(Questo è un pezzo di un mese fa, esatto. Lo ricopio paro paro perché m'interessa riprendere il discorso).
Chi insegna agli insegnanti?
Lessi una volta di un prof (un collega), che si lamentava delle ragazzine. Tutte uguali. Chiedi a una dodicenne: cosa farai da grande? Lei ti risponde: la modella. Poi ci pensa meglio e aggiunge: al massimo la parrucchiera.
In fondo tutti noi viviamo al massimo, purtroppo non nel senso di Vasco Rossi, ma in quello della ragazzina. Abbiamo tutti un piano B. Io per esempio, a 12 anni che avrei risposto? Probabilmente mi sarebbe piaciuto scrivere. Romanzi o canzoni o boh. Ma al massimo avrei fatto il prof. Di lettere, ovvio.
E come me ci sono milioni di persone, incoraggiate – contro ogni buon senso – dal sistema scolastico italiano. La scuola italiana ha sempre avuto un debole per la cultura umanistica, la letteratura, la filosofia. Ben prima che intervenisse il famigerato ministro Gentile (fascista!) Quanto prima? Non lo so. La prima Università del mondo è nata a Bologna. Per molti secoli non ebbe una cattedra di lettere, perché i letterati puri non fatturavano nulla. Carmina non dant panem, si diceva. Nel medioevo eran fatti così. Erano secoli avanti.
Oggi invece l’università sforna letterati a getto continuo. E quante cose può fare un letterato laureato, pensateci. Per esempio, può scrivere: libri, poesie, saggi, radiodrammi, blog, e quant’altro. Tutte cose che, curiosamente, non danno il pane.
Quando se ne accorge, sulle prime il letterato ci rimane male.
Poi però si ricorda che da bambino aveva un piano B.
Il mio piano B scattò del 1999, quasi a mia insaputa. Un mattino di gennaio mi trovai in una folla discretamente oceanica che attendeva l’apertura dei cancelli per quello che sarebbe passato alla storia come il Concorsone. L’imbarazzo di ritrovarmi di nuovo su un banco di scuola, dopo parecchi anni, con un dizionario un astuccio i bigliettini e tutto il resto, era parzialmente mitigata dal fatto che tutti sembravano più anziani di me: capelli grigi o radi, rughe, occhiali da presbiti. In effetti ero stato fortunato: il Concorsone era il primo dopo nove anni, e anche l’ultimo. Non ce ne sarebbero stati altri. L’Italia non aveva bisogno di tutti questi prof, dopotutto.
Gli scritti restano, a distanza di anni, un mistero. Sapevo tutto sulla crisi del ’29, persino il nome del Presidente, eppure mi bocciarono in Storia. Feci un tema pessimo, e mi promossero in Italiano. Ma quello che mi preoccupava era l’Orale.
L’Orale ci fu un anno dopo. Nel frattempo mi ero trovato un lavoro, e il Concorsone mi appariva sempre più surreale. Tuttavia mi sentivo in dovere di provarci: dopo 20 anni di esami, mi sembrava idiota demoralizzarsi proprio all’ultimo gradino prima di una Abilitazione. Ma avevo paura che mi chiedessero di pedagogia e didattica, materie a me del tutto ignote.
Mi sarei anche letto dei libri, se avessi capito quali leggere, ma nessuno sapeva dirmi niente. All’università erano materie facoltative, evitabili, evitate. Ma mi sembrava improbabile che uno potesse essere abilitato all’insegnamento in una scuola italiana senza conoscere nemmeno un rudimento di pedagogia o didattica. Come se all’esame di guida non ti chiedessero nulla sui cartelli stradali.
All’orale mi chiesero il rapporto tra fasi lunari e maree. Le ragioni dell’intervento USA nella prima guerra mondiale (mi soffermai sul contenzioso col Secondo Reich sull’isola di Guam). E passai. Abilitato. Potevo insegnare. Cominciarono a telefonarmi al cellulare: le va di fare tre ore a Medolla? Che ne pensa di sei ore a Prignano? Grazie, no, rispondevo. Un lavoro ce l’ho già, e non so se sarei capace di insegnare.
Il che, se ci pensate, è tragico. Venti anni di istruzione. Una licenza, un diploma, una laurea, e finalmente un’abilitazione a un lavoro. Che nessuno però mi aveva mai insegnato a fare.
E come me, milioni di persone. Il dramma del sistema scolastico italiano a mio parere è questo: non solo crea molti più insegnanti di quanti ne servano, ma non insegna loro nemmeno a insegnare. Tutto quello che fa è impregnarli di nozioni e rilasciare un pezzo di carta. Ma un pezzo di carta e un sacco di nozioni non fanno un prof, questo mi era chiaro persino allora.
(Fine della prima parte. Non perdetevi la seconda!!! Guest star: il Terribile Tar del Lazio!!!!)
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egregio, si attende un tuo commento sul dramma scolastico di fine estate:
RispondiElimina-la pornoprof di pordenone!!! (ossignur...)
So di dire qualcosa di estremamente scontato, ma per quanto mi riguarda apprezzerei moltissimo che si investisse economicamente nella scuola pubblica, stipendi degli insegnanti compresi (perché è incivile dare stipendi da fame a chi poi educa i tuoi figli).
RispondiEliminaIn francia i concorsoni ci sono ogni anno, sono molto selettivi ma se lo vinci ti stagiano un anno con lo stipendio regolare per insegnarti a pedagogizzare con profitto. (apprendo da questo stesso blog che forse lo stage di un anno è rivolto a descovrire i metodi di propaganda antisemita di sinistra, quindi è per questo che da noi non serve sapere nulla di pedagogia, uno che si laurea è certamente di sinistra e certamente antisemita).
RispondiEliminapuo essere vero che un foglio di carta non crei un professore, ma dare troppa importanza alla pedagogia e alla didattica è negare il principio aureo che le gioventu vanno a scuola perche: obbligate, perche i genitori non li vogliono a casa, per cercare morosi-e. se poi si impara tanto meglio, ma non è che si puo pretendere troppo dai bimbi. gli americani con scuole superiori da barzelletta hanno poi gli strumenti universitari per creare gli ingegnieri da mandarti sulla luna. o i soldi per attrarre i cervelli dagli altri paesi, non me la ricordo bene sta cosa....
Mi verrebbe da chiedere a CapitanMaiale, che tanto esalta il sistema didattico ammeragano se ha cognizione del fatto che l'università non deve essere di esclusivo appannaggio di chi ha quattrini a spalettate (nonché di aristrocratici nazisti "graziati" dalla partecipazione a Norimberga allo scopo di mandare detti ammeragani sulla luna prima dei sovietici)
RispondiEliminami verrebe da rispondere ad anonimo di rileggere le mie ultime stupide sentenze in cui ben prima che me lo dica lui affermo che il denaro attira i cervellini da fuori. mi verrebbe anche da dire che dire che luniversità in america costa è dire una parte di verità. mica te lo prescrive il dottore di andare nell'Ivyleague, o il ginecolo di entrare nelle 7sorelle. per dirne due a caso berkley costa zero ai residenti del gioviale stato della california, basta passar la selessione (e tutta ucla è cosi ma diciamo berkley fa piu fine). e l'university of virginia? una delle piu prestigiose e danarose università ammatriciane, la quale pero è statale e poco costosa. poi ci sono le università marcatamente confessionali che ti pagano per andare da loro, e mica sono postacci nefandi e puzzolenti, tra esse ci sono brillantini tipo Emory nel top 20 delle università americane, nel top 5 delle Medschool. certo che se uno vuole il giubbino con lo stendardo coi tre libri e scritto veritas paga. chi bello vuole apparire un po ha da soffrire.
RispondiEliminavabbe berkeley non berkley.
RispondiEliminaMi verrebbe quindi da replicare a CapitanMaiale che è piuttosto sciocco ritenere che la scuola preparatoria non serva a nulla, come se fosse possibile cominciare da zero all'università, nonché sputare su pedagogia e didattica alle preparatorie, dove le menti dei giovani virgulti vengono formate...
RispondiEliminama firmarsi mai? non so se sei lanonimo di prima, se sei un nuovo anonimo, almeno mi dicessi che porti gli occhiali e hai il capello direi che sei jack. ma cosi è inutile postare senza firmarsi.
RispondiEliminadico che serve a nulla? dico che per insegnare analisi basta convicere la gente a stare seduta e fare gli esercizi, e che se uno cha voglia di giocare a pallone, alzar gonnelle o scrivere poesie non gliela levi con la pedagogia.
Posso essere l'anonimo di prima, o forse no, non ha importanza quando ad invocare l'identità è uno che si fa chiamare CapitanMaiale.
RispondiEliminaSono solidale con te per i danni provocati dalla pochezza dei tuoi trascorsi scolastici.
onestamente io non ti ho offeso, se sei rimasto a corto di argomentazione alcuna non devi ridurti a offendere il mio fantasioso pseudonimo e quelli che tu credi siano i miei poveri trascorsi scolastici. non cè nulla di "sporco" o "abominevole" nei suini.
RispondiEliminase vuoi discutere con me dimostrami che ho detto una palese falsità quando ho ribattutto che "l'univeristà americana costa" è piu un mito che una realtà, altrimenti sinceramente non so cosa farmene dei tuoi commenti sulla mia firma e sulla mia educazione. non è tanto il nome poco nobile che tengo che vale di piu del tuo anonimo, ma il fatto che io rendo comprensibile chi brontola, tu in questo caso no. metti che fra tre giorni uno si mette a leggiucchiare questi commenti, come fa a distinguere gli anonimi?
Mica mi sono offeso, gli è che siamo anonimi entrambi.
RispondiEliminaL'università costa, in Italia e in ammeriga ed è assurdo ritenere che solo questo ciclo di istruzione valga a qualcosa.
La battuta circa i tuoi trascorsi scolastici vale quanto l'affermazione che l'ha generata.
Non c'entra nulla con questo dibattito. Una mia excompagna di liceo dopo la laurea ha insegnato per un po' in una scuola privata. Poi è stata chiamata dall'Ufficio di lavoro per fare la bidella e, considerato che alla privata la pagavano poco e male, ha accettato nonostante non l'avesse prevista mai nemmeno come opzione B. Ha passato sei anni a fare la bidella, divertendosi anche oltre a farsi un discreto mazzo.
RispondiEliminaOra è stata ripescata dalla graduatoria del concorso del 1999 e sta per entrare di ruolo nella scuola media. Il giorno della presa di servizio ha avuto uno choc nel rientrare a contatto col linguaggio burocratico-gerarchico-gerontologico dell'istituzione scuola. Abbiamo convenuto che non è questo il problema, ma che il problema sarà quando tale linguaggio le ri-sembrerà "normale".
Non so se c'è una morale in tutto ciò, in ogni caso lascio a voi trovarla, come fa David Lynch con il senso dei suoi film.
"certo che se uno vuole il giubbino con lo stendardo coi tre libri e scritto veritas paga."
RispondiEliminaOppure fa come me: va nel negozio di fianco alla facoltà;-)
mica ti sei offeso! ci credo bene, sei stato tu offensivo non io. non ci sono mie battute tali da farti fare battute sul mio nick e sui miei trascorsi scolastici. eri senza alcuna argomentazione e ti sei riciclato offendendo.
RispondiEliminaquanto all'anonimato, io non contesto la tua possibiltà di nascondere ogni tua mossa come un abile ninja de noantri, ma contesto il fatto che cerchi una discussione senza dare a terzi la possibilità di riconoscere quando affermi tu qualcosa o meno. il mio nick è meglio del tuo per la chiarezza che da, ma queste sono norme di buona educassion mica altro.
io do maggior peso a quello che è luniveristà rispetto al ciclo secondario perchè ritengo che i dati terrificanti sull'abbandono universitario e sulla scelta della facoltà in italia non siano tanto imputabili ai professori o alla scuola in quanto tale, ma ad altri fattori sociali ben piu preoccupanti di un professore senza motivazione. la gente non si laurea non perchè luniversità costa, la gente fa lettere non perche lettere costa meno.
la frase sullunversità che costa è a questo punto della discussione inutile e fanciullesca, io ti ho gia mostrato tre grandissime università in america dove luniversità non costa nulla, e tu mi rispondi con una frase molto poco documentata. in italia se uno è meritevole paga soltanto la tassa regionale diritto allo studio, ci sono borse di studio anche in italia, se proprio uno è una seghetta in partenza ma presume di investire su di se ce anche una banca che ora si fonde con unaltra che fa un prestito assoultamente generoso e rimborsabile dopo la laurea. (e sono sempre esistite in tutte le università italiane i cosidetti "prestiti d'onore).
L'importante è che sopra detta scritta non vi sia uno scudo crociato...
RispondiEliminaCaro CapitanMaiale, la tua particolare capacità di fissarti sui dettagli è encomiabile.
RispondiEliminaSappiamo già che non è frutto di particolari insegnamenti (giacché aborrisci la didattica9, quindi è veramente farina del tuo truogolo.
Per buona educazione mi firmo: Anonymus
Bestia di anonimo che non sei altro, mica è Libertas!
RispondiEliminafissarsi sui dettagli è utile se non si vuole fare discorsi vuoti, non andrebbe criticata, è una cosa bella. estrarre dal barile delle ovvietà è utile se si vuole solo perdere tempo.
RispondiEliminail sottile discrimine tra veritas e libertas si impara solo nelle ricche università americane, quindi non è corretto biasimare chi non sè potuto permettere certi studi.
piccole precisazioni sui costi delle universitá americane. ?é vero che la university of califonia costa zero? Ma vah.... nemmeno per i residenti. Costa meno delle altre ma pur sempre sui 10k. Peraltro 15k$/anno é anche il costo di un buon liceo. Comunque il problema non é di averci i soldi per entrare nella ivy league. Vi posso riportare esempi di amici italiani che sono entrati alla law school con i tre libri e la scritta in latino. Hanno superato le selezioni. solo a quel punto Yale gli ha chiesto: quanto potete scucire? alla risposta che era "zero" oppure "molto poco" Yale no nsi é persa d'animo e gli ha proposto tale patto: io ti do 60k $ per un anno (solo la retta sono 42$) 20k sono a fondo perduto. 20K$ sono a fondo perduto se te ne torni ad insegnare in italia, e gi altri 20K me li restituisci in comode rate ventennali. Insomma un master nella ivyleague é costato meno della golf di babbo. Non male é? Quanto sono cattivi ed ignoranti sti amerrigani....
RispondiEliminamatteo oddio, tre libri e latino è Harvard, non Yale. è come confondere milan e juve.
RispondiEliminaucla berkeley paghi come residente 735 dollari per l'anno accademico 06-07. berkeley, essendo di elite, ti offre sia il tution fee che lassicurazione medica. san diego ti offre il tuition fee ma non lassicurazione medica quindi altri 1080. le altre a vario grado ti offrono mille modi per non pagare i miseri 5406 dollarucci di tuition, non 10K. parliamo di underG, perche ogni graduate a ucla è esente fee e viene pure fornito di stipendio (residente o meno).
ehi, abbiamo partecipato all'ultimo concorso...io in ed. musicale, ora sono di ruolo in violino.per me insegnare è stato facile, la materia me lo permette. Solo una cosa: di quali nozioni parli?A me pare che attualmente i ragazzi ne siano sforniti...almeno un tempo ci potevano insegnare quelle e a pensare, adesso i ragazzi hanno il cervello bruciato dalle tastiere e dei prof non gliene frega niente nè a loro nè a nessuno, l'importante è non perdere allievi...la scuola come un'azienda, le colpe stanno in alto adesso. Io cmq avevo piano a: insegnante di lettere b: violinista,c: veterinaria. Adesso scrivo anche e ringrazio di ciò i miei vecchi, severi professori di un tempo...Ciao
RispondiEliminawww.cochina63.splinder.com
Hai ragione. mi sono confuso. harvard: 3 libri ed una parola:veritas. Yale:un libro e tre parole tra cui sempre veritas.
RispondiEliminamatteo, si bhe errore veniale, siamo completamente offtopic, mè sorto il dubbio che forse queste sono cose prive di qualsiasi importanza. pero attento, definire volgarmente libro quello di yale con l'aria che tira sulla blogosfera rischi la condanna per antisemitismo e l'impiumatura con catrame scadente ;D
RispondiEliminaGià, mi sono chiesto spesso cos'erano quelle scritte strane.
RispondiEliminaSN CH LGG
attendiamo il seguito...io intanto ho conquistato la supplenzina meno ambita ma sempre lavoro è...in prospettiva di un futuro (speriamo a breve) in ruolo
RispondiEliminaio pensavo che avrei fatto la giornalista, o, al massimo, la scrittrice.
RispondiEliminala vita mi ha fatto bibbliotecaia.
per il bene mio. e dell'umanita'.