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lunedì 24 dicembre 2012

Ichino, lui sì che è flessibile

Questa campagna elettorale-lampo ci costringe a vere e proprie tappe forzate. In un solo giorno per esempio ci siamo bevuti la conferenza stampa di Monti e la lunga sbroccata di Berlusconi a Domenica In. Ma non è tutto, nel frattempo stavamo anche in pensiero per il senatore Pietro Ichino.

Il giuslavorista infatti sabato aveva annunciato in un'intervista al Corriere che non si sarebbe più ricandidato nelle file del PD. E quindi per esempio io stavo già scrivendo una lettera aperta, implorandolo di ripensarci, di presentarsi alle primarie, di lasciare che fossero gli elettori del PD a decidere se candidarlo o no... ma intanto Ichino era già lontano, in questa campagna-lampo chi si ferma è perduto. Verso sera circolavano già le anticipazioni di una sua intervista alla Stampa in cui annunciava di essere pronto a candidarsi in una lista montiana in Lombardia.

E così, insomma, è ufficiale: Pietro Ichino ha lasciato il PD. Poco più di un mese fa, come tutti i sostenitori e tesserati, aveva sottoscritto un impegno a votare per il proprio partito, chiunque avesse vinto le primarie. Appena un mese fa, all'inizio della campagna per il ballottaggio, Matteo Renzi aveva annunciato che in caso di vittoria avrebbe proceduto con la riforma Ichino "senza più tavoli, gcommissioni, lunghe mediazioni". Ichino del resto aveva già pubblicamente esultato per quel 35% ottenuto da Renzi al primo turno, che a suo avviso dimostrava come le sue idee fossero condivise da un settore assai più ampio di quello che un anno fa gli aveva attributo il responsabile economico del partito, Stefano Fassina ("Una linea ha il 2 per cento, l’altra il 98 per cento. Io capisco Ichino. Lui rappresenta quel 2 per cento e per farlo valere, per difenderlo ha bisogno di andare sui giornali tutti i giorni"). E però, anche ammesso che tutti gli elettori di Renzi avessero ben chiaro il contenuto della bozza Ichino, resta il fatto che il 35 per cento, o persino il 40, pur essendo una percentuale rilevante, non è la maggioranza: così come Renzi, pur festeggiando l'ottimo risultato, ha ammesso la sconfitta, anche Ichino avrebbe dovuto accettare il fatto di rappresentare nel suo partito una posizione importante, ma minoritaria.

Invece se n'è andato, (continua sull'Unita.it, H1t#159; racconta anche della misteriosa firma di Ichino sul pdf dell'Agenda Monti divulgato dal Corriere).

Invece se n’è andato, dopo aver lanciato dal Corriere uno strano ultimatum a Bersani (“prenda una posizione molto chiara, correggendo nettamente la posizione di Fassina“), di quelli irricevibili, specie durante una campagna elettorale. Nel frattempo al telefono con Renzi ribadiva la sua intenzione di partecipare alle primarie della sua città senza farsi cooptare in nessun listino bloccato, tanto che il sindaco di Firenze si proclamava “Orgoglioso di essere nella stessa squadra di persone come Pietro Ichino”! Poi però ha cambiato squadra, in modo abbastanza improvviso. D’altro canto qui la situazione cambia tutti i giorni, nuovi partiti si formano e disgregano in ogni momento, e se la situazione è così magmatica non se ne può fare una colpa al professor Ichino.
Tanto più che la famosa “agenda Monti” pubblicata ieri sul sito del Corriere è un testo veramente molto ichiniano. Non solo nei contenuti: come ha notato per primo credo Paolo Ferrandi, l’autore del documento pdf scaricabile sul Corriere si chiama “Prof. Pietro Ichino”. Questo in sé non significa nulla: potrebbe trattarsi di uno scherzo di dubbio gusto, o di una versione passata effettivamente da un computer di proprietà del “prof. Ichino”, ma soltanto per essere convertita da documento di testo modificabile a documento in formato pdf, prima di essere inviata al Corriere. Senz’altro nelle prossime ore il professore spiegherà come sono andate le cose, sul Corriere o sulla Stampa o anche qui. Fugherà probabilmente il dubbio di avere scritto lui il punto tre dell’agenda Monti: di avere programmato insomma il cambio di sella da alcuni giorni, magari gli stessi in cui confessava ai suoi lettori di sentirsi attratto dalla “prospettiva di una vita più tranquilla e meno faticosa, con più tempo per tante cose belle e buone che ho lungamente trascurato”, e intanto chiedeva a Bersani di correggere Fassina, e commuoveva Renzi con la sua abnegazione. http://leonardo.blogspot.com

19 commenti:

  1. Abbiamo perso Ichino.
    Ma nel frattempo abbiamo guadagnato tanti volti nuovi che si presenteranno alle primarie del 29-30/12: il vantaggio dei partiti non-personali è che tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile.
    Il PDL è muffa stantia, il PD si rinnova di continuo: è per questo motivo che solo il centrosinistra in questo momento è in grado di traghettare l'Italia dentro alla costituenda Repubblica Federale Europea.

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  2. Tutt'al più l'hanno perso coloro che credevano di poter congiurare liberalismo e partito democratico. Tu non hai perso niente, tu l'hai sempre voluto fuori dal Pd, hai esercitato della debole ironia sulle sue idee, l'hai sempre considerato di destra, adesso finalmente ti ha accontentato, di cosa ti lamenti? Ichino ha sbagliato ad andarsene, molti dentro e fuori il pd festeggeranno ma sbagliano perchè questo pd old fashion ( vi ricordate il PDS?) rischia di scoprirsi sia a destra che a sinistra. Speriamo in bene...
    Cesco

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    1. Ma infatti non mi lamento. Avrei preferito che rimanesse almeno fino alle primarie, sarebbe stato leale da parte sua dimostrare il peso che aveva realmente nell'elettorato del PD. D'altra parte non si può mica pretendere, i prodotti vanno dove c'è mercato.

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  3. Se non si trattasse del mio paese ci godrei a sentire il tonfo che farà Bersani. Il vero problema è che ci meritiamo Berlusconi
    amarezza

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    1. Abbiamo assistito al piegarsi della cosa pubblica a interessi privati, abbiamo assistito al trionfo di idee liberiste e nazionaliste, abbiamo assistito alle leggi ad personam.
      Tremonti, Gasparri, Capezzone proclamavano in TV e il fallimento delle loro dottrine e' sotto gli occhi di tutti.
      E' tempo di cambiare, e' tempo di dare il governo del paese a una forza europea, socialdemocratica e progressista. Adesso basta col liberismo: e' il nostro momento, il momento del PD!
      Lo so che voi liberisti godreste della sconfitta delle idee socialdemocratiche, mi dispiace per voi ma non gioirete ulteriormente perche' adesso tocca a noi: le vostre idee hanno fallito e finalmente la sinistra avanza in Francia, Germania e presto anche in Italia.

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    2. In realtà continuiamo ad assistere alle chiacchere sul liberismo selvaggio da parte di chi non ha mai fatto esperienza, essendo in Italia, di riforme liberali neanche di striscio. Mi vuoi dire che ci siamo "salvati" dalle idee liberiste perchè ha fallito Capezzone? Ma stai scherzando o cosa?
      Avete fatto di tutto perchè i Renzi e gli Ichino se ne andassero e ora avete la faccia tosta di puntare l'indice accusatore su qualcuno che cede e getta la spugna.
      Gioverebbe qualche riflessione prima di sfoderare il ditino. Ma le riflessioni, dall'avvento del Berlusca, sono merce rara e non solo nel campo del centrodestra.
      Massimo

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    3. Caro Massimo, mentre Berlusconi veniva preso in giro dai leader del PPE, i dirigenti del centrosinistra volavano fra Parigi, Berlino e Bruxelles per discutere con i leader del PSE.
      La riflessione c'è stata ed è riassumibile nel manifesto di Parigi: negli ultimi 20 anni si è creduto che levando regole al mercato esso avrebbe trovato da solo il proprio equilibrio, così non è stato anzi, le diseguaglianze si sono ingigantite e addirittura gli istituti di credito hanno messo in scacco le economie nazionali; per tale ragione la ricetta proposta è quella di reintrodurre regole affinché sia la politica a governare la finanza e non il contrario, di introdurre una tassazione progressiva onde armonizzare il welfare state con una forma di sviluppo sostenibile investendo sulla ricerca.
      Il neoliberismo ha portato la finanza a dominare la politica e ci ha portato ad un passo dalla catastrofe ecologica; noi vogliamo invertire tale tendenza.
      Ultimo ma non per importanza, le forze del PSE propongono di dare maggiori poteri al parlamento europeo onde arrivare ad un governo federale eletto dai cittadini, mentre il PPE continua a cullarsi nell'idea intermedia della conferenza dei capi di stato e di governo.
      Noi siamo la forza rivoluzionaria che spazzerà via questa epoca di governo della finanza e getterà le basi della repubblica federale europea! (almeno lo spero)

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    4. "Noi" chi? Io non guardo il per ora lontanissimo PSE, del quale il PD non mi risulta far parte (ma posso sbagliarmi). Guardo cosa è stato fatto dalla sinistra in Italia negli ultimi vent'anni, o diciamo pure quaranta. Il neoliberismo è stato finora un fantoccio che avete sventolato per consentirvi di non presentare progetti di governo della modernità. L'Italia, (che palle però doverlo ripetere) non conosce nè liberismo nè neoliberismo, solo un "capitalismo" familiare mafioso e parassitario, senza alcun ripetto per le regole, caratteristica questa che mutua dalla "società civile".
      A titolo di esempio sarei curioso di vedere nella prossima campagna elettorale in quali spazi piazzerete i vostri manifesti.
      Massimo.

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    5. Caro Claudio,ti prego,ti supplico,ti imploro...basta parlare di neoliberismo riferendosi al nostro paese..ma dove? ma quando? Thacher,Reagan,se vuoi metti ci pure Blair hai mai visto un sosia di costoro in Italia? E per favore non parlate del nano come di un liberista..

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  4. Comunque vada avremo Monti. Direi che può considerarsi sereno solo chi ora per allora avrà agganciato una qualche lobby paracattolica o neoliberale o chi siede su un confortevole IBAN. Degli altri non frega nulla a nessuno. Che questo sia il Paese che meritiamo lo dice solo chi se ne sta al calduccio della sua microcistica lobby. Nessuno merita un paese così.

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  5. caro amico,vi state preparando nel miglior modo per fallire nell'ennesima occasione che la storia di questo paese vi regala. Appena arriva qualche ideea nuova tipo Renzi ed Ichino (non parlate di neoliberismo che in Italia non si e' mai visto,noi siamo il paese delle corporazioni,del capitalismo non selvaggio ma selvatico e del sindacalismo distorto che difende gli indifendibili) vi preoccupate subito di deriderla e metterla alla berlina.
    Avrete il vostro governo Bersani Vendola Fassina,dopo 6 mesi comincerete a litigare e dopo un anno sarete in frantumi riconsegnando il paese nelle mani di Monti. Bel modo di tutelare i vostri elettori. Spiace perche' siete il meno peggio che passa il convento ma anche i veri conservatori nel profondo dell'animo

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    1. Può anche darsi che vada così: l'alternativa, se ho ben capito, era un Renzi-Ichino-Monti subito.

      Non si vede in che modo gli elettori di centrosinistra potevano ritenerla preferibile.

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    2. Tondelli, potresti, sia quando parli degli elettori di centrosinistra tout court, sia quando parli dei fan dello Hobbit, sia quando parli de elettori di centrosinistra- sostenitori di Renzi, evitare di dettare i limiti perfino "di ciò che possono aspettarsi"? Potrai dire che le speranze di ciascuna delle varie categorie fossero irrealistiche (spiegando, se vuoi, il perchè), ma se permetti, e anche se non lo permetti, cosa si aspettano o meno lo decidono loro, non tu. Almeno esteticamente è un vezzo alquanto fastidioso, e lasciamo perdere cosa comporta come modo di pensare.
      Massimo

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    3. Sicuramente non spetta a me porre i limiti: c'è stata una consultazione, i sostenitori di Renzi hanno preso il 40%, è un risultato perfino notevole. Gli altri preferiscono provare a vincere le elezioni, non farle vincere a Monti direttamente.

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  6. Difficile definire la flexsecurity un esempio di "liberismo selvaggio". Difficile anche negare che il relativo successo di Renzi non dimostri che le idee di Ichino siano meno minoritarie tra i potenziali elettori del PD di quello che può credere un Fassina.

    Allo stesso tempo, i cosiddetti "liberal" (che traducono "liberale" in inglese perchè fa più figo, senza sapere evidentemente che negli USA i "liberal" sono i democratici di sinistra che vogliono la sanità pubblica e l'affirmative action) hanno il tiro dei profeti inascoltati e sono convinti che il paese sprofonderà senza una serie di fantomatiche riforme la cui opportunità e validità è tutt'altro che dimostrata scientificamente.
    La stessa flexsecurity, che sulla carta può sembrare attraente anche per un socialdemocratico, suscita qualche dubbio (non per dogmatica difesa dei diritti acquisiti, ma sulla sua effettiva tenuta in un momento di crisi).

    L'Italia ha sicuramente bisogno di riforme liberali; ma, tutto sommato (e nel "tutto sommato" ci metto anche le idee francamente massimaliste e fuffose di un Fassina) credo che sarà meglio per tutti se queste riforme proverà a farle un PD che non una coalizione eterogenea puntellata dal partito più clientelare d'Italia (l'UDC) e dai difensori degli interessi padronali (Montezemolo). Per questo la scelta di Ichino mi pare un ego trip, o più semplicemente un grosso errore di calcolo.

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  7. 20 anni di berlusconi, la segreteria del maggior partito e la vittoria alle primarie non sono bastati rendere bersani un candidato credibile alla pdc. a te sta cosa non ti dà da pensare? non ti fa sentire di nuovo minoritarista?

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