Subliminews
Anche ieri i giornalisti hanno scioperato e anche ieri, puntualmente, si è verificato quell’inatteso fenomeno: abbiamo visto dei tg normali. Spartani ma impeccabili. Un signore un po’ legnoso leggeva una serie di dispacci di agenzia, senza neanche l’ausilio del gobbo. Un format quasi perfetto nella sua fattura artigianale – non fosse per quegli inutili tre minuti di comunicati e controcomunicati sindacali. E con la scusa che non ci sono sfilate da inquadrare e film da pubblicizzare, avanza anche un po’ di tempo per i cartoni animati.
Da qui una serie di considerazioni, prima della quale: forse mi sto rincoglionendo. E se la pensi come me, o lettore, stiamo rincoglionendo insieme. Invecchiamo, diventiamo reazionari. La nostra idea di “tg normale” è indissolubilmente legata ai tg della nostra infanzia, con una grafica minima o inesistente, e Vespa o Fede o Frajese su uno sfondo grigio che leggevano notizie: tutto quello che potevano fare era leggere notizie. In casa si faceva silenzio, perché se si voleva imparare qualcosa (a quei tempi si desiderava imparare qualcosa), occorreva stare attenti. Come i nostri nonni con le radio. Era il medioevo della multimedialità, ma da qualche parte nella nostra coscienza di rincoglioniti sarà per sempre l’età dell’oro in cui giocavamo coi lego sul tappeto. Si stava meglio.
Seconda considerazione: siamo sicuri che non si stesse davvero meglio? Il tg all’antica aveva un grosso vantaggio: come la radio, potevo ascoltarlo e intanto giocare coi lego. L’apporto visivo era nullo. Oggi siamo costretti a guardare. Ma sarà vero? C’è davvero molto da guardare nei filmati di un qualsiasi tg (anche serio)? Fateci caso: l’80% del materiale visivo consiste in materiale d’archivio, spesso estrapolato dal primo contesto, col risultato di deformare l’informazione. Faccio un esempio: se si parla di un nuovo comunicato di Bin Laden, si andrà a pescare qualche vecchio filmato del califfo del Terrore. Nel medioevo della nostra infanzia si usava aggiungere la scritta “immagini di repertorio”. Oggi no. Oggi la maggior parte dei telespettatori è deliberatamente indotta all’equivoco: Bin Laden è ancora in circolazione, legge discorsi e compare in tv. In realtà non abbiamo più video suoi da un sacco di anni.
È andata così: dopo decenni di multimedialità molto scarsa, la tecnologia ha permesso ai telegiornali di abbinare davvero testi e immagini. Ma la forma più chiara, breve e sintetica per dare le informazioni resta sempre la stessa: farle leggere a qualcuno. Le immagini possono illustrare la notizia, ma restano secondarie. Quello che veicolano, molto spesso, sono messaggi laterali, subliminali: mentre lo speaker ci dice “è uscito un nuovo discorso di Bin Laden”, l’immagine suggerisce: “Bin Laden è sicuramente vivo, guardatelo qui”.
I messaggi subliminali sono allo stesso tempo più suadenti e più difficili da riconoscere, e quindi da criticare. Arrivano spesso prima del messaggio primario – specie da quando nelle nostre case abbiamo smesso di seguire i tg in religioso silenzio. Da quando, cioè, sono diventati contenitori chiassosi di filmati di repertorio, defilés, trailers, videoclip. Il subliminale è talmente debordante da soddisfare totalmente la nostra fame d’informazione. Tant’è che già da parecchi anni i tg hanno messo a disposizione del pubblico più smaliziato uno strumento utilissimo per riconoscere le informazioni pure in mezzo al chiasso: i titoli correnti in fondo alla pagina. Quelli si possono seguire senza disturbare ed essere disturbati anche mentre il resto della famiglia ciarla e sforchetta.
Terza considerazione, assai simile alla prima: sono davvero un reazionario. Immerso come sono in un universo multitasking, mi ostino a credere di poter fare solo una cosa alla volta. Continuo a prediligere strumenti lineari, come la voce dello speaker, o la linea dei titoli che scorre lungo il lato inferiore del video. Tutto quello che il video mi offre di più, lo squalifico come paccottiglia subliminale, buona per ipnotizzare le masse. In realtà i supporti video possono essere molto utili e fornire testimonianze preziose…
Eppure resta l’incontrovertibile verità: un tg di dieci minuti, tutto letto al microfono come ai vecchi tempi, contiene l’esatta quantità di informazione che di solito viene condita con mezz’ora di scemenze. Se ci riflettessero bene, i giornalisti tv, forse troverebbero un altro strumento di lotta.
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Forse sarebbe meglio se ci rimettessimo a giocare col Lego, senza farci distrarre da Emilio Fede...
RispondiEliminadici sia per questo che io - nonostante sia un multimediale convinto - sono anni che non guardo più un telegiornale, e mi limito ai giornali radio?
RispondiEliminaIl post mi ha ricordato il libro "Divertirsi da morire" di Neil Postman.
RispondiEliminaSe non l'hai già letto, vale la pena.
Ciao
gm
Sono perfettamente d'accordo con le tue osservazioni sui messaggi subliminali che vengono lanciati con le immagini messe a corredo dei telegiornali. Aggiungerò che è estremamente istruttivo guardare un telegiornale a volume abbassato, perché improvvisamente i messaggi subliminali diventano apparenti. Un esempio su tutti: degli "stati canaglia" si mostrano solo immagini con truppe che marciano, lanci di missili, o leader politici che urlano o magari sparano - chi si ricorda l'immagine di Saddam Hussein che spara con un fucile, ripetuta all'infinito?
RispondiEliminaL'Italia dell'informazione è ridicola, oscena, offensiva e furba (perchè mandare immagini di repertorio fa risparmiare tanto tanto tanto).
RispondiEliminaVi basta vedere i telegiornali tedeschi o francesi, o anche della BBC per vedere quanta classe c'è, ancora, nel mandare un giornalista e un operatore a riprendere sempre e comunque quasi tutto quello che si può e si riesce.
E c'è ancora la scritta "immagini di repertorio". All'estero.
Siamo dunque rincoglioniti insieme. Anche a me il tg senza mezz'ora di scemenze era parso molto "normale" e godibile. Anche e meglio della radio. Avevo fatto considerazioni del tutto analoghe alle tue. :)
RispondiEliminaSi vede che la televisione soffre di un complesso di inadeguatezza, ha paura di rimanere indietro, di non rinnovarsi abbastanza, e quindi sopperisce con la quantità di forme la pochezza dei contenuti.
RispondiEliminaO, molto, molto più probabilmente, il giornalismo è più facile, comodo ed economico così, come un fast food della notizia che colora prodotti poco nutrienti.
Comunque sia, mi schiero tra i rincoglioniti appasisonati di lego.
Reazionario. Suona un po' ingeneroso per una nostalgia che ha più il sapore di una madeleine che della cicoria.
RispondiEliminaguido
hai ragione da vendere, soprattutto sulla parte tecnica (quella sui messaggi subliminali rivela un ottimismo di fondo e una fede nella capacità di gestire la comunicazione visiva che probabilmente non avresti se fossi lì in mezzo a montare un servizio al volo con l'unica immagine di repertorio sgranata che hai a disposizione e il caporedattore col fiato sul collo che ti urla: "ancora non è prontoooooo????"). il problema, in italia, è che i giornalisti dei telegiornali fanno lo stesso lavoro di quelli della carta stampata: scrivono il pezzo. punto. raramente si preoccupano del video, spesso consegnano il pezzo speakerato e nero, e il montatore ci mette su immagini di repertorio. altro, e molto diverso discorso, per i giornalisti che non stanno nei tg e che il video, ti assicuro, non lo trascurano affatto.
RispondiEliminaNon è che ci stiamo rincoglionendo, e che ormai i Tg sono diventati pura e nuda cronaca nera. Poca politica interna fatta male, e striminzita politica estera fatta malissimo. Non è solo un problema di dispacci striminziti di agenzia,è un problema di contenuti, di giornalisti compicenti e di un sistema radiotelevisivo sempre più schiavo delle lobby politiche.
RispondiEliminastiamo rincoglionendo assieme.
RispondiEliminadio bono, rincoglionire assieme ad un lupetto. dovrò rivedere i pregiudizi (e il mio psicanalista una volta mi ha detto che i pregiudizi aiutano a vivere. fanculo)
Ti elevi anche a mia voce in questo tuo sfogo. Non seguo un tg intero da non ricordo quanto tempo; ne posso ancora meno dei reiterati servizi meteo (fa freddo d'inverno, fa caldo d'estate. Con la variante, ogni singolo anno, di: "E' l'inverno più freddo di...", e "E' l'estate più calda di..."). Seguo il tg quando ci sono gli scioperi, è vero. Così come finalmente seguo una partita in diretta tv senza pigiare MUTE sul telecomando SOLO quando c'è lo sciopero e la diretta va via liscia senza commento (e quindi senza reitate urla, spiacevolissimi refrain già visti e millemila volte sentiti).
RispondiEliminaNon è un problema politico. Non è niente: è solo che la gente in Italia sa fare malissimo quello che è chiamata a fare.
[Ste]
tranquillo, stiamo rincoglionendo insieme...ti rendi conto che due delle parole chiave più gettonate sul mio bloggetto sono "Scaramacai" e "Gallina tric trac" ??
RispondiElimina