Quelli che Malpensano
Avete sentito dire anche voi che Alitalia perde un milione di euro al giorno? Bene, ora un piccolo quiz: indovinate chi paga.
E per favore, non rispondete “gli italiani”: troppo facile. Ma li sapreste isolare a colpo sicuro la razza di italiani che pagherà i debiti Alitalia? Per esempio, in una fila alle Poste, sapreste riconoscere quelli che pagheranno i debiti Alitalia da quelli che invece no?
Un piccolo test. Vi presento due persone e dovete dirmi chi dei due è della razza di quelli che pagano. Vedrete che non sarà così difficile.
Arnolfo Brembani, classe '63, nato e cresciuto a Varese, è il titolare di una piccola industria. Non vola parecchio, perché l'unico Paese estero che frequenta è il Canton Ticino, dove ogni tanto porta qualche dane' che nelle banche italiane ammuffirebbe, e ce li porta in Maserati (un regalo di Tremonti Bis).
Waseem Ahmad, classe '74, nato a Lahore (Punjab) è cresciuto anche lui a Varese, dove fa il benzinaio. Regolare. Anche lui non vola parecchio: una volta ogni due anni va a trovare i nonni in Pakistan. Se può, evita Alitalia, perché è un po' cara.
Già così è abbastanza facile, ma vi do un aiutino:
Waseem Ahmad, benzinaio, paga le tasse. Tutte. In quanto benzinaio regolare, non potrebbe fare altrimenti.
Arnolfo Brembani, imprenditore, quando può evitare di pagarle lo fa. Ultimamente questa storia del Liechtenstin, come si chiama, Liechtenstein, gli sta un po' turbando la digestione, ma lui stringe i denti (e non solo) e non vede l'ora che torni Tremonti Tris col Grande Condono.
Non si è capito? Ok, un altro aiutino.
Arnolfo Brembani, imprenditore varesotto, vota Lega Nord.
Waseem Ahmad, benzinaio regolare di nazionalità pakistana, in Italia da 9 anni, non vota. Non ne ha il diritto.
Direi che adesso è chiaro: quando Alitalia sarà salvata, a chi è che chiederanno una mano per pagare il conto? A chi è che alleggeriranno il portafoglio? Daaai, che è facile.
Un ultimo dettaglio, che forse non c'entra nulla:
Il giorno dopo aver votato per salvare Alitalia, Brembani si fermerà a fare il pieno alla stazione dove lavora Ahmad.
Quest'ultimo, un po' emozionato dall'idea di dover servire un pilota Maserati, si sbaglierà a dare il resto.
Quando Brembani, mica nato ieri, glielo farà notare, Ahmad si correggerà immediatamente, ripetendo più volte l'espressione “mi-dispiace-signore”. Brembani replicherà con un sobrio Tornatene a ca' tua, negher di merda, e poi via, verso Lugano Bella.
Che forza, il Nord. Come si fa a nascere altrove?
Bisogna essere dei gran pirla.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
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Ma tu sei sicuro di non voler entrare in Cabaret Bisanzio? :)
RispondiEliminaMi sei un po' demagogico qua, eh.
RispondiEliminaCmq continuo a non capire cosa c'e' di cosi' difficile nel gestire Alitalia. L'aziendina del Brembani se non vende salta, perche' l'Alitalia non puo' "saltare"? Non e' mica una banca...
E tu chiedilo al Brembani, è lui che la vuol salvare...
RispondiEliminaWB
Ma giusto per scherzare ancora meno:
RispondiEliminaSCHIAVI LEGALIZZATI
una collezione di luoghi comuni.
RispondiEliminaa volte quando non si sa cosa scrivere è meglio lasciare stare- se ti sforzi un po' puoi trovare un altra storiella che dimostra il contrario, tipo che l'Ahmed di turno non paga le tasse perchè vende cocaina cash sulla riviera romagnola, mentre l'impiegato Gabriele di Ravenna, 4 figli e moglie che non lavora, paga pure Alitalia e non vola granchè.
Tra l'altro, ti toccherà pure di votare Calearo!
Di solito fai post intelligenti, mi hai deluso.
E' una questione di prospettiva. Tra una decina di anni, Ahmad si sarà fatto furbo e avrà raggiunto, con i soldi risparmiati in tanti anni, suo cugino che vive in un paese un po' civile (che sò, la Germania o l'Inghilterra). Qui continuerà la sua onestà attività e uno stato giusto li darà il diritto di voto oltre che valorizzare le sue capacità imprenditoriali.
RispondiEliminaArnolfo Brembani, intanto, perderà tutto. A forza di Tremonti ter, quater e uber, l'Italia diventerà un misero paese del terzo mondo, scacciato pure dalla zona euro. La sua fabricheta sarà fallita, comprata da una finanziaria svizzera (probabilmente la stessa in cui aveva investito i soldi). Visto che non era poi così sveglio, Brembani non ha fatto tanto la formichina e i risparmi del Lichtenstein se li è spessi in puttane e coca.
Ora, senza un soldo, vecchio e solo è costretto ad emigrare in Germania e fare il fattorino per la ditta di Ahmed. Che lo assumerà regolarmente, non perchè buono, ma perchè nei paesi civili non ti fanno lavorare in nero. Non gli dirà niente. Io però, che grazie al mio essere mezzo crucco mi sarò trasferto in terra teutonica (volando Lufthansa), appena lo vedo gli dico: "Italiener? Aaahh, pizza, mafia, mandolina, ja, ja, ja" e mangerò la mia bella bratwurst.
e sì, nel senso che ovviamente si poteva fa' un altro esempio, ma il succo resta lo stesso: chi paga le tasse (p. e. me) pagherà anche per alitalia. chi evaderà lo farà anche per alitalia.
RispondiEliminaperò berlusconi (che forse sta addiventà communista) ha detto che un paese può ben spendere qualche soldino per tenere in piedi un'azienda importante...
manca solo che proponga di nazionalizza' le compagnie petrolifere (magari pe' fa' un dispetto a moratti) e poi l'ha dette tutte! mi pare che ha già proposto una specie di cassa del mezzogiorno... mah...
Ma sul serio lo straniero regolare che paga tutte le tasse e non ha il diritto di voto è un luogo comune?
RispondiEliminaNel senso che ne parlano tutti? Che scrive su tutti i giornali? Che ormai è un personaggio fisso dei film italiani, e delle fictions, eccetera? Perché se ne parlano tutti, io posso anche smettere, non c'è problema (e parlare di cose meno banali, come gli spaccini stranieri che hanno rubato il mestiere agli italiani... non ne parla mai nessuno degli spaccini stranieri)
E dire che l'unico benzinaio straniero di cui ho sentito parlare negli ultimi anni è quel cingalese che si è fatto un po' di galera perché i bambini parlavano dell'"uomo nero" e lui era l'unico uomo nero a Rignano Flaminio.
Bravo Leo.
RispondiEliminaBravo anche David, però un po' troppo stile "Una poltrona per due" :-)
Svegliati: non esistono solo benzinai pakistani e non esistono solo imprenditori ladri.
RispondiEliminaE comunque sia, non e colpa loro se un azienda statale va allo sbando.
Curati che il comunismo è una malattia che annebbia la mente.
Intendevo che lo straniero-tutto-buono-poverino associato all'imprenditore-bastardo-evasore è un clichè abbastanza usato da certa sinistra, soprattutto arco-baleno ma anche ulivista. Per me questi modelli semplificati, opposti a quelli leghisti-like, altrettanto errati, contribuiscono solo a dare visioni errate a chi non aspetta altro che vedere "idee semplici" da votare. Ultimamente il clichè prevalente mi sembra essere quello leghista, ma questo è solo perchè a forza di giocare con le regole di berlusca la sinistra ha contribuito al generale spostamento a destra della società italiana. Credo.
RispondiElimina(ps io sono straniero-regolare-pagatasse. In Norvegia)
Andrea99bobansplindercom ti quoto in toto, tranne per il fatto che lo spostamento a destra della società è un movimento globale indipendente dallo specifico italiano. Trent'anni fa la meritocrazia era una cosa fascista, oggi le tasse sono il diavolo in tutto il mondo (anche in Norvegia).
RispondiEliminaLeonardo,
RispondiEliminaio aspetto ogni volta la fine (prematura) delle legislature (a proposito: perché non un'altra bella riforma? Quanto sono durate mediamente le legislature, in Italia? Un paio d'anni? Tre? E che allora sia questa la durata prevista dalla Costituzione) solo per leggere i tuoi post.
Il materiale non te lo fanno proprio mancare, quelli là.
Come il Berlusconi, diciamo così liberista, che dice che Alitalia deve esere salvata dallo Stato, e Veltroni, diciamo così comunista, che dice che invece deve pensarci il mercato (semplifico, eh, ma mica siamo lontani dal vero)
Credevo fosse ovvio più ovvio parlare per "metafore". Ma da qualche commento sembra sarebbe stato meglio un post con mille personaggi: spacciatore, l'imprenditore di sinistra, il cattolico illuminato, il calciatore che vuole riciclarsi in politica...
RispondiEliminaFatto sta - ed è ampiamente dimostrato - che andrebbe proprio come dice Leonardo. Perchè se Alitalia è a pezzi. E se Malpensa è a pezzi, la colpa è proprio dell'ingordigia di questi imprenditori/politici del Nord che hanno creduto di poter avere tutto (un aereoporto in Piemonte spacciato come aeroporto di Milano), senza rinunciare a nulla (Linate).
andrea99boban.splinder.com ha ragione: bisogna che gli spaccini paghino le tasse anche loro (che poi gli spiaccini italiani abbiano diritto di voto e quelli stranieri no, pare sia giusto a prescindere).
RispondiEliminaleonardo: nel caso poi di bogdan, muratore rumeno a nero nella sicilia orientale, l'evasore non è lui, ma peppino campo, il suo datore di lavoro: bogdan percepisce infatti molto meno del netto di un salario regolare, per cui si può dire che il padrone le tasse gliele trattiene già abbondantemente dalla busta paga (che non gli dà); solo che invece di versarli, se li tiene.
così, peppino campo non paga malpensa, come fa invece lucia romano, cassiera di supermercato con regolare busta paga, del cui netto però incassa la metà, l'altra parte servendo a incrementare i fondi neri del principale.
nel fare questi esempi sono consapevole di stare dalla parte del torto: so benissimo che dovrei dire che in realtà solo una piccolissima e direi trascurabilissima percentuale di imprenditori (mele marce) non paga le tasse, che per la maggior parte loro pagano tutto regolarmente, non tralasciano mai di rilasciare fattura e si farebbero uccidere piuttosto che assumere in nero, che il caporalato è un'invenzione dei comunisti per screditare gli onesti imprenditori etc. etc.
che poi io non abbia ancora mai visto nemmeno un imprenditore onesto, è cosa di poca importanza: non è forse scritto: «beati coloro che crederanno senza vedere»? (o forse era credettero?)...
In parole povere, Leonardo ha ragione.
RispondiEliminaMa esplica la sua ragione usando della pessima demagogia.
m.s.: Esatto. Quoto tutto.
RispondiElimina"Pessima demagogia?"
RispondiEliminaIo faccio demagogia, l'ho sempre fatta, e la so fare meglio di tutti.
Non vi piace? Fatevi un giro in piazza, troverete quella che fa per voi.
Ho questa idea, banalissima, che chi paga le tasse abbia il diritto di prendere parte alle decisioni collettive: ce l'avevano anche certi signori che nella loro lingua dicevano No taxation without representation, e hanno fatto una certa rivoluzione; ogni volta che ne parlo c'è qualche liberale e liberitsta alle vongole che non capisce, è proprio come se parlassi marziano.
Ma dare del demagogo non è pure demagogia?
RispondiEliminaComunque quello che non capisco è il senso di certe perle.
Se io terrone devo andare a Verona con l'Alitalia mi tocca pagare 190 euro e manco un volo diretto (cambio a fiumicino).
Windjet (son terrone e pure indipendentista) me lo spara anche a 30 euro e pure meno (volo diretto).
Qualcuno può spiegarmi qual'è il senso di mantenere quella tratta quando ci sono almeno 2/3 compagnie che mi offrono un volo diretto a molto meno?
Crakowski
Ho questa idea, banalissima, che chi paga le tasse abbia il diritto di prendere parte alle decisioni collettive
RispondiEliminaEhi, non c'è bisogno di saltare come un grillo.
Ti ho detto che hai ragionissima, e sono d'accordo sul fatto che sia orribile che il benzinajo non è rappresentato ma paga, mentre l'altro non paga ma è rappresentato.
Ma questo c'entra poco con Alitalia, e come ti hanno fatto notare è possibile costruire facilmente i "personaggi" diametralmente opposti.
Resta un buon post sul concetto, appunto, di tassazione vs rappresentanza.
Certo che se invece che al concetto di base ci si attacca alle metafore è difficile ragionare.
RispondiEliminaCerto che se invece che al concetto di base ci si attacca alle metafore è difficile ragionare.
RispondiEliminaNon sono le metafore in sè il problema: è il metodo che soggiace a tali metafore, che trovo pericoloso.
Beh questo post è una bella metafora della situazione su Alitalia: neppure un commento sull'Alitalia.
RispondiEliminaMentre si discute di luoghi comuni, sul tema passa il carnevale dei luoghi comuni:
1. L'Alitalia da salvarsi grazie allo stato.
2. Quello che dice ma dobbiamo difendere l'italianità, affermando che si sente orgoglione quando vede la bandiera su quegli aerei
3. Quell'altro che difende l'aereoporto perchè il nord e il nord e dobbiamo avere anche l'aereoporto duro.
sono un lavoratore.
RispondiEliminasono per la liberalizzazione di alitalia.
sono un po' offeso dal qualunquismo di questo tuo post. La prossima volta che ci aspetta, una sfolgorante ironia di come i negri hanno il ritmo nel sangue?
c'è mara carfagna in tv (intervista per tribuna elettorale)... a qualcuno devo dirlo! è responsabile delle donne (qualunque cosa voglia dire) di forza italia... ricordatevela al momento di votare. anche lei dice che la 194 non va toccata ma applicata (che è quello che io penso di lei, di carfagna). ha accusato veltroni e anche la sinistra radicale di fare atti di marketing (qualunque cosa voglia dire), che secondo me è una cosa sconcia che però berlusconi la fa di più. fra poco quella del piddì (argh, fioroni) aspe' che cambio, prima che mi passa la voglia di votare piddì. zot!
RispondiEliminaa parte i giochi di parole, le poesie e i paradossi, malpensa è l'emblema della sfiga padana. altroché nascere altrove. la geografia è impietosa.
RispondiEliminamalpensa è un aborto
tocca seppellirlo.
RispondiEliminagiovedì 3 aprile 2008
RispondiEliminaSu Malpensa e sul “sistema paese”
Il caso Malpensa è l’esempio chiarissimo su come funzioni il concetto di “sviluppo economico” e “sistema paese” in italia.
Lo scalo lombardo è stato deliberatamente sabotato da Roma capitale fin dalla sua attivazione.
Ricorderete le continue notizie, per lo più ingigantite, sugli incidenti e furti ai bagagli per scoraggiare i viaggiatori. Come se a Fiumicino queste cose non avvenissero. Negati i finanziamenti per i collegamenti stradali e ferroviari veloci con il Piemonte e perfino con Milano.
Se Malpensa avesse ricevuto UN MILLESIMO delle risorse destinate dallo stato per le finte grandi opere del Sud come nella piana di Gioia Tauro, stabilimenti Fiat vari, leggi per Roma Capitale, cassa per il Mezzogiorno, Giubileo e via elencando, sarebbe divenuto il più efficiente aeroporto d’Europa a livello degli scali giapponesi. Per non dimenticare il colossale costo della cosiddetta “lotta alla mafia”, una messa in scena criminosa per celare che a 150 dall’unità “nazionale” il Mezzogiorno non è stato ancora integrato.
Usuale la tattica.
Prima il tricolore ha sabotato ogni opera pubblica a cominciare dalla TAV per collegare Malpensa con il resto della Padania, ostacolando in ogni modo il Corridoio 5. Poi ha fatto enunciare dai suoi STRISCIANTI CAMERIERI come Beppe Grillo che lo scalo è una “cattedrale nel deserto” poiché privo di infrastrutture di collegamento.
L’Alitalia è l’unica compagnia aerea che perde sull’hub lombardo, quindi il problema è la compagnia di bandiera-zombie dello stato-zombie, non l’aeroporto della brughiera.
La verità è singolarmente banale; Roma Capitale non ha voluto che la Padania avesse il suo aeroporto per timore forse che ciò portasse a una qualche forma di secessione.
Ah, SECESSIONE, il vocabolo più temuto lungo le sponde del Tevere. Lo stesso motivo per cui l’Urbe supporta e incoraggia le opposizioni “locali” ad ogni velocizzazione del trasporto passeggeri e merci dalla Padania verso l’Europa.
La questione degli slot è paradossalmente indicativa su cosa si intenda per “liberalizzazioni” in questo paese.
Nello stato in cui non si riescono a espellere neanche i clandestini riottosi si vorrebbe OBBLIGARE, bloccando gli slot a Malpensa, i cittadini del Settentrione ad andare a Roma usando le peggiori ferrovie e le più care autostrade d’Europa. A dispetto di ogni logica di mercato, regolamento europeo, uso del buon senso sulla gestione delle rotte aeree; a dispetto del fatto che Il 70% di tutto il traffico aereo passeggeri ed una percentuale perfino maggiore del traffico merci sia richiesta nel Settentrione. L’unico stato al mondo che vuole ubicare l’hub lontano dalle zone a maggiore richiesta di trasporto via cielo.
L’ Alitalia è la compagnia di bandiera comunale di Roma, preferisce spostare i passeggeri piuttosto che i dipendenti che sono per l’80% ROMANI e probabilmente per il 95% entrati in compagnia dietro raccomandazione come costume diffuso nella “capitale”.
La casta vorrebbe costringere merci e passeggeri ad andare a Fiumicino, nell’aeroporto che qualche anno fa fu giudicato il peggiore d’Europa dopo Atene. Addirittura limitando PER LEGGE non PER MERCATO i voli internazionali dagli aeroporti minori. La nuova legge sul trasporto aereo promossa dal governo Prodi è stata definita testualmente “ridicola” da un portavoce di Ryanair.
Roma capitale vaneggia di “statalismo” e “assistenzialismo” per Malpensa. Non considerati invece “assistenzialismo” i MILIARDI DI EURO REGALATI all’acquedotto pugliese, per il salvataggio del Banco di Napoli e Banca 121, Sicilcassa, e MOLTISSIMI altri casi. E che dire dei 250 milioni di euro recentemente erogati, A FONDO PERDUTO, dall’esecutivo unionista per il SOLO stabilimento Fiat di Termini Imerese in Siclia. Dopo che l’azienda “torinese” aveva stabilito di chiuderlo assieme ad Arese.
A chiudere è stato solo Milano, come al solito.
Prendersela solo con Roma è troppo comodo, tuttavia.
La decadenza di Malpensa è anche colpa dell’ottusa mentalità lombarda che antepone le autostrade alle ferrovie, gli interessi privati ai servizi pubblici.
Quello che i leghisti, in particolare, non capiscono è che in tutto il mondo chi deve prendere l’aereo PREFERISCE raggiungere l’aeroporto sui MEZZI PUBBLICI a non dovere scomodare amici e parenti per farsi dare uno “strappo”. Oppure lasciare l’automobile abbandonata nei parcheggi aeroportuali a rischio intemperie, danneggiamento o furto anche nelle strutture a pagamento, teoricamente sorvegliate.
Malpensa doveva e dovrebbe esere ben collegata SOLO dalle ferrovie e metropolitane. Il Malpensa Express dovrebbe partire anche da Torino, Genova, Bologna, Verona su binari TAV. Sicchè la gente non vuole partire da case 12 ore prima per andare a prendere un volo, scontate le attese tecniche del checkin e altro.
E con BIGLIETTI RIDOTTI. Come succede per le vergognose “promozioni” che i fanatici di Trenitalia smerciano per andare a Roma a o nel Meridione o sulla TAV Roma-Napoli.
Ci vuole così tanto a capirlo?
Evidentemente sì.
Il sistema aeroportuale lombardo sconta la stupidità dei polentoni che per anni non hanno capito che fino dall’inizio il progetto di Roma capitale era QUELLO DI FARE FALLIRE l’hub.
Adesso è troppo tardi. E’ troppo tardi per tutto.
Per Malpensa e per l’Alitalia. In verità per tutta l’italia terminale destinata ad divenire una penisola desolata, un simulacro di stato sviluppato, all’oblio della storia con la esse maiuscola.
L’approdo finale del “sistema paese” discende dal cielo verso l'inferno del terzo mondo.
F. Maurizio Blondet