Intercettazione
Ho sognato che volavo nella notte, libero tra le costellazioni del cielo d'autunno. Ero un satellite artificiale e intercettavo, intercettavo.
Intercettazione del mercoledì 26/09/2001, ore 20.45 (meridiano di Torino). Due persone anziane, dai toni distinti. Si identificano a vicenda come "Giuvà" e "Venato".
VENATO: "Giuvà, io qui mi dimetto".
GIUVA': "Venato, suvvia… non mi sembva né il tempo né il luogo".
V: "Aeeeh… parlammoce chiaro, eh, Giuvà? Da quanto dura 'sta storia? Tre mesi? Quattro?"
G: "Contando dal tvedici maggio… fanno 100 giovni giusti giusti".
V: "Ecco. 100 giorni di figure e'mmierda, Giuvà".
G: "E dai, Venato…"
V: "Che venato e venato… io sono un professionista serio, eh? Mi pagate per questo, no?"
G: "E ti paghiamo anche bene".
V: "Mi pagate per tenere quel matto sotto controllo all'estero… chillo è abituato alle conferenze stampa italiane, dove sa già le domande che gli fanno… che tanto sono tutti dipendenti suoi".
G: "Alcuni sono dipendenti miei".
V: "Vabbuò, è la stessa cosa. Giuvà, guarda che io sono disposto a tutto, sai? Vuoi che mi metto o' mantello nero e o'passamontagna'n coppa e vado a parlare coi bleccheblocche? E io ci vado! Non tengo paura io… ho lavorato al WTO, altro che bleccche blocche… ma questo no, no, non è cosa. Chillo è incontrollabbile, hai capito? In-con-trol-lab-bi-le. Non posso voltarmi un attimo che lui…".
G: "Non ti evi semplicemente voltato un attimo, Venato. Fovse eva meglio se lo seguivi a Berlino, invece di fave un salto a New Yovk…"
V: "Ma ero solo andato a salutare Rudolph… con chillo che ha passato, poveretto… 'nu poco di solidarietà per i vecchi amici, no? Ma tu ce l'hai, un cuore, tu?"
G: "Non cvedo".
V: "Però avevo preparato tutto alla perfezione, Giuvà! Il discorso gliel'avevo fatto leggere una decina di volte! Davanti a me, come al collegio. Sapessi che fatica per fargli di' "«Credo che un attacco debba essere molto ponderato e mirato. Chirurgicamente mirato». S'impappinava… però alla fine ha detto bene, no? La lezione la sapeva, o no?"
G: "Sì. L'avevi scvitta tu?"
V: "Noo… era 'na velina da Washington… le fanno personalizzate per tutti i capi dei governi occidentali".
G: "Che ovganizzazione. C'è ancova molto da impavave".
V: "E poi gliel'avevo cantata chiara: a Si', gli avevo detto, niente chiacchierate. Reciti la tua parte e poi zitto, eh? mi raccomando. Sennò poi lo senti, Giuvà. Gli aggio detto anche questo".
G: "Come se a me desse vetta…"
V: "Lo vedi? Lo ammetti anche che è incontrollabbile… adesso poi che è euforico perché si è fatto sospendere le rogatorie… chi lo ferma cchiù…".
G: " Venato…"
V: "E addesso mi dici che devo portarlo a trovare i Bbush, uè, ma ti pare il caso?"
G: "E insomma, ci sono già andati tutti i leadev occidentali... che figuva ci facciamo?".
V: "Che figuva? Ma la solita figura e'mmierda, Giuvà! Ma tu l'hai vista la faccia di Colin, o' consigliere a' difesa, quando ha sentito la proposta di fare un nuovo G8? Ruggierou - m'ha detto - ringrazia il tuo capou da parti mia. I was so fucking sad.. they blow out my office, you know... And then he came, whoa! I just got down on my knees and started to laugh...
G: "Venato..."
V: "Non insistere, Giuvà! Io non so… uno nella mia posizione… mo' mi faccio prendere a torte in faccia davanti ai Bbush… ma tu lo sai da quanto tempo li conosco i Bbush, io? Li conosco dapprima di Binladden! Anzi, capace che gliel'aggio presentato io, Binladden".
G. "Venato, scusa, non potvemmo continuave in inglese? Il tuo accento è vidicolo".
V: "A Giuvà, lo so da me… è per depistare le intercettazioni… Figurati mo' se possono pensare che un ministro degli esteri parli così".
G: "Aaaah… vecchia volpe".
V: "Tu, piuttosto, la tua erre moscia, ma chi ci crede?"
G: "Quella è pev non favsi tvovave da Echelon, cvetino"…
V: "aaaah,dicevo io".
Scusate.
Uno si tira su il morale come può.
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