Dicono che l'intestino sia un po' il nuovo cervello e devo ammettere che a volte è proprio quando mi viene in mente di scrivere qualcosa, nel cuore della notte, che l'intestino mi avverte di avere altri progetti, più urgenti. Così invece di mettere giù qualche pensierino fondamentale sulla questione ucraina eccomi in bagno: ho appena acceso la luce, mi sono appena seduto, quando la mia visione periferica mi manda un allarme, ha intercettato una macchia in movimento, qualcosa di nero si muove nel bianco delle piastrelle – ah, è un coleottero. Non proprio uno scarafaggio, no, diciamo una blatta, ma in confidenza, c'è qualcosa di più orrendo di un enorme insetto marrone scuro che spunta all'improvviso dall'ombra sotto al tuo gabinetto? Una presenza aliena in casa tua, nello spazio più intimo e segreto – lì dove ogni uomo siede indifeso – ma da dove arrivano? capissi finalmente da dove arrivano. È la prima della stagione – c'è chi dice che salgono dagli scarichi ma credo sia una superstizione, dovrebbero essere impermeabili per passare. E però la razionalità è una patina sottile, per il mio intestino ad esempio quello è un orribile mostro che sorge dalla fogna per portarmi l'orrore in casa.
Si è immobilizzato contro il battiscopa, è una cosa che fanno. Non so quanto ci vedano, ma di sicuro percepiscono la luce e benché non abbiano un volto, nulla di ciò a cui di solito noi umani ci affidiamo per cercare di decifrare le emozioni delle altre creature viventi, ho sempre trovato qualcosa di molto espressivo nel modo in cui all'improvviso si immobilizzano: è come se dicessimo, ops, tu non mi hai visto vero? Diciamo che non mi hai visto. Non sono qui in effetti, se anche credevi di avermi visto ti sei sbagliato, sono una macchia qualsiasi. Non hai nessun interesse a schiacciarmi. Lo sai quanto schifo faccio, se mi schiacci, sì?
E un'altra idea che mi sono messo in testa è che la forma che hanno preso da millenni a questa parte serva principalmente a questo, perché in nessun modo quella specie di corazza bombata che hanno li risparmia dallo schiacciamento: anzi li rende più appariscenti e schifosi ma forse hanno deciso di investire proprio in questo, ogni specie si specializza in qualcosa e loro si sono perfezionati nell'arte di fare più schifo possibile quando li schiacci. Le cimici, bisogna ammetterlo hanno avuto un'idea migliore: se schiacciate puzzano. Le blatte fanno semplicemente schifo. Un po' funziona: io per esempio odio calpestarle, e inoltre sono venuto a sedermi qui per un altro motivo.
È ancora viva.
La parte posteriore ha preso una botta mortale, ma tre zampine funzionano ancora e trascinano la carcassa il più lontano possibile da me. Ora succede questa cosa orribile, per cui un insetto senza volto, dalla forma repellente, che finché passeggiava sano sulle mie piastrelle mi risultava un alieno, adesso che si trascina moribondo mi appare così familiare. C'è qualcosa di universale nel modo in cui si comporta, qualcosa che mi sembra di aver visto in centinaia di film: un ferito senza speranza che continua a strisciare, sa di non avere scampo ma non ce la fa a morire fermo. Nella sua condizione la morte dovrebbe essere un sollievo ma gli esseri viventi sono fatti così, siamo tutti fatti così, fratello, ne abbiamo orrore, è l'istinto che ci tiene in vita e che ci allena alle sofferenze più indicibili che io senza goderne ti ho inflitto, e ora devo ucciderti, scusami, io non volevo – cioè, certo che volevo ucciderti, ma nel modo più pulito e indolore possibile, la tua sofferenza io non l'ho cercata, puoi credermi? Non potevo lasciarti andare via ma non volevo che tu patissi e guarda che casino ho fatto, e tu non puoi nemmeno perdonarmi. E con che faccia chiederò io al mio carnefice, quando sarà il momento, un po' di pietà e di pulizia, un velo bianco sugli occhi, un colpo secco spietato e pietoso.
La corazza delle blatte in effetti è più robusta di quel che sembra. Se appena posso le tiro su con scopa e paletta e le sbatto fuori- ci sarà pure qualcuno là fuori che le mangia, no? Così deliziosamente croccanti fuori e morbide dentro. Blergh. Vado a dare un giro di baygon
RispondiEliminaAfferro il senso la metafora, ma non a chi si riferisce. Agli ucraini che vengono uccisi dai russi? Oppure ai russi (soldati e non), che si ritrovano isolati a causa delle scelte del loro governo (e all'invio di armi da parte dei Paesi europei sotto scroscianti applausi, così, come se niente fosse)? Immagino si riferisca a entrambi, giustamente. E sono d'accordo.
RispondiEliminaAndrea
*senso DELLA metafora
EliminaNon è una metafora. Sono andato al gabinetto, ho ammazzato un coleottero e ci sono rimasto male.
EliminaNegli anni 70, qualunque cosa era una metafora politica, anche come arrotolavi gli spaghetti.
EliminaMa siamo nel 2022.
Scusami se ho sovrainterpretato il post, Leonardo, mi sembrava davvero una metaforica critica della NATO che invia armi per "schiacciare" l'Estasia.
EliminaAndrea S.
Non so se conosci il precedente, ma a me e` venuto in mente subito.
Eliminahttp://www.bo.astro.it/~fabrizio/scara.html
Roberto
Sì in effetti io non faccio che ripetere Buzzati all'infinito
EliminaLa blatta comunque non è un coleottero. E' più vicino alle cimici (alla lontana...)
RispondiEliminaE a proposito di cimici e di sovrainterpretazioni politiche perchè non citare la canzone dei tuoi quasi compaesani Mocogno Rovers?
https://youtu.be/xwvR2jgKKZs
Forse la cosa più bella che abbia letto ultimamente. Grazie.
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