Non è che abbia molte buone notizie, io.
Vittorio Feltri, lui sì che ne ha.
E in certi giorni mi piacerebbe svegliarmi ed essere Vittorio Feltri – non fraintendetemi, non sono malato, o forse sì, la mia malattia è che ho sempre adorato i titoli e i titolisti, la capacità di riassumere tutto il bello e il brutto di una giornata in un titolo e regalarlo al lettore.
E scommetto che Vittorio Feltri ha avuto ottimi titoli per tutta la settimana (non lo so – non ho controllato), scommetto che è stata una settimana felice per lui, una di quelle settimane da fregarsi le mani, da andare a letto col sorriso stampato sul cuscino e da svegliarsi col medesimo sorriso, e che dire? Beato lui.
Le buone notizie di Vittorio Feltri, in sostanza, si riducono ad una sola: l’Islam ci odia.
Ci invidia, perché da noi si sta meglio. Allora ci invade.
Noialtri Bamba, come direbbe Vittorio, cerchiamo di reagire pacificamente. Ma non c’è nulla da fare e Vittorio lo sa.
Se andiamo ad aiutarli in casa loro, ci sgozzano (e Vittorio ci fa un titolo).
Se li accettiamo in Italia, li rispettiamo, riconosciamo i loro diritti, diamo un lavoro alle loro figlie, magari poi ce ne innamoriamo, loro la sgozzano (E Vittorio ci fa un titolo).
Se da bamba facciamo finta di niente, perché un delitto estivo non può servirci a giudicare un’intera comunità di migranti; se portiamo pazienza in attesa che passi una generazione, che si crei una classe media di emigrati integrati, come in Gran Bretagna, embè? Quella classe media continuerà a covare rabbia e frustrazione e cellule di Al Quaeda che si faranno esplodere negli aeroplani. Per la gioia di Vittorio che ci farà un altro articolo. (E magari si scomoda anche Oriana, per l’occasione, con un opuscoletto in 2-3 volumi).
Quindi capite, a un certo punto uno si stanca di fare un bamba. Oggi per esempio io vorrei essere Vittorio Feltri.
E se m’impegno, magari.
Being Vittorio F.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri.
Io sono Vittorio Feltri Io sono Vittorio Feltri Io sono Vittorio Feltri Io sono Vittorio Feltri Io sono Vittorio Feltri.
Ce l’ho fatta. Ecco, ho il mio cravattone, camicia a quadri e la pipa. Sono Vittorio Feltri, finalmente i capelli stanno al loro posto.
E sono abbastanza soddisfatto. È solo un peccato che tutti questi delitti e attentati di matrice islamica scoppino sempre in agosto, quando giornali se ne vendono così pochi. D’altro canto, se io sono Vittorio Feltri, di giornali ne vendo pochi tutto l’anno, quindi, chi se ne frega?
Io sono Vittorio Feltri. Gli altri sono dei Bamba. Non capiscono che pericolo sia l’Islam. Io invece lo so. L’Islam ci odia.
È un bel problema. I Bamba non hanno la soluzione.
Io, invece?
Io sono Vittorio Feltri. Questa è la mia soluzione. Purtroppo è una soluzione per pochi. Voialtri bamba potete, al massimo, comprare Libero, dove leggerete Vittorio Feltri che vi dice che l’Islam vi odia, cosa che tra l’altro probabilmente è vera, specie se l’Islam è il dirimpettaio marocchino che vi vede uscire di casa con Libero sottobraccio.
Io sono Vittorio Feltri e la mia fortuna l’ho fatta. E meno male che a un certo punto ho scoperto questa cosa dell’Islam che ci odiava, perché diffamare Di Pietro o i listati Mitrokhin non rendeva altrettanto, proprio no.
Però, insomma, io sono solo Vittorio Feltri, ed è inutile che mi stiate così col fiato sul collo a chiedermi cosa si dovrebbe fare contro l’Islam, che ci odia. Se vi siete comprati Libero, avete già fatto molto. Per il resto, non lo so. Chiudere le frontiere. Che sono già abbastanza chiuse, lo so. E voi chiudetele di più. Come? Booooh, io non amo entrare nei dettagli, io sono un titolista. L’essenziale è combattere il multiculturalismo, questa religione dei Bamba. E il multiculturalismo si combatte con, con, con, con le copie del mio giornale, Libero. Io sono Vittorio Feltri.
Ce l’ho con le moschee. Chiudete le moschee. E dopo ci saranno le moschee clandestine, più difficili da monitorare, lo so benissimo, non sono un Bamba, sono Vittorio Feltri. Un Bamba platonico.
Come se ne fregasse più di tanto, a me. Io sono un giornalista, non ho mica doveri verso i posteri. L’unico postero verso il quale avevo dei doveri l’ho già sistemato in un giornale. È mio figlio, e passerà la vita a scrivere battutine contro i Bamba. Proprio come me. Questa è la nostra soluzione al problema. Mi rendo conto che è per pochi.
D’altro canto, a ognuno il suo mestiere. Io faccio il giornalista, non cambio il mondo, mi limito a sghignazzarci sopra. Se avessi il potere di risolvere i problemi, non saprei che farmene.
Una volta in Italia diedero questo tipo di potere a un giornalista. Non ci fece una buona figura. Ognuno deve stare al posto suo.
Prendete il gestore di questo blog. Io, Vittorio Feltri, sono autorizzato a rivelarvi che è un Bamba. Lui ha questa idea, che le cose potrebbero andare meglio: che gli islamici potrebbero diventare un po’ più occidentali e gli occidentali un po’ meno stronzi. Questa idea lui la chiama Speranza. Perché è un Bamba.
In realtà non è una speranza. È l’unica cosa che ha. Non potrebbe vivere pensando che il mondo continui ad andare così. Con l’Islam che spara addosso il suo odio e noi che lo perfezioniamo e glielo rimandiamo indietro in confetti esplosivi. Così no. Così no. Non si può vivere, non si può scrivere, non si può programmare un futuro. L’unica soluzione è la speranza.
Ma la speranza, quando è l’unica cosa che resta, non è più una speranza. È solo l’altra faccia della disperazione. Questo Bamba, come molti altri Bamba, non è pacifista o multiculturalista o blablabla per capriccio. È pacifista o multiculturalista o blablabla per disperazione.
Cazzi suoi. Io non ho bisogno di speranze, ho tutto quello che mi serve. Ho il cravattone, la pipa, un giornale, un mestiere. Sono Vittorio Feltri. E voi siete i Bamba. E per oggi chiudo.
Senti Leo, ma quanta bamba ti sei comperato ieri per le strade di NY? Che sia roba buona lo si capisce dal prodotto... e dagli effetti allucinogeni. Che incubo peró, risvegliarsi Vittorio Feltri...brrrrr
RispondiEliminaStanding ovation.
RispondiEliminaLa cosa inquietante è che quella nicchia di mercato che Libero aveva occupato è in continuo aumento ed il mercato tutto ci si assimila.
E se l'"occidente" pullula di Vittorii Feltrii, l'oriente sicuramente non è da meno.
Ad un livello così superficiale e feltrico (da bar.. o da libero), è facile dimostrare che l'occidente odia il mondo arabo (e quello islamico, in aggiunta).
Quando fu un giovane albanese ammazzato dal padre italiano della sua ragazza italiana, vi fu solo una breve di cronaca locale.
Non un solo commento sul "fascismo cristiano"...
Cerco di evitare i commenti tipo: “bravo, bravissimo”. Questa volta, però, mi hai fatto “saltare dalla seggiola” e, quindi, non ce l’ho fatta. Leonardo, grazie.
RispondiEliminaIo invece non mi trattengo: bravissimo!
RispondiEliminaA.I.U.T.O.
Associazione Italiana
Uomini Troppo Oppressi
(anche da Feltri...)
senti prof, quando torni in patria mi fai un corso di incanalamento sentimenti in frasi dal senso compiuto? Mi basta tanto così e magari tra dieci o vent'anni li scrivo anch'io dei post così. Ok?
RispondiEliminaDi solito cerco di evitare i commenti tipo “bravo, bravissimo”, che nulla aggiungono a quanto scritto, tranne la personale ammirazione di uno sconosciuto. Questa volta, però, mi hai fatto saltar su dalla sedia e allora sai che ti dico? Bravo, bravissimo leonardo e, soprattutto, grazie.
RispondiElimina(traduzione per i non toscani)
sono d'accordo con la critica a Vittorio F: d'altronde, seguendo la sua logica, dovremo avere seri problemi di integrazione anche con i messinesi.
RispondiEliminal'appello alla "speranza" mi suona tanto, invece, un artificio retorico. oh vedo che hai ricevuto appalausi e complimenti, funziona. ma, di fronte al primo caso di messa al rogo di arte degenerata in Europa dai tempi delle camicie brune - batto sempre lì, sulle vignette, se sono troppo pedante, vabbè, puoi cancellare - voltarsi dall'altra parte, oppure ciurlare nel manico buttandola sull'esame estetico, quella per me non è speranza, è acquiescenza. un po' come i buoni cattolici con i fascisti negli anni trenta.
Complimenti
RispondiEliminaTi linko
linko...(mi ricorda Ginko...)Ma dove c... lo presero lo sorelle Comesichiamano il nome "ginko"..
Sa tanto di rinco...
Mah...
comunque metterò il tuo link sul mio blog, così finiranno le seghe mentali...
Italo Nobile
Bello il post. Personalmente Feltri mi sta antipatico, non sono d'accordo con nulla di quello che dice, e potendo lo farei lavorare lontano dalla superficie terrestre. A parte questo, non sono particolarmente preoccupato dal Feltri, né dai suoi lettori. Quelli ci saranno sempre, prima stavano con altri, ora leggono Feltri, sono un nucleo duro probabilmente difficile da eliminare e la cui influenza socioculturale e politica ritengo assolutamente marginale. Mi preoccupa di più un Panebianco, che dal corriere discetta di tortura e stato di diritto. Ne ho anche scritto, al proposito (http://ricambioriginali.blogspot.com/2006/08/il-pane-bianco-per-cuba.html).
RispondiEliminaCome risalta d'altra parte anche dal tuo post, Feltri e' assolutamente autoreferenziale, parla sostanzialmente solo a chi e' gia' d'accordo con lui, e' equivalente al clown da bar di paese: strilla, gioca bene a briscola e dal tavolo delle carte dispensa consigli. Che per fortuna pochi ascoltano, mentre lo usano come passatempo.
Le vignette, le vignette.
RispondiEliminaMassì, sono stato troppo acquiescente con le vignette. Più vignette contro Maometto avrebbero senz'altro risolto il nostro problema con l'Islam.
Del resto recenti studi hanno dimostrato che il miglior rimedio contro la rogna è grattarsi a sangue.
A parte che non mi sembri ben identificato in Feltri, non la pensa proprio così.
RispondiEliminaa parte che libero nonostante l'apparenza stile "unità-di-destra" è pure un bel giornale.
dicevo a parte questo la tua posizione (quella di leonardo leonardo, non leonardo feltri) sull'immigrazione non è dissimile da quella della lega:
"Lui ha questa idea, che le cose potrebbero andare meglio: che gli islamici potrebbero diventare un po’ più occidentali"
vedi, sei di destra, o quasi la posizione in generale della destra, è "o diventi in parte occidentale o te ne vai"
"a parte che Libero è un bel giornAH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AHA HAH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH
RispondiEliminaNo, scusa, ti meriti un commento più intelligente.
Dicevi che secondo te Libero è un bel giornAH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH
Scusa. Lo so. Non dovrei ridere di chi la pensa diversamente da me.
E' che non ho mai pensato a Libero come a un giornale.
Di solito si compra per i titoli assurdi che Feltri riesce a inventarsi.
Che qualcuno riesca a usarlo come giornale, va molto al di là della mia comprenAH AH AH AH AH AH AH! MA SEI CIECO? O SOLO TRAGICAMENTE PRESBITE??? MA RIGUARDATI!!! LIBERO??? UN GIORNALE??? E COME ENCICLOPEDIA COSA USI, LA CARTA IGIENICA???
L'altro giorno, in bagno, ho letto un assorbente. Molto avvincente.
Vittorio Feltri, l'unico giornalista con la penna foderata di cachemere.
RispondiEliminaUna volta scrisse un articolo indimenticabile, sulla barbarie dei tedeschi che nei ristoranti bavaresi servivano il "pastore tedesco". Peccato non averlo conservato.
ciao, bellissimo post!!
leonardo, sei un 'intellettuale radical chic, contieniti.
RispondiEliminaAnche perchè è evidente che non lo hai mai letto quel giornale, parli senza cognizione di causa.
oltre ai titoli ad effetto ci sono anche degli articoli sotto, per libero ci scrivono giornalisti come Giannino, Mingardi, Guerri e Facci che a me gustano una cifra.
probabilmente la pensano politicamente diversamente da te, ma non sono dei caproni come vuoi far credere.
per inciso sono più preparati, ad esempio, di te, perchè diciamolo, oltre le bella prosa che proponi non c'è molto di più di un qualunquismo alla celentano.
Giannino, Mingardi, Guerri e Facci! E Staminchia!, aggiungerei, tanto per restare sul radicalsciccoso.
RispondiEliminaSono bravi? Per incartare il pesce, non sono sprecati. Ammetto comunque che è gente che gli apostrofi ha capito come usarli, e questo deve fare un certo colpo su una certa scena di lettori e scrittori di blog che ancora non ci riesce.
"Un intellettuale" è maschile: no apostrofo.
Se io fossi una lei, allora sì, sarei "un'intellettuale" (e che bella intellettuale barbuta sarei): ma senza spazi, solo con l'apostrofo.
Metterci sia uno spazio che un apostrofo denota un'incertezza sessuale che, riferita a me, un po' m'inquieta. Dunque oltre a radicalsciccone sono pure clentano ed ermafrodita. E poi?
E sparare meno stronzate? Non ho voglia di discutere con uno che equivoca Libero con un giornale e Mingardi Guerra e co. per gente degna di fede. Vienmi con opinioni più interessanti. Dimmi che il mare è color del vino, ogni tanto capita, o che il sale è dolce, perché no.
Ma hai letto mai seriamente gli ingredienti dei biscotti del Mulino Bianco? Lì sì che c'è gente pagata per rendere un servizio. Se cresci leggendo a colazione gli ingredienti per una colazione sana e genuina, poi da grande non equivochi Feltri per un giornalista serio.
Che poi la spesa per la tua pretenziosa ignorataggine ricade sulla collettività. Te lo pago coi soldi miei quel giornale. Cinque milioni e 371 mila euro l'anno, testina. Sarà poco radicalsciccante, ma fancùlati.
quando non si hanno argomenti si passa sempre all'accademia della crusca, adesso, non mi va di fare il giochino di mettermi a dire che non hai messo la maiuscola dopo un punto esclamativo (seguito da una virgola, per giunta), o che Celentano si scirve con la maiuscola e la e, e che Giordano Bruno Guerri con la i e non con la a eccetera.
RispondiEliminaMa poi quando mai ho detto che i giornalisti sono degni di fede? Per me neanche Dio è degno di fede, figurarsi i giornalisti (a proposito, Giannino è anche il vicedirettore de il riformista, mi aspetto strali e sputazzi anche per il riformista) semplicemente scrivono dei buoni fondi, interessanti.
sui fondi pubblici che si piglia libero: benvenuto nel socialismo, tra noi due sono io quello liberista, sei te quello che vuole lo stato, vuoi lo stato? beccati i fondi a Libero.
Se l'italia fosse liberista, Libero (ma neanche giornali come Europa) non avrebbe i fondi pubblici.
Di crusca ne dovresti mangiare, ancora, per venirmi a far le pulci.
RispondiEliminaPer esempio: chi te l'ha detto che dopo un esclamativo è obbligatoria la maiuscola? controlla su una grammatica. Se ce l'hai.
Poi, per carità, mi rendo conto che le difficoltà con l'ortografia (e con la punteggiatura) non sono risolutive, ma mi sembrano indicative: di solito chi legge Libero non sa leggere né scrivere, e tu ne sei la prova vivente e commentante.
Strali e sputazzi per il riformista, a suo tempo li diedi. Poi mi sono dimenticato che esistesse, il riformista; l'ultima copia che ho visto stava in un autogrill a Campogalliano, anni fa. Che ci sia gente che ancora ci scrive, e gente che ancora lo legge, è cosa che esce dalla mia comprensione. Così, insomma, tu non credi in Dio, ma nell'esistenza del Riformista. Dio, se c'è, si sganascia alle tue spalle.
Grazie comunque per avermi spiegato il perché Libero lucra alle mie spalle: viviamo nel socialismo. Oh, meno male. Dunque Feltri riceve diktat dal Comitato Centrale, e Libero mi arriva a casa per lo più gratuitamente. Adesso vado a far la fila per il pane, sennò mi scade la tessera.
Dunque i liberisti tipo Berlusconi, per riuscire a stampare un giornaletto, devono fingersi socialisti, perché altrimenti non avrebbero i soldi: ma se finalmente vincessero le elezioni (cosa che non succede da 60 anni, cioè da quando Togliatti ha vinto le elezioni del 1948) finalmente diventerebbero liberisti veri e smetterebbero di mungerci a tradimento. Ah. Bene.
Senti un po':
probabilmente tu non sei davvero il frescone che si sta facendo compatire in questi commenti. Ti sei rovinato facendo cattive letture (non è fuori luogo ricordare che dei 4 giornalisti summenzionati, 2 hanno confessato una vecchia dipendeza dalla cocaina).
Perché non riparti da zero? Ci sarà qualcosa di scritto in casa tua. Libri di ricette, qualche libretto delle istruzioni. Prova a leggerli. Scoprirai che sono scritte meglio degli ultimi pezzi di GBG disintossicato.
perchè è obbligatorio non mettere l'accento tra articolo indeterminativo e un nome maschile? che è una legge fisica? un legge dello stato?
RispondiEliminasorpresa, a me se mi gira, scrivo pure sì senza accento e davanti a p e b ci metto anche la n, magari quando li per li (rigorosamente senza accento) sono in flusso di coscienza e non ho voglia di mettermi a pensare coem si scrivono, lo faccio perchè sono il più migliore, quando scirverò una lettera a Padellaro giuro che la rileggo 3 volte (scritto a numero anche se non si fa, ma questo lo fai anche te) quando scrivo sui blog non correggo, perchè sono fatto così, sono il più migliore.
per socialismo intendo distorsione del mercato mediante scelte politiche, prima di incazzarti e citare marx sappi che non è un modo tutto mio di intenderlo ma è spesso utilizzato.
Se Berlusconi è liberista io sono babbo natale, ad ogni modo se libero si piglia i soldi dello stato la colpa è dello stato che glieli da.
Ma veniamo alle pregnanti critiche che il progressista Leonardo volge ai giornalisti: il 50% di loro ha avuto precedenti da cocainomane.
uh!, indovina un po', non me ne frega un cazzo!
E che è questa reprimenda sui cocainomani poi? Poveracci mica è colpa loro, è colpa del mercato del commercio che non è equo e solidale, della società ecc. ecc.
ma non è che sei veramente di destra? mi deridi lanciandomi parolacce invece discutere, vuoi occidentalizzare gli immigrati, te la prendi coi drogati, hai un'ossessione oserei dire hitleriana alla forma e al rispetto delle norme più sceme....
comunque ti do un motivo in più per detestarmi: oltre a violare la lingua edenica con accenti impropri, sono un caffeinomane, bevo, e pensa un po', ogni tanto ci scappa anche una canna.
Che orrore.
Quello che ti manca ancora, è un bel clistere di sviluppina.
RispondiElimina"l'accento tra articolo indeterminativo e un nome maschile", come dici tu, non so a cosa serva. Forse ti riferivi all'apostrofo. Io sarò anche un maestrino, ma tu sei grave. Se vuoi discutere di grammatica, almeno non scambiare gli apostrofi con gli accenti.
Ora, qualche errorino capita a tutti. Anch'io per lo più mi frego di maiuscole e compagnia bella. Ma tu non riesci proprio a scrivere tre righe senza uno strafalcione, e questo è un problema per te, mica per me.
La lingua italiana non è molto liberale. Ha delle regole, alcune peraltro cretinissime. Quella che distingue tra *un* maschile e *un'* femminile è tra queste, però s'impara alle elementari e poi non se ne parla più. Uno dei problemi di voialtri lettori di Libero è che probabilmente avete avuto pessimi maestri, non nel senso di Feltri o co., ma proprio di quelli che dovevano insegnarvi la lingua italiana.
Tu vorresti non essere deriso. Ti capisco. Cerca allora di essere meno ridicolo. Dipende esclusivamente da te.
Capisco che a una certa età ci si possa nascondere dietro l'arroganza. Quindi se "a te se gira" scrivi come ti pare. Perfetto. E io ti conto gli errori, perché mi gira.
Peraltro ti si fa un favore a buttarla tutta in grammatica. Vogliamo parlare della logica?
"se libero si piglia i soldi dello stato la colpa è dello stato che glieli da."
Beh, certo, anche se faccio i 100 km/h in centro storico è colpa del vigile che non mi fa la multa. Questa, quindi, è la tua definizione di socialismo? O la vuoi perfezionare ancora? Quando hai finito informaci. Oppure scrivi a Padellaro.
Lo hai letto il testo dell'inchiesta che ho linkato? ops scusa, dimenticavo il solito problema. I m p a r a a l e g g e r e ! Come te lo posso ancora dire?
I ragazzini come te, ai bei tempi prima delle penne a sfera, non riuscivano nemmeno a infilare il pennino nel calamaio. Quanta stupidità sprecata, che adesso viaggia per i server di tutto il mondo. Che bel progresso.
“Grammar nazi, spelling nazi and language nazi are all terms used to describe a participant in a discussion, online or otherwise, who criticizes or corrects the language usage of another participant. Such a person is often accused of flaming as a result of finding fault with minor details of other participants' messages, and often only in opinions with which the accused grammar nazi disagrees. Participants in these discussions often end up taking opposite sides in a prescription versus description debate.
RispondiElimina[…]
The grammar nazi's method of argument often ignores the content of another user's argument and focuses on its quality, distracting from the issue at hand. This method may become an ad hominem attack, which is a logical fallacy. On the other hand, errors and stylistic flaws may themselves make an argument hard to follow, and for this reason they may be deliberately introduced by trolls.”
http://en.wikipedia.org/wiki/Grammar_nazi
Come ogni bravo lettore di libero me ne stavo andando in giro a picchiare gli islamici, ma poi mi sono detto: “Perchè non piuttosto un bel dibattito prescrizione versus descrizione?” Ma sì, facciamolo, potremmo cominciare dalle basi, come consigli te, per esempio il “Corso di linguistica generale” di Saussure e i suoi epigoni come Jakobson ma, per non fermarci allo strutturalismo, potremmo anche chiamare in causa Chomsky e il generativismo, per non parlare della pragmatica e degli atti linguistici di Austin, e da lì involarci verso il testo come macchina pigra di Eco o ragionare de “I limiti dell’interpretazione”. Magari soffermandoci anche sulle ricette di cucina come proponi tu, d’altronde non è forse una ricetta di cucina l’esempio che usò Greimas per dimostrare l’universalità del modello attanziale? Per non parlare poi di pregiate analisi come quella sul sushi di Barthes ne “L’impero dei segni”.
Già, potremmo, ma è meglio di no; e non perché ti manca il benché minimo impianto teorico per affrontare una discussione del genere, per carità, so che mangi pane linguistica e semiotica tutti i giorni, però non vorrei discostarmi troppo dall’immagine di troglodita che ti sei fatto di me, non vorrei farti subire una dissonanza cognitiva troppo rilevante, sarebbe come se la Fallaci incontrasse un musulmano che rispetta le donne, non gli reggerebbe il cuore poverina.
Dunque, dando per scontata la montagna di libri che hai casa, fruga un po’ tra i manuali di sociolinguistica e vedrai che l’italiano “in se” non esiste se non astrattamente, bensì esistono innumerevoli italiani dato che, come ogni altro linguaggio, subisce creolizzazioni, localismi tecnicismi ecc. per cui abbiamo l’italiano per quando vai in banca, per quando mandi affanculo un tuo amico, per quando parli con uno straniero, per quando parli con un tuo collega, per quando parli con un bambino, per quando parli con una persona del tuo medesimo ceto sociale, per quando parli con un bambino eccetera. E di tutte queste variabili saprai benissimo che sono combinatorie, per cui avremo due italiani diversi tra due colleghi della stessa città e due colleghi di una città diversa.
Così come saprai benissimo che se prendi un manuale a caso di analisi della conversazione dalla pila che hai casa, e leggi a pagina 1, ci sta scritto che se te ne vai in giro parlando in italiano “corretto” la gente ti prende per un povero scemo o nel migliore dei casi per un personaggio di “Vivere”.
Tutto dipende dal contesto (anticipo e raccolgo la tua colta obiezione da seguace della scuola francese, forse è meglio usare l’espressione “co-testo”) e dal mezzo di trasmissione; per cui, una lettera ufficiale a Napolitano, non usa lo stesso linguaggio di un sms (è sconsigliato usare le k al posto delle c se scrivi a persone importanti) e se parlo posso usare termini come “cioè” e “praticamente” in modo totalmente arbitrario rispetto allo scritto.
Quindi, in un commento di un blog, il cui co-testo è caratterizzato da informalità, scrittura rapida e di getto, mancanza di voglia e di tempo per correggere le bozze, si avranno variazioni dall’italiano standard verso una forma più simile al parlato, inoltre, siccome il linguaggio parlato gode di priorità ontogenetica rispetto allo scritto, tenderanno a verificarsi errori grammaticali laddove non vi è una corrispondenza fonetica al segno grafico, ad esempio “un” e “un’”.
Però siccome te sei tanto colto, queste cose le sai sicuramente, allora mi chiedo se questo tuo comportamento è dovuto ad una volontà di mettermi in difficoltà per mero diletto, oppure ad una carenza di argomenti da parte tua.
E adesso scusa, ma devo andare a spaccare le radici cristiane in fronte a qualche immigrato.
leonardo, silenzio e porta a casa.
RispondiEliminaAstrolab, sei noioso.
RispondiEliminaGrammar nazi me l'avevi dato mesi fa. Va bene, sei bravo, sai fare il copia incolla, probabilmente una facolta' di scienze in comunicazione che ti stampa una laurea in laser la trovi.
Il problema e' che tu non ti esprimi in un idioletto, come faccio io (che' mi sono inventato un bel po' di parole che non ci stanno nei dizionari, in questo flame, e tu manco te ne accorgi): no, tu fai l'errore crasso. Prendi gli accenti per gli apostrofi. Ti inventi regole che non stanno al mondo e non sai quelle che al mondo ci stanno.
Come ho gia' detto tre volte, non e' che sia cosi' importante la grammatica. E' solo indicativo il fatto che un appassionato lettore di Libero sia incapace di scrivere correttamente.
Il vero problema sono le scempiaggini logiche che tu scrivi, del tipo: se Feltri fotte dei soldi alla collettivita' (con dei metodi che sono, oggettivamente, illegali), e' colpa dello Stato che non lo sanziona; oppure, Feltri ha il diritto di fottere soldi allo Stato perche' siamo nel socialismo.
Queste cazzate le hai scritte tu, probabilmente all'alba di lunedi' te ne vergogni, e allora preferisci buttarla tutta in semiotica, la scienza dei semi.
Ma lo hai letto l'articolo che ti ho lincato? No! Ancora no! Perche', oggettivamente, hai difficolta' a leggere. E continui a dirmi che non ho argomenti. Il problema e' che non sei in grado di percepirli, i miei argomenti.\
Pero' vuoi "discutere". Ma fammi il favore.
Applausi.
RispondiEliminaPer il post, innanzitutto.
E per la discussione qui sopra, dove si dimostra che è ancora possibile far rosicare qualcuno fino a farlo trottare diligentemente per ben due pagine di giustificazioni.
Leo,
RispondiEliminariflettendo sulle motivazioni dei lettori di Libero (non su quelle di Feltri, su quelle hai già scritto tutto tu) mi sovviene una analogia orwelliana con il bisogno di cristallizzare in "paura" quello che non si saprebbe altrimenti affrontare.
Boh. Forse oggi non dovevo mangiare la peperonata.
vedi leonardo, ti manca l'impianto teorico, tu dici che che le tue sono deviazioni dall'italiano standard volute con funzione "poetica" in senso jakobsoniano, mentre invece le mie sono errori non voluti e in quanto tali sanzionabili.
RispondiEliminaSbagli, quello che non capisci è che se io scrivo una tesi, una richiesta a una banca eccetera scrivo riflettendo e correggendo la grammatica, più e più volte.
Siccome però questo è solo un commento ad un blog di periferia, io di correggere me ne sbatto il cazzo, confidando nel fatto (forse sbaglio in questo) che chi mi legge abbia una rete neurale dentro la scatola cranica che gli consenta agilmente di comprendere che se c'è un apostrofo dopo "un" seguito da un riferimento certamente maschile l'apostrofo è da ignorare.
Però magari te sei una specie di idiot savant con un compilatore basic al posto dell'area deputata al linguaggio, o semplicemente hai dei dubbi mostruosi sulla tua sessualità.
In ogni caso sono problemi tuoi.
E' pacifico che io abbia dubbi mostruosi sulla mia sessualita', per fortuna.
RispondiEliminaIn compenso, vedi, ho un enorme rispetto per gli ignoranti, che il piu' delle volte hanno un enorme rispetto per il sapere.
Quelli che mi fanno ridere sono gli ignoranti che si vergognano della propria ignoranza e hanno bisogno di scomodare Jakobson e Hjemslev per scusarsi del fatto che non maneggiano bene le regole piu' elementari della propria lingua.
Devi capire, con tutta la piu' buona volonta', che per una persona che legge escrive normalmente in italiano sentirsi chiamare "un'intellettuale" e come sentirsi chiamare "una musicista, una danzatrice, una cantante": insomma, quell'apostrofo che tu senti di poter dispensare a casaccio perche' lo hai letto in qualche trattato di grammatica cognitiva (probabilmente letto a rovescio) colpisce l'occhio, si prende da solo l'onere di identificare il sesso del destinatario.
Il risultato e' la brutta figura di un ragazzino che, senza saper esprimersi correttamente, arriva su un blog di periferia e crede di poter scaccolarsi, spiegare chi e' a destra e chi e' a sinistra (e chi e' un nazista) e dire castronerie finche' gli pare, perche' glielo ha detto Ferdinand de Saussure, avvertendo che a volte si fa le canne e non gliene frega un cazzo se i suoi giornalisti preferiti erano cocainomani (ergo, bisognosi di soldi, ergo, disposti a vendere il proprio pennino al migliore offerente).
Va da se' che non stavamo parlando di questo, ma dei modi disonesti coi qualli Libero truffa il contribuente. Di questo non vuoi assolutamente parlare, piuttosto tiri fuori la grammatica normativa.
Cioe', io sto qua a sudare su manoscritti alla biblioteca di Yale e dovrei spaventarmi perche' uno sciocchino mi fa un po' di namedripping con Chomsky Greimas ed Eco. Senti. Fa una cosa.
Ce l'hai una copia dei collected papers di Peirce a disposizione? Perche' io, se non lo sai, credo solo in Peirce e nei suoi grafi esistenziali.
Domani t'interrogo su Pierce. Voglio sapere la differenza tra Legisegno e Sinsegno. Ma bada, eh! Non come la spiega Eco, come la intendeva lui.
Un'ultima sciocchezza, giusto per farti notare che le conto:
io non ho mai detto che voi lettori di Libero andiate in giro a spaccare radici cristiane in testa agli immigrati. E' il classico straw man argument.
Non l'ho mai detto perche' non e' vero. Siete piccolissimi borghesi benestanti e di fronte a un immigrato vero, in carne ed ossa, ve la fate sotto della paura. Il massimo del coraggio consiste nel sbattere nomi di linguisti a casaccio in un flame con uno sconosciuto (che per tua sfiga, queste cose le conosce e le ha digerite da un pezzo).
Non siete fascisti non per volonta', ma per mancanza di forze.
BUUU!
Paura, eh?
E vabbe'. Domani mi raccomando, il Legisegno.
Che soddisfazione, però, essere una bamba che non legge libero!
RispondiEliminaE vabbeh, bella polemica...
RispondiEliminaCi vuole un editoriale di libero!:
http://hatingline.splinder.com/post/7835279/Il+generatore+di+articoli+di+Libero
e' il caso di dire: complimenti.
RispondiEliminaGrandissimo il generatore di articoli di Libero!
RispondiEliminaSarebbe interessante aggiungere opzioni che aggiungano considerazioni grammaticali e sintattiche, tipo "L'imposizione totalitaristica dell'apostrofo" oppure "E ora, neppure più la maiuscola dopo il punto esclamativo! DOVE andremo a finire?".
Ciao!
Ciao Leo. Lo sai che sono di centrodestra. Ed hai ragione il giornale di Feltri è proprio illeggibile.
RispondiEliminaquoto la frase più importante del tuo post: "lui ha questa idea, che le cose potrebbero andare meglio: che gli islamici potrebbero diventare un po’ più occidentali e gli occidentali un po’ meno stronzi."
E' vero, è probabilmente un utopia, ma vale la pena di lottare per questo per esportare un pò dei nostri diritti la, senza per forza distruggere la loro cultura. Magari senza Romano Prodi, ci riusciamo un pò meglio:)
Ah , ho omesso e dimenticato di dire, che poi fin fine qualcosa di buono su Libero si trova anche, ad esempio Farina a me piace, ed anche qualche altro giornalista si salva. Il problema e che è troppo nazional popolare, e tenta con "l'effetto" di portarsi dietro lettori. Ed è un peccato, con un pò più di obiettività e con qualche meno strafalcione potrebbe anche diventare un giornale quasi comprabile.
RispondiEliminaAh ho dimenticato di nuovo di dirti (sarà l'andropausa che mi fa dimenticare, che ci vuoi fare) che però Oscar Giannino è grandissimo e che il Riformista che tu non leggi mai è un gran giornale, forse uno dei migliori (almeno fino a che c'era Polito, con Franchi è scaduto parecchio purtroppo).
RispondiEliminaCiao.
smetti qui, altrimenti inizierai a parlarmi bene del Borghese o del Domenicale ;-)
RispondiEliminaPer il Borghese non c'è speranza alcuna. Il Domenicale, non è ancora fritto del tutto:)
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