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lunedì 10 marzo 2025

L'abate che si chiuse nelle Celle

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10 marzo: Beato Giovanni dalle Celle (Giovanni da Catignano, 1310-1396), intellettuale autorecluso

A questo punto della vostra vita, quanti libri avete letto, di quelli che bisognerebbe prima di morire? Probabilmente state accettando il fatto che non ci riuscirete più, nemmeno se... passaste il resto della vita recluso in una cella. Giovanni da Catignano ci è riuscito – no, non a leggere tutti i libri importanti, che comunque nel Trecento costituivano senz'altro una lista più breve di adesso – ma ad autorecludersi. E dire che aveva avuto un ruolo di responsabilità: abate del monastero della Santa Trinità a Firenze. Il pretesto fu piuttosto imbarazzante: non conosciamo i dettagli, sappiamo solo che c'entrava almeno una donna, e che Giovanni andava già per la quarantina. Girolamo da Raggiolo, agiografo fiorentino del Quattrocento, sostiene che Giovanni, dilettandosi di negromanzia, era riuscito a far apparire nella sua cella "figure seducenti di donne". Questa ipotesi, che candiderebbe Giovanni al patronato degli utenti di Pornhub, sembra abbastanza improbabile: magari era una voce messa in giro per allontanare l'idea che qualche "figura seducente di donna" in abbazia si fosse intravista davvero. 

Il reato, confessato all'abate del monastero di Vallombrosa che era il suo diretto superiore, doveva essere grave, ma non gravissimo, visto che dopo un anno di isolamento in una cella della torre di Pitiana (a pane e acqua!) avrebbe potuto recuperare la sua dignità di abate. Invece si sentiva ancora colpevole – o forse aveva concluso che quell'isolamento gli era congeniale. Così, dopo un pellegrinaggio a Roma per il giubileo del 1350, scelse così di isolarsi definitivamente dal mondo in una dépendance dell'abbazia vallombrosiana, dall'atmosfera così penitenziale che in seguito sarebbe stata soprannominata "il Paradisino". Nel silenzio di una cella, Giovanni poteva finalmente concentrarsi sugli studi: leggere, scrivere, corrispondere con i più famosi letterati di quel secolo complicato ma stimolante. Come quel grafomane di Petrarca, che forse avrebbe invidiato la tranquillità di Giovanni, da cui nessuno pretendeva più che lasciasse lo studiolo e girasse l'Italia per sbrigare estenuanti faccende diplomatiche; o Caterina da Siena, anche lei barricatasi nella casa dei suoi, da dove scriveva lettere meravigliose ai potenti della terra, ma anche a Giovanni delle Celle. 

In effetti la relativa fama di Giovanni è per lo più luce riflessa di Caterina, di cui fu uno degli sponsor più illustri: anche se per parecchi anni non osò scriverle direttamente. A rompere il ghiaccio fu un equivoco: nel 1373 Gregorio XI, stimolato da Caterina, aveva bandito l'ennesima crociata, nell'indifferenza generale delle teste coronate che avrebbero dovuto assumersene il carico. Nel frattempo però a Firenze la fanbase di Caterina strepitava, e tra loro persino alcune donne si dicevano pronte a partire per la Terrasanta e una di loro, suor Domitilla, doveva aver manifestato questa volontà anche a Giovanni, che era il suo direttore spirituale. Giovanni aveva ovviamente scritto una lettera per dissuaderla, ma questa lettera, copiata e diffusa fuori dal contesto, era parsa a molti una critica nei confronti di Caterina. L'unico modo di correggere il tiro era chiedere pubblicamente di essere ammesso tra i seguaci di Caterina: la richiesta fu accettata dalla santa stessa, con una lettera datata 10 ottobre 1376. Purtroppo le lettere di Giovanni a Caterina sono andate perse, mentre nel carteggio di Caterina se ne conservano due indirizzate a lui. Ci è rimasto invece il lamento funebre scritto al suo discepolo Piero Canigiani, appena seppe della morte di Caterina nel 1380. "Figliuolo mio Barduccio. Come oggi mai vivremo più, poiché è morta la nostra madre, la nostra consolazione? Che potremo noi fare altro se non piangere la nostra desolazione?" Caterina era morta a 33 anni; Giovanni ne aveva già 80 e ne avrebbe vissuti altri sedici. La vocazione eremitica lo aveva messo al riparo dalla grande peste del 1348, e dalle altre guerre e carestie di quel secolo complicato. Non ci è dato sapere se ogni tanto, nel segreto delle sue celle, riuscisse ancora a visualizzare seducenti figure femminili: una volta però sarebbe stata proprio Caterina ad apparirgli "circonfusa di luce" mentre Giovanni celebrava una Messa in suo onore.  

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