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venerdì 25 luglio 2008

A Midsummer's Nightmare

Incubo di una notte di mezza estate

C'è il Presidente Napolitano che entra in una banca con un sacchetto in mano, e dice:

“Buongiorno”.
“Buongiorno, ma... Non posso credere ai miei occhi!”
“Ci creda, pure, giovanotto, ci creda”.
“Lei è... il Presidente della Repubblica”.
“Proprio io, già”.
“E si è messo in fila proprio al mio sportello!”
“Sa com'è, stamattina passavo di qui... e mi sono detto: perché no?”
"Che onore, ma... non sapevo che avesse un conto qui”.
“In effetti, ora che mi ci fa pensare, non ce l'ho”.
“Ah. Vorrebbe aprirne uno?”
“No, grazie per l'interessamento, no!”
“E quindi... è interessato a qualche nostro prodotto? Io sono solo un cassiere, forse è meglio se chiamo il direttore di filiale e...”
“No, non lo disturbi. Lei andrà benissimo per quello che mi serve”.
“Va bene, allora dica. Cosa posso fare per lei?”
“Dunque, la vede questa borsina? Ecco, vorrei che lei aprisse la cassaforte per me, e la riempisse di banconote di piccolo taglio”.
“Ma...”
“Devo avvertirla che sono armato. Un vecchio sten che avevo nascosto in attesa di tempi migliori”.
“È uno scherzo?”
“No, senz'altro no. E non si azzardi a premere quel pulsante, l'ho vista sa?”
“Ma lei... è il Presidente. Voglio dire, non può rapinare le banche”.
“In effetti fino a qualche giorno fa non potevo. Ma un qualche giorno fa è uscito l'ultimo numero della Gazzetta Ufficiale con il Lodo Alfano, l'ha letto? Avvincente. Ecco, in pratica quel lodo mi consente di rapinare tutte le banche che voglio”.
“Ma...”
“Così oggi stavo passando di qui e mi sono detto: perché no? Adesso, giovanotto, può fare quello che le dico? Perché non ho tantissimo tempo”.
“Un attimo! Sento come una voce... un megafono là fuori”.
“Ah, ecco, ci mancava anche questa”.
“Giorgio!”
“Auff”.
“Giorgio, sono Silvio, sono venuto a parlarti”.
“Tutti i giorni questa storia”.
“Giorgio, senti, io posso capire che l'immunità... a una certa età... possa fare un brutto effetto...”
“Il solito cafone”.
“Del resto, guarda, anch'io stamattina ho corrotto un paio di finanzieri... così... giusto per provare quel brivido... l'adrenalina... per cui ti posso capire, Giorgio. Però... insomma, è la dodicesima banca che rapini stamattina”.
“E allora?”
“Il capo della polizia è disperato, non sa più cosa fare. Ho dovuto promettergli che ci pensavo io. Allora senti, questa volta non prendere ostaggi, per favore. Sto entrando nella banca, mi senti? Sto entrando disarmato. Niente armi. Solo me e te. Ci facciamo una chiacchierata tra immuni, ok? Mi senti? Spara un colpo in aria se mi senti”.
Bang.
“Allora entro, eh? Oh, eccoti qua, ciao Giorgio. Senti, perché non....”
Bang. Bang. Bang.
“Ouch! Cos'hai fatto?”
“Ti ho sparato Silvio, sì. Era una cosa che sognavo di fare da anni”.
“...Ma...”
“Mi sono sempre trattenuto, perché sai com'è, le leggi, la rispettabilità, tutti questi lacciuoli piccolo-borghesi... finché un giorno tu non mi hai dato l'immunità”.
“...Io credevo che...”
“Renditi conto. Prima hai lasciato che un ex comunista stalinista salisse al Quirinale, e poi gli hai dato l'immunità. E poi ti lamenti se quello ti spara? Un po' te lo meriti, eh”
“...Muoio”.
“Vedo. Non mi resta che sciogliere le camere. Chissà se poi una volta sciolte le riapro, mah. Devo pensarci bene. Dopotutto il mondo è mio. Uah uah uaaaaaaaargh!”

****

“Aaaaargh!”
“Silvio, che hai? Sei tutto sudato”.
“Ho fatto un sogno... un incubo... c'era Napolitano che entrava in una banca e poi...”
“Come incubo non sembra un granché”.
“Sì, ma poi arrivavo anch'io... e lui mi uccideva... a sangue freddo. Dio! Perché non ci ho pensato prima!”
“A cosa dovevi pensare?”
“Ho lasciato l'immunità... un potere immenso, quasi diabolico... a un comunista! Ora lui può fare quel che vuole, può persino...”
“Ma vedrai che non ci farà niente, è solo un vecchietto un po' suonato”.
“Sarà. Ma non sono tranquillo per niente, Veronica”.
“Veronica a chi?”
“Ah, scusami, già... Anita”.
“Mi prendi in giro”.
“O eri la Bice? O la Chicca? Scusami, ma non mi ricordo più con chi mi sono coricato ieri sera. Eri una nuova, mi pare”.
“Gianfranca. Mi chiamo Gianfranca”.
“Ah, già, Gianfranca. Mi ricordo di te. Così alta e abbronzata, anche se... un attimo. Dove sono i tuoi lunghi e fluenti capelli neri?”
“Me li sono tolti, mi impicciavano”.
“Ma quindi tu non sei...”
“Dentro di te sai benissimo chi sono. Accendi pure il lume, se vuoi”.
“Non ci posso credere! Gianfranco!”
“Proprio io, già”.
“Ma come ho potuto...”
“Silvio, a una certa ora ormai tu sei in grado di abbordare qualsiasi oggetto in movimento e io, modestamente, sono ancora un bel pezzo di oggetto in movimento”.
“Ma cosa hai intenzione di fare? Ricattarmi?”
“Ma no, perché? Il mio piano è molto più banale. Ora che mi sono introdotto con l'inganno a Palazzo Chigi, intendo soffocarti con questo cuscino, come fece Caligola con l'imperatore Tiberio. Perché io alle mie radici ci tengo”.
“Ma ti scopriranno! Hai lasciato impronte praticamente... dappertutto!”
“E allora? Io sono immune, non ricordi? Sei tu che mi hai voluto immune”.
“Ma io credevo che...”
“Lo so, tu credevi che io fossi una mezza calzetta. L'hai sempre creduto. E io te l'ho sempre lasciato credere. È stato un piano minuzioso, messo a punto in vent'anni... e ora...”
“Gianfranco, aspetta! Parliamone! Noi due possiamo ancora fare tante cose insieme!”
“E' troppo tardi, vecchio. Muori”.

****

“Aaaaah!”
“Renato, cos'hai? Un altro incubo?”.
“Sì... questa volte c'era Napolitano che entrava in una banca... e poi Silvio a letto con Gianfranco... una cosa oscena... io...”
“Renato, forse dovresti fare terapia”.
“Eh, forse sì”.
“Voglio dire, un po' di rimorsi li posso anche capire... ma è passato un anno, ormai, da quando li hai strangolati nel sonno tutti e tre”.
“Del resto cosa potevo fare? Non l'ho mica chiesto io di diventare Immune”.
“Ci dovevano pensare bene, prima”.
“Cioè, lo hanno sempre saputo che avevo contatti con la mafia. Dico, bastava leggere Travaglio. Lo hanno sempre saputo, e un giorno mi hanno nominato Immune. Secondo loro cosa sarebbe successo, dopo? Bastava un po' di fantasia”.
“Erano dei minchioni, Renato. Hai fatto bene a sistemarli. Adesso dormi, che domani c'è l'inaugurazione”.
“Del ponte sullo stretto? È già pronto?”
“Non proprio, no. Anche perché ho sentito che hanno un po' ampliato il progetto”.
“In che senso ampliato?”
“Hanno deciso di allungarlo fino a Lampedusa, sarà il ponte più lungo dell'Universo. Domani inaugurano il nuovo cantiere”.
“Aaaaaaarg!”

***

“Aaaaaarg!”
“E adesso che c'è, Presidente?”
“Un incubo orribile! C'era Schifani che... Dio mio, che ho fatto!”
“Che hai fatto, Presidente?”
“Ho firmato il Lodo Alfano! Una legge diabolica, un mostro giuridico che... ci trasformerà in tanti mostri... ma forse faccio ancora in tempo... Clio, ricordami di chiamare la Corte Costituzionale, domani”.
“Ma non sono Clio. Clio è a Stromboli in confino, non ricordi?”
“E tu chi sei?”
“Sono la vergine del venerdì”.
“Del venerdì?”
“Davvero non rammenti? Da quando sei diventato immune, pretendi di giacere ogni notte con una vergine diversa, e al mattino le fai mozzare la testa”.
“Aaaaaaaaarg!”
“Su, non prendertela! Vieni qui che ti racconto una storia. Comincia così. C'è il Presidente Napolitano che entra in una banca con un sacchetto in mano...”

(Continua, all'infinito).

34 commenti:

  1. come sempre, un grande...

    l'unico dubbio che ho è che in realtà napolitano tutto ciò lo poteva fare lo stesso, anche prima del lodo.

    è infatti prerogativa del presidente della repubblica porre il segreto di stato su quel che gli pare. quindi aldilà dell'immunità, credo che possa lanciare granate in piazza san giovanni invocando la ragion di stato.

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  2. Leonardo, la devi smettere. Hai scritto una fila di post impressionante tutti come minimo straordinari. Sei in una forma che neanche Dostoevksij negli anni Settanta, che neanche Shakespeare nel dopo Amleto, io sono sinceramente preoccupato. Smettila Leonardo, scrivi qualcosa di qualunquista, scrivi qualcosa di ovvio, scrivi qualcosa di tirato via e non condivisibile. Insomma, smetti di scrivere così.

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  3. Oppure fai come tanti, che scrivono cazzate da fighetti di sinistra infarcite da un buon italiano....

    Zagabart

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  4. Bang. Bang. Bang.
    “Ouch! Cos'hai fatto?”
    “Ti ho sparato Silvio, sì. Era una cosa che sognavo di fare da anni”.


    La voglio anche io l'immunità! :D

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  5. Ciao Leonardo, non ti ho commentato finora perché mi sembra riduttivo anche farti i complimenti, vorrei segnalare questo post nel mio blog, posso?

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  6. E che cavolo, a leggere questo blog ora si rischia la sindrome di Stendhal!

    Veramente congratulazioni, quoto e straquoto luigi w.

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  7. oh basta complimenti...in genere nei blog la gente si scanna...
    leonardo, questo post fa schifo: sei un fascista!

    così, per ridare alle cose la giusta misura.

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  8. Eh be'...

    Comunque spero che l'Italia si svegli, un giorno!

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  9. Mi consenta: se ben ricordo Napolitano ai tempi d'oro era migliorista, non stalinista.

    L'immunita'... e' falsare un bilancio tra i fiori d'arancio, e' l'immunita'...

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  10. Testa a testa con i Natali passati e coi Parazzi.

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  11. Io rinvio a tutti i commentatori al post di "Tutta la vita davanti".

    Comunque il tema del sogno sognato l'ho visto di recente nel video di Elio "Ignudi tra i nudisti". Avete attinto da una fonte comune? Se si quale?

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  12. Ho riso come una matta!!
    B r a v o! B r a v o! B r a v o!
    Opaca massaia

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  13. Sei sempre più bravo, e la cosa non mi sorprende.

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  14. Io farei partire il contest
    anzi, l'ho fatto partire continuando il post qui con altri incubi

    sperando sia un omaggio bene accetto :P

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  15. Che incubi!

    Complimenti :)

    [e diventerà una citazione, sul mio blog]

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  16. ahem... vista l'aria che tira ultimamente sarebbe meglio mettere un bel disclaimer, quelli del tipo "Ogni riferimento a fatti o persone reali è casuale", o no, scusa, era "Intanto non sono mai esistiti", ops mi sbaglio, faccio confusione forse era "Tranquilli, non li abbiamo al Governo. Torna a dormire."

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  17. Sì, bel delirio. Ma nella realtà potrebbero accadere, anzi, sono successe, cose altrettanto assurde. E ingiuste. Anche se meno truculente.

    Tipo questa.

    http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/1982213.html

    ( perchè questo hanno di bello, quello che straparlano sempre di " giustizialismo" : che non rinunciano mai ad adire per via legali, cioè ai giudici )

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  18. Art. 90 - Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

    In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.

    (p.s. i reati di alto tradimento e attentato alla costituzione non sono presenti nell'ordinamento giudiziario, quindi anche l'ultimo degli avvocati gli farebbe avere l'assoluzione.)

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  19. geniale.

    ... ora però ho la malsana speranza che i politici prendano le armi in mano e si ammazzino a vicenda, tutti quanti...

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  20. fantapolitica? pensate solo se cossiga potesse beneficiare oggi di tale impunità. sentendo la fine vicina sono sicuro che si toglierebbe ben più di uno sfizio. brr.

    r.

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  21. non ti ho mai commentato prima di oggi, ma dopo questo pezzo te lo devo dire:
    se continui a scrivere così morirò strozzata da una risata,ne
    sarai responsabile mi troveranno riversa sul pc aperto sul tuo blog. E verranno a prenderti. Trovati un buon penalista. Nel frattempo: "grazie"
    simona

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  22. spettacolare...davvero!
    meno male che c'è la rete!

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  23. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  24. Geniale... Secondo me meritava il titolo di miglior post, e anche di quel po'...

    Mi sa che te lo rubo anche, se mi dai il permesso...

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  25. Anche se non condivido in tutto le tue opinioni non posso non apprezzare l'arguto spirito osservatore e rielaboratore! Complimenti, ma chi sei? Spero che tu sia un giornalista anche di professione...ciao
    annarita

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