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mercoledì 12 febbraio 2025

Il pellegrino ignoto

12 febbraio: San Ludano (♱ 1202), straniero in terra straniera.

A furia di leggere storie di santi si impara a far la tara alle leggende, per cui la situazione me la immagino più o meno così: c'è un cadavere posato sotto un albero, sul sentiero che corre lungo il fiume e porta verso la città (Strasburgo). Il primo a trovarlo magari è un cacciatore di frodo che non ha troppa voglia di spiegare perché passava di lì, così magari informa in confessione un prete del villaggio di Nordhouse. Chi va a controllare, verifica che il tizio è stecchito da un po', probabilmente morto di ipotermia durante una notte troppo rigida.

Che sia uno straniero è evidente. Nel suo fagotto c'è qualche oggetto personale che lascia intendere che si tratti di un pellegrino di ritorno dai luoghi santi, oltre a un cartiglio che con qualche fatica il prete riesce a decifrare, una specie di documento che lo permette di identificare come "Ludano figlio del nobile Iteboldo, capo degli Scoti": caso risolto. Sempre che il prete non si sia inventato tutto lì per lì non volendo confessare che il cartiglio è incomprensibile: gli Scoti in effetti nessuno sa bene dove stiano, certo troppo lontani per invitarli a un funerale che anzi bisogna sbrigare in fretta. 

Siamo in una cittadina alsaziana all'inizio del tredicesimo secolo e il cadavere di un pellegrino è un avvenimento, ma anche qualcosa che viene percepito come profondamente ingiusto: morire lontani dai propri cari che mai sapranno che hai ottenuto una grazia per loro, in mezzo a gente che non saprebbe pronunciare il tuo nome e potrebbe non ricordarsi di te nelle preghiere. D'altro canto un pellegrinaggio ha un senso proprio perché è un viaggio lungo e periglioso: Ludano probabilmente stava tornando da Roma, dove forse aveva ottenuto un'indulgenza per sé. Il parroco decide di seppellirlo in chiesa: in fondo molti peccati nel tragitto a piedi da Roma non poteva averli fatti. Rimasto senza una famiglia, Ludano viene adottato da tutta la comunità e col tempo comincia a essere considerato un santo, una specie di pellegrino ignoto. 

La sua storia, tanto semplice, subisce il trattamento di altre leggende di santi che per mantenere l'attenzione dovevano contenere un minimo di prodigi: così alla morte di Ludano si racconta che le campane di Nordhouse e dintorni avrebbero iniziato autonomamente a scampanellare e non avrebbero smesso finché Ludano non fosse stato sepolto. Anche il procedimento con cui viene scelta la chiesa in cui seppellirlo (a Nordhouse ce n'erano due)  è un luogo comune delle leggende di santi: i resti vengono messi su un carretto attaccato a un cavallo non domato, che si avvia rapidamente verso la chiesa di San Giorgio e si ferma lì. 

Ma soprattutto bisogna confortare i fedeli sulla santità di Ludano, che è pur morto senza ricevere i sacramenti: perciò viene raccontato che nell'ultima sua notte Ludano, dopo aver compreso che stava per morire, avrebbe pregato il Signore di ricevere un'ultima volta l'eucarestia: la preghiera sarebbe stata esaudita tramite l'invio di un angelo. Tutto questo sarebbe accaduto in assenza di testimoni, ma l'anonimo autore della storia non si preoccupa troppo del dettaglio: l'importante è confermare che Ludano è morto santamente ed è degno del culto che gli viene tributato. Fondamentale è anche il dettaglio del profumo: i cadaveri dei santi non puzzano, bensì emettono una fragranza che chiarisce il legittimo dubbio di chi li trova e deve decidere se seppellirli in terra consacrata. 

Può darsi che Ludano non si chiamasse Ludano, che non fosse il figlio di Iteboldo e non venisse da Roma. Ma riposa a Nordhouse, e ci ricorda che in mancanza di prove ogni migrante è un santo. Se solo ce ne ricordassimo, ogni tanto, prima di trovarli cadaveri. 

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