Donostia
Lei? Beh, lei sta bene (un po' rossa) e vi saluta.
Io vado forse ancora un po' a occidente, oppure in Borgogna, i piani sono molto vaghi. Tanto questo sito pare molto piu' divertente quando non ci sono io, e persino il forum.
Per il resto: il sole picchia, mi piu' che i piaceri della carne mi do' a quelli pesce. La locanda sull'oceano e', come si dice, dignitosa. Le nostre vacanze sono sempre odissee nella dignita'.
Parlando di dignita', non sono riuscito a trovare da nessuna parte la notizia delle dimissioni del ministro Castelli. Qualcuno me la posta? Senno' comincio a pensare che Castelli sia ancora alla Grazia e alla Giustizia, maddai, impossibile.
L'Italia in generale sembra sempre meno possibile, man mano che ti allontani.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi.
Noi no. Donate all'UNRWA.
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giovedì 12 agosto 2004
giovedì 5 agosto 2004
Verso Lourdes
Il momento prima di partire è sempre bellissimo: io faccio del mio meglio per rovinarlo, accumulando incombenze e ritardi, ma non ci riesco mai del tutto.
Così, speravo di riuscire a scrivere qualcosa di bello prima di salutare, ma non ce la faccio.
Per le prossime due settimane non so se riuscirò a scrivere qualcosa. Non so nemmeno dove sarò esattamente. Lascio aperta la porta al vecchio Defarge, che è qui in sonno da tanto tempo. Sarebbe bello leggere qualcosa di suo, qui o altrove.
Buone vacanze, a chi ci va.
Il momento prima di partire è sempre bellissimo: io faccio del mio meglio per rovinarlo, accumulando incombenze e ritardi, ma non ci riesco mai del tutto.
Così, speravo di riuscire a scrivere qualcosa di bello prima di salutare, ma non ce la faccio.
Per le prossime due settimane non so se riuscirò a scrivere qualcosa. Non so nemmeno dove sarò esattamente. Lascio aperta la porta al vecchio Defarge, che è qui in sonno da tanto tempo. Sarebbe bello leggere qualcosa di suo, qui o altrove.
Buone vacanze, a chi ci va.
mercoledì 4 agosto 2004
The cure
Perché i critici dovrebbero insanire? Io, Gabriele d’Annunzio, per i morti di Dogali ho scritto una ode molto commossa, pubblicata a suo tempo.
Chiedo scusa, di solito non continuo a spiegare lo stesso post per una settimana, è una cosa perfino maleducata. I post dovrebbero spiegarsi da soli.
C'è però un argomento, nel mare di tutti i "razzista", "antisemita", "mi fai ribrezzo", "curati", a cui sento di poter rispondere. E cioè: in questo post io avrei definito l'undici settembre "una cura".
In quel caso non vale dare la colpa ai personaggi, perché quell'espressione proviene dalla voce narrante, cioè io. Il mio personaggio si sveglia e vede il poster della skyline di Manhattan "prima e dopo la cura". Come mi permetto di scrivere una cosa del genere?
Cerco di spiegarmi.
Per me, come persona, l'undici settembre 2001 è stata un'enorme tragedia. Parola retorica, ma non saprei trovarne un'altra per un rogo in cui hanno perso la vita quasi tremila persone.
Anch'io, a suo tempo (e nel mio piccolo), ho scritto pagine molto commosse, in cui cercavo di riscuotermi dalla spettacolarità delle immagini e ripetere a me stesso che lì dentro stavano morendo, schiacciate e arse vive, migliaia di persone. Credo di esserci riuscito, credo di aver introiettato un paio di immagini di orrore. Fatti miei, ma in fondo questo ormai è un esame di coscienza.
Questo da un punto di vista emotivo. Da un punto di vista politico (perché di politica abbiamo subito cominciato a pensare, a ceneri ancora calde), credo che:
– sia stato un enorme crimine contro l'umanità e contro una specifica nazione, e che quella nazione ha il diritto di perseguire i mandanti;
– non sia sbagliato affermare che sia stato un atto di guerra, vista l'entità della strage;
ma credo anche
– che utilizzare questa strage, ripeto, utilizzare questa strage, per giustificare due invasioni in due anni, e in generale una politica di egemonia imperiale, sia stato terribilmente sbagliato. I risultati possiamo vederli coi nostri occhi: Bin Laden è probabilmente morto, ma la sua memoria è più cara che mai a una parte di mondo. Quella parte di mondo non è affatto diminuita da tre anni in qua. A me pare piuttosto il contrario.
– Credo inoltre che questa politica di egemonia imperiale sia stata consapevolmente perseguita da una classe dirigente USA che aveva bisogno di un pretesto per umiliare l'ONU (obiettivo fallito) e piantare le sue bandierine su alcune caselle chiave dello scacchiere asiatico (obiettivo relativamente riuscito).
– Credo che l'aver trattato questa spaventosa strage a mo' di pretesto, di casus belli, sia stato una terribile offesa alla memoria dei caduti dell'undici settembre e all'intelligenza di tutti noi. Devo dire la famosa parola? La dico. L'undici settembre è stato strumentalizzato. Senza che questo sia servito a evitare nuovi undici settembre.
Questo in generale. Poi, nel particolare, c'è la piccola fauna locale dei blog neoconi, con gli sfondi a stelle e strisce, la stella di David, eccetera eccetera. Quelli che ogni tanto fanno sapere di "non essersi dimenticati dell'11 settembre", come se gli altri soffrissero di amnesia. Ora, io non considero questi blog come parte di nessun Impero del Male. Non credo di dover vincere nessuna battaglia dialettica contro di loro. Mi sembrano dei fantastici obbiettivi da sfottere, questo sì. E può darsi che io abbia obbedito in questo a certe dinamiche da spogliatoio di scuola media inferiore: tutti addosso allo sfigato.
Ma c'è da dire che questo sfigato un po' mi affascina. La pervicacia con la quale difende le sue idee e rifiuta quelle altrui, con cui dà lezioni su cose che lui stesso ha appena imparato, con cui denuncia il complotto marxista-noglobal-antisemita-islamico-neofascista, mi sembra degno d'attenzione. E mi chiedo: non sono io in qualche modo una sua versione speculare? Non sono altrettanto ridicolo, nelle mie convinzioni e nel modo in cui le difendo? Quando scrivevo di Teddi, pensavo a me, nel mio appartamento (piccolo).
Ma poi, come andrà a finire, il povero Teddi? Scomparirà in una nube di bile, o sarà in grado di riprodursi? Gli capiterà mai di arruolarsi per una di quelle guerre che sostiene con tanta convinzione?
Di questo personaggio mi è capitato di dire che è "nato l'11 settembre". Nel senso che l'11 settembre 2001 per lui è una sorta di battesimo: prima c'era la pace, ora c'è la guerra; prima l'Occidente regnava indisturbato, ora è minacciato dall'Islam: prima avevamo privacy e altri diritti, ora dobbiamo sacrificarli in nome della vittoria finale.
Per queste persone, alla fine, l'11 settembre diventa una grande giustificazione esistenziale. Ora possono finalmente liberare tutte le loro energie contro un nemico. Ora possono dimenticare i loro sensi di colpa occidentali e dare addosso a qualcuno che è peggio di noi. Dopo il 1989 erano rimasti per più di dieci anni senza un orco cattivo: ora l'Islam va a occupare il posto lasciato vacante dal comunismo.
Tutto questo, però, a spese di una tragedia enorme, in cui sono arse vive migliaia di persone. Quella tragedia è diventata una bandierina, una gif animata, uno slogan da buttare in una discussione, come un petardo in mezzo alle galline. Questa piccola strumentalizzazione quotidiana, fatta da persone come me, che hanno un blog come il mio, mi fa un certo senso. Il mio Teddi è un personaggio che ha bisogno di ricordarsi ogni giorno che c'è una guerra, che lui è in guerra, anche se tutto quello che fa è scrivere lunghi pezzi su un blogghino come il mio. A mo' di promemoria, ha un poster di Manhattan "prima e dopo la cura". Quelle parole sono le mie, e indicano l'atteggiamento di Teddi nei confronti di una tragedia: per lui è diventata un promemoria per svegliarsi tutti i giorni un po' più incazzato. "Prima della cura" New York regnava indisturbata senza accorgersi dell'orco cattivo: "dopo la cura" New York partecipa con slancio alla guerra contro il Terrorismo.
E se non ci fosse stata "la cura", di cosa scriverebbe Teddi ogni giorno? Quanti motivi avrebbe di alzarsi da letto e accendere il Pc? Potrebbe esistere Teddi senza "la cura"? No, per diventare quello che è, Teddi aveva davvero bisogno della "cura".
Ecco cosa volevo dire con quella espressione, ma ci sono riuscito? Il lettore medio avrà capito?
No, forse no, forse non ho fatto abbastanza per farmi capire. Ecco, di questo posso chiedere scusa. Non di avere scritto una brutta cosa. Ma di averla scritta male. Questo è il senso della letteratura, e questa è letteratura, anche se di basso livello e di consumo spiccio. Scusate ancora.
Perché i critici dovrebbero insanire? Io, Gabriele d’Annunzio, per i morti di Dogali ho scritto una ode molto commossa, pubblicata a suo tempo.
Chiedo scusa, di solito non continuo a spiegare lo stesso post per una settimana, è una cosa perfino maleducata. I post dovrebbero spiegarsi da soli.
C'è però un argomento, nel mare di tutti i "razzista", "antisemita", "mi fai ribrezzo", "curati", a cui sento di poter rispondere. E cioè: in questo post io avrei definito l'undici settembre "una cura".
In quel caso non vale dare la colpa ai personaggi, perché quell'espressione proviene dalla voce narrante, cioè io. Il mio personaggio si sveglia e vede il poster della skyline di Manhattan "prima e dopo la cura". Come mi permetto di scrivere una cosa del genere?
Cerco di spiegarmi.
Per me, come persona, l'undici settembre 2001 è stata un'enorme tragedia. Parola retorica, ma non saprei trovarne un'altra per un rogo in cui hanno perso la vita quasi tremila persone.
Anch'io, a suo tempo (e nel mio piccolo), ho scritto pagine molto commosse, in cui cercavo di riscuotermi dalla spettacolarità delle immagini e ripetere a me stesso che lì dentro stavano morendo, schiacciate e arse vive, migliaia di persone. Credo di esserci riuscito, credo di aver introiettato un paio di immagini di orrore. Fatti miei, ma in fondo questo ormai è un esame di coscienza.
Questo da un punto di vista emotivo. Da un punto di vista politico (perché di politica abbiamo subito cominciato a pensare, a ceneri ancora calde), credo che:
– sia stato un enorme crimine contro l'umanità e contro una specifica nazione, e che quella nazione ha il diritto di perseguire i mandanti;
– non sia sbagliato affermare che sia stato un atto di guerra, vista l'entità della strage;
ma credo anche
– che utilizzare questa strage, ripeto, utilizzare questa strage, per giustificare due invasioni in due anni, e in generale una politica di egemonia imperiale, sia stato terribilmente sbagliato. I risultati possiamo vederli coi nostri occhi: Bin Laden è probabilmente morto, ma la sua memoria è più cara che mai a una parte di mondo. Quella parte di mondo non è affatto diminuita da tre anni in qua. A me pare piuttosto il contrario.
– Credo inoltre che questa politica di egemonia imperiale sia stata consapevolmente perseguita da una classe dirigente USA che aveva bisogno di un pretesto per umiliare l'ONU (obiettivo fallito) e piantare le sue bandierine su alcune caselle chiave dello scacchiere asiatico (obiettivo relativamente riuscito).
– Credo che l'aver trattato questa spaventosa strage a mo' di pretesto, di casus belli, sia stato una terribile offesa alla memoria dei caduti dell'undici settembre e all'intelligenza di tutti noi. Devo dire la famosa parola? La dico. L'undici settembre è stato strumentalizzato. Senza che questo sia servito a evitare nuovi undici settembre.
Questo in generale. Poi, nel particolare, c'è la piccola fauna locale dei blog neoconi, con gli sfondi a stelle e strisce, la stella di David, eccetera eccetera. Quelli che ogni tanto fanno sapere di "non essersi dimenticati dell'11 settembre", come se gli altri soffrissero di amnesia. Ora, io non considero questi blog come parte di nessun Impero del Male. Non credo di dover vincere nessuna battaglia dialettica contro di loro. Mi sembrano dei fantastici obbiettivi da sfottere, questo sì. E può darsi che io abbia obbedito in questo a certe dinamiche da spogliatoio di scuola media inferiore: tutti addosso allo sfigato.
Ma c'è da dire che questo sfigato un po' mi affascina. La pervicacia con la quale difende le sue idee e rifiuta quelle altrui, con cui dà lezioni su cose che lui stesso ha appena imparato, con cui denuncia il complotto marxista-noglobal-antisemita-islamico-neofascista, mi sembra degno d'attenzione. E mi chiedo: non sono io in qualche modo una sua versione speculare? Non sono altrettanto ridicolo, nelle mie convinzioni e nel modo in cui le difendo? Quando scrivevo di Teddi, pensavo a me, nel mio appartamento (piccolo).
Ma poi, come andrà a finire, il povero Teddi? Scomparirà in una nube di bile, o sarà in grado di riprodursi? Gli capiterà mai di arruolarsi per una di quelle guerre che sostiene con tanta convinzione?
Di questo personaggio mi è capitato di dire che è "nato l'11 settembre". Nel senso che l'11 settembre 2001 per lui è una sorta di battesimo: prima c'era la pace, ora c'è la guerra; prima l'Occidente regnava indisturbato, ora è minacciato dall'Islam: prima avevamo privacy e altri diritti, ora dobbiamo sacrificarli in nome della vittoria finale.
Per queste persone, alla fine, l'11 settembre diventa una grande giustificazione esistenziale. Ora possono finalmente liberare tutte le loro energie contro un nemico. Ora possono dimenticare i loro sensi di colpa occidentali e dare addosso a qualcuno che è peggio di noi. Dopo il 1989 erano rimasti per più di dieci anni senza un orco cattivo: ora l'Islam va a occupare il posto lasciato vacante dal comunismo.
Tutto questo, però, a spese di una tragedia enorme, in cui sono arse vive migliaia di persone. Quella tragedia è diventata una bandierina, una gif animata, uno slogan da buttare in una discussione, come un petardo in mezzo alle galline. Questa piccola strumentalizzazione quotidiana, fatta da persone come me, che hanno un blog come il mio, mi fa un certo senso. Il mio Teddi è un personaggio che ha bisogno di ricordarsi ogni giorno che c'è una guerra, che lui è in guerra, anche se tutto quello che fa è scrivere lunghi pezzi su un blogghino come il mio. A mo' di promemoria, ha un poster di Manhattan "prima e dopo la cura". Quelle parole sono le mie, e indicano l'atteggiamento di Teddi nei confronti di una tragedia: per lui è diventata un promemoria per svegliarsi tutti i giorni un po' più incazzato. "Prima della cura" New York regnava indisturbata senza accorgersi dell'orco cattivo: "dopo la cura" New York partecipa con slancio alla guerra contro il Terrorismo.
E se non ci fosse stata "la cura", di cosa scriverebbe Teddi ogni giorno? Quanti motivi avrebbe di alzarsi da letto e accendere il Pc? Potrebbe esistere Teddi senza "la cura"? No, per diventare quello che è, Teddi aveva davvero bisogno della "cura".
Ecco cosa volevo dire con quella espressione, ma ci sono riuscito? Il lettore medio avrà capito?
No, forse no, forse non ho fatto abbastanza per farmi capire. Ecco, di questo posso chiedere scusa. Non di avere scritto una brutta cosa. Ma di averla scritta male. Questo è il senso della letteratura, e questa è letteratura, anche se di basso livello e di consumo spiccio. Scusate ancora.
lunedì 2 agosto 2004
E allora Fëdor?
Va bene, tanto ormai Rolli mi ha scoperto. Sono io. Cosa posso dire a mia discolpa? Nulla.
E però, mi viene da pensare a Fëdor. Fëdor chi? Ma Dostoevskij, naturalmente. Quel barbaro assassino di vecchiette.
E mi chiedo come sia possibile: lui la vecchietta l'ha uccisa, no? È scritto là, nero su bianco. L'ha uccisa, ci ha scritto un libro (ci hanno fatto anche un film), e lui l'ha passata liscia. A voi sembra giusto?
In un altro libro, come si chiama, i demoni, ha addirittura violentato una bambina. E nessuno che sia andato a prenderlo in casa. Sì, in Siberia ci andò, ma per altri motivi. Politici. Politici? Un assassino ladro e violentatore di bambine? Ma che, scherziamo?
E non mi venite a dire che è avvenuto tutto su carta, non dal vero: che differenza c'è? Nessuna differenza. Chiedete a Rolli.
E nemmeno ditemi che non è stato Fëdor, ma un suo personaggio: che differenza c'è? Come se Sofocle non avesse ucciso suo padre. E William, l'inglese, lì, Shakespeare, quanti ne avrà fatti fuori? Quasi quasi mi eguaglia. Dico 'quasi', eh.
E non mi dite che la narrativa è una dimensione diversa dalla realtà, in cui si immaginano ipotesi di realtà diverse, che ci consentono di capire meglio la nostra realtà, l'unica in cui siamo costretti a vivere e a convivere pacificamente con gli altri: perché queste cose non le capirò mai, e se le avessi capite a suo tempo avrei continuato a dipingere, e non avrei fatto la voce grossa quella sera in birreria, su a Monaco.
Infine, non mi venite a dire che mi paragono a gente incommensurabile, Dostoevskij Shakespeare e Sofocle: se non fossi megalomane, non sarei io. Ma scusate, cambia forse qualcosa accendendo la tv? Fate solo caso a quanta gente ammazzeranno in seconda serata. E tutti questi soggettisti e sceneggiatori girano in libertà! Vi sembra normale? E perché devo pagare sempre solo io? Solo perché sono piccolo e baffetto?
Massacri di serie a, massacri di serie b. È una vergogna, uno schifo, ecco cos'è.
Va bene, tanto ormai Rolli mi ha scoperto. Sono io. Cosa posso dire a mia discolpa? Nulla.
E però, mi viene da pensare a Fëdor. Fëdor chi? Ma Dostoevskij, naturalmente. Quel barbaro assassino di vecchiette.
E mi chiedo come sia possibile: lui la vecchietta l'ha uccisa, no? È scritto là, nero su bianco. L'ha uccisa, ci ha scritto un libro (ci hanno fatto anche un film), e lui l'ha passata liscia. A voi sembra giusto?
In un altro libro, come si chiama, i demoni, ha addirittura violentato una bambina. E nessuno che sia andato a prenderlo in casa. Sì, in Siberia ci andò, ma per altri motivi. Politici. Politici? Un assassino ladro e violentatore di bambine? Ma che, scherziamo?
E non mi venite a dire che è avvenuto tutto su carta, non dal vero: che differenza c'è? Nessuna differenza. Chiedete a Rolli.
E nemmeno ditemi che non è stato Fëdor, ma un suo personaggio: che differenza c'è? Come se Sofocle non avesse ucciso suo padre. E William, l'inglese, lì, Shakespeare, quanti ne avrà fatti fuori? Quasi quasi mi eguaglia. Dico 'quasi', eh.
E non mi dite che la narrativa è una dimensione diversa dalla realtà, in cui si immaginano ipotesi di realtà diverse, che ci consentono di capire meglio la nostra realtà, l'unica in cui siamo costretti a vivere e a convivere pacificamente con gli altri: perché queste cose non le capirò mai, e se le avessi capite a suo tempo avrei continuato a dipingere, e non avrei fatto la voce grossa quella sera in birreria, su a Monaco.
Infine, non mi venite a dire che mi paragono a gente incommensurabile, Dostoevskij Shakespeare e Sofocle: se non fossi megalomane, non sarei io. Ma scusate, cambia forse qualcosa accendendo la tv? Fate solo caso a quanta gente ammazzeranno in seconda serata. E tutti questi soggettisti e sceneggiatori girano in libertà! Vi sembra normale? E perché devo pagare sempre solo io? Solo perché sono piccolo e baffetto?
Massacri di serie a, massacri di serie b. È una vergogna, uno schifo, ecco cos'è.
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