Stavo riflettendo sulla celebrità dei blog, ammesso che si possa chiamare tale.
Ammesso che si possa chiamare tale, si tratta della forma più sfigata di celebrità mai esistita – ovvero, no: un gruppo punk che avesse una base di un centinaio di fan sparsi in una intera nazione, che macinasse periodicamente centinaia di chilometri per andare a prendersi bottigliate in testa da codesti fan, forse soffrirebbe di una forma di celebrità ancora più sfigata, ma non è poi detto.
Del resto, giudicate voi: rincaso dopo cinque ore di lezione e quattro di corso di aggiornamento antincendio, poso i sacchi della spesa e rifletto pensoso sul pacco di compiti che ho promesso di consegnare corretti per domani, metto su un caffè, vado su internet, c'è gente che scrive Ciao! Ti posso fare un'intervista? Come ci si sente a essere blogger dell'anno (ancora?) Cosa rispondi a chi ti accusa di cospirare con Luca Sofri per il potere del Macchianera Award? Perché non fai cash quando potresti farne tantissimo, sei uno duro e puro eh? Eh? Ragazzi, se non è uno scherzo c'è qualcosa che non va.
Corsi e ricorsi: dopo mesi di dimenticatoio, per una mera coincidenza, oggi sono state pubblicate due interviste al “blogger straconosciuto praticamente per tutti”. Che sarei io, eh. Una, più telegrafica, su Liquida; l'altra, una classica deriva delle ore piccole, su Manublog.
Oltre a segnalarle farò qui una cosa orribile: citerò alcune cose che, rileggendole, mi sono piaciute (“toh, guarda come gliele canta bene questo”).
Sul tuo blog non è presente alcuna forma di pubblicità, eppure potresti monetizzare cifre interessanti. Come mai questa scelta idealistica?
Un momento, da quand’è che si monetizzano cifre interessanti? Che io sappia non si tira su praticamente nulla, ti vendi la faccia per niente.
Bisogna in effetti smitizzare questa idea dei blogger duri e puri che non si vendono… io lo dissi anche a Riva del Garda, fatemi un prezzo decente e io mi vendo (zanzanzan), non ho un concetto così sacrale della roba che scrivo. Ma finché le cifre sono quelle che girano oggi non mi pare che valga la pena.
Tu sei anche (anzi soprattutto) un insegnante. Come spiegheresti un blog ad una classe di ragazzi delle medie?
Fa parte di quelle cose che non c’è bisogno di spiegare: quelli a cui interessa lo hanno aperto già (su msn, di solito). Ai ragazzi delle medie bisogna spiegare il fascismo e l’aids, mica internet, che è una delle cose più intuitive al mondo. Ti sei mai chiesto perché non c’è un corso di bicicletta? Eppure la bicicletta è ancora assai più pericolosa di internet, te lo diranno in qualsiasi pronto soccorso. Però te l’immagini una lezione sulla bicicletta? “Oggi faremo la teoria del freno anteriore”. No, si monta sulla sella e si cade fin quando non si cade più. Con Internet è più o meno la stessa cosa.
Che consigli daresti a un blogger agli inizi?
Non pensare mai, assolutamente mai, per nessun motivo, che il blog possa essere anche solo per qualche istante una seria fonte di reddito. In tre parole: va a lavorare.
L'esempio della bicicletta me lo segno e lo riuso la prossima volta che il mio ex capo di Tübingen mi chiede di spiegargli il concetto di blog
RispondiEliminale bottigliate in testa per un punk sono gesti affettuosi. Senza contare che a volte anche i fan fan (ehi bella questa) centinaia di chilometri per spaccare amorevolmente una Dreher in testa ai loro beniamini.
RispondiEliminaSei il blogger del secolo (ma non so dirti quale :)
Deve essere un secolo oscuro.
RispondiEliminaIo l'esempio della bicicletta me lo segno davvero: e lo cito al prossimo genitore che mi dice che bisogna insegnare internet a scuola e non l'italiano. Anche perché, normalmente, mi limitavo a imprecare tra i denti, quindi il passo in avanti è sicuro...
RispondiEliminaIl tuo concetto di blog e' riduttivo. "Huffington Post" e' un blog e fa girare dei bei soldi, DailyKos.com idem, per non parlare dei blog dei Repubblicani. E' questione di numeri: scrivendo in italiano per una platea italiana e su argomenti pallosi come la politica, i numeri non ci sono. Ma prova a fare un bel blog di tette e culi, e vedrai come arrivano gli assegni da zio google...
RispondiEliminaLeo, tu quoque, perché???
RispondiEliminaIo sono anni, per non dire decenni, che sulla bicicletta predico l'esatto opposto: è un veicolo che tutti, superficialmente, pensiamo di conoscere e comprendere, e invece la maggior parte di chi la usa ci sta sopra storto, fatica inutilmente e si produce dolori articolari.
Per approfondimenti (se siete qui i post lunghi e pallosi non vi dovrebbero spaventare più di tanto...he he) c'è un mio pezzo "antico" sul sito della F.I.A.B. (Federazione italiana amici della bicicletta) intitolato "Pedalare meglio per faticare meno".
Potresti leggerlo e fammi sapere se ti ha fatto cambiare idea... :-)
(e ti risparmio il "corso di manutenzione concettuale: facciamo a pezzi la bicicletta", se giri un po' in rete salta fuori anche quello)
P.s.: lo so, è inutile che me lo scrivi, avere dei rompico***oni come lettori è il prezzo da pagare per la fama imperitura.
Quando mi si guasta una metafora, il post è da buttare, maledetti.
RispondiEliminaciao Leonardo, non avevo seguito i blogawards ma ho sentito la voce di quelli che ti apprezzano, ai quali mi unisco.... se vuoi, fatti vivo: io sono attualmente al sole 24 ore, dove mi occupo di nòva. saluti e complimenti. luca de biase
RispondiEliminasoldi soldi soldi soldi...ho come l'impressione che un'insegnante in Italia o ci pensa sempre o non ci pensa mai. Quand'è che vieni a insegnare a me? Te l'avevo già chiesto. mmm
RispondiEliminaLeo, I'm very sorry!
RispondiElimina...ma ognuno/a nella vita ha la sua "piccola guerra" da combattere, e la mia è, da vent'anni ormai, far scoprire alle persone la bellezza dell'andare in bicicletta.
E purtroppo la cultura della bicicletta è una cosa che in questo paese manca, a qualsiasi livello. Per cui non sentirti in colpa...
P.s.: a parte questi dettagli trascurabili, la tua "piccola guerra" contro la stupidità collettiva la stai combattendo alla grande! ;-)
esistono corsi di bicicletta..
RispondiEliminaa parte quelli su come ripararla, ne esistono su come andare in bici in città, in inghilterra..
e monetizzano parecchio..
Suvvia, proprio io che trovo solo difetti nei post di questo "blogger famoso" devo difendere sta banale metafora del biciclo?
RispondiEliminaVolevate un esempio più lampante? Che so? Insegnare a masticare? Troverete senz'altro corsi e trattati anche su questo tema, ovvio. In una scuola "dell'obbligo" si dovrà pur fare una scala di priorità che tenga conto di quello che non è possibile imparare fuori, e degli argomenti che non si possono nemmeno introdurre con un paio d'ore a settimana per 3 anni, qual'è il web...
Ok, non ho colto la vostra ironia... ma impariamo a valorizzare le esperienze autodidatte, ovvia...
P.S. altrimenti basta digitare corso+... su google
"Al di la del bene e del male" magari è possibile riuscire a farsi pagare(sperando che il cambio sia in valuta corrente) per non scrivere notizie scomode alla stessa maniera in cui nelle aste immobiliari giudiziarie spesso i parecipanti vengono ricompensati per chiamarsi fuori dalla gara,lasciando così il campo ai soliti noti
RispondiEliminanon vorrei fare il bastian contrario... ma in Germania esistono i corsi per andare in bicicletta. li fanno fare ai bambini a scuola. non ho capito se elementari o medie. tipo che arriva un poliziotto per un'ora e fa lezione ai bambini, il poliziotto, giuro. e se un bambino e' assente dal corso chiedono lumi al genitore.
RispondiEliminano perche' se poi il fanciullo causa un incidente o ne e' vittima con la sua bici e non ha fatto il corso... vanno a prendere direttamente i genitori per le orecchie.
non so se poi insegnano il nazismo eh :))
Che consigli daresti a un blogger agli inizi?
RispondiEliminaVa a lavurar barbun!