Ma che ci rappresenta Letizia Moratti?
Qualcuno per favore me lo spieghi. Credevo che i ministri, di solito, si potessero dividere in politici e tecnici.
I 'politici' sono esponenti della maggioranza democraticamente eletta; non sono necessariamente esperti nel settore di cosa pubblica che gli è stato affidato, ma si ritengono interpreti della volontà popolare. Si spera che abbiano a loro disposizione fior fiore di esperti tecnici.
I 'tecnici' invece sono professionisti che non hanno partecipato alla lotta politica, ma la cui competenza su di un determinato settore di cosa pubblica è totalmente fuori discussione. Si spera che tengano conto dell'indirizzo politico del governo nel quale sono stati nominati.
Tutto chiaro, no? Ruggiero può piacere o non piacere, ma non c'è dubbio che di mestiere faccia il diplomatico. Per contro Scajola probabilmente fino a pochi mesi fa sapeva ben poco di pubblica sicurezza, ma è stato eletto per occuparsene, e (ci auguriamo) si terrà aggiornato. Certo, il massimo sarebbe avere politici con buone competenze tecniche, ma non sempre si può avere tutto. Così va il mondo, nella democrazia.
Ma Letizia Moratti?
È una politica o una tecnica?
Vediamo.
Politica no, semplicemente perché non milita in nessun partito, e non ha mai chiesto a nessun corpo elettorale di esprimere un parere su di lei. Io poi coi nomi e le facce sono una frana, so che Berlusconi l'ha già nominata altrove, ma mi pare che anche durante questi anni di centrosinistra fosse capitata in qualche totoministri. Insomma, è accreditata come personaggio al di sopra delle parti. Buon per lei. Ma è chiaro che non si tratta di un ministro politico.
E allora è un tecnico?
Come no. Basta sfogliare un suo curriculum. Uno qualunque.
A 25 anni fonda la Gpa, società che diventa leader nel mercato italiano del brokeraggio assicurativo. Nel '90 entra nel consiglio di amministrazione della Comit, da cui esce nel '94. Nello stesso anno la Gpa acquisisce il gruppo Nichols e forma un'alleanza internazionale con il gruppo Segdwick.
Nel '94, con il governo Berlusconi, viene nominata presidente della Rai, carica che mantiene fino al '96. Alla fine del '98, e per un anno circa, Letizia Moratti diventa presidente e amministratore delegato di News Corp Europe, società del gruppo Murdoch presente in Stream. Oggi guida GoldenEgg, società che finanzia aziende attive nel settore delle tlc e della multimedialità.
Giù il cappello. Per dire: io a 25 anni mi mettevo ancora le dita nel naso…
Però, scusate un attimo. Sarà senz'altro un'ottima manager, e probabilmente il brokeraggio, qualunque cosa sia, non ha segreti per lei.
Ma è stata nominata alla Pubblica Istruzione. Che tipo di competenze può vantare in materia di pubblica istruzione?
Questo non è chiaro. Che sappia amministrare le aziende pubbliche e private è fuori discussione. Ma magari nei week-end liberi è un'appassionata studiosa di pedagogia e didattica. Forse ha scritto saggi su Piaget. Forse invece è un'esperta di Lombardo Radice. Il curriculum non lo dice. Ma non credo che sia il caso di schermirsi. Se si può vantare una competenza tecnica in questa materia, forse è il caso di farlo sapere agli italiani.
Certo, se ragioniamo così, nemmeno Berlinguer era un esperto. Infatti: era un ministro 'politico': rappresentava una parte dell'elettorato. Ma Letizia Moratti, che ci rappresenta?
Senz'altro rappresenta un aspetto interessante del Berlusconi politico, che sì vuole andare d'accordo con tutti, ma fa poi quel che gli pare. Non è necessariamente il male peggiore. È da anni che Buttiglione grida in giro che quel ministero dev'essere suo: a un certo punto si era alleato persino con D'Alema per prenderselo. Se si pensa che i cattolici si son tenuti stretti quel ministero per 50 anni, è quasi stupefacente che non ci siamo trovati qualche bigotto di area comunione e liberazione. Almeno questa tristezza ci è stata risparmiata.
Ma Buttiglione rappresenta pur sempre qualcuno, magari un 1%, ma qualcuno. E Letizia Moratti?
Forse rappresenta Murdoch, rappresenta la dinastia Moratti, insomma, qualche non meglio identificato 'potere forte'?
Mah, queste sono insinuazioni che poi non significano nulla. Agnelli avrà avuto la sua convenienza a sponsorizzare Ruggiero. Ma Murdoch e compagnia bella che interessi avranno mai, scusate, per la pubblica istruzione in Italia?
Altre teorie:
1. Nella memoria collettiva giornalistico-popolare Letizia Moratti è associata a una frase del '94 che suonava più o meno così "in televisione il servizio pubblico deve considerarsi complementare al servizio privato".
A molti non piacque quella frase, ma a Berlusconi magari sì. Forse per lui i problemi della scuola si possono risolvere con una medesima strategia: nella scuola il servizio pubblico deve considerarsi complementare al privato. Negli States funziona così, no? Chi se lo può permettere in una scuola privata di qualità, gli altri nei ghetti gestiti coi (pochi) soldi pubblici. E poi: i bianchi nelle scuole bianche, i cattolici nelle scuole cattoliche. Lui i suoi figli li ha mandati alla scuola steineriana, e si vede che è contento.
2. Si dice sempre: più donne in politica, ma poi quando sei lì che devi eleggere i ministri le donne che ti vengono in mente sono proprio poche. Sempre solo attrici e conduttrici, credete davvero che a Berlusconi non piacerebbe farsi ogni tanto qualche chiacchiera con una manager, una professionista seria e stimata? Ma sì, chiamiamo la Moratti, un posto per lei si trova. Vediamo. Al lavoro ci deve andare Maroni, ha piantato una grana… alle comunicazioni Gasparri, che se non gli dai finalmente qualcosa da fare continua a combinare stronzate… Cosa resta? La pubblica istruzione? Vada. E Buttiglione? Buttiglione si arrangia con quel che c'è, uè son mica Babbo Natale.
3. Resta pur sempre il beneficio del dubbio. E cioè: magari Letizia Moratti è davvero una grande esperta di pedagogia e scolarizzazione, all'insaputa di tutti. Altrimenti perché avrebbero nominato proprio lei erede di un grande tecnico come Tullio De Mauro? Visto che poi tutti danno scontato che la Moratti straccerà la riforma De Mauro e ne farà una assai più bella e adatta all'Italia e ai suoi problemi. Una persona seria e capace come la signora Moratti non avrebbe mai accettato un incarico in un settore che non le compete. Vogliamo scherzare? È gente seria, quella lì. E si tratta di riscrivere i cicli scolastici, mettere finalmente d'accordo alunni e professori, in assoluto forse i cittadini con una più spiccata attitudine protestataria. Figuriamoci se s'improvvisa. Uè, son manager quelli lì, mica pirla. O no?
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