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venerdì 21 ottobre 2005

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Il Paradiso a Pedali (e i suoi problemi)

Caro Leonardo,
ora viene il tempo delle facili obiezioni. Per questo ho preparato un FAQ. Non prendertela, ma non sei il primo a chiedermi sempre le stesse cose.

1. Ma andiamo, pensi che io me la beva? Se il corpo restituisse il 75% delle calorie che riceve, non saremmo mai passati dalla trazione animale al vapore! E allora perché non rimettiamo il basto ai vitelli? O facciamo correre criceti in tante piccole ruote? Funzionerebbe.

Certo che funzionerebbe, ma perché darsi la pena di nutrire milioni di criceti? O vitelli, o cavalli, o qualsiasi altro animale? Molto meglio risolvere il problema energetico tra noi umani usastri. Pedalare è una scelta autarchica. Abbiamo deciso di salvaguardare il nostro stile di vita, e di non portarci dietro nessuno con noi. È passato il tempo in cui credevamo di poter esportare qualcosa – libertà, democrazia, benessere – è passato alla grande. Mandavamo i nostri migliori ragazzi a morire, e il gran risultato era cambiare cricca di governo qua e là. E allora basta. Come disse Monroe: gli Usa agli usastri. E i criceti si fottano.
Tu dici che un usastro che pedala non rende il 75%? Devi considerare un paio di rivoluzioni tecnologiche di cui nessuna rivista specializzata ha mai fatto menzione. O credi che ci preoccupassimo davvero di andare su Marte? Pura copertura. Ci interessava assai di più condurre esperimenti sulla riduzione dell'attrito – quelli erano i nuovi mondi da esplorare, altro che un sassetto in orbita. Anche negli anni in cui ci eravamo fatti una religione del petrolio, non avevamo mai smesso di fare ricerca sulle fonti alternative. Avevamo anche provato a super-potenziare la trazione animale: ma niente da fare, anche il cavallo più focoso ci restituiva al massimo il 60-65%. L'Uovo di Colombo, anzi, di Breznev, fu sostituire gli animali con gli uomini: il mezzo con il fine.

2. E comunque, resta un 25%…
Già. Quello era uno dei problemi più gravi. Si potevano mantenere alcune centrali nucleari – ma occorreva personale sveglio, le macchine non erano abbastanza affidabili. Alla fine Tom riuscì a trovare un'altra idea, per la quale vedi la risposta al punto 5.

3. Ma gli usastri sono un grande popolo, non si sarebbero lasciati ipnotizzare in massa!
Beh, non tutti, hai ragione. Alcuni si ribellarono e vivono tuttora in clandestinità nei deserti o nelle praterie. Tieni conto però che a questa altezza gli Usa erano diventati una parademocrazia presbiteriana; che i Padri Pellegrini di Washington, dopo essere stati messi al corrente al corrente della truffa della Rapture, vivevano nel terrore di essere scoperti dai loro fedeli, per cui appoggiarono entusiasticamente l'idea di addormentarli per sempre.
Ma devo dirti che, al di là delle pecorelle più o meno infinocchiate dai loro pastori, ci furono anche milioni di laici e liberi pensatori che scelsero il Paradiso più o meno consapevolmente, come l'unico luogo in cui potevano salvaguardare il loro tenore di vita. La vita sulla terra era diventata piuttosto grigia e noiosa, sai, da quando i Gialli avevano ereditato il mondo.

4. I Gialli, appunto. Se ne stettero li a guardare gli usastri scomparire? Non tentarono uno sbarco in Oregon, così, giusto per fare un tentativo?
Fu detto forte e chiaro, e scritto in caratteri visibili dai satelliti, che il Sacro Suolo della Nazione, in quanto Sacro, era inviolabile, e pertanto minato a testate nucleari.
In ogni caso i Gialli erano in quella fase della civiltà in cui hai un certo disprezzo per i vecchi e la loro tendenza a richiudersi in sé. Ci fu, è vero, qualche intellettuale e scienziato che propose di copiare anche quest'ultima novità usastra, il Paradiso a Pedali: ma furono subito ritenuti decadenti e irretiti dalle mollezze occidentali e fucilati molto sbrigativamente.

3. Bene, ma ammesso che io ti creda anche solo per un istante, che ci faccio all'inferno? Io non sono un usastro, sono un [aggiungi nazionalità di provenienza]
Altri Paesi furono più ricettivi dei Gialli. Di solito erano nazioni in crisi strutturale, con una lunga prospettiva di impoverimento davanti a loro. Tu provieni da un Paese dell'America Latina, del Giappone o del Teopop (già conosciuto come Italia). I leader di questi Paesi riuscirono a strappare a Tom – a volte come favore personale – i rudimenti del Paradiso a Pedali, e misero insieme una loro variante locale, di qualità inferiore, ma cosa vuoi.
Alcuni sostengono che Tom scelse con oculatezza i suoi discepoli internazionali: come dire che diede il Paradiso ai colombiani perché i venezuelani disertassero e passassero il confine, o ai giapponesi perché i gialli morissero d'invidia; o al Teopop, per indurre in tentazione i popoli dell'Unione Bizantina. Ma sono solo illazioni, dietrologia. La verità è che a Tom non fregava più niente. Lui aveva trovato finalmente un sistema per viversi i suoi film in eterno: chi voleva venire, che pagasse il biglietto, e amen.

4. Dunque dovrei pensare che la mia vita normale è una finzione? Un paradiso artificiale, che mi creo da solo pedalando? E se è un paradiso, perché è così scadente?
In parte ho già risposto: le versioni non usastre del Paradiso a Pedali sono di qualità nettamente inferiore. In particolare, i software che creano i personaggi di contorno sono spesso poco credibili; il senso dell'odorato è quasi del tutto assente; e alcune regole della grammatica e dell'ortografia sono saltate. Ma questo è niente, non è vero? Se la tua vita fosse un paradiso, ti fregherebbe poco del fatto che nessun angelo azzeccasse i condizionali. Il problema è che nei codici sorgente di questi Paradisi non è contemplata la Felicità. È un problema culturale: noi usastri ce la meniamo dal tempo della nostra Costituzione, con la ricerca della Felicità: tanto che adesso che l'abbiamo trovata, ci ritiriamo volentieri dalla lotta. Invece voi cattolici – o buddisti-scintoisti – non date molto peso alla Felicità. Anzi, i vostri dirigenti vi preferiscono un po' depressi, sostengono che è la condizione migliore per governarvi.

5. Ma non regge lo stesso. Non è un'eternità: prima o poi succederà qualcosa, un terremoto, un meteorite. Il sole collasserà. L'universo imploderà. E noi moriremo.
Hai naturalmente ragione: nei tempi lunghi saremo comunque morti, come diceva quell'economo. E sai una cosa? Questo cominciava a impensierire Tom.
Si capisce che un uomo, nel corso della sua vita mortale, ha assai poco tempo per preoccuparsi della fine del Sistema Solare, del Big Crunch, o del Big Rip, o in generale dell'Entropia. Ma quando ti abitui all'idea che hai davanti a te svariati millenni da vivere, improvvisamente il problema ti si pone in tutta evidenza: l'Universo è finito. Un giorno finirà, e io con lui. Era intollerabile, per un Dio come Tom.
Bisognava trovare un'altra idea.

2 commenti:

  1. caro leonardo. la volevo informare che il suo futuro è stato valutato (da ignoti non tanto tali) sotto i 100mila$. sarei curioso del prezzo che gli attribuisce lei

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  2. sono d'accordo: sotto i 100mila $.
    Molto sotto.

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