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martedì 21 dicembre 2010

Il sacrificio di Fini

Il guaio di esserci appassionati di politica, magari quindici o vent'anni fa, e di non essercene ancora inspiegabilmente stancati, è che rischiamo di essere vittima delle nostre inutili frustrazioni, di vecchi rancori che non hanno più senso, perché non siamo mica al bar sport qui, non ci stiamo mica sfottendo tra interisti e milanisti; a parte che anche lì, se alla fine Ibrahimovic può passare al Milan, perché non potrebbe Fini apparentarsi col PD? Chi siamo noi per dire di no, da quale pilastro di granitica coerenza ci sporgiamo con l'aria dei duri e dei puri? E perché continuiamo ad avercela con D'Alema, che senso ha tenersi al dito per tutti questi anni uno sgarbo, una cattiva parola? Già, sono detriti di vecchie passioni che non hanno più senso, se mai lo hanno avuto - io però non lo voterò, Gianfranco Fini; e non mi fiderò di D'Alema. Lo so che tutti cambiano, e ammetto che Fini è molto cambiato, e voglio sperare che D'Alema avrà imparato dai tanti suoi errori: ugualmente, grazie, no. E' un comportamento irrazionale, me ne rendo conto. Un comportamento che non fa onore a un elettore moderno, democratico, postideologico, postballevarie.

Mi resta il dubbio che sia un problema di cognomi. Voglio dire: se al posto di "Gianfranco Fini" e tutto quello che mi rappresenta dal MSI a Berlusconi, ci fosse uno sconosciuto che dice le cose che Fini ha detto negli ultimi mesi, lo voterei? Accetterei di votare una coalizione dove c'è anche lui in un bel collegio blindato? Ho votato per la Binetti, ho mandato Calearo in parlamento, probabilmente sì, ci manderei anche lui. Non si chiamasse Gianfranco - oh, Gianfranco, perché sei tu Gianfranco? rinnega il tuo nome. Sì, potrei accettarlo. Peccato che chi mi consiglia una mossa del genere sia lo stratega di cento battaglie perdute, Massimo D'Alema - ma anche lui, perché si ostina a farsi chiamare così? Basterebbe che la stessa strategia me la suggerisse "Mario Rossi", e potrebbe sembrarmi ragionevole. Lo vedete? E' un problema di cognomi, e delle lunghe storie che ci sono dietro.

Proviamo a farne a meno. Cancelliamo il cognome D'Alema, cancelliamo il nome Gianfranco, e anche i nomi dei partiti, cancelliamo tutto. Tabula rasa. Fingiamo di essere atterrati da pochi minuti su un pianeta XYZ, dove due anni fa ci sono state le elezioni con una legge elettorale uninominale con sbarramento al 4%. Hanno partecipato alla competizione il Polo Arancione, il Centro Giallo, il Polo Marron e la Rifondazione Bordeaux. Le percentuali si sono ripartite più o meno così:



Sì, sono una schiappa coi grafici, grazie. La collocazione dei partiti a destra, a centro e a sinistra non ha nulla a che vedere con le rispettive ideologie, che non conosciamo assolutamente. L'unica cosa che sappiamo è che gli elettori dei due principali blocchi detestano i dirigenti del blocco opposto. Come avrete notato la mezza torta non arriva al 100%: in effetti mancano briciole, che non passeranno comunque lo sbarramento (non lo passano nemmeno i bordeaux, se è per questo). L'impressione generale è di equilibrio: con questi numeri il Centro Giallo potrebbe fare da ago della bilancia - se non si trattasse, appunto, di uninominale con sbarramento al 4% (la faccio semplice, in realtà è più complicata, lo so). Infatti la vera ripartizione dei seggi in Parlamento sarà questa:

Come dicevamo i Bordeaux sono scomparsi: in nessun distretto del pianeta erano abbastanza radicati da oltrepassare lo sbarramento. I Gialli no, ma soltanto perché sono ben radicati in una regione; una regione periferica, ancorché molto popolata, e dotata di una classe dirigente particolarmente corrotta e di organizzazioni criminali eccezionalmente professionali. Quindi, in sostanza, gli Arancioni, col 46% dei suffragi, hanno i numeri per governare, e i Marron i numeri per stracciarsi le vesti, aprire un dibattito interno, cambiare i vertici, tutte quelle cose che un Partito di solito fa quando perde.

Dopo due anni succede una cosa abbastanza imprevista: una spaccatura nella coalizione di maggioranza provoca un travaso di seggi verso il Centro Giallo, che si ribattezza pomposamente Terzo Polo Giallo. Il problema è che di poli, per definizione, anche sul pianeta XYZ ce ne possono essere soltanto due: è la regola del gioco, chi vince prende più o meno tutto. I dati del terzo grafico sono presi da un sondaggio della settimana scorsa; nel frattempo pare che l'ondata gialla si sia un po' sgonfiata, comunque prendiamoli per buoni. Ecco qua:

Come vedete, sono tornati i Bordeaux, che nel frattempo si sono scissi tra Bordeaux e Lillà. I primi qui valgono da soli un 4,5%, e quindi hanno qualche chances di tornare in Parlamento; quanto al Centro, pardon, Polo Giallo, la sua sopravvivenza è fuori discussione, non fosse per quei famosi distretti elettorali della regione periferica eccetera.
Ma questi sono solo sondaggi. Vincerà chi sa interpretare meglio lo spirito del gioco. Direi che i principi  fondamentali sono:

1) Piacere al proprio elettorato di riferimento. Sembra banale, in realtà è la cosa più difficile. L'astensione è sempre più forte, e penalizza le due coalizioni più grandi. In realtà un partito che riuscisse a piacere davvero al suo elettore-tipo potrebbe vincere le elezioni infischiandosi di qualsiasi alleanza o apparentamento.

2) Coprirsi alle estremità. Esse sono popolate da partitini piccoli e minuscoli, che con i loro 0,5 per cento non vinceranno mai una circoscrizione, ma possono essere decisivi nel far perdere il concorrente moderato. Gli arancioni lo sanno bene, e alla loro estremità hanno tirato su qualsiasi cosa, compresi i topi di fogna. I marron hanno più difficoltà: anche se si alleano coi Bordeaux, rimane il problema dei Lillà. Che non danno eccessivi pensieri, comunque.

3) Proporsi al Centro, per erodere qualche voto ai Gialli e addirittura agli avversari. Da anni ci provano tutti, in realtà non ci riesce nessuno.

Il problema, per i due veri concorrenti (Arancioni e Marron), è sempre quello della "coperta troppo corta": coprendoti alle estremità ti scopri al Centro; e mentre tiri di qui e di là vieni meno al primo principio: rimanere fedeli al proprio elettore. In effetti quello che ha dato la marcia in più agli Arancioni è un leader in grado di assorbire le contraddizioni senza risolverle: sotto il suo mantello mette insieme nordisti e meridionali, liberisti e statali, cattolici e mignotte, incredibile ma è così. Ah, inoltre possiede quasi tutte le reti televisive, buffo.

Rimane da capire cosa succederà ai Gialli. Non scompariranno, ma non possono in nessun modo vincere le elezioni. Possono invece farle perdere. A chi? Le possibilità stavolta sono soltanto due:

a) Se partecipano da soli, possono dare notevoli fastidi agli Arancioni: molto più grossi di quelli che i Bordeaux potrebbero dare ai Marron. Basta raccogliere un due per cento qua e un tre per cento là per far perdere agli Arancioni decine di seggi. E con decine di seggi in meno si perdono le elezioni.

b) Se partecipano con i Marron, l'effetto di disturbo nei confronti degli Arancioni viene a mancare del tutto. Inoltre i Marron rischiano di strappare la coperta: di non convincere il proprio elettorato o quello dei Bordeaux, che potrebbe ripiegare sui Lillà o sul partitino di un ex comico televisivo. Potrebbero compensare la perdita di voti con i seggi che sicuramente guadagneranno in quella famosa regione un po' corrotta: ma li dovranno spartire, probabilmente a tutto vantaggio di quel Centro Giallo che manterrà un'identità diversa, e che dopo le elezioni, anche in caso di vittoria, potrebbe comunque decidere di andarsene per i fatti suoi, o tornarsene in braccio a Papà Arancione. Visto che non c'è un solo Giallo importante che non abbia un passato arancione (uno veramente c'è: si chiama Rutelzxcvcvzx, conta lo 0,5, e ha cambiato più partiti che cravatte).

Dunque, io se fossi nei Marron, non avrei neanche un attimo di esitazione: Cercherei di coprirmi agli estremi, aprendo ai Viola, magari anche ai Lillà e al comico televisivo. E abbandonerei i Gialli al loro destino: molti di loro cadranno sotto lo sbarramento, ma il loro sacrificio non sarà vano: toglieranno ai candidati Arancioni quel due, quel tre per cento che serviva a farli vincere. E' chiaro che ai Gialli non piacerà il loro ruolo di vittime sacrificali, ma siccome sono mesi che litigano con gli Arancioni e li considerano i nemici del futuro e della libertà, si tratta di essere coerenti e di affrontare serenamente il giudizio degli italiani, pardon, il giudizio degli abitanti del pianeta XYZ. Quindi su, ragazzi, che chi muor per la Patria vissuto è assai. Al limite vi faremo un monumento. E verremo a dar le briciole ai piccioni.

Tutti d'accordo, insomma? No. So che è incredibile, ma c'è tra le fila dei Marroni un fine politologo che insiste per un'alleanza Bordeaux-Marron-Gialla. Si chiama Mario Rossi, e io non ho motivi per dubitare delle sue competenze (in realtà non lo conosco molto) ma veramente non riesco a capire il suo ragionamento. Davvero crede che i Marron riusciranno a prendere qualche voto in più alleandosi con quelle facce gialle che per anni i loro elettori hanno visto sui manifesti  nemici? Ma se anche vincessero, quanto a lungo durerebbe l'arcobaleno giallo-bordeaux-marron? Sono domande a cui Mario Rossi non risponde. Certo, ha l'aria di saperla lunga, e voglio pensare che i rudi calcoli che qui ho fatto io li abbia fatti anche lui. E quindi? Niente, a questo punto non mi resta che fidarmi di Mario Rossi. In fondo sono appena arrivato sul pianeta Xyz, devo ancora imparare tante cose; mentre lui ha l'aria di uno che la sa lunga. E poi chissà quante elezioni ha già vinto.

31 commenti:

  1. questo lo devi mettere sull'unità!

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  2. La cosa certa è che può succedere davvero di tutto a livello di alleanze(ahimè),l'altra cosa certa è che le facce (e i nomi) sono sempre gli stessi. E in questo intreccio senza senso persino uno come Fini viene scambiato per "l'uomo nuovo". Si,si, nuovissimo.

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  3. A mio parere, manca nel tuo post ancora un dato fondamentale, senza cui Mario Rossi appare molto più stupido di quanto in realtà non sia. C'è un certo Nicolino che aspira a guidare la coalizione marrone ed altri colori, e i sondaggi lo danno per vincente su Mario Rossi e i suoi accoliti.
    Mario Rossi allora pensa: vabbè, perderemo le elezioni, ma chi se ne frega, almeno non perderò la mia personale poltrona. No, Mario Rossi non è affatto stupido, è molto peggio.

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  4. Sono per la rifondazione del CLN e voterei un fronte anti-ducetto (da Vendola a Casini compresi) nel caso in cui si unisse sul seguente programma:
    - legge elettorale
    - conflitto d'interessi
    - monopolio tv
    - debito pubblico.
    Questa per me è l'unica cosa sensata che dovrebbe promuovere un politico che avesse davvero a cuore il bene dell'Italia. Tutto il resto non lo prendo nemmeno in considerazione, voglio vivere in un paese normale.

    (bel post, come sempre)

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  5. Il nuovo CLN avrebbe senso solo nell'attuale parlamento. Metterlo su per le elezioni è insensato. Le motivazioni sono nel post: non lo voterebbero né le ali sinistre né le ali destre dell'elettorato.
    D.

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  6. il partito marrone non deve allearsi col giallo esclusivamente per il motivo 1. Altrimenti continuerebbe a perdere tonnellate di voti per manifesta incoerenza. E poi dovrebbe fare un po' di pulizia di quei dirigenti intrallazzatori, stantii e di quelli dubbia moralità.

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  7. @ Anonimo

    Io, ala sinistra dell'elettorato, lo voterei di corsa e come me farebbero altre persone che conosco. Il programma però dovrebbe essere chiaro e conciso.
    La mia comunque era un'osservazione a prescindere dalle elezioni, mirata a risolvere il problema Italia.

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  8. Epperò:

    1. su xyz il sistema elettorale è tutto tranne che uninominale; si tratta invece di un perfezionamento della famosa legge Truffa - gli studiosi di fossili pensano fosse il nome del proponente - un proporzionale con uno strano senso delle proporzioni, che si mantengono solo tra quelli che perdono.

    2. xyz ha un parlamento bicamerale, e tale premio è - non casualmente - su base globale ad una camera, mentre su base locale all'altra; le strategie vanno discusse tenendo conto di entrambe - gli arancioni sono i signori dell'emisfero boreale, i marroni presidiano con qualche difficoltà la fascia tropicale, i neo-gialli sono fortissimi nell'emisfero australe.

    3. nell'album di figurine fondativo dei marroni figura una democraticissima regola - ispirata da una del pianeta più sedicente democratico dell'universo - grazie alla quale, sempre ""stando agli ultimi sondaggi"", l'attuale capo dei bordeaux attuali - che prima era nella rifondazione bordeaux, ma poi, perso il secretariato, s'è ricamato addosso una nuova giacca bordeaux, con un po' di marrone, un po' di verde e persino un po' di bianco-sepolcrale - potrebbe facilmente shippare la leadership dei marroni a suon di balle ipnotiche. Anche questo condiziona pesantemente le strategie dei marroni.

    4. il panorama del continente delle coppole è problematico; libero da vincoli di mandato, un parlamentare giallo, fiero indossatore di coppola, è confluito negli arancioni; mentre a livello locale i marroni appoggiano un indigeno inizialmente amico degli arancioni, che dice cose simili ad alcuni degli arancioni, e che a sua volta è sospettato di aver indossato la coppola. Difficile fare previsioni.

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  9. "Basta raccogliere un due per cento qua e un tre per cento là per far perdere ai Marron decine di seggi."
    Intendevi forse "agli Arancioni", o non ho capito proprio niente del post?

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  10. Saluto il ritorno di Atlantropa che tra l'altro, sul sistema elettorale, mannaggia a lui, ha ragione.

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  11. Ma il programma per fare i grafici l'ha fatto qualche tuo studente?

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  12. forse i marroni dovrebbero tirare fuori uno straccio di programma, una singola idea su come, secondo loro l'italia dovrebbe uscire da 10 anni di stagnazione economica e non solo. Un piano.
    Ieri a sentire dalema da fazio mi sembrava di essere tornato indietro di 40 anni: il nord ricco considera il meridione una palla al piede, e i giovani e gli operai. Peccato che dopo anni e anni di crescita di zero virgola zero zero il nord ricco non esiste più, i meno giovani sono con il piattino in mano a raccattare la cassa integrazione, e gli impiegati del call center aspettano gli operai fuori dalle poste per derubarli.
    e di fronte a questo stiamo a parlare di alleanze e di strategie, meglio prendere il potere prima e discutere cosa farci poi. ottimo.

    M.

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  13. ma se invece mi trasferissi per esempio in spagna dove posso votare uno che:
    - dice cose di sinistra
    - si comporta come uno di sinistra
    - quando vince fa cose di sinistra
    non sarebbe più semplice?

    no eh? vabbè ci ho provato...

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  14. e poi lo so perchè non hai pubblicato questo post sull'unità, eri terrorizzato che il 90% dei commenti fossero del tipo
    "Perchè per il PD hai scelto il colore marrone che fa schifo?!? Non sarai mica berlusconiano!"

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  15. Gianfranco rinnega il tuo nome ... mi hai fatto ridere Leo, grazie

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  16. Leo, il problema mi sembra semplice: gli Arancioni restano i più forti, comunque la metti.
    Non che la cosa mi conforti, sia chiaro.
    Se c'è una cosa su cui Arancioni e Gialli vanno d'accordo, è nel mettermelo nel didietro e i Marron non hanno poi questa grande attenzione ad impedirglielo (a naso lo farebbero loro se potessero). Ne deduco che la maggioranza del pianeta dissente, per quanto mi riguarda, solo sul punto se incularmi con o senza vaselina, immagino.

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  17. Eppure il signor Cucinotta dice benissimo: da un punto di vista meramente politico l'attuale proposta della leadership dei marroni è tutt'altro che illogica!

    Per i marroni un'alleanza coi bordeaux (ricordiamolo: un partito-persona) sarebbe estremamente perigliosa, perchè se si andasse a votare con l'attuale legge elettorale, con l'attuale corpo (o cadavere) elettorale, e con la regola delle primarie di coalizione, l'esito peggiore per i marroni, nonchè il più probabile, sarebbe quello di:
    a) sedere all'opposizione in entrambe le camere;
    b) essendo guidati dal duce dei bordeaux.
    In questo contesto, nella successiva legislatura il vate dei bordeaux potrebbe limitarsi a sparare le sue narrazioni oniriche, organizzare la fusione tra il suo partito proprietario e quello marrone, quindi procurarsi (e poi vincere) delle primarie interne che non sarebbero troppo dissimili da quelle di coalizione - che nel presente ragionamento egli a quel punto ha già vinto.

    Siccome prima ancora dell'idea di piacere al proprio elettorato di riferimento dovrebbe esserci l'idea di evitare di perdere la proprietà del proprio partito (cosa che peraltro, alla luce di come andarono le cose solo quattro anni fa, per quello sciagurato quarto sinistro di torta costituirebbe un incredibile contrappasso dantesco), non credo che per i capi marroni possa esserci uno scenario più devastante di quello anzidetto.
    Un'alleanza coi bordeaux potrebbe ancora farsi, ma solo imponendo al loro caudillo un bel numero di vincoli e vessazioni; che poi però bisognerebbe avere l'abilità di comunicare e far comprendere, o quantomeno nascondere, al popolo bue; ed è proprio su questo tipo di cose che i marroni si sono più spesso dimostrati degli emeriti ""imbranati"".

    [un saluto anche da parte mia]

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  18. Il bordeaux come colore è anche metafora perfetta di un certo radicalscicchìsmo, che poi forse è proprio quello che li ha sfanculati dal Parlamento.

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  19. In questo sito c'è una moratoria sull'uso di radical-chic e derivati. No ironia.

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  20. "marcobi ha detto...
    e poi lo so perchè [...] Non sarai mica berlusconiano!"

    Ho riso tantissimo da solo in ufficio mentre gli altri mi guardavano curiosi!

    Atlantropa, che evidentemente ha il dente avvelenato vs il Mr Bordeaux, mi pare invece trascurare il fatto che se la base elettorale del marron, piuttosto che votare loro, è così propensa a scegliere altri (hanno dovuto persino trovare un codicillo per timore di dover lasciare il volante a un ex comico televisivo di cui si diceva) ci sarà un perchè (e forse sarebbe ora che lo scoprissero, stasera).
    E forse, uno strano uso della parola "proprietà" nel post di Atlantropa, svela proprio il motivo profondo di questa riluttanza della base marron. La "proprietà" del partito è infatti un concetto strano. Si tratterebbe secondo voci di quel sistema solare, di un partito molto votato, ma il cui elettorato scalpita perchè si sente poco rappresentato dai suoi leader. Buffo e difficile da spiegare da queste parti!
    E forse proprio nella perdita della "proprietà del partito" sta uno degli snodi necessari alla restituzione del partito alla sua base. Ché molti su xyz si lamentano del fatto che invece venga gestito da un'elite più intenta a tenere a galla i loro alieni deretani, che a interpretare i desideri dei loro elettori.

    Andrea xqzdhaty

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  21. Bah, Andrea, non è che io abbia il dente avvelenato verso il lider bordeaux (così come non ce l'ho verso il capetto degli arancioni).

    Semplicemente penso che un presidente planetario non dovrebbe usare il 90% della sua già limitata zucca per poetare (risp. evitare la galera).

    Inoltre, in caso di sconfitta, considero il subcomandante bordeaux una potenziale sciagura per il già sciagurato quarto di torta d'appartenenza, con cui simpatizzo; non è lui, secondo me, l'xyz-uomo del xyz-destino.
    Tutto qui.

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  22. Il sig. Rossi mi perdonerà, ma dato che non risponde provo a farlo io al posto suo.

    "Davvero crede che i Marron riusciranno a prendere qualche voto in più alleandosi con quelle facce gialle che per anni i loro elettori hanno visto sui manifesti nemici?"

    Sì, perché l'ipotesi non è quella di allearsi con i Gialli, ma di fare una santa alleanza di scopo: scopo che è quello di togliersi dai piedi il capetto arancione, e procedere quindi al risanamento economico e democratico del pianeta.
    Dato che gli abitanti del pianeta non sono fessi, e in netta maggioranza non ne possono più di avere l'ometto arancione tra i piedi, e sono abbastanza smaliziati da essere immuni dai maldipancia inopportuni che affliggono noi (cioè, voi), tramuterebbero di corsa questa netta maggioranza in una netta affermazione elettorale. Basta che la proposta venga loro chiaramente presentata per quello che è, ovvero una temporanea associazione di scopo, con un programma minimo comune, raggiunto il quale si torna ognuno per la propria strada.

    "Ma se anche vincessero, quanto a lungo durerebbe l'arcobaleno giallo-bordeaux-marron?"

    Vincerebbero senz'altro, è questo il punto, per il motivo che ho spiegato sopra, e avrebbero numeri talmente ampi da rappresentare, senza bisogno di premio di maggioranza, la maggioranza vera del pianeta. La conseguenza è che tali numeri darebbero loro la possibilità di rendere innocui i poteri di ricatto di ciascuno dei piccoli capipopolo delle ali dell'arcobaleno.
    Ciò che non accadrebbe, invece, nella migliore delle ipotesi alternative possibili, quella cioè (assai remota) in cui i Marroni assieme ai Bordeaux vincessero alla camera: il senato rimarrebbe in bilico, oppure sotto, e per governare dovrebbero accettare la stampella di senatori Gialli che avrebbero gioco facile a tenere per le palle il governo. Il quale quindi stramazzerebbe subito, stretto sotto la cintura dai Gialli e colpito ai fianchi dai Bordeaux che non vedono l'ora.
    Naturalmente un governo Arcobaleno non potrebbe durare a lungo, perché in vista della successiva scadenza elettorale ciascuno dei colori cercherebbe di brillare più degli altri, ma l'importante sarebbe fargli superare almeno lo scoglio della primavera 2013 (in cui dovrà essere eletto il nuovo presidente del pianeta), e del resto due/tre anni sarebbero sufficienti a realizzare i punti fondamentali del programma minimo comune.

    Questa prospettata dal sig. Rossi è dunque l'unica ipotesi possibile, malgrado i nostri (vostri) maldipancia.
    Che io comunque preferirei di gran lunga, rispetto alle bastonature dell'alternativa.

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  23. Scirocco, perdonami se rispondo a te invece che al sig. Rossi.
    Una coalizione da Vendola a Fini è possibile? Io credo di no. Casini, per quel che vale la sua parola, ha già detto niente Di Pietro niente Vendola, mentre sta tenendo un comportamento piuttosto ambiguo verso Berlusconi.
    Se anche fosse possibile, personalmente non vedo perchè dovrebbe vincere le elezioni: sarà che in Lombardia siamo più fessi che altrove, ma non vedo tutto questo consenso per l'opposizione. E soprattutto non mi fido per niente del presuppusto del tuo ragionamento, per cui i partiti sono come degli scatoloni pieni di voti assicurati, che si possono spostare dove serve. Credo che ci sia già abbastanza gente che ritiene il centrosinistra invotabile, senza bisogno di metterci dentro anche Fini e Casini. Certo che sbagliano, però esistono e (non) votano. Per questo ritengo che l'uscita recente di Bersani - in sostanza "niente primarie però arriva Casini" (yay!)- sia stata suicida.
    Ma se pure vincessero le elezioni, cosa farebbero al governo (a parte, si intende, evitare le politiche classiste, criminogene ed eversive del pdl)?
    Quale programma minimo di "risanamento economico e democratico" si può attuare con Casini e Fini, gente che campa sulle clientele?
    Non riesco ad immaginare Casini, in passato capo dell'ala più spendacciona d'una coalizione già sprecona di suo, dare un aiuto per il risanamento dei conti.
    Tantomeno il governo riuscirebbe a sciogliere il monopolio televisivo. E quindi esattamente cosa dovrebbero fare, una riedizione su scala più vasta della giunta siciliana?

    Detto questo, li voterei comunque. Ma sarebbe una scelta tipo Attila vs Pol Pot.

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  24. Rispondo nell'ordine.
    Casini mi sembra possibilista e attendista, non possiamo certo aspettarci che dica che non vede l'ora di andare con Vendola e Di Pietro, specialmente se loro non lo dicono di lui. Fini ha detto più o meno 'mai con la sinistra', ma lo diceva anche D'Alema della destra qualche mese fa: pensava il contrario, ma non era ancora il momento di dirlo.
    Io penso che entrambi non abbiano alternative, giacché l'unica ragione sociale del loro sodalizio è l'antiberlusconismo da fuoriusciti (e quindi figuriamoci se ci rientrano).
    Dici che l'opposizione di centrosx non ha tutto 'sto consenso, ma in questo modo non fai che confermare l'inevitabilità dell'ipotesi santa alleanza. Appunto perché ha poco consenso (e non è che lo riacchiappi in due mesi), il centrosx perde sicuramente da solo, mentre invece riesce a capitalizzare la propria fetta se la mette insieme all'altra fetta di parvenu dell'antiberlusconismo. Il punto è che quella degli antiB è senz'altro la più grande maggioranza del paese, ma non ha un partito: se glielo dai - anche solo perché B ne dà uno a quelli del fronte suo - quelli lo votano di corsa.
    Il programma dovrebbe fornire proposte sui seguenti punti: legge elettorale e riforme istituzionali, conflitto d'interessi e monopolio tv, debito pubblico e riforma fiscale, lavoro e formazione. Tu dici che non riuscirebbero a mettere insieme quattro proposte non di parte, ma di interesse generale? Io dico invece che potrebbero farlo, proprio guardando all'esperimento della giunta siciliana, che si è trovata insieme strada facendo. Metti uno come Draghi, o anche Monti, invece di Lombardo, e anche la decenza del vertice sarebbe salva.

    E del resto tu alla fine li voteresti comunque, e non c'è argomento migliore per convincerti della -relativa- bontà della proposta.

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  25. Continuo a non essere convinto.
    A) Per come la vedo io, Casini non è un antiberlusconiano fuoriuscito: più probabilmente, ha calcolato che con la legge porcata era più conveniente tentare di fare l'ago della bilancia. Se in un primo momento gli è andata male a causa del margine abbondante del pdl, sembra che ora la strategia possa pagare. E dunque perchè non dovrebbe andare avanti?

    B) E poi il punto non è tanto l'antiberlusconismo di Fini o Casini, ma quello dei loro (ex) elettori. Tu sostienti che sia largamente maggioritario nel paese, mentre io non lo credo affatto. Quanti elettori di F&C sono seriamente interessati ad una Santa Alleanza contro Berlusconi? E quanti elettori astensionisti o dispersi di sinistra smetterebbero d'astenersi o disperdersi per votare il governatore della Banca d'Italia?
    (Tra l'altro: il governatore non può, evidentemente, fare anche il primo ministro; se Draghi si dimettesse -e perchè, poi?- il successore sarebbe in pratica di nomina governativa).
    Alla fine il punto è: secondo me gli il calderone prende meno voti, non di più.

    C) Parli di "quattro proposte" come se fosse una sciocchezza. Quale legge elettorale? Fini e Casini ne vogliono di opposte. Quanto al monopolio, prova a dire a voce alta "PD, FLI e UDC risolveranno il conflitto di interessi" e vediamo come ti suona: a me male.
    Sul debito poi, c'è proprio poco da proporre, e molto da tassare e da tagliare.
    Il lavoro e la formazione, poi, meritano un punto a parte, poichè qui non ci sono leggi di "interesse generale": c'è la definizione dei rapporti sociali ed economici, e non si vede perchè socialcomunisti e nazionaldemocristiani dovrebbero condividerla.

    D) Sì, io voterei comunque. Per l'appunto, il mio voto c'è già, non lo si può guadagnare un'altra volta. Non è me che bisogna convincere.

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  26. Ma io non ti voglio convincere, Robespierre: rispondo come posso alle obiezioni che mi fai. Solo che è un gioco strano, perché tu la cosa la voti, e quindi risposte sufficienti te ne sei già date.
    Comunque, continuiamo.

    A) Casini è il primo (più vecchio) berlusconiano fuoriuscito. Se avesse l'intenzione che dici, non si sarebbe fidanzato con Fini, che immagino a stampellare B (ad andare separati vincerà lui) non ci pensi nemmeno.

    B) L'antiberlusconismo nel paese è senz'altro nettamente maggioritario. Se consideri le ultime politiche come un referendum pro/contro B, la somma dei contro supera quella dei pro di due milioni e rotti: dunque figurati oggi. Si tratta solo di fare di quei contro un partito, ovvero una coalizione (lo so che è un po' poco, come collante programmatico, ma ce lo ha imposto lui). Così connotato, secondo me prende più voti della somma dei partiti che lo compongono.

    C) E' il punto più rognoso, il resto del programma oltre il primo punto dell'antiberlusconismo: lo so. Ma credo che il Pd saprà predisporre una 'piattaforma' condivisibile, e da lì vedremo. Del resto l'ho già detto, è sufficiente che il governo di larghe intese duri due anni, e poi nemici come prima.

    D) Se non ti convincono le risposte mie, te lo ripeto: sostituiscile con le tue.

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  27. Qualche numero di conferma del punto B:
    La santa alleanza antiB starebbe al
    - 56.9 tra gli elettori Pd
    - 57.5 tra tutti gli elettori

    http://www.demos.it/a00537.php?ref=HRER2-1

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  28. Scirocco, a costo di essere noioso, tu giochi con le parole. Convincermi a votare, non ce n'è bisogno. Ciò di cui non sono affatto convinto, è che quella che tu chiami Santa Alleanza (bell'esempio...) sia il modo migliore di vincere un'elezione. Prendo atto del sondaggio, ma mi riesce difficile credere che vi sia chi vota "Fini" indipendentemente da dove stia Fini. Credo invece che qualcuno voti un partito di destra o un partito di sinistra, e che potrebbe benissimo non votare, se la coalizione di sinistra include due partiti su quattro della CDL. D'altra parte, perchè mai uno di destra, che voglia cose di destra, dovrebbe votare la coalizione di centrosinistra, quando ha la fortuna di avere un centrodestra che fa il suo mestiere?
    E che non si venga a dire degli elettori che bramano una destra liberale e legalitaria: a parte che sembra volerla solo Travaglio, davvero la cercherebbero tra ex-MSI ed ex-DC (ed ex-PCI)?
    In fondo la mia obiezione si riduce a questo: credo che gli elettori non votino partiti, ma la posizione politica che questi grossomodo occupano. Se si spostano i partiti, gli elettori, al più, rimangono dov'erano.

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  29. Il fronte anti-B e' il modo migliore di consegnare un'altra vittoria all'asse pro-B, che potra' cosi' rivendicare maggior purezza ideologica (che porta voti al Nord) oltre al ruolo di incumbent (che porta voti al Sud).

    Il PD, quantomeno al Nord, avrebbe un disperato bisogno di ricompattare il suo elettorato di riferimento, oggi disperso tra giacche bordeaux e cappelli a cinque stelle. Servirebbero idee forti, piuttosto che i soliti valzer di nomi. Invece si continua a ragionare in termini aritmetici da Prima Repubblica...

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  30. "ma c'è tra le fila dei Marroni un fine politologo"

    Signor professore d'italiano, in questo caso si dice "le file" ;)

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