Nella puntata precedente: a causa di una riforma a caso, nelle scuole italiane si studia parecchio la Storia contemporanea e poco o nulla quella antica. Rimane da stabilire se sia un male.
Col tuo stile Novecento
In questa immagine ho accostato due personaggi che si sono rumorosamente fatti spazio nel nostro immaginario negli ultimi mesi: Emanuele Filiberto Savoia e l'avatar Na'vi di Jake Sully. Uno crede alla sua Cultura, alla sua Religione, l'altro rinnega tutto quanto e si proietta nel futuro. Apparentemente.
In realtà se smonti Jake Sully ci trovi una quantità impressionante di riferimenti storici alla contemporaneità (11/9, Vietnam) e alla Storia 'antica' (antica per gli americani: per noi europei Pocahontas è già “moderna”, ma ci siamo capiti). E se smonti Emanuele? Bella domanda, qualcuno dovrebbe provarci... no, seriamente: c'è davvero una Storia, un passato, dietro Emanuele Filiberto? Quando dice che crede nella sua “cultura”, di cosa sta parlando? Della Storia d'Italia, dei Savoia, della tradizione greco-latina, di quella giudaico-cristiana, del cattolicesimo post tridentino, di cosa?
Io ho il sospetto che non stia parlando di niente. Al limite di sé stesso, che è molto poco. Per Emanuele Filiberto, e per quelli come lui, “credere nella propria cultura” è pura tautologia, Racine est Racine. Si crede nella propria cultura perché? Perché è la nostra. E di cosa è fatta? Di noi. Ma noi chi siamo? Quelli che credono. In cosa? Nella nostra cultura. E ci si ferma qui. Se smonti Emanuele Filiberto ci trovi il vuoto che è condizione necessaria di ogni cassa di risonanza. Persino quegli aspetti potenzialmente storici (il cognome “Savoia”) vengono all'istante destoricizzati: fino a dicembre se pensavo “Savoia” immaginavo lo Statuto Albertino, Teano, Vittorio Veneto, l'Impero Etiope, l'otto settembre... adesso mi viene in mente Pupo.
Questi due ritratti però simboleggiano anche le mie idee sull'ora di Storia. Quello che mi ha fatto amare la Storia sin da bambino è lo stesso fascino che soggioga Jake Sully: la scoperta di un mondo diverso. La Storia è la scoperta dell'Altro da sé. E la più bella di tutte è la Storia Antica, perché gli Antichi erano veramente diversi da noi. Non extraterrestri, ma quasi. Diciamo che finché non si potranno studiare forme di vita extraterrestri a scuola, l'ora di Storia Antica sarà la cosa che si avvicina di più al concetto. Gli Antichi si comportavano in modi veramente strani. Non portavano pantaloni, il che a otto anni è già abbastanza sbalorditivo – si può fondare un Impero senza portare i pantaloni? Sacrificavano animali a Dei capricciosi. Non avevano l'alcol per disinfettare ma avevano già la metafisica. Costruivano piramidi e non avevano l'acqua corrente. Il passato è un pianeta stranissimo. La Storia secondo me dovrebbe insegnare soprattutto questo: a mettere da parte il buonsenso, a pensare che le cose sarebbero potute andare in modo molto diverso, a ragionare sull'Altro. A mettere del distacco tra noi e noi, perché questo distacco alla fine ci servirà anche quando vorremo riportare l'obiettivo su di noi - così come Avatar alla fine ci parla più di noi e dei nostri sogni di qualsiasi vacua canzoncina identitaria.
Invece ho paura che la nuova Storia sia un'esperienza culturale nel senso che ha la parola per Emanuele Filiberto: un ragionamento su Sé Stesso che si definisce Sé Stesso in quanto crede in Sé Stesso. La battaglia non è tanto tra Storia Contemporanea e Storia Antica, ma tra una riflessione su di Sé e una riflessione sull'Altro. Oggi vogliamo tutti le radici, siamo maniaci di radici. Però sotto sotto sappiamo quanto sia limitato questo radicamento. Può darsi che ci sia in noi ancora qualcosa di greco-romano, ma le radici più grosse e interessanti sono sempre quelle che affiorano a terra. E quindi siamo molto preoccupati che si studi il Novecento. Chi non conosce il Novecento non avrà futuro. Non se lo merita... Tra i nuovi testi di terza media a cui ho dato un'occhiata ce ne sono alcuni che si rifanno alla definizione hobsbawmiana di Secolo Breve, per cui non partono nemmeno dalla Belle Epoque – quella è roba da tredicenni – ma dal 1914. A questo punto, perché continuiamo a chiamarla ora di Storia? Chiamiamola ora di Novecento. Se a settembre cominci dall'attentato di Sarajevo, a febbraio più o meno sarai negli anni Quaranta, e da lì in poi è persino discutibile che sia ancora Storia.
In effetti potrebbe trattarsi di... geografia! Ed ecco che la bistrattata Cenerentola dell'istruzione media arriva al ballo su un cocchio dorato trainato dai nuovi programmi scolastici. In cosa consiste in fondo la geografia di seconda e terza media? Lo studio dell'Europa e poi dei continenti extraeuropei, e quindi? Per buona metà si tratterà della cara vecchia geografia umana: sarà quindi inevitabile una serie di excursus sui processi di formazione delle nazioni, che risalgano almeno al postcolonialismo e al dopoguerra... bingo! Metà del libro di geografia e di quello di Storia contengono le stesse nozioni. Roba che sui libri c'è sempre stata, ma prima si studiava sincronicamente e si snobbava in quanto “geografia”; ora diventa invece importantissima perché è “Storia del Novecento” - però rischia di finire tutta concentrata negli ultimi mesi, perché prima bisogna fare i lager (e i gulag! Solženicyn obbligatorio!)
Il Novecento è la nuova Bibbia. Perché vogliamo che la Storia non parli degli altri (dell'Impero Ching o Moghul, di Tamerlano o Eliogabalo o Gregorio Nazianzeno), ma soltanto di noi stessi; ed è più facile trovare tracce di noi stessi nel secolo che è appena passato. L'Ottocento ha un senso soltanto perché contiene qualche anticipazione di quello che verrà, Marx e Darwin e poco altro. Ma il Novecento è il romanzo che tutti devono conoscere a memoria per avere qualche straccio di speranza in società – i nuovi Promessi Sposi, il filmone con i titoli in eleganti glifi art-déco, che comincia con una fragorosa scena di guerra di massa, un nucleo centrale imperniato sulla nascita dei totalitarismi, un'altra grande scena bellica piena di imprevisti... e un secondo tempo ricco di suspense, dove si aspetta a occhi sbarrati una terza guerra che non arriva mai (arrivano invece abbracci e strette di mano un po' deludenti). Ma insomma tutto sembra finire bene... quando sui titoli di coda crollano le torri e tutto si riapre. Il Novecento è questo qui, e ognuno deve rispecchiarcisi, allo stesso modo in cui i Padri Pellegrini si rispecchiavano in Vangelo e Pentateuco, chiamando le figlie Rebecca ed Ester, e sforzandosi di trovare saggezza quotidiana in un libro di Proverbi scritto dall'altra parte del mondo tremila anni prima. Così noi continuiamo a discutere di Muri e Guerre Fredde, a paventare il '29 e sognare il '68, a ridurre tutto ad Hitlerum, a fiutare lo Spirito di Monaco ogni volta che non si bombarda con prontezza. Abbiamo la scusante che il Novecento è comunque più vicino a noi. Anche se in fondo, poi.
Se leggete queste righe probabilmente siete nati nel Novecento, anche se ne siete usciti vivi (congratulazioni). Ma ne siete usciti. Non è più il vostro secolo. I bambini che cominciano a studiare la Storia quest'anno (dal Big Bang o dai dinosauri) hanno otto anni. Vuole dire che sono nati nel Due. Il Muro di Berlino non lo hanno mai visto: persino il loro papà ne ha un ricordo molto vago. Ma per un qualche motivo siamo convinti che sia roba loro; che non possano arrivare a 14 anni senza saperne qualcosa; che tra il Muro e il Vallo di Adriano sia quest'ultimo a dover cadere. Chi lo sa. Forse la Guerra Fredda non è poi così importante. C'è stata: ha visto lo scontro di due superpotenze; ha segnato la nostra vita, ma appunto: era la nostra. Ogni anno che passa diventa sempre più difficile spiegare ai nuovi nati cosa fosse la cortina di ferro, perché i missili stessero sottoterra (ci stanno ancora), il senso della lotta tra il mondo libero e il mondo uguale. Si ha la sensazione di annoiare i cuccioli con le vecchie diatribe dei nonni. Tante recriminazioni di vecchi e nessun vero mistero: nessuna piramide, nessuna resurrezione, missili sottoterra e nessuno li tira fuori. Poco spazio da riempire con la fantasia.
Alcuni si rassegnano, e si affezionano ai sogni dei nonni: qualche anno più tardi li vediamo in piazza che hanno imparato a salutare a braccio teso, o pugno chiuso, missione compiuta: il cucciolo è stato novecentizzato.
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Un bene se il riferimento a Hobsbawm è ben posto, un male se la questione arabo-israeliana diventa uno che frega il posto a un altro.
RispondiEliminaUn punto di vista veramente interessante.
RispondiEliminaAnche al di là delle rogne dei programmi scolastici, è un post da standing ovation.
RispondiEliminaBello. Grazie.
RispondiEliminabeh, siamo ancora all'inizio. In fondo, nel 1910 in Francia c'era ancora il partito bonapartista e in Italia la breccia di Porta Pia era ancora un tema caldo.
RispondiEliminaAspettiamo di vedere tra dieci anni, nel 2020, forse pure noi avremo allontanato da noi stessi il novecento e saremo presi da cose tutte nuove (magari più belle di quelle che ci saremmo trovati nel 1920)
standing ovation anche da parte mia
RispondiEliminail mio dubbio (molto novecentesco) è la solita lagna che chi non conosce la storia è condannato a ripeterla
Ora, se le stesse dinamiche si trovano nella roma antica come nel '900, mi sembra più semplice capire quelle recenti che quelle di periodi in cui gente che non portava pantaloni fondava imperi
Inoltre, vedere le stesse persone fisiche che nel dopoguerra si comportavano in un certo modo, e oggi hanno lavato il loro curriculum e si presentano come il nuovo, forse fa nascere qualche anticorpo
oppure sono solo considerazioni di chi ha studiato e amato gli antichi romani e asterix, e mussolini e il fascismo ha dovuto studiarlo nel tempo libero per capirci qualcosa
Onestamente non colgo il punto.
RispondiEliminaStiamo parlando della formazione delle giovani generazioni o del fatto che a te una Storia spogliata della componente fantastico/affettiva... fa un po' pena?
Perchè a me sembra che stiamo parlando dei tuoi gusti. E, per quanto interessante l'argomento possa essere, segna un po' il passo quando si parla di bene comune.
Ciccio
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaHo usato il verbo "parlare" per non so quante volte in poche righe. Devo smetterla di tirar tardi e mettermi a girovagare su internet sotto l'effetto di alcolici...
RispondiEliminaCiccio (ancora)
Come sempre una tua ben definita fotografia del momento attuale.
RispondiEliminaI miei complimenti.
Gio
Ma, soccorrimi tu che la Storia la sai: Carlo Felice non era un po' fesso? E Carlo Alberto un po' labile? E Vittorio Emanuele II un bischero? E Umberto I non s'era meritato le revolverate? E V.E.III un buonannulla? E UmbertoII idem? Poi arriva V.E.IV che li batte tutti...e ora Filiberto con Pupo. A me pare invece che il nome Savoia una tradizione ce l'abbia.
RispondiElimina@Atlantropa: "laquestione arabo-israeliana diventa uno che frega il posto a un altro."
Se non è così, com'è? Senza ironia e con molto interesse.
No, non sto parlando dei miei gusti. E' che la componente fantastico/affettiva tra gli 11 e i 14 anni mi sembra determinante.
RispondiEliminaInvece si tenta di portare ideologia in una fase della vita in cui non gli potrebbe interessar di meno. Se a quell'età lì si pretende di parlare di cose come la questione israelo-palestinese, la semplificazione brutale per cui qualcuno frega il posto a qualcun altro scatterà. Non vi piace la semplificazione? Volete il Novecento alle medie ma non lo volete brutalmente semplificato? Raddoppiate l'orario e triplicate i fondi.
Già, a quell'età è molto più facile insegnare a dividere il mondo in buoni e in cattivi. Compreso chi sono i "buoni" secondo il Libro, il pupo vorrà identificarsi con loro e mettersi ache il fez. E' per questo che è così importante arrivare a "fare" le foibe 'mprest mprest, prima che uno possa imparare ad usare il cervello.
RispondiElimina@Leonardo
RispondiEliminaBeh, a me pare che quella ed altre semplificazioni brutali tu le abbia fatte anche qui, indipendentemente dall'età degli interlocutori. Ci stai forse dicendo tra le righe - per di più à la berlusconienne! - che i lettori del tuo blog hanno l'età mentale di uno studente delle medie?
@Nautilus
Essendo uno dei miei argomenti preferiti, come si soleva (benchè in particolare io tendessi a non solere) dire a scuola: vado volontario in storia; dunque ecce tibi pulchrum riassuntinum ad usum scholari inferioris.
complimenti per l'articolo
RispondiEliminaAtlantropa, ma tu sul serio pensi che il tuo riassuntinum sia una cosa che si può presentare alle medie inferiori?
RispondiEliminaSmetterebbero di ascoltarti al secondo capoverso. Non gli stai spiegando chi e cosa; fai affidamento a un paio di procedimenti retorici 'adulti' (l'ironia e la perifrasi) che risultano molto fastidiosi a chi sente raccontare una storia per la prima volta. Parli di "profeta pedofilo" come se fosse roba che si può liquidare con una battuta in classi dove puoi avere quattro o cinque studenti osservanti musulmani.
Ti affidi a subordinate di secondo grado come se a nessuno potesse venire in mente di interrompere il tuo flusso sintattico per chiederti di andare in bagno o, semplicemente, di cosa stai parlando.
Poi, entrando nel merito, non parli nemmeno del sionismo e dell'immigrazione dall'Europa. In ogni caso la roba che hai scritto oggi darebbe qualche problema anche a uno studente universitario. Ma è bello come tutti siano convinti di saper fare il mio mestiere.
(Io in ogni caso quando affronto la questione palestinese di solito passo per filo-israeliano, se non altro perché gli unici della classe che ne sanno qualcosa e se ne interessano vagamente partono da posizioni a destra di Hamas. Ma ho il sospetto che una discussione sulle guerre puniche occuperebbe il nostro tempo in modo più proficuo).
No Leo, il riassuntinum l'ho scritto per Nautilus, che qui m'era parso chiedesse un resoconto ""essenziale"" ed alternativo al fregare il posto altrui.
RispondiEliminaNella paventata prospettiva che l'età mentale di tuoi lettori sia davvero 10-13 anni, allora io, Nautilus e tutti gli altri siamo banalmente degli scholari inferiores.
Questo dovrebbe chiarire l'equivoco.
Ovviamente non ho idea di come si insegni la storia (o la matematica!) alle scuole medie; credo, peraltro, che insegnare sia tra i mestieri più difficili che esistano - e non soltanto perchè la scuola comporti uno scambio tra verità e libertà.
Sul mio periodare hai ragione, è involuto; temo sia un male incurabile, inoculato forse quando si pretendeva che il compito in classe di italiano superasse le quattro facciate; del resto se così non fosse, forse anch'io terrei un blog, ma a quel punto non avrei più una vita; inoltre in questo modo posso concentrarmi su aspetti forse secondari, come la minimizzazione della brutalità delle approssimazioni, il che in fondo non mi dispiace; certo mi rendo ben conto di far venire il mal di stomaco a chi mi legge, ma siamo sempre lì: meglio fare qualcosa male o non farla proprio?
Non entro nel merito perchè non è questa la sede; però rivendico che nel mio riassuntinum il sionismo c'era eccome!, era il ritorno anticipato in terra promessa; a proposito: ricordi questo tuo racconto? beh, per quanto ne so c'è la possibilità che per secoli quella pecora sia esistita davvero, sottoforma di ebreo orientale.
Caro Atlantropa, intanto grazie di avermi risposto.
RispondiEliminaNel tuo riassuntinum essenziale ho trovato una sola cosa che non sapevo, però importante: la proporzione 35 a 60 fra eletti e figli del pedofilo, credevo che gli eletti iniziali fossero di meno. Da cui mi pareva pure evidente chi aveva fregato il posto a chi. Ora mi è meno evidente.
Anche se sarebbe pure importante sapere quel 35% in quanto tempo si è formato, perchè se poniamo nel 1920 fossero stati il 5-10% la questione di chi era in casa sua si ripropone alla grande.
Comunque: rimane il fatto che tutta la regione (M.O.) era a stragrande maggioranza araba, andare a fondarci nel bel mezzo uno stato di tipo occidentale e di religione diversa non mi pare sia stata una bella idea, in ogni caso ha scatenato un conflitto infinito che si sarebbe potuto evitare. Infine vorrei sapere quanta gente è morta dal '47 a oggi e quante miserie hanno dovuto subire i palestinesi per garantire al popolo ebreo di non essere più perseguitato.
@Nautilus:
RispondiElimina"Anche se sarebbe pure importante sapere quel 35% in quanto tempo si è formato, perchè se poniamo nel 1920 fossero stati il 5-10% la questione di chi era in casa sua si ripropone alla grande."
Buffo: non sento mai fare questo discorso sui 'migranti' stabilitisi recentemente in Italia, se non dai leghisti. Anzi, ormai neppure da loro: un Baruch Balotelli in una nazionale araba sarebbe impensabile. Scherzi della Storia.
tibi
Caro Nautilus,
RispondiEliminain effetti anch'io non capisco il tuo ragionamento: la mia casa è l'edificio dove dormo, quella che mi sono costruito coi miei soldi su un mio terreno, o che ho acquistato coi miei soldi dal precedente legittimo proprietario; se poi ce l'ho da un mese o da una generazione credo non rilevi: resta comunque indubitabilmente casa mia.
Per quanto riguarda la Palestina ti ho risposto qui.
Caro Atlantropa, letto anche il riassuntinum sulla Palestina.
RispondiEliminaIl punto mi sembra lo stesso: 1)un territorio abitato da arabi e qualche minoranza.2)Nel '900 la minoranza ebraica comincia a crescere 3)Nel '947 la minoranza ebraica ormai robusta diventa padrona di tutto (grazie alla risoluzione ONU e più ancora alla guerra, difensiva per carità)
A me continua a sembrare collocarsi in casa d'altri, perchè era l'edificio in cui dormivano altri e di cui al massimo avevo affittato un appartamento per poi beccarmi tutto lo stabile,
ma ormai siamo alle opinioni.
Ciao Tibi, non ho capito bene, nel dubbio ti rispondo così: se gli islamici in Italia in pochi anni diventano il 35% arrivando con migliaia di "Exodus" e dicono: ora facciamo uno stato arabo, m'incazzo.
Caro Leonardo,
RispondiEliminagrazie per i posts molto divertenti sull'insegnamento della storia, che e' una crux per tutti noi.
Soprattutto quest'ultimo mi ha solleticato assai, ma vorrei farti una domanda un po' provocatoria.
Non ti sembra di creare una distinzione che non esiste fra l'antichita' e il Novecento? Tu dici che gli antichi andrebbero studiati perche' ci danno il senso dell'alterita', ma in realta' chi aveva disegnato i vecchi programmi non aveva scelto gli antichi per questo motivo. Al contrario, quei comportamenti strani e assurdi avrebbero dovuto essere la spinta che ispirava i giovani ad essere ugualmente prodi, imperialisti e violenti. Non molto diverso dall'obiettivo che tu attribuisci a chi propugna lo studio del Novecento oggi.
Mi sembra che si confermi il fatto che il passato non esiste, ma che siamo noi (e ovviamente l'istituzione scolastica) a riportarlo di volta in volta in vita, attaccandoci la nostra faccia e usandolo per i nostri fini.
Un saluto,
Giovanni
Nautilus, scusa ma quando dici:
RispondiEliminaA me continua a sembrare collocarsi in casa d'altri, perchè era l'edificio in cui dormivano altri e di cui al massimo avevo affittato un appartamento per poi beccarmi tutto lo stabile,
ma ormai siamo alle opinioni.
non mi è chiaro: per "casa" intendi metaforicamente quella striscetta di Palestina al di qua del Giordano su cui gli inglesi avevano il mandato? oppure le case, i terreni, le abitazioni vere e proprie ivi collocate? in altri termini stiamo parlando di sovranità o di proprietà privata?
Nel primo caso hai ricondotto il problema sul piano del diritto internazionale; alla domanda: a chi sarebbe legittimamente spettata la sovranità su quei territori una volta decolonizzati? stai dando la risposta a chi ci viveva da almeno xx anni; quello che non dici, però, è su cosa si basi questa tua affermazione; insomma sono vent'anni che Forum prova ad insegnarci che il diritto non è materia di common sense; e sugli aspetti legali della questione israelo-palestinese è stato sostenuto tutto e il contrario di tutto, e la faccenda continuerà chissà per quanto ad essere dibattuta e studiata.
Nel secondo caso la questione è molto più semplice, il dato di partenza è sbagliato - c'è un'ampia bibliografia a riguardo.
@Nautilus: quindi, se capisco bene io, è una questione di percentuali, demografia e comportamenti?
RispondiEliminaAllora dovresti già cominciare a incazzarti: gli Exodus sono un po' calati da quando paghiamo il pizzo a Gheddafi ma i sottopiani dei TIR non sono meglio, gli islamici fanno più figli degli indigeni e, dove sono già insediati da qualche anno (vedi UK e Canada), pretendono tribunali in cui applicare la sharia, il che mi pare un bel passo nella direzione 'facciamo uno Stato islamico'.
Più in generale, se la questione è 'se diventano troppi, non siamo più padroni in casa nostra', è esattamente la tesi leghista, solo applicata a dei negher diversi, quindi non capisco perché fare i leghisti per procura (gli israeliani non hanno mica 'tolto la casa' a te) sarebbe più accettabile che farlo in nome e per conto proprio; o meglio, io una mia teoria al riguardo ce l'avrei.
tibi
@Atlantropa
RispondiEliminaIntendo la striscetta. Del diritto internazionale me ne strafotto:), come degli aspetti legali della vicenda, per quanto perfino il diritto dice che quando stai per tot anni su un terreno è tuo per usucapione. Tu chiedi a chiunque nel mondo e ti dirà che gli ebrei sono entrati in casa d'altri. Lo dicono perfino parecchi ebrei, che Israele è afflitta da questo peccato originale.
Se su una terra ci viveva tuo nonno e il bisnonno di tuo nonno e il suo trisnonno quella terra è casa tua, e vorrei vedere cosa dice Forum...:)
Con amicizia.
Tibi Tibi, tu poni un problema di nulla...!Che succede se gli stranieri diventano il 51%? Boh? Finora in genere pare che per quanti siano i nuovi arrivati l'elite autoctona mantiene saldamente il potere: stato, esercito, polizia.
Gli ebrei in Palestina non hanno trovato nulla di tutto ciò e si son beccati tutto abbastanza facilmente, d'altra parte europei contro arabi non c'è più partita da mo'.
Alcuni islamici potranno chiedere quel che vogliono, il giorno in cui l'UK e il Canada gli concederanno i tribunali con la sharia mangio un cammello.
@Nautilus:
RispondiEliminahttp://www.guardian.co.uk/uk/feedarticle/8581818
Magari puoi cominciare con un cappello, come Rockerduck?
tibi
...se poi vuoi passare a qualcosa di più sostanzioso (facciamo un dromedario?), ecco qua:
RispondiElimina'the BBC's Law in Action programme has learned that the Somali court hears criminal cases too.
One of the most serious cases it has dealt with was the "trial" of a group of young men accused of stabbing a fellow Somali.
"When the suspects were released on bail by the police, we got the witnesses and families together for a hearing," says Aydarus. "The accused men admitted their guilt and apologised. Their fathers and uncles agreed compensation."'
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/6190080.stm
tibi
...e come al solito ci si ritrovò a disputare se c'erano gli estremi per il rigore; mi ripongo nell'apposito scomparto.
RispondiEliminaCaro Tibi
RispondiEliminaho qualche difficoltà a tradurre con precisione ma m'è parso di capire che questi tribunali islamici se li fanno di loro iniziativa e che le loro sentenze non sono riconosciute dallo stato.
Ora mi pare che chiunque voglia accettare le sentenze di un qualunque tribunale, fosse quello del suo condominio, del tennis club, di "Forum" o della mafia è libero di farlo, non per questo lo stato riconosce come valide tali sentenze.
Se invece ho capito male e lo stato inglese riconosce la validità di tali tribunali e delle loro decisioni, dammi pure l'indirizzo d'un macellaio di cammelli, comincerò a prenotare le bistecche :-)
@Atlantropa: infatti siamo alle opinioni.
@Nautilus: "m'è parso di capire che questi tribunali islamici se li fanno di loro iniziativa e che le loro sentenze non sono riconosciute dallo stato."
RispondiEliminaT'è parso male, nel senso che l'iniziativa è loro, ma:
"Because we follow the same process as any case of arbitration, our decisions are binding in English law. Unless our decisions are unreasonable, they are recognised by the High Court."
Del resto, anche le sentenze di Forum sono riconosciute dallo Stato in quanto arbitrato cui le parti si sono liberamente sottoposte; solo che lì si continua ad applicare il Codice Civile, non la sharia.
Particolarmente significativo è il caso dell'accoltellamento, risoltosi con un accordo tra le famiglie per un risarcimento alla parte lesa. Il ritorno al guidrigildo, ovvero: le magnifiche sorti e progressive della società multiculturale.
Non è che ci tenga particolarmente a farti azzannare quel povero dromedario - una gobba te l'ho condonata - è che bisogna capire di cosa stiamo parlando, ovvero dell'allegro seppellimento di secoli di civiltà giuridica: cazzatine come l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, quella roba lì.
tibi
Caro Tibi, sperando che il dromedario sia saporito, qualcosa continua a non tornarmi, non per partito preso. Cioè: lo stato britannico è a conoscenza di un accoltellamento sul suo territorio e rinuncia a perseguire i responsabili demandando all'arbitrato fra famiglie e alla sharia la punizione del reato?
RispondiEliminaMi sembra impossibile. Le famiglie si saranno accordate ma la giustizia inglese immagino farà il suo corso, infatti intanto la cauzione per uscire di galera l'hanno pagata allo stato. D'altra parte accordi extragiudiziali simili si fanno anche da noi, mi pare.
Comunque son d'accordo con te che l'idea che miei connazionali, per quanto di diversa etnìa, sistemino le loro controversie in base a una legge che non è la nostra non mi piace.
@Nautilus, qui te lo spiegano ancora meglio:
RispondiEliminaAccording to the Times, the rulings of these courts are now legally binding. Previously, their judgments could not be enforced unless all parties involved agreed to abide by them. As of August 2007, however, “[r]ulings issued by a network of five Sharia courts are enforceable with the full power of the judicial system, through the county courts or High Court.”
[...]
How did it come to this? Sheikh Faiz-ul-Aqtab Siddiqi, whose Muslim Arbitration Tribunal runs these courts, told the Times that he and other Sharia supporters were simply exploiting a legal loophole: “We realized that under the Arbitration Act [1996] we can make rulings which can be enforced by county and high courts. The act allows disputes to be resolved using alternatives like tribunals.”
http://97.74.65.51/readArticle.aspx?ARTID=32381
tibi
Vabbè Tibi, grazie per l'articolo, dal quale però si deduce che gli islamici stanno cercando d'introdurre una giustizia parallela, alla quale i veri mussulmani devono rivolgersi anzichè a quella inglese, specialmente per il diritto di famiglia. D'altra parte essi fanno notare che già cattolici ed ebrei hanno da tempo i loro tribunali d'arbitrato, perchè loro no?
RispondiElimina(Comunque nell'Ontario hanno chiuso quelli e quegli altri!)
La cosa mi sembra grave, sia chiaro, perchè se uno è cittadino di uno stato dovrebbe ubbidire solo alla legge di quello stato, però, anche se poi questo Siddiqi dice che hanno trovato un escamotage legale per far approvare le loro sentenze dalle corti inglesi, sono altrettanto sicuro che se tali sentenze violano la legge inglese, come ad esempio l'uguaglianza dei sessi (che loro non riconoscono) col cavolo che saranno vincolanti. Poi ripeto posson dire cosa gli pare.
Quindi non mi pare che possano farsi giustizia da sè secondo la sharia e che poi le corti inglesi l'accettino tranquillamente, da qui era partita la discussione.
Comunque, il fatto stesso che tentino di farsi una legge per conto loro è preoccupante e ingiusto, non lo nego.
Perchè un conto è un capofamiglia che vuol farsi la legge da sè, come è capitato già da noi, un altro che sia sostenuto da istituzioni che la sua comunità considera legali.
Ehì Tibi, il sito che mi hai indicato ha dei link di questo tipo: 4th Reich-Anti EU-BRITISH PRIDE-Fascist Empire ecc., te ti fidi di quel che c'è scritto?
RispondiElimina@Nautilus: io di default mi fido di nessuno (e ogni tanto do una controllatina anche a me stesso), nella fattispecie ci sono i link ai relativi articoli mainstream, quindi non mi pare si siano inventati alcunche'. (Ma tu quei link in che pagina li hai trovati?)
RispondiElimina"D'altra parte essi fanno notare che già cattolici ed ebrei hanno da tempo i loro tribunali d'arbitrato, perchè loro no?"
Forse perche' questi ultimi non pretendono di bypassare la legge dello Stato e, sostanzialmente, non cagano il cazzo a nessuno?
Piu' in generale, a me non sta bene _nessuna_ istanza religiosa che pretenda di mettere il becco in questioni civili, men che meno penali: nell'islam, semplicemente, questa separazione non esiste.
Per il resto, possono santificare/scomunicare/sposare/annullare quanto gli pare, con rito esclusivamente religioso, s'intende: trovo scandaloso pure che i preti italiani possano officiare anche il rito civile.
tibi
Aggiungo che Guardian e BBC dicevano le stesse cose, per cui.
RispondiEliminatibi
standing ovation, decisamente.
RispondiEliminaginevra