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sabato 11 agosto 2012

Parassita nei '90

Manifesto dei finti pezzenti

Io, per tutta l'adolescenza e la giovinezza - quella fase così cruciale in cui il giovane Consumatore veniva scandagliato e monitorato e segmentato e targettizzato e sifonato - sono stato un pezzente. Un pezzente orgoglioso ed estremamente consapevole, anche un po' ipocrita, un fintopovero, un poser? La cosa era più complessa. C'è un personaggio dostoevskijano che a un certo punto attraversa una lunga seria di peripezie che ho dimenticato, ma in sostanza ha una necessità impellente, cogente, di denaro: ne va della sua vita, del suo buon nome, eccetera eccetera, e quindi lui attraversa steppe e taighe alla ricerca di questo denaro; forse a un certo punto commette anche un orribile delitto, eppure per tutto questo tempo conserva appeso al collo un borsellino con un rotolino di rubli che avrebbe risolto ogni suo problema, ma non lo può toccare, per una questione di onore, ecco, io ero un po' così: non è che mi mancassero i soldi, ma non li volevo toccare. Non mi facevano schifo, i soldi non mi hanno mai fatto schifo. Avevo invece per essi un profondo rispetto, in gran parte dovuto al fatto che non li stavo guadagnando io.

C'entrava tantissimo aver scelto un corso di studi che mi condannava quasi certamente a una carriera improduttiva e profitti modesti. Qui cominciavano ad annodarsi tutti i miei fallimenti futuri: invece di preoccuparmi di come fare a guadagnare, io negli anni della mia formazione ero ossessionato dalla questione di come risparmiare. Mi doveva sembrare più logico, più alla mia portata, chi lo sa. Poi studiavo a Bologna, un luogo dove gli studiosi delle scienze umane dividono il portico con gli accattoni e i pancabbestia, e questo deve avermi probabilmente ispirato tutta una serie di riflessioni, di quelle che si fanno mentre si corre a prendere un treno, e poi non ti mollano più fino a casa.

Insomma io in quegli anni in cui la mia generazione era nel punto di massima esposizione consumistica, nel punto in cui dai nostri consumi dipendeva un giro di affari e di indotto che valeva svariati punti del PIL, composi nella mia testa una specie di Manifesto del Pezzente, in cui in sostanza spiegavo che l'intellettuale (tipo io) è effettivamente un parassita della società, e che è normale che abbia comportamenti parassitari, come appoggiarsi sulle grate della metropolitana per scaldarsi - no, questo veramente lo fanno i barboni, ma secondo me avrebbero potuto farlo anche gli intellettuali, non ci vedevo nulla di male. Non mi lamentavo nemmeno, non è che accusassi il sistema di trattarci da parassiti: no, per me la cosa era abbastanza buona e giusta. Eravamo parassiti, facevamo le cose buone e cattive che di solito i parassiti fanno; segnalare i problemi, tenere pulito l'ambiente metabolizzando i rifiuti, eliminare le carcasse, dare il colpo di grazia a chi se lo merita. Un po' ci credo anche adesso, anche se non reclamo più l'etichetta di "intellettuale". Però per esempio quello che faccio qui, da tanti anni, è ancora una pratica parassitaria: mi nutro di cose che non mi appartengono, punzecchio, irrito, attacco i morti ignari (di essere morti), sono sempre quello lì. E non pretendo di essere pagato per fare queste cose, ci mancherebbe. Mi accontento di quel che riesco a trovare qua e là, un buon parassita deve sapersi accontentare.

D'altro canto essere parassiti negli anni '90 era uno stile di vita che poteva regalare soddisfazioni. Si trattava di comprare il meno possibile, approfittando senza nessuna vergogna - il parassita non si vergogna - della calda brezza che esce dalla grata, dell'enorme offerta culturale che arrivava nelle città, anche piccole. Stavano aprendo biblioteche bellissime; i comuni più illuminati gestivano fonoteche dove noleggiavano CD con sopra scritto "proibito il noleggio". D'estate si riusciva persino a trovare dei concerti notevoli, gratis. E poi ovviamente si duplicava, si masterizzava, si fotocopiava, senza vergogna e anche con un certo orgoglio. Si approfittava delle falle del sistema perché è questo quello che i parassiti fanno. Io sapevo perfettamente che fotocopiando un libro di un mio insegnante gli causavo un danno, e mi andava benissimo. Allo stesso modo non potevo ignorare che copiando un CD di un musicista gli toglievo un guadagno, e la cosa non mi creava nessun problema. Me ne crea adesso, forse perché non sono più un vero parassita, forse perché sono stanco di vivere di espedienti e mi piacerebbe obbligare degli studenti a comprare un mio libro, o essere iscritto a qualche albo che ogni mese mi versasse dei soldi per le opere di ingegno che senza dubbio da qualche parte avrei composto. Me ne crea adesso perché un conto è minare le fondamenta del sistema, un conto è trovarsi a vivere sulle fondamenta dopo che è davvero crollato: si rimane lì un po' perplessi, forse non volevamo davvero che finisse tutto, forse ci bastava soltanto punzecchiare qua, suggere là, per quanto ne dicessimo peste e corna ci eravamo affezionati, alla vecchia carcassa. Forse non ci aspettavamo di essere così tanti.

Ma in effetti non eravamo così tanti. Quel che ha veramente cambiato le cose, da un certo punto in poi, è stata la tecnologia.

14 commenti:

  1. "Stavano aprendo biblioteche bellissime; i comuni più illuminati gestivano fonoteche dove noleggiavano CD con sopra scritto "proibito il noleggio". D'estate si riusciva persino a trovare dei concerti notevoli, gratis."

    Si chiama "diffusione della cultura", anche per chi non poteva permettersi di andare a Londra a comprare dischi qui introvabili. Scrivi bene, Leonardo, ma non credo che chi prende un libro in biblioteca debba sentirsi in colpa.

    La suddetta diffusione della cultura dovrebbe essere compito delle istituzioni. Oggi lo specchio del paese è "Lucignolo".

    "Me ne crea adesso, forse perché non sono più un vero parassita, forse perché sono stanco di vivere di espedienti e mi piacerebbe obbligare degli studenti a comprare un mio libro, o essere iscritto a qualche albo che ogni mese mi versasse dei soldi per le opere di ingegno che senza dubbio da qualche parte avrei composto."

    Ecco, forse è quando ci si trova dall'altra parte che la prospettiva cambia. Forse è quando il portafogli intaccato è il nostro che tiriamo fuori la necessità di regole che da "giovani ribelli" volevamo infrangere.

    Domanda provocatoria: quanto è parassita uno che vive di rendita, che so, obbligando i propri studenti a comprare il proprio libro o ricevendo soldi da un albo?

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    1. "...ma non credo che chi prende un libro in biblioteca debba sentirsi in colpa."

      dipende: se il libro lo ha scritto calvino, magari no. se invece l'autore è vivente e (aspirante)mangiante, e se speri che ne scriva anche un altro, invece di aprire un baretto, fai un po' tu...

      domanda provocatoria: quant'è secondo de il "giusto compenso" per un saggio di 1000 pagine?

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    2. "se invece l'autore è vivente e (aspirante)mangiante, e se speri che ne scriva anche un altro, invece di aprire un baretto, fai un po' tu..."

      Quindi le biblioteche impediscono all'autore vivente di guadagnare? Accidenti, chiudiamole subito! E bruciamo le copie che possiedono!

      Il giusto compenso? Non saprei. Si parlava di costringere degli studenti a comprare un libro o di ricevere soldi da un albo; da dove prenderebbe i soldi, questo albo? Uno studente non dovrebbe essere libero di scegliere il testo (o di non comprarne uno) se segue le lezioni e, soprattutto, se passa l'esame grazie alle proprie capacità?

      Fammi capire, riccoespietato: le istituzioni devono servire a formare gli studenti o a far guadagnare agli insegnanti (oltre allo stipendio già percepito)?

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    3. "...E bruciamo le copie che possiedono!"

      ...non fare lo strawman con me: in biblioteca c'è calvino, e ariosto, e manzoni. che ci sia harry potter o il commissario montalbano non è scontato. e se ci sono, devi fare la coda.

      "Il giusto compenso? Non saprei."

      su, fa` un piccolo sforzo: un numerino a caso fra zero e il conto in banca di lloyd webber, ma di' qualcosa...! anche zero mi sta bene, tanto per inquadrare l'interlocutore...

      ...ti do un suggerimento per impressionarmi:
      presentami (nome e cognome) un avvocato che dica "ti difendo gratis, visto che penale uno l'ho dato sulle fotocopie". io finora non ne ho conosciuto nessuno...

      "le istituzioni devono servire..."

      che io sappia l'unica istituzione che scrive libri è la (fu)sip con l'elenco del telefono. gli altri - di solito* - li scrivono le persone. e la musica è uguale.

      *ah, si, le università. "studi in onore del professor pico de paperis". boni...

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    4. "presentami (nome e cognome) un avvocato che dica "ti difendo gratis, visto che penale uno l'ho dato sulle fotocopie". io finora non ne ho conosciuto nessuno..."

      Il titolare dello studio che ha centocinquanta anni si fa sicuramente pagare, anche se il lavoro glielo svolgono i "tirocinanti", cioè laureati che percepiscono un rimborso spese una tantum e per guadagnare qualcosa sono costretti ad abbandonare quello studio e aprirne uno loro.

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    5. è vero, è un mondo cattivo. non resta che ribellarsi scaricando un disco.

      (oh, e il giusto compenso? devo mandarti una domanda in mp3?)

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    6. "è vero, è un mondo cattivo. non resta che ribellarsi scaricando un disco."

      Ecco, bravo. Solo, non venirmi a dire che scaricando Coltrane sto facendo un favore a Lady Gaga. No, sai, si parlava di questo.

      "devo mandarti una domanda in mp3?"

      Magari prima rispondi tu alla mia: "Domanda provocatoria: quanto è parassita uno che vive di rendita, che so, obbligando i propri studenti a comprare il proprio libro o ricevendo soldi da un albo?"

      "tanto per inquadrare l'interlocutore..."

      Io l'ho inquadrato ;^)

      Ciao e buona giornata.

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    7. "Ecco, bravo. Solo, non venirmi a dire che scaricando Coltrane sto facendo un favore a Lady Gaga. No, sai, si parlava di questo."

      questa è una supercazzora. se permetti un suggerimento, "orale" funziona (se la sai fare), "scritta" meno.

      bene, rispondo: "obbligando" lo dici tu, mister strawbaby: fra milioni di corsi di laurea, migliaia di università, centinaia di canali, tu vuoi fare l'esame proprio con me? bene, compra il mio libro, faccio prima, a insegnartelo, visto che io lo conosco già.
      ma, aspe'... tu devi essere uno di quelli che vogliono fare il medico perché hanno visto tutte le puntate di E.R., e quindi le tavole di anatomia non gli servono; ne ho conosciuti altri, sai...

      quanto all'albo: migliacci riceve migliaia* di euro all'anno, perché ha scritto "nel blu dipinto di blu". parassita sarà (convengo) il suo erede fino al settantesimo anno dopo la sua morte, ma lui NO.
      (ah... perché nessuno parla mai degli eroici musicisti indie che suonano child in time nei concerti ma poi scrivono nel borderò le loro patetiche canzoncine che nemmeno la loro mamma ha lo stomaco di ascoltare?)

      quindi, avanti col "giusto compenso". prego...

      *trovi che sia "troppo"? bene, scarica. però, per favore, vai a fare anche l'esproprio proletario all'apple store e all'agip, invece di fare ordinatamente la coda con i soldi in bocca...

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    8. "Ecco, bravo. Solo, non venirmi a dire che scaricando Coltrane sto facendo un favore a Lady Gaga. No, sai, si parlava di questo."

      questa è una supercazzora. se permetti un suggerimento, "orale" funziona (se la sai fare), "scritta" meno.


      "Supercazzola", forse?

      MI sembra tu abbia la tendenza a sviare il discorso. Ho come l'impressione che si parli di patate ma tu preferisca parlare di cipolle, perché ti viene più comodo o perché ti senti più forte su un argomento diverso, è comprensibile.

      Provo a spiegarmi meglio: il tema della discussione, se non sbaglio, era la tesi secondo cui la musica sarebbe peggiorata perché "noi" scarichiamo. Lo ripeto, sperando di essere chiaro: io credo che la musica sia peggiorata perché asseconda i gusti del pubblico, e ho indicato le mie motivazioni.

      "obbligando" lo dici tu

      No, lo dice l'autore del post, Leonardo: "mi piacerebbe obbligare degli studenti a comprare un mio libro" (una provocazione, spero).

      *trovi che sia "troppo"? bene, scarica. però, per favore, vai a fare anche l'esproprio proletario all'apple store e all'agip, invece di fare ordinatamente la coda con i soldi in bocca...

      A parte l'insulto gratuito dei "soldi in bocca" (ma mi sembra che un po' tutti i tuoi interventi abbiano questa tendenza sociopatica), non mi pare si stia parlando di cambiare il mondo, ma di creatività e qualità della musica, cose che rimpiangiamo sia io che l'autore del post.

      ma, aspe'... tu devi essere uno di quelli che vogliono fare il medico perché hanno visto tutte le puntate di E.R., e quindi le tavole di anatomia non gli servono; ne ho conosciuti altri, sai...

      Frequenti pessima gente, mi sa. Forse questo potrebbe essere la ragione del tuo modo di esprimerti.

      parassita sarà (convengo) il suo erede fino al settantesimo anno dopo la sua morte

      Incredibile, qualcosa su cui siamo d'accordo! Devo preoccuparmi?

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    9. " "Supercazzola", forse?"

      ...ma bene, anche grammarnazi... a roma l'amo sempre chiamata così, scusa. magari sur libbretto der firme stava scritta giusta, ma io nun l'ho comprato. ho solo scaricato er firme cor mulo e l'audio era cosìcosì.

      "A parte l'insulto gratuito..."

      nun te mette' a piagne', te sto pe' molla'.
      ortretutto der giusto compenzo me pare che nun se ne parla più.
      solo:
      "Incredibile, qualcosa su cui siamo d'accordo! Devo preoccuparmi?"
      e pure qua, dipenne! ...semo daccordodaccordo solo se tu nun te aspetti de eredita' la villetta de papà e mamma. se si, meno. tranquillo!

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    10. A bello, c'hai raggione, s'è fatta 'na certa.

      Bella pe' tte.

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  2. Raro caso in cui il video è migliore del post...

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  3. @ padrone di casa:
    la tua captcha sta diventando troppo difficile, fa' qualcosa... o stai tentando di selezionare solo nativi digitali?

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