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mercoledì 13 settembre 2006

- teaching teachers 4

Il Lato Oscuro della Cattedra

Ricapitoliamo?
La SSIS è nata per colmare una deficienza dell’università italiana, che non è in grado di formare all’insegnamento. Ed è stata immediatamente appaltata all’università italiana: che continua a non essere in grado di formare all’insegnamento. È come se ai manager geniali che sono riusciti ad andare in rosso con la Tim, dopodomani fosse offerta la gestione di Vodafone, perché comunque sono ragazzi svegli che si meritano una seconda possibilità. Ma l’università italiana è sveglia? Si merita una seconda possibilità?

Le facoltà umanistiche italiane sono rimaste congelate a metà di un famoso percorso: quello da università di élite a università di massa. Per tanti docenti questo significava, semplicemente, allargare le aule (non il numero di lezioni), ridurre l’interazione tra professore e studente, e creare un centinaio di ricercatori invece che una dozzina.

Peccato che il mercato del lavoro non abbia nessuna necessità di centinaia di ricercatori in materie umanistiche (anche bravi). Avrebbe invece qualche necessità di insegnanti capaci. L’università, questa esigenza, non l’ha mai capita davvero. Comunque, se proprio insisti, con un sovrapprezzo e due anni di frequenza in più, oggi è in grado di abilitarti all’insegnamento senza farti passare attraverso l’odioso concorsone ministeriale. Gli esami finali delle SSIS sono in mano a commissioni interne, che come tutte le commissioni interne del mondo non hanno nessun interesse a bocciare i loro esaminati.

Di buono, nelle SSIS, c’è la possibilità di fare stage nelle scuole (che di manodopera sottopagata o non pagata hanno disperato bisogno): così almeno si torna a scuola prima di firmare il primo contratto. La scuola è un mondo che tutti pensiamo di conoscere bene, per averci passato più di dieci anni: ma nel frattempo ne sono passati altri 15; è cambiata (un po’) la scuola, e siamo cambiati soprattutto noi. Al di là di tutte le teorie sull’apprendimento (che nessuno t’insegna), il passaggio dall’altra parte della cattedra è sempre uno choc. Così, in mancanza di teorie robuste, almeno si fa pratica.

Ma a questo punto siamo daccapo. Prima delle SSIS, l’unico modo di diventare un buon insegnante era fare esperienza (pagata). Tanto peggio per le centinaia di studenti che si beccano l’insegnante inesperto ancora in rodaggio. Ora, con le SSIS, c’è la possibilità di fare qualche esperienzuola in più – non pagata. Non mi sembra un grandissimo passo avanti. Soprattutto, nel 2003 non mi era chiaro perché centinaia di sissine con qualche esperienzuola dovessero passare davanti a precari storici che avevano anni e anni di solida pratica tra i banchi.
Quanto a me, dopo due anni non avevo né un’esperienza veramente solida, né la spinta delle sissine. Il mio destino era vivacchiare nel fondo di una graduatoria di supplenti: girarmi la provincia per una manciata di punti, in attesa di un’assunzione a tempo indeterminato che si faceva via via più lontana. All’inizio ero un po’ spaventato, così feci una cosa inconsulta. Ribussai alla porta dell’università, dove credevo che nessuno mi conoscesse più. Feci un paio di concorsi e vinsi una borsa di studio. Così, capite, in questo momento sto mangiando in due piatti – e sto sputando in entrambi. Forse la vocazione di ciarlatano ha ripreso il sopravvento.

Quest’estate avevo un po’ di tempo, così ho voluto provare a fare il ricercatore sul serio: sono andato in Connecticut e mi sono chiuso in una biblioteca pressurizzata con 40 scatoloni di manoscritti. Stavo bene, finché non mi è arrivata una mail. Il Ministro dell’Istruzione, anzi della Pubblica Istruzione, aveva deciso di assumermi a tempo indeterminato.

“È impossibile. Sono in fondo alla graduatoria. Secondo i miei calcoli fino al 2010…”
“Se invece di fare dei calcoli ti leggessi il giornale, scopriresti che Fioroni non sta pescando dalla graduatoria, ma dalla vecchia lista degli abilitati del Concorsone ’99”.
“E le sissine?”
“Imparano a votare Berlusconi. Senti, qui c’è la lista delle scuole della provincia. Sembra proprio che tu possa scegliere dove andare. C’è una scuola dove passeresti volentieri tutto il resto della vita?”
“No. Io non posso scegliere. Non ho mai scelto in vita mia”.
“Ora puoi”.
“Ma non voglio. È troppo tardi. Io questa cosa del precariato ormai l’ho interiorizzata. Io voglio farmi delle avventure, un anno nel ghetto e uno nella scuola dei fighetti. Conoscere tante prof diverse. Arrivare al collegio docenti coi libri dell’università e strafottermi di tutto, perché tanto nessuno mi spiegherà nulla. Non voglio mettere radici! Io con la scuola ci faccio solo sesso, non ho la minima intenzione di sposarmi”.
“Invece ti sposerai”.
Per telefono.

17 commenti:

  1. Leonardo, your country needs you.
    Viva gli sposi!

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  2. Continua, vero? No, perche' non puoi lasciarmi cosi' sul piu' bello.

    Pensiero slegato: sono d'accordo con te su Lost.

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  3. queste "puntate" stanno irrazionalemnte diventando la mia droga! :D

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  4. cioè quindi a sorpresa entri in ruolo puoi scegliere la scuola hai un lavoro a tempo indeterminato potresti accendere un mutuo e tu non ci dici come va a finire????

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  5. mm... hai ragione: la scuola è cambiata. adesso so' cazzi (per dirla in francese).
    la mia esperienza scolastica è ri-cominciata 7-8 anni fa, come sperto di terza area in un istituto professionale di stato... mi sparo 200-300 ore l'anno con un quarto o un quinto anno di ragazzi di periferia...
    se nessuno t'insegna a insegnare figurati se qualcuno t'insegna a fare l'esperto! nel mio caso ho dalla mia due elementi:
    - figli in età da liceo
    - conoscenza approfondita di quel che vado a spiegare

    ma insegnare è un'altra cosa

    penso (addirittura) che un buon insegnante debba amare più l'insegnamento che la materia da insegnare. o forse no, non lo so. quel che vedo è la scuola degradarsi a vista d'occhio. per uno-due ragazzi creativi-intelligenti (e chissenefrega se non ti ascoltano) c'è il resto della classe apatica e... desolante! se guardi gli insegnanti è anche peggio.
    perciò dico:
    - di sicuro stra-alzi la media
    - però insegnare male è un delitto

    secondo me la responsabilità di un cattivo insegnante è almeno pari a quella di un cattivo medico o di un cattivo infermiere: mette (contribuisce a mettere) a rischio la vita degli studenti
    marcell_o

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  6. minchia, il contrattone! Io ho avuto le tue stesse remore all'inizio. Poi ho pensato all'affitto.
    GePs

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  7. Ah, sei un altro benedetto dal concorsone one one che noi non vedremo mai più. Fantastico.
    Ok, godiamoci Leonardo, finché dura. Prima che si segga del tutto.

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  8. Leonardo sei grande. E' dai tempi del Leonardo’s Basic Culture Simulator che non attendevo con tanta ansia i tuoi post!
    marcell_o: se mi permetti, chioso:
    la responsabilità di un cattivo insegnante è maggiore di quella di un cattivo medico: nel vuoto pneumatico in cui viviamo l'unica (e ultima) speranza è riposta nella scuola. E se dalla scuola escono "cattivi" cittadini, a che mi serve che siano sani? meglio che crepino (beh, insomma, quasi...)

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  9. Non sono una insegnante però di recente sono andata a fare una lezione in un istituto tecnico su "diritti umani e stato del mondo" in quanto membro di una associazione onlus. Sono rimasta basita dal vuoto pneumatico che avevo davanti, ai ragazzi non fregava nulla di quello che raccontavamo e non è che ci siamo messi a fare una presentazione in powerpoint coi dati onu. Cercavamo di parlare e di coinvolgerli. E soprattutto sembrava che non avessero mai sentito un tg neanche per sbaglio. Per carità essendo "insegnanti improvvisati" sarà stata anche colpa nostra. Comunque credo che sia difficile insegnare, che ci voglia infinita pazienza per non scoraggiarsi e non avere un crollo di autostima.

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  10. lo sapevo, è la storia di tutte le nostre vite: scapigliati e rivoluzionari da giovani, e poi borghesi e accasati.

    (si dimostra anche qui, ed è così fin dalla sagra dei Motivi per cui Leonardo non ha i commenti, quando in effetti non li aveva) che i post legati da fil rouge sono quelli in cui splendi ancor di più

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  11. Ciao Leonardo, se rispondo ora è colpa di #6.

    Punto 1. E' vero. La SSIS non ti prepara adeguatamente, soprattutto dal punto di vista della didattica. Se insegnare è difficile, insegnare ad insegnare è impresa ancora più ardua. Molti dei miei insegnanti pretendevano di insegnare Didattica de Pappappero (sostituisci con Elettronica Digitale, Elettronica Industriale, Elettronica di Potenza, Elettronica, Informatica -finalmente! cazzo io devo insegnare Informatica non Elettronica!!- la parola Pappappero) rileggendo in classe l'indice di un libro di testo delle superiori.

    Punto 2. Anche la SSIS boccia. Almeno nel mio corso, il Tecnologico. Non ne conosco i veri motivi, ma in un caso è stato anche per puro odio personale nei confronti del candidato (e non gli davo torto).

    Punto 3. Io purtroppo mi sono laureata nel 2000. Il concorsone del 99 non so nemmeno cosa sia. Che faccio? Rinuncio alla carriera di insegnante su due piedi? Al contrario di te, ho rifiutato una borsa di studio nel 2002: dovevo trasferirmi a Bologna (non nel Connecticut!), ma ero stanca di girovagare per l'Italia.

    Punto 4. Non dimentichiamoci che sono una donna. Pigra. Metti insieme il tutto.. e arrivi alla conclusione che io avrei fatto gli zompi mortali se mai avessi ricevuto una bella comunicazione dal Ministero. Ma non mi chiamano nemmeno per le supplenze! Fino a quando non mi iscrivo nelle permanenti, la vedo dura per la mia carriera.. e intanto quelle poche cose buone che la SSIS mi aveva insegnato, me le sono belle che scordate!

    PS: Non voterò mai il Berlusca. Non bestemmmiamo per favore.

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  12. io l'ho sempre considerata un po' suonata, anche se, da un certo punto in poi, diciamo dalle vignette in avanti (oh, non è che voglio strasfracellarteli, è proprio così), come minimo la categoria "fascisti islamici" la vedo un po' più credibile.

    non si è parlato, però, dei disastri ante 11/9 ed è un errore. voglio dire, ha rovinato un'intera generazione di donne, e ne so qualcosa, femministe fuori, orianofallaciste dentro. imho, solo una che abbia consumato "un uomo" può aver scritto un post tipo "bamboccioni superficiali".

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  13. dio bono, ho commentato il post sbagliato ... devo prendermi un sabbatico.

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  14. beh, l'importante è che non ha rovinato la generazione di donne con cui uscivo io.

    (Sullo stile tosco-viscerale della Fallaci, che per me è un classico esempio di fascismo in letteratura io vorrei scrivere un saggio in tre volumi, ma non è il caso).

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  15. per non parlare dei cosiddetti insegnanti di religione che grazie alla ssis diventano di ruolo magari insegnando italiano!!!! e rubando il posto a quelli in graduatoria....

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