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domenica 2 agosto 2015

La disastrosa eruzione dell'Eyjafjöll

Immaginatevi altrimenti una giornalista su un transatlantico che sta per vomitare. Dov'è la notizia? È che i giornalisti non vanno più sui transatlantici da un pezzo. Stanno perlopiù in ufficio a scorrere le agenzie. Siamo a metà del XXI secolo, la gente ormai viaggia il meno possibile, dopo la spaventosa eruzione del
vulcano Eyjafjöll sotto il ghiacciaio dell'Eyjafjallajökull. Vi ricordate l'Eyjafjöll? Già nel 2010, sparando cenere nella stratosfera, ha fatto chiudere lo spazio aereo europeo per qualche giorno. Beh, stavolta la nube di ceneri ha interrotto i collegamenti aerei su tutta la terra per... quindici anni.

Secondo gli esperti ormai la cenere si sarebbe diradata, ma nessuno osa alzarsi in volo per controllare. L'interruzione dei collegamenti aerei ha ancorato l'umanità al suolo. Anche i trasporti marittimi sono progressivamente diminuiti: il mondo si è diviso in quattro o cinque blocchi continentali autosufficienti. Ogni blocco ha preso drastiche misure per ridurre l'emissione dei gas serra, già ispessiti dalle emissioni dell'Eyjafjöll (a dire il vero secondo alcuni l'eruzione avrebbe dovuto scatenare un'era glaciale, e a salvarci dall'inverno perenne sarebbero stati proprio i gas serra. Gli scienziati sono divisi, non si sa a chi dar retta).

(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui).

La crisi ambientale ha portato ogni blocco ad adottare sistemi di pianificazione economica che hanno stabilizzato l'andamento demografico e drasticamente abbattuto la disoccupazione - anche se tutti vivono nel ricordo di un Età dell'Oro in cui i nonni consumatori dissipavano allegramente ogni risorsa, senza nemmeno differenziare i rifiuti. In generale, se non hai la fortuna di far parte della casta burocratica, il tuo tenore di vita è inferiore a quello dei tuoi nonni. Gli organi di stampa sono sotto lo stretto controllo dell'autorità; anche la libera circolazione dei contenuti su internet è più illusoria che reale (tanto più che nessuno può più prendere un aeroplano e controllare se la tal cosa in Cina o in America è successa davvero) e una giornalista su un transatlantico sta per vomitare.

Un'idea folle l'ha spinta a imbarcarsi sull'unica nave che collega l'Islanda al continente. Vuole vedere l'Eyjafjöll coi suoi occhi, e non attraverso le foto e i filmati che da anni rimbalzano sulla rete. Dopo aver notato che le immagini disponibili in rete sono più o meno sempre le stesse, ha deciso di sfidare la mentalità che vuole i giornalisti solidamente ancorati nei loro uffici, e si è imbarcata per i confini del mondo, dove l'attende una sorpresa.

Ve la dico?

L'Eyjafjöll non è attivo. Forse non esiste nemmeno (in effetti, come fate a essere sicuri che esiste l'Eyjafjöll? L'avete visto?) L'eruzione del vulcano è solo una scusa per interrompere i trasporti aerei e instaurare un'epoca di decrescita non necessariamente felice. La consorteria internazionale che manovra il mondo si è decisa a questa messa in scena dopo l'esperimento del 2010 - l'idea in realtà era venuta a uno degli affiliati dopo l'11 settembre, quando l'interruzione improvvisa di tutti i voli in Nordamerica aveva portato a immediate variazioni nella temperatura. Ma la chiave dell'operazione era l'aspetto psicologico: eliminando i voli di linea, l'umanità aveva rinunciato alle vie di fuga e si era concentrata sul suo orizzonte. Svelare l'impostura significa sovvertire il faticoso equilibrio che stava salvando il mondo. Ne vale la pena?

Questo ovviamente è datato 2010. A un certo punto è stato un abbozzo per l'Ennesimo libro della fantascienza, poi è scomparso dal radar. Nessuno si ricorda più dell'Eyjafjöll, e di quanto fosse azzurro il cielo mentre tutti i tg dicevano che era impossibile alzarsi in volo. Ma se volete che ci lavori un po' di più, non avete che da votare per La disastrosa eruzione dell'Eyjafjöll. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.

21 commenti:

  1. voto questo, anche se la parola pianificazione economica mi fa venire l'orticaria (inoltre la " consorteria internazionale" non è per definizione neoliberista ? )

    MatteoZ

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    1. È una delle cose interessanti: quel che comunisti e fascisti (che quando vanno al potere pianificano) rimproverano ai neoliberisti, è proprio di avere un piano.

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  2. Tra i due di oggi voto senz'altro questo spunto.
    Se ci metti anche un protagonista maschio, macho, un po' lento di comprendonio ma svelto di cazzotto, un cattivo di fine livello degno, un po' di azione, una spruzzata di sesso a basso bit-rate e una po' di sano umorismo per sdrammatizzare ne esce fuori un bel romanzo.
    Che poi, dico io, ma voi altri sapientoni che cosa c'avete contro la letteratura di genere? Contro i libri che si vendono nelle stazioni? Possibile che voi o Proust o niente?

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    1. Io non ho niente contro la letteratura di genere a parte che non la so scrivere.
      (Ma neanche Proust - che comunque c'è spesso in stazione, la Newton Compton ci investe parecchio).

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  3. L'idea di una "consorteria internazionale che manovra il mondo" con il fine di innescare una decrescita felice mi distrugge la sospensione dell'incredulità. Inoltre la sola eliminazione dei voli di linea (a tempo indeterminato e senza fughe di notizie?) mi sembra un po' debole come aspetto psicologico.
    Voto per l'altro.

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  4. Bella idea, buffina e autoironica: preferisco questa alle profezie che si autoavverano.

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  5. "...ma nessuno osa alzarsi in volo per controllare."

    me scuserai ma questa è impossibile da mandare giù. qua li mondo si divide in due fra i buoni che fanno il parkour e i cattivi che vanno contromano in autostrada o fanno direttamente l'uomo-bomba.

    pollice verso, io quel vulcano dimmerda che fece vincere la coppadeigambioni a quel babbeo di moratti non lo voglio sentire nominare maippiù.

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  6. Visto che possiamo votare doppio, pure questo!

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  7. Anch'io voto per il vulcano. Ci vorrebbero però i dettagli tecnici: quali avanzatissime e segretissime tecnologie sono state usate per produrre la nube di cenere, chi sono i Grandi Vecchi che hanno ordito l'orribile Komplotto, come sono riusciti a tenerlo segreto a tutto il mondo per anni, e poi il viaggio tra i desolati paesaggi dell'Islanda per arrivare al vulcano...

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    1. Beh no, l'idea è che hanno detto a tutti: c'è stata un'eruzione spaventosa! E tutti ci hanno creduto.

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  8. Anch'io voto questo: mi sembra molto più carina questa storia del vulcano che quella del tesista che si fa risucchiare dalla sua tesi.

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  9. Il maggiore beneficiario di quell'eruzione fu l'Inter.
    Il Barcellona dovette venire a Milano col pullman e le prese.
    Se proprio debbo vederci dietro un complotto, mi piace pensare a quel poveraccio di Moratti che, dopo averle provate tutte, spende tutto quello che gli rimane per corrompere quelli di Haarp.
    Purtroppo non è credibile.
    In prima istanza per l'intelligenza del personaggio.

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