Freude schöner Gotterfunken, Tochter als Elysium
Wir betreten feuertrunken…
Licenza sperimentale
Un saluto alla Pizia e ai suoi convitati: mi sarebbe veramente piaciuto esserci, ma non sto ancora molto bene. Mi è dispiaciuto molto. Anche perché è tempo di sfatare alcune storie sul fatto che non esisto, che sono un'intelligenza artificiale, ecc.… Non solo esisto, ma sono anche uno sfigato qualunque, tranquillizzatevi. Nei primi tempi avevo anche una foto: l'ho tolta quando le cose sono iniziate a farsi un po' più serie (ma soprattutto perché ero stanco di ricevere mail da lettrici assatanate).
Ora, proprio quando ormai avevo rinunciato a mettere i fatti miei su questo sito, un pezzo di Madame Defarge mi costringe a tornare sull'argomento, per precisare un paio di cose. Madame è sempre molto cara, sed magis amica est veritas. E quindi: non è vero che io sono uscito con 60/60 alla maturità. Il voto esatto non me lo ricordo, ricordo che cinque miei compagni lo presero, ma io no, e che me ne sarebbe anche interessato poco, se non che in un'altra classe lo prese anche la mia ragazza di quel tempo, maledetta secchiona.
Ma la cosa veramente importante, l'unica che tengo a sottolineare, è che quella scuola non è, non fu mai un liceo classico. Noi, quei fighetti dei liceali classici, ce li mangiavamo nell'intervallo tra la terza e la quarta ora. E per vari motivi, tutti buoni:
I liceali classici (quegli sfaticati), fanno 25-28 ore alla settimana: noi ne facevamo dieci di più.
I liceali classici (quegli ignoranti), dopo aver inutilmente cercato di imparare un po' di lingua straniera nel biennio, rinunciano, e si rassegnano a diventare quella classe dirigente cialtrona e incapace di comunicare con le altre classi dirigenti che conosciamo bene. Noi abbiamo studiato, per tre anni, tre lingue straniere, per quindici ore alla settimana. Tanto che, se non avessi avuto i miei cali di pressione tra la quinta e la sesta ora, io a quest'ora potrei anche leggere Goethe in lingua originale, alcuni miei compagni lo fanno. Io mi limito a canticchiare l'Inno alla Gioia in lingua originale, in certe occasioni. È il mio inno. Sarà l'inno dei vostri figli. Voialtri arrangiatevi con Mameli.
I liceali classici (quegli idioti) sono fortunati se quando escono dal loro liceo idiota sanno contare fino a cento, senza servirsi delle dita delle mani e dei piedi. Noi (complice anche un prof convinto di trovarsi in uno scientifico) uscimmo con nozioni ben assestate di calcolo integrale. E io so di aver sostenuto un'interrogazione alla lavagna sulla teoria della relatività. Non mi ricordo più nulla, ma so che per un momento della mia vita (lo stesso momento in cui studiavo Schiller a memoria, scrivevo tesine su Gozzano e recitavo Beckett) ho svolto un'equazione alla lavagna fino ad arrivare alla formula E=(mc)2, e ne sarò fiero fin che campo. Il nostro prof invece no, ce l'aveva con noi perché eravamo testoni e non aveva fatto in tempo a spiegarci i quanti.
Del resto la mia (notevole) cultura si definisce così: la differenza tra quello che ho imparato lì e quello che ho disimparato successivamente all'università.
Se mai posso perciò fregiarmi di qualcosa nella vita, insomma, e di avere studiato al L. A. Muratori sperimentale di Modena a cavallo tra Ottanta e i Novanta, in una classe di ignorantoni provinciali che al momento buono stracciò tutti i record e portò a casa cinque sessanta – tra i quali io non c'ero. Del resto tra quelli che portarono a casa il voto più basso ce n'è uno che adesso lavora per Rai3. Ha anche intervistato Borrelli, una sera. Un altro è stato per un po' al marketing della nota ditta di scarpe globalizzate. Poi chi altro c'è… una promessa della lusofonia… e tanta altra gente che al momento buono spunterà.
Sì, sono orgoglioso della mia Licenza Sperimentale – che è anche una licenza di guardare le vostre maturità classiche dall'alto in basso, stupidi ignoranti polli di batteria che non siete altro. Avete incontrato molti latini nella vostra vita adulta? Li avete intrattenuti con qualche sapido epigramma in esametri? Bravi. Ora scusate, vado a guardarmi un po' di tv francese, perché l'italiana non la reggo.
Ma se insisto sul LAM sperimentale non è per nostalgia, è per un motivo più serio. Quella scuola, decisamente sopra gli standard era ed è pubblica. Non era il solito parcheggio per figli di avvocati a base di Cesare e Cicerone. Non era un votificio. Era la scuola migliore di Modena e potevano andarci tutti (il problema magari era restarci). Mi sono sempre chiesto se Letizia Moratti, la piccola giovane broker, sarebbe sopravvissuta a un'interrogazione sul calcolo integrale. O su Schiller. Non lo sapremo mai. Di sicuro nella nostra classe se non si lasciava fotocopiare le versioni di latino non se la sarebbe filata nessuno. Avrebbe imparato a calare un po' le arie, la Letizia. E sarebbe stata magari una Ministra migliore.
Ma è troppo tardi. Dopo una certa età le cellule del cervello non si rinnovano più. (le cellule dei cervelli, intendo, che hanno subito 5 anni di Classico…)
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