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giovedì 4 novembre 2010

Dalla parte del consumatore

Riceviamo e, con un certo imbarazzo, pubblichiamo:

Cara redazione del blog Leonardo,
sono un vostro affezionato lettore, a cui ogni tanto date qualche dispiacere. Ad esempio in questi giorni, quando anche voi è capitato di chiamare Berlusconi con quell'appellativo, “puttaniere”, che in bocca ad alcuni di voi suona come il colmo dell'infamia. Ecco. Anch'io sono un puttaniere. Non mi offendete certo, se me lo dite. Invece, sapete in che modo mi offendete? Paragonandomi a Berlusconi.

Non fraintendetemi. So benissimo che B. è, tra le altre cose, un puttaniere, ma vorrei che capiste che definirlo così è riduttivo, esattamente come sarebbe riduttivo definire Bin Laden un “musulmano”, o Hitler un “capo di Stato tedesco”. Solo un'infima percentuale dei musulmani dirottano gli aerei, e non tutti i capi di Stato tedeschi sono dediti al genocidio. Allo stesso modo, essere puttanieri non significa quasi mai giocare al bunga bunga con una decina di ragazze alla volta, usando ministeri e scranni parlamentari come merci di scambio. È un modo molto distorto di riferirsi alla mia categoria.

Io sono un puttaniere, sì. Non lo dico per vanto. In effetti, potrei anche vergognarmene. Ma mica per via dell'educazione cattolica o cose del genere. Potrei vergognarmene perché è un vizio costoso e fine a sé stesso, così come ci si vergogna di fumare o collezionare libri. Ma soprattutto, mi vergogno, in questi giorni, di avere questo vizio in comune con quella persona lì.

Adesso vi ha detto che è orgoglioso di essere quello che è (un puttaniere, appunto), e che è meglio essere così che essere gay. E tutti si sono messi dalla parte dei gay. E a noi puttanieri, chi ci pensa? Sul serio, siamo una categoria anche noi, con i nostri diritti e le nostre rivendicazioni. Ma ogni volta che quell'uomo salta fuori col suo orgoglio puttaniere, ci danneggia. Molto più di quanto danneggi i gay. Ogni parola che dice in difesa del suo stile di vita è un passo indietro per la nostra categoria. Ci avete mai pensato? Berlusconi ci fa perdere la faccia.

Per inciso, io non credo che avere il mio vizio sia “meglio” di essere gay. Molti dei miei migliori amici sono senz'altro gay. Magari anch'io lo sono. Sono un medio puttaniere italiano. Chi credete che io sia? Come mi immaginate?

Se continuate a raffigurarmi come un miliardario ottantenne che può avere tutto quello che desidera, non mi capirete mai. Non è del tutto colpa vostra, non ci sono statistiche serie. Ma fidatevi se vi dico che potrei più facilmente essere un adolescente timido che vuole capire come funziona il sesso. Molto più spesso, un padre di famiglia annoiato. O un gay represso, appunto. Nella fattispecie, sono un cinquantenne calvo e molto brutto. Il sesso mi è sempre piaciuto, ma io non sono mai piaciuto a nessuna donna. Gratis. Non ne faccio un dramma, è andata così. Brutti si nasce. E poteva andarmi peggio.

Anzi, tutto sommato sono stato fortunato. In altre epoche, in altri continenti, chi è brutto non ha nessuna speranza. Ma io mi sono trovato brutto nel bel mezzo di un enorme fenomeno di migrazione globale, un rimescolamento umano senza precedenti. Senza essere particolarmente dotato finanziariamente, mi sono ritrovato in un Paese invaso pacificamente da centinaia di migliaia di donne di tutte le razze, tutte più povere di me. Donne che, in una situazione normale, non mi avrebbero degnato di uno sguardo. Invece i miei euro li guardano volentieri. Io non gliene faccio certo una colpa, perché dovete farla voi a me?

C'è chi dice che le sfrutto, è buffo. Qualcuno che le sfrutta c'è, ma io davvero no, in coscienza non lo credo (sì, alcuni di noi hanno una coscienza). Io lo so che c'è gente che fa il mestiere perché è costretta – africane soprattutto – e con loro non ci vado (se non altro perché non mi ci diverto). Se avete internet, probabilmente siete in grado di farvi un'idea della tariffa media oraria. E quindi sapete benissimo che ci sono ragazze sudamericane, o dell'Europa dell'est (o italiane), che in un giorno prendono quello che prenderebbero in un mese lavando il sedere a mio padre infermo, o pulendomi la casa. Guadagnano anche meglio di me, e io sono un italiano con un posto fisso. Però nessuno le costringe... nessuno, a parte la famosa mano invisibile del mercato. Di sicuro non le costringo io. Anzi. Coi soldi che verso in sei mesi c'è gente che giù in Brasile o in Ucraina si paga il mutuo, compra libri e vestiti ai bambini, mette in piedi un'attività... Non è “sfruttamento” più di quanto lo sia qualsiasi scambio di denaro e prestazione.

Io so che questa cosa è difficile da accettare per molti di voi. Le donne, soprattutto. Non so esattamente perché, ma per molte donne è così. Non avendo mai avuto bisogno di pagare per godere, giudicano male chi lo fa. Io non ho mai avuto bisogno di pagare (per ora) perché qualcuno mi aiutasse ad alzarmi da letto o a fare una passeggiata nel parco, ma non disprezzo certo chi lo fa. Siamo tutti abituati a lavorare col nostro corpo, a consumare il nostro corpo lavorando, ad abusare del corpo di chi lavora per noi. Io sto otto ore davanti a un terminale, e in trent'anni ho perso cinque gradi di vista. Se fossi un operaio mi sarebbe venuto un qualche cancro ai polmoni. Siete mai entrati in una fornace? Otto ore a cinquanta gradi? Non è vendere il proprio corpo? Sì. È inumano, indecente, ma si fa. Tutte le parti dei nostri poveri corpi le vendiamo e compriamo tutti i giorni. Tranne culo e vagina, quelli in teoria no. Sono un tabù.

È da una vita che la sento, questa storia. Puoi vendere le tue mani, la tua vista, la tua intelligenza. Si chiama “lavoro”. Ma se vendi culo e vagina sei una brutta persona. Culo e vagina non dovrebbero essere merce di scambio. Culo e vagina si dovrebbero regalare solo alle persone che si amano. Una cosa molto romantica; a me, però, non mi ha mai amato nessuno. E quindi? Lo chiedo a voi, care signore, femministe o no: cosa deve fare un uomo molto brutto che ha una naturalissima voglia di vagina o di culo? Morire senza averli mai toccati?

Certo, sarebbe stato bello se un giorno una di voi avesse deciso di offrirmi la propria vagina così, per simpatia. Anche solo per salvarmi dall'orrendo baratro del sesso a pagamento. Purtroppo non è mai successo. Voi che sostenete che la prostituzione sia un difetto che va risolto alla radice, che bisogna entrare nel cervello del puttaniere e spiegargli che scambiare soldi per vagina è sbagliato – voi a me gratis però non l'avete mai data, e mai me la darete, e in più vorreste anche togliermi il vizio di pagarmi una mezz'ora di Ungheria alla settimana. Vi credete anche molto progressiste in questo. In realtà siete portatrici dello stesso razzismo istintivo di quando mi scansavate al ginnasio. Fosse per voi, ai brutti sarebbe semplicemente fatto divieto di scopare. E io invece scopo, alla faccia vostra. Finanzio un enorme mercato sommerso, e lo finanzierei anche se emergesse (anche se mi divertirei un po' meno, lo ammetto).

Non farò la marcia dell'orgoglio puttaniere – ripeto, non sono particolarmente orgoglioso di quello che faccio. Non più delle schifezze che mi piace mangiare e delle sigarette che mi va di fumare. Non chiedo il vostro rispetto: disprezzatemi pure, se vi fa sentire migliori e a vostro agio con le parti del vostro corpo che avete recintato e messo fuori commercio. Vi chiedo solo di lasciarmi scopare quando mi va, perché scopare non dico sia un diritto, no, ma è una cosa naturale che ogni tanto posso aver voglia di fare senza far male a nessuno; e vi chiedo di non confondermi sempre col mostro di turno, col miliardario sessuomane o l'assassino seriale o lo stupratore. È vero, alcuni di noi sono assassini, stupratori, e perfino politici miliardari indegni del loro ruolo. Ma io sono una persona normale, che di rovina gli occhi e la schiena facendo una o due ore di straordinario per pagarsi una mezz'ora di allegria al sabato pomeriggio. Pensate anche a me, quando volete fare le vostre considerazioni sul puttaniere medio. Non solo a Berlusconi. Anzi, pensate un po' più a me che a lui.

167 commenti:

  1. Cribbio, questo sì che ha ragione.

    Ora, scusatemi, ma debbo andare a sputtanare i miei 2000 euro settimanali (sapete, faccio molti straordinari...).

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  2. Bellissimissimo post.
    Leonardo, ti seguo da un paio d'anni e questo è un instant classic.

    Mi ha subito fatto pensare al dibattito di qualche giorno fa a Ballarò, quando c'era la Bindi, Bocchino e un parlamentare PDL. Parlavano tutti della ragazza marocchina e del vizietto del Cav.

    Insomma, a farla breve la Bindi sosteneva che era bruttobrutto dare cattivo esempio ai giovani, il parlamentare PDL diceva che era un caso classico di double standards e falso moralismo all'Italiana (tralasciando il problema dell'abuso d'ufficio, ovviamente). Bocchino sosteneva che c'era contraddizione tra comportamenti e valori propagandati pubblicamente.

    Mi è dispiaciuto profondamente dovermi trovare a condividere le posizioni di Bocchino e del parlamentare PDL e invece sentire di dover prendere le distanze dall'unico rappresentante dell'opposizione nelle vicinanze...

    Andrea

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  3. che dire?? ognuno della sua vita fà ciò che vuole,certo, ma perchè non ricercare qualche valore? non è riduttivo tutto ciò? cito una famosa frase che Dante mette nella divina commedia: nati non foste per viver come bruti...forse il nostro amico non comprende che offende se stesso,attuando questo percorso,lo dico senza moralismi e ipocrisia,credo che possiamo elevarci un pò,sia come esseri umani che come anime dell'universo....non come consumatori di sesso spicciolo,droghe,sigarette,alcool,gioco. siamo solo questo? no.io credo nell'uomo...non schiavo dei suoi vizi,ma nell'uomo libero...se al nostro amico togliamo queste cose...appunto..cose, cosa gli resta? ha mai pensato a questo? forse anche i valori contano...ma solo vizi..non và bene, quando finiscono e non hai costruito nulla ti rimane un grande vuoto e ti accorgi che sei solo e non sei più utilizzabile. chi usa viene usato. questa è la legge della vita.allarghiamo gli orizzonti.

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  4. Ohh, abbiamo un nuovo utente di questo blog, benvenuto! Ciao Pietro, cosa fai nella vita? che interessi hai? che contributo ritieni di dare a questa comunità? se hai domande rivolgile pure a qualsiasi utente, saremo ben lieti di aiutarti. Buona fruizione!

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  5. Non scherzateci su quella storia là, è stata una rottura mica da ridere.

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  6. Spettacolare il (sintetizzo) "quelle che non me la dànno gratis, e vorrebbero che le altre non me la dessero neppure a pagamento".

    A giudicare dalle sue parole, Silvana sembra essere proprio di quella specie...

    VilCatto

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  7. Leonardo e Travaglio (col suo messaggio alla nazione del lunedì) sono i due che meglio hanno spiegato che ci sono vari piani da non confondere nella recenti vicende di Berlusconi.

    IcoFeder

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  8. gran bel post.
    e, chiaramente, sono un uomo. e, altrettanto chiaramente, l'unica voce fuori dal coro (finora) è quella di un'"utentessa".
    caso?
    combinazione?
    destino?
    post-femminismo di maniera?

    claudio

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  9. Ok, scusa. Posso solo immaginare cosa voglia dire. Essendo un insegnante delle medie per di più.

    Ps la parola di verifica era spaermi. E chiamatela intelligenza artificiale.

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  10. Lo so che e' dura: ma anche se non hai vinto il premio BILF, non devi buttarti giu'.
    Ferkin

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  11. Una volta c’era l'abitudine di sposarsi arrivati ad una certa età. Era una cosa naturale, faceva parte delle fasi della vita. Lo faceva la maggiorparte delle persone e se io mi sposavo non facevo altro che firmare un contratto con obbligo di amore reciproco (altro che svenevolezze) che implicava quindi anche i famosi “doveri coniugali”. Se riguardo le foto di quarant’anni fa non vedo questa quantità di belli a profusione, il bruttino aveva molte più chances di quanto non ne abbia oggi con la nostra concezione romantica dell’amore.
    E’ vero, abbiamo sempre dato in pegno il nostro corpo sia nel lavoro che col matrimonio, ma col matrimonio almeno aveva un senso, una finalità quantomeno sociale. Oggi spesso resta solo la compravendita, legittima ma dissennata.
    Complimenti per il post!

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  12. Leonardo ma sei impazzito? Non si può legittimare la prostituzione in prima serata. L'orgoglio puttaniere non può esistere. Molto meglio scaricare le cassette di frutta...

    Alfonso Signorini (col ventaglio)

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  13. scusa ma ai tempi di oggi tra palestre, chirurgia plastica, massaggi estetici, personal trainer, estetiste, personal shopper, ecc ... un'immagine decente per accalappiare una donna l'avresti di sicuro avuta. Qualsiasi cosa è più dignitosa che pagare per svuotare lo scroto.

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  14. Nella frase "Egli di notte va a puttane" a me infastidisce il fatto della notte. Di notte bisognerebbe andare a letto presto per essere un poco più intelligenti e lucidi il giorno dopo. Non basta per governare un paese o per lavorare come commesso o insegnante, però aiuta.

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  15. Bel post. Magari potrà essere tacciato di po' di maschilismo, ma forse sarebbe più corretto parlare di umanismo. Certi bisogni li capisce solo chi li ha e chi riesce a calarsi nei bisogni degli altri, cosa sempre più rara. Ricordo un episodio finito sui giornali di qualche anno fa, quando una madre aveva pagato al figlio disabile un incontro con una prostituta (o qualcosa del genere), e penso anche a tutti quei ragazzi e uomini venuti qui a lavorare nella sfiga (letterale) più nera.

    Ciò non evita naturalmente tutte le considerazioni sull'affettività che è ancora più importante e che, purtroppo, nessuno si potrà mai pagare, nemmeno i vecchi miliardari (sempre che gliene freghi qualche cosa).
    Ma tanto quelli non vanno a puttane: sono le puttane ad andare a loro.

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  16. Ciao, seconda voce fuori dal coro, sempre utentessa. Però davvero non regge il: "non me la danno gratis quindi la pago". Non per una questione morale o di valori (se è roba tua e te la puoi liberamente gestire ci fai quel che vuoi). Ma per esperienza. Conosco un sacco di bruttini, bruttoni e cessi. E la maggior parte è accoppiata. Perchè? Credo perchè hanno qualcosa da dare e da dire...
    Poi sul fatto che non è sfruttamento perchè con i suoi euro ci paga il mutuo in brasile e la scuola per i figli... aprirei un altro capitolo. Magari non sfruttamento ma ingiustizia sociale? Ed è libero chi non ha altra scelta? E dico non solo chi si prostituisce ma anche chi lavora nella "fornace" o alla catena di montaggio. La libertà è libertà di scegliere, senza la scelta manca la libertà.
    Comunque gran bel post. Come al solito fai riflettere.
    La solita rompiscatole (beh dai è solo la seconda volta, ma ormai mi sono lanciata ;) )
    Stefania Poggi

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  17. Gentile lettore e consumatore puttaniere,
    tutto molto bello, specie se lei continua a cullare l'illusione che "c'è qualcuno che le sfrutta" ma ci sono quelle che "nessuno le costringe". CI sono, ma se vai ad indagare scopri che sono talmente occasionali da sfiorare il campo dell'aneddotica. La prostituzione e il suo sfruttamento (anche indiretto) sono gemelli siamesi.
    Anche bello che lei continui a cullare l'illusione che fare un lavoro duro non sia sostanzialmente diverso da vendere "culo e vagina". Lo è, mi spiace, e non solo perchè è difficile selezionare i visitatori di culi e vagine (ed è frequente trovarcisi dentro soggetti umani non proprio piacevoli); ma soprattutto perchè culo e vagina, le piaccia o no, sono posti un po' particolari da molti punti di vista.
    Infine è anche bello cullare l'illusione di trovarsi di fronte alle solite menate femministe, che lei respingerà dall'alto di una superiore visione liberale dell'uomo, anche vagamente provocatoria. Lasci perdere fellini, la letteratura, i romantici fuochi a lato delle strade e si faccia un giro nel mondo vero o nelle case d'accoglienza delle ex prostitute. La prostituzione è una brutta bestia, in sè non avrebbe nulla di male ("tra adulti consenzienti...ecc ecc"), ma ahimè produce una gran quantità di dolore e ingiustizia. Certo, lei è brutto, e anche questa è una grande ingiustizia; lo so, è una storia incasinata. Le assicuro che però a puttane non ci vanno solo i brutti.
    Per cui, continui pure ad essere puttaniere; si può fare (forse), l'importante è non sentirsi troppo al riparo delle grandi contraddizioni e lacerazioni che questo argomento porta con sè.

    con rispetto,
    un maschio.


    p.s. di tutte le cosacce che combina S.B., l'andare a puttane è una di quelle che mi lasciano più indifferente.

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  18. Io credo che l'equiparazione a Berlusconi sia l'ultimo dei dettagli in questo post (che, detto fra noi, mi suona tanto come l' esercizio di stile di un troll): credo che il problema del sesso a pagamento sia un problema complesso e che vada affrontato senza falsi pudori, ma anche con un minimo di onestà intellettuale in più.

    La cosa più agghiacciante del post – che, mi rendo conto, rispecchia un modo di pensare diffuso e come tale lo ricevo – è quando l'anonimo, sedicente "puttaniere" apre il "menu", tutto contento perché ora con la globalizzazione gli vengono servite a un prezzo modico donne di tutte le razze «tutte più povere di lui». « Donne che, in una situazione normale, non lo avrebbero degnato di uno sguardo», ma che (... perché lui non finisce la frase...) data la povertà dei loro paesi, accettano di dar via il "culo" o la "vagina" per cercare di mantenere se stesse e la loro famiglia, per poter avere una casa o aprire un'attività. Però il nostro amico una coscienza ce l'ha, cribbio!, perché le nigeriane non le guarda proprio, invece le ragazze dell'Est che notoriamente NON vengono sfruttate – "tratta delle bianche"? che è? – e scelgono liberamente di prostituirsi per guadagnare di più di quanto farebbero sciacquando i culi agli anziani, quelle sì...

    Guardate, non ne faccio neanche una questione di condizione della donna, di quanto vale il corpo della donna e cose simili. Perché lo stesso principio vale benissimo – anche se si tratta per il momento di un fenomeno minoritario – per il turismo sessuale femminile in paesi come la Giamaica.

    Il problema è che peso diamo alla libertà – mi è uscito come "lapsus", ma lo mantengo –, alla dignità della persona: io non riesco a godere sapendo (o anche solo sospettando) che una persona viene con me perché HA FAME, o perché deve mandare i soldi a casa o roba del genere.

    La storia del "tabù" sul culo e la vagina per favore, non venitecela a raccontare!!
    Vorrei far capire al signore del post (e anche a chi si è divertito tanto leggendolo) che la differenza fra una persona come me e una ragazza (o un ragazzo) che viene dal Brasile, dalla Giamaica, dall'Ucraina – ma anche da un'Italia più povera – è che io posso DECIDERE se fare del mio "culo" e della mia "vagina" qualcosa di intimo e privato, da donare eventualmente e liberamente a una persona speciale (o a più persone anche meno speciali), oppure posso non tenerci proprio e venderli per comprarmi l'Audi A8 o per rifarmi le tette; la ragazza (o il ragazzo) che viene dal Brasile, dalla Nigeria etc. etc. spesso non può SCEGLIERE con altrettanta libertà.

    Io non credo – ne parlavamo proprio l'altro giorno con un'amica a proposito de "La pelle" – che le madri che nel dopoguerra vendevano i propri bambini e le proprie bambine agli Americani perché erano delle cattive madri. È che la guerra, la povertà, la fame ti scavano dentro, cambiano la tua percezione delle cose, del tuo corpo, della tua identità (se ancora riesci a ricordarti di averne una).

    Non voglio essere né ipocrita né moralista: morale sì, a questo ci tengo, perché è quello che i miei genitori mi hanno insegnato. Mi hanno insegnato ad essere "comunista" anche quando sono in gioco miei bisogni fisici immediati, non solo quando si parla di coscienza di classe e simili.
    Ripeto, capisco la complessità del problema e non voglio essere ipocrita, ma voglio che non lo siano neanche gli altri, però: e voglio che quando si fermano con la macchina davanti a una di quelle belle ragazze abbiano il coraggio di pensare a tutti i risvolti del loro gesto, assumendosi la responsabilità della loro decisione, qualunque essa sia.

    Ma il nostro elegante prosatore non sembra volerlo fare, e in questo è molto più simile all'uomo e al "politico" Berlusconi di quanto non voglia ammettere.

    RispondiElimina
  19. Io credo che l'equiparazione a Berlusconi sia l'ultimo dei dettagli in questo post (che, detto fra noi, mi suona tanto come l' esercizio di stile di un troll): credo che il problema del sesso a pagamento sia un problema complesso e che vada affrontato senza falsi pudori, ma anche con un minimo di onestà intellettuale in più.

    La cosa più agghiacciante del post – che, mi rendo conto, rispecchia un modo di pensare diffuso e come tale lo ricevo – è quando l'anonimo, sedicente "puttaniere" apre il "menu", tutto contento perché ora con la globalizzazione gli vengono servite a un prezzo modico donne di tutte le razze «tutte più povere di lui». « Donne che, in una situazione normale, non lo avrebbero degnato di uno sguardo», ma che (... perché lui non finisce la frase...) data la povertà dei loro paesi, accettano di dar via il "culo" o la "vagina" per cercare di mantenere se stesse e la loro famiglia, per poter avere una casa o aprire un'attività. Però il nostro amico una coscienza ce l'ha, cribbio!, perché le nigeriane non le guarda proprio, invece le ragazze dell'Est che notoriamente NON vengono sfruttate – "tratta delle bianche"? che è? – e scelgono liberamente di prostituirsi per guadagnare di più di quanto farebbero sciacquando i culi agli anziani, quelle sì...

    Guardate, non ne faccio neanche una questione di condizione della donna, di quanto vale il corpo della donna e cose simili. Perché lo stesso principio vale benissimo – anche se si tratta per il momento di un fenomeno minoritario – per il turismo sessuale femminile in paesi come la Giamaica.

    Il problema è che peso diamo alla libertà – mi è uscito come "lapsus", ma lo mantengo –, alla dignità della persona: io non riesco a godere sapendo (o anche solo sospettando) che una persona viene con me perché HA FAME, o perché deve mandare i soldi a casa o roba del genere.

    La storia del "tabù" sul culo e la vagina per favore, non venitecela a raccontare!!
    Vorrei far capire al signore del post (e anche a chi si è divertito tanto leggendolo) che la differenza fra una persona come me e una ragazza (o un ragazzo) che viene dal Brasile, dalla Giamaica, dall'Ucraina – ma anche da un'Italia più povera – è che io posso DECIDERE se fare del mio "culo" e della mia "vagina" qualcosa di intimo e privato, da donare eventualmente e liberamente a una persona speciale (o a più persone anche meno speciali), oppure posso non tenerci proprio e venderli per comprarmi l'Audi A8 o per rifarmi le tette; la ragazza (o il ragazzo) che viene dal Brasile, dalla Nigeria etc. etc. spesso non può SCEGLIERE con altrettanta libertà.

    Io non credo – ne parlavamo proprio l'altro giorno con un'amica a proposito de "La pelle" – che le madri che nel dopoguerra vendevano i propri bambini e le proprie bambine agli Americani perché erano delle cattive madri. È che la guerra, la povertà, la fame ti scavano dentro, cambiano la tua percezione delle cose, del tuo corpo, della tua identità (se ancora riesci a ricordarti di averne una).

    Non voglio essere né ipocrita né moralista: morale sì, a questo ci tengo, perché è quello che i miei genitori mi hanno insegnato. Mi hanno insegnato ad essere "comunista" anche quando sono in gioco miei bisogni fisici immediati, non solo quando si parla di coscienza di classe e simili.
    Ripeto, capisco la complessità del problema e non voglio essere ipocrita, ma voglio che non lo siano neanche gli altri, però: e voglio che quando si fermano con la macchina davanti a una di quelle belle ragazze abbiano il coraggio di pensare a tutti i risvolti del loro gesto, assumendosi la responsabilità della loro decisione, qualunque essa sia.

    Ma il nostro elegante prosatore non sembra volerlo fare, e in questo è molto più simile all'uomo e al "politico" Berlusconi di quanto non voglia ammettere.

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  20. Io credo che l'equiparazione a Berlusconi sia l'ultimo dei dettagli in questo post (che, detto fra noi, mi suona tanto come l' esercizio di stile di un troll): credo che il problema del sesso a pagamento sia un problema complesso e che vada affrontato senza falsi pudori, ma anche con un minimo di onestà intellettuale in più.

    La cosa più agghiacciante del post – che, mi rendo conto, rispecchia un modo di pensare diffuso e come tale lo ricevo – è quando l'anonimo, sedicente "puttaniere" apre il "menu", tutto contento perché ora con la globalizzazione gli vengono servite a un prezzo modico donne di tutte le razze «tutte più povere di lui». « Donne che, in una situazione normale, non lo avrebbero degnato di uno sguardo», ma che (... perché lui non finisce la frase...) data la povertà dei loro paesi, accettano di dar via il "culo" o la "vagina" per cercare di mantenere se stesse e la loro famiglia, per poter avere una casa o aprire un'attività. Però il nostro amico una coscienza ce l'ha, cribbio!, perché le nigeriane non le guarda proprio, invece le ragazze dell'Est che notoriamente NON vengono sfruttate – "tratta delle bianche"? che è? – e scelgono liberamente di prostituirsi per guadagnare di più di quanto farebbero sciacquando i culi agli anziani, quelle sì...

    Guardate, non ne faccio neanche una questione di condizione della donna, di quanto vale il corpo della donna e cose simili. Perché lo stesso principio vale benissimo – anche se si tratta per il momento di un fenomeno minoritario – per il turismo sessuale femminile in paesi come la Giamaica.

    Il problema è che peso diamo alla libertà – mi è uscito come "lapsus", ma lo mantengo –, alla dignità della persona: io non riesco a godere sapendo (o anche solo sospettando) che una persona viene con me perché HA FAME, o perché deve mandare i soldi a casa o roba del genere.

    La storia del "tabù" sul culo e la vagina per favore, non venitecela a raccontare!!
    Vorrei far capire al signore del post (e anche a chi si è divertito tanto leggendolo) che la differenza fra una persona come me e una ragazza (o un ragazzo) che viene dal Brasile, dalla Giamaica, dall'Ucraina – ma anche da un'Italia più povera – è che io posso DECIDERE se fare del mio "culo" e della mia "vagina" qualcosa di intimo e privato, da donare eventualmente e liberamente a una persona speciale (o a più persone anche meno speciali), oppure posso non tenerci proprio e venderli per comprarmi l'Audi A8 o per rifarmi le tette; la ragazza (o il ragazzo) che viene dal Brasile, dalla Nigeria etc. etc. spesso non può SCEGLIERE con altrettanta libertà.

    [continua]

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  21. [continua da precedente]

    Io non credo – ne parlavamo proprio l'altro giorno con un'amica a proposito de "La pelle" – che le madri che nel dopoguerra vendevano i propri bambini e le proprie bambine agli Americani perché erano delle cattive madri. È che la guerra, la povertà, la fame ti scavano dentro, cambiano la tua percezione delle cose, del tuo corpo, della tua identità (se ancora riesci a ricordarti di averne una).

    Non voglio essere né ipocrita né moralista: morale sì, a questo ci tengo, perché è quello che i miei genitori mi hanno insegnato. Mi hanno insegnato ad essere "comunista" anche quando sono in gioco miei bisogni fisici immediati, non solo quando si parla di coscienza di classe e simili.
    Ripeto, capisco la complessità del problema e non voglio essere ipocrita, ma voglio che non lo siano neanche gli altri, però: e voglio che quando si fermano con la macchina davanti a una di quelle belle ragazze abbiano il coraggio di pensare a tutti i risvolti del loro gesto, assumendosi la responsabilità della loro decisione, qualunque essa sia.

    Ma il nostro elegante prosatore non sembra volerlo fare, e in questo è molto più simile all'uomo e al "politico" Berlusconi di quanto non voglia ammettere.

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  22. @renata, seriamente: se tu fossi una donna (italiana, ok? così la razza non c'entra nulla) che liberamente sceglie di guadagnare 10.000 euro al mese facendo la prostituta e io ti pagassi per fare sesso, la cosa da quale punto di vista sarebbe sbagliata?

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  23. Renata, vorrei solo capire una cosa: il tuo è un discorso che verte principalmente sul problema dello sfruttamento. Sacrosanto.
    Ma se io in piena coscienza e libertà decido di vendere il culo secondo te sono padrone di farlo o deve essermi impedito dalla morale di un frustrato di passaggio che non ha nulla di meglio da fare nella vita che occuparsi dei culi del prossimo?
    La morale di quella stessa persona, come si diceva, non ha nulla da eccepire se mi vede vendere-barra-comprare una *vita* per 2 soldi, mettendola quotidianamente a rischio - e accorciandola inesorabilmente - in uno tra mille lavori ad alto rischio.
    È evidente, mi sembra, che con il discorso prostituzione si vada inevitabilmente a cozzare contro un muro di falsa morale preconfezionata che ha poco a che vedere con i diritti dell'individuo e molto con una cultura bigotta e ipocrita. Ora, semplice esercizio: digitare "escort roma" su google e premere invio. Chi sei tu per decidere quante tra loro possano o non possano liberamente fare quello che fanno?
    O il fatto che le donne vengano sessualmente sfruttate ci costringe a dire che non sono nemmeno libere di prostituirsi autonomamente e liberamente? E gli uomini? Loro possono? Se sei già pronta a rispondere di no, sempre e comunque, fermati un attimo a pensare se la tua risposta è condizionata da un problema di coerenza o se sinceramente credi che la prostituzione in quanto moralmente (soggettivo) ripugnante debba essere comunque bandita.
    Certo, la necessità porta a fare cose degradanti e la prostituzione e una fra queste. Ma pensi davvero che sia lecito *impedire* a una persona di farlo costringendola eventualmente a pulire culi di anziani per un centesimo del guadagno, tutto in nome delle tue convinzioni personali?

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  24. Per le prostitute costrette, come per qualsiasi altra categorie di persone, essendo schiavizzate basta l'applicazione del codice penale.
    Riguardo a tutte le altre che costrette non sono: dovrebbe vigere la più assoluta libertà di fare del proprio corpo quel che si vuole.
    Criminalizzare i clienti oltre che inutile è stupido moralismo.

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  25. Bel post. Molto profondo. Lo si capisce dalla vivace ed interessante discussione che ha generato. E dal fatto che i punti di vista dei lettori meritano tutti un'attenta riflessione.

    Permettetemi di ricollegarmi alla cronaca. Ci sono ragazze che concedono la loro bellezza a ricchi e squallidi personaggi, per ottenere denaro ed un tenore di vita altrimenti irraggiungibile. Una realtà che esiste da sempre, ma che ora vuole essere sdoganata.
    Non ci si stupisce più che siano la fama e la ricchezza smodata le massime aspirazioni di chi si ritrova dotata di un corpo irresistibile.

    Alcune lo usano per raggiungere un posto sulla ribalta della TV, e qui il giudizio morale rientra nel caso della collega che fa sesso col capo per una promozione immeritata.

    Altre vanno alla ricerca del fidanzato famoso, del marito ricco, anche se privo di ogni altra qualità che non sia monetizzabile. E questo vale ad alti livelli, ma anche nelle nostre più modeste realtà. Il concetto che l'appeal sessuale di un uomo sia misurabile dai suoi estratti conto sta diventando un'ovvietà. So che i soldi possono aggiungere valore al fascino, ma quando il calciatore diventa il modello ideale di uomo per milioni di ragazzini, ed il fidanzato ideale per le ragazzine. Quando il successo dei propri rapporti personali dipende dal lusso che ci viene offerto. Quando tutto questo diventa normale, credo che ci stiamo dirigendo verso un mondo che a me davvero non piace.

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  26. Blog stupendo e post ineguagliabile. In tanti hanno commentato questa vicenda (compreso me), ma nessuno l'aveva vista con questa originalità. Geniale.

    Sulle discussioni emerse dopo... Beh, non c'è soluzione. La prostituzione, l'eutanasia e le droghe leggere sono ancora argomenti capaci di far cadere un governo di sinistra, quindi meglio chiudere un occhio e andare avanti ;)

    Harold

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  27. @ Renata
    E' tutto molto giusto quello che scrivi, ma ti voglio ricordare che se il post non è firmato da Leonardo ma da un puttaniere non è -credo - per attribuire a qualcun altro un proprio punto di vista, bensì per cercare di capire un punto di vista altrui, che sarà anche amorale ma si offre chiaramente come frutto di una condizione particolare dello scrivente, con l'intento di mettere a nudo delle contraddizioni della nostra società, che in nome del denaro non salva più nè l'integrità fisica, nè la salute, nè i doveri verso la polis, nè la morale, a meno che non ci siano in ballo organi genitali o, meglio ancora, feti.

    Il punto interessante - che tra l'altro, credo, ti vedrà d'accordo - è che non nega la disparità economica come causa della prostituzione, ma la associa ad altri "mestieri" che sono socialmente approvati sebbene, spesso, altrettanto degradanti nei fatti e nelle dinamiche che li creano. Il o la badante a tempo pieno, il pastore animale, il manovale usa e getta sono altrettanti esempi di un tragico incontro tra domanda e offerta del turbocapitalismo, ed anzi parti dell'eterno "gioco" dello sfruttamento che tu citi e che porta tante sofferenze e vite difficili da rimpiangere. Lo capiscono oggi molto meglio i precari, i cassintegrati, le donne licenziate perché in gravidanza, lo capiscono molto bene anche i portaborse dei parlamentari. Ma tutto questo lo accettiamo. Magari lo critichiamo, ma lo accettiamo nei fatti insieme ad un sistema economico che continuiamo (come corpo elettorale nel suo insieme) a sentire l'unico necessario e "morale", anche se ormai premia pochissimi e rovina le moltitudini.

    Eppure anche la società migliore, anche quella che davvero riuscisse a realizzare l'obiettivo "da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni" non potrebbe risolvere il problema del bisogno sessuale. E non parlo di quello dell'ammogliato annoiato o del puttaniere abituale, ma quello dell'uomo o della donna che non trovano chi voglia soddisfare quel bisogno per ragioni fisiche o psicologiche. Credo che anche in quella economia perfetta dove nessuno avrebbe la reale necessità di prostituirsi, ci sarebbe necessità di reinventarlo, quel mestiere, e di inserirlo magari nelle prestazioni del SSN. Probabilmente nessuno vorrebbe farlo, certo, come nessuno si sognerebbe di fare l'anatomopatologo, o il badante, o il direttore di Libero.

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  28. Scusa Andrea, ma sei tu che mi attribuisci parole che non ho detto: rileggiti un po' con attenzione i miei commenti e ti accorgerai:

    1) Che non ne ho fatto un problema di corpo della donna / corpo dell'uomo, ma ho messo entrambe le cose sullo stesso piano – anche se in proprorzione di fatto non è così – perché ciò che mi interessava era il meccanismo del bisogno che spinge a fare cose che magari in un'altra situazione non faresti;
    2) Che non ho impedito - proposto di impedire la compravendita del sesso. Prima di tutto perché so che è una cosa che non ha alcun senso, perché esiste dalla notte dei tempi e, appunto, è un problema complesso. Conosco diverse persone che sono andate con prostitute (e il fatto che me lo abbiano raccontato ti fa capire che forse non sono una di quelle persone con cui non si può parlare di queste cose in maniera serena.)
    Quello che invece noto è che ogni volta che si fanno delle obiezioni circostanziate sul problema del traffiking, dall'altra parte si cade sempre nella scorciatoia strumentale del "ma non è giusto impedire a una persona libera di fare del proprio corpo quello che vuole", " ma non è giusto imporre ad altri la propria morale". Come se io avessi pronunciato una di queste frasi o avessi dato intendere qualcosa del genere (ma qui risiede appunto la diversione strumentale per non rispondere nel merito). Ma se necessario preciso,
    [
    continua]

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  29. [continua da sopra]

    3) Che a me personalmente non me ne fotte un ca*** della questione morale per come la intendete voi, nel senso di bigottismo, se è bello o non è bello vendersi per denaro e cose del genere. Posso avere una mia idea a riguardo – posso pensare ad esempio che il sesso occasionale, “una botta e via", è bello, divertente e anche “costruttivo” talvolta, a patto di sentire che stai interagendo con una persona, non con una “cosa” che “compri” – ma questa mia idea non influisce né vuole influire sulle scelte degli altri. Tanto per dire, sono sempre stata una convinta abortista anche se probabilmente non riuscirei mai ad abortire (ma chi se ne frega di quello che farei o non farei io, l’importante è garantire la libertà di scelta!!!).

    Il problema che pongo è un altro (e per favore non fate finta di non capire): non escludo affatto che ci siano persone che vendono se stesse per libera scelta, per il paio di occhialini firmati o per l’appartamento in centro. Mi piacerebbe parlare con loro per capire meglio questa loro scelta, sentire cosa hanno da dire, ascoltarli/le guardandoli/le negli occhi. Ma, in linea di massima, non mi preoccupo più di tanto per loro.

    Io penso a tutti gli altri o a tutte le altre. E ci pensa anche il nostro amico “puttaniere”, siamo seri, altrimenti perché scriverebbe che per fortuna la globalizzazione porta un'invasione di donne «più povere di lui» dai paesi dell’America Latina, dall’Est, dalla Nigeria. Per poi fare marcia indietro e lavarsi la coscienza dicendo che lui è a posto perché con le nigeriane sfruttate non ci va, mentre con le altre tutto ok, “tanto quelle non sono sfruttate, lo fanno per scelta”. IPOCRITA! È questo che mi manda in bestia: siamo tanto bravi a fare i progressisti, a lottare contro la morale codina che impedisce di esprimere la propria sessualità, a scrivere profonde analisi sociologiche, ma poi l’esito sono strumentali discorsi d’accademia, come se tutte le condizioni fossero uguali, come se tutte le persone, tutte le scelte fossero ugualmente libere, e invece chiudiamo bellamente gli occhi su tutto quello che succede nelle nostre strade, sotto casa, su un traffico di esseri umani che ha assunto dimensioni planetarie, su cosa succede nella mente, negli occhi di quelle persone.

    Non chiedo a chi va normalmente con le prostitute di non andarci (non avrebbe senso), non impongo a chi è a favore della prostituzione di pensarla come me. Chiedo soltanto a tutti questi “maschi” di essere anche “uomini”, di prendersi una volta tanto le responsabilità delle proprie azioni e non nascondersi dietro discorsi pretestuosi. Si mettano davanti allo specchio e dicano a se stessi: «Io so che la persona che ho caricato in macchina al 90% è sfruttata, violentata e trattata come una bestia. Mi fa pena ma in finale non me ne frega niente perché io ora devo scopare e alla fine è questo che conta».

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  30. Renata, filava tutto fino al caps lock.
    “tanto quelle non sono sfruttate, lo fanno per scelta”. IPOCRITA!

    Ma perché, scusa? Tu stessa non escludi che "ci siano persone che vendono se stesse per libera scelta". E allora perché notarlo sarebbe ipocrisia?

    "chiudiamo bellamente gli occhi su tutto quello che succede nelle nostre strade"... ma perché, scusa? E' proprio aprendo gli occhi che ci accorgiamo che c'è gente che lo fa perché è costretta e gente che lo fa semplicemente perché è un'attività ben remunerata.

    E' come se tu dessi per scontato che andando con le seconde si contribuisce a sfruttare le prime: beh, no, non è scontato.

    «Io so che la persona che ho caricato in macchina al 90% è sfruttata, violentata e trattata come una bestia.

    Ma se semplicemente non lo è?

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  31. @Rob

    Sono d'accordo su quello che dici nel tuo primo post sul mettersi nei panni degli altri, cercare di ascoltare le storie degli altri, come loro vivono comportamenti che noi non approviamo. (vedi mia risposta ad Andrea).
    Però non si può gettare il sasso e nascondere la mano, raccontare prima con apparente sincerità dei propri bisogni, delle proprie frustrazioni, del rapporto con il proprio corpo e poi fare retromarcia, pretendere di "autoassolversi" – ammesso che di assoluzione ci sia bisogno e che qualcuno possa darla – dicendo "ma tanto io vado solo con quelle dell'Est che non sono sfruttate". Ma secondo questo qui siamo tutti nati sulle montagne del sapone?

    Io continuo a credere che quello su cui stiamo discutendo – spero non per molto... – sia un esercizio di stile e neanche dei più riusciti. Senza citare conversazioni private con persone vicine, ho ascoltato e letto altrove (es. sul blog ilcorpodelledonne.net, ma anche su maschileplurale.it) testimonianze di ben altro spessore riguardo le motivazioni che portano un uomo ad andare con una prostituta: era tutto più vero, meno costruito, meno pretestuoso (a partire dall'accenno iniziale e finale a Berlusconi, dai, che ca*** c'entra? Di fronte a un problema così complesso, articolato e personale...). Soprattutto, nelle altre testimonianze c'era la voglia di esplorare quelle contraddizioni di cui giustamente parli, senza nascondersi, con la voglia di mettersi a nudo e ragionare insieme, non di firmare un "brillante" corsivo. Brillante si fa per dire, e visto che stimo e seguo Tondelli da un po' non capisco proprio cosa ci abbia trovato.

    Anche il discorso sullo sfruttamento dei lavoratori – un discorso che mi sta particolarmente a cuore, tanto per essere chiari – è usato in maniera strumentale, secondo la tecnica dell' "avvelenamento del pozzo", mettendo tutto insieme per confondere le acque. È il principio del "tutti colpevoli nessun colpevole", "tutti umiliati nessuno umiliato"; senza parlare poi delle attribuzioni generiche di punti di vista: "alcuni criticano la prostituzione, ma accettano il precariato, lo sfruttamento del lavoro, le morti sul lavoro"... MA ALCUNI CHI? Di chi, di cosa stiamo parlando?

    Io non credo che lo stato d'animo di una persona che torna dopo 12 ore di catena di montaggio, o di "sciacquaculi" agli anziani sia lo stesso di una persona che ha passato la notte battendo il marciapiede.
    È una mia personale opinione, magari non sei d'accordo. Ma immagina la scena:

    Una tua amica o un tuo amico mentre parla con te scoppia a piangere perché per pagare l'affitto o i medicinali di suo padre è costretto da un anno a fare il badante a tempo pieno e non ne può più di passare il tempo a pulire il culo a un signore anziano.

    Ora immagina che questa stessa persona scoppi a piangere dicendoti che per pagare l'affitto o i medicinali di suo padre è costretto a prostituirsi.

    Sei sicuro che ti farebbe lo stesso effetto?

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  32. @Leonardo

    Scusa Leonardo, forse sei un po' stanco data l'ora e non hai letto attentamente: ma se una persona divide le prostitute "sfruttate" o "non sfruttate" in base alla nazionalità (quelle nigeriane lo sono, quelle ucraine o rumene o albanesi o brasiliane non lo sono, in barba a tutte le ricerche sul traffiking disponibili, ma anche alla semplice esperienza quotidiana) tu non gli ridi in faccia e gli dai dell'ipocrita?

    Sull'altro aspetto credo di averti risposto nelle righe precedenti.
    Spero di rileggere di nuovo te quanto prima, magari in qualcosa di diverso.
    Buonanotte.

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  33. Leonardo,
    stai parlando di un'idea "platonica", teorica, della prostituzione.
    La prostituzione del mondo reale però è un'altra cosa, e chi legifera in materia, chi affronta il problema della tratta degli esseri umani, chi fa battaglie culturali in materia, insomma chi lavora "sul campo" ha a che fare con la prostituzione reale. E la prostituzione reale è legata al racketing e allo sfruttamento in modo perverso e profondo: il pappone (quello sì) è il mestiere più vecchio del mondo. Il sex working volontario, beninteso, esiste, ma è molto minoritario e ben riconoscibile; peraltro, a scavare, ti accorgi la costrizione alla degradazione spesso è in agguato anche senza sfruttamento diretto, per mille altri motivi.
    A quel punto sta a te capire l'asimmetricità delle tutele da mettere in atto. Sta a te capire a chi applicare il principio di precauzione, che purtroppo è difficile da eludere e sempre finisce per penalizzare qualcosa. Da un lato hai il nobile diritto a disporre del proprio corpo; dall'altro hai il diritto a sfuggire a tratta, dolore, violenza, devastazione psicologica, degradazione e umiliazione. E soprattutto hai il dovere di prevenire e limitare al massimo la possibiltà che certe sofferenze vengano inflitte ad altre sfortunate, nei tempi a venire. Vi posso assicurare che vedendo da vicino certe robe vi passerebbe subito la voglia di disquisire di teorie del liberalismo e di massimi sistemi.

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  34. Insomma Leonardo, dai.
    La zona grigia ci sarà pure, ma questo non toglie che una larga fetta della prostituzione di fatto sia sinonimo di schiavitù. Qualunque percentuale di libera scelta (20%? 50%? 90%?) o distribuzione geografica della provenienza (africa? europa dell'est?) non cambia di una virgola il discorso.
    Ammettiamo che su questo Renata ha centrato in pieno il punto.

    Tutto sommato, il discorso sulla prostituzione è lo stesso che potremmo fare sul lavoro. Se lo Stato smette di proteggere la società civile nel suo insieme, non dotandosi di leggi che siano chiare, trasparenti e morali (diciamo anche di buon senso?), il risultato è lo sfruttamento di uno strato sociale.
    Esistono sul mercato del lavoro stimati liberi professionisti, così come dall'altro lato dello specchio i lavoratori precari, chi lavora in nero e perfino chi lavora a cottimo. Ciò che è grave non è l'esistenza del libero professionista, ma quella del povero raccoglitore di pomodori; e peggio ancora è l'accettazione passiva dello stato di disuguaglianza sociale da parte della società civile. Mancanza di regole e di controlli da una parte, e di valori civili dall'altra. Il resto è ipocrisia.

    Che poi in questo paese Berlusconi entri nel discorso sia parlando di prostituzione che di disuguaglianza sociale che di assenza di regole... beh, direi che il cerchio si chiude.

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  35. Di solito, la donna che si prostituisce perche' forzata e costretta, costa 'poco' (o comunque, meno). E' straniera, probabilmente irregolare, magari trascinata qui con la forza; non ha il potere di ribellarsi.
    Questa deve prostituirsi per sopravvivere. Letteralmente: se non lo fa, magari l'ammazzano.

    Qualcosa di piu', costa quella di classe media: lo fa perche' e' costretta non da un coltello, ma dalla lama invisibile dell'economia. Non ha lavoro, magari e' altrettanto irregolare della prima, ma un po' piu' carina, magari riceve a casa.
    Questa si prostituisce per vivere. Se potesse, preferirebbe magari fare la cassiera al supermercato.

    Poi ci sono le escort. Costano tanto - credo fuori dalla portata della maggioranza dei puttanieri. Per puttaniere, intendo quello che va spesso. Chi ha centinaia di euro da spendere a prestazione, spesso? Magari migliaia di euro?
    Queste spesso non sono minacciate, non lo fanno per necessita'. Lo fanno, libera scelta, per garantirsi una vita migliore.

    Tutti quelli che difendono la prostituzione - difendono queste ultime.
    La libera scelta. La difendo pure io. Non e' diversa dallo sposarsi per interesse, o dal darla via a quel tipo solo perche' ti viene a prendere in BMW e ti porta al ristorante fichissimo.

    Ma poi, per strada, chi c'e'?
    Chi e' costretta. Chi e' sfruttata.
    Chi difende l'andare a puttane, dovrebbe pretendere che il puttaniere, richiedesse alla signora anche un bel certificato che attesti "l'esercizio della professione in piena coscienza e liberta', senza costrizione ne' violenza alcuna".

    Sono tutte cosi' quelle che credete stiano in giro?

    Alla fine, il ricco si puo' comprare anche il 'diritto' di essere puttaniere. Lui puo' andare con quelle costose, quelle che lo fanno per scelta (le riconosci anche dal prezzo... chi, per scelta, farebbe una pompa a uno sconosciuto per 20 euro?).

    I poveretti, le persone normali, si sfruttano tra loro.
    Sono i poveretti, a sfruttare la prostituzione piu' bieca.

    Va be', mi sono dilungato pure troppo.

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  36. Grandissimo Leonardo, come quasi sempre. Ogni volta che leggo un tuo pezzo, penso: vorrei averlo detto io. E stavolta potrei proprio averlo scritto io ... sono un puttaniere, me ne vergogno un po' ma non sono un mostro.
    Grazie di esistere.

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  37. Ho letto come sempre con piacere il post, avendo però da subito l'impressione che qualcosa stonasse.

    Forse perché è il tentativo di interpretare un puttaniere da parte di chi puttaniere non è. Gli argomenti sono quelli, ma mi sembra che il quadro non regga fino in fondo.

    Se ne rende conto (senza ripetere quel che han detto benissimo Ale ed altri) chi ha avuto anche solo qualche contatto indiretto con il mondo dei progetti anti tratta ed anti violenza. A me bastano i racconti di qualche amica operatrice o ex operatrice.

    Oppure l'esperienza minima di aver avuto in stage una ex schiava (dell'est, a mala pena maggiorenne); le cose più banali ti misurano la distanza abissale da una vita normale: dover stare attenti a suoi eventuali sotterfugi per riuscire a fare una passeggiata in piazza prima di rientrare alla casa protetta, o telefonare a qualche amico. Cose banalissime, cose pericolosissime per lei ed altri.
    Bastano pochi minuti per rendersi conto del tumulto di una ragazzina che ha vissuto quel che ha vissuto, ha il miraggio di una vita normale a portata di mano e la voglia di vivere di una diciottenne. E per acquisire un pudore -che a quasi tutti manca- che fa evitare di parlare con leggerezza di queste cose.

    Purtorppo è vero: in strada non trovi la prostituta per scelta: trovi quasi solo schiave.
    Il discorso del puttaniere (che cerca di distinguere nigeriane e dell'est, e si illude di contribuire al benessere delel famiglie) semplicemente non regge e, si, è ipocrita. Forse era un tentativo di rendere la complessità e i meccanismi di auto-giustificazione di chi è, volente o nolente, complice di uno sfruttamento disumano?

    Caro puttaniere - hai le mie simpatie. L'umana comprensione che meriti veramente. Solo, cerca di non nasconderti dietro un dito: quelle che incontri per strada stanno infinitamente peggio di te.

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  38. In realtà la situazione è abbastanza simile a molti altri lavori/prodotti: per avere una prestazione "equa e solidale" devi pagare.
    Tutti lavoriamo vendendo il nostro corpo/cervello per soldi che ci servono per i nostri bisogni, però - generalizzando - il raccoglitore di pomodori viene sfruttato completamente perchè l'alternativa è la fame e i caporali se ne approfittando pagandoli una miseria; l'operaio un po' meno perchè l'alternativa è saltare le rate del mutuo, non mandare i figli all'università, etc. e quindi il manager si può permettere di chiedergli straordinari, lavori notturni, etc; fino ad arrivare al dirigente dove la molla semmai è non poter fare le vacanze a Bali, o non avere la promozione, per cui accetta di lavorare 15 ore.
    Con le prostitute stesso discorso, cambia la molla (fame e mazzate dal pappone, rate del mutuo, audi 4), cambia il prezzo, cambia il livello dello sfruttamento.
    Il fatto che una persona che non ha i soldi per pagarsi la escort si convinca che tutta la prostituzione è giusta o che tutta la prostituzione non è punibile visto che ci sono anche quelle che lo fanno liberamente, può essere equiparato a giustificare lo sfruttamento dei neri che raccolgono i pomodori perchè tanto sono lavoratori come gli altri, come l'operaio e come il manager.
    Il problema è che non esiste in assoluto la dicotomia sfruttamento/non sfruttamento. Tutto è graduabile e dobbiamo scegliere noi (secondo la nostra morale), e lo stato (facendo le leggi), dove mettere l'asticella tra sfruttamento/non sfruttamento, tra accettabile/non accetabile, giusto/sbagliato.
    Ma pretendere di annullare la differenza basandosi sul fatto che essa non è netta ma graduabile o giustificando lo sfruttamento adducendo scuse come "sono brutto", "nessuno me la da", "è un bisogno naturale" è solo vigliaccheria. Sennò, di nuovo, giustifichiamo anche lo sfruttamento dei raccoglitori di pomodori perchè sennò sale il prezzo delle pummarole.

    Chiara

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  39. Uomo, villoso, trent'anni, magro, deretano ancora vergine, disponibile ad ogni ora e per qualunque porcheria abbiate in mente dietro congruo compenso. Specialità: fisting (attivo).

    Se non mi chiamate non avrò scelta e dovrò continuare ad andare in ufficio. E dire che volevo fare il musicista nella vita ma essendo scarso, essendo questo un paese sottosviluppato dove l'arte non è incentivata non ho potuto.
    E non preoccupatevi se io non godo, voi godete pure a me interessano i vostri soldi e non la vostra anima.
    Non disponibile durante le partite del Sassuolo.

    Bolla 451

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  40. Totalmente d'accordo. Senza se e senza ma. Insomma, va bene le 'stradali' sfruttate, ma le escort di lusso di altre scelte ne avrebbero alla grande. E la distinzione è del tutto pertinente e accettabile, esattamente come lo è quella tra un soldato di leva ed un mercenario. Vagina e culo non sono affatto sacri né in termini assoluti, né relativi. Al limite, ma proprio al limite, concederei solo al cervello la patente di sacralità. Ho visto e vissuto decine di colloqui per i lavori più diversi, in cui l'unico criterio di selezione era l'aspetto fisico. Se sei bella/o, abbastanza da fare la puttana/o un lavoro in questa società assurda lo trovi. Però a fare la commessa si guadagna meno e difficilmente ti prendono al Grande Bordello.

    Tino

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  41. Renata, Ale, Stefano, Chiara:
    A me non piace dare del moralista a nessuno: non credo che il moralismo non sia una cosa necessariamente sbagliata.

    A volte però ostacola semplicemente la nostra comprensione delle cose, e forse è un po' il vostro caso. Per esempio, avete dato per scontato che il puttaniere del post vada con le stradali. Dove è scritto? A me sembra evidente il contrario: mi sarò spiegato male (pensavo che fosse evidente che il pezzo l'ho scritto io).

    E' quello che definisco impulso da caps lock: a un certo punto il moralismo ci sale al cervello e dobbiamo per forza gridare IPOCRITA o VIGLIACCO. E' anche il momento in cui smettiamo di ascoltare gli altri.

    se una persona divide le prostitute "sfruttate" o "non sfruttate" in base alla nazionalità [...] in barba a tutte le ricerche sul traffiking disponibili

    Guarda, le ricerche sul traffiking che conosco io dividono appunto in nazionalità. Per farti un esempio: http://www.uri.edu/artsci/wms/hughes/italy.htm

    Foreign women in "call girl" prostitution in Italy are from Poland, Russia, Colombia and Argentina and to a lesser extent from Brazil, Hungary, Romania and the Philippines. Frequently they have been in prostitution in their home country. (Migrant Information Programme, "Trafficking in Women for Sexual Exploitation to Italy," IOM, June 1996)

    In Italy, trafficked and/or prostituted Polish women arrived around 1989, followed, in 1992, by Nigerians and some Peruvians and Colombians. Between 1993 and 1994 Albanians came and, by 1995, it was Albanians and Nigerians. (European Race Audit Bulletin No. 25, The Institute of Race Relations, London UK, 25 November 1997)

    Sono dati vecchi, ma dicono: albanesi e nigeriane sfruttate per strada; europee dell'est e sudamericane in casa ("call girl") e spesso facevano lo stesso mestiere in patria. La situazione può essersi evoluta, ma ragionare in termini di nazionalità ha ancora un senso. In certe nazioni c'è oggettivamente una tratta; in altre la situazione è molto sfumata. E non lo dico solo io, lo dicono i famosi esperti:

    In realtà, la tratta delle donne, o più in generale il trafficking of human beings, si configura come un fenomeno dai contorni sfumati, in continua evoluzione, che comprende percorsi di coinvolgimento articolati e differenziati i quali si collocano in maniera mobile e flessibile lungo l'asse coercizione/consenso.: http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?CodiceLibro=1315.10

    Ma voi evidentemente ne sapete di più. Avete "visto da vicino" (cosa?) Avete parlato con gli operatori (di cosa?)

    E' chiaro che se avete assistito a esperienze di reinserimento di ex prostitute, avete un'immagine (molto vivida) di cosa sia lo sfruttamento (e anche qui, comunque, esistono sfumature: vedi per esempio la figura del pappagiro (http://piste.blogspot.com/2007/05/in-difesa-del-puttaniere.html).

    Il problema è che non tutta la prostituzione è sfruttamento: ve lo dicono gli esperti, ve lo dicono loro, ve lo dice google appena digitate cinque lettere in fila. Non tutti i gatti sono bigi. Ma voi avete lavorato a una comunità di recupero dei gatti bigi e secondo voi quindi affermare che tutti i gatti d'Italia non siano bigi è vigliacca IPOCRISIA.

    Allora, permettete che ve lo dica: quelli che hanno un'idea platonica della prostituzione, (perfetta, che non ammette zone grigie) siete voi. Cioè: magari ammettete che il mercato non coincida del tutto con lo sfruttamento, però... però a un certo punto del ragionamento vi scappa il caps lock, l'urgenza di giudicare.

    Io non ho nessuna fretta di giudicare. Grazie al cielo non è il mio mestiere (e non dovrei avere fretta nemmeno se lo fosse). A me piace cercare di capire quello che fanno gli umani, compreso prostituirsi (vedi http://leonardo.blogspot.com/2007/05/un-posto-nel-presepe.html, ad esempio) o approfittarne. Comprensione e giudizio sono due momenti diversi.

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  42. Sono Chiara.

    1) Ovviamente non essendo scema ho capito che il post non era veramente una lettera ma era scritto da te. Altrettanto ovviamente, visto che l'autore immaginario, quello interno al racconto, esprime certe idee, quando si commentano queste idee, non contando se chi le esprime sia immaginario o reale, può sembrare che ci si stia rivolgendo a quell'autore immaginario come se fosse reale.

    2) Non vedo come tu abbia fatto dal mio post a dedurre che la mia opinione è che tutta la prostituzione è sfruttamento visto che dico esattamente, ma proprio esattamente il contrario.

    3) Visto che io non sono nè una paladina antiprostituzione, nè una frequentatrice di prostituti, non ho alcun bisogno di fare di tutta l'erba un fascio nè per buttare al mare tutta la prostituzione, nè per salvare tutta la prostituzione. Dico solo che in tutte le nostre scelte in campo economico dobbiamo essere consumatori responsabili, per cui così come dovremmo comprare pomodori pelati che non siano stati raccolti in condizioni degradanti per i manovali, ma preferire prodotti "equo e solidali", anche a costo di pagarli di più; così anche nel campo della prostituzione dovremmo accertarci che il "prodotto" che consumiamo non implichi lo sfruttamento di nessuno. A maggior ragione considerando che quando compriamo i pelati è più facile dimenticarci di chi ha raccolto i pomodori, mentre quando andiamo a letto con qualcuno lo abbiamo più vicino che si può.

    4) Non vedo nemmeno come mi si possa accusare di moralismo, visto che metto l'offerta del proprio corpo allo stesso identico livello di qualsiasi offerta di prestazioni lavorative!

    4) Semmai mi si può imputare la deduzione improvvida che l'autore immaginario sia uno di quelli che va con le prostitute sfruttate, e non con quelle più o meno libere. Ma visto che nel pezzo egli parla del fatto di aver scelto di non andare con le nigeriane, mi sembrava abbastanza chiaro che egli non fosse un frequentatore di escort, ma di livelli più bassi di prostituzione.

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  43. @Leonardo

    Qui parliamo, parliamo e mi sembra che non ci capiamo. O vogliamo aver ragione per forza.

    Perdonami se non mi metto anch'io a cercare tutti i riferimenti bibliografici, ma onestamente ho altro da fare e, per la verità, non mi sembra che ne valga la pena, visto il tono che sta assumendo la discussione. Quindi scusa se attingo più banalmente a Wikipedia (rimandando alle relative fonti) per le poche citazioni che vedrai, ribadendo quanto segue:

    1) Le ricerche che tu citi tracciano una periodizzazione dei flussi, studiano i movimenti delle masse umane dai paesi di origine (movimenti che guarda caso si attivano in corrispondenza di periodi particolarmente delicati o drammatici nella storia di quei paesi).

    Ma un conto è analizzare le caratteristiche di un flusso e i fattori che entrano in gioco caso per caso, periodo per periodo, un conto è stabilire un discrimine fra "sfruttati" e "non sfruttati" sulla base della nazionalità come fa il nostro anonimo scrittore quando dice "con le nigeriane non ci vado, con quelle dell'Est o quelle latino-americane sì perché non sono sfruttate". Questa non è solo una grande ipocrisia (da qui il mio irritato caps lock, non per moralismo, ma perché mi arrabbio quando si fa della "strumentale accademia" sui drammi della gente), ma è anche una MENZOGNA.
    Se non ti/vi bastano le frequenti notizie di arresti relative a trafficking di esseri umani provenienti dai paesi dell'Est, potete leggervi brevemente le fonti di Wikipedia relative a Russia, Moldavia, Ucraina, Bielorussia etc.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Human_trafficking#cite_note-gv-86

    2) Se il trafficking è l' «illegal trade in human beings for the purposes of commercial sexual exploitation or forced labor: a modern-day form of slavery. It is the fastest growing criminal industry in the world, and tied with the illegal arms industry as the second largest, after the drug-trade», ed esistono studi approfonditi relativi ai paesi di cui sopra (Est Europa, Brasile ecc), sfido chiunque a sostenere ancora che "la prostituta che viene dal paese X è sfruttata e quella che viene dal paese Y – per il fatto stesso di provenire da quel paese – non è sfruttata".

    2a) L'obiezione sul fatto che "alcuni" si preoccupano dello sfruttamento delle vite umane quando c'è in ballo la prostituzione e non quando si tratta di manodopera in nero, sicurezza e morte sul lavoro etc. è formulata in modo tanto pretestuoso e generico (alcuni chi, di grazia? di chi stamo parlando e su quale base?) che non merita risposta.

    3) Il fatto che le prostitute straniere attive in Italia svolgessero già in patria questo mestiere non è, di per sé, un'obiezione pertinente circa l'ipotesi di "sfruttamento".

    [continua]

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  44. [continua da precedente]

    4) Il discrimine fra "strada" e "casa/call girl" non corrisponde automaticamente a quello tra "sfruttamento" vs. "non sfruttamento" (del resto, se non ricordo male, non è questa la tesi dello studio che citi). Affermare questo non vuol dire negare che ci siano persone che si prostituiscono in casa per "libera scelta". Quindi respingo al mittente tutte le obiezioni in merito.

    5) Sul trafficking la mia esperienza è legata essenzialmente ad alcune letture che ho fatto (i miei discorsi privati con conoscenti che sono andati con prostitute sono un altro aspetto della questione, che qui non c'entra). Non ho esperienza diretta del salvare prostitute dalla strada (anche se una conoscente della mia famiglia ce l'ha) o cose del genere. Però, ad esempio, il traffico di organi lo conosco un po' meglio, perché ho seguito la genesi di un documentario sull'argomento uscito l'anno scorso: H.O.T., Human Organ Traffic, di Roberto Orazi e Alessandro Gilioli, prodotto dalla Lupin Film di Riccardo Neri. Riccardo Neri è un mio carissimo amico e tramite lui ho seguito tutta la genesi del progetto, ho attinto alla documentazione in suo possesso, le foto e gli aneddoti relativi ai paesi in cui hanno girato, talvolta rischiando la pelle. Perché ti parlo di questo? Perché i paesi da cui provengono i donatori d'organi (generalmente reni, almeno nel caso di donatori "consenzienti" e neanche sempre) sono – guarda caso – gli stessi paesi maggiormente interessati dal trafficking legato alla prostituzione (Paesi dell'Est, Brasile, sorprendentemente Stati Uniti, paesi dell'Estremo oriente, + il Nepal che non ricordo come si pone sul piano della prostituzione. Forse ne dimentico qualcuno).
    Se non lo hai visto, vediti il documentario e guarda in che condizioni vivono i donatori che "liberamente" decidono di donare un rene per costruire casa o aprirsi un'officina di meccanico e chiediti se in quelle condizioni si può ancora parlare di libera scelta. Forse non tutte le persone che si prostituiscono per gli stessi motivi vivono questa cosa come togliersi un rene. Ma io non sono nessuno per affermarlo e tu non sei nessuno per negarlo.

    6) Hai ragione quando dici, citando il libro della Baldoni che «la tratta delle donne, o più in generale il trafficking of human beings, si configura come un fenomeno dai contorni sfumati, in continua evoluzione, che comprende percorsi di coinvolgimento articolati e differenziati i quali si collocano in maniera mobile e flessibile lungo l'asse coercizione/consenso». Ma la lettera che hai pubblicato sembra ignorare molte delle tematiche trattate nel libro. Non da ultimo gli aspetti – delicati e contraddittori – relativi alla percezione di sé, l'illusione di un controllo sul proprio corpo, per non parlare dei contesti familiari etc. etc. Senza contare che tutti i racconti di vita cui fa riferimento la Baldoni provengono (guarda un po'?) proprio da ragazze dell'Est «inserite in programmi di protezione sociale in applicazione dell'art. 18 del d.lgs. n. 286/98».

    Quindi se si vuole fare un discorso serio consapevoli di tutte le contraddizioni che questo implica – sentendoci dire, tutti, cose che non ci piacciono –, va bene.
    Se vogliamo fare un bell'esercizio di stile (peraltro partendo da uno spunto "originale" come quello di Berlusconi...) con autoassoluzione finale, ho altro da fare.

    E, come direbbe Forrest Gump, «non ho altro da dire su questa faccenda».

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  45. 4) Il discrimine fra "strada" e "casa/call girl" non corrisponde automaticamente a quello tra "sfruttamento" vs. "non sfruttamento" (del resto, se non ricordo male, non è questa la tesi dello studio che citi). Affermare questo non vuol dire negare che ci siano persone che si prostituiscono in casa per "libera scelta". Quindi respingo al mittente tutte le obiezioni in merito.

    5) Sul trafficking la mia esperienza è legata essenzialmente ad alcune letture che ho fatto (i miei discorsi privati con conoscenti che sono andati con prostitute sono un altro aspetto della questione, che qui non c'entra). Non ho esperienza diretta del salvare prostitute dalla strada (anche se una conoscente della mia famiglia ce l'ha) o cose del genere. Però, ad esempio, il traffico di organi lo conosco un po' meglio, perché ho seguito la genesi di un documentario sull'argomento uscito l'anno scorso: H.O.T., Human Organ Traffic, di Roberto Orazi e Alessandro Gilioli, prodotto dalla Lupin Film di Riccardo Neri. Riccardo Neri è un mio carissimo amico e tramite lui ho seguito tutta la genesi del progetto, ho attinto alla documentazione in suo possesso, le foto e gli aneddoti relativi ai paesi in cui hanno girato, talvolta rischiando la pelle. Perché ti parlo di questo? Perché i paesi da cui provengono i donatori d'organi (generalmente reni, almeno nel caso di donatori "consenzienti" e neanche sempre) sono – guarda caso – gli stessi paesi maggiormente interessati dal trafficking legato alla prostituzione (Paesi dell'Est, Brasile, sorprendentemente Stati Uniti, paesi dell'Estremo oriente, + il Nepal che non ricordo come si pone sul piano della prostituzione. Forse ne dimentico qualcuno).
    Se non lo hai visto, vediti il documentario e guarda in che condizioni vivono i donatori che "liberamente" decidono di donare un rene per costruire casa o aprirsi un'officina di meccanico e chiediti se in quelle condizioni si può ancora parlare di libera scelta. Forse non tutte le persone che si prostituiscono per gli stessi motivi vivono questa cosa come togliersi un rene. Ma io non sono nessuno per affermarlo e tu non sei nessuno per negarlo.

    [continua]

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  46. [continua ancora da precedente]

    6) Hai ragione quando dici, citando il libro della Baldoni che «la tratta delle donne, o più in generale il trafficking of human beings, si configura come un fenomeno dai contorni sfumati, in continua evoluzione, che comprende percorsi di coinvolgimento articolati e differenziati i quali si collocano in maniera mobile e flessibile lungo l'asse coercizione/consenso». Ma la lettera che hai pubblicato sembra ignorare molte delle tematiche trattate nel libro. Non da ultimo gli aspetti – delicati e contraddittori – relativi alla percezione di sé, l'illusione di un controllo sul proprio corpo, per non parlare dei contesti familiari etc. etc. Senza contare che tutti i racconti di vita cui fa riferimento la Baldoni provengono (guarda un po'?) proprio da ragazze dell'Est «inserite in programmi di protezione sociale in applicazione dell'art. 18 del d.lgs. n. 286/98».

    Quindi se si vuole fare un discorso serio consapevoli di tutte le contraddizioni che questo implica – sentendoci dire, tutti, cose che non ci piacciono –, va bene.
    Se vogliamo fare un bell'esercizio di stile (peraltro partendo da uno spunto "originale" come quello di Berlusconi...) con autoassoluzione finale, ho altro da fare.

    E, come direbbe Forrest Gump, «non ho altro da dire su questa faccenda».

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  47. Allora, Renata, fa' una cosa: prendilo come un esercizio di stile.
    Perché tu stai smuovendo tutta una bibliografia scientifica per una frase, la seguente:

    Io lo so che c'è gente che fa il mestiere perché è costretta – africane soprattutto – e con loro non ci vado (se non altro perché non mi ci diverto).

    C'è scritto che solo le africane sono costrette?
    C'è scritto che nessuna ragazza dell'est è costretta?

    E' un'affermazione volutamente vaga, e nella sua vaghezza, non errata. Se volevo scrivere un post sui flussi di trafficking, lo avrei scritto (mi sarebbero serviti mesi di ricerche, in ogni caso), e comunque non sarei giunto, credo, a una conclusione molto diversa: gran parte delle prostitute di provenienza africana sono sfruttate.

    Ma tu hai bisogno di giudicare le persone (anche quelle immaginarie, e quindi cosa fai? Ti inventi i virgolettati. Questo lo hai scritto tu:

    "con le nigeriane non ci vado, con quelle dell'Est o quelle latino-americane sì perché non sono sfruttate".

    Ecco, questa è una falsa citazione, che semplifica una frase che diceva una cosa ben diversa. Nessuno qui ha scritto che nessuna latina o le euro-orientale non sia sfruttata. E' una sciocchezza il solo pensarlo. Nessuna ha detto che essere call significhi di per sé non essere sfruttata.

    Alla fine di tutto, Renata, mi pare che tu questo pezzo non l'abbia letto. Hai letto un pezzo che avevi in testa tu, dove c'era un signore che pescava polacche o sudamericane per strada, pagandole una miseria, e auto-assolvendosi perché non sono africane. La modalità caps-lock, purtroppo ci colpisce anche quando leggiamo.

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  48. "Per esempio, avete dato per scontato che il puttaniere del post vada con le stradali."

    E' vero, non è esplicitato da nessuna parte. Però -forse abbiamo desunto male- da piccoli elementi come
    "Guadagnano anche meglio di me, e io sono un italiano con un posto fisso" avevo dedotto che il nostro amico difficilmente potesse permettersi le escort. Forse qualche "casalinga" più economica o in locali più loschi?

    A scanso di equivoci, da parte mia nessun astio. Provo a spiegare quello che mi stona: - ribadisco, senza condannare - mi sembra che il legittimo e condivisibile intento di rimarcare la complessità del fenomeno (e tutta l'umanità del puttaniere) si risolva in un quadro un po' edulcorato e forse autoindulgente.
    In questo senso ipocrita - magari ne è veramente convinto, mi resta il dubbio che si possa giocare ai margini della tratta non avendone i mezzi economici.

    Forse ho interpretato male, per la memoria di discorsi simili: ne sarei felice.

    In questo m'interessa relativamente il dibattito sulla diversità qualitativa o solo quantitativa dello sfruttamento rispetto ad altri lavori poco desiderabili, o su altre questioni di principio, e mi astengo dal commentare.
    Idem per la mappa dello sfruttamento per nazionalità (pur interessante e, si, dinamiche)- al di la che in strada poco cambia se non per il tipo di organizzazione che c'è dietro: è vero che stanno peggio le nigeriane, forse le uniche non in balia della classica criminalità organizzata ma di piccoli gruppi quasi "familiari". Ma, appunto, non è molto rilevante per quel che intendevo.

    'Avete "visto da vicino" (cosa?) Avete parlato con gli operatori (di cosa?)'
    Mi sembra, anche se non mi nomini (ti capisco, con questo nickname), che ti riferisca al mio commento. Lo scrivevo nelle righe sopra: dei progetti anti tratta e delle case protette.
    Il bello è che in genere son le stesse organizzazioni che invitano ai propri convegni, tra gli altri, le associazioni di (ex-)prostitute che si battono per la liberalizzazione del mestiere: il dibattito è molto vivo e vario, abbastanza libero da posizioni ideologiche e pieno di esperienze reali. Mi perdoni il nostro amico, trovo più interessanti queste cose -poco note- della sua difesa della categoria, che pure suscita un po' di simpatia e comprensione.

    Mi sono concentrato troppo sulla strada e su quel che conosco di questo mondo, ho letto male il post mentre il nostro ipotetico ma verosimilissimo amico ha realmente un modo per noutare in questo mare evitando le acque torbide?
    Mi lasci il beneficio del dubbio e la convinzione che descriva un quadro troppo ottimistico, ma mi perdoni: non ce l'ho e non ce l'avevo con lui. Non ho urgenza di giudicare, ma di chiarimenti su quel che sostiene, e non mi torna.

    (magari cambio pseudonimo, eh, che parlare di cose serie non si addice ad un Grullo)

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  49. @Leonardo

    Sulle accuse che mi rivolgi non mi sento in dovere di rispondere.

    Però fammi il favore, quando citi, cita per intero, il periodo incriminato (che avevo provato a riassumere, usando non a caso sergenti alti e non bassi) è questo:

    «Io lo so che c'è gente che fa il mestiere perché è costretta – africane soprattutto – e con loro non ci vado (se non altro perché non mi ci diverto). Se avete internet, probabilmente siete in grado di farvi un'idea della tariffa media oraria. E quindi sapete benissimo che ci sono ragazze sudamericane, o dell'Europa dell'est (o italiane), che in un giorno prendono quello che prenderebbero in un mese lavando il sedere a mio padre infermo, o pulendomi la casa. Guadagnano anche meglio di me, e io sono un italiano con un posto fisso. Però nessuno le costringe... nessuno, a parte la famosa mano invisibile del mercato».

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  50. Renata, non ti sto rivolgendo nessuna accusa, o forse sì, ti sto rivolgendo l'orribile accusa di fraintendimento.

    Tu non hai "provato a riassumere": tu hai virgolettato una cosa non scritta. E' una cosa molto scorretta, che indica una volontà di non ascoltare veramente quello che dice l'interlocutore.

    Adesso ti devo fare il favore di citare per intero il periodo. Guarda, a questo punto ti dovrei re-incollare l'intero pezzo, ma è abbastanza inutile, dal momento che è scritto qua sopra. Comunque: hai qualcosa da obiettare su quello che hai citato?

    sapete benissimo che ci sono ragazze sudamericane, o dell'Europa dell'est (o italiane), che in un giorno prendono quello che prenderebbero in un mese lavando il sedere a mio padre infermo, o pulendomi la casa.

    Hai dati che ti consentono di affermare il contrario?

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  51. La vicenda è molto interessante. Io sono una donna e, lo dico in tutta sincerità, davvero non capisco perché un uomo (non solo bruttissimo che nessuna fila, ma magari uno sposato, carino, ecc) scelga di andare con una prostituta. Anni fa andai a Phuket, in Thailandia. Poche settimane prima c'era stato lo tsunami (e io ero lì per quello). Giravano con allegria -tra alberi abbattuti e alberghi devastati- corpulenti bergamaschi (e non solo) almeno sessantenni abbarbiccati a ragazzine/i locali. Una mattina, mentre facevo colazione uno di questi (excusatio non petita...) tenendo per mano una adolescente minuscola, mi disse che alla sua età farlo con la moglie sarebbe stato incesto. Io alzai lo sguardo e sorrisi. Leonardo, io ti assicuro che non capisco. Per me il sesso è una cosa interessantissima, che continua a migliorare e ad ampliarsi col tempo, che mi affascina e mi sconvolge, ma non riesco davvero ad immaginare come possiate eccitarvi senza metterci la testa, la passione, la conoscenza di una persona, con cui magari non staresti mai ma che.... Non necessariamente c'entra con l'amore (a volte proprio no), anzi, ma non riesco a capire che gioco sia con qualcuno che paghi e poi tanti saluti. Dove stia l'intrigo, la tentazione... Help me!

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  52. Eh no, adesso mica posso fare l'avvocato dei pedofili in turismo sessuale.

    Kos, qui sopra si parlava in linea di massima di gente che, se non paga, sesso proprio non ne fa. Grazie al cielo non è il mio caso, ma è comunque il caso di molti.

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  53. @ Leonardo:
    (Rispondo a discussione già fredda? Nel caso, ignora pure.)
    Leggendo la tua replica (un pelo acidina...) mi sono scoperto con un po' di sorpresa un moralista. Mi accusi di giudicare, dall'alto delle mie (presunte, ma intendi millantate) conoscenze, senza voler ammettere dignità di esistere ad un povero puttaniere.
    Ma l'ho fatto davvero? Sinceramente a me non sembrava.

    Allora sgombriamo il campo dagli equivoci.
    Non ho nessuna esperienza in merito, non conosco prostitute (a riposo o attive) nè frequento centri di recupero.
    Non ho letto tutte le statistiche che esponi, nè i libri degli esperti, anzi metto subito le mani avanti e dichiaro che mi fido delle tue fonti.
    Dunque tutta la mia conoscenza del problema della prostituzione si limita a quanto vedo, sento, leggo. E' sufficiente per avere un'opinione, credo; non ho comunque la pretesa che la mia sia migliore delle altre. Parliamone.

    Naturalmente, posso non averlo lasciato trapelare, ma di indole sono piuttosto tollerante. Nel caso specifico, non condivido le ragioni del nostro povero puttaniere, ma nemmeno lo crocifiggo; alla fine ho già i miei vizi e difetti a cui badare.

    Definiamo anche la mia percezione del problema. Ci dici, fonti alla mano, che la prostituzione non è solo sfruttamento ma può essere anche una precisa scelta. Nessuna obiezione da parte mia. Sempre le tue fonti confermano che il confine tra le due posizioni non è netto ma definisce una zona grigia sufficientemente ampia da non essere trascurabile. Anch'io la vedo così e quindi anche su questo siamo d'accordo.

    Chiarito questo, trovo che la posizione del puttaniere, così come è presentata nel tuo post, sia oggettivamente ipocrita.

    Umanamente provo simpatia per qualcuno con tali problemi di autostima da necessitare una prostituta per dare sfogo alla propria sessualità (non è così per tutti i puttanieri, immagino. Io qui mi limito al personaggio di Leonardo). Ma ciò non mi impedisce di vedere come Gino (e diamogli un nome a 'sto povero cristo) sia sempre in posizione socialmente dominante rispetto ad una prostituta, sia di strada che escort. In entrambi i casi, Gino è il "datore di lavoro", e la prostituta lavora in nero (anzi, a cottimo). Senza tasse (un bel vantaggio) ma anche senza protezione sociale, perchè rappresenta una figura non codificata nel sistema. Chi la difende? Chi si occupa di raccoglierne le istanze? Inoltre, anche se al momento non è sfruttata è comunque sempre a rischio sfruttamento (anche se escort di lusso. La famosa zona grigia, giusto?).
    Gino si giustifica dicendo:"Vabbè, vado a puttane, ma le scelgo tra quelle non sfruttate. E' una loro scelta di vita, io mi limito a seguire il mercato. E comunque o così o le pippe".
    Dato per assunto che l'unico suo accesso al sesso è a pagamento (qui si potrebbe obiettare raccontando la parabola del brutto anatroccolo, ma non divaghiamo che non sono fatti nostri), per l'assioma della zona grigia di cui sopra possiamo lo stesso tranquillamente dire che Gino, in quanto archetipo di puttaniere medio, si racconta le storie. Perchè ha un bello scegliere tra prostitute dell'est invece che nigeriane, in casa piuttosto che in strada: un mercato senza regole certe fa più ricchi i ricchi e più schiavi gli schiavi. Perciò in questo senso Gino alimentando quel mercato partecipa (direttamente o indirettamente) ad aggravare il problema delle nigeriane. E lui lo sa ([...] Finanzio un enorme mercato sommerso, e lo finanzierei anche se emergesse (anche se mi divertirei un po' meno, lo ammetto).[...]). E' libero di farlo, ma posso almeno dire che è la sua visione della realtà è ipocrita? E' moralismo il mio, o la semplice constatazione di un fatto?

    Ho un po' banalizzato Leonardo, ma spero che adesso sia più chiaro cosa intendo.

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  54. No, Stefano, non è affatto chiaro.
    Se A è una prostituta sfruttata e B una prostituta non sfruttata, spiegami come fa Gino ad "alimentare il mercato di A" pagando B. A me sembra quasi il contrario.

    E' un po' come se mi dicessi che pagando (bene) un idraulico io contribuisco a sfruttare un altro idraulico.

    Il fatto che il mercato sia sommerso dipende dal fatto che non sia regolarizzato per legge. Se fosse regolarizzato Gino pagherebbe di più e si divertirebbe meno, ma pagherebbe comunque, perché il servizio gli piace.

    Il motivo per cui non si regolarizza per legge è che in Italia è impossibile parlare serenamente del problema: ti danno dell'ipocrita, del vigliacco eccetera eccetera.

    qui si potrebbe obiettare raccontando la parabola del brutto anatroccolo,

    Ecco, appunto. Io mi chiedo: in un mondo senza prostituzione, che ne è dei desideri di chi non ha accesso a prestazioni sessuali? E tu mi racconti la favoletta. Perché, notoriamente, tutte le persone brutte che conosci si sono trasformati col tempo in bellissimi cigni. E quindi, in effetti, che bisogno c'è della prostituzione.

    Ma non c'è neanche bisogno di lottare contro il precariato. Racconti la fiaba di Cenerentola e vedrai che il principe azzurro dopo un po' arriva.

    Spero di essere stato sufficientemente acidino.

    RispondiElimina
  55. leonardo,

    0) lascerei stare l'etichetta di moralista, che è un giudizio di valore sulla persona (e non sull'idea); immagino tu sappia che non è corretto, nè molto simpatico, per quanti cappelli tu ci metta davanti. Inoltre ho detto che stavi "parlando di un'idea platonica", immaginando una speculazione (magari anche ipotetica) su un argomento; tu mi hai risposto che io "ho un'idea platonica". E' un dettaglio, ma manco tanto.

    1) E comunque, io non ho nessun idea platonica della prostituzione, perchè da quel che so e capisco è un gran casino ed è un argomento lungo largo sfumato e complicato come l'umanità. Come tutti, so che ci sono senz'altro anche situazioni non degradanti. Solo, penso che il loro peso (anche statistico) nel momento di prendere delle decisioni in materia sia esiguo, stante l'intollerabile gravità delle altre situazioni. Gravità di cui pochi si rendono davvero conto.

    2) Le prostitute non sono sfruttate solo in strada, anzi, a casa spesso si controllano meglio. Inoltre, parlando di degradazione in ballo non c'è solo la presenza eventuale di un pappone, ci sono anche condizioni oggettive di difficoltà.
    3) L'esistenza di lavori degradanti non giustifica quella di altri lavori degradanti; non è che uno che sfrutta i senegalesi a raccoglier pomodori a 3 euro al giorno si può sentire assolto pensando "che vuoi che sia, dopo tutto non li fo prostituire";
    4) la zona grigia è grigia ma puzza da morì appena il bianco si tinge un minimo; il grado "accettabile" di sfumatura è limitato;

    5) Tu scrivi "Avete "visto da vicino" (cosa?) Avete parlato con gli operatori (di cosa?)"

    ho visto da vicino, ho parlato a lungo e nel dettaglio con operatori, ho letto libri e mi sono fatto un'idea. Dovrei essere io a chiederti hai visto "cosa" e hai "parlato con chi", ma presumo sinceramente che ti sarai informato anche tu (insomma, evitare toni che possono sembrare insinuanti aiuterebbe). A colpi di link possiamo andare avanti 20 anni senza venirne a capo.... se proprio vuoi lo facciamo,ma non so se vale la pena.
    6) Il trafficking dall'est è un fenomeno colossale, come mi sembra tu sappia, peraltro.
    7) Ma soprattutto:
    se rileggi il mio piccolo interventino non ho parlato di giudizi morali, ma di gestione legislativa e culturale del problema, ho menzionato asimmetrie dei diritti e delle tutele e prevenzione della violenza e delle criminalità. Io parlavo di questo, non mi sembrava o.t. Il resto è interessante, ma per me (dico per me) è salotto. Per carità, non che non si possa fare.
    7 bis) Se proprio devo fare un'escursione nel viscido campo dei giudizi di valore, faccio mia la frase di stefano: il puttaniere in questione appare ipocrita. Uno che carica una ragazza in macchina (oppure la va a trovare a casa, cambia poco), sa bene che al 70 o 80 o 90 per cento sta contribuendo alla sua infelicità e/o degradazione, ma si ripara dietro alla possibilità del restante 10 20 30 (fosse anche 80 per cento, e non lo è, sarebbe di gran lunga troppo- è sempre una specie di roulette russa).Nel dubbio, non mi sembra che indaghi troppo.

    ciao e scusa la lungaggine

    RispondiElimina
  56. leonardo,

    0) lascerei stare l'etichetta di moralista, che è un giudizio di valore sulla persona (e non sull'idea); immagino tu sappia che non è corretto, nè molto simpatico, per quanti cappelli tu ci metta davanti. Inoltre ho detto che stavi "parlando di un'idea platonica", immaginando una speculazione (magari anche ipotetica) su un argomento; tu mi hai risposto che io "ho un'idea platonica". E' un dettaglio, ma manco tanto.

    1) E comunque, io non ho nessun idea platonica della prostituzione, perchè da quel che so e capisco è un gran casino ed è un argomento lungo largo sfumato e complicato come l'umanità. Come tutti, so che ci sono senz'altro anche situazioni non degradanti. Solo, penso che il loro peso (anche statistico) nel momento di prendere delle decisioni in materia sia esiguo, stante l'intollerabile gravità delle altre situazioni. Gravità di cui pochi si rendono davvero conto.

    2) Le prostitute non sono sfruttate solo in strada, anzi, a casa spesso si controllano meglio. Inoltre, parlando di degradazione in ballo non c'è solo la presenza eventuale di un pappone, ci sono anche condizioni oggettive di difficoltà.
    3) L'esistenza di lavori degradanti non giustifica quella di altri lavori degradanti; non è che uno che sfrutta i senegalesi a raccoglier pomodori a 3 euro al giorno si può sentire assolto pensando "che vuoi che sia, dopo tutto non li fo prostituire";
    4) la zona grigia è grigia ma puzza da morì appena il bianco si tinge un minimo; il grado "accettabile" di sfumatura è limitato;

    5) ". Avete "visto da vicino" (cosa?) Avete parlato con gli operatori (di cosa?)"

    ho visto da vicino, ho parlato a lungo e nel dettaglio con operatori, ho letto libri e mi sono fatto un'idea. Dovrei essere io a chiederti hai visto "cosa" e hai "parlato con chi", ma presumo sinceramente che ti sarai informato anche tu (insomma, evitare toni che possono sembrare insinuanti aiuterebbe). A colpi di link possiamo andare avanti 20 anni senza venirne a capo.... se proprio vuoi lo facciamo,ma non so se vale la pena.
    6) Il trafficking dall'est è un fenomeno colossale, come mi sembra tu sappia, peraltro.

    (segue)

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  57. (parte 2)

    7) Ma soprattutto:
    se rileggi il mio piccolo interventino non ho parlato di giudizi morali, ma di gestione legislativa e culturale del problema, ho menzionato asimmetrie dei diritti e delle tutele e prevenzione della violenza e delle criminalità. Io parlavo di questo, non mi sembrava o.t. Il resto è interessante, ma per me (dico per me) è salotto. Per carità, non che non si possa fare.
    7 bis) Se proprio devo fare un'escursione nel viscido campo dei giudizi di valore, faccio mia la frase di stefano: il puttaniere in questione appare ipocrita. Uno che carica una ragazza in macchina (oppure la va a trovare a casa, cambia poco), sa bene che al 70 o 80 o 90 per cento sta contribuendo alla sua infelicità e/o degradazione, ma si ripara dietro alla possibilità del restante 10 20 30 (fosse anche 80 per cento, e non lo è, sarebbe di gran lunga troppo- è sempre una specie di roulette russa).Nel dubbio, non mi sembra che indaghi troppo.

    ciao e scusa la lungaggine

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  58. Un respiro profondo: nei commenti non si sente il tono della voce e non tutti sono così bravi ad esprimersi trasmettendo con pochi caratteri esattamente il pensiero e le intenzioni.

    Dal caps lock nessuno è immune, ci caschiamo un po' tutti.

    In particolare la difficoltà è moltiplicata n volte per chi tiene il blog, e deve tenere a bada tati comemntatori.
    Per questo, Leonardo, ti chiedo se possibile uno sforzo in più, sapendo che non è per nulla facile e tanto meno dovuto.

    Insomma, mi sembra che -forse complice la necessità di sintesi- siano stati liquidati come moralismo molti interventi che probabilmente meritavano altro trattamento.

    Non c'è solo quell'"ipocrita" maiuscolo. Ci sono interventi articolati di persone che pensano di avere qualcosa di significativo da aggiungere.
    Che (parlo per me, ma credo sia così anche per gli altri) ti seguono con piacere (e, si può dire? con stima) anche da tanto tempo; che probabilmente non hanno alcuna voglia di litigare ma di discutere - poi non siamo tutti bravi come te, ed è facile farsi fraintendere; probabilmente col tempo miglioriamo.

    Nel caso psecifico, a diverse persone, con aspetti, esperienze, opinioni diverse della natura dello sfruttamento (ma nessuna, mi pare, del tipo "prostituzione brutto, brucerai all'inferno") hanno sollevato dubbi comuni. Ci sembra che il discorso di Gino (vada per Gino, va gino) non covinca e sia autoassolutorio. E' estremamente verosimile. Sapendo di inon rendere giustizia alla complessità del dialogo, se potessi gli direi "Caro Gino, hai la mia simpatia. Davvero. Ti capisco: avere scarso accesso al sesso in una società che te lo sbatte in faccia ad ogni occasione è una cosa difficile da sopportare -per inciso, anche altri con maggiore accesso hanno problemi, la maggior parte dei clienti ha una relazione o ampie possibilità di fare sesso gratis, ma non divaghiamo-.
    Comunque, c'è qualcosa che non mi torna. Ho un po' di conoscenza del fenomeno. A livello teorico (ma non sono un esperto, eh), e per quel che mi raccontanto alcune amiche che lavorano contro la tratta ed in una casa protetta - un'esperienza estremanete complessa e significativa. Magari un giorno te le presento. E' impressionante come riusciamo a convivere quotidianamente, senza accorgercene, con un fenomeno di moderna schiavitù di questa portata. Come fai ad essere sicuro che quelle che frequenti tu non siano sfruttate? Te lo dicono loro? La prima cosa che si impara in casa protetta (quindi in una situazione non più a diretto contatto con gli sfruttatori) e che di solito direbbero qualsiasi cosa pur di tranre vantaggio. Anche all'operatore che è li per loro. Perché con te cliente dovrebebro essere sincere? Forse è una tua sensazione.. ti sembrano abbastanza tranquille,non hanno segnievidenti di violenza o costrizione, non percepisci degrado. Magari è così. Ma è anche possibile che ti illudi un po' anche per giustificare una cosa di cuitu stesso non sei orgoglioso. Ecco, mi piacerebbe proprio saperlo"

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  59. Ho letto il post e buona parte dei commenti. Mi sembra che nessuno si sia soffermato su questo passaggio: "Io so che questa cosa è difficile da accettare per molti di voi. Le donne, soprattutto. Non so esattamente perché, ma per molte donne è così. Non avendo mai avuto bisogno di pagare per godere, giudicano male chi lo fa."

    Il punto che mi interessa in particolare è quello in cui il nostro puttaniere finzionale dice che molte donne non hanno mai avuto bisogno di pagare per godere e dunque giudicano male chi paga per godere. Non faccio fatica a immaginare che questa considerazione si possa attribuire al puttaniere medio, o quantomeno che si addica all'immagine che abbiamo del puttaniere medio (è davvero un peccato non avere statistiche accurate in materia!). E' un'ipotesi un po'goffa su uno dei motivi per cui le donne (a quanto pare, visto che anche qui non abbiamo dati) sono in genere ostili alla prostituzione.

    E' probabile che nel contesto del post di Leonardo questa osservazione non giochi nessun altro ruolo, ma secondo me merita più attenzione perchè esprime una concezione che ritengo distorta.

    Dire che molte donne non hanno bisogno di pagare per godere implica che molte donne, non pagando, godono. Il problema di questa affermazione, secondo me, è che è falsa: molte donne, prima di godere di un rapporto sessuale, ci mettono un sacco di tempo. Non ve lo devo venire a spiegare io che a) gli orgasmi vaginali sono rari; b) stimolare il clitoride non richiede semplicemente del sesso, ma del buon sesso.

    Non sto dicendo che molte donne non godono, ma che per molte donne la strada per imparare a godere è in salita e che questo è un aspetto centrale dell'esperienza sessuale femminile. Non sto neanche dicendo l'immensa stupidaggine che per gli uomini la differenza fra buon sesso e cattivo sesso non c'è. Quello che voglio dire è che secondo me c’è una connessione fra il modo in cui una donna vive il sesso e le sue concezioni (le concezioni che abbiamo attribuito alla “donna media”) sulla prostituzione.

    Una donna per fare del buon sesso si deve conoscere bene, si deve sentir sicura. Io penso che una donna possa fare del sesso fantastico con partner occasionali, ma che è difficile che questo sesso sia fantastico se non è stato preceduto da varie esperienze deludenti, ma anche utili a capirci qualcosa di più. Da notare che per “sentirsi sicura” una deve accettare il proprio corpo, che, proprio come nel caso del nostro puttaniere, potrebbe pure essere parecchio brutto.

    [segue]

    EC

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  60. [seconda parte]

    La questione della sicurezza, chiaramente, vale anche per gli uomini. La bruttezza non è un ostacolo al sesso: il problema è essere dei sacchi di patate inespressivi e scarsamente consapevoli di sé e degli aspetti di sé che possono attrarre le donne. Il problema è non fare la fatica di andare alla ricerca delle donne che non guardano ai chili. Ce ne sono. Il problema è non fare qualcosa per quei chili. Il problema è non affrontare l’insoddisfazione sessuale all’interno del proprio matrimonio.

    La mia impressione è che il nostro puttaniere finzionale che le donne non si filano (stando a come lo descrive Leonardo) si sia tirato indietro da tutto questo. È un uomo in fuga da sé che si consola con il sesso a pagamento. La sua eiaculazione, che si preceduta da un sesso buono o cattivo non importa, avviene in un mondo di fantasia in cui lui per una mezz’ora si dimentica di essere lo sfigato che è e scopa.

    Le donne in fuga da sé di rado si consolano con il sesso a pagamento. Certo, è una questione di costume, mentalità ecc. Ma secondo me è anche una questione di come le donne vivono il sesso: faccio fatica a immaginarmi una donna che scopa e gode in una mezz’ora di fantasia in cui si dimentica di essere quella che è. Una donna per godere deve avere capito chi è, e poi si può concedere tutte le mezz’ore di fantasia che vuole, pagante o no. Dubito che una donna in fuga da sé sia una donna che gode.

    Il motivo per cui il puttaniere finzionale mi infastidisce è che secondo me ha rinunciato a qualcosa che se avesse più palle potrebbe imparare a fare. E con la sua rinuncia alimenta un mercato che è LARGAMENTE fatto di sfruttamento. Detto questo, non credo di essermi garantita una base inattaccabile per criticare il puttaniere finzionale. Però mi piacerebbe aver potuto mostrare che potrebbe esserci qualcosa di legato alla concezione del sesso e della propria identità dietro quella che abbiamo presupposto essere la condanna di molte donne nei confronti del sesso a pagamento.

    Grazie,

    EC

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  61. [temo che all'antispam non piaccia la seconda parte del mio commento]

    La questione della sicurezza, chiaramente, vale anche per gli uomini. La bruttezza non è un ostacolo al sesso: il problema è essere dei sacchi di patate inespressivi e scarsamente consapevoli di sé e degli aspetti di sé che possono attrarre le donne. Il problema è non fare la fatica di andare alla ricerca delle donne che non guardano ai chili. Ce ne sono. Il problema è non fare qualcosa per quei chili. Il problema è non affrontare l’insoddisfazione sessuale all’interno del proprio matrimonio.

    La mia impressione è che il nostro puttaniere finzionale che le donne non si filano (stando a come lo descrive Leonardo) si sia tirato indietro da tutto questo. È un uomo in fuga da sé che si consola con il sesso a pagamento. La sua eiaculazione, che si preceduta da un sesso buono o cattivo non importa, avviene in un mondo di fantasia in cui lui per una mezz’ora si dimentica di essere lo sfigato che è e scopa.

    Le donne in fuga da sé di rado si consolano con il sesso a pagamento. Certo, è una questione di costume, mentalità ecc. Ma secondo me è anche una questione di come le donne vivono il sesso: faccio fatica a immaginarmi una donna che scopa e gode in una mezz’ora di fantasia in cui si dimentica di essere quella che è. Una donna per godere deve avere capito chi è, e poi si può concedere tutte le mezz’ore di fantasia che vuole, pagante o no. Dubito che una donna in fuga da sé sia una donna che gode.

    Il motivo per cui il puttaniere finzionale mi infastidisce è che secondo me ha rinunciato a qualcosa che se avesse più palle potrebbe imparare a fare. E con la sua rinuncia alimenta un mercato che è LARGAMENTE fatto di sfruttamento. Detto questo, non credo di essermi garantita una base inattaccabile per criticare il puttaniere finzionale. Però mi piacerebbe aver potuto mostrare che potrebbe esserci qualcosa di legato alla concezione del sesso e della propria identità dietro quella che abbiamo presupposto essere la condanna di molte donne nei confronti del sesso a pagamento.

    Grazie,

    EC

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  62. @Ale, tutte le considerazioni che fai potrebbero essere trasferite pari-pari ai pomodori, ai/alle colf/badanti e a qualsiasi merce/servizio nel mercato globalizzato dove le zone grigie e lo sfruttamento sono la regola più che l'eccezione.
    Si punta il dito sul mercato del sesso sai perché?
    Un po' per moralismo, per la violazione percepita del tabù a fare 'quelle cose' e proprio e soltanto quelle per denaro e chissà perché proprio quelle: per dire, magari può essere più degradante/alienante (in senso marxista) vendere per sempre il frutto della propria creatività a qualcun altro che affittargli l'uso del proprio apparato genitale per qualche minuto, o no?
    Ma soprattutto perché consente, a tutti quelli che, coscienti o meno, sfruttano altre persone tutti i santi giorni in tutti gli altri modi tranne quello, di ergersi su un piedistallo e puntare il dito, di dire: io non lo faccio né lo farei mai, perché tu sì? Mentre sarebbe molto più complicato e costoso rinunciare alle forme di sfruttamento di cui si sa che ci si deve o si preferisce avvalere.
    Perché parliamoci chiaro, se il puttaniere potrebbe farsi le pippe da solo, tutti gli altri potrebbero pulirsi da soli la casa o il culo del nonno; se non lo fanno, è perché possono permettersi usi migliori, più gratificanti del loro tempo e del loro denaro, tanto c'è lo/a schiavetto/a in nero che sopperisce - e se non lo pagano in nero è, di nuovo, perché se lo possono permettere; si pagano il lusso di una coscienza, come può permettersela chi (e vorrei vedere quanti) si compra solo la passata di pomodoro equa&solidale&bio invece di quella primo prezzo come faccio io (che poi è Made in Casalesiland come quelle di marca, non crediate).
    Come direbbe Stefano, siamo 'sempre in posizione socialmente dominante rispetto a' [sostituire 'prostituta' con 'qualsiasi persona che accetti di lavorare per noi alle condizioni che fissiamo noi'].

    tibi

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  63. tibi,
    qui si punta il dito sul mercato del sesso per quello è il topic. Mai detto che lo sfruttamento del lavoratore o altre forme di ingiustizie sono meno gravi. Occhio al "benaltrismo".

    "magari può essere più degradante/alienante... vendere per sempre il frutto della propria creatività a qualcun altro che affittargli l'uso del proprio apparato genitale per qualche minuto, o no?

    tutto può essere, ma in linea di massima, no. Anche perchè la prostituta non affitta il proprio apparato genitale per pochi minuti, lo fa per ore e ore e giorni e giorni, e non è solo quello il punto, perchè non è solo questione di apparato genitale. Che peraltro la maggior parte degli esseri umani (compreso il puttaniere) non considera una parte di sè proprio equivalente ad altre, e il moralismo non c'entra.

    RispondiElimina
  64. @Ale: sono contrario anch'io al benaltrismo, però noto come Chiara (assieme ad altri) tiri fuori i pomodori dicendo:

    "così come dovremmo comprare pomodori pelati che non siano stati raccolti in condizioni degradanti per i manovali, ma preferire prodotti "equo e solidali", anche a costo di pagarli di più; così anche nel campo della prostituzione dovremmo accertarci che il "prodotto" che consumiamo non implichi lo sfruttamento di nessuno. A maggior ragione considerando che quando compriamo i pelati è più facile dimenticarci di chi ha raccolto i pomodori, mentre quando andiamo a letto con qualcuno lo abbiamo più vicino che si può."

    'A maggior ragione' perché? Perché visto che i pomodorari non li hai sotto gli occhi puoi far finta che non li sfrutti tu? Beh, anche il puttaniere può dire che lui le puttane mica le mena o le sfregia se non lavorano, lo fanno semmai altri che lui non vede né conosce.
    Alla fine, siamo tutti 'utilizzatori finali' di pomodorari come Berlusconi è 'utilizzatore finale' di prostitute (come vedi siamo on topic): abbiamo tutti il nostro Ghedini interiore che ci assolve.
    Tu dici:

    "Mai detto che lo sfruttamento del lavoratore o altre forme di ingiustizie sono meno gravi."

    No, certo, a parole non lo dice nessuno, di fatto tutti si comportano come se fossero molto meno gravi, o comunque molto più socialmente accettabili della prostituzione: come vedi, non si tratta di benaltrismo ma di double standard.

    tibi

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  65. Ale, soltanto riguardo il (5), perché credo di essermi spiegato male:

    Hai parlato con gli operatori: di cosa? Immagino che tu conosca operatori di strada: quindi hai un'immagine vivida di cos'è la prostituzione stradale. Ma qui non si parla di prostituzione stradale.
    Oppure hai parlato con operatori che lavorano al reinserimento di donne che escono da un racket: e senz'altro sono ex sfruttate anche loro.
    Se hai esperienze di questo tipo, insomma, conosci la prostituzione come sfruttamento.
    E' chiaro che quelle che il mestiere lo fanno per scelta, perché lo trovano redditizio, un decente compromesso con le proprie aspirazioni, non vanno nelle comunità di reinserimento: e quindi con te non ci parlano. E quindi tu vedi solo gatti bigi, e chi si ostina a non vedere la bigità nei gatti è un ipocrita. Ma se sul serio hai letto un po' di libri, lo sai che non è vero: c'è chi si prostituisce per scelta, stop. Possiamo discutere su quanto questa scelta non sia obbligata in una crisi globale, ma da qui in poi comincia il salotto.

    Uno che carica una ragazza in macchina (oppure la va a trovare a casa, cambia poco), sa bene che al 70 o 80 o 90 per cento sta contribuendo alla sua infelicità e/o degradazione...

    Vabbè, Ale, 70 o 80 o 90 per canto cambia niente. Tutte le prostitute sono infelici e degradate. Hai letto tanti libri, hai incontrato tante persone, e hai concluso così. Di sicuro non ti farò cambiare idea io. Finché la percezione del problema è questa, in Italia non ci sarà nessuna politica seria sul problema, ma tanta gente che si rinfaccia ipocrisia a vicenda.

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  66. Non voglio continuare a postare la seconda parte del mio commento invano. Perfavore può controllare se è finito nella sua cartella spam? Grazie

    EC

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  67. "Se A è una prostituta sfruttata e B una prostituta non sfruttata, spiegami come fa Gino ad "alimentare il mercato di A" pagando B. A me sembra quasi il contrario. E' un po' come se mi dicessi che pagando (bene) un idraulico io contribuisco a sfruttare un altro idraulico." (cit.)

    Messa così, indubbiamente avresti ragione se il mestiere di prostituta fosse legale. Ci sarebbero gli strumenti per punire lo sfruttamento (in teoria, viste le politiche sul lavoro in Italia) e potremmo dire che sarebbe solo un problema di attuazione delle normative correnti.
    Ma qui stiamo parlando di un mercato non legale. Se Gino stesse pagando un idraulico, potrebbe sempre alla fine chiedere la fattura, ad esempio. Se l'idraulico si rifiutasse, Gino potrebbe sempre decidere di contribuire al corretto funzionamento della società denunciandolo. La scelta di Gino tra un idraulico o l'altro dipende solo dalla qualità del servizio e dal prezzo.
    Alla prostituta, Gino la fattura non può chiederla. Non c'è nessun controllo (nemmeno teorico) dello Stato nè su A nè su B: nessuno controlla, nessuno garantisce a Gino che il suo sesso a pagamento sia non dico equo&solidale ma almeno nei limiti di legge.
    Come fa Gino a sapere in quale punto della zona grigia si trova la prostituta con cui si accompagna? Spera sia sul bianco, ma non può esserne certo. Come fa a sapere che B rimanga B nel tempo? Non lo sa. Magari deve sperare che non si faccia notare mai dagli sfruttatori di A. Ad esempio, tenendo bassi i prezzi? (Ma così, pensandoci bene, non è che forse anche B è già indirettamente sfruttata?)

    In effetti, a Gino della cosa non gli frega poi tanto, a leggere il post. E' sensibile al fatto che se il mercato fosse emerso lui si divertirebbe di meno a costi più alti, quello sì. Ma guarda. Ci dispiace per Gino, ma sinceramente in quel caso noi saremmo più contenti sia per A (che diventerebbe B) che per B (che guadagnerebbe di più, non temendo più la concorrenza sleale di A, o meglio del suo pappone).
    L'ipocrisia nello sfogo di Gino per me è qui, nell'accettazione di fatto dello sfruttamento di A; se Gino avesse detto ad esempio:"Sono un puttaniere, gradirei scopare a pagamento senza dovermi ogni volta chiedere se la donna con cui mi accompagno è sfruttata o no, Berlusconi tu che sei sensibile al problema tira fuori una legge che regolamenti invece di contribuire al casino generale" non avrei avuto nulla da obiettare. Al limite, gli avrei suggerito di cercarsi un referente politico più serio.


    Insomma Leonardo, nel caso non fosse ancora chiaro io sono assolutamente a favore della legalizzazione della prostituzione. Qui non stiamo parlando di bene o di male, ma di un problema sociale che richiede una soluzione di buon senso (e socialmente giusta, se possibile).

    La battuta sul brutto anatroccolo è solo questo, una battuta; nessun giudizio. Se Gino ritiene che l'unico modo che ha per fare sesso è pagare una donna, ok. Tra l'altro, io non sono nemmeno credente, quindi la prostituzione in sè non mi genera nessuna indignazione bigotta. Mi mette a disagio l'idea, questo sì: perchè pensando ad una prostituta mi viene spontaneo associarla ad A. Ma è un problema mio. Sarà che sono un precario, ed è un momento del cazzo.

    Quindi non ha senso colpevolizzare Gino, sono d'accordo. Ma posso dire che il discorso che fa è ipocrita nella misura in cui giustifica i suoi bisogni (e ripeto, per me non avrebbe neppure bisogno di farlo) dicendo di non sfruttare nessuno. Lo fa, eccome. Indirettamente, forse, ma lo fa.
    O forse se non facciamo un po' di pietismo su Gino non riusciamo a ragionare seriamente sulla prostituzione? Ah scusa, c'è sempre la favola di Cenerentola con l'idraulico, è vero.

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  68. (Scusa Leonardo, comunicazione di servizio. Per un attimo ho visto il mio commento pubblicato, ma ora non c'è più. Mi sa che il tuo antispam ha colpito ancora. Grazie, ciao)

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  69. Leonardo, ma non eri tu che parlavi di false citazioni? Ho forse mai detto che "Tutte le prostitute sono infelici e degradate"?
    Mi spiace che di tutti i punti del mio intervento l'unico che abbia suscitato una tua risposta sia stato forse il più irrilevante, quello sulle nostre competenze in materia e sui toni insinuanti. Mi sembri molto interessato alle mie letture, che non hanno nessuna rilevanza. Tra l'altro, io non ho letto e parlato chissà quanto, ma certo l'estensore della lettera sembra aver ricavato le sue informazioni sulla prostituzione dal macellaio sotto casa.
    C'erano molti altri spunti che mi sembravano più interessanti.
    Tra cui l'idea che lo sfruttamento non è uno spiacevole episodico inconveniente del fenomeno della prostituzione. Infatti nemmeno nella lettera - un trionfo di coda di paglia- si riesce a parlare dell'una senza citare l'altro: anzi, si mettono in relazione i flussi migratori con la prostituzione (come se 20 30 100 o 1000 anni fa le puttane non ci fossero!). Nella lettera non si parla di "escort" o di disponibilità del proprio corpo in senso generale: si parla di prostituzione in relazione a disperate o donne povere. E allora non ci siamo.

    Inoltre a questo punto non capisco più bene il giochino della lettera ricevuta e pubblicata- per giunta "con un certo imbarazzo", se poi la tua visione aderisce con tanta fermezza a quella dell'ipotetico tizio. Non lo trovo un approccio molto coraggioso.
    Il post mi sembrava infatti uno squarcio sul problema da una visuale "diversa", proposto come spunto di riflessione- riflessione che ho trovato stimolante, sennò manco sarei intervenuto. Invece dai tuoi commenti, e dalla malavoglia con cui sembri accogliere le obiezioni e le visioni alternative, mi sembra di capire che per te è quello l'approccio centrale all'argomento, che non ne ammette altri. Beh, se è così secondo me (io cerco di dire sempre "secondo me", cosa che mi piacerebbe anche negli interlocutori) quel punto di vista è molto ma molto discutibile e sorprendentemente miope, a partire dalla sesquipedale cantonata della differenza tra le "africane" e "quelle dell'est" e dall'ingenua (sempre secondo me) distinzione (sulla quale insisti) tra ragazze "di strada" sfruttate e ragazze a casa "libere". Parlare seriamente di prostituzione per me è parlare di tutele (ripeto), del dibattito sulla riapertura delle case chiuse, del dibattito sulla liberalizzazione, della tratta, di pari dignità tra i sessi, ecc ecc. Tutti argomenti assenti da questo post. Il 50enne calvo che si fa le pippe e si dà le calle per andare dall'ungherese dato che si fa il culo tutta la settimana....se quello è il punto di partenza, in ultima analisi non me frega niente. E trovo la sua lettera ipocrita e abbastanza inutile, con o senza capslock.

    Detto questo, io chiudo qui. Ciao

    RispondiElimina
  70. Leonardo, ma non eri tu che parlavi di false citazioni? Ho forse mai detto che "Tutte le prostitute sono infelici e degradate"?
    Mi spiace che di tutti i punti del mio intervento l'unico che abbia suscitato una tua risposta sia stato forse il più irrilevante, quello sulle nostre competenze in materia e sui toni insinuanti. Mi sembri molto interessato alle mie letture, che non hanno nessuna rilevanza. Tra l'altro, io non ho letto e parlato chissà quanto, ma certo l'estensore della lettera sembra aver ricavato le sue informazioni sulla prostituzione dal macellaio sotto casa.
    C'erano molti altri spunti che mi sembravano più interessanti.
    Tra cui l'idea che lo sfruttamento non è uno spiacevole episodico inconveniente del fenomeno della prostituzione. Infatti nemmeno nella lettera - un trionfo di coda di paglia- si riesce a parlare dell'una senza citare l'altro: anzi, si mettono in relazione i flussi migratori con la prostituzione (come se 20 30 100 o 1000 anni fa le puttane non ci fossero!). Nella lettera non si parla di "escort" o di disponibilità del proprio corpo in senso generale: si parla di prostituzione in relazione a disperate o donne povere. E allora non ci siamo.

    (segue)

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  71. Inoltre a questo punto non capisco più bene il giochino della lettera ricevuta e pubblicata- per giunta "con un certo imbarazzo", se poi la tua visione aderisce con tanta fermezza a quella dell'ipotetico tizio. Non lo trovo un approccio molto coraggioso.
    Il post mi sembrava infatti uno squarcio sul problema da una visuale "diversa", proposto come spunto di riflessione- riflessione che ho trovato stimolante, sennò manco sarei intervenuto. Invece dai tuoi commenti, e dalla malavoglia con cui sembri accogliere le obiezioni e le visioni alternative, mi sembra di capire che per te è quello l'approccio centrale all'argomento, che non ne ammette altri. Beh, se è così secondo me (io cerco di dire sempre "secondo me", cosa che mi piacerebbe anche negli interlocutori) quel punto di vista è molto ma molto discutibile e sorprendentemente miope, a partire dalla sesquipedale cantonata della differenza tra le "africane" e "quelle dell'est" e dall'ingenua (sempre secondo me) distinzione (sulla quale insisti) tra ragazze "di strada" sfruttate e ragazze a casa "libere". Parlare seriamente di prostituzione per me è parlare di tutele (ripeto), del dibattito sulla riapertura delle case chiuse, del dibattito sulla liberalizzazione, della tratta, di pari dignità tra i sessi, ecc ecc. Tutti argomenti assenti da questo post. Il 50enne calvo che si fa le pippe e si dà le calle per andare dall'ungherese dato che si fa il culo tutta la settimana....se quello è il punto di partenza, in ultima analisi non me frega niente. E trovo la sua lettera ipocrita e abbastanza inutile, con o senza capslock.


    Detto questo, io chiudo qui. Ciao

    RispondiElimina
  72. Chiedo scusa per i casini dell'antispam.

    Sì, Ale, può darsi che mi sia formato sull'argomento dal macellaio sotto casa. Perché no?

    Visto che in questo post non si parla "di tutele (ripeto), del dibattito sulla riapertura delle case chiuse, del dibattito sulla liberalizzazione, della tratta, di pari dignità tra i sessi, ecc ecc.", ma del desiderio maschile.

    Questo non significa che non si possa parlare d'altri argomenti (che magari sono anche più importanti o 'politici'). Quelli che ho accolto di malavoglia (dove "malavoglia" è disponibilità a discuterne per tre giorni, ma vabbe') è il moralismo di chi deve chiamare IPOCRITA chiunque vada a prostitute, con qualunque prostituta vada. Il Gino immaginario non dice se va in casa o in strada. Da' un'altra indicazione: va con professioniste che "guadagnano anche meglio" di lui.

    Ti virgoletto per la seconda volta quello che hai scritto, perché vorrei che capissi che è da lì in poi che finisce il dibattito e anche il salotto:

    "Uno che carica una ragazza in macchina (oppure la va a trovare a casa, cambia poco), sa bene che al 70 o 80 o 90 per cento sta contribuendo alla sua infelicità e/o degradazione..."

    A me sembra abbastanza chiaro. Sulla prostituzione possiamo fare milioni di discorsi, ma chiunque ci vada, dovunque vada, degrada una persona e la rende infelice. Prostituzione = degradazione = infelicità. Oppure ho capito male quello che hai scritto? Perché tu hai scritto quella cosa lì, ti garantisco che io mi sono limitato al copia-incolla.

    Allora, Ale, se la pensi così, perché non scendi e ne parli anche tu col tuo macellaio? Magari ti può dare dei numeri di telefono di persone che fanno il mestiere e non si ritengono né degradate né infelici. Hanno addirittura delle associazioni, dei sindacati (e li avevano quasi da prima dei flussi migratori), una piattaforma, eccetera.

    RispondiElimina
  73. Stefano, sono contento che tu sia per la legalizzazione della prostituzione, che tra l'altro non è nemmeno illegale.

    Però continui a non spiegare cos'è questa cosa dello sfruttamento indiretto.

    Ancora: metti che ci siano due categorie di idraulici. La prima prende venti euro in nero. La seconda prende centocinquanta euro, sempre in nero. I primi vestono male e la loro prestazione tradisce lo sforzo e la fatica. I secondi sono più rilassati. Non lavorano nella stessa ditta. Spiegami in che modo, pagando i secondi, Gino sfrutta indirettamente i primi.

    RispondiElimina
  74. Volevo salvare anche i commenti di EC, che alla fine sono quelli che mi interessano di più, visto che parlano anche loro di desiderio.

    Io mi baso su un dato (anche questo statisticamente rozzo): la stragrande maggioranza di consumatori di prostituzione (anche maschile) sono maschi. Per cui, effettivamente, ho messo la questione del desiderio femminile in secondo piano. Anche se tutto sommato mi riconosco un po' in quello che EC scrive: cioè, se devo pensare a me (e non a Gino) i motivi per cui non ho pensato di andare a prostitute sono più o meno gli stessi.

    Credo però che a volte non si capisca (o si finga di non capire, visto che siamo tutti piuttosto adulti) la natura molto basica e urgente del desiderio maschile. Cioè: a un certo livello non puoi prendere una persona e spiegargli che prima bisogna risolvere le ingiustizie del mercato mondiale e poi, forse anche il suo desiderio troverà una soluzione. Questa, secondo me, è ipocrisia. Preferirei qualcuno che mi dicesse: a noi il desiderio di Gino non interessa, dobbiamo trovare un modo di reprimerlo perché genera sfruttamento. Col bromuro, o la chiesa cattolica, o la pornografia, qualsiasi sistema funzioni. Ecco, io non sarei d'accordo, però apprezzerei la franchezza.

    RispondiElimina
  75. @ Renata
    Alla tua domanda, con molto ritardo, rispondo semplicemente "no, non è la stessa cosa".
    Ma mi sembra che tutto quello che si è detto finora cerchi di distinguere tra persone che sono costrette fisicamente alla prostituzione, quelle che invece lo sono dalle condizioni economiche (che sono altrettanto da compiangere, ma almeno possono uscirne prima o poi) e quelle che preferiscono ad una piatta esistenza da commessa o infermiera quella che il loro corpo riesce a procurargli: saranno poche, pochissime, ma credo che sia a queste che pensi il nostro puttaniere. Poi magari la nostra mente maschile ci può anche ingannare sul disgusto ed il malessere che possono provare queste "libere professioniste", però è una loro scelta: con cinque anni di sacrifici si sistemano per la vita e via, libere da ogni dipendenza maschile. Le classi esistono anche tra le puttane, purtroppo.

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  76. Il professore esimio Vincenzo Puzza si unisce con piacere a coloro i quali frequentano abitualmente delle meretrici, con molto piacere assaie nel consumare rapporti in special modo con talune ragazze dell'est europeo, ma specifica che nel vicino Canton Ticino è possibile espletare tale pratiche nella completa legaliotà, senza finanziare malavita et puranchesso senza rischiare di essere interrotti durante un gradevole amplesso dall'improvvido arrivo dei gendarmi.

    RispondiElimina
  77. "Sì, Ale, può darsi che mi sia formato sull'argomento dal macellaio sotto casa"
    beh, io parlavo del Gino immaginario. Vedo che la tua identificazione con lui cresce di commento in commento. Io credevo che tu avessi letto qualcosa di serio, stante la sicurezza che ostenti.

    "Oppure ho capito male quello che hai scritto?"
    Si, e parecchio. Mi sarò spiegato male, non scrivo bene come te. Ma in ogni caso ho detto molte anche frasi oltre a quella che continui a decontestualizzare e soprattutto a deformare, passando arbitrariamente da una percentuale statistica (parziale) a una totalità: "chiunque, dovunque", "Tutte le prostitute" ecc. Certo che hai un modo di argomentare modo davvero buffo, uno dice 70 e tu riporti che ha detto 100 (ed è la seconda volta che lo fai).

    "la natura molto basica e urgente del desiderio maschile" è innegabilmente un problema, figurati, in guerra ci saranno finite stuprate legioni di donne per questo desiderio basico. Ci sono tanti desideri basici nell'uomo: l'impulso a sottomettere il debole, il desiderio di ricchezza, la repulsione verso il diverso. Che si fa? Vogliamo trovare un sistema civile (che al limite può essere la casa chiusa, non ho le idee chiare come mi sembra le abbia tu) o ci teniamo questo porcaio da età della pietra?

    "Visto che in questo post si parla del desiderio maschile"
    Mah. I tags recitano "berlusconi, prostituzione, sesso". Scusa se mi sono permesso di aggiungere elementi di riflessione.
    Comunque non credo che giovi molto continuare, probabilmente siamo vittime dei reciproci preconcetti.
    Salutami il macellaio e l'influente e autorevole sindacato delle prostitute (dài, è una battuta).

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  78. Ale, insomma, se mi dici che Gino contribuisce al 70% all'infelicità e alla degradazione della prostituta, cosa c'è da interpretare o contestualizzare?

    Facciamo un esempio concreto. Una sexworker che prenda 100 euro per una prestazione di mezz'ora (controlla su un sito di escort a piacere), e che abbia in media diciamo due rapporti completi al giorno - facciamo tre ore di lavoro coi tempi morti (sto basso con la media perché immagino che il lunedì non ci sia mai fila) quanti soldi mette da parte in una settimana? in un mese? Esentasse?

    (Qui bisognerebbe aprire il capitolo affitti in nero, ma si è fatto tardi).

    Se Gino fa gli straordinari per passare una mezz'ora con costei, sei proprio sicuro che egli stia contribuendo al 70% alla sua degradazione? Voglio dire, può anche darsi che dietro ci sia un racket: ma se invece fosse un'infermiera bielorussa che è venuta in Italia a fare la badante e al sabato arrotonda? E credi che le dopolavoriste siano rare eccezioni?

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  79. Ah allora è chiaro: c'è un vero e proprio misunderstanding.
    Io parlavo della percentuale statistica di incontrare una persona sfruttata pescando a caso tra le prostitute. Il senso è; se Gino va con una, ha un 70 o 80 o 90 o non so cosa di incontrare una vittima di racket e/o una persona che lo fa sulla base di difficoltà gravissime. A me pare proprio che gino peschi abbastnza a caso, con alcuni deboli (e ipocriti) schermi (visto come blatera di differenze africane-esteuropee, strada vs casa ecc ecc).
    Le dopolavoriste non sono certo eccezioni: mai detto, rileggi i miei continui riferimenti al sex working, ma mi pare che i miei interventi non li hai prprio letti, Spero solo che non penserai che dietro i siti di escort non ci siano papponi (perfino quelle del giro berlusconi hanno i loro lele mora o tarantini, che sono dei semipapponi e certo vogliono la loro parte, spesso molto grande) .

    GIno non mi piace per niente (ho detto gino e non te). Gino pensa "può darsi ci sia il racket, ma forse no e la mia coscienza è salva", manifestando un atteggiamento verso il prossimo per me inaccettabile.
    Io preferirei uno che dice "boh, ci sarà il rischio del racketing o della degradazione, però io non riesco a fare altrimenti e la cosa va oltre le mie forze e conoscenze" senza impelagarsi in tutti i discorsi pelosi e fasulli sul culo la vagina le africane le stime del reddito altrui e quelle che non gliela danno.
    Oppure uno che dice "io vado con tizia a pagamento, e sono ragionevolmente certo che lei lo fa di sua spontanea iniziativa". Qui non ho nulla di nulla da eccepire, sono affari loro. Ma non è gino.
    Ma guarda che razza di ora mi hai fatto fare.

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  80. "E quindi? Lo chiedo a voi, care signore, femministe o no: cosa deve fare un uomo molto brutto che ha una naturalissima voglia di vagina o di culo? Morire senza averli mai toccati?"

    La stessa cosa che fa una donna molto brutta: farsi crescere una personalità attraente.

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  81. 1 Non credo che la tua sia miopia..
    per cui:
    2 Arrampicata sugli specchi
    3 L'originalità a tutti i costi non paga

    Ma guardati intorno... quale uomo, se pur bruttissimo, non trova una donna e anche gratis? Anche i criminali più orrendi (fuori e dentro) l'hammo trovata e stando pure in carcere...(vedi cronaca)

    Certo, se non è disponibile a concedere uno straccio di relazione umana oltre al sesso o se la virilità dell'"orrido" in questione necessita della giovane o giovanissima più o meno orrendamente impupata, il povero cristo dovrà necessariamente ricorrere alla escort o semplice prostituta di strada o non di strada...

    Ergo, Leonardo questo è il tuo post più "puttanesco".


    firnmato:

    una femminuccia femminista

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  82. Mi ricorda un po' quella storia delle brioches per chi non ha pane.
    Nel mondo in cui vivo io, guardandomi intorno, un sacco di uomini (e di donne) non trovano partner gratis, neanche se hanno sviluppato personalità molto interessanti.
    Non raccontiamoci favole: nessuno paga volentieri per qualcosa che si può trovare gratis. Se molti (molti) pagano, evidentemente tutto questo gratis disponibile non c'è.

    Certo, se non è disponibile a concedere uno straccio di relazione umana oltre al sesso...

    no, aspetta, questa bisogna che me la spieghi meglio. Che razza di vampiro stai descrivendo? Una creatura che assorbe "relazione umana" e restituisce sesso? Tu mi dai l'umanità e io ti ripago in vagina?

    Le donne secondo me non sono mica così. Sono persone che fanno sesso con chi gli piace. Giustamente. Ma cosa succede a chi non piace a nessuno?

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  83. Vero, Leonardo: resta il problema dell'"urgenza" del desiderio maschile. Che vogliamo fare?

    Rispondo con un'altra domanda: vogliamo chiederci se non ci sono delle ragioni culturali per cui definiamo quel desiderio "urgente" implicando che sia più urgente di quello femminile? Non è che se uno cresce con l'idea che per soddisfare quel desiderio si può sempre ricorrere a una prostituta - non importa quanto questa idea gli piaccia o gli ripugni, l'importante è che la si respiri nell'aria - poi finisce per vedere quel desiderio come urgente e non derogabile?

    (Se si concedesse questo punto se ne potrebbe dedurre che c'è un legame fra la concezione del desiderio maschile che ci portiamo dietro da chissà quanto e la millenaria strumentalizzazione del corpo femminile).

    Un altro punto su cui varrebbe la pena soffermarsi è l'idea che usare i propri organi sessuali per far soldi non sia diverso dall'usare altre parti del proprio corpo per far soldi, il che accade in tanti lavori, più o meno usuranti, dalla miniera all'ufficio. Non ho un argomento forte per rigettare questa ipotesi, ma ho il sospetto che ci sia una differenza. Ho l'impressione che ci si possa fare un'idea abbastanza chiara dell'impatto che il lavoro in miniera o quello in ufficio ha non solo sul corpo del lavoratore ma anche sulla sua mente. Inoltre a chi lavora in miniera o in ufficio dovrebbe essere possibile, anche se talvolta con grande sforzo, tagliar fuori il lavoro dalla propria vita, non far dipendere le proprie emozioni, la propria concezione di sè, la propria stabilità psicologica dalla situazione lavorativa.
    Possiamo dire lo stesso di una prostituta? La mia impressione è che mentre il minatore va in miniera per lavorare e non ci va per altre ragioni, la prostituta usa i propri organi sessuali per lavorare, ma poi dovrebbe essere messa nelle condizioni di usarli anche per altre ragioni, anzitutto per godere della propria vita sessuale con il/i/la/le partner che ha scelto. Siamo sicuri che questa "reversibilità" si possa ottenere?

    Grazie, EC

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  84. Ma no, io non implico che il desiderio femminile sia meno urgente. Mi limito a notare che le clienti sono molte meno (l'offerta ci sarebbe).

    Siamo sicuri che questa "reversibilità" si possa ottenere?

    Cioè, siamo sicuri che una prostituta possa avere rapporti sessuali piacevoli con un partner non-cliente? Direi che dipenderà, appunto, dalla sua qualità della vita: se ha lavorato duro otto ore probabilmente il più delle volte no (ma questo succede anche a chi fa altri mestieri).

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  85. cioè ma davvero c'è stata una discussione di QUESTE dimensioni (CAP-LOCK decisamente volontario amoralistico) perchè "prostituione=degrado", poi "io non capisco cosa ci trovano gli uomini nella prostituzione" e "tu hai scritto che le negre le sfruttano ma invece però le bulgare no e invece sì sì sì te lo giuro le sfruttano anche loro" (anche le false citazioni sono volute, esemplari tentativi di presa-in-giro).
    leo, tu magari non puoi dire quello che pensi perchè non sarebbe carino ed è il tuo blog e vuoi essere un signore, ma io non avrei risposto proprio. ogni tanto capisco livefast.
    tieni botta, che secondo me gente che sa leggere esiste,
    claudio

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  86. Ricevi e pubblichi con un certo imbarazzo: giustamente, perchè è un post imbarazzante, maschilista e reazionario (e i commenti peggio).
    un accorata difesa dei diritti più forte.
    non sfigurerebbe sul sito del giornale.

    una lettrice affezionata ma molto delusa

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  87. E io invece, Leonardo, ti tiro dall'altra parte.

    "cosa deve fare un uomo molto brutto che ha una naturalissima voglia di vagina o di culo?"

    E se uno brutto non e' ma e' molto timido? O e' bello, estroverso ma lavora molto e non ha tempo per trovarsi nessuna? O ha sofferto molto in relazioni passate e se ne tiene lontano ma ha pur voglia di scopare?

    “The trouble with government regulation of the market is that it prohibits capitalistic acts between consenting adults.” Robert Nozick

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  88. "Cioè, siamo sicuri che una prostituta possa avere rapporti sessuali piacevoli con un partner non-cliente? Direi che dipenderà, appunto, dalla sua qualità della vita: se ha lavorato duro otto ore probabilmente il più delle volte no (ma questo succede anche a chi fa altri mestieri)."

    E no, cazzo, non è proprio la stessa cosa. Se ho lavorato duro con la mia mente o con il mio braccio per otto ore, la mia intimità è più o meno salva. Se ho passato anche solo tre ore a famelo infilare da chiuque paghi, la mia intimità ne risente eccome.

    Credo sia un po' miope questo voler non vedere questa differenza sostanziale. Prima ci viene inculcato che il sesso è una cosa importante per la realizzazione di un individuo (povero Gino che non scopa) e poi si cerca di far passare l'idea che i genitali siano un arto come gli altri.

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  89. A margine dello sfogo, vorrei aggiungere che credo femamente che:

    - il sesso SIA una cosa importante per la realizzazione di un individuo (non solo per Gino)
    - la prostituzione andrebbe regolamentata almeno per far emergere parte del sommerso e individuare meglio i casi di abuso (nei limiti del possibile, visto che casi di abuso per lavori "normali" già regolamentati ve ne sono comunque a pacchi), e il mio pieno appoggio a chi decide liberamente di offrire prestazioni sessuali dietro compenso
    - chi dice che "basta sviluppare una personalità" sia fuori dalla realtà
    - Gino se la racconti, perchè non può farne a meno

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  90. Mah, io non ci trovo niente di male. Ovvero, per me esiste la libertà di usare il corpo come merce o moneta di scambio. Ma a questo punto non è più questa la notizia.

    La notizia è che per molti, qui, questa libertà non esiste. Addirittura giungono a negare che qualcuno quella libertà la usi: no, se vendono il corpo senz'altro è perché qualcuno le sfrutta. 'Non hai letto i libri?' (ma sui libri c'è scritto che la situazione è molto sfumata...)

    Mi sembra che ci sia una rimozione, un rifiuto di vedere le cose come stanno: la gente compra e vende sesso, lo fa da molto tempo, non smetterà di farlo perché a voi non piace, e comunque non potrete mai impedirglielo. A questo punto a cosa serve il vostro disprezzo? Vi aiuta a cambiare le cose o vi impedisce di vederle per come stanno?

    Forse la differenza tra morale e moralismo è questa: la prima cerca di cambiare le cose, il secondo è un corto circuito cerebrale che può funzionare su un blog, ma non ha attrito sulla realtà (gli operatori di strada che conosco io si esprimono nei confronti dei puttanieri in modi molto meno sprezzanti di quelli che ho letto qui).

    E' una prospettiva maschilista? E' pragmatica. Non credo che il pragmatismo sia maschilista: al massimo c'è un femminismo (ma neanche tutto) che è diventato un po' troppo idealista.

    Ps: Trovo singolarmente buffa l'idea che uno che spenda due-trecento euro al mese per fare sesso sia "il più forte". Non vi viene in mente che è sfruttato anche lui, vittima di un sistema che ti spinge a cercare la soddisfazione ecc.? No, ha un pisello, e chi ha un pisello è sempre il nemico.

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  91. Se ho lavorato duro con la mia mente o con il mio braccio per otto ore, la mia intimità è più o meno salva.

    Eh, Coco, come dire, beato te.

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  92. @Coco
    qua sono i genitali delle donne che vengono considerati arti come tutti gli altri. Il pisello di Gino e dei maschi è urgente, basico e sacro, povero gino. la quintessenza del maschilismo.
    c'era una volta la riflessione sui generi e sulla secolare sottomissione della donna. ormai, in piena epoca di reazione, c'è rimasto solo il terrore del moralismo.

    sempre la lettrice delusa

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  93. "La notizia è che per molti, qui, questa libertà non esiste."

    Esatto. E magari si indignano con chi osteggia i rapporti omosessuali. Ma sono bigotti anche loro, cambia solo cio' verso cui lo sono.

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  94. "Mah, io non ci trovo niente di male. Ovvero, per me esiste la libertà di usare il corpo come merce o moneta di scambio. Ma a questo punto non è più questa la notizia."

    Su questo sono pienamente d'accordo, come si evince dal mio commento immediatamente successivo al primo (sai, l'urgenza*!). Così come sono d'accordo con l'idea che un certo femminismo sia basato su idealismi improponibili nella realtà, per quanto concerne la prostituzione.

    Quello che mi preme sottolineare, avallando quanto alcuni hanno detto prima e meglio di me, è che "una rimozione, un rifiuto di vedere le cose come stanno" sta anche e soprattutto dalla parte di chi si serve della prostituzione così come è oggi. Non tutti i gatti sono bigi, ma la gran parte lo sono, e anche chi bigio non è si ritrova a fare i conti con la bigitudine, perchè stiamo parlando di esseri umani. Non ho letture e testimonianze a supporto di questa affermazione, ho solo la mia empatia e la mia esperienza di vita.

    Quando dici "Eh, Coco, come dire, beato te", io inferisco che il tuo lavoro di insegnante e tutte le preoccupazioni che ne conseguono influiscono sulla tua vita privata, così come il mio influise sulla mia vita privata. Ma continuo a non credere che sia la stessa cosa. Io alla fine della mia giornata da impiegata, fatta di eventuali scazzi con collehi/superiori e/o rodimenti per come è marcio il sistema, ho ancora la libertà di concedermi al mio ragazzo con la sensazione che il sesso di cui sto godendo non ha alcuna connessione con quello che faccio per campare.


    *l'urgenza di intervenire in un dibattito interessante e costruttivo, e di questo, leo, ti ringrazio, detto da lettrice non delusa

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  95. Di nuovo una precisazione: tutto il discorso precedente era in merito all'equivalenza "raccoglitore di pomodori"="prostituta", prima che qualche mente superiore si senta in dovere di invocare il bigottismo

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  96. No, non parlavo di me, io mi ritengo un privilegiato sotto molti punti di vista.

    Alla lettrice delusa propongo un patto: io non sacralizzerò il pene, tu non sacralizzare la vagina. Perché è davvero una parte del corpo come un'altra, che molte persone decidono di vendere e non lo fanno di sicuro per maschilismo: lo fanno perché lo possono fare, il corpo è loro, e la decisione di recintarne alcune parti non compete ad altri che a loro.

    Vorrei dire che stai sovrapponendo due concetti (mercato e sottomissione) che sono quasi opposti: quello che mi vende le pere non è un mio servo, è il mio fruttivendolo e magari campa meglio di me, così come l'ungherese di Gino potrebbe avere una qualità della vita superiore al Gino medesimo.

    RispondiElimina
  97. Interessante e in linea di massima condivisibile.

    Resta il dubbio che il povero racchione puttaniere non trovi nessuna che gliela dà gratis perché, in realtà, schifa le cozze come lui e preferisce le belle gnocche a pagamento. Salvo poi piangersi addosso...

    (Sarà mica Paolo Barnard in incognito? :D)

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  98. @Coco

    Suppongo che tu abbia le stesse riserve nei confronti di chi fa ad es. il massaggiatore di lavoro. Se massaggiasse il suo partner alla fine della giornata di lavoro, avrebbe, indubbiamente secondo la tua logica, la sensazione di fare qualcosa che ha connessione con quello che fa per campare.

    Ma si puo' continuare. Stesso vale per la segretaria che aiuta il ragazzo a formattare un documento e per l'idraulico che rimette a posto il rubinetto alla ragazza.

    Quello che si sostiene qui e' che queste sono scelte che attengono a ciascuno individuo e non si vede perche' altri debbano metterci bocca. Ovviamente tu sei liberissima di pensare che fare la tale attivita' X sia immorale e puoi anche venirmelo a dire. Pero' poi basta, se due individui si scambiano una merce e nessun altro, eccetto che per le sue preferenze morali, ne viene danneggiato, non puoi loro proibire tale scambio. Questo per le stesse ragioni per cui io non ti posso proibire di comprare il prosciutto in una bottega che secondo me offre solo prosciutto di pessima qualita'.

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  99. IO non ti posso proibire di comprare il prosciutto in una bottega che secondo me offre solo prosciutto di pessima qualita'? a parte che se il prosciutto è avariato e ha il botulino, io ti proibisco di venderlo,
    ma soprattutto se il bottegaio viene bastonato da un datore di lavoro aguzzino (e le mani addosso gliele metti un po' pure tu) che poi si fotte tutto l'incasso e chiude in una cella il poveraccio, allora io te lo proibisco eccome
    se poi non sei sicuro se il bottegaio dopo che sei uscito viene bastonato o no, bò, forse si forse no, e tu ci vai uguale perchè il prosciutto costa poco, tanto dopo che sei uscito non ne sai nulla, allora sei una merdaccia
    se poi uscendo tutto contento ci aggiungi pure che si, forse il tipo viene menato e sfruttato, ma dopo tutto che da mondo è mondo i datori di lavoro approfittano dei dipendenti e quindi le bastonate un po' sono "naturali", magari se le meriterà pure...
    ecco che il capolavoro di ipocrisia e collusione è completo
    e sono 3000 anni che viene fatto


    sempre + delusa

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  100. Guarda, se c'è il botulino puoi vietare il botulino; se ci sono le bastonature puoi vietare le bastonature; ma il commercio non lo puoi vietare; puoi far finta che sia vietato, come succede in alcuni Paesi ipocriti dove a causa della clandestinità è molto più difficile trovare botulini e bastonature. Ma non puoi impedire a una persona di gestire il suo corpo (a meno che non la stai sequestrando tu).

    Poi c'è sempre questa idea che il puttaniere non riesca a capire se la persona che ha davanti è sfruttata o no. Un deficiente. Esistono anche i deficienti, ma il Gino in questione perché dovrebbe esserlo?

    Esisteranno puttanieri che fanno finta di non vedere lo sfruttamento, così come esistono moralisti che fanno finta di non vedere il commercio. In mezzo a tutti questi finti interessati che distolgono lo sguardo, ci sono uomini e donne che cercano di concludere transazioni soddisfacenti per entrambi. Io continuo a citare questo pezzo di un ex operatore, che mi ha insegnato qualcosa:

    Benissimo. Però è anche tempo che Amato, la Chiesa, Camarca e tutti quelli che inveiscono contro i clienti prendano atto del fatto che nessuno in Italia ha mai “salvato” tante prostitute quante i clienti. Nessun prete. Nessun servizio sociale laico e comunale come il mio. La quantità di ragazze che esce dalla strada grazie a un cliente innamorato che: le sposa/ denuncia gli sfruttatori/ospita la ragazza è enorme. E senza dubbio è la più grande risorsa di cui disponiamo. Poi c’è l’altra categoria di cliente. Quello violento/rapinatore/stupratore/assassino ecc. Vediamo un po’: secondo voi cercare di spingere il cliente nella clandestinità quale delle due tipologie favorirà ?

    Ah, e poi chiedo scusa per il modo sbarazzino con cui tiro fuori la parola "femminismo", perché ci sono anche femministe che riconoscono la dignità delle sex workers in quanto tali, e voglio sperare siano la maggioranza.

    RispondiElimina
  101. ma che bel quadretto idilliaco. clienti cuordoro che salvano le prostitute, clienti giudiziosi che si informano meticolosamente prima di andarci, prostitute che serene mettono i loro annunci senza che il racket le intercetti dopo 10 minuti (sono troppo occupati a intercettare i lavavetri, che si vede che rendono di +), uomini e donne che concludono felicemente transazioni eque per tutti, pure femministe che ti mettono a posto la coscienza. manca solo biancaneve che ti dà la buonanotte, magari con le autoreggenti.

    altro che delusa

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  102. Leonardo, sono sotto shock. Davvero riesci ad immaginarti una situazione in cui TU desidereresti prostituirti? Dai, in fondo si guadagna di più che fare l'insegnante...
    Sono dispiaciuta che tu usi la tua ars retorica per giustificare un fenomeno come quello della prostituzione che (finché non sarà legalizzata e sottoposta a controlli e forse nemmeno allora, non completamente) ha a che fare con la VIOLENZA, LA SCHIAVITU', LA TORTURA (http://femminileplurale.wordpress.com/2010/02/10/prostituzione-schiavitu-e-tortura/). Si dice poi che ci sono donne che lo fanno per "libera scelta". Anche questo è da vedere (http://femminileplurale.wordpress.com/2010/10/06/solo-quando-hai-delle-opportunita-hai-delle-scelte/). E in ogni caso, è come dire che esiste il cigno nero, e abbandonare tutte le altre al loro destino di schiave, torturate e stuprate. Ogni volta che vedi una donna che batte vedi una vittima del ragionamento che hai difeso, purtroppo, così bene. Hai il diritto di pensarla come credi e di metterti dalla parte dei carnefici (o consumatori di esseri umani, come preferisci), ma la stima che avevo per te cambia da questo momento.

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  103. un ultima cosa:
    il pappone è SEMPRE più furbo del puttaniere. sa che al puttaniere piace credere che la donna non abbia sfruttatori, sa che il puttaniere non vuole pensieri (come il pisello) perchè gli si rovina lo svago. il puttaniere è sempre convinto che non ci siano papponi di mezzo (e quasi mai se ne preoccupa in realtà) e il pappone fa di tutto perchè questa convinzione rimanga-anche perchè, guarda un po', fare il pappone è reato....e secondo te la prostituta te lo viene a dire a te, che ha il pappone che la mena.

    mi sa che tu non hai idea di cosa hanno sopportato le donne negli ultimi millenni, senno non saresti cosi concentrato sui diritti di gino

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  104. La fallacia e' qui: "Solo quando hai delle opportunità, hai delle scelte".

    Se Gina sceglie di prostituirsi per non morire di fame, sempre di scelta si tratta! Un'opportunita' l'aveva: morire di fame. Ora te dici che quella e' un'opzione terribile e sono d'accordo con te. Ma il punto e' che lei decide, liberamente, di prostituirsi piuttosto che morire. Proibiscile di prostituirsi e lei morira'. O, d'altra parte, se Gino ti legge, si convince della sua immoralita' e a prostitute non ci va, a queste condizioni Gina muore di fame, rigirala come vuoi.

    Dobbiamo sforzarsi di dare a Gina una terza, migliore, opportunita'? Certo, anche se con centinaia di milioni di poveri non e' facile. Dobbiamo difendere Gina dai papponi? Sicuramente, e qui e' la cosa che mi fa incazzare di piu': queste vendono il loro corpo e poi danno la maggior parte dell'incasso al pappone perche' la legge non le tutela. Su questo dovreste incazzarvi.

    Dovete leggere, e rileggere, cio' che ha scritto Leonardo: "Poi c’è l’altra categoria di cliente. Quello violento/rapinatore/stupratore/assassino ecc. Vediamo un po’: secondo voi cercare di spingere il cliente nella clandestinità quale delle due tipologie favorirà ?"

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  105. "se poi non sei sicuro se il bottegaio dopo che sei uscito viene bastonato o no, bò, forse si forse no, e tu ci vai uguale perchè il prosciutto costa poco, tanto dopo che sei uscito non ne sai nulla, allora sei una merdaccia".

    OK sempre + delusa xké nn dai della merdaccia a quel 99 virgola % (compresa tu) che non compra esclusivamente pummarola equa&solidale e quindi può far finta che i pomodori non vengano raccolti dagli immigrati schiavizzati che subiscono "la VIOLENZA, LA SCHIAVITU', LA TORTURA" (come dice isa)?
    Se poi mangiando gli spaghetti pensi che "dopo tutto che da mondo è mondo i datori di lavoro approfittano dei dipendenti e quindi le bastonate un po' sono "naturali", magari se le meriterà pure" il pomodoraro, dovresti toglierti il saluto: sulla dignità umana mica si scherza, non vorrai commuoverti di meno solo perché le persone sfruttate in questo caso hanno un pisello.

    tibi

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  106. @Mente superiore

    rendi onore al nick che ti sei scelto e rileggiti ciò che ho scritto, e scoprirai che non ho riserve verso chicchessia nè ho mai tacciato niente e nessuno di "immoralità". Non ho tranciato nessun giudizio su Gino, al limite ho ipotizzato che un po' "se la racconta", perchè non riesce a fare altrimenti.

    Hai mancato così tanto il punto del mio intervento che neanche io a freccette, guarda.

    Se poi per te massaggiare una schiena, formattare un disco o riparare un rubinetto hanno la stessa valenza emotiva (leggi bene, emotiva, non morale) di una scopata, beh, contento te.

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  107. Io sono contento che molti qui hanno capito che la prostituzione è sempre sfruttamento. finché non sconfiggeremo la tratta delle schiave. anzi, probabilmente bisogna sconfiggere il mercato mondiale. quel giorno la prostituzione non sarà più sfruttamento e gino finalmente potrà scopare. è un peccato che non abbia pazienza.

    Comunque se ci sono donne che la pensano così, mi chiedo cosa facciano di concreto contro la schiavitù la tortura eccetera. Perché almeno coi pomodori puoi scegliere la filiera corta, ma le donne non hanno scelta perché nella maggior parte dei casi non sono clienti, quindi a parte fare la morale ai maschi cosa possono fare?

    L'unica cosa che mi viene in mente, ma sarà un'idea fissa mia, è cominciare a fare sesso gratis con molti uomini come gino. Se gino avesse molte possibilità non pagherebbe più e la prostituzione perderebbe molti mercati. non fa una grinza sul piano economico.

    Quindi sul serio non capisco, tutte queste che non sopportano la schiavitù, cosa aspettano a fare qualcosa di concreto, invece di stare qui a fare la paternale a dei maschi i quali, vi garantisco, non sanno assolutamente dove ficcarsela

    RispondiElimina
  108. La notizia a questo punto probabilmente è che c'è praticamente l'unanimità per la legalizzazione della prostituzione.

    Che quasi nessuno condanna Gino in quanto "puttaniere" - ma molti gli contestano di "raccontarsela" un po'. Non perchè lo si consideri un deficiente incapace di riconoscere uno stato di schiavitù conclamata, ma perchè ostenta una sicurezza di restare sempre al di fuori della zona grigia che -almeno a me- continua a non convincere.
    Mi resta l'interrogativo che ponevo ipoteticamente a Gino - se qualche eventuale puttaniere vero potesse raccontare come fa, in un contesto di illegalità in cui è alquanto difficile intraprendere la carriera di libera professionista, gliene sarei grato. Mica per dargli torto: è che qualche strumento in più per isolare il mercato del sesso fatto di scelta "libera" e sufficientemente privo di sfruttamento e degrado potrebbe essere un buon punto di partenza per un "consumo consapevole" anche in questo mondo così complicato e violento.
    (personalmente ci credo poco, ci son questioni culturali enormi, ma non sarebbe la prima volta che mi sbaglio per pessimismo)

    Leo, nella difesa del cliente -che mi sembra abbastanza dondivisa- citi il pezzo sul salvataggio della prostituta. Appunto, si tratta soprattutto della starda, e di un cliente consapevole dello sfruttamento - situazione ed atteggiamento diverso da quello di Gino. Che forse potrebbe aiutarci a distinguere meglio

    Sull'azzardato paragone, avanzato da diversi interventi, coi pomodori o le arance, non ho statistiche nazionali ma solo esperienza personale. Forse non statisticamente rilevante, ma Che mi ha convinto che nei gruppi d'acquisto (più o meno) solidali ci sia una sensibilità molto più alta della media anche, ad esempio, sulla tratta, mentre alla'altro estremo chi si fa il puttan tour (e magari critica una presunta ipocrisia di chi qualcosa nel suo piccolo fa) se ne fotte (scelta lessicale appropriata, direi) tanto della prostituta schiava quanto del bracciante di Rosarno.

    Interessante il dibattito, al netto di qualche intervento eccessivo - segno della complessità e delle esperienze che tocca anche un quello che in fondo era un assunto, per parlar d'altro, in post sostanzialmente "leggero".
    Tra gli spunti anche il sospetto di una certa involuzione culturale nella questione femminile, e non solo; ma non è questo il luogo per aprire altri fronti (per dire -un po' s'interseca ma non è ne prostituzione nè mercato- in altri paesi più aperti ci sono anche sperimentazioni delicate ma interessanti di "ausili sessuali" prescritti dallo psicologo, mentre da noi al massimo facciamo -pur importanti- convegni sulla sessualità dei disabili, per togliere quell'alone di tabù all'argomento)

    Mi sembra che alcuni continuino a liquidare come moralismo e condanna bacchettona per il puttaniere interventi che non lo erano e probabilmente meritavano altra considerazione.

    Voglio ricordare anche quest altro bellissimo post -sempre di cragno-
    http://piste.blogspot.com/2008/09/peggior-blog-andato-puttane.html
    Così. perché merita tuttora.

    Ho avuto il piacere di ascoltare di persona Pia Covre (un vero personaggio) ed altre sex worker italiane. Proprio grazie ad incontri organizzati da queste associazioni che si occupano di tratta e di violenza di genere:
    più approfondisco, meno certezze ho (salvo un minimo di pudore sulle sentenze sulla pelle altrui). Anche per questo diffido (troppo?) di chi ha pochi dubbi.

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  109. Ho letto il post e una parte dei commenti; decisamente interessante, ma anche io non nascondo che certe tesi di leonardo mi mettono alquanto a disagio. Da un lato sono d'accordo sul fatto che se uno vuole vendere il proprio corpo e la sua è una scelta libera e autonoma, nessuno può immischiarsi. Però questa è quasi un'ovvietà e infatti mi pare che nessuno te l'abbia contestata. Il problema è che alla prova dei fatti le cose non vanno proprio così, mi sembra che la realtà sia ben più dolorosa. Mi sembra poi che mettere una riga netta- di qua le prostitute libere, di là quelle che sono sfruttate in varie forme- sia molto difficile. La prostituzione c'è e forse ci sarà sempre, ma è troppo contigua allo sfruttamento per esser considerata un commercio come gli altri. Almeno allo stato attuale.Capisco bene- e condivido- il desiderio di leonardo di stigmatizzare certe forme di paternalismo in cui ci si immischia troppo nelle scelte altrui. Ma tra il rischio di un eccesso di paternalismo e il rischio di un eccesso di sfruttamento, crimine e sofferenza inflitta a dei soggetti deboli, io preferisco il primo.
    Insomma, capisco le lamentele di chi ha criticato il post: la sensazione di una certa sottovalutazione dell'emergenza umanitaria legata alla prostituzione, e in particolare alla prostituzione "migratoria", c'è.

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  110. sulla legalizzazione: non mi risulta che in italia prostituirsi sia reato. Induzione e sfruttamento si, ma che io sappia (non sono molto informato, ammetto)la prostituzione non è reato

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  111. @ultimo Anonimo
    Per legalizzazione della prostituzione si intende non solo che non si devono sbattere in galera le prostitute (...) ma che le prostitute si possano riunire in associazioni, che debbano essere seguite da servizi sociali e sanitari, che dichiarino i loro redditi, ect. Vedi Germania.

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  112. non so, non trovo credibile questa prosa da puttaniere simulato. ci leggo una naiveté che non mi convince: forse, come ha commentato qualcuno, si basa su un'idea troppo astratta della prostituzione. D'altronde non credo si possa fare di meglio, parlando da un punto di vista cosi generale.

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  113. ***Gino parte 1*****
    Ciao a tutti, sono Gino, il puttaniere tanto criticato in questi commenti solo perchè pretende di andare a mignotte e poi dormire tranquillo la notte...mentre a vostro dire dovrebbe tormentarsi insonne pensando al male che fa a quelle donne, allo sfruttamento che alimenta e mantiene. Dio mio possibile che del cattolicesimo che vi hanno inculcato da bambini vi sia rimasto soltanto il moralismo cieco e spietato, e nemmeno un po' di pietas cristiana???

    E' facile riempirsi la bocca di giudizi quando si ha una vita sessuale (più o meno) appagante; ma vorrei proprio vedervi se foste me; Gino, un maschio che non può fare sesso gratis. Si dice che la maggior parte dei puttanieri siano dei porcelloni che non si accontentano di mogli e fidanzate: non ho statistiche sotto mano ma posso dirvi che se io avessi una compagnia ne farei tranquillamente a meno, perchè andare a prostituite non è bello nè divertente; è solo un triste surrogato di un mondo fatto di contatto tra persone che a noi per sorte è negato. Escludendo i porcelloni a cui ho fatto cenno, noi clienti di prostitute ci dividiamo sostanzialmente in 3 gruppi:

    -Pochissimi disabili: a cui per motivi comprensibili nel 99% dei casi una sessualità gratuita è negata. Sono pochi, vanno negli appartamenti, spesso accompagnati da parenti aperti di mente, e penso che anche i più talebani di voi possano capire l'inevitabilità di questo consumo. In Svizzera esiste un servizio dedicato a loro, di prostitute specializzate che agiscono nella più completa legalità.

    -Pochi bruttissimi: facile dire che il brutto può curarsi di più, andare in palestra o puntare sulla personalità. Difficile farlo se sei un obeso grave, un minidotato o uno con una faccia inguardabile. Spesso a problemi fisici corrispondono problemi di autostima risolvibili con lunghe terapie ancora più care dell'escorting...e durano anni, durante i quali c'è comunque bisogno di fare sesso.

    -Moltissime persone con problemi relazionali. Sociofobici, evitanti, gente con problemi di autostima, timidi cronici: se sei una donna qualcuno prima o poi si accorge di te e ti tampina; se sei uomo no. Pensate alle vostre classi di scuola superiore, in ognuna sicuramente c'erano due o tre sfigati, quelli che giocano ai giochi di ruolo e stanno sempre da soli o con amici della stessa pasta. Bene, come è evidente dalla dicitura sfigato (colui che non ha figa), costoro non scopano. Non lo fanno a sedici, non lo fanno a venti, non lo fanno a trent'anni. Alcuni reprimono completamente l'impulso sessuale diventando asessuali, ma la maggior parte no, vivono con i desideri di tutti e sentono crescere il testosterone nel loro corpo, finchè dopo anni passati a non sapere che emozione sia appoggiare la propria mano su una schiena nuda, cedono. Vanno a prostitute. La prima volta ti fai schifo, perchè la società ti dice che sei uno sconfitto, e perchè pensi alle donne sfruttate. Ma ne hai bisogno perchè se non lo fai il testoterone ti va nel cervello, non ragioni più diventi aggressivo, e così ti arrendi e lo fai.

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  114. ************Gino parte 2********
    Per cercare di dormire la notte, per non avere quei sensi di colpa che voi moralisti vorreste farci venire (ottenendo una nostra maggiore tristezza ma non una diminuzione, impossibile, del consumo) col tempo si legge, ci si informa, si cerca di capire quali siano quelle meno sfruttate. Così si evitano le nordafricane costrette dalle mammane, e ci si affida alle rumene e ungheresi, in appartamenti, ragazze comunitarie che hanno scelto di non fare le badandi, per guadagnare in pochi anni quel che serve alla loro famiglia. Certo, il pappone c'è lo stesso, prende una fetta di guadagno, magari facendo pagare un affitto assurdo o prendendo la metà. E' indegno, ma ciò non impedisce a quelle ragazze di vendersi liberamente in cambio di molti soldi e a noi di rispondere ad un bisogno urgente. Alcune donne hanno obiettato che anche il loro bisogno è altrettanto urgente. Ciò è falso. E' falso per una ragione ormonale: è il maggior grado di testosterone che rende gli uomini bisognosi di sesso, un bisogno urgente, che se insoddisfatto genera aggressività. Perchè gli uomini sono più violenti delle donne? Perchè i preti sono pedofili e le suore no? Perchè gli uomini comprano sesso e le donne no? Per via del testosterone. Non possiamo farci niente, uomini e donne hanno un diverso bisogno quantitativo di sesso: è questo il potere e la condanna della donna. Se così non fosse non esisterebbe il meretricio.
    Tempo fa lessi sull'economist che la crisi finanziaria mondiale sarebbe colpa dell'aggressività testosteronica maschile: i fondi d'investimento americani erano gestiti per la gran parte da trader uomini e ciò comporta una maggiore rivalità ed aggressività -dovuta al testosterone- che porta a scelte più azzardate, tanto azzardate da mandare in bancarotta il mondo intero. Se il testosterone può così tanto, come potete ancora stupirvi che il nostro bisogno sia tanto grande??

    Ma non è solo bisogno di sesso, non è solo impulso testosteronico, quanti uomini abbordano per strada donne con l'auto solo per parlare un po', quante volte ho sentito prostitute parlare al telefono con affezionati clienti che si confidavano circa le sorti del genitore malato...quante volte mi sono confessato io con loro. La verità è che almeno in gioventù gli uomini soli sono molti di più delle donne sole, vi basti andare in un qualsiasi forum di cuori solitari e leggere quanti annunci sono scritti da ragazzi e quanti da ragazze per capirlo. Dietro la prostituzione c'è anche questo, la solitudine del maschio fragile, che non riesce ad essere abbastanza bello e brillante per competere nella caccia gratuita alla donna. Non volete che vada a prostitute? E allora abbatteteci o dateci il bromuro...

    Dal canto mio vorrei andarci in un contesto legale, avendo così la certezza che la donna non sia sfruttata (ora si può averne la persuasione, ma mai la certezza assoluta, la ragazza può sempre mentirci per tranquillizzarci...). Allo stesso modo vorrei poter scrivere su un computer non costruito da operai cinesi nelle fabbriche dei suicidi. Anche loro sono sfruttati, in entrambi i casi non posso scegliere di non consumare questi prodotti. La cosa assurda è che voi che vi scandalizzate per il nostro consumo di prostitute avete tutti scarpe fatte da bambini bangladesi e computer fatti da sfruttati cinesi...ma chissà perchè questi acquisti non vi danno problemi...

    Comunque ringrazio Leonardo per aver espresso in maniera chiara e umana il punto di vista dei tanti Gino d'Italia...

    Per insulti, virus, offerte di sesso gratuito o a prezzi calmierati potete scrivermi all'indirizzo secret@email.it

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  115. Come al solito le donne vanno subito in fibrillazione, e si inventano delle scuse penose per giustificare il misto di invidia, disprezzo, astio e pena che scatta nel loro cervello: 'Perche' quella ha il coraggio di farlo e io no'? Quindi subito con il moralismo e righe e righe di nulla.

    In una vita precedente sono andato a puttane, una decina di volte. Avevo 27-28 anni, non riuscivo a relazionarmi con le donne, e non riuscivo ad avere una ragazza nonostante tutto. Ero piuttosto introverso, odiavo il mondo e avevo un sacco di problemi.

    Andare a troie non era male, mi faceva sentire bene. Speravo sempre che a loro piacesse almeno quanto a me (in fondo sono un sognatore), e rafforzava la mia autostima e la mia fiducia nel mondo. Scopare e' bello.
    Andavo soprattutto all'estero, ho provato solo una volta con una rumena in Italia ma e' stata un'esperienza da dimenticare.

    Fare la troia e' una scelta. Si', ci saranno pure le schiave, ma quelle si riconoscono e si evitano. Come le minorenni. E NON sono la maggioranza, in Italia come all'estero. Sono donne che scelgono la strada piu' facile, tutto qui. Sanno che c'e' domanda infinita di sesso, e offrono il servizio, ricevendo un compenso come contropartita. Tutto qui.

    Le donne che hanno commentato, e ogni altra con cui abbia parlato della questione, sono talmente chiuse mentalmente da non riuscire ad accettare la possibilita' che una di loro abbia accettato di vendersi per soldi. E allora? Qual e' il problema? Che c'e' un'alternativa alla vostra vagina che non dipende dai vostri umori, ma dal portafogli di chi paga?

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  116. Caro Leonardo, non so se ti sia sfuggita il gioco di mano, se non ti aspettavi l'ignoranza bruta che hai sdoganato con le tue parole, o se invece condividi le idee che scrive l'ultimo anonimo qui sopra (che mi sembrano le proprio le tue, solo che scritte peggio e in modo più violento). Comunque sia io ho un mio punto di vista su quello che dici che ho scritto qui:
    http://femminileplurale.wordpress.com/2010/11/09/una-rassicurante-atrocita/

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  117. Beh, Isa, ognuno ha i commenti che merita, probabilmente (nei tuoi vedo che sono diventato un noto maschilista attenzionato).

    Qua mi sembra che si scontrino due visioni del mondo che non sono conciliabili. Chi vede soltanto sfruttamento e chi vede lo sfruttamento come marginale. La verità potrebbe anche stare nel mezzo: ma più che la verità in questo momento mi interessa l'enorme differenza che c'è tra chi vede bianco e chi vede nero. Possibile che viviamo nello stesso mondo, transitiamo nelle stesse strade, leggiamo gli stessi libri (che ci dicono che la realtà è sfumata, ma non c'è niente da fare: dev'essere o bianca o nera) e giungiamo a conclusioni così diverse?

    Mi dispiace che tiri fuori la mia vita professionale, che per quanto è possibile cerco di tenere separata da quello che scrivo qui. Tra l'altro io lavoro coi minori, quindi no, non è vero che uso la mia "bella penna" per difendere chi sfrutta sessualmente le coetanee: del resto non difendo lo sfruttamento, punto. Da quel che mi risulta non tutta la prostituzione è sfruttamento; posso sbagliarmi, ma lo faccio sul mio blog personale, non nell'esercizio delle mie funzioni professionali. Vuoi parlarne ai genitori dei miei alunni? Anche tu scriverai al direttore dell'Unità per criticare un pezzo che non è stato pubblicato sull'Unità? Dà così fastidio un'opinione diversa dalla tua, espressa su un sito personale?

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  118. Caro Leonardo,
    no dai. Non fare come se ti avessi minacciato, e di che poi, quando cerco confronto. Non fare il relativista che "la realtà è una sfumatura" quando si parla di dati che dicono che lo sfruttamento non è marginale. Sono persuasa che tu sia troppo intelligente per non saperlo (leggi l'inglese, cerca un po' di informazioni sul sex trafficking). Non fare la vittima per l'Unità e per la scuola, dove sai che anche se volessi sono un peso piuma, e comunque non voglio, te lo garantisco.
    Insomma, stammi sul pezzo. Responsabilità per ciò che scrivi e niente vittimismi.

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  119. Siamo tutti pesi piuma, se è per questo. Sei benissimo in grado di capire che trasformarmi in un apologeta del racket non farà bene alla mia reputazione; si vede hai altre priorità. Non è 'vittimismo' (o forse lo è? Pazienza, se conosci il famoso affare indymedia forse puoi capire che parto un po' prevenuto). Tra le tue commentatrici c'è già chi mi diagnostica il "disturbo psichico" dei "criminali nazisti"; del resto quest'estate bastava mettere in discussione la censura della pubblicità saratoga per subire giudizi più o meno simili. Il tutto mentre in altri siti femministi c'è chi parla serenamente di sex workers come di una categoria che deve rivendicare i suoi diritti; eppure se esistono le sex workers deve esistere anche Gino.

    Credo che a questo punto tu sappia come la penso: la tratta esiste e non è marginale (io non ho mai detto che lo sia). Ma le persone sono libere di prostituirsi, e lo fanno anche fuori dai racket.

    (Quando parlo di "sfumature", continuo a citare da qui).

    Tu poi continui a parlare di stradali e minorenni: è stato ampiamente chiarito che Gino non va con stradali e minorenni, però non c'è niente da fare, torniamo sempre lì: Gino è un puttaniere, quindi è stupido e non è in grado di capire che l'ungherese da 150 euro a botta è una povera sfruttata. Ora, certamente molti puttanieri sono stupidi. Altri invece no, come in ogni insieme di persone. Addirittura ho citato la testimonianza di un operatore che fa presente come spesso il primo aiuto a una persona sfruttata arrivi dal cliente stesso.

    Gino aveva una domanda: se nessuno vuole fare sesso con me, io devo morire senza? La tua risposta mi sembra implicita. Ora, non la discuto, ognuno è libero di pensarla come vuole, neanche Gino del resto osa sostenere che il sesso sia un diritto.

    Quello che contesto è che la tua risposta serva a qualcosa: sul piano pratico, trattare il cliente come un mostro morale complice di qualsiasi sfruttatore non risolve di un centimetro il problema. Hai giudicato una persona: l'hai trovata colpevole; il crimine però resta. Lui continuerà a pagare, perché il mercato esiste; tu continuerai a giudicarlo; il racket proseguirà tale e quale. Secondo me non è questa la strada. Io credo che il mestiere esista: può non piacermi (non mi piace per niente), ma non posso impedirlo e non voglio fingere che non esista; a quel punto vorrei che fosse regolato e tutelato, in modo da dare un po' di dignità a chi sceglie di farlo (sceglierà sempre tra un numero finito di possibilità, come capita a tutti noi; la lotta è per rendere quel numero sempre più alto). Magari fin qui saresti anche d'accordo.

    A quel punto però ti dico che se dai dignità alla cliente, ne devi dare anche a Gino. Ecco, lì secondo me non mi segui più. Ok, in ogni caso io la penso così.

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  120. Se il nostro mettesse la sua penna su qualke sito di rimorchio & incontri non gli mancherebbero donne di tutti tipi e di tutte le età.

    Massimo rispetto, un pizzico di umana pietà, ma a me, che puttaniere non sono, e a i miei fratelli minori e agli uomini e alle donne che si avvicinano al sesso della vita adulta la cosa nuoce: butta merda sulla sessualità maschile e inquina i raporti con quelle con cui vorrei scambiare sesso con sesso, gettandoci un'ombra più grande del necessario di potere e di denaro.

    Per questo, mi dispiace per lui, sta nello stesso sacco di Lele Mora, Berlusconi e del mio vicino di casa. Liberi comunque di farlo, e libere le donne di "dargliela" a quella condizione. Ma libere davvero, anche le prostitute di strada che hanno scelte minori di quelle che hanno le "ungheresi".

    Libero, dunque: ma non di prendermi in giro, perfavore. Forse il paragone col tabagismo e il tono vagamente vittimisco che usa il nostro sono la strada per capire la sua posizione e -azzardo- la prostituzione. Non è sesso che si cerca, ma un sesso del quale poter parlar male: di sè o dell'altra o di entrambi: non fa molta differenza.

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  121. Leonardo, dici bene, ho diverse priorità ma la tua reputazione non è tra quelle. Se fosse tra le tue, qui c'è un'iniziativa di "educazione pubblica" a cui puoi dare spazio. Magari fai capire a chi ha letto questo post e ha capito che sei a favore delle stradali che invece tu non neghi che lo sfruttamento esiste e che addirittura sei pure contro:

    http://www.facebook.com/note.php?note_id=157631307611249

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  122. dice anonimo "gino parte1":
    "Così si evitano le nordafricane costrette dalle mammane, e ci si affida alle rumene e ungheresi, in appartamenti, ragazze comunitarie che hanno scelto di non fare le badandi, per guadagnare in pochi anni quel che serve alla loro famiglia. Certo, il pappone c'è lo stesso [vedo che pian piano iniziamo ad ammetterlo, ndr], prende una fetta di guadagno, magari facendo pagare un affitto assurdo o prendendo la metà [e magari gonfiandole di botte te lo sei dimenticato, ndr]. E' indegno [e lo sei anche tu che ci vai], ma ciò non impedisce a quelle ragazze di vendersi liberamente [liberamente? ma non c'era il pappone?] in cambio di molti soldi [molti soldi? ma non c'era il pappone? e 2, ndr]

    ecco un altro che se la racconta (con in più i toni lamentosi e vittimistici), se la racconta pure male e pensa che ce la beviamo anche noi.

    non più delusa, ma ormai quasi divertita

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  123. Leonardo, mi dispiace che la cosa sia finita con attacchi personali a te. Mi scuso se alcuni miei commenti sono stati indirettamente concausa di questo epilogo. Tra l'altro, dato che non mi fido di chi commenta qui, io qui posto anonimamente, cosa che mi da' noia. Per quanto anonime, hai comunque tutta la mia solidarieta' e stima.

    p.s.: questo e' il mio e' ultimo commento a questo post.

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  124. Carlo, nessun problema. Questo è un blog personale, quindi essere attaccato sul piano personale è una cosa da mettere in conto.

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  125. In finale, questo post necessitava di un blog a parte!

    A me dà sconforto comunque constatare per l'ennesima volta ogni buona causa (in questo caso quella, diciamo, neo-femminista?) si porta dietro un codazzo di fanatismo cieco e sordo che non sa nemmeno più distinguere un'opinione da un pezzo di fiction (cazzo, gli autori di Dexter sono degli psicopatici!).
    Per quanto mi riguarda, preferisco millemila volte i tuoi post controversi che allenano il pensiero e danno origine a dibattiti interessanti come questo (poi, vabè, l'estremista è fisiologico da entrambi i lati) a un post che mi imbocca esattamente quello che voglio sentirmi dire permettendomi solo di sfogare rabbia e frustrazione (quelle, purtroppo, reali) senza alcun costrutto.

    Ok, basta, la smetto anche io!

    OT: Hai mai pensato di numerare i commenti?

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  126. Dovrebbe pensarci blogger, io da qui non sono in grado.

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  127. michia èvvero, mi hai pure ricordato che ho un account pure io!

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  128. (1)
    Uso la mia libertà di parola per invocare la censura. Per l'ignorante del testosterone, che sostiene la sua ipotesi fisiologica citando, udite! nientemeno che l'Economist. Certo che il liberismo ne fa di lavaggio del cervello... Vabbè, allora diciamo che le prostitute sono - poverette! pure lo psicofarmaco dei sociofobici (e non più risolutivo di quello) che non hanno, per restare nell'argomento, le palle per andare a curarsi come dovrebbero le cause e non l'effetto di cotante patologie. Ma che mestiere orrendo, scusate. Mica che le sex workers saranno tutte masochiste? Tra mostri del Cottolengo, sociofobici, handicappati con parenti illuminati o forse interessati, consumatori perfetti bimbiminkia stile "andare a troie è bello, scopare è bello, spero che piaccia a loro quanto a me", malattie professionali, clienti che non pagano e nemmeno puoi denunciarli, buon dio! ma come si fa a voler dedicarsi a questa professione. Devono avere tutte l'animo da suore di carità. In Trentino le chiamano "le mamme": e in effetti quello che tanti maschietti qui sopra sembrano pretendere smaniando è proprio la mamma per cui ogni scarrafone è bello e non ti fa mai un rimprovero, non ti chiede mai niente e tu puoi fare tuttotuttotutto...
    Ciò fatto e detto, e proprio c'era un urgente desiderio da sfogarsi a qualunque prezzo, dopo certe letture, forse si riesce a dire una parola sul più brutto post che si sia mai visto in cinque anni su questo blog, l'unico, direi, non definibile altro che scadente. Brutto, come quasi tutti i commenti maschili, perché semplicistico, improbabile, profondamente maschilista e ovviamente stizzosissimo. Ingenuo nel pensare che una escort non possa essere sfruttata: una oscura professionista che si chiama Patrizia D'Addario, che l'autore potrebbe definire "da 500 euro a botta e 1800 se in trasferta" - vai con gli straordinari, Gino!! è stata costretta alla prostituzione da un uomo violento, che le prendeva metà dei guadagni e che solo dopo anni lei riuscì a mandare in galera, per induzione e sfruttamento della prostituzione, ma come? davvero!, grazie al famoso registratore (poi uscì dopo poco con l'indulto Prodi e riprese a minacciarla). Questa roba è stata su tutti i media del mondo ma forse il bravo Gino vede solo Studio aperto. Ignorantissimo post e commenti su qualsiasi cosa comporti una critica al desiderio maschile, letta solo come ottuso "moralismo" da parte perdipiù di uno che moralista ama dichiararsi (ma il sesso accieca, si sa e poi c'è sempre il testosterone in sovrappiù, direbbe il fine esegeta di cui sopra...) specie se osa venire da un'esponente dell'altro sesso che viene immediatamente tacciata di "femminismo" come fosse un insulto o come se "le femministe" fossero una collettività ancora oggi identificabile, monolitica, fantasmatico-castrante. Santo cielo! Il dare della "femminista" a qualsiasi donna che osi aprire bocca in materia anziché riverire la maschil vampa libidica è penosamente ridicolo, sembra sottendere nel profondo dell'Emilia odierna, un disprezzo più che florido negli anni'50, no prima, quando si andavano a fischiare le donne che portavano i pantaloni. La donna si rispetta solo se rientra nelle relazioni canoniche con l'uomo: madre, magari martire, o puttana. Ah, il buon cattocomunismo! Guai se una donna si chiama fuori da queste categorie e si mette davanti all'uomo a viso aperto, a chiedergli eventualmente anche conto delle sue modalità di relazione e dei suoi desideri.... (segue)

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  129. (2)... A margine: l'idea che delle associazioni di donne prostitute, se legalizzate, possano rimediare allo sfruttamento viene dagli anni'70 e certo in quell'epoca il modello cooperativo andava forte come teoria di lavoro liberato. Non giurerei che possa ipso facto mettere al riparo dallo sfruttamento, probabile che alcune, specie se veterane, continuino a chiederlo, ma se si presta attenzione a ciò che sono diventate oggi tante cooperative in campo sociale o culturale, in cui pochi soci sfruttano biecamente una massa di precari (o di soci forzati) qualche dubbio ce l'avrei - ma questa è una questione un po'collaterale. Né basta a rassicurare il fatto che siano formate tutte da donne, dato che le Madame sono sempre esistite, insieme ai protettori.

    Ah, a proposito, non che sia interessantissimo il mio cv, mi rendo conto, ma non mi considero "femminista", se non altro perché la mia formazione in merito è purtroppo scadentissima, si limita a letture fatte di seconda mano da quasi bambina negli anni'70 e allora guardate con sufficienza, ma dopo le odierne letture, invece, credo che ci sia davvero un gran bisogno di coscienza e conoscenza del pensiero femminista in giro, ovviamente ambosex, anche più che sulla mentalità di un minoritario cliente impossibilitato a trovare sesso gratis perché "bruttissimo" e peraltro così bravo da beccare solo le prostitute non sfruttate doc, rarità che ne fa un campione abbastanza poco interessante se non come eccezione non significativa. Certo la prostituta che lo fa perché le va è un gran fantasma maschile, libera dai sensi di colpa e riporta alla vecchia concezione ottocentesca della puttana che lo è perché, in fondo, è una puttana, detta in maniera aggiornata e politically correct, quindi io maschio non faccio, alla fin fine, che assecondarla. Sempre secondo D'Addario questa tipologia professionale è praticamente inesistente, ma lasciamo andare, queste sono sfumature, figuriamoci, per le urgenze di un Gino.
    Il post Saratoga mi era piaciuto e la pubblicità mi aveva divertito, ma ovviamente queste precisazioni qui a che servono...

    Oddìo non che questa mentalità sia una totale novità qui, ma se l'autore del blog avesse per il maschilismo la stessa sensibilità e fine attenzione che non cessa di dimostrare per il razzismo ciò non potrebbe che giovare all'acutezza della sua produzione intellettuale.

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  130. (1) Premessa: Leo, l'antispam forse ha imparato l'italiano ma comincia ad avere problemi con la successione cronologica. Ho postato la prima parte del commento e l'ha visualizzata, ok, sospiro di sollievo. Posto la seconda e la prima parte sparisce. Adesso la riposto, a tutto vantaggio della chiarezza, si capisce, e vuoi vedere che risparisce qualcos'altro? A giudicare dai 130 commenti precedenti non succede solo a me. Non puoi farci qualcosa?

    Uso la mia libertà di parola per invocare la censura. Per l'ignorante del testosterone, che sostiene la sua ipotesi fisiologica citando, udite! nientemeno che l'Economist. Certo che il liberismo ne fa di lavaggio del cervello... Vabbè, allora diciamo che le prostitute sono - poverette! pure lo psicofarmaco dei sociofobici (e non più risolutivo di quello) che non hanno, per restare nell'argomento, le palle per andare a curarsi come dovrebbero le cause e non l'effetto di cotante patologie. Ma che mestiere orrendo, scusate. Mica che le sex workers saranno tutte masochiste? Tra mostri del Cottolengo, sociofobici, handicappati con parenti illuminati o forse interessati, consumatori perfetti bimbiminkia stile "andare a troie è bello, scopare è bello, spero che piaccia a loro quanto a me", malattie professionali, clienti che non pagano e nemmeno puoi denunciarli, buon dio! ma come si fa a voler dedicarsi a questa professione. Devono avere tutte l'animo da suore di carità. In Trentino le chiamano "le mamme": e in effetti quello che tanti maschietti qui sopra sembrano pretendere smaniando è proprio la mamma per cui ogni scarrafone è bello e non ti fa mai un rimprovero, non ti chiede mai niente e tu puoi fare tuttotuttotutto...
    Ciò fatto e detto, e proprio c'era un urgente desiderio da sfogarsi a qualunque prezzo, dopo certe letture, forse si riesce a dire una parola sul più brutto post che si sia mai visto in cinque anni su questo blog, l'unico, direi, non definibile altro che scadente. Brutto, come quasi tutti i commenti maschili, perché semplicistico, improbabile, profondamente maschilista e ovviamente stizzosissimo. Ingenuo nel pensare che una escort non possa essere sfruttata: una oscura professionista che si chiama Patrizia D'Addario, che l'autore potrebbe definire "da 500 euro a botta e 1800 se in trasferta" - vai con gli straordinari, Gino!! è stata costretta alla prostituzione da un uomo violento, che le prendeva metà dei guadagni e che solo dopo anni lei riuscì a mandare in galera, per induzione e sfruttamento della prostituzione, ma come? davvero!, grazie al famoso registratore (poi uscì dopo poco con l'indulto Prodi e riprese a minacciarla). Questa roba è stata su tutti i media del mondo ma forse il bravo Gino vede solo Studio aperto. Ignorantissimo post e commenti su qualsiasi cosa comporti una critica al desiderio maschile, letta solo come ottuso "moralismo" da parte perdipiù di uno che moralista ama dichiararsi (ma il sesso accieca, si sa e poi c'è sempre il testosterone in sovrappiù, direbbe il fine esegeta di cui sopra...) specie se osa venire da un'esponente dell'altro sesso che viene immediatamente tacciata di "femminismo" come fosse un insulto o come se "le femministe" fossero una collettività ancora oggi identificabile, monolitica, fantasmatico-castrante. Santo cielo! Il dare della "femminista" a qualsiasi donna che osi aprire bocca in materia anziché riverire la maschil vampa libidica è penosamente ridicolo, sembra sottendere nel profondo dell'Emilia odierna, un disprezzo più che florido negli anni'50, no prima, quando si andavano a fischiare le donne che portavano i pantaloni. La donna si rispetta solo se rientra nelle relazioni canoniche con l'uomo: madre, magari martire, o puttana. Ah, il buon cattocomunismo! Guai se una donna si chiama fuori da queste categorie e si mette davanti all'uomo a viso aperto, a chiedergli eventualmente anche conto delle sue modalità di relazione e dei suoi desideri.

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  131. (1) Premessa: Leo, l'antispam forse ha imparato l'italiano ma comincia ad avere problemi con la successione cronologica. Ho postato la prima parte del commento e l'ha visualizzata, ok, sospiro di sollievo. Posto la seconda e la prima parte sparisce. Adesso la riposto, a tutto vantaggio della chiarezza, si capisce, e vuoi vedere che risparisce qualcos'altro? A giudicare dai 130 commenti precedenti non succede solo a me. Non puoi farci qualcosa?

    Uso la mia libertà di parola per invocare la censura. Per l'ignorante del testosterone, che sostiene la sua ipotesi fisiologica citando, udite! nientemeno che l'Economist. Certo che il liberismo ne fa di lavaggio del cervello... Vabbè, allora diciamo che le prostitute sono - poverette! pure lo psicofarmaco dei sociofobici (e non più risolutivo di quello) che non hanno, per restare nell'argomento, le palle per andare a curarsi come dovrebbero le cause e non l'effetto di cotante patologie. Ma che mestiere orrendo, scusate. Mica che le sex workers saranno tutte masochiste? Tra mostri del Cottolengo, sociofobici, handicappati con parenti illuminati o forse interessati, consumatori perfetti bimbiminkia stile "andare a troie è bello, scopare è bello, spero che piaccia a loro quanto a me", malattie professionali, clienti che non pagano e nemmeno puoi denunciarli, buon dio! ma come si fa a voler dedicarsi a questa professione. Devono avere tutte l'animo da suore di carità. In Trentino le chiamano "le mamme": e in effetti quello che tanti maschietti qui sopra sembrano pretendere smaniando è proprio la mamma per cui ogni scarrafone è bello e non ti fa mai un rimprovero, non ti chiede mai niente e tu puoi fare tuttotuttotutto...
    Ciò fatto e detto, e proprio c'era un urgente desiderio da sfogarsi a qualunque prezzo, dopo certe letture, forse si riesce a dire una parola sul più brutto post che si sia mai visto in cinque anni su questo blog, l'unico, direi, non definibile altro che scadente. Brutto, come quasi tutti i commenti maschili, perché semplicistico, improbabile, profondamente maschilista e ovviamente stizzosissimo. Ingenuo nel pensare che una escort non possa essere sfruttata: una oscura professionista che si chiama Patrizia D'Addario, che l'autore potrebbe definire "da 500 euro a botta e 1800 se in trasferta" - vai con gli straordinari, Gino!! è stata costretta alla prostituzione da un uomo violento, che le prendeva metà dei guadagni e che solo dopo anni lei riuscì a mandare in galera, per induzione e sfruttamento della prostituzione, ma come? davvero!, grazie al famoso registratore (poi uscì dopo poco con l'indulto Prodi e riprese a minacciarla). Questa roba è stata su tutti i media del mondo ma forse il bravo Gino vede solo Studio aperto. Ignorantissimo post e commenti su qualsiasi cosa comporti una critica al desiderio maschile, letta solo come ottuso "moralismo" da parte perdipiù di uno che moralista ama dichiararsi (ma il sesso accieca, si sa e poi c'è sempre il testosterone in sovrappiù, direbbe il fine esegeta di cui sopra...) specie se osa venire da un'esponente dell'altro sesso che viene immediatamente tacciata di "femminismo" come fosse un insulto o come se "le femministe" fossero una collettività ancora oggi identificabile, monolitica, fantasmatico-castrante. Santo cielo! Il dare della "femminista" a qualsiasi donna che osi aprire bocca in materia anziché riverire la maschil vampa libidica è penosamente ridicolo, sembra sottendere nel profondo dell'Emilia odierna, un disprezzo più che florido negli anni'50, no prima, quando si andavano a fischiare le donne che portavano i pantaloni. La donna si rispetta solo se rientra nelle relazioni canoniche con l'uomo: madre, magari martire, o puttana. Ah, il buon cattocomunismo! Guai se una donna si chiama fuori da queste categorie e si mette davanti all'uomo a viso aperto, a chiedergli eventualmente anche conto delle sue modalità di relazione e dei suoi desideri.

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  132. (1) Uso la mia libertà di parola per invocare la censura. Per l'ignorante del testosterone, che sostiene la sua ipotesi fisiologica citando, udite! nientemeno che l'Economist. Certo che il liberismo ne fa di lavaggio del cervello... Vabbè, allora diciamo che le prostitute sono - poverette! pure lo psicofarmaco dei sociofobici (e non più risolutivo di quello) che non hanno, per restare nell'argomento, le palle per andare a curarsi come dovrebbero le cause e non l'effetto di cotante patologie. Ma che mestiere orrendo, scusate. Mica che le sex workers saranno tutte masochiste? Tra mostri del Cottolengo, sociofobici, handicappati con parenti illuminati o forse interessati, consumatori perfetti bimbiminkia stile "andare a troie è bello, scopare è bello, spero che piaccia a loro quanto a me", malattie professionali, clienti che non pagano e nemmeno puoi denunciarli, buon dio! ma come si fa a voler dedicarsi a questa professione. Devono avere tutte l'animo da suore di carità. In Trentino le chiamano "le mamme": e in effetti quello che tanti maschietti qui sopra sembrano pretendere smaniando è proprio la mamma per cui ogni scarrafone è bello e non ti fa mai un rimprovero, non ti chiede mai niente e tu puoi fare tuttotuttotutto...
    Ciò fatto e detto, e proprio c'era un urgente desiderio da sfogarsi a qualunque prezzo, dopo certe letture, forse si riesce a dire una parola sul più brutto post che si sia mai visto in cinque anni su questo blog, l'unico, direi, non definibile altro che scadente. Brutto, come quasi tutti i commenti maschili, perché semplicistico, improbabile, profondamente maschilista e ovviamente stizzosissimo. Ingenuo nel pensare che una escort non possa essere sfruttata: una oscura professionista che si chiama Patrizia D'Addario, che l'autore potrebbe definire "da 500 euro a botta e 1800 se in trasferta" - vai con gli straordinari, Gino!! è stata costretta alla prostituzione da un uomo violento, che le prendeva metà dei guadagni e che solo dopo anni lei riuscì a mandare in galera, per induzione e sfruttamento della prostituzione, ma come? davvero!, grazie al famoso registratore (poi uscì dopo poco con l'indulto Prodi e riprese a minacciarla). Questa roba è stata su tutti i media del mondo ma forse il bravo Gino vede solo Studio aperto. Ignorantissimo post e commenti su qualsiasi cosa comporti una critica al desiderio maschile, letta solo come ottuso "moralismo" da parte perdipiù di uno che moralista ama dichiararsi (ma il sesso accieca, si sa e poi c'è sempre il testosterone in sovrappiù, direbbe il fine esegeta di cui sopra...) specie se osa venire da un'esponente dell'altro sesso che viene immediatamente tacciata di "femminismo" come fosse un insulto o come se "le femministe" fossero una collettività ancora oggi identificabile, monolitica, fantasmatico-castrante. Santo cielo! Il dare della "femminista" a qualsiasi donna che osi aprire bocca in materia anziché riverire la maschil vampa libidica è penosamente ridicolo, sembra sottendere nel profondo dell'Emilia odierna, un disprezzo più che florido negli anni'50, no prima, quando si andavano a fischiare le donne che portavano i pantaloni. La donna si rispetta solo se rientra nelle relazioni canoniche con l'uomo: madre, magari martire, o puttana. Ah, il buon cattocomunismo! Guai se una donna si chiama fuori da queste categorie e si mette davanti all'uomo a viso aperto, a chiedergli eventualmente anche conto delle sue modalità di relazione e dei suoi desideri.

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  133. Vabbe', però non si capisce perché il caso D'Addario dovrebbe dimostrare che non esistono escort non sfruttate.

    "Per l'ignorante del testosterone".

    Guarda, giusto oggi avevo voglia di cambiare sesso e ho dato un'occhiata qui: http://progettogenderqueer.wordpress.com/2010/08/06/f-to-m-m-to-f/: c'è scritto che chi transiziona dal femminile al maschile deve assumere del testosterone che può causargli un aumento del desiderio sessuale; viceversa, chi transiziona da m a f prende l'antitestosterone. Ma cosa contesti, esattamente, che gli uomini abbiano più testosterone? O che il testosterone causi un aumento del desiderio sessuale?

    "le palle per andare a curarsi come dovrebbero le cause e non l'effetto"

    A volte le cause non si possono più curare. Questo è esattamente un giudizio morale a buon mercato. Diceva Grullo più sopra (e ha l'aria di saperne) che in altri Paesi il sesso si prescrive tranquillamente. Ma anche a me mi è capitato di sentirmi consigliare un po' di attività. Soltanto che io grazie al cielo (ma proprio grazie!) non ho bisogno di pagare. Quindi sono moralmente superiore a chi non ha la stessa possibilità? Non mi sento moralmente superiore.

    Non ho capito cosa c'entri l'Emilia, non sapevo che fosse più retrograda di altre regioni, ma ok.

    "La donna si rispetta solo se rientra nelle relazioni canoniche con l'uomo: madre, magari martire, o puttana. Ah, il buon cattocomunismo!"

    Il cattocomunismo è tutta un'altra cosa. Proprio un'altra cosa. Madre-martire-puttana è un trinomio da patriarcato fascista, e quindi la matrice emiliano-romagnola ci starebbe comunque, però questo uso di cattocomunismo alla cazzo di cane mi indispone. Come se poi nella vita io, o gli altri che scrivono qui, trattassi le donne da sante o da puttane. Ammesso che siamo cattocomunisti, poi, che in origine erano i cattolici che stavano nel PCI e lavoravano al compromesso storico: tutti puttanieri, come no. Oppure tipini alla Don Milani, me lo immagino Don Milani in un casino (con la torcia in mano, forse).

    Poi ti lamenti perché qualcuno, più per comodità che per altro, definisce con leggerezza "femminismo" alcune istanze che provengono da blog che si definiscono femministi. Io l'ho pure fatto presente, che non tutto il femminismo italiano è così. Femminismo per me non è senz'altro una brutta parola. Noto con dispiacere che alcune persone, che si definiscono femministe, reagiscono male alla sola idea che qualcuno in Italia possa avere l'idea di vendere il proprio corpo senza essere stato obbligato da un traffico internazionale.

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  134. Leo, vabbe' diciamo che il tuo era un post a difesa del Panda. Ricapitolando: un bruttissimo non può avere sesso se non a pagamento e ciò oltretutto in maniera irrimediabile e definitiva (non può curare le cause, precisi tu) ma dato l'alto livello di senso civico, riesce pure a verificare la libertà della prostituta con cui sfoga l'urgente (tra l'altro) desiderio sessuale. Codesto personaggio di primo acchito non potrebbe che diventare un cliente inattaccabile, vai Leonardo andiamo che il post è già lì. Non ho dati, non penso che tu ne abbia, ma direi che stiamo parlando di un cliente davvero raro, il che fa sconfinare nell'esercizio di stile il post. Volevi fare quello? Vabbè è casa tua, ma se volevi fare solo quello si capiva poco; poi se la questione voleva essere più ampia, il post è davvero un po'sbilenco come discorso sul desiderio, la prostituzione, l'idea che "bisogna ascoltare la mentalità dei clienti per capirla ecc." (riprendo dai commenti), perché quello che tu ipotizzi non mi pare un cliente tipo. Pure se avevi in mente il caso di una persona reale, il discorso non cambia e mi sembra che costui abbia una coscienza di sé davvero scarsa. Il che mi riavvicina più a un vittimista rancoroso ma in ottima salute cui scoccia sentirsi oggetto di qualche senso di colpa per i suoi sacrosanti consumi, che a un disperato condannato alla castità forzata. E infatti tutti i commenti maschili di approvazione stanno su questa linea.
    Di nuovo, non faccio testo, ma i pochi maschi disposti a ammettere di essere consumatori che ho incontrato erano esattamente così, con mogli, fidanzate (nel senso tecnico di prossime spose), ragazze ecc.
    Cioè, una delle cose che danno fastidio nel tuo post, è trovare argomentazioni assolutamente piatte, generiche e arroganti, che potrebbe fare un qualsiasi cliente che so, tranquillamente sposato e rancoroso nei confronti della moglie che magari osa pretendere da lui forse collaborazione nel quotidiano? senso di responsabilità? gentilezza? velate però dalla premessa: attenzione! non sparate sul povero disgraziato che altrimenti vive in castità forzata tutta la vita! Brutti moralistacci da strapazzo che in Europa c'avremmo pure la prescrizione medica e le prostitute controllate dallo stato. Insomma..
    Sul desiderio mi pare abbia detto di più quella commentatrice che parlava delle mille elusioni in proposito nella vita della maggior parte delle persone, che cercano surrogati pur di non affrontare i problemi (come quello del sesso con il coniuge, ad esempio).
    Ah, incidentalmente: per incasellare le donne in madri e puttane non è indispensabile entrare in un bordello, con torcia o meno, ma, in effetti, può anche succedere.

    P.S.: detesto intasarti il blog con le stesse cose ripostate all'infinito ma blogger con te non è molto rispettoso, ultimamente.

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  135. Leo, vabbe' diciamo che il tuo era un post a difesa del Panda. Ricapitolando: un bruttissimo non può avere sesso se non a pagamento e ciò oltretutto in maniera irrimediabile e definitiva (non può curare le cause, precisi tu) ma dato l'alto livello di senso civico, riesce pure a verificare la libertà della prostituta con cui sfoga l'urgente (tra l'altro) desiderio sessuale. Codesto personaggio di primo acchito non potrebbe che diventare un cliente inattaccabile, vai Leonardo andiamo che il post è già lì. Non ho dati, non penso che tu ne abbia, ma direi che stiamo parlando di un cliente davvero raro, il che fa sconfinare nell'esercizio di stile il post. Volevi fare quello? Vabbè è casa tua, ma se volevi fare solo quello si capiva poco; poi se la questione voleva essere più ampia, il post è davvero un po'sbilenco come discorso sul desiderio, la prostituzione, l'idea che "bisogna ascoltare la mentalità dei clienti per capirla ecc." (riprendo dai commenti), perché quello che tu ipotizzi non mi pare un cliente tipo. Pure se avevi in mente il caso di una persona reale, il discorso non cambia e mi sembra che costui abbia una coscienza di sé davvero scarsa. Il che mi riavvicina più a un vittimista rancoroso ma in ottima salute cui scoccia sentirsi oggetto di qualche senso di colpa per i suoi sacrosanti consumi, che a un disperato condannato alla castità forzata. E infatti tutti i commenti maschili di approvazione stanno su questa linea.
    Di nuovo, non faccio testo, ma i pochi maschi disposti a ammettere di essere consumatori che ho incontrato erano esattamente così, con mogli, fidanzate (nel senso tecnico di prossime spose), ragazze ecc.
    Cioè, una delle cose che danno fastidio nel tuo post, è trovare argomentazioni assolutamente piatte, generiche e arroganti, che potrebbe fare un qualsiasi cliente che so, tranquillamente sposato e rancoroso nei confronti della moglie che magari osa pretendere da lui forse collaborazione nel quotidiano? senso di responsabilità? gentilezza? velate però dalla premessa: attenzione! non sparate sul povero disgraziato che altrimenti vive in castità forzata tutta la vita! Brutti moralistacci da strapazzo che in Europa c'avremmo pure la prescrizione medica e le prostitute controllate dallo stato. Insomma..
    Sul desiderio mi pare abbia detto di più quella commentatrice che parlava delle mille elusioni in proposito nella vita della maggior parte delle persone, che cercano surrogati pur di non affrontare i problemi (come quello del sesso con il coniuge, ad esempio).
    Ah, incidentalmente: per incasellare le donne in madri e puttane non è indispensabile entrare in un bordello, con torcia o meno, ma, in effetti, può anche succedere.

    P.S.: detesto intasarti il blog con le stesse cose ripostate all'infinito ma blogger con te non è molto rispettoso, ultimamente.

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  136. (1) Leo, vabbe' diciamo che il tuo era un post a difesa del Panda. Ricapitolando: un bruttissimo non può avere sesso se non a pagamento e ciò oltretutto in maniera irrimediabile e definitiva (non può curare le cause, precisi tu) ma dato l'alto livello di senso civico, riesce pure a verificare la libertà della prostituta con cui sfoga l'urgente (tra l'altro) desiderio sessuale. Codesto personaggio di primo acchito non potrebbe che diventare un cliente inattaccabile, vai Leonardo andiamo che il post è già lì. Non ho dati, non penso che tu ne abbia, ma direi che stiamo parlando di un cliente davvero raro, il che fa sconfinare nell'esercizio di stile il post. Volevi fare quello? Vabbè è casa tua, ma se volevi fare solo quello si capiva poco; poi se la questione voleva essere più ampia, il post è davvero un po'sbilenco come discorso sul desiderio, la prostituzione, l'idea che "bisogna ascoltare la mentalità dei clienti per capirla ecc." (riprendo dai commenti), perché quello che tu ipotizzi non mi pare un cliente tipo. Pure se avevi in mente il caso di una persona reale, il discorso non cambia e mi sembra che costui abbia una coscienza di sé davvero scarsa. Il che mi riavvicina più a un vittimista rancoroso ma in ottima salute cui scoccia sentirsi oggetto di qualche senso di colpa per i suoi sacrosanti consumi, che a un disperato condannato alla castità forzata. E infatti tutti i commenti maschili di approvazione stanno su questa linea.
    Di nuovo, non faccio testo, ma i pochi maschi disposti a ammettere di essere consumatori che ho incontrato erano esattamente così, con mogli, fidanzate (nel senso tecnico di prossime spose), ragazze ecc.

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  137. (2)
    Cioè, una delle cose che danno fastidio nel tuo post, è trovare argomentazioni assolutamente piatte, generiche e arroganti, che potrebbe fare un qualsiasi cliente che so, tranquillamente sposato e rancoroso nei confronti della moglie che magari osa pretendere da lui forse collaborazione nel quotidiano? senso di responsabilità? gentilezza? velate però dalla premessa: attenzione! non sparate sul povero disgraziato che altrimenti vive in castità forzata tutta la vita! Brutti moralistacci da strapazzo che in Europa c'avremmo pure la prescrizione medica e le prostitute controllate dallo stato. Insomma..
    Sul desiderio mi pare abbia detto di più quella commentatrice che parlava delle mille elusioni in proposito nella vita della maggior parte delle persone, che cercano surrogati pur di non affrontare i problemi (come quello del sesso con il coniuge, ad esempio).
    Ah, incidentalmente: per incasellare le donne in madri e puttane non è indispensabile entrare in un bordello, con torcia o meno, ma, in effetti, può anche succedere.

    P.S.: detesto intasarti il blog con le stesse cose ripostate all'infinito ma blogger con te non è molto rispettoso, ultimamente.

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  138. Quei poveretti che compreranno presto fegati di ricambio resecati a qualche volontario in una clinica malese o birmana perché, poverini, avevano il gene dell'alcolismo: non vorrete mica farli sentire più in colpa di quanto si sentano già?
    Del resto, l'operazione migliorerà sicuramente la condizione delle loro famiglie e la bilancia commerciale del paese esportatore.

    Questa dell"urgente desiderio sessuale maschile" è una delle più divertenti. Aspetto ancora che qualcuno me la spieghi.

    Preferirei davvero che biologismi, del tipo "il gene dell'obesità, della fortuna alle carte, del successo nel tiro al piattello, etc.." fossero lasciati ai reazionari.

    E' per i reazionari che il mondo- e le sue definizioni- vanno benissimo come sono. E' a loro che fa comodo dire (e, perfino, credere!) che sia, se non il migliore, l'unico possibile, salvo estendere costantemente la sfera di ciò che, nel pieno rispetto delle leggi, è vendibile e comprabile.

    E' solo in questo quadro "teorico" che si può giudicare un progresso la nascita di una prostituzione maschile per il consumatore di sesso femminile.

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  139. Bravissimo andrea, quelli che chiami "biologismi" sono i mantra del pensiero reazionario e controrivoluzionario, gobineau, evola, de maistre, junger ecc. La concezione di una "natura" antica, mitica e immutabile che giustificherebbe le ingiustizie e le violenze del mondo in atto. "Da sempre il debole soccombe al forte", "la guerra è l'inevitabile strumento per far valere le proprie ragioni", "la donna è biologicamente inferiore", tutte le varianti possibili sul tema razza, tutte le varianti possibile sul fatto che "da sempre pochi detengono il potere e il sapere e così sempre sarà". Ogni possibile riferimento all'"utopia" (in senso lato) e al rinnovamento culturale- delle menti e delle coscienze- è rimosso dall'orizzonte. Insomma, il pensiero anti illuminista che in tanti (specie in italia, specie nella chiesa ratzingeriana) stanno facendo rientrare dalla porta di servizio dopo che è stato sbattuto fuori dalla porta principale. E ci stanno riuscendo benissimo, dalla naturalezza con cui certi argomenti vengono maneggiati anche in contesti per così dire "di sinistra"
    OVVIAMENTE non credo affatto che chi ha tirato in mezzo la storiella del testosterone basico e urgente sia segretamente legato a questo pensiero e sia un nazista in pectore, tutt'altro; secondo me è solo abbastanza ignorante da non accorgersi del sapore intimamente reazionario di certe posizioni. Io invece sono convinto che bisogna sempre diffidare di chi invita a rassegnarsi al sopruso in nome della "natura". Questa per me è una stella polare.

    A

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  140. (3) Il caso D'Addario ovviamente non dimostra né che esistono né che non esistono escort non sfruttate. Dimostra però inequivocabilmente che per evitare lo sfruttamento non è condizione sufficiente evitare le prostitute di strada e salire di prezzo.
    Dimostra anche, collateralmente, quanto non sia affatto facile per una donna sfruttata liberarsi di un protettore violento, anche quando ha il coraggio di denunciarlo e benché lo sfruttamento della prostituzione sia in Italia un crimine da lunga data.
    Per quanto insignificante posso poi citare un piccolo aneddoto personale riguardo alla provenienza geografica eurasica che ugualmente dovrebbe mettere al riparo dal favorire gli sfruttatori. Mi è capitato anni fa di servire diverse volte al ristorante due prostitute slavissime, di quelle biondine bamboline per intenderci, con italianissimo e romano protettore, il quale aveva l'evidente aria di essere in relazioni intime con la più carina delle due (che non era la più giovane). Qualche volta sono venute pure con dei clienti, molto spesso palermitani che parevano la caricatura del mafioso (gessato, accento, aspetto latino ecc.), e con la fede al dito, almeno il più vecchio e potente, che ovviamente prendeva la più carina, il gregario si acontentava della seconda scelta. Loro erano gentili, come no, gli portavano dei vassoi di sculture di frutta martorana che avrebbero facilmente fatto vacillare la mia già appannata virtù. Pure il protettore tentava di fare il carino con me, probabilmente non ero riuscita a essere abbastanza professionale da nascondere il mio disprezzo nei suoi confronti e ciò lo lasciava perplesso.
    Anche la nazionalità d'origine, direi, non mette affatto ipso facto i Gini in giro al riparo dallo sfruttamento.

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  141. Ok, lo ammetto: ero partito con le peggiori intenzioni. È che questi post, e questi commenti, che trasudano sufficienza e reazionarismo spicciolano mi irritano. Profondamente. Ero partito per dirne davvero quattro, stavolta. Poi ho respirato, e ho pensato che, in fondo, questa è la “casa” di Leonardo (per ogni blogger il suo blog è come la sua casa, valgono le sue regole e, ancora di più, il suo stile di scrittura e di esprimersi) e quindi non posso comportarmi come vorrei. E allora ho commentato sul mio di post, dove posso parlare senza rendere di conto a nessuno.
    Se vi interessa, vedetelo qua: http://sullarottamaggiore.wordpress.com/2010/11/14/ho-una-domanda-2-risposta-ai-commenti-di-un-altro-blog/

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  142. Vendi tutto, si chiama lavoro. Porzioni di mani, di fegato, di cervello. Non è naturale, e non è sempre concesso di potersi divertire. Anzi.
    Il sesso invece risponde a un dictat naturale, giusto. Non esiste un vincolo di obbligo, non ci si paga un mutuo, è forse essenziale alla specie, di certo si presume sia sempre divertente. Quanto meno. O che sia un vero e proprio godimento.
    Si fa in due. Richiede il minimo plurale. Se si diverte solo uno si perde una parte. Dov'è il gusto? In un gioco a due in solitaria? Il buco, ehm concettuale è qui.
    Io un divertimento, che sia naturale non lo sia, ci sto a pagarlo. Ma non se non rispetta le regole. Nel sesso è il piacere doppio. La regola. Almeno doppio, ecco. Non gioco a costo della partecipazione fittizia dell'altro. Se ci si diverte ci si diverte insieme. Senza barare. Questo si chiama fare sesso. Altrimenti è solo un lavoro. Non si chiama sesso. Non deve essere per forza divertente. Ci sono tanti modi di credersi liberi, riscattandosi, per esempio. Tutto si fa pur di non leggersi mai sinceramente mortificati e mortificanti.
    Sonya

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  143. non ho letto tutti i commenti che sarebbe un'impresa titanica (ho una vita)...ma ne ho letti molti (ho apprezzato in particolare quelli di EC). Non mi pare di avere visto una considerazione molto semplice: nella nostra società/cultura essere brutti è molto più grave e "invalidante" per una donna che per un uomo. Nel senso che è molto più facile che uomini "brutti" riescano a farsi apprezzare per le loro altre qualità (e quindi riescano ad accoppiarsi gratis). Come mai Leonardo ha immaginato lo stesso un puttaniere maschio? Ovviamente, perché l'inverso sarebbe improbabile. E allora? Mi pare che questa semplice osservazione infici un po' tutto il ragionamento sul fatto che vendere culo e vagina sia come vendere qualsiasi altra parte del corpo...mi pare proprio un caso di falsa neutralità. Avere sesso a pagamento è un'opzione aperta ai maschi, all'interno di un modello in cui le donne non sono pari.
    Lettrice (a scanso di equivoci, mediamente soddisfatta del proprio aspetto e della propria vita sessuale)

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  144. Visto che molti maschietti qui ammirano enormemente la prostituzione e la ritengono importante, li esorto a fare un atto d'amore per i/le pover* brutt* e sfigat* e a mettere in vendita le loro terga sul marciapiede.
    Vendete i vostri organi sessuali, c'è il mercato! Dopo aspetto con impazienza un post sull'argomento..
    Come?
    Vi fa schifo?
    Ma...prostituirsi dà tanti soldi, è uguale a qualunque altro lavoro! Signor Leonardo, smetta il faticoso insegnamento, e si prostituisca.
    Ne trarrà sicuramente grande gioia, è meglio remunerato e perfettamente normale.
    Barbara

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  145. Oddìo, un professore-prostituto!

    A parte gli scherzi, qui si intravede un... "buco nero" di maschilismo da parte del povero Gino-Leonardo.

    È chiaro che Gino-Leonardo vuole andare con ragazze GIOVANI e CARINE e, non essendo Ungaretti (cioè, essendo un laido vecchio come lui, ma non altrettanto affascinante) non trova merce a-gratis.

    Se Gino-Leonardo fosse alla ricerca di una donna con cui avere una relazione seria, hai voglia a trovarne, divorziate quaranta-cinquantenni ancora piacenti, ma magari con un figlio o due a carico, che fanno fatica a ricollocarsi sul "mercato" dell'amore.

    Invece Gino-Leonardo evidentemente vuole ragazze carne fresca; sapendo di non essere un Adone né un miliardario, né un poeta laureato. E dunque paga. Pensando che il fatto di non vedere un pappone vuol dire che il pappone non ci sia. Occhio non vede...

    Mi ricorda analoghi post sulle donne di Massimo Fini. Un uomo di discreta intelligenza, che però quando parla dei rapporti tra uomini e donne regredisce al rango di sedicenne brufoloso che urla "A BONA!!!" ad una sconosciuta per strada, e ci resta male se la destinataria non sorride (cioè sempre).

    Davvero, come dice Enrica, questo Gino-Leonardo è proprio brutto dentro.

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  146. Mi sembra che ci sia sempre un grosso fraintendimento. Nessuno ha chiesto un parere sulla bellezza interiore di una persona. Il Gino in questione non pretende di essere bello dentro, la cosa non gli interessa, e il moralismo a buon mercato non lo trattiene dal trovare la via più semplice verso la cosa che gli piace (che evidentemente non è un fantomatico bacino di quarantenni divorziate ansiose di copulare con un uomo brutto; non so, ognuno porta le sue esperienze, magari quel bacino esiste, ma è la prima volta che ne sento parlare; di puttane invece si sente parlare da un po' più di tempo).

    Io continuo a chiedermi: il moralismo a cosa serve? A una persona che ti dice che gli piace scopare tu rispondi che è un maschilista: e quindi? Gli dici che è brutto dentro: ma per questo un prete bastava e avanzava.

    Siete sicuri di essere meglio dei preti? Io non vi trovo molto meglio dei preti.

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  147. Bah, io conosco un sacco di quarantenni isteriche perché non trovano un coetaneo o più grande che se le fili.
    Oggi un ultraquarantenne che sta con una coetanea, peraltro, si sente un po' un fallito (vedi Di Cagna Abbrescia: "Ho avuto sempre mogli giovani", come fosse uno status symbol - e in effetti lo è, quando non capisci niente di donne).
    È un peccato, io trovo le quarantenni molto fascinose. Ma non sessualmente attraenti, semplicemente perché sono donne, e a me piace... quel che le donne non hanno. Oddìo, un'altra inquietante somiglianza con i preti :) però per me solo maggiorenni, giuro!
    Dunque niente moralismo, figuriamoci, ma se gli uomini cominciassero a guardare di nuovo le donne della loro età, forse scoprirebbero che non sono tutte triturac*zzi come le protagoniste di "Sex and the City" ("quattro donne che vivono proprio come uomini gay").
    Certo, la ventenne albanese sbarcata fresca fresca dal gommone, come la professionista trentenne da appartamento, garantiscono a Gino-Leonardo di non dover mettere in gioco il cuore, ma solo il portafoglio.
    Gino-Leonardo ha tutto il diritto di vivere come vuole, purché non ce la venda come una scelta obbligata ed eticamente inattaccabile.
    Peraltro, è evidente che a Gino-Leonardo spaventa la parità, avrebbe paura di fare cilecca con una donna al suo livello, ha bisogno di una donna-oggetto nel vero senso della parola, cioè in vendita... Perché non ammetterlo, dunque? Nel paese dei vecchi libidinosi non è certo un peccato, anzi fa curricolo, anche a sinistra.

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  148. Grande.

    Snello e sciolto lo stile, scorrevole la metrica. Ritmo accogliente senza spigoli e senza tracimazioni. Gustosa la morbida ironia.

    Verità corrosive presentate con incantata ingenuità. Pensiero lieve che smutanda senza pietà la vergognosa ipocrisia delle speculatrici: quelle che la danno gratis ai ricchi, ai famosi, ai belloni. Per amore.

    Grande nella terribile, disincantata amarezza di parole che nessun media diffonderà.
    Nessun politico difenderà, nessun intellettuale
    chioserà.
    Veritò semplici, terribili demolitrici della menzogna della liberazione sessuale, del libero amore e delle altre trappole che hanno accecato una generazione.
    Homo sine pecunia imago castitatis.
    Finché ti puoi pagare uno spicchio di paradiso,
    vai, con la benedizione di chi sa, di chi conosce, di chi ugualmente sente.

    Vai, o grande!

    Syrtis Major

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  149. Complimenti Leonardo, veramente un gran bel pezzo, autentico, onesto, lucido, puntuale, vero. Non prestare attenzione alle tante menzogne ipocrite "politicamente corrette" e pseudofemministe che sono state scritte anche qui. Balle.
    La verità, diceva uno che se ne intendeva, è rivoluzionaria. Tu hai detto il vero.
    Sono con te al 100%

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  150. Questo è un grande articolo, che dinalmente fa luce sul un fatto importante, la sessualità è esclusivamente femminile, o si attua con le metodiche dalle donne richieste e ben descritte, o risulta del tutto errata, ergo si capisce che la sessualità maschile deve continuare ad essere espressa, attuata e fruita solo ed esclusivamente seguendo i dettami delle dee vaginocentriche.

    Per quanto mi riguarda, caro amico brutto, hai centrato il segno, la fica oggi come ieri come domani è un bene commerciale che in primis viene usato dalle donne per i loro scopi, solo successivamente si concede al maschile, salvo limitarne l'usufrutto ad esclusiva metodica femminile, e le femmine mai e poi mai la darebbero ad un brutto, mentre noi siamo come dire.. piu' creativi! sei grassa? no problem! abbiamo creato le BBW! sei secca? no problem! un paio di calze, trucco e fai di gagging! loro no! se non sei un tronista, uno che conta, un dicreto, uno coi soldi non va bene.. al massimo l'unica cosa che ti rimane da fare è tatuarti la scritta WELCOME sulla schiena ed azzerbinarti annullando te stesso in quanto uomo, per scodinzolare qualche speranza di copulamento data dal buon cuore di colei che con te se la tira, te la fa sudare, ti fa spendere euro su euro tra discoteche ristoranti, sushi e quant'altro..salvo poi volare per il brasile e farsi sbattere aggratisse dai Carioca tartarugati.

    Ora queste benpensanti del piffero, se vogliono avere la parità sessuale devono capire che la figa in italia costa troppo (perchè ricordatevi che dal primo drink alla prima copula siete voi tenuti a pagare, anche il preservativo che usate! e che le nostre emanzipate femminazi italiote non portano certo in borsetta, figuriamoci quando pretendono di farsela pagare salata da un precario che prende 600 euro lordi al mese!

    quando fa comodo sono vittime, salvo poi andarti a tradire col primo bastardo che passa,oppure dartela e 2 mesi dopo ripensarci, e fartela pagare denunciandoti per stalking, oppure vediamo, fare le webcam mentre i genitori di la preparano la cena e far vedere le tette per pagarsi l'ipad, oppure vediamo, aprire siti web e postare foto di nudo facendosi chiamare escorts (la ford non c'entra nulla) con tanto di listino prezzi! oppure vediamo, darla a qualcuno che conta e da velina ti ritrovi ministra, oppure vediamo, darla al datore di lavoro e fare carriera anzichè sbattersi come faceva la collega, oppure vediamo, darla al proprio fidanzatino e poi dire di essere state stuprate da un rom, oppure vediamo, no.. non continuo.. scusate.. ho i conati di vomito.

    l'ho sempre detto, le donne, a mio avviso, si distinguono in due categorie nette: le puttane e le pure, le puttane sono puttane e le pure, pure!

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  151. Grande Leonardo, post illuminante. Complimenti!!!

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  152. PIN POM!

    Invito alla lettura!

    POM PIN!

    http://www.uominibeta.org/2011/09/11/dalla/

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  153. (1)Liberamente tratto da: “i racconti dell’impossibile”
    (una narrativa surreale del sottoscritto sull’ipotesi della traslazione dell’anima da un corpo ad un altro)

    Era una sera d’estate, finalmente uscendo dal lavoro incontrai le mie amiche e decidemmo di andare a cena insieme, misi il vestitino che mi piaceva tanto, frutto delle ennesime rinunce alimentari! Un velo di rossetto, il trucco giusto.. La serata era mia! Stasera sento che trovero’ l’uomo giusto, in fondo quel locale e’ sempre pieno di uomini interessanti..
    Quella sera Sonia mai immaginava cosa le stesse per succedere, qualcosa che tuttavia NON LE CAMBIO’ L’ESISTENZA, anzi..
    Uscendo di Casa Silvia fermo’ la sua vettura dinanzi al solito caffè, dove l’ attendevano le amiche, era in procinto di chiudere lo sportello del veicolo quando un uomo la avvicino’.. “Mi scusi, ma non ho potuto fare a meno di notarla, permetta che mi presenti, che faccia mio questo momento.. vorrei conoscerla, mi chiamo Andrea..”. Sorpresa, Silvia si gira e notando l’uomo come farebbe un banchiere dinanzi ad una richiesta di mutuo presentata da un precario, risponde “Senti, non mi seccare.. se non ti dispiace ho fretta.. magari perche’ non passi piu’ tardi dentro..”. “Scusami se insisto” rispose Andrea ” ma li dentro non posso certo sperare di poterti parlare tranquillamente..”. “Sparisci o ti accuso di Stalking!” No.. ok. ok.. troppo moderno.. vediamo.. Ah no! Ecco. La nostra Silvia risponde “Ascolta bello, smamma! Ho gia’ chi mi stura l’utero!” uhm.. no.. troppo rude.. Va bene, facciamo cosi.. mettete qui un qualsiasi vostro 2 di picche generico.. Va benissimo..
    Al che Andrea seccato risponde “Tu non sai cosa significhi cio’ che fai, l'avere la possibilità di cotale arbitrio, arrogante ed incivile! che tu possa avere 48 ore di mascolinita’!!” Detto questo si volta e scompare tra le luci della città. Silvia rimane per pochi secondi assorta.. per poi dirigersi verso il locale.. Ma proprio dinanzi all’entrata vi trova un buttafuori che le dice:”Hey tipo!?!? Ma dove ti credi di essere? Al carnevale? Smamma!” “Ma che diav..” Silvia non fa in tempo a rispondere che subito nota un cambiamento nella sua voce.. divenuta piu’ rauca ed imponente.. impaurita e perplessa guarda il tipo e poi se stessa, le tette erano sparite!! il perizoma faceva male e quella fantastica sensazione di assenza tra le cosce era divenuta una ingombrate presenza tra le gambe! In preda ad un momento di panico, Silvia si dirige verso la vetrina li vicino per constatare l’atroce verita’! Era diventata un UOMO! Terrorizzata provò ad urlare il suo sgomento ma al contrario, una sorda risata le usci’ dalla bocca.. scappò verso l’auto e di corsa verso a casa!Inutilmente le sue amiche la chiamarono al cellulare, alle quali rispose con un piu’ discreto sms dicendo che aveva trovato un uomo con cui passare la serata e scusandosi nel contempo per il ritardo.

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  154. (2)Silvia, o sarebbe meglio dire Silvio, passò intere ore a guardarsi nel suo nuovo corpo, il terrore pian piano svanì dietro al ricordo di quanto successo.. Inoltre aiutata dai nuovi stimoli del dna, cercò di elaborare lo sgomento per divenire padrone della nuova situazione.

    Ricordatasi dell’uomo incontrato prima, Silvio decide di vestirsi come un uomo e di andare in cerca del tipo.. gira la citta’ per tutta la sera senza risultato, allora cerca di tornare dalle amiche.

    Mentre viaggia, nota crescere in lei tutta una serie di esigenze e bisogni mai notate prim’ora; una su tutte, la voglia di sesso.

    Il buttafuori lo ferma, non aveva l’invito (era gratis solo per le donne), paga quindi 15 euro di ingresso.. si avventura dentro le mura del caffe’ cercando di darsi un contegno maschile.. Avvicinatosi alle amiche, e non sapendo come fare, provo’ a “rimorchiarle”.

    Finalmente Silvio(a) conobbe cosa significa avere l’impulso sessuale e cosa significa subire estenuanti rifiuti, sia per l’abito non consono, la mancanza di un giusto profumo, di un’auto come si deve, la mancanza di tanti soldi per offrire le bevute nonchè ritornare a mani vuote a casa e col “bimbo” sveglio..

    il giorno dopo Silvio si svegliò.. Riaveva le sue tette, l’effimera sensazione di assenza in mezzo alle gambe era tornata.. Decise di non dire nulla alle sue amiche.. ma soprattutto, di continuare a usare questo fantastico strumento di potere: LA PHEEGA!..Ora ne era ancora più consapevole…

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  155. mi permetto di pubblicare questo articolo a mia firma:
    http://www.uominibeta.org/2010/11/01/ideologie-diverse-ma-stessa-ipocrisia/

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  156. e questo, a firma di Paolo Barnard:
    http://www.uominibeta.org/2011/05/30/sono-andato-a-puttane/

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  157. Come hai dettu tu Leonardo, vengono ragazze da tutto il mondo a fare i comodi loro in Italia (con gli uomini italiani). Non è una frase razzista, perché di solito i razzisti se la prendono con gli immigrati maschi e le zingare che fanno l'elemonisa.

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  158. I maschi vanno per sesso a pagamento perché non lo trovano gratis.

    Questo sta scritto sulla Stele di Hammurabi.

    Gratis non ce n'è. A pagamento non si deve.
    Soluzione? Mumble...mumble...
    "Castità!"

    E' vero! Non ci avevamo pensato! E' un'ottima soluzione, in linea con le promesse della Liberazione Sessuale.

    "Non si fa commercio dell'amore!"
    Esatto: datela gratis e il commercio finisce.

    I maschi vanno per sesso a pagamento perché non lo trovano gratis.

    Il resto è menzogna. Ogni diverso discorso, ogni altra parola, ogni differente tesi è menzogna.

    Syrtis Major

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  159. Questo è un post scritto dal sottoscritto, oltre nove anni fa, in una mailing list che oggi non esiste più.
    ------------------------

    Ho qualcosa da aggiungere riguardo alla questione degli uomini che frequentano le prostitute. I motivi per cui tantissimi uomini si rivolgono alle signore e signorine a pagamento, non hanno niente a che vedere con il desiderio di dominio sulla femmina (stando a certe stronzate mediatiche) e a mio parere sono estremamente semplici. C’è chi le frequenta perché quella è per molti ragazzi e uomini timidi l’unica maniera per avere rapporti sessuali con una donna (personalmente ne ho conosciuti parecchi).
    Altri ci vanno perché in “quel periodo sfortunato” della vita, non trovano uno straccio di donna che gliela dia e poiché gli ormoni danno alla “testa” sono costretti dai medesimi a pagare. Ce ne sono parecchi che vi si rivolgono perché la moglie ha deciso di non dargliela più, oppure perché la consorte è un vero e proprio pezzo di legno, afflitta da mille problemi, mille paranoie, mille inibizioni. Ci sono uomini che pagano le puttane d’alto bordo (che non sono schiave di nessuno; scelgono di farlo, anche se “ufficialmente” non è vero) per poter praticare certi “giochetti estremi” che se solo osassero proporli alla propria fidanzata, convivente o moglie, verrebbero immediatamente bollati come maniaci sessuali e in qualche caso denunciati. Molti uomini vanno con le peripatetiche perché quello è l’unico modo possibile - per tanti comuni mortali - di scopare una strafica, magari russa o lituana, alta 1,85 e in possesso di..."3 metri" di cosce.
    Tanti altri uomini le frequentano per il puro e semplice piacere di “scaricare le palle” e di non avere rotture di palle.
    Personalmente, nonostante il diffusissimo disprezzo sociale verso chi le frequenta, non ci trovo nulla di scandaloso e di anormale. Eventualmente, cosa bisognerebbe dire di quelle (rare) femmine che pagano i gigolò?

    >>
    Sandro

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  160. Posso dire che la prostituzione spesso viene vista da chi la frequenta come sesso a basso costo. In più, che male dei soggetti maggiorenni e consenzienti che scelgono il sesso a pagamento come orientamento sessuale, sia nella domanda, sia nell'offerta? Basta con questa assurda "Meretriciofobia".

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  161. Gibson versa a Robyn, la ex, 425 milioni di dollari, 800 miliardi di lire.

    "Quelli furono coiti veri!
    Questi sono miliardi veri!
    e io sono un puttaniere vero!"

    No questa non è prostituzione. Contro questa non cade la condanna sdegnata delle nostre paleo, neo, postfemmininiste. Nè l'ira di "Se non ora quando". Né quella dei loro paladini. Qui nessun dileggio contro lo sfigatello, nessun invito all'autoerotismo. Qui la legge non persegue il reo, che non si impiccherà per la vergogna, come fu per altri.

    Questo non è commercio, è amore.

    Syrtis Major

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