Ma poi come andrà a finire, il povero Teddi? Scomparirà in una nube di bile, o sarà in grado di riprodursi? Gli capiterà mai di arruolarsi per una di quelle guerre che sostiene con tanta convinzione?
Il ritorno di Teddi, il Neocone.
Quel mattino Taddei Abramo detto Teddi, il Neocone, ebbe un risveglio difficile.
Forse per via della pizza ai peperoni, o della lunga sessione serale al PC – sì, ma ne era valsa la pena. Il suo attacco a un blog sinistroide era diventato, paragrafo dopo paragrafo, un vibrante atto d'accusa contro i pacifisti neofascisti neocomunisti antiamericani e antisemiti. AmericaMyLove, IlikeAmerica e AmericaIsMyCountry lo avevano lincato immediatamente, il contatore era schizzato, e un centinaio di lettori entusiasti erano venuti a complimentarsi nei commenti. Più qualche idiota di troll antiamericano e antisemita, prontamente ridicolizzato. Che serata di gloria.
Poi evidentemente i peperoni, rimasti fino allora in sonno, avevano cominciato a lavorarlo ai fianchi. A un certo punto Teddi aveva quasi rischiato di addormentarsi sulla postazione, il naso schiacciato sui pulsanti H e J. In un qualche modo era riuscito a spegnere tutto e a raggiungere la camera, buttandosi sul letto senza neanche lavarsi i denti. (Fortuna che Teddi era solito scrivere i suoi vibranti pezzi già in pigiama).
Seguirono sogni inquieti. Non uno. Non due. Una notte intera trascorsa in fantasie affannose e angoscianti – ma vaghe, impalpabili, nulla che Teddi riuscisse a mettere a fuoco. Solo verso la fine dell'incubo un uomo arrogante gli era entrato in casa, e adducendo folli argomenti, aveva iniziato a murare Teddi vivo nella sua stessa camera da letto. Nel sogno Teddi aveva urlato cose orribili e irreparabili, e poi si era svegliato, forse...
...E ora ecco Teddi a rapporto, sudato, nel suo pigiama red-white-and-blue, sulla sua cyclette di ordinanza.
"Agente Bar a rapporto, signore".
"Riposo, agente".
"Grazie signore".
"Riposo non significa che devi smettere di pedalare".
"Certo signore, mi scusi, signore".
"Hai avuto un sonno inquieto, lo sai, Bar?"
"Così sembra, signore".
"Vorresti per una volta lasciar perdere il «signore»? Non sei un marine dell'esercito, Bar, sei solo un CoPro della Cia".
"Signore, mi lasci dire quanto sia per me un onore e un privilegio poter servire…"
"Bla bla bla. Bar, se ti pagassimo un dollaro a parola saresti ricco, lo sai?".
"Lo so bene, Signore".
"Ho dato un'occhiata alla tua scheda, mentre eri di là. Tu sei stato uno dei primi blog italiani sul nostro libro paga. Prime sovvenzioni occulte già verso la fine del 2005. Vent'anni di onorata carriera. Complimenti".
"Signore, all'inizio mi pagavate un cent ad accesso. Non ci coprivo le bollette. Era più un hobby, una passione".
"Una passione, eh?"
"Sissignore, ho cercato di guadagnarci. Sono forse stato l'unico? Tutti cercavano di aprire blog tematici a fini commerciali, in quel periodo. Chi lo apriva sulla tv, chi sul calcio… argomenti fin troppo inflazionati, da noi. Ma nessuno aveva ancora pensato…"
"All'America".
"La terra del Libero e la casa del Bravo".
"Più o meno, sì. Così sei riuscito a farti finanziare un blog dalla Cia".
"È stato facile, Signore. Ho scritto una mail a Langley, e mi avete risposto".
"Trovo difficile crederti, Bar".
"Ha ragione, signore. Un povero cittadino italiano come me, con un misero blog stellestrisce, cosa aveva da offrire alla più grande democrazia del pianeta?"
"Ci hai mentito. Ci hai scritto che sapevi l'arabo e non era vero".
"Una piccola licenza, signore".
"Hai sfruttato le debolezze del nostro sistema. Sapevi che la Cia cercava ovunque arabisti a poco prezzo, e ti sei venduto come osservatore sul fronte medio-orientale. Ci abbiamo messo anni a capire che ci rifilavi le rassegne stampa dei blog italiani filo-arabi. Eppure lo sai che noi anglosassoni non tolleriamo le menzogne".
"Tranne quelle a fin di bene, signore".
"Già, già. Nel frattempo ti sei messo in bella mostra sul network dei blog italiani filoUSA. Hai partecipato a tutti i flame più importanti. Hai gettato discredito su tutti i principali blog antiamericani, e qualche schizzo è arrivato anche ai giornalisti e comici di professione. E per tutto questo ti pagavamo".
"Un cent, signore. Un misero cent ad accesso".
"Ne hai fatta di strada da allora, eh, Bar?"
"Signore, non mi lamento".
"E tanta ancora ne farai. Continua a pedalare".
(Continua)
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