Fondata sui Sogni
Se dovessi scegliere qual è lo spot più stimolante degli ultimi mesi, a occhio direi il Mito di Pietro Barilla. Diciamo che è l'unico su cui riuscirei a buttar giù un pezzo in uno di quei giorni in cui non si pescano altri argomenti (Craxi: fatto, Haiti: fatto, Processo breve: troppo difficile, Fotoricatti: troppo presto...)
Non che abbia molto da dire, giusto due cose: 1. C'è una gran voglia di identità, di Storia, di tradizioni, e non da ieri. La Barilla su queste cose ci lavora da anni – ormai però questa voglia di passato si è fatta così parossistica, e mobilita talmente tante professionalità (costumisti, scenografi) da rasentare il grottesco (nella pubblicità, negli sceneggiati, al cinema). Non ci si limita più ad allestire qualche quadretto vintage: no, qui si assiste alla nascita di veri e propri Miti di fondazione. Riemerge così, dalle tenebre della Storia (risuscitato da qualche dagherrotipia sfocata) Pietro Barilla: non più oscuro bottegaio in Parma, ma novello Romolo che traccia un solco e fonda il Marchio Leggendario. Tutto molto bello, e ovviamente falso.
2. Ma come si fa a capire che è falso? Beh, basta sentirlo parlare. Malgrado baffi e camicia filologicamente fedeli al 1877, il mitico Pietro Barilla ragiona come un nostro contemporaneo. E allora, sentiamo, Sig. Barilla, perché vuole venderci sfarinati di grano duro? Ancora dieci anni fa ci avrebbe detto che aveva dei “valori” (la famiglia, la tradizione, l'identità, bla bla bla), ma oggi... oggi Pietro Barilla ha “un sogno” (oltre alla “passione”, ovviamente: vicino ai sogni c'è sempre quella roba lì). E qual è il sogno del mitico Barilla? “Forse diventare una pasta famosa”. Proprio come la tredicenne che vuole diventare una famosa ballerina, o il chitarrista 16enne che incita i suoi amichetti, “se c'è la passione potremo diventare una band famosa...” ecco, riuscite a immaginare gli stessi pensieri nella testa di un vero signore baffuto in una bottega di Parma nel 1877? No, infatti questo è Pietro Barilla 2009: un uomo che aveva un sogno, e tanta passione, e quindi ce l'ha fatta, proprio come Balotelli o Marco Carta. La Barilla non è una semplice fabbrica di sfarinati, la Barilla è fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni – s'intende, non i vostri sogni di adulti decrepiti (il massimo delle vostre fantasticherie, lo so, è buttarvi sul divano davanti a una maratona di telefilm), ma i sogni vergini, i sogni dei ragazzini, i sogni di Gloria e di Successo.
In pratica la Storia, proprio mentre si evoca (1) si abolisce (2). I bottegai baffuti del nostro passato sono uguali a noi, siamo noi, la Storia non è che un'infinita sequela di generazioni di giovincelli che si pettinano in modi diversi ma tutti comunque sognano di sfondare nel mondo dello showbiz o, in mancanza di show, almeno nel pastabiz.
Se continueremo con passione, allora potremo perfezionarci, e forse diventare una pasta famosa... magari in tutto il mondo! Per ora è un sogno, ma se c'è la passione, perché non sognare?
Ecco, bravo Pietro, perfezionati, allenati, studia la parte. Com'è poi andata lo sapete: nel 1895 al teatro Storchi di Modena la prima edizione di Italy's Best Pasta vide i rigatoni di Pietro sconfitti in finale, di misura, dalle linguine di Gioachino Buitoni. I cronisti dell'epoca riportano la sensazione che i veri antagonisti dei rigatoni fossero i boccoli biondi di Gioachino, soprattutto presso il pubblico femminile (per tacere del pubblico gay, di cui effettivamente a quei tempi si taceva). Un'altra teoria è che la popolarità di cui godeva già Barilla abbia portato la giuria di qualità a favorire l'altro prodotto, col risultato di lanciare sul mercato due marchi invece di uno...
Eh? No, scusate, mi ero fatto prendere da una vertigine steampunk. Niente, cari creativi, non c'è che da togliersi il cappello davanti alla vostra doppia capriola: (1) trasformare un anonimo bottegaio in un fondatore di civiltà e (2) dotare questo fondatore di civiltà dello stesso lessico e della stessa sensibilità di un Amico di Maria De Filippi. Sulla cui trasmissione avrei racimolato un altro paio di cose da buttar giù. Magari un'altra volta, in un altro di quei giorni in cui non si pesca niente.
è ovvio che guardi bene la pubblicità. è logico, in lunghe ore di televisione spesso può essere la cosa più interessante e stimolante.
RispondiEliminadiciamo che 'sta rilettura-riscrittura del passato con gli occhi contemporanei non è nuovissima, non l'anno inventata i pubblicitari.
si usava anche nel periodo sovietico per esempio (lì si ritoccavano le foto cancellando le persone senza neanche avere photoshop: poretti), in questi giorni lo stanno facendo con la storia di craxi.
i revisionisti storici (diciamo così) lo stanno facendo sulla shoa già da un po'.
diciamo la verità: a chi non piacerebbe?
io, per dire, arrivato a 50 anni riscriverei volentieri la mia storia (che insomma, di suo non è che sia granché), un po' di passione qui una certa preveggenza di là ed eccomi pronto.
peccato non potermi permettere un addetto stampa, quando son bravi fanno miracoli!
diciamo che la rilettura-riscrittura è sempre un indice di onestà, ma qui non mi riferisco certo alla pubblicità
Tuttavia lo spot rimane bellissimo, devi convenirne! :-)
RispondiEliminaRagionando così, l'Eneide è una cazzata. Anzi, ancor peggio: un falso storico non pro pasta, ma pro patria. La verità è che a furia di rivelazioni razionalistiche su quanto sia falsa qualunque identità si muore di noia. Una volta in Emilia c'era un bel sogno politico. Morto quello, Leonardo ha deciso che nessun sogno debba sopravvivere. Manco la pasta.
RispondiElimina(anche la fiat ha fatto una cosa del genere, purtroppo però a loro mancava il Signor Fiat)
RispondiEliminanon sono d'accordo, la storia non si abolisce quando si evoca, si annulla quando si interpreta in funzione di un modello (proprio come sta succedendo con Craxi). Se il Pietro Barilla lo raccontassero com'era veramente il signor Barilla probabilmente ci racconterebbero qualcosa di istruttivo, ma è pubblicità non un programma educativo quindi il signor Barilla per farlo diventare eroe lo trasformano negli eroi moderni, tipo Marco Carta. La storia non c'entra. @ GMR si l'Eneide è un falso storico pro patria, Augusto e Virgilio ne erano pienamente coscienti.
RispondiEliminaAnonimo, leggimi bene e capirai che siamo d'accordo su tutto.
RispondiEliminaL'Eneide non è una cazzata perché non pretendeva di essere storia. Ma per la pubblicità di Barilla vale lo stesso argomento. Errato fare le pulci di metodo storico alla pubblicità e ai poemi. Se proprio si vuole, si critichi Tito Livio o la storia del PCUS pubblicata da Teti Editore.
RispondiEliminaGMR, Anonimo: per non parlare della Bibbia eh! Tiratemi fuori anche quella dai, si parla di 2000 anni, mica una cazzatina qualunque. Dai passiamo dal mulino bianco alla Bibbia,forza!
RispondiEliminaMa si, phil, tireremo fuori la Bibbia. Siamo su un blog, cosa vuoi che sia. Non cercare di fare la persona seria phil, non è il posto adatto: è un blog, questo.
RispondiEliminaInfatti per me la Bibbia non è una roba seria :|
RispondiEliminaVa bene che non è un posto serio, però leggere questo pezzo come una stroncatura dell'Eneide è... qualunque cosa.
RispondiElimina"Errato fare le pulci di metodo storico alla pubblicità e ai poemi". Meno male, adesso lo so.
Però, sul serio, per chi mi avete preso? Uno che guarda le pub. e si lamenta perché non sono storicamente accurate?
Dunque, più o meno questo genere di pezzi funziona così: si prende uno spot, o un film recente, o una canzone, o qualunque cosa, e si smonta per vedere se ci dice qualcosa sul periodo in cui viviamo, sulle persone che siamo eccetera.
Questo spot ci dice che la formula del talent show sta diventando un paradigma esistenziale di riferimento: la persona che ha successo (Pietro Barilla) lo ha in quanto realizza un sogno con tanta passione e diventa una cosa famosa. E' un discorso talmente banale, e suona talmente ipocrita, che ci ingegniamo come possiamo a nasconderlo sotto tonnellate di identità di cartapesta.
L'Eneide, in tutto questo? Mah, è vero, racconta un mito di fondazione. Però se fosse tutto lì non la leggeremmo più. Il punto è che Virgilio è riuscito a creare un personaggio che è molto più di un manichino dei valori augustei, e che ad Impero abbondantemente crollato ha ancora qualcosa da dire ai suoi lettori.
È anche melenso e sciropposo, trasuda falsità ad ogni istante ("diamo alla gente quello che daremmo ai nostri figli"... ma perpiacere!), il signor Barilla per risultare più credibile l'han fatto gemello di Burt Lancaster, ma soprattutto, soprattutto il tono e la dizione della voce narrante, rassicurante e tanto gonfia di blandizie quanto impersonale, inespressiva e istituzionale. Orrrrrrroreeeee!!! BLEAH! Un bell'accento emiliano non sarebbe stato un po' più credibile? Falso uguale, sì, ma almeno con una blanda aspirazione all'autenticità. Che schifezza. Ma i fondo: una delle tante schifezze di questo genere che la Barilla ci propina da anni, ormai, no?
RispondiEliminaEcco, mi sono sfogata, aahhhhhhh!
La voce narrante (cioé Pietro Barilla) è quella di Michele Gammino, già scarso attorucolo alla siciliana nei film con la Fenech, ma superbo doppiatore di Harrison Ford e talvolta di Jack Nicholson, che però preferisco doppiato da Giannini.
RispondiEliminaEd è la cosa migliore dello spot, che è melenso e vagamente presuntuoso.
Lascio stare la questione Eneide perché è ovvio, Leonardo ha ragione: lo schema di base dei Promessi Sposi è simile a quello di Beautiful o di Anche i ricchi piangono, ma...
Scusate l'OP....
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Enjoy :)
per ora siamo solo fuggiaschi da una città caduta, ma se continueremo con passione, potremo fondare un popolo famoso, magari in tutto il mondo! per ora è un sogno, ma...
RispondiEliminaOk, concordo pienamente con Leonardo, la pubblicità della Barilla ci racconta come siamo, però probabilmente bisognerebbe allora andare più a fondo del talent show, e chiedersi perchè quella formula ha avuto successo. Voglio dire Pietro Barilla, come i vari Mario Carta, sono situati al di fuori della nostra realtà, vivono in un ambiente parallelo dove non c'è la nostra quotidianità. Se li confronto ai vari film di riscatto sociale tipo quelli americani, in cui uno parte dal nulla e diventa qualcuno è tutto diverso. Noi non sappiamo da dove viene P. Barilla, dei vari protagonisti di Maria De Filippi non conosciamo il prima. Cosa vuol dire? Che sono comunque persone speciali e al di fuori della nostra quotidianità e che non è concesso a tutti avere un sogno? (non sono domande retoriche, ve lo sto proprio chiedendo)
RispondiEliminaA me lo spot piace moltissimo. E lo trovo molto sopra la media degli spot italiani.
RispondiEliminaVa detto comunque che sono anche un affezionato fan della barilla, sia come prodotti che come azienda: è l'ultimo grande baluardo di multinazionale all'italiana insieme alla Ferrero.
Comunque interessantissimo sia l'articolo che i commenti!
veramente secondo me
RispondiEliminala pubblicità racconta come non siamo-
ma dovremmo essere nell'ideale
(del benessere che c'è e non c'è)
non per tutti vale la stessa regola e stesso
spot,
anche se vorrebbero farci credere questo.
a mattino ci svegliamo credo in pochi
con piatti che volano
e pan di stelle che cadono
al massimo ci cadono altre cose
dopo aver visto o ascoltato
un notiziario
dal mondo.
blllleeehhhhhhh:(
saluti.
ps)quando rivedrò ricircolare una carrozza
trainata da cavalli
qualcuno che rivende fili di rame
e il lattaio che ti lascia la bottiglia di vetro
che c'altra parte sarebbe un ritorno all'ecologia vera-
come fanno ancora in Austria e Germania
la penserò diversamente e dirò ecco-
siamo tornati alla -tradizione.
Amelie Anna
@ Amelie Anna, ma se la pubblicità racconta come "dovremmo essere nell'ideale", visto che non è che gli ideali sono sempre stati gli stessi ma cambiano, ci raccontano i "nostri" ideali, quindi ci parla nuovamente di noi. O no?
RispondiElimina@ una domanda più semplice?per favor,
RispondiEliminacambiano in cosa?
gli ideali?
bho...
tu hai visto cambiamenti in almeno 15 anni?
o repetizione slogan?
il cambiamento è partito prima, in peggio.
è ovvio.
credo che parlino di Noi ma in modo sbagliato.
anche se poi è vero
dove c'è barilla c'è Casa.
lo diceva anche E.T
l'extraterrestre.
-----------------
a presto.
Amelie Anna
sarà perché sono troppo vecchia per essere un'aspirante "amica" di maria (ma in fondo non sono i ballerini 13enni o le chitarriste 16enni che vanno al supermercato...), ma a me sa tanto che il sig. pietro vuole semplicemente farci notare una cosa : ci ha dato la passione, le tradizioni, i campi biondi di grano, la passione, la pasta che darebbe ai suoi figli, altra passione, la pasta più famosa del mondo...come possiamo noi stolti perdere tempo su un blog invece di andare a comprarla?
RispondiEliminas.
Lo spot a me fa cacare. Oltretutto, è impossibile pensare che il sior Pietro parlasse un italiano senza accenti come quello dello spot.
RispondiEliminaIo sono abbastanza vecchia per ricordarmi dell' immonda sbrodolata di bava servile da parte del più antico giornale d' Italia ma di certo non del meno infame, in occasione dei funerali di Pietro Barilla. La sua santificazione postuma a mezzo stampa.
Senza contare che mangerò prodotti della barilla quando negli spot ci sarà rappresentata la famiglia normale italiana: quella da film di Virzì, con genitori che urlano e litigano, frichi che frignano, nonni che brontolano ecc.
Anzi: una petizione perché Virzì diriga uno spot Barilla. ;)
Inoltre è solo dal 2004 che la Barilla non usa farine OGM nei suoi prodotti.
Prima, chissà....
@roseau
RispondiEliminaAbbastanza vecchia per ricordarsi il 1912? Urca.
Interessante articolo. Resta la belezza dello spot fatto così bene da creare un forte recall, ciò che si apetta di ogni spot pubblicitario.
RispondiElimina@Watkin: ehi, hai ragione. :) Dovevo meglio precisare. Funerali di Pietro Barilla jr.
RispondiEliminaLì il servilismo del più antico giornale d' Italia superò ogni limite.
Roseau sloggata
E Barilla Pietro Nepote morì nel 1993. Quando avevo 14 anni. Ironia della sorte, abito proprio nella via, a Parma, intitolata all' illustre avo.
RispondiEliminaAlcuni anni fa, sempre Barilla, fece un altro spot molto cinematografico, ma con un castrone "filologico" coi fiocchi.
RispondiEliminaFacevano falciare il grano ad un uomo con in mano una falce fienaria, (per intenderci quella che porta in spalla signora morte) Falciando con quella ciò che si taglia lo si abbatte al suolo per poi rastrellarlo. Avete mai visto rastrellare il grano? Il grano, se non erro, si racoglieva con la falce corta (quella della falce e martello) tenendo nell'altra mano i preziosi steli a formare il "mannello" che poi veniva depositato sui biondi covoni. E al diavolo la correttezza storica, merce superflua che non occorre ai teleaquirenti.
Mi e' capitato di guardare questo spot. Lo trovo odioso. Prima di tutto scusate ma voi perche' comprate la pasta Barilla? Non sapete che ci sono dei prodotti artigianali in giro, senza spot per idiot, che sono di gran lunga qualitativamente migliori? In secondo luogo perche' all'Italiano piace vivere nel passato e raccontarsi e sentirsi sempre raccontare stronzate? Non e' meglio analizzare il presente e prepararsi al futuro? Io nei miei consumi sono estremamente selettiva e questo spot mi ha ancora di piu' convinta a non sprecare il mio denaro in prodotti mediocri e impacchettati per gente mediocre. E spegnete il televisore che risparmiate un sacco.
RispondiElimina@asteride: "prodotti mediocri e impacchettati per gente mediocre" dev'essere la frase usata da Marie Antoinette a proposito delle baguettes di cui il popolaccio s'ostinava a volersi nutrire.
RispondiEliminaNel merito, il prodotto sarà anche mediocre però:
-è impacchettato in cartone (impilabile e riciclabile);
-scuoce meno facilmente di altri prodotti più o meno 'artigianali' (se lo sono veramente, ad ogni spaghettata più che il fornello bisogna accendere un mutuo), il che per la plebaglia che pratica il multitasking mentre cucina è, oggettivamente, un vantaggio.
tibi
Ogni volta che vedo uno spot che non mi piace, penso a come reagirebbe mia madre con cui una volta ebbi una discussione. Aveva visto la pubblicità (Costa?) in cui una tipa appena tornata dalla crociera, ancora non si era ripresa e addirittura piangeva nella vasca. A mia madre dava sui nervi, mentre a me sembrava geniale. A me sembrava anche geniale anche quello di Fellini con "Rigatoni" - "AH !", ma credo che da allora la Barilla abbia deciso che sia meglio volare basso. Ecco, adesso la compresenza di mia madre e di rigatoni in un post mi costringerà ad altri 10 anni di analisi.
RispondiEliminaeccelente operazione di mitopoiesi, non c'è che dire e tu sai bene che è anche su certi archetipi che si creano le basi della una storia di una comunità, ti consiglio a proposito di visitare il sito che viene pubblicizzato negli altri spot della barilla, quelli del mulino bianco. viene presentata l'idea di community, l'azienda apre ai suoi acquirenti facendoli entrare, dandogli l'impressione che, nelle sue strategie di marketing e lasciandoli decidere su cosa puntare in futuro. la tradizione di pietro barilla ed il futuro dei suoi prodotti deciso dagli acquirenti stessi, su comunicazione e mrktng la barilla rullezza, non c'è che dire.
RispondiEliminaScusa Leonardo, una cosa non ho capito.
RispondiEliminaPremesso che quello che scrivi - e come lo scrivi - mi piace pressoché sempre, la domanda è: perché "in un altro di quei giorni in cui non si pesca niente" non eviti di scrivere? Pensavo che scrivessi per irrefrenabile passione, invece sembra quasi che devi scrivere per contratto.
@Lele
RispondiEliminaIl piacere della scrittura prescinde dagli argomenti.
Poi gli argomenti ci si infilano comunque, spesso attingendo a fonti profonde, e anche da qui viene il piacere di leggerne il risultato.
@Leonardo
Complimenti di default.
E' un po' come chiedere a un vecchio eroinomane che senso abbia farsi. Non ha senso.
RispondiEliminaL'amico Frà di MOD sul posticcismo diffuso di quello spot fece tempo fa un altro post
RispondiEliminahttp://www.m-o-d.biz/blog/barilla-132-ha-da-torna-baffone.html