I giudici loro malgrado
Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, gli insegnanti non bocciano volentieri. Non quelli di oggi, perlomeno. Ci sono vari motivi.
Un primo motivo è burocratico. Respingere qualcuno, o non ammetterlo all'esame, è una scelta che deve essere motivata con pezze d'appoggio di ogni tipo. L'insegnante che sta pensando di bocciare un ragazzo è consapevole che nel caso (probabile) di un ricorso dovrà fornire ampia documentazione, registri in ordine, tutti i compiti in classe e i verbali impeccabili: in pratica, sarà lui a trovarsi sotto esame. Per molti è già un rischio più che sufficiente.
Un secondo motivo è sociale: anche se tutte le pezze d'appoggio fossero al loro posto, l'insegnante che boccia non si trova in una bella posizione. Bocciare non significa soltanto danneggiare una persona, ma prolungare il periodo di tempo che quella persona passerà vicino a te. Quando un giudice condanna un reo, di solito la polizia lo prende subito e lo porta lontano dalla persona che ha deciso la sua sorte. Anche gli insegnanti possono decidere la sorte dei loro studenti, ma a meno che non siano precari o pensionandi, il destino di un bocciato è ritrovare il suo giudice a settembre. E se non la prende bene? E i genitori? A giugno l'equilibrio psico-fisico di molti insegnanti è già abbastanza compromesso senza bisogno di porsi queste domande. Poi, rifletteteci bene: qual è la vostra reazione istintiva davanti a qualsiasi fastidio? Sopprimerlo, allontanarlo. All'insegnante invece viene chiesto di fare il contrario: lo studente che ti rallenta la lezione, che mette in dubbio le tue capacità, che t'infastidisce... devi tenertelo un anno in più.
Un terzo motivo è psicologico. Ho appena paragonato l'insegnante a un giudice, un paragone che è quasi un tabù. Eppure noi siamo giudici: ma quasi mai lo siamo per vocazione. Cerco di spiegarmi: non si diventa giudice per caso. Ci si laurea in legge, si fanno i concorsi, e intanto si cresce con una certa convinzione di saper distinguere, se non il Bene dal Male, almeno il Diritto dal Torto. Allo stesso modo, un poliziotto di carriera non si ritrova in un conflitto a fuoco per caso: ha studiato, ha sviluppato delle convinzioni etiche, oltre a una certa pratica della violenza. Potrei fare altri esempi di persone che si sono allenate per anni all'idea di prendere decisioni anche violente, anche in tempi brevi; ecco, gli insegnanti no.
Gli insegnanti hanno studiato la loro materia, matematica letteratura scienze o arte che sia; si spera che abbiano anche avuto un'infarinatura di pedagogia o didattica, e che abbiano nutrito un sano entusiasmo per l'idea di insegnare ad altri quello che hanno imparato. Se sono diventati insegnanti è perché amavano la loro materia, alcuni; altri (i migliori forse) perché amavano insegnarla ai giovani; altri ancora perché non hanno trovato un posto più sicuro; ma nessuno secondo me diventa insegnante perché gli piace l'idea di stangare gli ultimi della classe. Quelli piuttosto fanno i giudici, no?
Un quarto motivo, l'unico giusto, è che a molti ragazzi la bocciatura fa più male che bene. Ci sono precedenti: il ragazzo demotivato non si motiverà, il bulletto diventerà un po' più grosso e farà ancora più paura ai piccoli, eccetera eccetera. Io parlo da operatore della scuola dell'obbligo, alle superiori la filosofia dovrebbe essere diversa. In ogni caso, in questi anni ho cambiato centinaia di colleghi e non mi è mai capitato di sentire qualcuno che dicesse “quello non vedo l'ora di bocciarlo”. Per contro, ho sentito migliaia di “quello non vedo l'ora di promuoverlo così si toglie dalle xxxxx”.
Questi sono i quattro motivi per cui l'insegnante di oggi non boccia volentieri. Mi sembrava giusto descriverli, se non altro per correggere quell'immagine ormai letteraria della Professoressa donMilaniana, tutta tesa a bocciare il contadino che non sa l'Iliade a memoria. Il tempo è passato, c'è stata una rivoluzione antropologica nel frattempo, e se don Milani gestisse una scuola oggi, secondo me scriverebbe lettere di fuoco alle professoresse che promuovono figli di papà incapaci di declinare un genitivo plurale imparisillabo. Il tempo è passato, ma il Mito della Professoressa Bocciatrice è rimasto, saldandosi all'altro Mito del Sei Politico, formando una specie di mitologia della Scuola Di Sinistra Che Non Boccia Perché È Ideologizzata. Avendo passato ormai quasi un decennio nelle scuole statali di una delle regioni più ideologizzate dell'Europa e quindi del mondo, mi sento di dirlo con cognizione di causa: stronzate. Gli insegnanti non è che non bocciassero per donMilanismo o sessantottismo. Gli insegnanti non bocciavano perché (1) temevano i ricorsi, (2) temevano le rigate sulla macchina, (3) non amavano fare i giudici, (4) non ritenevano fosse il bene del ragazzo.
Fino all'anno scorso. Cos'è successo improvvisamente? La Gelmini ci ha trasformati in sadici cacciatori di teste? La cosa è un po' più complessa.
Senz'altro l'idea del giro di vite arriva dal Ministero. Ma in un modo molto più ambiguo di come ce la vogliono raccontare i media. Le varie circolari, spesso contraddittorie, ruotavano in ogni caso intorno a questa idea del sei. Quest'anno occorreva passare col sei. Con tutti i sei o con la media del sei? Credeteci o no, non si è capito fino alla settimana degli scrutini. Ma bocciare non è una cosa che si possa fare all'ultimo momento: bisogna aver preparato la famiglia (se per un anno non le dici niente e poi le falci il bambinetto all'ultimo momento, per forza poi ti fa ricorso: e nessuno vuole un ricorso). Questo ministro, che è molto chiaro ogni volta che parla davanti a una telecamera, quando scrive le circolari diventa un mostro d'ambiguità.
Sia come sia, non c'era, nelle comunicazioni ufficiali, niente che potesse essere interpretato come un esplicito invito a bocciare di più: la cosa che premeva al Ministro era che i Cinque o i Quattro degli ammessi agli anni successivi diventassero Sei, anzi Sex (fa ridere, ma si scrive proprio così, per evitare contraffazioni). È anche la cosa che ha maggiormente scandalizzato il corpo docente: in effetti il Ministro che all'inizio del suo mandato aveva ritirato in ballo il mostro dialettico del “Sei politico” sarà ricordata come quella che il Sei politico lo ha introdotto davvero.
Ma questa tutto sommato è una polemica linguistica: chi l'anno scorso aveva un paio di cinque quest'anno passerà con un paio di sex in più: non diventerà per questo più intelligente, e non migliorerà la posizione degli studenti italiani nelle statistiche di rendimento. Poi ci sono le scuole che hanno deciso di identificare i sex farlocchi, con un timbro, un asterisco, il rosso, ecc.: ma non è che cambi molto la situazione. Oggi, come ieri, la tattica di snobbare del tutto un paio di materie e studiare tutte le altre continuerà a pagare.
Rimane da capire perché si sono messi a bocciare, i prof italiani. Spero non per frustrazione. Ma un sospetto ce l'ho.
Al di là di tutte le comunicazioni fumose sui cinque e sui sex, c'è un punto su cui Maria Stella Gelmini è stata sempre chiarissima sugli insegnanti: gli organici. Tagli pesanti, che rimandano i precari storici sul marciapiede, e minacciano le scuole dei piccoli centri. Di fronte a un'offensiva del genere, gli istituti si difendono come possono. A questo punto bocciare può essere un sistema per salvare una classe: in fondo due respinti per sei classi di scuola media sono già dodici alunni in più che restano iscritti anche l'anno prossimo. A volte basta anche meno, per salvare una cattedra.
Nulla di consapevole, s'intende: non riesco a immaginare nessun Preside irrompere nei consigli di classe dicendo “Mi raccomando, bisogna bocciarne almeno due, così salviamo la Prima G”. Ma a livello istintivo l'insegnante a rischio cattedra si difende come una belva braccata: gli hanno tagliato la mutua, i pomeriggi, le compresenze, i sostegni ai disabili, le supplenze... e lui boccia. Sì, ma il ragazzo che colpa ne ha?
Più che colpa una sfortuna: è finita la cuccagna. Magari ha avuto un fratello maggiore cresciuto nella scuola post-D'Onofrio, senza esami a settembre: una lunga autostrada dall'asilo fino alla laurea. Bene, è arrivato il contrordine: tutti questi laureati non servono più (a ben vedere non sono mai serviti), tanto vale rallentare un po' il ritmo. Nella prossima società post-consumista una licenza media sarà più che sufficiente, e ci si potrà trovare a conseguirla a sedici, anche a diciotto anni. Tanto poi c'è da fare i fattorini. E gli ingegneri? Li prenderemo dall'India. Certo, bisognerà spiegarlo ai leghisti. Quando capiremo come comunicano, lo faremo.
"tutti questi laureati non servono più"
RispondiEliminatemo sia una gran verità. Lo pensavo anche 20 anni fa, veramente, quando vedevo tanti miei amici - soprattutto amiche - brillantemente laureati in discipline umanistiche, che cercavano un dignitosi parcheggio (leggasi oggi stage all'estero, volontariato, servizio civile volontario ecc.) in attesa del matrimonio (o i più fortunati di rilevare l'attività delpaparino). Ma oggi in più ci sono anche gli indiani...
analisi lucida (nel senso di nitida) e amara (nel senso proprio di amara come il caffè senza zucchero, non come il chinotto), ma realistica.
RispondiEliminai miei hanno smesso da un po' la scuola e io la frequenro solo come esperto di terza area. i miei colleghi esperti rimpiangono di non avere abbastanza strumenti coercitivi per domare i selvaggi (ad alcuni piacerebbe tanto poter fare il giudice, o almeno il poliziotto). in teoria noialtri esperti (ovviamente digiuni di qualunque cosa abbia a che fare con l'insegnamento: noi veniamo dal mondo del lavoro, mica storie!) dovremmo conoscere bene la nostra materia, senza neanche bisogno d'esser laureati (ci mancherebbe altro).
tuttavia anche questa terza area (per gli istituti professionali di stato) è una grande occasione mancata. i motivi principali sono l'ambiguità legislativa (se non frega niente agli studenti di tutte le materie che fanno salire il voto d'esame figuriamoci quest'altra), l'ostracismo e/o il boicottaggio degli insegnanti veri, i software obsoleti e... l'ambiente scolastico!
i risultati migliori li ottengo a settembre. la scuola è chiusa agli studenti e dovendo recuperare 30 o 40 ore di terza area faccio una full immersion di 6-7 giorni consecutivi a scuola. gli studenti hanno ormai superato la maturità, vengono solo quelli interessati e finalmente si entra in un'ottica professionale. non essendoci in giro professori, preside e altro si riesce a lavorare in laboratorio (quasi) come se si stesse lavorando
non si poteva descrivere la situazione in maniera più obbiettiva e cruda.
RispondiEliminaLa descrizione della scuola è interessante ed offre spunti non banali. Mi pare che sull'argomento "bocciare fa bene, bocciare fa male" manchi una prospettiva poco considerata e che - esperienza diretta con i miei figli - conta assai: il rispetto per quei ragazzi che studiano e si comportano bene.
RispondiEliminaQuest'anno i miei 3 (in 3 diverse classi delle medie) hanno avuto almeno un bocciato in ogni classe: tutti e 3 mi hanno detto "È scandaloso che non abbiano bocciato tizio o caio..." essendo tizio o caio ragazzi ben identificati, che sono stati per tutto l'anno un disturbo comportamentale ed un peso che ha grandemente rallentato il progredire del resto della classe.
Non bocciare chi sarebbe "da bocciare" potrà anche far del bene a quel singolo ragazzo (ed è da dimostrare), ma certamente farà del male a tutti gli altri.
fonti che lavorano nelle scuole medie mi hanno riferito che per bocciare comunque serve il parere unanime del consiglio di classe. quindi in genere si promuove anche se l'alunno ha qualche insufficienza. confermate?
RispondiEliminaSono tornati indietro a prima del "condono" scolastico (http://essepunto.it/2006/10/condoni/) di Prodi.
RispondiEliminaAl di là dell'analisi in sé, puntuale e lucidissima, una sola considerazione... che è più uno sfogo: sono stufa di incontrare diciottenni che non sanno collocare l'Olanda sulla cartina dell'Europa, o future maestre incapaci perfino di padroneggiare una corretta ortografia. Perché questi somari non possono essere bocciati con ignominia? Che senso ha promuoverli? Oltretutto, se i criteri di promozione fossero davvero restrittivi, severi e rispettati, magari si penserebbe due volte prima d'iscivere al liceo il figliolo fannullone.
RispondiEliminaalle superiori la filosofia dovrebbe essere diversa
RispondiEliminaE invece è la stessa, da vent'anni a questa parte: con i primi tre punti della tua analisi perfettamente coincidenti; e l'ultimo che invece non dovrebbe coincidere affatto, per ovvie ragioni, ma che coincide comunque.
Io stesso, quest'anno, allo scrutinio di ammissione all'Esame di maturità di un Liceo, ho sentito io stesso un mio collega dire: "Questa la ammettiamo e la facciamo promuovere, che qui ha rotto abbastanza le xxxx". Per dire.
Prima di tutto, complimenti per la frase finale, mi ha fatto piegare in due dal ridere...
RispondiEliminaPer il resto, ma un modo di aumentare il livello medio di istruzione nel nostro paese non esiste? Io ho a che fare con ragazzi più cresciutelli, ma vedo comunque che, se riesci a carpire la loro naturale curiosità, ti seguono. Mi rendo conto che se provassi ad insegnare in una scuola media, ne verrebbe fuori un disastro, ma i loro insegnanti, possibile che se motivati non trovino la chiave per comunicare? La scuola per me riveste un'importanza strategica, è quella che sola può fronteggiare l'idiozia comunicata dalle TV a questi poveri ragazzi. Qui, c'è in campo non solo e non tanto le sorti economiche del nostro paese, quanto il livello culturale, e quindi la possibilità anche di vivere in un paese democratico, il che presuppone una consapevolezza adeguata dei propri diritti e dei propri doveri.
Va da sè che qualunque insegnante voglia promuovere il numero massimo di studenti, perchè ciò lo conferma nell'utilità del compito che svolge, e comunque credo che gli strumenti per bocciare o promuovere secondo i propri intendimenti, aldilà delle circolari del ministro di turno, ci siano e possano essere fatte valere.
Infine, ti volevo chiedere la cortesia di leggere un post sul mio blog, che riguarda proprio questo genere di problematiche, intitolato "Una proposta per la scuola". Grazie!
Lasceremo che ai leghisti lo spieghino gli ingegneri indiani...
RispondiElimina:-)
Credo proprio che stia andando cosi...
RispondiEliminaBravo Leonardo, vai avnti così!
Giò
Ma scusa, perche' solo due?
RispondiEliminaSe ne boccino il 10-20, o anche il 30%, seguendo alla lettera le istruzioni.
E se l'anno prossimo gli organici non saranno ampliati adeguatamente per poter fare fronte a tutti questi in piu', beh sapremo di chi sara' la colpa... :)
La tua analisi è molto vicina alla realtà. Aggiungerei alle motivazioni per cui non bocciamo anche le resistenze - a volte vere intimidazioni - di alcuni dirigenti, i quali pur non avendo idea neppure della faccia dell'alunno in oggetto si schierano sempre e comunque per la promozione; forse temono che un numero troppo elevato di bocciati sia un danno per l'immagine dell'istituto e soprattutto si dimostrano ignavi nei confronti dei genitori - clienti, ai quali concedono troppo spesso servilismo e ragione screditando così sempre di più la parola e l'autorità dei docenti.
RispondiEliminaGrazie per le tue parole, come al solito, puntuali e chiarificatrici.
RispondiEliminaIn quest'analisi manca solo quancosa che ha a che fare con la finalità dell'istituzione scolastica: istruzione e FORMAZIONE del ragazzo ( in ultrasintesi).
Non si parla, ma ormai nessuno lo fa, del senso generale dell'educazione, dei tentativi di recupero di chi ha problemi, nè del senso della valutazione a scuola ( dell'obbligo).
In situazioni difficili si devono valutare anche molti fattori e non solo la media matematica.
Per come la descirvi tu i docenti sono legati solo a pensieri autoreferenziali..così sembra proprio vero che è la scuola è un barca che ondeggia a seconda del singolo..sia esso Ministro o docente..
Grazie!
Ciao
Sì, alphakappa, si promuove a maggioranza nel consiglio di classe.
RispondiEliminaQuindi gli studenti che sono arrivati con delle insufficienze allo scrutinio finale, e vengono promossi a maggioranza, si vedono trasformati i loro cinque o quattro in sex.
@leonardo, quindi non è cambiato nulla e la nuova "severità" rientra nella politica degli annunci, acchiappa-consensi.
RispondiEliminaContinueranno a esserci alunni che dopo la quinta elementare faticano a leggere o fare le somme e le moltiplicazioni a mano; che dopo la terza media non sanno dove si trovi Ancona e hanno bisogno della calcolatrice per fare 57+24; che alle superiori faticano a scrivere 4 periodi completi in Italiano corretto, che non sanno due parole di Inglese diverse da McDonald's e freezer, che a 7x8 rispondono 48; che dopo l'università continuano a non sapere come sono stati in grado di laurearsi. Tutto questo con buona pace di una minoranza di studenti, che ha studiato seriamente ed è preparata, ma si vede equiparata agli altri anche nelle retribuzioni.
Ovviamente le colpe sono da assegnare a tutti: ai governi degli ultimi 35 anni che non hanno riformato la scuola, ma l'hanno peggiorata; alla classe insegnante malpagata, sempre più vecchia e priva di motivazioni; alla società italiana che disprezza la cultura e la conoscenza, preferendo altri modelli; ai genitori che, se non sono personaggi usciti direttamente da uomini&donne, spesso diventano gli avvocati difensori dei figli.
titolo dell'Informazione di oggi: Scrutinio «choc» a Bomporto: 41 studenti bocciati alle medie
RispondiEliminaBomporto, conosco.
RispondiEliminaSe hanno ancora 7 sezioni, fanno giusto 2 bocciati per classe.
il quarto motivo 'l'unico giusto' mi sembra l'unico sbagliato. spiego il perchè: per quanto riguarda il ragazzo demotivato che non si motiverà (e sarà pur vero) non c'è nulla di peggio da fare che promuoverlo, lui continuerà a non fare niente senza capire che nella vita se vuoi qualcosa la devi ottenere, se non la vuoi è inutile che fai finta. per il resto a demotivarsi saranno quei ragazzi che si sono fatti "il mazzo", che si convinceranno che pur senza far niente possono andare avanti(perchè comunque loro non verranno premiati, perchè da loro ci si aspetta 'di più'). Per quanto riguarda il 'bullo' che diventerà ancora più aggressivo bisognerebbe espellerlo, o comunque convincere i genitori a farlo 'ritirare', o a farlo andare in un'altra scuola. quindi penso che queste siano solo scuse per giustificare un comportamento ingiusto e che, voi prof lo sapete, rovina l'Italia.
RispondiEliminaNon vorrei sembrare cinica,aggressiva o esagerata ma io ci sono dentro-dall'altro lato però- e in 8 anni mi sono convita che i modi migliori sono questi
Come fai a lamentarti che prendiamo ingegnieri dall'India quando io (ragazza studiosa) sono arrivata al primo anno di superiori senza saper fare le divisioni a due cifre e ammetto che tutt'oggi trovo più diffocoltà in questo che nel grafico di una funzione...e aspiro ad ingegneria meccanica io!
Mi fa piacere comunque aver visto che i pettegolezzi dei ragazzi erano fondati su cose reali e non 'campati in aria', i prof ormai non hanno più voglia perchè non sono veri prof.
senza offesa per te logicamente, anzi per certi versi ti ammiro ;)
Ma quanti prof. siamo su Internet??
RispondiEliminaBella analisi, comunque, avendo insegnato un paio d'anni in Italia ho partecipato a vari consigli di classe e varie volte ho avvertito che il futuro della scuola o della sezione influiva su quello del ragazzo (anche nell'altro senso: se ne bocciamo troppi qua non si iscrive più nessuno!)
Adesso faccio il prof. in Inghilterra. Qui sistema completamente diverso: non si boccia mai e il ragazzo va avanti automaticamente. Il fatto è che a 16 anni impatta in una serie di esami "oggettivi" (test corretti esternamente da un'autorità indipendente) e se non li passa può accomodarsi nel sottoproletariato urbano o rurale: le possibilità di recupero ci sono ma sono comunque complesse e mai del tutto gratis.
Insomma, non bocciare può essere anch'esso un discorso cinico, diciamo tatcheriano: io Stato ti do un'opportunità di imparare questi argomenti ma se tu non impari non spreco soldi a darti una seconda opportunità che tanto tu non coglieresti. Discorso complicato...
Ah, grande e assolutamente "in tema" la foto di Don Milani! Credo che condividiamo parecchi ideali e simpatie...