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giovedì 13 febbraio 2025

Le sante venute dal mare

13 febbraio: Sante Fosca e Maura, martiri africane o romagnole (III secolo)

La leggenda di Fosca e Maura non è molto antica: probabilmente è stata messa assieme già nel Basso Medioevo da un compilatore di leggende di santi con poca fantasia. (Senti chi parla, mi sta dicendo dalla biblioteca universale). Fosca è un'adolescente come Lucia o Agata; Maura è la sua nutrice, come Felicita era la domestica di Perpetua. Vengono denunciate al prefetto Quinziano, perché il compilatore non ha neanche pensato di cambiare il nome del prefetto, che è lo stesso che tortura Agata a Catania, mentre Fosca e Maura vivrebbero a Ravenna. Dopo i soliti supplizi vengono decapitate il 13 febbraio. I resti dovrebbero essere gettati nel mare Adriatico, ma in un qualche modo vengono recuperati da una ciurma di marinai che li seppelliscono in una grotta nei dintorni di Sagratha, in Tripolitania. Dopo l'invasione araba un certo Vitale, cristiano, le avrebbe riportate da questa parte nel mare, nell'isola di Torcello che intorno all'anno Mille era uno dei centri più importanti della laguna veneta.

Il tratto più originale della leggenda è l'ambientazione: non vi sono altre storie di martiri a Ravenna, a parte quella del protovescovo Apollinare. Questo ci lascia ipotizzare che l'ambientazione sia venuta prima della leggenda, e anzi l'abbia causata. La chiesetta di Santa Fosca fa parte del complesso architettonico della Cattedrale di Maria Assunta nell'isola di Torcello (oggi una piccola parrocchia, ma fu sede vescovile). Lo stile veneto-bizantino della chiesetta ricorda in effetti quello della basilica di San Vitale di Ravenna. Era lo stile diffuso delle chiese dell'Esarcato bizantino; man mano che i legami con l'oriente si fanno sempre più labili, lo stesso stile comincia a essere percepito come qualcosa di esotico. Oltre a confermare un legame con Ravenna, la leggenda cerca di dar conto dell'origine delle reliquie, arrivate dopo il Mille, quando la chiesetta esisteva già. Che la provenienza fosse africana lo spiegavano già i nomi, che indicano la carnagione scura in veneziano ("Fosca") e in latino ("Maura"). E allo stesso tempo l'anonimo compilatore non riusciva a immaginarsi una storia di santi ambientata in luoghi ormai da secoli esclusi dalla cristianità: meglio Ravenna, anche se poi bisognava trovare una spiegazione per il fatto che le ossa provenissero dal mare.

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