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martedì 13 novembre 2012

Votate Renzi girerete l'Europa lavorerete gratis

Ha detto Obbligatorio!

Sommerso tra centinaia di altre cose uscite fuori nel dibattito (un bel dibattito), che a quest'ora sono già state sviscerate e analizzate, c'è un riferimento di Renzi al Servizio Civile Obbligatorio. Non so se qualcun altro l'avrà notato e ne parlerà, allora ci provo io.

Il Servizio Civile Obbligatorio, potrei dire da qui in poi SCO, ma vorrei che si sentisse bene la parola Obbligatorio, è un'idea incredibile, nel senso originale della parola: non ci si crede. Ogni volta che Renzi la tira fuori - non è la prima e non è la seconda - qualche suo estimatore viene a lamentarsi dicendo che abbiamo capito male, Renzi non può veramente aver detto che vuole un Servizio Civile Obbligatorio. Ragazzi non so che farci; è vero che all'inizio nel programma non c'era scritto (se è per questo non c'è scritto nemmeno adesso: io qui all'articolo 2 comma b5 continuo a leggere "su base volontaria"), però da qualche tempo in qua lui sta dicendo "obbligatorio". Anche stasera ha proprio detto "obbligatorio"; nessuno glielo chiedeva, lo ha proprio voluto dire lui, "obbligatorio". Il che se ci pensate è curioso, perché a prima vista non è una parola tirata fuori a un dibattito che ti faccia conquistare dei voti, "obbligatorio". Si tratta di passare sei o più mesi da qualche parte a fare lavori socialmente utili (espressione ormai sinistramente associata a sentenze di condanna), per un salario largamente inferiore a quello che fisserebbe il mercato. E si tratta di farlo perché sei obbligato dallo Stato. Da cui una serie di considerazioni:

1. Ma sul serio ne stiamo a discutere?

2. Ma Renzi fa così con altri punti del suo programma - cioè li cambia in corso d'opera e non se ne accorge nessuno? Non sarebbe il caso di vigilare?

3. I liberali che sostengono Renzi non hanno proprio niente niente da obiettare?

4. La dimensione europea. Sarebbero sei mesi in giro per l'Europa, il che la potrebbe rendere la proposta un po' più appetibile per un sacco di gente che in Europa vorrebbe andarci - anche se forse pensano più a lavare i piatti in un ristorante di Soho che all'infermeria di un consultorio nella profonda provincia ungherese. Qualcosa del genere esiste già, da un sacco di tempo (l'ho fatto pure io, nel secolo scorso), si chiama "Servizio Volontario Europeo". Secondo il programma di Renzi è una "proposta avanzata da Daniel Cohn-Bendit e da Ulrich Beck" - sì, ma obbligatorio o (come diceva il programma) "su base volontaria"?  Sospetto la seconda: come fai a rendere una cosa del genere obbligatoria in tutta l'Unione Europea? Ma anche solo in tre o quattro Paesi, dai - come fai? Mi sembra una proposta fortemente utopica, salvo che di solito le utopie promettono pace uguaglianza fraternità - questa per ora è un'utopia che promette solo tanto lavoro obbligatorio. In effetti Renzi stasera ha detto che lo sogna per suo figlio - ecco, d'accordo, Renzi, mandaci  prima il tuo, e vediamo come va.

5. Quand'è esattamente che Renzi ha smesso di dire "su base volontaria"? E perché ha smesso? Che interesse può avere a parlare di una cosa irrealizzabile, ma anche intuitivamente poco appetibile per i giovani, come un Servizio Civile Obbligatorio? Non si sa. Io ho trovato per la prima volta la parola (Obbligatorio) in un pezzo di Riccardo Bonacina, storico direttore di Vita, punto di riferimento di un'ampia area del cosiddetto Terzo Settore o Non profit (c'è CL? C'è anche un po' di mondo CL, ma sarebbe riduttivo e fuorviante parlare solo di CL). Si trattava né più né meno che dell'endorsement di Bonacina a Renzi, non è una mia interpretazione, è proprio il titolo del pezzo.
Mi ha destato una certa sorpresa ed emozione sentire che tra qualità di Milano Renzi ha messo al primo posto il suo essere capitale del volontariato e dell’economia sociale, da cui l’affermazione “Non possiamo non ripartire che da quello che i cittadini mettono in campo senza oneri per lo Stato. La loro capacità donativa, associativa, l’autorganizzarsi per rispondere ai bisogni loro e degli altri. Dobbiamo almeno non intralciare questo, dobbiamo favorirlo. per esempio stabilizzando il 5 per mille rendendolo un quadro certo ed efficiente. Dobbiamo puntare a un servizio civile europeo e obbligatorio che sia una vera leva civica che aiuti il nascere degli Stati Uniti d’Europa”. A chi iera sera (avendo Renzi citato VITA e salutato) e stamattina mi ha chiesto se il mio era un endorsment per Renzi, ho risposto (e rispondo qui) che è vero piuttosto il contrario, che è Renzi ad aver fatto endorsement (già nell’incontro in redazione e alla Leopolda un anno fa) con i temi che più ci stanno a cuore.
In Italia facciamo ancora fatica a parlare di lobbying, sembra sempre che si tratti di un'attività demoniaca, quando invece è una cosa normalissima che si svolge alla luce del sole: basta aver voglia di rivolgere un'occhiata. Insomma Renzi con le Onlus è un po' che ci parla, e ha individuato i due temi che "più stanno a cuore" di queste associazioni: il cinque per mille e il lavoro gratis, pardon, il servizio civile europeo e obbligatorio. Che fatto in Europa sarebbe bellissimo, ma nell'attesa di convincere 18enni finlandesi e slovacchi a farsi sei mesi in un'ambulanza a Comacchio, forse potrebbe partire su base nazionale? Non si sa, non lo dicono.

A questo punto forse vale la pena di fare un passo indietro. C'era, tanto tempo fa, il Servizio Militare Obbligatorio (maschile). Chi non lo voleva fare andava in galera - la prima obiezione di coscienza consisteva in questo (i primi a praticarlo, nel secondo dopoguerra, furono testimoni di Geova e protestanti). Negli anni Settanta fu istituito un servizio civile, che però durava il doppio: due anni di vita in luogo di uno (errata corrige: venti mesi). Questa forma di discriminazione fu dichiarata illegale nel 1989 da una sentenza della Corte Costituzionale, che portò il Servizio Civile a 12 mesi; da lì in poi l'obiezione di coscienza divenne rapidamente un fenomeno di massa, che forse contribuì a scardinare l'istituto dell'esercito di leva. Ma prima che entrambi i servizi fossero chiusi (1/1/2005), centinaia di migliaia di giovani si ritrovarono a lavorare, per dodici mesi e poi solo dieci mesi, in Onlus socio-assistenziali di vario tipo. Che di conseguenza esplosero. Si conquistarono bacini di utenza ai quali prima non immaginavano nemmeno di poter accedere. Fu un momento esaltante, quello a cavallo tra Novanta e Duemila, in cui il Forum del Terzo Settore dettava condizioni a Prodi o D'Alema. È lecito pensare che i dirigenti di molte Onlus l'abbiano vissuto con un'euforia un po' eccessiva, senza accorgersi che una parte non piccola della loro potenza di fuoco si basava sul lavoro di migliaia di ragazzi pagati (una miseria) dallo Stato. Gente che era lì, il più delle volte, perché non voleva andare a militare. Più che legittimo: darsi da fare su un'ambulanza civile non è necessariamente più vile che sparacchiare su un poligono di tiro. Però il boom del volontariato a metà anni Novanta poteva durare soltanto se si continuava a mettere i ragazzini di fronte alla scelta secca: esercito o onlus? Quando fu smantellato il primo - non so se per convenienza elettorale o semplicemente perché non aveva più senso - entrarono in crisi anche i secondi. Riuscirono a comunque a spuntare un cinque per mille, ma non era la stessa cosa.

Questo forse può spiegare la cocente nostalgia di Bonacina & co. per i bei tempi del servizio civile di massa. Bei tempi che potrebbero tornare, se solo qualche politico riuscisse a infilare una proposta del genere in un programma... ecco, Renzi ci ha provato. Non è proprio la stessa cosa, sul programma c'era scritto "su base volontaria", però... ragazzi non so che farci; stasera Renzi lo ha proprio detto: "Obbligatorio".

6. Ci crede davvero Renzi? Secondo me non ci crede davvero. Un conto è promettere una cosa a una lobby, un conto è mettersi a riflettere anche solo per mezz'ora sulla sua fattibilità. Dove le trovi le risorse per mantenere sei mesi tutti, tutti i giovani e le giovani italiane? Sono gli stessi che in questi giorni magari patiscono freddo perché qualche comune sta già tagliando per il riscaldamento delle scuole. Dove li trovi i soldi? A ogni buon conto si potrà sempre dire che è una proposta che va portata a Strasburgo e au revoir. Insomma l'unica notizia è che a Renzi i voti del Terzo Settore interessano. Gli interessano tanto da infilare in un dibattito tv la mortifera espressione "Servizio Civile Obbligatorio". Chi era interessato a capire ha capito, gli altri probabilmente erano su twitter ad analizzare il colore della cravatta.


7. Un'ultima considerazione. Chi è stato il genio che ha vietato il voto ai sedicenni? Io vorrei sinceramente che alle primarie votassero tutti i sedicenni, se potessi li costringerei. Purché prima del voto fossero informati che c'è un candidato, Matteo Renzi, che qualora eletto si batterà con ogni sua forza per obbligarli a lavorare sei mesi praticamente gratis. Largo ai giovani.

29 commenti:

  1. Ciao Leonardo, interessante il tuo articolo, due solo note. Il servizio civile della prima legge sull'obiezione di coscienza (n. 772/72) non durava il doppio del servizio militare ma 8 mesi in più. Che Renzi cambi idea su questo tema noi l'avevo segnalato: http://www.esseciblog.it/esseciblog/2012/09/renzi-cambia-idea-sul-servizio-civile.html. Qui l'ultimo aggiornamento: http://www.esseciblog.it/esseciblog/2012/10/renzi-ora-vuole-un-servizio-civile-obbligatorio-ed-europeo.html

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  2. Largo ai giovani, ché di spazio per i giovani ce n'è tanto: all'estero, anche in questo caso.

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  3. Leonardo, io sono di solito d'accordo con te, e non simpatizzo con Renzi, ma questa del servizio civile obbligatorio è forse proprio l'unica proposta che me lo avvicina, e non sono certo un mercante di schiavi, come quelli che descrivi in modo molto polemico essere gli appartenenti alle onlus. Forse che hai avuto delle brutte esperienze? Però attenttento che a fare dietrologie strampalate sono buoni tutti: avete voi insegnanti, fannulloni e strapagati, paura che vi si rubino gli studenti a cui voi così bene insegnate l'educazone civica?
    Comunque, il servizio civile, fare sei mesi di servizio civile mi sembra una cosa sensata e dove viene (veniva) fatto era un formidabile strumento di coesione sociale, serviva a moltissimi giovani a formarsi un carattere meno egoista. L'esistenza di questo strumento è secondo me una delle principali spiegazioni della differenza di situazione tra noi e i tedeschi. Infine ti ricordo che aver abolito il servizio militare-civile era uno dei cavalli di battaglia berlusconiani alle elezioni del 2006.
    Cioè, cosa esattamente ti sembra assurdo di questa proposta? Che razza di crasso liberismo prevede che lo stato non possa pretendere dai cittadini una formazione civica?

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    1. Unknown, non ho capito, l'esistenza di questo strumento spiega la differenza tra noi e i tedeschi? Perché non mi vengono in mente molte cose in cui i tedeschi al momento dovrebbero invidiarci.

      La formazione civica te la dovrebbe dare la scuola dell'obbligo; un minimo di assistenza sociale dovrebbe garantirla lo stato; ci può anche essere spazio per un terzo settore di persone motivate e volontarie, non una massa indistinta di gente costretta a restar lì sei mesi, a spese del contribuente.

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    2. Leonardo, Ma tu non hai una laurea in lettere? Non sei riuscito a contestualizzare la mia frase? Apposta? Boh. Caliamo un velo su questo post, se no tra un po' mi convinci a votare Renzi.

      Alessandro (Lo sconosciuto di prima)

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  4. Mah, percepisco anch'io una certa contrarietà verso il servizio civile in se (non solo "obbligatorio"), se è così mi piacerebbe capire da cosa deriva.

    Se non è così pardon, andiamo avanti - solo mi sembra alquanto ingenerosa la definizione che ne dai (lavoro praticamente gratis): secondo me c'è molto di più, ed è qualcosa di importante sia per chi lo fa che per chi ne usufruisce.
    Poi certo la cosa si collega a mille questioni, spesso inerenti la visione ed i modelli della società, dell'economia, del ruolo dello stato, che non voglio certo aprire.

    Sull'obbligatorietà -che, ammetto, è una proposta che valuterei, soprattutto su basi utilitaristiche concrete anche se è evidentemente molto una questione di valori- ho due dubbi principali.
    Ovviamente la copertura economica. Non che sia impossibile, anzi: il scn credo sia una delle cose meno costose, soprattutto in rapporto a quel che produce per la collettività; ma bisogna dire da dove li si vuole prendere: via il 5x1000? Dall'abolizione del finanziamento ai partiti? (proposta un po' populista ma che non dispiacerebbe a molti non renziani)
    Riducendo la spesa militari? (a proposito, degli f35 da miliardi di euro il cui costo nel frattempo è raddoppiato ed a cui stanno in parte rinunciando anche gli americani, manco un candidato che ne accenni?)
    In questo senso "interessa" anche agli enti locali, non solo a volontariato e no-profit.

    Secondo: l'obbligo si porta dietro un abbassamento di qualità. Magari non come quando per 3/4 degli "obiettori" si trattava di una sorta di "imboscamento" legalizzato; però oggi la volontarietà, la motivazione, la formazione prevista, la selezione dei progetti danno sicuramente un impatto quantitativamente minore ma qualitativamente molto superiore.
    Senza contare che certe persone forse è proprio meglio che stiano a casa.
    D'altra parte, a molti che non lo farebbero altrimenti, potrebbe fare un gran bene.. (ma non so quanto a chi li impiegherebbe)
    Inoltre (potrebbe essere un terzo punto, ma è strettamente legato a questo) il giovane a 400 euro rischia di essere impiegato in cose che richiederebbero una professione, quindi remunerata il giusto. O coinvolto in guerre tra poveri - in cui va a riempire un buco invece di essere un'aggiunta (banalmente: in biblioteca a posto di personale, nella casa famiglia al posto di un operatore invece di affiancare un operatore..)






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  5. Ah, e chiedo anticipatamente scusa per la puntualizzazione secondaria, ma se il sc può avere una data di nascita, è quella dell'obiezione del nonviolento emiliano Pietro Pinna (c'entra più Capitini che Geova, anche perché i testimoni sono stati si una parte consistente ma spesso obiettori totali, non volevano il servizio civile alternativo), ed oltre alle radici nonviolente/antimilitariste e religiose, c'è anche quella anarchica.
    Ok, cambia niente oggi, ma da insegnante perdonerai questa smania di aggiunta :)
    (emendabilissima, vado a memoria)

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  6. Leo, anche l'istruzione fino ai 18 anni e' obbligatoria ;)

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    1. Ok, fino a 16 hanni o sbaliato, corigeteme.

      Pero' (al di la' del fatto che l'idea di Renzi non mi piace) quello che intendevo dire e' che dal punto di vista puramente del diritto lo stato potrebbe imporre 6 mesi di SCO e farlo passare come supplemento all'istruzione obbligatoria.

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    2. Mi domando quale altro Paese lo faccia, con quali investimenti.

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    3. cosa, l'istruzione a 18 anni o il servizio civile obbligatorio?

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    4. http://en.wikipedia.org/wiki/Alternative_civilian_service

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    5. In India c'e' un'unviersita' che lo richiede come parte del curriculum:
      http://www.unitywomenscollege.in/Academic/CoCurricularActivities/CompulsorySocialServiceCSS.aspx

      pero' in effetti, a parte le nazioni che lo offrono come alternativa al servizio militare, non c'e' altro.

      pero' pensa agli effetti positivi! Immediata riduzione della disoccupazione giovanile dalle statistiche ISTAT :)

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    6. Ma c'è una differenza sostanziale tra un servizio alternativo e un obbligo da ottemperare (anche femminile, presumo).
      È una cosa talmente innovativa e pesante che, se davvero Renzi la volesse, dovrebbe stare un homepage con un bel titolone e tanto testo per spiegare agli scettici che invece è una bellissima cosa. Non mi pare che stia andando così.

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  7. Nella tua vis polemica faccio un po' fatica a capire qual è esattamente il punto della questione (a parte il fatto che Renzi evidentemente non ti piace). Ti secca se provo a sintetizzare il tuo pensiero?
    1 - Renzi ha cambiato idea, prima diceva volontario ora dice obbligatorio
    2 - Renzi fa lobbying con il terzo settore (anzi con Vita, quindi con CL, quindi con Formigoni quindi con Berlusconi quindi con Ruby quindi con Mubarak quindi con Anubi quindi con Atlantide, ok la pianto, ma ci siamo capiti...), niente di male, basta dirlo invece di fare tanto l'innocentino
    3 - Renzi vuole schiavizzare i giovani quindi non è liberale
    4 - Renzi vuole reintrodurre il Servizio Civile che deprofessionalizza e dequalifica il lavoro sociale (volontario o obbligatorio che sia, direi che non cambia in questa prospettiva)

    Ognuno di questi punti sarebbe meritevole di una discussione (e diversi commenti la stanno facendo, quindi non la farò io): se è lecito cambiare idea, se è lecito fare lobbying (mi permetto di puntualizzare però che tra il terzo settore in generale e, che ne so, Unipol, preferisco il terzo settore, e comunque non penso nemmeno che sia lobbying), se è giusto che lo Stato obblighi qualcuno a fare qualcosa, e se il Servizio Civile non produca più danni che benefici agli utenti dei servizi sociali e al welfare in generale.
    Lo dico senza nessuna ironia, questi sonio tutti temi che sarebbe interessante discutere, e su cui mi farebbe piacere capire cosa pensi. Ma nel tuo pezzo non promuovi alcuna discussione, su nessuno di questi punti. Ti limiti a dire che Renzi non ti piace usando questi temi in modo molto pretestuoso, e un po' superficiale.

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    1. È un post, è chiaro che è superficiale. Però non mi pare che molti altri ne stiano parlando oggi. Magari può essere il punto di partenza per una discussione.

      È lecito cambiare idea (ma molti sostenitori di Renzi non se ne sono accorti); è lecito farsi lobbizzare anche dal Terzo Settore (ma molti sostenitori liberali di Renzi dovrebbero esserne consapevoli); e sì, lo SCO deprofessionalizza e dequalifica il lavoro sociale.

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    2. Obbiettivamente non mi pare un cambio di direzione epocale, dico quello tra SCV e SCO, almeno a me (che ho fatto lo SCO e che non mi dispiace Renzi) non sembra tale, ma è un fatto di sensibilità personale. Quanto a Terzo Settore e liberali non ci vedo (ahimé, perché mi sa che non sono molto liberale) un gran contrasto, di fatto significa che lo Stato rinuncia a coprire certi bisogni e lascia che sia il TS (noto anche come Privato Sociale) ad occuparsene, su base volontaria spesso, spesso in convenzione (il che è molto liberale). D'altra parte, vista l'allocazione delle risorse per cui il welfare terrioriale (i servizi sociali dei Comuni, per capirci) non è che sono sottodimensionati, proprio non esistono (almeno nella maggior parte del Paese), avere un volontariato e un privato sociale più forte non significa fare concorrenza deprofessionalizzata allo Stato, significa perlopiù arrivare dove lo Stato non arriva (chissà, magari ci arriverebbe, col triplo dei soldi). Ma insomma, siamo su questo abbastanza d'accordo, il welfare territoriale è vergognosamente a secco di risorse. E conoscendo un po' i numeri posso dirti che i soldi che mancano ai servizi sociali (nonché alla scuola) sono letteralmente divorati dalle pensioni medio alte e alte, promesse nel 95 (da questa classe dirigente, riforma Dini) agli allora elettori dei ceti impiegatizi medio-alti, oggi freschi pensionati al 100% con l'ultimo treno del retributivo, o pensionandi fregati (poco poco poco) dalla Fornero. Ohibò, pare quello che dice Renzi.
      Rispetto al lobbying secondo me entriamo molto di più in quella che secondo me è la sostanza del contrasto. Cioè, io spero ardentemente che Renzi stia rifiutando quel modello che intende la democrazia come la rappresentanza degli interessi (tu mi voti e io ti difendo l'orticello in tempi di magra/ti favorisco quando ce n'è), e abbia invece fatto propria la parte migliore (e presto sacrificata) del veltronismo: l'idea che la proposta politica sia un progetto che proponi al Paese, a tutto il Paese, a chi ti ha votato e a chi non lo ha fatto, ai ferrovieri, agli agricoltori e agli imprenditori, ai giovani e ai vecchi. Il che vuol dire (per esempio) che se esce fuori (puta caso) che le pensioni retributive (alte assai proprio) dei dirigenti delle FS e dell'ENEL (e anche della SIP) mandano in passivo l'INPS di 20 miliardi l'anno, semplicemente si tagliano, a prescindere da chi hanno votato costoro. Oppure, che se ritieni che il TS sia un patrimonio di competenze e di energie reali da valorizzare, specie in tempi in cui i soldi sono pochi, i bisogni disattesi enormi, e i giovani esclusi da tutto, lo SCO (o SCN) può essere una soluzione (si può essere d'accordo o meno, ma etichettare l'idea come lobbying per CL mi pare, appunto, superficiale).
      Questo Bersani mi da proprio l'idea non solo di non volerlo, ma di non concepirlo proprio, e di essere convinto che invece la natura più profonda e giusta della democrazia sia "rappresentare e comporre gli interessi". E non lo trovo affatto di sinistra, ma neanche un po', a prescindere da chi siano i soggetti di cui ritieni di rappresentare gli interessi.
      Scusa il commento tanto lungo (magari mi apro un blog mio...)

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    3. Scusa, cosa vuol dire che hai fatto lo SCO? Non credo che nessuno ti abbia obbligato. Guarda che la differenza tra l'obbligo e la volontarietà è essenziale.

      "Arrivare dove lo Stato non arriva" lo posso capire; ma se per arrivarci tu hai bisogno dei soldi dello Stato (5 per mille) e di manodopera sottopagata obbligata e pagata dallo Stato, comincia a sembrare una presa in giro.

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    4. Per SCO intendo il servizio civile sostitutivo del militare per noi nonviolenti (anzi, all'epoca andava forte la definizione di "culattoni raccomandati"). Obbligatorio perché tale era il militare che sostituiva.
      Rafforzare il terzo settore, sono d'accordo con te, è una strategia "tampone", che sancisce la rinuncia dello Stato a coprire certi bisogni e alimenta interessi privati (non enormi, cioè non parliamo del S.Raffaele o della Cattolica, ma - a Roma almeno che è dove vivo - al massimo della comunità di Capodarco - che comunque è grossa). Ma permette, nel breve, di migliorare (e non di poco) il livello generale di copertura dei bisogni. Per altro, spesso dove è più forte il terzo settore è più forte anche l'offerta pubblica (succede in Emilia Romagna). Insomma, non sono preventivamente in disaccordo con questa scelta, anche se ne vedo i potenziali rischi, e soprattutto mi rompe la "vocazione minoritaria" del sistema pubblico.
      Sono però convinto che si tratti di una scelta politica che, incidentalmente, favorisce certe cordate. Il che è radicalmente diverso dal "farsi lobbizzare", che significa invece adottare una strategia il cui scopo primario è favorire certe cordate, poi si vede se è utile.
      Quanto alla manodopera sottopagata e obbligata suona male, è vero, ma anche alla luce dell'esperienza personale (38 ore a settimana in casa famiglia per 120 mila lire al mese), tutto sommato non mi pare così orribile, specie se l'alternativa è una disoccupazione priva di esperienze di vita, ed un modo non così deplorevole di reinvestire 1 miliardo di euro scarsi all'anno (significherebbe pagare 200€ al mese 450.000 persone ambosessi), ampiamente recuperabili dai costi della politica (se ne possono prendere almeno 2, per dire una voce).

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    5. Scusate se m'intrometto :)
      Dentro al termine terzo settore c'è di tutto, dal volontariato di almeno 8 settori diversi alle cooperative sociali, è un po' difficile incasellarlo in una definizione riduttiva.

      La visione del terzo settore come residuale (mettiamo una pezza dove lo stato è carente, in un mondo ideale lo stato si occuperebbe di tutto e il terzo settore non esisterebbe) fa un po' anni '70, ed è spesso smentita dai dati (è più forte in quei paesi in cui lo stato sociale è più forte ed efficiente, tipo quelli scandinavi) - perché volontariato, promozione sociale, associazioni culturali e sportive dilettantistiche, cooperative sociali etc. spesso hanno ruoli complementari, di aggiunta, di intercettazione di bisogni nuovi in un mondo che cambia..

      Il che non vuol dire che non capiti che l'ente locale cerchi di far quadrare i conti in questo modo - ma limitandosi a questo si perde veramente di vista il quadro.

      C'è una marea di cose in cui lo stato (ma anche il privato) non arriva perché è meglio che non lo faccia; ed è uno spazio in cui l'azione (volontaria o professionale) del terzo settore si esprime ed è fondamentale: dall'accompagnare in vacanza chi non è autonomo, alla classica consegna della spesa a casa, al gestire colonie feline, dall'affido e l'affiancamento familiare, al volontariato nei beni culturali che rivitalizza musei e siti con attività che arricchiscono quel che già c'è

      Insomma, penso anch'io che il rischio di deprofessionalizzazione con l'obbligatorietà sia grandissimo, ma credo che il quadro sia un po' più complesso

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    6. Infatti il quadro è complesso, e fai bene a ricordarlo. Forse in questo sono un po' statalista (e forse guardo troppo ai paesi scandinavi - ma pure all'Inghilterra e alla Francia-), ma l'idea che "volontariato, promozione sociale, associazioni culturali e sportive dilettantistiche, cooperative sociali etc. spesso hanno ruoli complementari, di aggiunta, di intercettazione di bisogni nuovi in un mondo che cambia" funziona laddove il welfare territoriale esiste. Cioè dove esistono le cure domiciliari per le persone non autosufficienti e per i malati terminali, le politiche di sostegno alla maternità e alla famiglia, alle dipendenze (politiche sociali, non i SERT), alla disoccupazione, sulla casa e sull'esclusione sociale in genere. Non è che sono bisogni nuovi in un mondo che cambia, è che lo Stato (in virtù di una politica che ha solo e soltanto cercato il consenso per almeno due decenni) se ne è altamente infischiato, e ha continuamente disinvestito. Sarà anche anni'70, ma è la realtà oggi in Italia, che il terzo settore (nelle sue molteplici forme e realtà) supplisce ai servizi pubblici, più che integrarli. Con la differenza (per me sostanziale) che il welfare pubblico è un diritto civile, il volontariato ti sta (in qualche modo) facendo un favore (o la carità). Poi, meglio la carità di niente, ma mi rode. E quindi, se lo Stato (seppure low-cost con il Servizio Civile) rientra in partita non mi pare poi tanto male.

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  8. A proposito -
    dell'idea del S.C.O. (che certo sarebbe una cosa ben diversa sia da dal SCV che da quello alternativo alla leva) si discute da un po', da prima che la sposasse Renzi.

    Ci sarebbe già stata una proposta di legge in tal senso quasi 10 anni fa.

    E pare che le opinioni scettiche siano numerose anche dalle parti di chi ha lottato per il servizio civile, es.:
    "Azione noviolenta" di agosto 2006

    Passò abbastanza ignorata allora, ma pure ora in bocca a Renzi, come giustamente sottolinea Leonardo, per un cambiamento così radicale e a lungo termine.

    Sarebbe bello, nel frattempo, trovare un modo per salvare quello volontario..

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  9. Effettivamente il passaggio "che bello il volontariato" --> "facciamo il servizio civile obbligatorio" è un non sequitur non indifferente.

    Nessuno finora (se non mi sono perso commenti) ha detto che l'idea del s.c.o. è stata ventilata anche da Prodi, tra le altre occasioni in corso di dibattito televisivo con Berlusconi. Ammetto che all'epoca l'idea non mi sembrava così peregrina, ma devo dire che ero un po' più stalinista di adesso.

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  10. Io resto scettico su una cosa che non si è mai vista in altri Paesi.

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  11. Mah, non esisteva in Germania fino l'anno scorso? o si tratta di qualcosa diverso?

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  12. No, era obbligatorio, in alternativa al servizio militare.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Conscription_in_Germany#Civil_Protection

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  13. Cito l'OP: ma davvero ne stiamo a discutere?
    Cioè renzi piglia e impone all'UNIONE EUROPEA il suo piano di servizio civile obbligatorio transnazionale? [magari quella stessa unione che per giorni ha bloccato i soldi per i terremotati, et nonostante il riconosciuto prestigio internazionale di Monti?]

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