Qualche giorno fa, però, a chi gli domandava un parere sull'insegnamento dell'Inno di Mameli nelle scuole, Renzi ha affermato che "se vogliamo creare senso di appartenenza, identità e comunità non c'e' che una strada: il servizio civile obbligatorio. Magari solo per tre mesi. Ma obbligatorio, per donne e per uomini. Lì sì che si fa l'Italia''. Insomma, almeno in quel caso sembrava avere in mente una dimensione più nazionale che europea. A questo punto però forse si fa prima a domandarglielo direttamente: Renzi, che servizio vuoi? Lo vuoi obbligatorio o volontario? Lo vuoi italiano (subito) o europeo (molto dopo)? E da dove le prenderemmo le risorse? Perché a occhio forzare tutti i maggiorenni a tre o sei mesi di lavori socialmente utili sarebbe un impegno mica da ridere. Può darsi che in tempi medio-lunghi si riveli un risparmio, ma qualche spesa strutturale sarebbe necessaria.
Diamo per scontato alcune cose (che in realtà scontate non sono): probabilmente gli studenti universitari potrebbero chiedere il rinvio, come ai vecchi tempi della naja. Poi, una volta laureati, invece di gettarsi immediatamente nel mercato del lavoro (che si spera non resterà sempre così asfittico) dovranno aspettare una cartolina per qualche mese, e perdere qualche altro mese senza riuscire a portare a casa (quale casa?) qualche soldo. È lecito immaginare che gli stipendi sarebbero molto bassi (come ai vecchi tempi del servizio sostitutivo della naja), sotto il livello dell'autosufficienza. Probabilmente Renzi non prevede di dover fornire un alloggio a tutti, e quindi in sostanza la cosa si traduce in una tassa per le famiglie, a cui toccherebbe mantenere i figli per i tre o sei mesi necessari. A questo si potrebbe obiettare che tanto succede già così, i figli stanno in casa fino ai trent'anni, tre o sei mesi non fanno nessuna differenza. Sì: diciamo che non costituiscono nessun passo avanti verso l'autosufficienza.
In questi giorni ne ho discusso con qualche ex obiettore (continua sull'unita.it, H1t#153).
In questi giorni ne ho discusso con qualche ex obiettore, che ricordava con piacere il proprio servizio civile (anch’io ho nostalgia del mio), come un’esperienza formativa che in certi casi è stato il primo nucleo di una competenza professionale. Tutto bellissimo, ma non stiamo parlando di quel servizio civile lì.
Stiamo parlando di una leva obbligatoria, di tre o sei mesi, che i giovani subirebbero passivamente, perché obbligati. E quindi, se vogliamo immaginare qualcosa di paragonabile, dobbiamo pensare allo scarsissimo entusiasmo con cui i nostri coetanei partivano per la naja – ecco, magari il servizio obbligatorio risulterà più utile e interessante che passare due mesi di addestramento e dieci a grattarsi in caserma – però non pensate nemmeno per un istante che masse di neodiplomati o neolaureati lo andranno a fare con entusiasmo. Lo dice la parola: obbligatorio.
Chi fino al 2004 sceglieva di lavorare in ospedale o in casa di cura, piuttosto di finire in caserma, aveva una motivazione, che si traduceva (non sempre) in impegno personale. Non è il caso dei futuri “volontari obbligati”, a cui non si chiede nessuna motivazione, e non si minaccia nemmeno lo spauracchio della caserma. Alcuni di loro magari scopriranno che sono portati per il socio-assistenziale, il para-medico, l’associazionismo ecc. La maggior parte no: saranno una massa de-qualificata che verrà destinata a svolgere mansioni che nessun altro farebbe quasi gratis. Si creeranno competenze? Può darsi, ma non è detto che siano assorbite da quello stesso mercato in cui saranno immessi centinaia di migliaia di ragazzi ogni tre o sei mesi. Manodopera pochissimo qualificata, ma magari qualche casa di cura, qualche associazione, deciderà di avvalersene e di assumere un professionista in meno.
A trarne immediato beneficio saranno le associazioni convenzionate con lo Stato, che rinverdiranno i fasti degli anni Novanta, quando potevano contare sul lavoro (sottopagatissimo) degli obiettori di coscienza. E in effetti per ora l’unico effetto misurabile delle parole di Renzi è stata l’entusiastica adesione del mondo del volontariato, che il Servizio Civile Obbligatorio lo chiede da anni a ogni interlocutore politico. Qui magari ci sarebbe da discutere sul senso di un “volontariato” che reclama il suo diritto ad arrivare dove lo Stato non riesce (secondo il tanto sbandierato principio della sussidiarietà), e che per farlo chiede allo Stato di assumere tutti i diciottenni o i neolaureati per tre o sei mesi, a spese nostre. Ma questa discussione toccherebbe forse ai sostenitori di Renzi che si considerano ancora liberali. http://leonardo.blogspot.com
Leonardo, al di là delle tue personali dietrologie, l'intento formativo di quest'esperienza è piuttosto evidente. Ti invito a sostituire nel tuo testo alle parole "servizio civile obbligatorio" quelle "estensione dell'obbligo scolastico" per verificare la consistenza delle tue obiezioni. Poi, in effetti io sono quasi sempre d'accordo con il contenuto dei tuoi post, ma qui mi sembra che stai facendo populismo per astio nei confronti di Renzi, che nemmeno io apprezzo molto (anche se continuando con il becerume di pancia tra un po' me lo fai rivalutare).
RispondiEliminaIl fatto che, se proprio si vuole investire in formazione, sarebbe meglio estendere l'obbligo scolastico, mi è rimasto sulla tastiera: ma è evidente.
RispondiEliminaEstendere l'obbligo scolastico avrebbe un senso che lo SCO non ha, e un costo assai inferiore (le scuole esistono già). Non farebbe perdere tempo a chi si è laureato in fretta. Sarebbe formazione a tempo pieno, non negli intervalli tra mansioni non formative. E alla fine qualcuno potrebbe dire "ho il diploma Ipsia biennale", invece di "ho pulito i pensionati per tre mesi, quindi sono formato per il mestiere".
Renzi è l'unico che stia proponendo questo tipo di obbligo, che per me non ha senso, e sarebbe un grosso spreco. Se trovi che sia becerume, pazienza.
"Chi fino al 2004 sceglieva di lavorare in ospedale o in casa di cura, piuttosto di finire in caserma, aveva una motivazione, che si traduceva (non sempre) in impegno personale."
RispondiEliminaAhaha... scusa se rido... io ho fatto servizio territoriale per i servizi sociali del comune. Direi che l'impegno personale di tutti tendeva a 0. Compreso il mio. Sei stato fortunato, ma la media dei servizi civili era una perdita di tempo come la leva.
ochei, tagliamo la testa al toro: reintroduciamo la naja obbligatoria e il servizio civile volontario. così avremo tanti volontari!
RispondiEliminaho avuto un'esperienza scolastica (dieci anni di "insegnamento" nell'ambito della terza area per ragazzi di quarti e quinti anni di professionale di stato) e ho imparato che l'obbligo è quanto di più sbagliato si possa fare, ma senza una certa dose di coercizione i ragazzi di 20 anni non scendono neanche dal letto, quindi direi: tre mesi in miniera obbligatori per tutti tra medie e superiori! cosi almeno apprezzeranno la scuola, dopo, i sopravvissuti
la scuola fa del tutto per deresponsabilizzare i ragazzi e non voglio immaginare come potrebbe essere organizzato il tutto, sarebbe... raccapricciante?
io farei un ragionamento inverso: quante risorse andrebbero impiegate? fatto?
ochei, ora immagina di impiegarle in un unico progetto scolastico destinato ai ragazzi del quinto anno, solo per loro
stronzate per stronzate almeno io non chiedo a nessuno di votarmi alle primarie del piddì
Come se i ventenni di oggi non facessero già abbastanza lavori frustranti, sottoqualificati e sottopagati!
RispondiEliminaVorrei vedere anche se qualcuno tra quelli che invoca il sco sarebbe poi tra gli obbligati a farlo...
L'obbligo scolastico, casomai fosse sfuggito, è per i minorenni. È del tutto ragionevole che la legge si assuma una parte di quella patria potestà che un tempo (un tempo di cui spero pochi abbiano nostalgia) era assoluta.
RispondiEliminaImporre obblighi ai maggiorenni è tutt'altra faccenda. Solo le dittature si avventurano ad inventarsi obblighi e limiti privi di riscontro nella cultura corrente.
"Imporre obblighi ai maggiorenni è tutt'altra faccenda."
EliminaIl servizio militare lo facevano i maggiorenni . Eravamo sotto una dittatura ??
Vedi "riscontro nella cultura corrente".
Eliminamarcell_o non ha torto. Introdurre uno stage pratico obbligatorio all'interno del percorso scolastico terziario avrebbe sicuramente più senso che passare tre mesi imboscati a farsi le canne/le paglie/le pippe/le tendiniti da smartphone in qualche servizio provinciale semiattivo.
RispondiEliminaSarò ingenuo, ma mi verrebbe da dire che qualunque scusa che permetta ai diciottenni italiani di stare qualche mese lontano dalle famiglie e imparare a vivere da soli, senza discriminazioni di reddito, non può che fargli bene.
RispondiEliminaNon è ingenuità, è proprio che i soldi per tenere fuori i 18enni di casa mancavano per gli obiettori di coscienza, figurati adesso che si ragiona su TUTTI E TUTTE. Sarebbe, viceversa, un sistema per tenerli in casa dei genitori un annetto in più.
EliminaI soldi all'epoca mancavano volutamente perchè sennò nessuno andava più militare, direi. La proposta di Renzi la sosterrei se includesse vitto e alloggio pagati per la durata del servizio, s'intende.
EliminaCiao, direi che di persone che facciano volontariato c'è sempre bisogno. Ci sono anche aziende che lo fanno e non vengono elogiate per questo. Voi cosa ne pensate?
RispondiEliminaAlexander
http://www.gonews.it/2013/10/17/mobilita-gratuita-un-anno-di-numeri-139-viaggi-e-10150-km-in-zona-valdisieve-firenze/