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mercoledì 19 aprile 2006

- meditazioni davanti al bicchiere mezzo vuoto, 2


La questione non generazionale

La mia generazione mi fa senso, non ho nessuna voglia di vedere i miei coetanei al potere, e quando ci andranno non avrò nessuna fiducia in loro. Spero che sia tardi e che abbiano messo giudizio, nel frattempo. Naturalmente sto generalizzando, ogni tanto mi piace, è liberatorio. Fatelo anche voi.

La questione generazionale è semplicemente la lotta di ogni generazione per affermarsi su quella di papà. Se noialtri facciamo fatica a imporci è per tutta una serie di congiunture storiche, sociali ed economiche, oltre al fatto che siamo degli smidollati; volendo essere più sottili, ci sono congiunture storiche, sociali ed economiche che hanno spinto i nostri padri a crescerci da smidollati, e se stessimo giocando a "di chi è la colpa?" avremmo già risolto. Purtroppo invece si gioca a "chi paga?" Le colpe dei padri ricadono sui figli, sta scritto sulla Bibbia. Gesù non era d'accordo? Sta bene, è a verbale.

La questione generazionale ha padri non proprio nobili. Filippo Tommaso Marinetti, il fascista più geniale e più stupido (ruppe con Mussolini alla vigilia della Marcia su Roma, rientrò qualche anno dopo con la coda tra le gambe) proponeva di sostituire il Senato con un Eccitatorio composto da soli giovani. Faccio notare che se la Costituzione l'avesse modificata Marinetti, invece che Calderoli, oggi l'Unione governerebbe alla grande, senza un Senato di barbogi col diritto di veto.

Nella Storia ci sono state gerontocrazie ed eccitatori, grandi potenze dirette da senatori barbogi e Imperi in mano a ragazzini. L'importante non è che siano giovani o vecchi, ma che muoiano presto. Questo è il segreto di un buon governo: avere pochi anni davanti, e poi morire, possibilmente senza lasciare eredi. Ed ecco che di colpo non c'è più nessun conflitto d'interessi, tutti si scoprono statisti, tutti vogliono lasciare un bel ricordo per lapidi e statue, persino Sharon voleva essere il padre della pace. Ben vengano i giovani, insomma, a patto che muoiano alla svelta. Ecco, se invece di Calderoli o Marinetti ci fossi io, proporrei questo: governo di soli cinquantenni, a 55 li facciamo senatori a vita e a 60 li ammazziamo. Credo che a quel punto la carriera politica sarebbe appannaggio di chi sente davvero la vocazione, di chi non ha più interessi a questo mondo. Un governo di santi. Scusate, ogni tanto ho fantasie radicali e violentissime, voi no? Avete dei problemi, riguardatevi.

La questione generazionale è un falso problema. In Italia ci sono un sacco di vecchi, è giusto che governino: se almeno lo facessero da vecchi, con saggezza e senza avidità di beni terreni che non potranno portare con sé. E invece abbiamo vegliardi che governano da ragazzini, avidi e irresponsabili, e ora ci siamo messi in testa che l'antidoto è gente come Scalfarotto, giovani seri, posati e come dei vecchi. Posso capirlo, ma è innaturale. Anche nel giornalismo: Giuliano Ferrara dovrebbe darsi un contegno e Luca Sofri sbracarsi un po'. Per fare un esempio.

Il problema non è l'età anagrafica: ci sono persone anagraficamente non anziane (D'Alema, Fini) che sono politicamente decrepite. Perché sono le stesse facce per cui ci sgolavamo al liceo 15 anni fa: un po' più grigie e bolse, ma sono le stesse. Lo stesso Berlusconi, quand'è che la pianta con questa storia del non professionismo? E' da 12 anni che non fa altro che politica, anche quando polemizza con Ancellotti sembra a un comizio elettorale.

I giovani danno un altro problema: che se poi ci arrivano, al potere, non schiodano più. Uno stronzo anziano almeno è anziano. Ma Capezzone, quando ce lo leviamo di torno? Forse mai. La mia generazione rischia seriamente di invecchiare e morire a braccetto con questo nerd che ci spiega che non capiamo nulla sugli embrioni e sulla guerra al Terrore, che se solo la TV lo inquadrasse di più... uno disposto a mandare mezza Italia al massacro in un referendum suicida per il gusto di ergersi a difensore dell'aborto e della staminale, uno che quando crolla il governo risorge nell'altro schieramento, uno che alla sua tenerà età è già più antipatico di Rutelli adesso, e quando avrà l'età di Rutelli? E per allora ci sarà un altro partito clerical-moderato da dargli in mano? Difficile. Occorrerebbe schiodare Rutelli. Vedete? Giriamo sempre intorno allo stesso problema.

Non è una questione generazionale. E' una questione umana. Abbiamo la stessa classe dirigente da 15 anni, e in questi 15 anni era statisticamente impossibile che questi signori, sotto le telecamere in media una volta la settimana, non facessero qualcosa di brutto, qualcosa che ce li ha resi, prima o poi, antipatici e quasi invotabili. E' come il Grande fratello, ma dura da 15 anni. E non eliminano mai nessuno. E non si può cambiare canale. E' un format a metà tra il Grande Fratello e l'inferno dantesco, in effetti.

Per dire, io non ce la faccio a votare D'Alema. Non ho moltissimo contro le idee di D'Alema, ma a questo punto non lo considero più affidabile. E' relativamente giovane, ma per me è un vecchio matto che non sa vivere senza un sondaggio (senza averne mai azzeccato uno, il che statisticamente non cessa di sbigottirmi). Certo, mi rendo conto, a questo punto non ha senso chiedere a D'Alema di non pagare più sondaggi, è più o meno come convincere un eroinomane a smetterla. (Ma chi continua a offrire sondaggi a D'Alema ha la stessa moralità di chi offre uno schizzo a un metadonizzato).

Vi ricordate i test on line che si facevano prima del voto? Dovevi rispondere a domande sul programma, e poi il software ti diceva che partito avresti dovuto votare. Ebbene, il test non funzionava mai. Perché il problema non è il programma, chi se ne frega del programma, il problema sono le facce. Io per certe facce non posso più votare, per certe altre non voterei mai (secondo il test dovevo votare Capezzone). Non sono necessariamente facce vecchie. Ma sono politicamente consumate. Dovrebbero cambiare mestiere, ma esiste un mestiere per i post-politici?

Ai vecchi tempi dell'Impero (quello romano), i consoli che avevano esaurito il cursus honorum li mandavano a ingrassarsi nelle provincie. Ecco. Ci vorrebbero provincie appena conquistate, da pacificare e spremere. Fini e D'Alema a Nassiryia, a pattugliare i pozzi e lucrare sulle commesse ENI. Scusate, ogni tanto ho fantasie coloniali, ma non do fastidio a nessuno. Do fastidio a voi? Potevate evitare di leggere fin qui sotto, scusate.

10 commenti:

  1. cavolo, questo è oggettivamente un post reazionario, soprattutto quel pezzo sui "padri che ci hanno cresciuti smidollati".
    vabbuò, meglio così, vorrà dire che sei già pronto a difendere la chiesa cattolica e i suoi credenti contestando la legittimità della satira di popetown.
    ti attendo qui e su macchianera.
    a.

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  2. il problema e' che mentre noi cianciamo di soluzioni seduti su un pitale, loro macinano le preferenze che li porteranno a cianciare di cazzate su uno scranno del senato.

    funziona cosi': una cara amica, ahime' socialista (nessuno e' perfetto) mi diceva: "Intini non e' malaccio, eppoi, quando uno si presenta coi voti, mica gli puoi dire di no".

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  3. ho riso parecchio (si vede che son stolto) ma tutto 'sto astio contro il capezzolone propio non lo capisco. è un super-nerd saccente, benissimo, sta sulle palle a tutti, ma non ha (ancora) fatto nulla di male (ad esempio non è passato da uno schieramento all'altro) - ma perché uno non lo potrebbe votare mai? è così poco smidollato che quel programma a potere lo farebbe pure (a meno che non sia davvero il rutelli in pectore che presagisci - e quel giorno piangerò calde lacrime mentre olio il fucile di precisione)

    per il resto, è come il grande fratello, solo che non eliminiamo mai nessuno; certo, forse è solo che siete confusi: alle elezioni, al contrario che al grande fratello, se volete eliminare qualcuno non dovete votarlo!

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  4. Bella l'idea della classe dirigente che muore giovane, con una scadenza precisa. Mi ricorda un bel racconto di Italo Calvino.
    Complimenti a te per il blog.

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  5. Noi ci lamentiamo di avere la stessa classe politica da 15 anni.
    Mio padre si lamentava di avere la stessa classe politica da 40 anni.
    Mio nonno probabilmente in tutta la sua vita aveva conosciuto una sola classe politica.
    O forse no, visto che poi è caduto il Re.
    Un uroboro storico, sempre a lamentarsi dei politici che poi, in un modo o nell'altro, sosteniamo.
    Giovani o vecchi che siano.

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  6. grazie leonardo, grazie di cuore, un grandissimo post, forte come quello del sessantotto che ci ha strasfracellato i coglioni, sincero come quello sui lomas.
    un post che mi fa dire hey hey my my web'n'log will never die (ognuno ha le sue,i can't stand capezzone)

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  7. Mi fai ridere anche con i postumi di un parto.

    chiara

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  8. La questione generazionale sta montando, anche se non esattamente nei termini che hai infividuato.

    Stando ad alcuni tra i principali blog di centro sinistra (Adinolfi, Blogperlamargherita.com, Marioemario ...) e ad alcuni quotidiani (Repubblica, Europa, Unità), c'è un'iniziativa autoconvocata interessante a Roma il 6 maggio, ore 12.00: la Generazione U verso il Partito Democratico.

    Non sarebbe male portare lì le tue idee.

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  9. portare a Roma le mie idee?

    Perché proprio a Roma? Foligno, per esempio, è più centrale.

    Hanno un po' stancato i romani. Appena uno ha un'idea bisogna portargliela. E se venissero loro? Apriamo la questione provinciale.

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