[Questo pezzo si legge completo qui].
11 novembre - San Martino da Tours (316-397), soldato, vescovo, fenomeno meteorologico
L'estate di San Martino dura tre giorni e pochino, e nessuno sa spiegarmi il perché. Pensavo si trattasse di un piccolo anticiclone stagionale, ma salta fuori che esiste in tutte le fasce temperate del mondo; addirittura anche in Australia, anche se là ovviamente arriva tra aprile e maggio. E quindi non la chiamano estate di San Martino ma, come un po' dovunque ormai, Indian Summer. L'estate indiana, già, ma di che indiani si parla?
È parere unanime che si tratti di nativi nordamericani. Il primo a segnalare l'espressione fu uno scrittore francese immigrato a New York, nel 1778; cinquant'anni più tardi, una colona anglo-canadese si burla della leggenda metropolitana per cui l'aumento effimero della temperatura sarebbe causato dai grandi falò rituali accesi dalle nazioni indiane. Già allora nessuno sapeva esattamente spiegare cosa ci fosse di indiano nella piccola estate che nella Madre Patria continuava a essere attribuita a San Martino. Forse era un periodo particolarmente indicato per per la raccolta di determinati frutti della terra, o per le razzie e il saccheggio. Oppure, semplicemente, l'aggettivo "indiano" veniva usato in senso dispregiativo, come sinonimo di "falso". Quest'ultima spiegazione, per quanto un po' razzista, risulta più semplice e risolverebbe anche la coincidenza per cui dall'altra parte del mondo, in Bulgaria, la stessa estate è chiamata "zingara". In molti altri Paesi slavi è "l'estate delle vecchie" o "delle donne" (in russo Babye Leto): anche in questo caso le interpretazioni si sprecano, le donne potrebbero essere le Norne della mitologia norrena, ma anche le madri di famiglia che in questo periodo dell'anno potevano rilassarsi un po'; ma alla fine anche in questo caso viene il sospetto che le "donne" siano l'"indiano" di turno, qualcuno a cui attribuire un fenomeno irrisorio, depotenziato. Un'estate di tre giorni, come dire un'estate da donne (continua sul Post...)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCon tutto il rispetto possibile penso che soffri leggermente della tipica scarsa considerazione per la cultura scientifica che domina in Italia anche grazie al caro Benedetto (la nostra Croce).
RispondiEliminaLa spiegazione , se leggi correntemente l'inglese è qui: http://wiki.answers.com/Q/What_causes_Indian_summer
In realtà non c'è una spiegazione "certa" ( le certezze assolute non fanno parte della scienza ) ma una teoria, per cui se l'anticiclone, ovvero l'alta pressione si sposta, all'inizio arriva brutto tempo, poi c'è un transito di aria dalle zone calde in cui la pressione è più alta a quelle in cui è più bassa ( logico ) , una volta che la situazione si è stabilizzata ritornano a dominare le correnti fredde del nord.
E su questa pietra credo che stia bene un piccolo commento: è vero che il buon Leonardo è un letterato, ma non mi è mai sembrato un disprezzatore della scienza (vedi ad esempio i suoi post passati su terremoti, pompe cardiache e altro...)
EliminaD'altronde il post si apre con "Pensavo si trattasse di un piccolo anticiclone stagionale, ma salta fuori che esiste in tutte le fasce temperate del mondo" e non mi sembra che tale periodo grondi di scarsa considerazione per la scienza.
D'altronde il link da te citato non mi sembra il massimo visto che la causa sarebbe "high-pressure air pushing air towards areas with low-pressure"... bella spiegazione! Questo è vero per il vento in generale.
Dalle mie conoscenze, che però risalgono al corso di Chimica dell'Ambiente di numerosi anni fa, mi risulta che durante la stagione autunnale le aree di bassa pressione di origine sub-polare tendono a spostarsi verso la fascia temperata; qualora l'intervallo far due "invasioni polari" fosse abbastanza lungo, potrebbe insinuarsi un anticiclone, con temperature superiori ai periodi immediatamente precedenti e successivi. Et voila!
Ciodetto anche io sono anti-crociano, ma attenzione a non trasformare l'anticrocianesimo in caccia alle streghe ;)
Però, io mi sarei anche aspettato un piccolo riferimento a "far san Martino", momento drammatico per generazioni di nostri antenati, quando si raccattavano i miseri averi e si passava da una cascina ad un altra cascina, da un padrone a un altro padrone. Così, giusto per esse un poco bersaniani.
RispondiEliminaSaluti,
Franco