Autoreferenziarsi |
Quel che nessuno fin qui ha scritto (mi pare), l'unica cosa che veramente mi interesserebbe leggere, è la soluzione al mistero che Giampaolo Pansa impersonava da vent'anni. Magari è una soluzione banale – molte soluzioni lo sono, come i moventi in tanti gialli di Agatha Christie: un mutuo da pagare, una malattia, una ripicca fermentata negli anni. O era già tutto scritto nei suoi geni? È stata la stessa attitudine a chiamarsi 'fuori dal coro' a portarlo con gli anni a steccare sempre di più, a individuare un mercato per chi le stecche le apprezzava, a coltivarlo con determinazione industriale, negli anni in cui avrebbe potuto rilassarsi e pensare con soddisfazione alla sua lunga carriera?
Più in generale: perché in Italia i giornalisti invecchiano così male, e non smettono di scrivere mai? Al punto che i quotidiani nazionali sembrano diventati il bollettino di un gerontocomio: non li compriamo più per sapere che succede tra USA e Iran, anzi non li compriamo proprio; ma se lo facessimo sarebbe piuttosto per informarci sulla salute del tale giornalista, se è ancora spaventato per l'odore dei nigeriani che ha percepito da una panchina del parco, o se invece quell'altra prestigiosa firma ha ancora visto il Papa durante la pennichella. Forse Pansa aveva paura di invecchiare così, e ha deciso che sarebbe diventato un vecchio più interessante, quel tipo di vecchio stronzo. Forse era inevitabile, forse invecchiare equivale davvero a diventare la caricatura di sé stessi: nel suo caso, la caricatura di uno storico del Novecento e di un cronista del medesimo secolo. A volte dava quasi la sensazione di considerarlo un gioco: il vecchio stronzo contro tutti. Magari invecchiare è anche questo, smettere di prendere sul serio le cose; al punto che anche l'eventualità di essere tramandato ai posteri come un rivalutatore del fascismo ti fa ghignare, ah ah, fottetevi posteri. Più che piangere per un Pansa che se ne va, oggi mi sento triste per tutti i Galli della Loggia che ci toccheranno ancora per tanti, tanti anni. Quanti cartonati, quante opinioni già decrepite alla prima stesura che qualche sventurato stagista dovrà pure correggere, e qualche malcapitato possessore di librerie si ritroverà impacchettate sotto l'albero a Natale perché il suocero ha sentito dire che t'interessi di politica. Poi la gente si lamenta che i giovani non leggono. E meno male; anzi speriamo che leggano sempre meno.
Grazie per il bel post.
RispondiEliminaUn problema, secondo me, è che non era un vecchio stronzo contro tutti, anzi: molti gli hanno dato retta, e mi sembra che in questi giorni lo stiano piangendo come se fosse stato una voce coraggiosa, un iconoclasta rivoluzionario che "finalmente" ha sfatato il mito dei partigiani buoni.
Insomma, avrà pure giocato a fare il vecchio burbero, pur di passare alla storia. Mi pare che il gioco gli sia riuscito fin troppo bene.
Non gli hanno fatto fare carriera e si è messo a spargere m***a. Non mi mancherà.
RispondiEliminaAle