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venerdì 16 febbraio 2001

Può darsi che abbiate deciso anche voi di passare questi ultimi giorni a mungere napster, questa meravigliosa vacca grassa, prima della chiusura. E può darsi che anche voi vi siate trovati davanti al ‘blocco dello scaricatore’. Vale a dire: avete a disposizione, ancora per pochi giorni, tutto lo scibile musicale: cosa salvate?
Questo è il principale difetto di napster e simili (secondo me): bisogna già avere idea di cosa cercare. Gli incontri fortuiti e indimenticabili, quelli per dire che possono capitarci ascoltando la radio a un’ora tarda, o anche un’ora qualsiasi, sono esclusi in partenza. Il massimo è trovare qualcosa che si è lungamente (e disperatamente) cercato: per cui inevitabilmente si scade nell’infanzia stupida e dorata: nel mio caso gli anni ’80, i Nu Shooz o i World Party, dimenticabili e dimenticati. Oggi ho finalmente messo le mani su Marinai delle Orme: ma quanto era brutta? Non ci si crede.
Detto ciò, vi do una dritta. Non perdete troppo tempo con le rarità e le scemenze. Scaricate i Beatles.

Perché bisogna scaricare i Beatles
1. In primo luogo, perché non li conoscete. Non potete avere tutti i dischi, che sono più o meno una dozzina (concentrati nello spazio di otto anni). Forse avete qualche antologia, ma non è gran cosa. Specie se è quella appena uscita, una fregatura incredibile, l’esempio di come la pubblicità riesca a creare un evento con il nulla: in commercio c’erano compilazioni anche più complete, a prezzi inferiori.
2. I Beatles sembrano fatti apposta per essere scaricati da napster. Le canzoni pullulano in decine di copie, sono brevi e, quel che più conta, non soffrono molto la compressione in mp3. Immagino che i maniaci di alta fedeltà non si siano mai trovati a loro agio in rete, ma che senso avrebbero, i Beatles, in alta fedeltà? Meglio sentirli così, con una certa patina di passato, che giustamente è passato.
E in una così sterminata mole di materiale (quasi 200 pezzi) pescare a caso è una vera emozione.
Addirittura esistono in circolazione mp3 dei loro LP interi: tenete conto che un lp dei Beatles durava mezz’ora. Mezz’ora di felicità.
3. Per farsi una cultura veramente universale. Non è che in tutto il mondo conoscano e cantino i Beatles. Ma poche opere danno, come le loro canzoni, un senso di condivisione con l’umanità. Penso.

Ogni canzone dei Beatles ha l’aria di essere un esperimento. Nulla è sicuro in partenza. La chitarra potrà scordarsi. Ringo potrà sbagliare. I coretti stavolta potrebbero anche incrociarsi male. Lennon potrebbe cantando tossicchiare e accartocciarsi. Ma ogni volta il peggio è evitato. E si ricomincia con una nuova scommessa. Uno strumento nuovo, un giro armonico diverso, sempre qualcosa che non si era mai esattamente sentita prima. Come nei primi secondi dopo il Big Bang le ere si susseguivano in pochi attimi, così tutta la musica che poi ci avrebbe tormentato e sollazzato in seguito veniva fuori così, in un’esplosione confusa che non ti lascia il tempo di riflettere. Un giorno alla radio si sente uno strano “Yeah yeah”, e cinque anni dopo è già il tempo di “Happiness is a warm gun”. Oggi un gruppo medio pubblica nello stesso periodo di tempo due o tre CD. Molto meno eccitanti. L’universo forse è ancora in espansione, ma rallenta, rallenta… tra un po’ inizierà il riflusso.

1 commento:

  1. ...E poi smagnetizzai il cd per sbaglio. Che tristezza.

    Effettivamente sostituire la radio con i p2p può indurre a un delirio solipsistico: è molto più difficile trovare roba che ti piace per caso, finisci per indirizzarti su quei generi e quegli autori che conoscevi già. E dopo un po' magari ti annoiano e ti deprimi.

    Quella sensazione di accaparramento che abbiamo ogni volta che scarichiamo, forse ha avuto il suo imprinting in quei giorni in cui sembrava proprio che Napster avrebbe chiuso e che ognuno sarebbe rimasto con quello che riusciva a masterizzare.

    Ma un buon risultato fu raggiunto: ho smesso di rimpiangere gli anni '80. Siamo nati nelle favole, dove il cielo non tradiva i marinai.

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