Sembra che ci siano dei fortunati signori che detengono il potere, che in una torre d'avorio, protetti dalle forze dell'ordine, discutono dei loro problemi mentre fuori c'è una moltitudine che protesta e che le forze dell'ordine contrastano con i mezzi del potere
Silvio Berlusconi ("La Repubblica", 16/6)
A Goteborg il morto c'è scappato, o forse no, non si è capito ancora. In ogni caso c'è stato un poliziotto che ha sparato per uccidere – perché non si spara un proiettile di piombo alle spalle per motivi di ordine pubblico.
In tv sono passati in rotazione i filmati dei 'neri' che spaccavano le vetrine: quanti siano i 'neri' nessuno può dirlo, ma senz'altro sono numerosissime le telecamere che li filmavano.
Per altro tra i due episodi (il vandalismo dei 'neri' e la sparatoria della polizia) non sono collegati fra loro, come forse il telespettatore è portato a pensare. Sono cose successe in momenti diversi e in luoghi diversi. Le pallottole se le sono beccate dei giovani a un concerto: nessuno ha sparato contro i 'neri' del black block (che in seguito li ha sconfessati).
(Viene il sospetto che la cosa più prudente da fare in una manifestazione del genere sia… rompere le vetrine! Nessuno ti disturba, se sei fortunato ti inquadrano anche in tv. Viceversa, a star buoni e a voltare le spalle quando ti caricano rischi di beccarti una pallottola).
Questo è successo a Goteborg, Svezia. La polizia svedese si prenderà le sue responsabilità.
Quanto alla polizia italiana, le notizie di questi giorni sono inquietanti. Non accade tutti i giorni che una manifestazione di operai si concluda con dei contusi, com'è successo a Genova la settimana scorsa. Anche il caso di Buffon (pestato a un controllo della polizia senza un preciso motivo) è un pessimo segno. Si tratterà anche di teste calde isolate: ma i fatti di Napoli (Global Forum) ci hanno dimostrato che anche le teste calde della polizia si danno ritrovo a questo tipo di vertici.
Tanto peggio, perché a Genova bisogna andarci.
Ci sono mille buoni motivi, e cento buone organizzazioni, per manifestare contro il vertice del G8. Per quanto mi riguarda – e per quanto possa interessare – resto scettico sulla pratica dello 'sconfinamento' nella zona rossa, che all'atto pratico si traduce nell'andare a cercarsi le manganellate là dove c'è chi è ansioso di darle. Ma appunto, questa è la mia posizione, e conta veramente poco quando a Genova sono attese decine di migliaia di persone da decine di Paesi. È chiaro che non tutti hanno intenzioni pacifiche, e allora? Bisogna lasciare loro la piazza? Nominarli nostri rappresentanti al vertice anti-G8? No, bisogna andare là ed essere più di loro. Veramente molti di più.
Personalmente non amo andare in battaglia, a meno che la supremazia non sia schiacciante e la vittoria sicura. Questo è appunto il caso. Sul piano mediatico la vittoria è già stata ottenuta, senza colpo ferire. Da una parte il Genoa Social Forum, con la sua Dichiarazione di Pace si è presentato come interlocutore credibile, e da settimane ha chiesto al governo garanzie per i cittadini e i dimostranti. Dall'altra il governo è inciampato in una serie di cattive figure (per esempio scaricare la responsabilità sul governo Amato, quando gli stessi parlamentari della CdL votarono per ospitare il G8 a Genova), ma intanto ha accusato il colpo. Berlusconi sul protocollo di Kyoto ha già fatto marcia indietro, e rilascia dichiarazioni sorprendenti, come quella qui sopra. E vediamo individui insospettabili come Casini o Ruggiero cercare il dialogo, neanche loro sanno bene con chi.
Questo non significa che a Genova non si correranno rischi. Ci saranno manganelli, pistole, idranti. Ci saranno tentativi di strumentalizzazione da una parte e dall'altra. Ci sarà Bertinotti. E allora? Sono rischi che vale la pena di correre. Credo.
Il sito delle Tute Bianche. Non si può condividere tutto, nella vita (il referendum, ad esempio): ma i Wu Ming stanno diventando i più grandi agit-prop della storia. Vederli all'opera è uno spettacolo avvincente (non mancate il progetto Garibaldi).
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