Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

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lunedì 20 gennaio 2025

Sotto scroscianti applausi


Nel giorno dell'incoronazione, spendo un pensiero per la persona che più di tutte ha incarnato la sconfitta: l'ex vicepresidente Kamala Harris. Le sue responsabilità in questo disastro (che forse annuncia la fine della democrazia in Occidente) sono tante e tali che è difficile metterle in ordine dalla più grave. Come membro più prestigioso dello staff di Biden, Kamala Harris avrebbe potuto sollecitarlo molto prima a rinunciare a una candidatura insostenibile alla sua età e nella sua condizione; e non l'ha fatto. Il che ha privato i Democratici della possibilità di indire delle Primarie che forse avrebbero portato aria nuova, e messo sotto i riflettori almeno un candidato più interessante di Biden o di lei. Dopodiché Biden si è squagliato al primo confronto televisivo con Trump, così che la Harris si è trovata, senza un'investitura popolare, a interpretare il ruolo di contendente al titolo presidenziale; col senno del poi possiamo anche supporre che si sia sobbarcata di un ruolo di perdente cui nessun altro notabile democratico aspirava. Non è neanche escluso avesse qualche possibilità di vincere; nel caso, le ha bruciate. Come aveva annunciato già prima delle elezioni, in qualità di Vicepresidente avrebbe ratificato la sua sconfitta e la vittoria di Trump; cosa che ha fatto qualche settimana fa, e ad alcuni è sembrata una vittoria della democrazia. Non a me. 

Per me la democrazia finisce con Kamala Harris, che più di altre figure si è prestata a interpretare il ruolo di chi cede il potere perché avrebbe troppa paura di usarlo. Lo cede a un conclamato golpista già condannato per aver falsificato documenti, il che è vergognoso; ma d'altra parte se non lo cedesse dovrebbe richiedere l'uso della forza contro un conclamato golpista già condannato per aver falsificato documenti, e non ne ha evidentemente il coraggio. Una democrazia seria, e preoccupata della sua sopravvivenza, avrebbe identificato in Trump una minaccia almeno dal 6 gennaio 2020; e invece per tutto questo tempo la minaccia è stata lasciata in pace, forse nell'illusione che qualche processo penale avrebbe potuto alienargli la base e i finanziatori: uno dei tanti calcoli sballati dello staff di Biden. Quindi la democrazia finisce così? Perché non ha avuto il coraggio di difendersi?

Noi italiani conosciamo il dilemma meglio di altri. Anni fa, Alberto Asor Rosa fu pubblicamente deriso per aver obiettato a quei politici, veramente poco avveduti, che continuavano a ripetere di voler e poter sconfiggere Berlusconi nelle urne (con che risorse? con che giornali? con che televisioni?): poiché lo stesso Berlusconi aveva già dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio di truccare la competizione elettorale, disponendo dei media ben oltre i termini di legge (che modificava a suo piacimento nei periodi in cui era al governo), poiché era evidente quanto il suo conflitto d'interessi fosse una minaccia alla democrazia, Berlusconi andava arrestato dalla forza pubblica, che anche a questo dovrebbe servire. Asor Rosa era molto ingenuo, ma secondo me aveva ragione, e Trump andrebbe arrestato. Qualcuno da fuori potrebbe considerarlo un colpo di Stato, ebbene esistono situazioni di emergenza in cui lo Stato deve difendersi da minacce concrete. Qualcuno all'interno potrebbe insorgere: è il rischio da correre. Se Trump deve trionfare, che almeno questo succeda perché i suoi sostenitori sono disposti a morire per lui. Se la democrazia deve cedere il passo, che almeno faccia resistenza. Armata. Quella che Kamala Harris non consentirebbe mai: suppongo che tra Trump e una guerra civile, lei veda in Trump il male minore. Neanche esattamente un male. Il suo partito continuerà a interpretare il ruolo dell'opposizione parlamentare, istituzionale, pacata, inutile; e a emarginare il dissenso a sinistra. Inoltre l'amministrazione Biden si era infilata in due gineprai – l'Ucraina e Gaza – che dev'essere un sollievo per i Democratici lasciare ai trumpiani la responsabilità di uscirne. 


In questi giorni sembra obbligatorio lasciare un'opinione sulla fiction di Joe Wright, M il figlio del secolo. A me il Mussolini grottesco di Marinelli tutto sommato sembra che funzioni. L'aspetto più discutibile, fino alla quarta puntata, mi sembra l'assenza degli industriali. In due ore si sono visti in scena per cinque secondi, in un siparietto brechtiano in cui coprono Mussolini e Cesare Rossi di banconote in cambio del loro sostegno contro i socialisti che insistevano a vincere le elezioni. A me i siparietti brechtiani vanno benissimo, ma Mussolini era in buoni rapporti con Fiat e Ansaldo già da quando nel 1914 aveva cambiato idea sulla Grande Guerra, trascinando tanti socialisti come lui nella follia suicida dell'interventismo. Capisco che gli autori abbiano preferito scorciare, semplificare (la fiction comincia nel 1919), ma anche durante la marcia su Roma sembra che Mussolini sia un uomo solo tra gli esagitati in camicia nera e le istituzioni, un equilibrista che riesce a bleffare e ingannare un re che avrebbe potuto schiacciarlo con un tratto di penna. Sarà andata davvero così? Il re ne aveva paura, o preferiva davvero il buffone ai socialisti? E gli industriali, nel frattempo, non avevano dato qualche segnale? 

Forse qua sopra ho commesso un errore simile, attribuendo ai Democratici di Kamala Harris lo stesso ruolo tremebondo di re Vittorio, che avrebbe ceduto la nazione non perché tutto sommato gli conveniva, ma per paura. Come se non ci fossero interessi ben più potenti delle nostre paure. I democratici si sono arresi perché il Capitale aveva scelto Trump, e contro il Capitale non avevano nessuna intenzione di combattere. Vincere contro Trump avrebbe significato interpretare le necessità di gruppi sociali che vogliono un welfare state come ce l'hanno gli stati normali; che non capiscono la necessità apocalittica di sostenere Israele in un'operazione di pulizia etnica; che sanno di non poter vivere ancora di idrocarburi per un'altra generazione. Non ho idea di quanto queste istanze siano diffuse nel popolo americano (che per lo più non vota); ma di sicuro non erano istanze che i Democratici potevano difendere. Il loro programma era un blando capitalismo dal volto umano, ma per l'umanità c'è sempre meno mercato. La democrazia è una società aperta: si dovrebbe difendere mantenendo il pluralismo, combattendo chi sparge paure e ci specula sopra. Non è mai stato chiarito se sia compatibile col capitalismo: forse no, non a lungo perlomeno. In Italia è stata sconfitta vent'anni fa da Berlusconi; negli Usa forse oggi. 

15 commenti:

  1. in sostanza riconosci che:
    1. la democrazia è stata (sempre) sconfitta dal capitalismo;
    2. le elezioni sono un gioco truccato, cui giocano sempre meno persone;
    3. i partiti non rappresentano altri che il capitale che li dirige;
    4. maggioranza e opposizione sono solo due parti in commedia;
    5. tutto ciò ci sta portando alla catastrofe;
    6. a mali estremi si risponde con estremi rimedi (addirittura invochi la violenza o un golpe);

    Ma niente, sorteggiare almeno una parte dei deputati, per scardinare il giochino dei capitalisti ti sembra comunque una cosa ridicola.
    Ho paura che verremo tutti seppelliti da cotanta serietà. Peccato.

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  2. Mi chiedo: anche l'amministrazione Eisenhower sbarcando in Sicilia e poi in Normandia "si infilava in un ginepraio"? Mi riferisco all'Ucraina ovviamente, non a Gaza.

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    1. Forse intendevi l'amministrazione Roosevelt, e rimane un paragone assai sbilenco.
      Fai quest'esercizio: prova ad argomentare senza paragonare tutto alla Seconda Guerra Mondiale. Se non ci riesci, hai un bagaglio retorico/ideologico troppo limitato per insistere.

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    2. Roosevelt, certo. Ma sai, mi rifaccio sempre alla WW2 semplicemente perché ritengo che più o meno siamo da quelle parti lì, non per altro. Ma pure il '36 e la Guerra di Spagna mi sembra un riferimento azzeccato, se preferisci. Poi, davvero, lo so che sono ripetitivo, hai ragione, ma quando ti leggo mi vengono in mente sempre quelli che sfilavano per le vie di New York o di Londra coi cartelli "Hitler non ci ha mai attaccato. O quei compagni che fino all’Operazione Barbarossa pensavano che sì, tutto sommato andava bene se nazisti e regimi capitalistici se le suonavano tra di loro. Detto ciò potresti provare a rispondere ogni tanto senza insultare. Anche il tuo, di bagaglio retorico, non sembra troppo grande.

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    3. Ti vengono in mente sempre le stesse cose perché hai un bagaglio ideologico scarso e anche a retorica non sei. Trovati qualcuno del tuo livello con cui litigare, mi imbarazzi.

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    4. Asciugati la bava alla bocca, "pacifista", è quella ad essere imbarazzante.

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    5. CVD.
      Andiamo avanti così? Cosa devo risponderti: fatti cambiare il pannolino?
      Siccome capisci solo la Seconda Guerra Mondiale, ti devo appellare Appelius, e in quel caso capiresti quanto le tue repliche suonino vuote e retoriche?
      Io sto al mondo da tanti anni: non c'è una sola guerra che gli americani abbiano fatto in cui non sia comparso qualcuno (più abile di te) a lamentarsi che chi non era d'accordo era Chamberlain. E non c'è una sola guerra che abbia realizzato qualcosa di accettabile. Non è più la Seconda Guerra Mondiale, è un mito, non l'avete nemmeno studiata bene, la citate come altri fanatici citano la Bibbia, e tra un
      po' come Netanyahu ripartirete con la Bibbia. Vi credete radiolondra e coprite crimini contro l'umanità, a un certo punto dovete accettare il fatto di fare un po' schifo.
      Tu poi oltre a fare un po' schifo sei proprio scarso, è un fatto. Trovati degli interlocutori altrettanto scarsi, non è difficile.

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    6. Di bene in meglio. Sempre più insulti. Sempre più bava. Io ho giustificato crimini contro l'umanità? Come, quando? Perché metti insieme cose che non c'entrano niente? Io sto parlando dell'Ucraina, non di Gaza. Non c'è bisogno di parlare della Seconda Guerra (a meno che non si parli della nostra Resistenza, vero? Allora tutti sull'attenti), va bene, era un paragone. Uno dei tanti possibili Ma tu ti attacchi a questo perché non sai cosa dire, non hai nessuna idea di come si fermi Putin senza sparargli, devi solo sventolare la bandierina del pacifismo antiamerikano. L' Ucraina? Che si inculi. Anche gli altri piu abili ti facevano incazzare tanto, o solo con me hai questa coda di paglia? Che sfigato che sei.

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    7. Non sono incazzato, sono annoiato. Sei un midollo spinale che reagisce quando legge "Ucraina", non sai neanche cosa ho scritto qua sopra. Se non ti piace la bava va' altrove, magari c'è un posto dove li pagano per leggere i tuoi insulti, non ho capito perché io devo farlo gratis.

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    8. Ah, i "miei" insulti. "Fai schifo", "non sei in grado", "sei scarso" invece sono complimenti. Non oso pensare quando ti incazzi se questa è solo noia. Sì, la bava non mi piace, e qua ce n'è troppa. Non è stato un piacere.

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    9. "Sei scarso" è una constatazione oggettiva formulata in modo molto diplomatico: se avessi voluto insultarti, fidati, sono capace di usare termini molto più specifici e immaginosi. Ma non te li meriti, e sai il perché?
      Perché sei scarso.

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    10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Un giorno li Cavalli,
    stufi de fa' er servizzio,
    tennero un gran comizzio de protesta.
    Prima parlò er Cavallo d'un caretto:
    — Compagni! Si ve séte messi in testa
    de mijorà la classe,
    bisogna arivortasse a li padroni.
    Finora semo stati troppo boni
    sotto le stanghe de la borghesia!
    Famo un complotto! Questo qui è er momento
    d'arubbaje la mano e fasse sotto!
    Morte ar cocchiere! Evviva l'anarchia!
    — Colleghi, annate piano,
    — strillò un Polledro giovene
    d'un principe romano —
    ché si scoppiasse la rivoluzzione
    io resterebbe in mezzo a un vicoletto
    perché m'ammazzerebbero er padrone.
    Io direbbe piuttosto
    de presenta un proggetto ne la quale...
    — Odia micchi, gras tibbi, è naturale!
    — disse un Morello che da ventun'anno
    stracinava er landò d' un cardinale —
    Ma si ce fusse un po' de religgione
    e Sant'Antonio nostro c' esaudisse... —
    Antonio abate, protettore delle bestie.
    L'Omo, che intese, disse: — Va benone!
    Fintanto che 'sti poveri Cavalli
    vanno così d'accordo
    io faccio er sordo e seguito a frustalli!

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