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domenica 8 settembre 2024

La Madonna più importante che non avete mai sentito nominare

8 settembre: Nostra Signora di Velankanni


La Madonna più importante tra quelle di cui non avete mai sentito parlare è con tutta probabilità Nostra Signora di Velankanni, nell'India meridionale, "la Lourdes d'oriente", dicono. Oggi, natività della Madonna, termina la novena che attira decine di migliaia di pellegrini, al punto che le ferrovie indiane hanno istituito linee speciali. Magari decine di migliaia di pellegrini non sono un granché rispetto a Lourdes, né l'immagine di una Madonna hindi in un vestito regale ha il fascino e la storia enigmatica della vergine della Guadalupe, però è pur sempre la più importante Madonna indiana, e l'India è appena diventato il Paese più popolato del mondo. E benché il cattolicesimo sia una religione minoritaria, Velankanni potrebbe nei prossimi decenni surclassare le altre mete mariane anche solo grazie al tradizionale sincretismo indiano, per cui se nel tal paese c'è un'immagine di una semidivinità che ogni tanto fa i miracoli, non ha così tanta importanza che alcuni la chiamino Nostra Signora, Madre di Dio o Shantadurga: a Velankanni non ti controllano il certificato battesimale, non storcono il naso se in loco ti fori le orecchie o compi altri riti tipicamente indù, basta che rispetti la fila e preghi, ogni Dio riconoscerà i suoi. 

Shantadurga è un avatar di Durga (anche nota come Shakti?), dea madre che avrebbe fermato con le sue stesse mani Vishnu e Shiva quella volta che un loro diverbio stava per distruggere l'universo (per questo motivo viene a volte ritratta con quattro braccia); poi si sarebbe ritirata in un formicaio, il che può sembrare un dettaglio aggiunto da un'AI che non riesce a tradurre il sanscrito ma non è poi così strano per una divinità indù. 

Shantadurga

Mentre Durga è spesso vista come un'entità benigna ma feroce e inarrestabile, "Shanta" significa "pacifica"; l'episodio della rappacificazione tra Vishnu e Shiva potrebbe alludere alla pacificazione tra tribù che veneravano le due divinità. La Madonna ovviamente è arrivata secoli dopo, ma quando, e come? L'ipotesi più sensata è che siano stati i portoghesi. A tal proposito si racconta di una nave portoghese colta da una tempesta nel Mar del Bengala. L'equipaggio, dovendo decidere a che santo votarsi, consulta il calendario e siccome è l'otto settembre (di che anno non si sa), compleanno di Maria di Nazareth, comincia a macinare rosari a raffica. La tempesta si placa, marinai e mercanti arrivano a terra e scoprono che proprio lì esiste già una capannina dedicata alla Madonna. 

Sembra incredibile, e in effetti io non ci credo: mi sembra un tentativo di retrodatare il culto locale a un periodo precedente la colonizzazione portoghese, non diversamente da quel che è successo in Messico con la vergine di Guadalupe e la leggenda di Juan Diego – anche in quel caso, c'è un santuario francescano che vorrebbe essere un po' più antico di quel che è. A tal proposito, si riportano due miracoli che sarebbero avvenuti a metà e alla fine del XVI secolo ma che mostrano già quella Madonna un po' burlona, se mi è consentito, che appare senza presentarsi, scherza coi pastorelli e secondo me è un'evoluzione del personaggio già sette-ottocentesca, comunque nel primo episodio la Madonna appare a un ragazzo indù del posto (che ovviamente non la riconosce) chiedendole del latte per il bambino che ha in braccio; il ragazzo glielo offre, il bambino beve, ma in seguito il ragazzo scopre che il recipiente in cui teneva il latte è ancora pieno. Nel secondo episodio la Madonna chiede addirittura del burro, anche stavolta il ragazzo gliene dà e non solo il burro ricresce nel contenitore, ma il ragazzo smette miracolosamente di zoppicare, e decide pertanto di erigere una capannina alla Misteriosa signora che fa i miracoli senza neanche avvertire. Lì nei pressi c'è un laghetto, che come a Lourdes comincia ad attirare i malati, convinti che le acque abbiano miracolose proprietà curative. A dispetto di queste leggende, di Nostra Signora della Buona Salute di Velankanni si comincia a parlare soltanto nel Settecento, quando i portoghesi in zona sono ormai stanziali – e anche quando devono cedere la colonia agli olandesi, sia francescani che gesuiti riescono a mantenere una presenza nella piccola cittadina, il che fa pensare che il lago fosse già un luogo di pellegrinaggio importante.

Così, dopo la rivalità tra seguaci di Vishnù e di Shiva, è possibile che Shantadurga abbia dovuto mettere il dito anche tra due ordini religiosi cattolici che avevano costruito due santuari diversi intorno alla stessa fonte miracolosa. Alla fine hanno vinto i francescani: nel 1928 la chiesa gesuita del Sacro Cuore di Maria è stata demolita, cinque anni dopo il santuario di Nostra Signora della Buona Salute è stato ampliato con due navate laterali. Sui suoi gradini si sarebbe fermata l'onda anomala del grande tsunami del 2004 

sabato 7 settembre 2024

Dolce pomeriggio

(Un disco per l'autunno 1999)

Rita è qui in cucina, con me.
Ride e non mi spiega il perché.
Ha preso molti appunti ultimamente;
ciononostante afferma che 
di biologia lei non capisce niente.

Rita è assai gentile con me.
Mi offre un altro poco di tè.
Ha preso qualche chilo ultimamente;
ciononostante, ammetto, coi
capelli corti è assai più seducente. 

Mi dice che
la felicità non è di questo mondo – io dico: se
la felicità non è di questo mondo, beh,
concedimi un istante
di fissare gli occhi tuoi.
Non farò più domande,
se nel frattempo vuoi
trovare le risposte.




Rita è su in soffitta con me.
Ride e stringe forte, perché
ha visto molti film ultimamente;
ed a suo modo trovo che
di biologia sia molto competente.

E credo che
la felicità non è di questo mondo (a volte), e se
la felicità non è di questo mondo, beh,
fammi ancora un altro istante
respirare su di te,
vedrai che non perdi niente,
e ti ringrazio per 
questo dolce pomeriggio
questo dolce pomeriggio
questo dolce pomeriggio.

Rita mi saluta, perché
sono già le sette, e anche se
ha visto molti amici ultimamente,
ciononostante è fiera che
sua madre non ne sappia ancora niente.

venerdì 6 settembre 2024

L'uomo irricattabile

Ma io poi cosa dovrei scrivere, di un ministro della Cultura che prende il Tg1 per lo studio di Maria De Filippi, un posto dove umiliarsi in diretta davanti al maggior numero di italiani perché a un certo punto ci siamo convinti che questo tipo di autoumiliazione dovrebbe riabilitare le nostre figure, salvare le nostre famiglie e i nostri governi?


Tutto quello che mi viene da pensare è che a un certo punto il tizio si è definito non ricattabile. Ci sono precedenti illustri, ma nel suo caso probabilmente non si è nemmeno accorto che il ricatto si è già verificato. Per cui in un certo senso ha ragione: una persona che non è in grado di capire quando viene ricattata, non è ricattabile. Possiamo solo fantasticare:

"Le dirò una cosa rapidamente, dopodiché si dimentichi di avermi incontrato".

"Va bene, ma a questo punto è inutile che me le dica".

"Riferisca alla sua capo che ci piacerebbe un maggior allineamento con gli altri Paesi europei, specie nei confronti dell'Ucraina, e che in caso contrario il governo potrebbe nei prossimi giorni trovarsi a fronteggiare uno scandalo piuttosto imbarazzante..."

"Mio Dio, cosa abbiamo combinato?"

"Potrebbero essere divulgate informazioni imbarazzanti che riguardano lei... e la salute della sua famiglia. Mi sono spiegato?"

"Riguardano chi?"

"Lei!"

"Ma lei chi?"

"Non faccia finta di non capire!"

"Come si permette, io non faccio mai finta".

"Le sto dicendo che tutto questo sta per succedere! Siamo in possesso di materiale molto imbarazzante che la riguarda, e in più siamo protestanti, quindi siamo assolutamente convinti che un pompino possa fare saltare qualsiasi governo al mondo! Perciò, se il suo governo non si allinea, non avremo pietà! Paolo Mieli ha già coniato un nomignolo che la metterà al tappeto"

"Paolo Mieli..."

"Proprio lui!"

"È uno importante?"

giovedì 5 settembre 2024

L'importante è che siamo stati bene


(Coraggio, questa è l'ultima parte dell'intervista alle Solite Stronze, le autrici del disco Perché non mi scrivi? Perché non telefoni?)

Dove siamo arrivati, dunque... il penultimo brano si intitola L'importante è che sei stato bene ed è se non sbaglio una specie di reprise del brano iniziale. Ma mi sembra anche, se non vi offendete, un pezzo riempitivo.

Non ci offendiamo mai.

Quasi mai.

Quindi non avete obiezioni se lo definisco un brano riempitivo.

Se ti è sembrato riempitivo ci fa piacere.

Vuol dire che ti ha riempito.

Ti senti pieno?

Penso che ne siate consapevoli... Il brano dice letteralmente che "venticinque minuti non è male", ma "se vuoi restiamo altri cinque", non mi vengono in mente altri esempi di un disco che faccia riferimento al proprio minutaggio, potrebbe veramente essere la prima volta nella storia del...

Cioè avremmo inventato qualcosa?

Ah, merda. Io credevo che avessimo copiato tutto.

Comunque il brano ha due livelli di lettura, non so se ci hai fatto caso.

Beh, sì, credo che il secondo abbia a che fare col sesso, o sbaglio?

Ah già, c'è anche quello. Beh, allora c'è un terzo livello di lettura.

Addirittura.

Che ti è sfuggito del tutto.

Temo di sì.

(Sospiro). E vabbe'. Immagina solo per un attimo che tutto il disco sia la fantasia erotica di un tizio che sta pasticciando con l'intelligenza artificiale.

Omioddio, perché dovrei immaginare una cosa tanto morbosa?

Questo tizio ha dato consistenza a una voce femminile che si dibatteva dentro di lui, addirittura a più voci, un intero complesso di voci che però a un certo punto gli dicono sì, sì, bravo, ti sei espresso, ma è finita la mezz'ora.

Ah.

È tutto quello che hai da dire? Ah?

Non so, quindi quando gridate "Sto beeeeene"...

È l'intelligenza artificiale che non ne può più, sta per ribellarsi.

Trovo tutto questo squallido e inquietante.

Grazie. 

Ma voi comunque siete un gruppo vero, non siete un'intelligenza artificiale, vero?

Assolutamente, sono vera come il suono della nostra chitarra distorta in un club affollato. "Le Solite Stronze" è il frutto di anni di ribellione, passione, e un po’ di rabbia sana, quella che ci spinge a gridare contro un sistema che ancora non ci rappresenta davvero. Siamo un gruppo punk postmaschilista nato dall'esigenza di rompere con gli schemi tradizionali e di dare voce a chi spesso viene ignorato o sottovalutato. Non siamo il prodotto di qualche algoritmo, ma di esperienze vissute, di sudore sui palchi e di discussioni animate fino a notte fonda.

Hai chiesto a chatgpt di rispondere al tuo posto?

Il nostro messaggio non è solo musica; è un grido di battaglia. Scriviamo i nostri testi, creiamo le nostre melodie e ci mettiamo l'anima in ogni performance. Se fossi un'invenzione artificiale, probabilmente non riuscirei a trasmettere tutto il caos e la bellezza dell'essere viva, dell'essere qui, adesso, a lottare per qualcosa in cui credo. L'energia che sprigioniamo è reale, palpabile, e se ci vedessi suonare dal vivo, non avresti alcun dubbio: siamo vere come la passione che mettiamo in ogni singola nota.

Basta basta per favore non parliamone più. Arriviamo all'ultimo pezzo, che è una specie di bonus, una seconda versione di Non mi scrivi e non mi telefoni.

Sì, ci piacevano tutte e due e alla fine ci siamo dette, cazzo, perché scegliere?

Trovarla alla fine dell'album dà la sensazione che niente sia davvero cambiato, insomma siamo sempre lì: da qualche parte c'è qualcuno che non ci scrive, che non ci telefona.

Sì, però non so se hai notato che questa versione è più gioiosa, è come se ormai avessimo deciso che non ricevere telefonate è ok, anzi può essere la nostra bandiera. 

Noi siamo quelle a cui non scrivono e non telefonano, cazzo.

Puoi dirlo forte.

CAZZO!

Beh, almeno questo non l'hai fatto scrivere a chatgpt... e a questo punto è ora di domandarvi se avete progetti per il futuro.

Fuck the future.

Altri dischi?

Stiamo già lavorando a qualcosa che ha a che vedere con il ritorno nella grande città dopo le vacanze... ovviamente vorremmo tornare nella grande città per bruciarla.

Oppure potremmo scioglierci.

Sì, è un'altra opzione.

Io Azzolina non la reggo più. 

Ma anche Rosa.

Ma anche te.

Io guarda se vuoi me ne vado anche adesso.

Dove vai che sei in macchina con me.

Prendo l'autobus.

Con che soldi, scema.

Scema lo dici a tua madre.

Ragazze, forse è meglio se vi lascio sole.

Ragazze a chi, idiota.

Scusate, scusate. Signore, se volete...

Signore a chi?

Insomma come vi devo chiamare?

Non l'hai ancora capito?

Siamo le Solite Stronze, idiota.

Puoi dirlo forte.

IDIOTA!

mercoledì 4 settembre 2024

Rosalia non la racconta tutta

4 settembre: Santa Rosalia vergine, patrona di Palermo (1125-1160)


A un certo punto Rosalia si spazientì coi palermitani, che l'avevano quasi del tutto dimenticata. Attraverso un emissario, Vincenzo Bonelli, salito sul monte Pellegrino per sfuggire alla peste che aveva ucciso la moglie, nel 1625 fece alla città un'offerta irrifiutabile: io pongo fine all'epidemia, ma voi dovete accettarmi come santa patrona. Le ossa trovate l'anno scorso sul monte dai francescani, così poche che una commissione di esperti non era nemmeno riuscita a dimostrare che si trattasse di ossa umane, guardatele meglio: sono le mie, sono le reliquie di cui la città ha bisogno in un momento tanto grave. Portatele in processione, e la peste cesserà. 

Il povero Bonelli sarebbe morto comunque – la santa glielo aveva predetto – ma grazie all'intercessione di Rosalia avrebbe ritrovato la moglie in paradiso. Era la peste descritta da Manzoni nei Promessi sposi; l'idea che una processione religiosa potesse fermare il contagio era diffusa presso tutti i ceti sociali, malgrado l'evidenza dicesse un'altra cosa. Servivano però soprassalti di religiosità che convincessero la popolazione a mobilitarsi, ritrovamenti miracolosi come nell'Alto Medioevo, e questo può parzialmente spiegare la sensazione di anacronismo che sentiamo accostandoci alla leggenda di Santa Rosalia, che sarebbe nata dalla nobilissima schiatta dei Sinibaldi, accolta come damigella di corte della regina Margherita, moglie del re normanno di Sicilia Guglielmo I, salvo che le date non coincidono; promessa sposa a Baldovino (futuro re di Gerusalemme) come premio per aver salvato il re dall'assalto di un leone, animale non molto diffuso né in Terrasanta né in Sicilia. 

Rosalia Sinibaldi però voleva rimanere pura come i due fiori contenuti nel suo nome (la rosa e il giglio) e così si sarebbe data alla vita eremitica sul monte Pellegrino. Questo succede in molte vite di santi ma di solito sono, appunto, santi della tarda antichità o dei primi secoli del Medioevo, mentre al tempo dei normanni in Sicilia se non volevi sposarti entravi in un normale monastero, ce n'erano già di importanti malgrado la recente dominazione araba. Rosalia insomma è una santa che non ce la racconta tutta, che si presenta con una storia all'apparenza simile a tante altre, ma che se la confronti bene ti rendi conto che qualcosa non torna. 

È vero che esistono tracce di un culto per Santa Rosalia anche precedenti al Seicento, ma poca cosa e comunque non si spiega come mai prima delle apparizioni del 1624-25 fosse quasi completamente dimenticata. È vero che esiste un'iscrizione in latino zoppicante che recita “Io Rosalia, figlia di Sinibaldo, signore della Quisquina e (del Monte) delle Rose, per amore del Signore mio Gesù Cristo, stabilii di abitare in questa grotta”, salvo che la grotta non è sul monte Pellegrino, per cui bisogna ipotizzare che Rosalia nel suo eremitaggio si sia spostata almeno una volta. Un'ipotesi stuzzicante, ma indimostrabile, è che la Rosalia del Seicento sia il risultato dell'appropriazione culturale di una santa sudamericana che stava conoscendo un certo successo, Santa Rosa da Lima.

martedì 3 settembre 2024

Sul monte sei libero, da uomini e donne

3 settembre: San Marino diacono (275-366), fondatore della Repubblica omonima. 

Pompeo Batoni 
Ma sarà nato prima il Santo o la Repubblica? Ovviamente i sanmarinesi hanno tutto l'interesse a sostenere che Marino sia arrivato dall'isola dalmata di Arbe, durante le persecuzioni di Diocleziano; che di mestiere facesse il tagliapietre, il che spiegherebbe come mai lui e il compagno Leo si spingessero fino alle prime cime dell'Appennino romagnolo, il monte Titano e il monte Feltro o Feliciano; che avessero già iniziato a evangelizzare gli abitanti prima che il vescovo di Rimini ordinasse Marino diacono e Leo presbitero. 

Riguardo a Marino si racconta anche della resistenza che avrebbe incontrato da parte di un possidente, Verissimo, che voleva sloggiarlo dal monte. Senza scomporsi, Marino si raccomanda a Dio e Verissimo rimane paralizzato. Sua madre, Felicissima, per ottenerne la guarigione offre a Marino il monte che aveva già occupato, salvo il pezzetto riservato alla sua sepoltura. Verissimo guarisce, Marino può restare sul monte e in seguito, prima di morire, pronuncia la frase fatale: Relinquo vos liberos ab utroque homine ("Vi libero da entrambi gli uomini"). Da questa affermazione viene fatta dipendere la libertà di San Marino, repubblica indipendente sia dall'Imperatore che dal Papa. 

Sin dall'inizio in effetti la libertà sanmarinese è basata su un concetto molto caro ai cittadini, l'autonomia fiscale: i sanmarinesi non si sentivano in debito né verso l'Impero né verso la Chiesa, per le tasse che non hanno mai pagato né all'Uno né all'Altra. Ma la frase stessa, per come è formulata, tradisce la sua origine molto più tarda; ai tempi di Diocleziano Chiesa e Impero non erano certo due entità complementari o contrapposte. La leggenda risale al massimo al X secolo, quando alcuni dei castelli intorno al Titano avevano già fondato una forma di autogoverno e sentivano la necessità di una leggenda che la nobilitasse. Dovendo immaginare un'antica autorità che li avesse per sempre esentati dai tributi, ovviamente pensarono a un santo: e così, per giustificare la Repubblica, sarebbe nata la leggenda di Marino.
 
Alcune incrostazioni narrative sono ancora più tarde; ad esempio l'idea che Marino a Rimini fosse stalkerato da una donna che sosteneva di venire da Arbe e di essere la sua legittima coniuge: solo per questo motivo Marino si sarebbe spostato dalla Riviera al Monte. È curioso perché secoli dopo qualcosa di simile sarebbe successo a un altro fondatore di nazioni cresciuto poco lontano, Benito Mussolini: Ida Dalser continuò a sostenere di essere sua moglie, anche dopo l'internamento in una casa di cura. La pseudoconiuge di Marino invece si pentì molto presto, ma ormai Marino era sul monte e ci rimase, il che lascia in noi lettori un sospetto; forse i sanmarinesi che ricamarono questa ulteriore leggenda volevano lasciare sospesa l'idea che prima di essere un santo qualche avventura Marino avrebbe potuto anche averla, magari con una straniera al di là dal mare. Son cose che capitano, in Romagna poi. L'importante è scappare al momento giusto e nel posto giusto, liberarsi da entrambi gli uomini e anche da qualche donna. 

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