suocera intendesse, ecco.

    Kimboz

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  5. Premesso che il giornalistico banalizzare luoghicomunicando sul male o sul bene che intere generazioni possano avere o non avere fatto a se stesse e a noi, mi ha già da tempo stufato, passiamo alla costituzionepiùbelladelmondo: prima scorriamo con la memoria collettiva un po' indietro, magari aiutandoci con qualche scritto un po'... corsaro (ad esempio: http://www.radicali.it/contenuto/peste-italiana) e solo dopo riparliamo di quali siano gli "assalti periodici" alla nostra Repubblica e da cosa essa sia veramente da difendere, perchè a volte ho la sensazione che ci venga più facile costruire degli enormi spauracchi abitatori di un futuro possibile ma improbable, invece che fare attenzione ai piccoli roditori che, giorno dopo giorno, nel presente come nel passato, indeboliscono le travi portanti della nostra convivenza civile.
    Poi non metterei governabilità e Democrazia in antitesi, anzi, è esattamente questo modo di pensare che ci sta lentamente portando fuori dall'una e dall'altra: volete la prova provata? Cosa succede in Italia quando la governabilità è al minimo e la cacca sta arrivando al labbro inferiore? Ovvero quando gli strumenti istituzionali sono inceppati e c'è una crisi di qualsivoglia natura, per usare un linguaggio più adeguato all'argomento?
    Due episodi al volo: 1992 - Amato e 2011 - Monti. Fummo sull'orlo del baratro e, non avendo la capacità, il potere di fare alcunchè e nemmeno il coraggio di metterci la faccia (persa per sempre per le note vicende esplose in quei mesi), chiamarono il primo col pelo sullo stomaco che passava di là, uno che "risolve problemi": manovrina da 90 fantastiliardi con contorno di prelievo forzoso dai depositi bancari di tutti quelli che ne avevano uno; dell'altro caso, molto più recente, non devo neanche ricordare niente a nessuno.
    Quando il meccanismo democratico magari anche c'è, ma non funziona, non governa, si va avanti a colpi di provvedimenti emergenziali che, per carità, saranno anche formalmente democratici (e tra l'altro formalmente osservanti la costituzionepiùbelladelmondo!), ma sono sicuro che non sono Democratici come ognuno di noi pensa che dovrebbero essere.

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  6. non sono un costituzionalista e- tristemente - ho quasi l'età di serra, quindi boh a me 'sta costituzione più bella del mondo - di suo - mi piacerebbe però - di suo - non può garantire un cazzo. avere una cosa bella (fosse pure un frullatore - che non fa quel che dovrebbe, ecco... per me si può cambiare qualcosa, non ci vedo lesa maestà di nessun genere (né verso i figli dei partigiani né versi i figli dei padri della patria)
    se ho ben capito l'italia è (ancora) una democrazia perché non funziona un cazzo, quindi né scelba, né cossiga, né la p2, né berlusconi sono riusciti a renderla una repubblica autoritaria...
    e ora ci riesce renzi... boh, può essere
    oh, poi, certo, anche gli stronzi possono fare danni molto più grandi di quel che meriterebbero, tuttavia io non vedo una monoranza che governerà a scapito della maggioranza
    io vedo la minoranza più grande che governerà a scapito di millanta minoranze più piccole
    sotto una certa soglia si va al ballottaggio no? per me il ballottaggio è bene, il pentapartito era il male (e prima ancora i governi cossiga, andreotti, tambroni, scelba e via all'indietro fino al de gasperi iv del 1947)
    ma forse è l'età

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  7. . "Non abbiamo la faccia", noi sinistra, noi classe dirigente del Paese..."conferma Serra.
    Serra, il fatto che a un cortigiano venga permesso (come dice il nome) di frequentare la corte non lo rende classe dirigente di un bel niente.

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  8. mò però, addirittura cortigiano...
    non è proprio previsto avere idee diverse: o si è d'accordo o si è venduti... mah

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  9. Però vi dovete mettere d'accordo... non si può nei giorni pari prendersela contro i premi di maggioranza o la "deriva" presidenzialista e nei giorni dispari lamentarsi di inciuci tra partiti, di presidenti non eletti.

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. Ma basta con sta storia della riforma pericolosa, la democrazia in pericolo e blablabla.
    Non vi piace e va bene, ma nemmeno i costituzionalisti del fronte del NO la considerano un pericolo per la democrazia.
    Non ci sarà più il bicameralismo perfetto, e fino a che resterà in vigore l'italicum avremo dei vincitori certi dopo le elezioni.
    Sarà un po' più semplice raggiungere il quorum ai referendum, a patto di raccogliere più firme, ci sarano i referendum propositivi , ci vorrà una maggioranza più ampia per eleggere il Presidente della Repubblica e verranno aboliti il CNEL e le province.
    Tutto qua, nessun pericolo, nessuna svolta autoritaria.

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