La prima metà degli anni Zero fu quella in cui una cospicua parte di noi scoprì improvvisamente una pulsione fino a quel momento poco conosciuta e persino poco intuibile: l'enciclopedismo. Volevamo sapere tutto (e fu wikipedia), condividere tutto, vedere tutto, ascoltare tutto. Eppure avevamo sempre meno tempo. Proprio per questo, forse, avevamo fretta di accumulare esperienze e file. Gli steccati della proprietà intellettuale si potevano rialzare da un momento all'altro. Ma nel frattempo, per esempio, io potevo diventare un esperto dei Kinks.
Mi erano sempre piaciuti i Kinks. Tutti i pezzi che conoscevo dei Kinks erano forti. Nella fonoteca di Poitiers mi ero acquattato il loro disco migliore ed era bellissimo. Reggeva il confronto con Sgt Pepper, con il grosso vantaggio che non li ascoltava più nessuno (questo era prima che Picture Book diventasse un jingle pubblicitario, che Wes Anderson facesse quei film, eccetera). Per anni era stato impossibile, oppure semplicemente molto costoso. Nel giro di pochi mesi bastava pensare "voglio", digitare una stringa, aspettare che in un paio d'ore una colonnina diventasse verde, e la discografia dei Kinks diventava di tua proprietà. Ma.
Ma come diceva quel professore: non fotocopiate i libri che dovete studiare davvero. Lasciate perdere i diritti d'autore e tutto l'annoso dibattito. La questione è molto più semplice. Fotocopiandoli voi avete l'impressione di studiarli. Ma non li avete studiati. Li avete soltanto sfogliati a rovescio, schiacciandone un po' la costa. A un certo punto successe la stessa cosa con i download. La fine improvvisa di Napster ci aveva lasciato un impulso all'accaparramento. Benché ostentassimo sicumera, da qualche parte sapevamo che quello che facevamo era realmente eversivo, che realmente avrebbe messo in discussione tutto un mercato musicale, il che magari era buono, ma non poteva continuare così per sempre. Prima o poi le acque del Mar Rosso si sarebbero richiuse, bisognava sgaggiarsi e scaricare tutto quello che ci veniva in mente. Io certe volte davvero non riuscivo più a immaginare niente, niente che desideravo ascoltare. Soddisfai tutte le mie voglie proibite e imbarazzanti, mi misi a setacciare allmusic alla ricerca di qualche residua lacuna, immagazzinai tutto quello che valeva la pena e molto di più, perché la pacchia p2p non poteva durare per sempre. I discorsi teorici, gli ideologemi sulla libertà e la condivisione li lasciavo agli altri: io saccheggiavo giorno e notte, e a un certo punto non ebbi più desideri.
E nel frattempo non avevo nemmeno ascoltato tutti quei dischi dei Kinks. Ero troppo impegnato a scaricare.
O meglio: li avevo ascoltati. Ma in sottofondo, facendo altro, pensando altro, perché chi aveva il tempo per ascoltare seriamente un disco, ormai, per girarlo lato a e lato b fino alla noia, fino a oltrepassare la noia, fino a quel momento in cui ti accorgi che lo sai a memoria, che il tuo bambino interiore lo sta cantando al mattino mentre ancora dormi? Era troppo tardi per innamorarsi di Arthur. Mi sarebbe piaciuto. Tornando indietro, tra Sgt Pepper e Arthur non avrei probabilmente avuto dubbi. Ma la cassettina di Sgt Pepper me l'ero procurata a 14 anni: m'era costata 14.000 lire, mille a canzone, e per 14 giorni non avevo più ascoltato nient'altro. 14 giorni per Arthur, nel 2005, non li avevo più. Non era più un problema di soldi, ma lo era mai stato davvero? Era un problema di tempo.
E poi in fondo Arthur non mi piaceva così tanto. Era bellissimo, ma dopo averlo atteso dieci anni, non potevo che restare deluso. Dei Kinks avevo già i greatest hits: senz'altro fino a quel momento mi ero perso qualche perla, ma non così tante. Riempire le lacune significava molto più spesso ascoltare dischi minori, canzoni minori, pezzi riempitivi, perdite di tempo. E il tempo era sempre più prezioso.
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Caro Leonardo,
RispondiEliminaessendo tuo (credo) coetaneo e con una simile passione per la musica (anche se nel mio caso si tratta di jazz) penso di poter capire perfettamente lo spirito dei tuoi ultimi post.
Mi permetto pero' di farti notare che:
(1) piu' si ascolta musica piu', necessariamente, si diventa selettivi
(2) periodi di crisi piu' o meno lunghi capitano a tutti gli appassionati, indipendentemente dalla qualita' della musica che in quel particolare movimento si produce
(3) la frase ''fotocopiandoli voi avete l'impressione di studiarli. Ma non li avete studiati. Li avete soltanto sfogliati a rovescio" e' terribilmente conservatrice
PS
E' curioso che uno col tuo cognome realizzi di vivere
in epoca post moderna solo ora ...
Da musicista dilettante posso dire che il p2p mi ha permesso di ascoltare musica introvabile (come ho scritto qualche post fa), e certo non come semplice sottofondo, anzi: cercavo di cogliere ogni sfumatura, studiai, approfondii. Io però non ho scaricato Madonna e compagnia cantante.
RispondiEliminaE' come hai detto tu, Leonardo. Metti da parte quattordicimila lire per comprare un album che dovrai ascoltare per molto tempo prima di comprare altro. Ti ci affezioni per forza, inoltre non hai termini di paragone. Eri un assetato nel deserto che trovava un bicchiere d'acqua, poi hai avuto un'intera oasi a cui attingere. Come giustamente scrive Alessandro qui sopra, più ascolti musica più diventi selettivo, salvo forse rendersi conto che la musica pop è tutta uguale.
come dice Dave Davies, Ray has been doing karaoke kinks for the last 20 years, ma visto il video che hai messo non ti sarà sfuggita questa versione che è commovente, per come la vedo io.
RispondiEliminahttp://youtu.be/06oipehWqUg
Trascuro il discorso sul download (che condivido: bisogna scaricare con misura!!) solo per dire che anch'io amo i Kinks. Li adoro anzi. Arthur secondo me è bellissimo è sottovalutato (Australia, che meraviglia!!), ma il loro vero capolavoro secondo me è Village green. Anche se come canzone singola Waterloo sunset non si supera, è nelle 5-10 più belle del secolo.
RispondiEliminaTutto qui. :-)
Ciao!
Alberto
io penso che la maggioranza degli scaricamenti non siano mai stati ascoltati e siano perciò stati semplicemente (e compulsivamente) accumulati.
RispondiEliminalo stesso che capita coi film e gli e-book: conosco gente che ne sta facendo incetta, hard disk su hard disk... film e libri che non valgono i mb di spazio che occupano
la stessa cosa di quelli che sfogliano 10 quotidiani e a malapena vanno oltre l'attacco di certi articoli
comunque il tempo è poco e la vita è breve: chi ha tempo e voglia di dedicare una o più ore all'ascolto di un disco? secondo me c'è una categoria, anzi due: i pendolari e i rappresentanti! ma magari poi gli avanza poco tempo or tenere uno o più blog... io per dire "spreco" parte del mio tempo sul treno a lasciare commenti qui sopra (con la musica in cuffia)