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mercoledì 1 agosto 2012

L'ultima canzone al mondo (era piratata)

You wouldn't steal a nightmare
C'è un ragionamento che mi piacerebbe portare avanti quest'agosto, se ho tempo - e non è detto - che potrei cominciare da mille parti, per esempio da qui: hanno scoperto che la colonna sonora del più famoso spot antipirateria è... piratata. La cosa si presta a considerazioni ironiche che avete già fatto da soli, bravi - quando l'ironia si deposita, rimane un'osservazione quasi disperata: è capitato a tutti di piratare qualcosa per scelta, ma sembra proprio che a un certo punto dell'ultimo decennio non piratare sia diventato impossibile; al punto che piratavano anche i signori del copyright... vabbe'.

Quando ho letto la notizia mi è venuta in mente una cosa. Sono uno dei pochi che quel pezzo lo ascolta ancora, probabilmente; non perché noleggi ancora i dvd, ma ne ho comprati usati, e mi capita di guardarli, non da solo - non guardo più dvd da solo da ere immemori - ma in classe. Sì, sono dvd da combattimento che uso per proiettarli nelle aule scolastiche. Quando ci sono situazioni difficili e compromesse, supplenze, ponti soppressi, cose del genere, io arrivo col carrello, il vecchio monitor col tubo catodico, l'unico lettore dvd che funziona ancora (i lettori dvd si rovinano con niente), spengo la luce, abbasso le tapparelle, e carico questi vecchi dvd con il brano anti-pirateria un po' ansiogeno. Ma ansiogeno per modo di dire, penserete voi, cioè si sa, nei blog si esagera... no.

Non sto esagerando.
I dodicenni, quando carico questi dvd col brano antipirateria e le immagini tutte mosse, si agitano.
Anche i tredicenni.
Mostrano chiari segni di disagio.
Al che io non pauso - non posso pausare - ma accendo le luci e dico: ehi, scherzate? È solo una pubblicità, eddai, mica fanno sul serio. Cioè: è vero. Piratare è un furto. Ma piantatela di tremare, su. Passano pochi secondi ed è tutto finito, stanno già pensando ai fatti loro, al laptop in standby che li aspetta a casa col torrent del MagicoMondoDiPatty. Però accidenti, per qualche minuto ha funzionato. Gli adulti queste cose non le capiscono. Stanno sempre tra loro, hanno tutti questi filtri, queste ironie, tutta una struttura di diaframmi e di intercapedini che gli consente di non notare la differenza tra una lieve inquietudine e un gancio nel plesso solare. I ragazzini no, i ragazzini quando una cosa li fa piangere, piangono. Quando una cosa li rende nervosi, s'innervosiscono. Quello spot li rende nervosi. Perché?

Forse perché parla di loro. Che non hanno mai rubato, mai picchiato, mai fatto niente di male tranne, ehi, piratare questo o quel gioco, quel film, quel, come si diceva una volta? "Disco". Per la prima volta qualcuno osa mettere in dubbio la loro integrità morale. Neanche i preti ci provano più, assolvono tutti. In molti casi è un'ansia già retrospettiva. Quando gli chiedo cos'hanno, mi dicono che da bambini quella musica e quelle immagini mettevano loro tanta pura. Insomma sono entrato nella classe senza dire niente e ho iniziato a proiettare gli incubi della loro infanzia, Belfagor. Un mostro.

Forse è semplicemente uno spot ben fatto. La missione era spaventare: missione compiuta. Tendiamo a dimenticarci che anche lo spot migliore ha come obiettivo ideale "un undicenne neanche tanto intelligente". Tutti gli altri continueranno a scaricare e scambiare senza provare nessuna inquietudine - ma nel frattempo abbiamo messo l'ansia a una generazione di ragazzini. Vabbe', pazienza, sarebbe successo in un modo o nell'altro.

Qualcosa da aggiungere? Sì: in questi anni in cui abbiamo smesso tutti di ascoltare la radio, e ci siamo rinchiusi nelle nostre playlist autistiche, permettendoci soltanto qualche saltuaria incursione in podcast rigorosamente gestiti da amici di comprovata affinità elettiva; in questi anni in cui i negozi di dischi hanno chiuso e le tv musicali hanno smesso di programmare musica... forse questo è stato l'ultimo pezzo che abbiamo ascoltato tutti. Perché eravamo costretti, non si poteva skippare col telecomando, dovevamo ciucciarcelo tutto, e non lo sapevamo, ma forse la musica è finita lì. Era l'ultimo pezzo. Quella che stiamo ascoltando adesso non è più proprio musica, forse è un'altra cosa. È un'idea. Volevo provare a svilupparla nei prossimi giorni, non so se avrò tempo.

2 commenti:

  1. Mi viene in mente l'analogo per la mia generazione (ho 28 anni), la musica terrorizzante che ancora alle volte mi turba in modo pavloviano: Oh Superman, di Laurie Anderson (e - soprattutto - della pubblicità progresso sull'AIDS). Che sia la paura, la minaccia di qualcosa quella che ci unisce, pure nei ricordi?
    L.

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  2. Per me lo slogan "scaricare un film è come rubare una macchina" è convincente!
    ...visto che ho fatto 30 tanto vale fare 31: da domani mi vedrete girare in BMW.

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