Il diavolo nel ripostiglio
Nella nostra civiltà occidentale, moderna, razionale, ogni persona adulta e sana è responsabile per le azioni che commette. Possiamo essere guidati da motivazioni che non controlliamo del tutto – delusioni amorose, tracolli professionali, ci hanno toccati da bambini – ma se le invochiamo come attenuanti non siamo più adulti, o non siamo più sani di mente.
Mohammed Game era sano e adulto quando si è fatto esplodere davanti a una caserma di Milano. È interamente responsabile di tutto il male che ha procurato. Per primo a sé stesso, strappandosi una mano e i bulbi oculari. Per secondo alla sua famiglia; alla compagna italiana Giovanna, ai due figliastri Davide e Alessandro, ai due figli Islam e Omar. Di cui nessuno parla più, perché Game col suo attentato fallito non è nemmeno riuscito ad attirare più di tanto l'attenzione sul degrado in cui viveva con la sua famiglia: quattro bambini e una donna in un bilocale occupato abusivamente da sette anni, in cui non funzionano i servizi. Lavavano i bambini in una bacinella, conservavano le torte di compleanno in un armadio. In una situazione del genere, mesi fa, Game si era fatto intervistare da CronacaQui Milano: aveva messo da parte la dignità e aveva chiesto aiuto alle istituzioni. Ma ogni adulto è responsabile di quello che fa, della donna con cui si mette e dei figli che decide di avere: non è colpa del comune che non ti ha trovato una casa, dei clienti che non ti pagavano le fatture (150.000 euro non riscossi?) quando gestivi un'impresa (45 dipendenti? Sembrano numeri favolosi), dell'alcol che nessuno ti ha messo in bocca per forza.
Mohammed Game si era insomma cacciato, con tutte le sue responsabilità, in una situazione in cui molti (io tra loro) avrebbero cominciato a pensare di farla finita, anche senza tirare in ballo Allah e l'Afganistan. In questi casi può darsi che il ruolo di Allah sia essenzialmente di copertura; necessità di dare un senso finale a una vita sbagliata, anche e soprattutto nei confronti di una comunità che ricorda meglio i martiri dei falliti. Game si era riavvicinato alla religione di recente, dicono. Ma insomma anche Allah, anche l'Afganistan, sono fattori che possono aiutarci a capire ma non a perdonare: ognuno è responsabile del male che fa.
Due settimane prima di farsi saltare in aria, Mohammed Game incontrava Daniela Santanchè (lei stessa lo ha riconosciuto tra i suoi oppositori più arrabbiati). Era venuta alla festa di fine Ramadam, con la scorta, e pare che cercasse di strappare il velo alle donne presenti. Dico “pare” perché ognuno ha visto una cosa un po' diversa: secondo alcuni la Santanchè ha aggredito e non è stata aggredita; secondo lei è stata picchiata da un uomo che aveva un braccio ingessato; un altro voleva usarle contro un pezzo di segnaletica stradale. “Mi hanno detto che sono una puttana, che domani sarò morta, che faccio schifo”. Al pronto soccorso le riscontrano contusioni toraciche estese con una prognosi di venti giorni.
Anche Daniela Santanchè è adulta, sana e responsabile. Benché abbia avuto un'infanzia non semplice. Il padre, dice, “le ha rovinato la vita”. La madre la riempiva di sberle, le tirava i capelli (“mi stupisco ancora di averne tanti”). C'è un dettaglio in particolare, che può spiegare (non scusare) lo zelo con cui cerca di liberare le donne come lei dalle costrizioni famigliari: uno sgabuzzino in cui ha passato, da bambina, interminabili ore:
Ci finivo se rispondevo male, se non rispettavo apposta gli orari che mi davano, se non raccoglievo le cose da terra. Io ci morivo, ma non facevo un plissè, una piega, e tanto meno urlavo “aprite”. Mai! Stavo lì, con tutti quegli scaffali pieni di scarpe, che non so più quante volte ho contato. E infatti erano sempre i miei fratelli che intervenivano per farmi uscire. Mia sorella, che è molto più buona di me, una santa, andava da mia mamma a dire: non sentiamo più Daniela, mamma falla uscire, Daniela poi non lo fa più. Alla fine mi aprivano, ma intanto io là dentro ero morta di paura, con il buio, le scarpe che diventavano fantasmi, e i rumori, per cui mi turavo le orecchie per non sentire nulla. E ancora adesso, per quelle cose, ho paura a restare chiusa negli ascensori
A scuola viene espulsa per essersi gettata a terra all'improvviso. Lo stesso gesto – coincidenza – descritto dagli islamici a cui ha rovinato la festa... Basta così. Certo è affascinante, il gioco delle cause e degli effetti. Una famiglia in bolletta perde gli occhi e la mano del padre, perché? Perché il padre si è fatto esplodere contro una caserma, perché? Aveva visto una rappresentante politica italiana trattare la sua comunità con prepotenza, perché? la politica in questione ha subito traumi infantili, i genitori la chiudevano in uno sgabuzzino, perché?... Già, chissà quali frustrazioni stavano sfogando in quel momento i genitori, chissà quali traumi a loro volta... no. Noi, in occidente, abbiamo deciso che la giustizia non funziona così. Forse l'Occidente è nato proprio in quel momento: quando abbiamo stabilito che è ognuno è responsabile del suo singolo segmento di azioni. La madre di Daniela Santanchè è responsabile di averle tirato i capelli. Mohammed Game è responsabile del male che ha fatto a sé stesso e ai suoi. E Daniela Santanchè, di cosa è responsabile?
Ci pensavo oggi, mentre guardavo il siparietto pro-crocefisso organizzato su Domenica Cinque, all'ora in cui le brave donne italiane sparecchiano, e il resto della famiglia si butta sul divano a digerire. Appena in tempo per scoprire dalla bocca della Santanchè la verità sul profeta Maometto: “per la nostra cultura era pedofilo” (evidentemente “la nostra cultura” è retroattiva). Non si sono fatti mancare niente: Sgarbi che sogghigna e tace, tanto è lì solo a mo' di bollino (se c'è Sgarbi è roba di cultura); l'enorme crocione sul maxischermo; il musulmano arrabbiato che se non lo tengono la mena, stavolta senza gesso ma con un copricapo molto caratteristico, complimenti al casting; la D'Urso che profitta del lancio pubblicitario per esprimere una profonda verità: “il crocefisso non dà segno di alcuna discriminazione, il crocefisso tace”. Ci mancherebbe anche che parlasse – a pensarci bene taceva anche il fascio littorio... e la svastica? Parlava? No, quindi neanche lei dava segni di discriminazione, riflettiamoci bene...
La storia della sposa bambina di Maometto su internet è moneta corrente. Ma piazzata su Domenica Cinque la domenica alle tre è puro tritolo – no, fertilizzante. Ne parleranno i bambini alle elementari, domani: se sanno cos'è un pedofilo lo andranno a dire al compagno musulmano: ehi, ma è vero che il tuo profeta è un pedofilo? Il compagno musulmano tornerà a casa e farà qualche domanda a mamma o papà. Ma da lì in poi si torna tra adulti, e gli adulti sono responsabili: se qualche madre o padre si farà esplodere, sarà esclusivamente colpa sua. Non possiamo dare la colpa alla Santanchè. Lei in fondo non è che l'incarnazione estrema della fregola che ci sta prendendo tutti: liberare gli altri con la forza. Porti il burqa? Te lo togliamo o ti mettiamo in galera. L'obiezione più banale (per evitare la galera le donne non usciranno più di casa) non interessa più. Evidentemente il problema è il burqa che vediamo per strada, non l'effettiva libertà della persona che ci sta sotto.
In questo modo trasferiamo all'autorità problemi che fino a qualche anno fa riguardavano la coscienza. Non ci passa più nemmeno per la testa che il problema è convincere una donna (e soprattutto un uomo) che quell'indumento è sbagliato. No, nessuna opera di convincimento: via il burqa o chiamiamo i carabinieri. E in fondo la stessa cosa dovrebbe succedere per il crocefisso: perché perdere tempo a convincere la maggioranza degli italiani che non va esposto nei luoghi pubblici? Ci pensino i giudici, noi siamo stanchi di parlare alle coscienze. Non c'interessa più convincere qualcuno, vogliamo solo la rimozione del simbolo fisico, e poi saremo contenti. Se poi l'effetto collaterale fosse un irrigidimento della comunità cattolica, e l'aumento d'iscrizioni alla scuola confessionale, tanto peggio: meno baciapile tra le scatole. Eppure una scuola laica è l'unico luogo dove uno studente di famiglia cattolica può crescere mettendo in dubbio la fede dei genitori. Eppure la strada è l'unico luogo dove una donna in burqa, davanti a una vetrina o al parco, può scegliere autonomamente di toglierselo: non perché una signora arrabbiata glielo strappa via, ma perché lo ha deciso lei, con la sua coscienza. Ma la coscienza ha tempi troppo lunghi, noi vogliamo giustizia subito, con tutta la forza necessaria.
No, Daniela Santanchè non è colpevole degli attentati che ci sono stati e di quelli che ci saranno. Non secondo la nostra cultura moderna e occidentale. Però io non sono del tutto moderno e occidentale, e in un fotogramma di questo video ho visto il diavolo. È un istante così breve che non riesco neanche a fermare l'immagine: verso il 1:12 il volto un po' bambolottesco di Daniela Santanchè ha un guizzo di felicità curioso, visto le cose gravi che sta dicendo. Potrebbe trattarsi semplicemente di un'esitazione nel copione imparato a memoria, la tentazione di buttarla in ridere, tutte spiegazioni razionali: ma io non sono del tutto razionale, io lì ci vedo il diavolo che esce un attimo dal volto di Daniela Santanchè e si compiace del suo capolavoro. Il diavolo che forse la piccola Daniela incontrò in quel ripostiglio buio, che le entrò negli occhi che non volevano piangere, e che poi ha covato per tutti questi anni. È un'idea un po' romantica, un po' medievale. Del resto, se fossimo nel medioevo io non avrei dubbi sulla responsabilità, anzi, la colpa, no, ancora meglio, il peccato di Daniela Santanchè: addirittura potrei già formulare predizioni attendibili sul suo destino nell'aldilà, consultando il manuale di Dante Alighieri: Inferno, ottavo cerchio (fraudolenti), nona bolgia (seminatori di odio): sì, esattamente lo stesso indirizzo di Maometto. A lui, e al cugino Alì, un diavolo con un enorme bisturi strazia le carni, che si ricompongono poco dopo pronte per essere di nuovo dilaniate. Suona molto sinistro e familiare, l'inferno. Come se non ci aspettasse più, come se fosse già qui tra noi.
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Un commento che non aggiunge nulla, ma sentivo proprio il bisogno di dirlo: grandioso.
RispondiEliminaDavide
Giusto tutto, soprattutto il gioco "causa-effetto". Ma mi domando: perché la Santanché è sempre in tv, sempre a orari da casalinga, sempre ad aizzare la rissa? E' ormai quello il suo ruolo? Ha senso che la d'Urso si dissoci dalla Santanché quando sarà la ventesima volta che, in una sua trasmissione, l'ex parlamentare spara frasi del genere?
RispondiEliminaBoh
Leonardo in questi giorni non ho visto nessun carosello di automobili per la decisione del tribunale di Strasburgo.
RispondiEliminaUno dei motivi è che chi avrebbe potuto festeggiare il riconoscimento di un diritto sa che è probabilmente vero che i crocifissi resteranno dove sono, difesi in modo ostile e ottuso da masanielli che dicono di voler salvare il loro piccolo mondo antico. Nel frattempo la sentenza resta e con il tempo gli attuali sedicenni avranno qualche anno a disposizione per chiedersi che cosa ci fosse di sbagliato nei principi che l'hanno motivata, magari mentre incrociano con lo sguardo la natura morta di ramoscello d'ulivo e crocifisso appesa sul muro di un consultorio in cui mendicano una pillola del giorno dopo. Quanto all'oggi vedo solo gente che mi urla dallo schermo della televisione di stato che io posso morire, posso morire, posso morire. Me ne farò una ragione.
Daniela Santanche' non e' nemmeno originale: il genere "biondona reazionaria che dice pane-al-pane e scandalizza la sinistra" l'ha inventato Ann Coulter 10+ anni fa negli States. Look it up.
RispondiEliminaEvidentemente anche il diavolo ci tiene ai format di successo -- i piu' fortunati vanno ancora in onda, 2000 anni dopo.
Ci sono cose che non passano mai di moda: la canzone "tanti auguri a te", alcuni accessori per signore, e le guerre di religione.
RispondiEliminaIl più bel post della storia dei blog.
RispondiEliminaNon ti curare dei commenti, nessuno raggiungerà il livello di ciò che hai scritto.
Fabrizio
No, no. Io dò proprio la colpa ai genitori. Non l'hanno menata abbastanza.
RispondiElimina"E in fondo la stessa cosa dovrebbe succedere per il crocefisso: perché perdere tempo a convincere la maggioranza degli italiani che non va esposto nei luoghi pubblici? Ci pensino i giudici, noi siamo stanchi di parlare alle coscienze"
RispondiEliminaMa non è quello che stiamo facendo qui, affinare gli argomenti per cercare di convincere la maggioranza degli italiani che il crocefisso non va esposto nei luoghi pubblici?
Non mi pare che nessuno sia andato a strapparli dalle aule a forza.
Poi si', certo, c'e' qualcuno che di fronte a certe situazioni non riesce a far finta di niente e, invece di farsi esplodere o intraprendere azioni di forza, fa quello che dovrebbe fare chiunque ritenga di aver subito un soppruso: si rivolge ai tribunali. E siccome il lavoro dei tribunali e' decidere le controversie che riguardano le relazioni fra le persone, e questa è una controversia che riguarda le relazioni delle persone, emettono delle sentenze.
Le quali sentenze hanno l'effetto di farci parlare, discutere e (inevitabilmente e lentamente) modificare le nostre opinioni.
P.S. Che paura la fine del post...
ho visto anche io quel teatrino squallido di domenica cinque.la donna di casa ha smesso pure di sparecchiare per lo sdegno che il diavolo le ha generato in gola.
RispondiEliminagrazie per le tue parole
sono vitali
gian
Un post perfetto.
RispondiEliminaPerò io mi domando, me lo chiedo da tempo: imporre a forza "la libertà" è sicuramente paradossale e concretamente poco efficace, se davvero vuoi rendere libero qualcuno, ma esiste un confine entro il quale i diritti vanno difesi comunque?
Penso all'infibulazione, per esempio. Giusto far capire con rispetto e paziente lavoro culturale che è una cosa sbagliata, ma nell'attesa che quel tipo di cultura cambi (e non diventi necessariamente la nostra, ma almeno accolga il concetto di diritti universali della persona) che si fa?
Dove fissiamo quel confine? Dove l'azione è invece necessaria e irrinunciabile?
Barbara
Tutto splendido. Però perché io mi ricordi che Alì (fondatore dello scisma scita) fosse il genero di Maometto e non so cugino?
RispondiEliminaQuesto post è ineguagliabile.
RispondiEliminaLa Santanchè è in questo momento su RAIDUE, fresca fresca come niente fosse
RispondiEliminaPost dell'anno, davvero.
RispondiEliminaMa e' cosi' difficile ammettere che un edificio pubblico rappresenta un'estensione dello Stato e deve percio' rappresentare tutti, e non e' dunque un luogo qualsiasi?
RispondiEliminaUn edificio pubblico non dovrebbe avere propensioni verso una spacifica religione perche' la costituzione dice che tutte hanno pari dignita' innanzi allo Stato. C'e' davvero poco da aggiungere o disquisire. Poi se uno vuole fare una battaglia sociale ben venga.
Che poi ci siano delle usanze difficili da eradicare puo' essere un problema, alcuni hanno l'infibulazione, in altri posti dell'interno della Sicilia si usa sparare a chi collabora con gli inquirenti. Che fa lo tolleriamo perche' e' usanza?
La scuola, come un'aula di tribunale e' un luogo non semplicemente pubblico, e' un edificio statale. DEVE essere equidistante (l'edificio) dalle diverse confessioni.
E se il governo pensa che e' intollerabile si assuma le sue responsabilita' ed avvii la procedura di uscita dall'Europa, se no taccia e si uniformi. Se ricordo bene con il trattato di Lisbona e' la procedura da intraprendere e' ufficiale.
Andrea
Leonardo, sono costretto a spammare anch'io la mia adorazione: hai una sensibilità e una capacità di comprensione assolutamente straordinarie.
RispondiEliminaNon ho letto i commenti, non ho proprio tempo oggi, però volevo dirti questo.
RispondiEliminaAll'inizio ho pensato: ma perché una persona così (tu) sta a scuola a fare l'insegnante? Perché non invece a fare politica, etc.
Poi c'ho pensato e mi sono detta: perché una persona come te è proprio quella giusta per fare l'insegnante. Il tuo senso critico, la tua capacità di analisi, il tuo saper formulare a parole e in modo chiaro i tuoi pensieri è impressionante. Spero tu riesca a trasmettere queste tue capacità, prima ancora della conoscenza, ai tuoi studenti nonostante le difficoltà linguistiche e culturali.
Ma perché non si può fare tutte due le cose: far rispettare i diritti umani e operare per favorire una maturazione culturale della società, non è quello che deve fare la politica? Non è quello che dovrebbe fare un partito come il PD, invece di limitarsi ad amministrare l'esistente?
RispondiEliminaE il finale del tuo bel post è giusto, la religione è opera del diavolo, e se fossi Satanasso non potrei pensare a niente di più efficace per seminare odio e divisione tra gli uomini, la religione.
@ Andrea
RispondiEliminaLa Costituzione dichiara pari dignità delle varie religioni di fronte alla legge. Ma è la stessa Costituzione a dare al Cattolicesimo una "marcia in più", attraverso i concordati col Vaticano.
Secondo me è una sciocchezza sostenere che lo stato italiano è uno stato laico: è semplicemente uno stato che non impedisce a nessuno di avere un proprio credo religioso. E la cosa è molto diversa.
Quoto Riccardo EX parlamentare, quindi che si alzi le maniche e vada a lavorare!In fondo personaggi di rifondazione e dei comunisti Italiani in tv non ce ne sono, se non Luxuria che però non parla di politica.
RispondiEliminaQuindi non capisco perchè sia sempre in tv come il prezzemolo.VIA, VADA A LAVORARE!
Oggi sul Blog di Grillo, penso la miglior risposta...
RispondiEliminaPovero Cristo in mano a Berlusconi
di Paolo Farinella, prete
"I giornali del giorno 5 novembre 2009, riportano la foto di Berlusconi che tiene in mano un Crocifisso, abbastanza grande. Le cronache dicono che glielo abbia dato il prete di Fossa, nell’ambito della consegna delle case. Se c’è una immagine blasfema è appunto questa: colui che ha varato una legge incivile contro i "cristi immigrati", che parla di "difesa dei valori cristiani". Un prete che consegna il crocifisso a Berlusconi è uno spergiuro come e peggio di lui. Povero Cristo! Difeso da una massa di ladroni che non solo lo beffeggiano, ma lo crocifiggono di nuovo con la benedizione del Vaticano, che per bocca del suo esimio segretario di Stato, ringrazia il governo per il ricorso che presenterà alla Corte di appello di Strasburgo.
Possiamo dire che c’è una nuova "Compagnia di Gesù" fatta di corrotti, di corruttori, di ladri, di evasori, di mafiosi, di alti prelati còrrei di blasfemìa e di indecenza, di atei opportunisti, di cultori di valori e radic(ch)i(o) cristiani … chi prepara la croce, chi la fune, chi i chiodi, chi le spine, chi l’aceto … e i sommi sacerdoti a fare spettacolo ad applaudire. Intanto sul "povero Cristo" di nome Stefano Cucchi, morto per mancanza di "nutrizione e idratazione", da nessuno è venuta una parola di condanna verso i colpevoli di omicidio, nemmeno dai monsignori che hanno gridato "assassino" al papà di Eluana Englaro.
Povero Cristo, difeso dai preti come suppellettile e raccoglitore di polvere nei luoghi pubblici e da tutti dimenticato come Uomo-Dio che accoglie tutti e dichiara che sono beati i poveri, i miti, coloro che piangono, i costruttori di pace, i perseguitati, gli affamati! Povero Cristo, difeso dagli adoratori del dio Po e di Odino che ne fanno un segno di civiltà, mentre lasciano morire di fame e di freddo poveri sventurati in cerca di uno scampolo di vita.
Povero Cristo, difeso dalla “ministra” Gelmini che trasforma il Crocifisso in un pezzo di tradizione “de noantri”, esattamente come la pizza, il pecorino, i tortellini. Povero Cristo, difeso da Bertone che lo mette sullo stesso piano delle zucche traforate.
Povero Cristo! Gli tocca ringraziare la Corte di Strasburgo, l’unica che si sia alzata in piedi per difenderlo dagli insulti di chi fa finta di onorarlo. Signore, pietà!
Guardando a quel Cristo che è il senso della mia vita di uomo e di prete, ho la netta sensazione che dalla sua comoda posizione di inchiodato alla croce, dica: "Beati voi, difensori d’ufficio... beati voi che ho i piedi inchiodati, perché se fossi libero, un calcio ben assestato non ve lo leverebbe nessuno"."
Splendido.
RispondiEliminaFaccio un unico appunto sulla considerazione iniziale: la diatriba libero arbitrio/responsabilità sociale è molto aperta e molto incerta, fin dalla divisione fra scuola classica e scuola positiva in diritto penale di fine ottocento. Quindi l'unica cosa che contesto è l'accettazione quasi postulata del liberismo. Però in questo caso non ti ci sei soffermato e quindi non potevi discuterne, era una considerazione laterale, e in quanto tale dai, ti voglio bene lo stesso. :)
O magari ho letto male, eri ironico o chessoio. In questo periodo ho un'attenzione decisamente deficiente...
Dei cittadini presentano un'istanza a una corte importante e questa l'accoglie.
RispondiEliminaL'istanza riguarda un argomento sentito da tanti, quindi se ne discute.
(Alcuni abbaiano con la bava alla bocca, ma questo è un altro discorso.)
I favorevoli dicono la loro; qualcuno vede nella sentenza una piccola vittoria, forse un passo verso la vittoria di una istanza sociale, politica, ideale più grande che sta a cuore a molti.
Leonardo scrive due post e mezzo su: fautori di quella causa, non avete capito niente: credete che questa sentenza risolverà tutti i problemi del mondo, e invece nulla cambierà!
A chi gli risponde, spiega: poiché avete basato tutta la vostra strategia su quest'unica sentenza, la vostra sconfitta (o la nostra, non sempre è chiaro) non conoscerà uguali.
Aggiunge che una volta quelli che avevano una istanza da portare avanti tentavano di convincere gli altri, mentre ora si punta tutta la strategia su di un'unica sentenza.
"E in fondo la stessa cosa dovrebbe succedere per il crocefisso: perché perdere tempo a convincere la maggioranza degli italiani che non va esposto nei luoghi pubblici? Ci pensino i giudici, noi siamo stanchi di parlare alle coscienze. Non c'interessa più convincere qualcuno, vogliamo solo la rimozione del simbolo fisico, e poi saremo contenti. Se poi l'effetto collaterale fosse un irrigidimento della comunità cattolica, e l'aumento d'iscrizioni alla scuola confessionale, tanto peggio: meno baciapile tra le scatole."
Non posso escludere che ci sia qualcuno che abbia salutato questa come la sentenza che metterà fine a tutte le sentenze - Al mondo ci sono i cretini, gli imbecilli, gli stupidi e i matti.
Quale strategia esattamente si sia consumata non so, qualcuno me lo spiegherà.
Uno: il fronte unito degli atei agnostici biechi laicisti anticlericali non è abbastanza stalinista da poter verosimilmente impedire ai propri oscuri adepti di fare quello che cavolo vogliono quando e dove vogliono, figuriamoci rivolgersi a un tribunale (inutile stare a discutere del caso che sia un estraneo alla setta a rivolgersi a un tribunale: se hai istanze di quel tipo, sei senz'altro uno di loro). Quindi, quale che sia la strategia che il fronte unito etc. decida (come un sol uomo, naturalmente), non potrà che comunque basarsi sulla possibilità, da parte degl'infidi membri dell'armata, di fare ad ogni piè sospinto di testa propria. Se per ciò stesso il movimento è destinato al peggio resta da vedere.
Due: forse per la difficoltà della cosa, forse per motivi suoi, Leonardo tutto questo non è andato a dirlo a quelli che sono andati in tribunale, ma a tutti quelli che poteva raggiungere, per comunicare i due messaggi: o voi della setta, cambiate direzione che vi finisce male e: voi non della setta, lasciateli perdere ché finiscono male.
Tre: Di fatto, quello che Leonardo sta dicendo è: voi che la pensate in un certo modo, cambiate idea oppure smettete di dire quello che pensate, perché finirete male. Fortuna che non si debba scegliere solo tra chi mi dice che posso morire e chi mi dice di stare zitto.
Quattro: mi viene da pensare ad altre cause ed altre sentenze. Il primo caso che salta alla mente è quello dell'Amistad, che però è un esempio troppo grosso; ma va bene una sentenza qualsiasi, di quelle piccole, che pur se favorevoli, magari solo in parte, sono state puntualmente disattese e magari sono state seguite da rappresaglie. Ecco, in ognuno di questi casi, come certamente anche nel caso dell'Amistad, c'era un Leonardo che diceva che era controproducente, che era meglio lasciar perdere.
allora, cancellerai anche questo, immagino: ma tu realmente riesci nella tua mente a paragonare la croce al fascio littorio? ma tu, hai la vaga idea di cosa realmente significhi la croce? non l'uso che se ne fa, intendo proprio il suo significato più intimo. Ora mi risponderai, pieno di te e del tuo sapere, che ne hai piene le palle di questi cattolici prepotenti e razzisti....
RispondiEliminaanche falce e martello tacevano! paragonare la croce al fascio littorio o alla svastica dimostra tutto quello che non sai e che pretendi di affermare come verità laica ed assoluta. al solito: i peggiori prepotenti sono e saranno sempre gli ignoranti...così era mussolini,hitler, lenin, stalin,kruscev, franco, berlusconi, etc etc e manchi tu ...ma non perchè non sei ignorante abbastanza, lo sei decisamente come loro, forse hai solo avuto meno fortuna.
Leonardo devo fare ammenda. Ho molto peccato (sul serio). Ci pensavo anche prima di questo bellissimo post. Oggi all'università vedendo i miei compagni protestare contro la Gelmini. Non tentavamo veramente di comunicare! La protesta (senza avversari-referenti presenti) era un autorafforzamento, un farsi coraggio, un'autoesclusione. Slogan per noi stessi. Nessuno da convincere. Un prepararsi al combattimento. Fino a pochi giorni fa mi andava bene tutto questo, senza rifletterci.
RispondiEliminaSto cominciando a capire che le persone, nel loro agire, si dividono essenzialmente in due tipi, indipendentemente da religione e orientamenti politici: quelli che tentano di convincere e quelli che tentano di distruggere. E devo ammettere che troppe volte sono stato tra quelli che tentano di distruggere. Voler convincere mi è sempre sembrata solo una forma di lotta più subdola, infida, ipocrita. A volte lo penso ancora. E' un tipo di consapevolezza difficile da accettare.
Guido.
Già, che sfiga, se fossi stato Hitler avrei avuto un bel bunker di cemento tutto per me.
RispondiEliminaSenti, era una battuta. Nemmeno irrispettosa, roba da frati. Una dice: "il crocefisso non discrimina perché tace". Siccome stiamo parlando di simboli, e i simboli parlanti non esistono, la cosa era un semplice nonsense. Potevo paragonarlo al fascio o al cartello di divieto di sosta, o a una figurina Panini, tutta roba simbolica che, proprio in quanto simbolica, tace.
"Leonardo scrive due post e mezzo su: fautori di quella causa, non avete capito niente: credete che questa sentenza risolverà tutti i problemi del mondo, e invece nulla cambierà!"
Cioè, ma seriamente? Tutte queste ore spese a vegliare al lume del laptop, per dire una cosa che giorgian poteva rendere in tre righe?
Vabbè, vi presento Leonardo L'Uomo Di Paglia: c'è gente che vuole cambiare il mondo e lui dice: illusi, sciocchi, mai nulla cambierà. Gli hanno fatto vedere il prototipo della ruota - bleah, per quella roba ci vorrebbero le strade e non ci sono, quindi ciccia. Gli portarono la penicillina e lui disse Illusi, Sciocchi, non capite che adesso la gente morirà lo stesso ma più vecchia, mandando a puttane il Welfare State?
Poi è un problema se non sono cortese. Ma insomma io qui porto esempi concreti:: se invece di leggere tutti 'sti blog avessi dato un'occhiata alla tv ieri pomeriggio te ne accorgevi. Alle due e mezza c'era la Santanché che accusava Maometto di pedofilia; alle tre c'era Giletti che difendeva il crocefisso, alle 18 c'era Califano che spiegava di aver trovato la pace grazie al crocefisso... allora, io di tutto questo vespaio avrei fatto volentieri a meno. Se tu vuoi considerarlo una piccola vittoria, fai pure. A me, che vivo nel mondo di quelli che guardano canale5 e poi fanno le collette per i crocefissi nelle aule in cui sono caduti, questa piccola vittoria rende la vita un pochino più difficile, però è evidente che la qualità della mia vita non è una tua priorità.
così era stalin kruscev mussolini stalin lenin hilter...
RispondiEliminae aggiungerei Innocenzo IV, Allessandro VI e Bonifacio VIII.
Cazzo l'ho visto anch'io, è vero!
RispondiEliminaNell'immagine ferma non si coglie, è un guizzo, un bagliore di un istante.
Quello sgabuzzino non andava riaperto.
Complimenti.
Califano quello? Quel Califano? Cioe', quello che... scusa, e per trovare pace che ci ha fatto col suddetto logo di Santa Mamma Chiesa Omofoba?
RispondiElimina(ok, ok, questo lo cancelli). Abbracci.
PS: il Diavolo non e' un cretino e quindi non sarebbe mai apparso alla signora che citi. Sara' stata la puzza delle scarpe.
Non è il diavolo, è il botulino.
RispondiEliminaLa Santaché è prima di tutto un'ignorante. Giudicare costumi ed eventi di 1500 o 2000 anni fa con il codice penale odierno è ridicolo e paradossale prima che pericoloso. Maria di Nazareth, la Madonna, al momento del matrimonio con San Giuseppe doveva essere molto giovane certamente minorenne come del resto lo erano la maggior parte delle donne dell'epoca il giorno del matrimonio. Questo gettereebbe una luce fosca non solo su San Giuseppe ma anche sullo ...Spirito Santo! Del resto, (beata ignoranza!) fino a una quarantina di anni fa il codice di diritto canonico concedeva il matrimonio religioso alle donne che avevano compiuto i 14 anni ed in casi particolari questo termine scendeva a 12!
RispondiEliminaè inutile parlare con chi tanto deve a tutti i costi difendere le proprie posizioni. siete convintissimi di quello che scrivete, non si vuole cogliere quello che ho detto sul fatto di cosa significhi il crogcifisso in sè.non ho assolutamente fatto una apologia della chiesa. manco l'ho nominata.
RispondiEliminaniente, più forte di tutto...prendere notizie sparse qua e là di cui è piena ormai la letteratura anticlericale, metterle insieme e sparare a zero, manco si sa su cosa, poi...basta che sia CONTRO LA RELIGiONE CATTOLICA, PIENA DI STUPIDI RAZZISTI, CRETINI, DITTATORI...HAI RAGIONE HUBRYS!anche quando nessuno ha mai parlato di religione cattolica ma solo di un crocifisso che, volendo, poco c'entra con tutto ciò! ma è inutile, stiamo parlando da due luoghi diversi e per quanto provi a ribadire che non c'entra niente con il mio discorso la chiesa nè la religione cattolica come tale, ma solo il crocifisso, perchè tanto è da lì che parte la discussione e lì ritorna, la risposta sarà sempre ALESSANDRO VI, INNOCENZO IV, BONIFACIO VIII... strano ancora non ho visto scritto PIO XI(lo aggiungo io allora) e per continuare su questa linea dico pure RATZINGER. In tutto questo, il crocifisso?
Beh, sono d'accordo.
RispondiEliminaSoprattutto sulle vie sottili e imperscrutabili adottate dal diavolo, che sfuggono all'umano tentativo di relegarle (la religione, poi la religione laica della legge).
il diavolo è nel botulino,
RispondiEliminache vi credete
Anche in questo forum alla fine si fa il dibattito politico. Io dico "Grande" Daniela Santanchè... e a molti da fastidio!!! E chi da fastidio è sempre uno che conta...altrimenti passerebbe inosservato.
RispondiEliminaCaro anonimo, intanto questo è un blog e non un forum. In secondo luogo il dibattito politico sarebbe una buona cosa, o no? Da come lo dici sembra una cosa negativa. Sì, Daniela Santanché a me personalmente dà fastidio, molto fastidio, perché scherza col fuoco.
RispondiEliminaDavide
GRANDISSIMO LEONARDO , post sconvolgente.
RispondiElimina"Maometto aveva moglie di 9 anni, per la nostra cultura era un pedofilo" è una frase terribile! Cioè per una presunta cultura di una parte della società, nel passato e nel futuro sempre possono esserci colpevoli o innocenti a seconda di come gira il vento. Questo è il vero ed autentico fascismo al 100%, frutto di una sottocultura di una idiozia fuori dal comune.
Se Pasolini fosse vivo avrebbe scritto un commento di stima verso le parole di Leonardo.
Santanché é una malata paladina del nulla e del deserto culturale.