L'ultimo che mi viene in mente è The Day After Tomorrow; il regista che ne ha messi più insieme è probabilmente Spielberg; il periodo in cui andavano più forte, gli anni Settanta – ma ci sono antecedenti in letteratura più o meno a partire da Noè.
Chiamiamoli archetipi narrativi: non c'è disgrazia imprevedibile che possa impedirci di raccontarci storie. Che saranno simili a centomila storie che i nostri padri si sono già raccontati, eppure ci sembreranno abbastanza nuove da crederci (giacché di credere in qualcosa, evidentemente, abbiamo bisogno). Ed ecco lo scienziato solitario Gioacchino Gianpaolo Giuliani, il profeta del radon.
Ne avete sentito parlare per tutto il lunedì. Lui, rinchiuso nel suo laboratorio sotto il Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, il terremoto l'aveva previsto, grazie a una sua originale ricerca sul gas radon sprigionato dai sismi. E il potere, incarnato dal rude Bertolaso, lo aveva trattato da “imbecille” e fatto denunciare per procurato allarme. Come fai a non crederci? È tutto su internet: le dichiarazioni, l'intervista, la pagina dei sostenitori su facebook.
Ma è proprio su internet che, con un attimo di pazienza, è possibile smontare la storia pezzo per pezzo: G. G. Giuliani al Gran Sasso fa il tecnico, la sua ricerca sul radon è un hobby (peraltro il collegamento tra radon e terremoti è accettato dalla comunità scientifica da più di trent'anni), e soprattutto, il terremoto non lo aveva previsto per lunedì, ma per la scorsa settimana. E non alle porte dell'Aquila, ma a Sulmona: sessanta chilometri di distanza, anche questo è su internet. Non solo, ma dopo l'ondata di panico generata a Sulmona domenica scorsa (e che gli era valsa la denuncia per procurato allarme), in un'intervista aveva tranquillizzato gli abruzzesi: lo sciame sismico era destinato a scemare copo il mese di marzo.
Dico la mia: Giuliani non sarà un imbecille, ma è un irresponsabile in discreta percentuale. Se durante uno sciame sismico cerca particelle di radon, è probabile che ne troverà; ma il suo tentativo di triangolare i dati e trovare l'epicentro di un sisma prima del sisma stesso non regge per ora la prova dei fatti. Sessanta chilometri sono la distanza tra Milano e Varese. Prevedere un terremoto a Varese una settimana fa non significa mettere in guardia i milanesi oggi; tanto più che molti sfollati da Varese potrebbero accorrere proprio a Milano – e se la scorsa settimana nessun fuggitivo da Sulmona (AQ) si è fermato nel capoluogo, lo dobbiamo solo alla fortuna e magari un po' a Bertolaso, che ha pubblicamente trattato da mitomane il Noè di turno. Che probabilmente è in buona fede, e chissà, nei prossimi anni metterà davvero a punto quel sistema di previsione dei sismi che nessun laboratorio al mondo è ancora riuscito a trovare. Glielo auguro di cuore.
Nel frattempo continuo a stupirmi per la rapidità con cui nell'emergenza una voce filtrata male – anche nell'era di internet, dove i filtri sono trasparenti – si trasforma subito in Mito. Su facebook, come si dice, spopolano i gruppi pro-Giuliani. Questo per ora ha solo duecento iscritti (altrove pare siano migliaia):
GIAMPAOLO GIULIANI QUALKE GIORNO Fà AVEVA PREVISTO IL TERREMOTO CHE STANOTTE SI è VERIFICATO IN ABRUZZO...TRAMITE SUOI STUDI E UN RILEVATORE DI GAS "RADOM"(PENSO SI SCRIVA COSì) LE NOSTRE POTENTI ISTITUZIONI NON GLI HAN DATO RETTA E ANZI L'HANNO DENUNCIATO XPROCURATO ALLARME...GRAZIE A QUESTE ISTITUZIONI DI MERDA SONO MORTE PIù DI 100 PERSONE,PIù DI 2000 FERITI,E PIù DI 60000 SFOLLATI...A ME QUESTI PAPPONI MAFIOSI CHE RAPPRESENTANO NOI COME STATO ITALIANO MI HANNO ROTTO I COGLIONI...MA PESANTEMENTE...
Il messaggio non rende giustizia al fenomeno. Il mito di Noè-Giuliani non è prerogativa di ragazzini con la k facile. Ha intaccato il senso critico di persone intelligenti, informate, dalle quali passo quotidianamente ad abbeverarmi di razionalità. Ma questo è il punto, la razionalità ha dei limiti. Uno di questi limiti è il terremoto: una tragedia ingiusta, imprevedibile, che ti toglie la terra sotto i piedi e non ti spiega nemmeno il perché. E l'uomo può costruire sismografi e scavare tra le rocce con le unghie, ma devi dargli un perché, specie se è piccolo. È andata così, dal diluvio in poi: quando i nostri cuccioli ci chiedevano conto di un fenomeno spiegabile, glielo spiegavamo; quando era inspiegabile, ci ricamavamo sopra una storia. La storia non spiega, non risolve, e probabilmente nemmeno consola: ma in qualche modo è meglio di niente; e niente sarebbe quello che avrei dovuto scrivere stavolta, ma mi sarei sentito anche peggio.
Insomma morale della favola in ogni buon post che scrivi se non attacchi qualcosa della bibbia non sei contento.
RispondiEliminaSul fenomeno facebook sono d'accordo come e più di te: internet, e i social network, spesso finiscono per amplificare una relazione immediata emozione->pensiero (sbagliato) che prescinde dalla verifica dei dati e dà conto della buona fede della gente. Ma questo penso sia un limite dello strumento, non tanto della gente.
"Giuliani non sarà un imbecille, ma è un irresponsabile in discreta percentuale. Se durante uno sciame sismico cerca particelle di radon, è probabile che ne troverà; ma il suo tentativo di triangolare i dati e trovare l'epicentro di un sisma prima del sisma stesso non regge per ora la prova dei fatti. Sessanta chilometri sono la distanza tra Milano e Varese. Prevedere un terremoto a Varese una settimana fa non significa mettere in guardia i milanesi oggi; tanto più che molti sfollati da Varese potrebbero accorrere proprio a Milano – e se la scorsa settimana nessun fuggitivo da Sulmona (AQ) si è fermato nel capoluogo, lo dobbiamo solo alla fortuna e magari un po' a Bertolaso, che ha pubblicamente trattato da mitomane il Noè di turno. Che probabilmente è in buona fede, e chissà, nei prossimi anni metterà davvero a punto quel sistema di previsione dei sismi che nessun laboratorio al mondo è ancora riuscito a trovare. Glielo auguro di cuore."
RispondiEliminaSei proprio fuori strada...
1. aveva detto che il "sisma disastroso" sarebbe stato tra Sulmona e Aquila.
2. che sarebbe successo a fine marzo
3. da l'allarme per il 29 marzo (il terremoto c'è ma non è grave)
4. la "premonizione" è successiva all'intervista dove dichiarava che gli abruzzesi non si dovevano preoccupare dello "sciame".
5. sarà un mitomane ma vogliamo approfondire o ci dobbiamo sempre bastare delle parole di Bertolaso(sappiamo tutti chi è?!).
A me sarebbe piaciuto essere avvertito, dopo sceglievo io se dormire fuori o dormire in casa.
Michele
Io prevedo uno tsunami in Sardegna per il mese d'agosto. Datemi pure dell'imbecille ma intanto se ci azzecco avrò il mio momento di celebrità.
RispondiEliminaLa pura sequenza degli eventi è di per sé eclatante e per notarla anche senza l'ausilio di facebook, bastava leggere i giornali: uno studioso di fenomeni sismici, se dicente si scoprirà, lancia l'allarme per un imminente terremoto di grave portata che si starebbe per abbattere sulla zona di Sulmona. Una settimana dopo una scossa letale si scarica su l'Aquila.
RispondiEliminaUna coincidenza abbastanza unica, visto appunto la natura sfuggente di questi eventi, che coincidenza fortuita può sempre essere ma che merita di essere indagata. Il grado di approssimazione e l'utilità effettiva allo stato delle cose non sono di per se il punto, ma se il metodo abbia una qualche efficacia su cui lavorare.
Il bailamme che si crea intorno e le sotto-querelle nane dei circolini della rete sono altra questione.
Giuliani ha l'entusiasmo (e forse la faciloneria) dell'appassionato: probabilmente il suo metodo è migliorabile col rigore accademico. Il suo allarmismo doveva essere bilanciato con meno isterismo, da parte di Bertolaso e da parte dei giornali, che hanno fatto il loro mestiere maluccio.
RispondiEliminaSulla precisione della previsione invece io sono più cauto: un raggio di 60 km, una settimana di delta su localizzazione e tempi previsti soliti dei terremoti sono approssimazioni eccellenti.
Aggiungerei che Giuliani stesso ha ammesso che si, il sistema della triangolazione non è molto preciso, ma perchè diversamente dalle potenti reti ingv/protezione civile/eccetera, lui ha solo cinque apparecchi, dislocati tutti nelle vicinanze.
RispondiEliminaGiuliani al gran sasso fa il tecnico. E allora? Einstein non lavorava compe impiegato all'ufficio brevetti?
Come dici tu, il sistema è sicuramente migliorabile, ma da qui a definirlo un imbecille e continuare a ribadire per una intera giornata che "no, i terremoti non sono ASSOLUTAMENTE prevedibili" forse c'era qualche via di mezzo.
Caro Leonardo,
RispondiEliminail post è molto bello e da un punto di vista "filosofico" non può che trovarmi d'accordo. Per di più concordo con il tuo giudizio critico con le "quotidiane fonti di razionalità", che si sono lasciate trasportare da entusiasmi un pò avventati riguardo alla possibilità di prevedere il sisma.
Ma c'è da aggiungere che la tua cronologia degli eventi è leggermente sfasata: come ha scritto Anonimo, la "premonizione" è successiva all'intervista in cui Giuliani avverte di non preoccuparsi. Non solo: il terremoto a Sulmona c'è effettivamente stato la notte del 29, ma di portata minore.
Perché non ha annunciato anche il terremoto di Domenica a L'Aquila? Lui dice di aver avuto paura di un'ulteriore denuncia per recidiva. A quel punto, avrebbe potuto cautelare perlomeno se stesso e i suoi... e in effetti il fatto che ora lui sia uno sfollato potrebbe essere una dimostrazione che effettivamente l'ha fatto. Ma qui sono solo congetture, che in questo momento sono la cosa meno umana e pertinente che si può fare...
Resta il fatto che Giuliani, con pochi e male organizzati strumenti, è riuscito a prevedere un terremoto (Sulmona, 29 Marzo), nonostante appaia chiaramente dall'intervista video che non sia né un allarmista, né un mitomane.
Mi associo quindi a Grimmo: tra eroe da film di Spielberg e imbecille ci sono molte vie di mezzo.
Sancio
beh, mi sembra che tu predichi bene ma razzoli male...
RispondiEliminahai usato delle dicerie che spopolano su internet per confutare altre dicerie che che abbiamo appreso da internet...
non mi pare una scelta illuminata
così come appare incomprensibile la posizione degli esponenti del mondo scientifico che abbiamo ascoltato nei media
uno scienziato non dice: è impossibile prevedere i terremoti!
ma dice: con gli strumenti attuali non è possibile farlo
sottile differenza
inoltre, in relazione al tecnico di cui sopra, uno scienziato commenta nel modo seguente:
- sono a conoscenza del metodo usato dal signor giuliani e lo ritengo scientificamente non attendibile
oppure
- non conosco il metodo usato, con le attuali tecniche no è possibile prevedere il fenomeno terremoti, valuteremo l'attendibilità del metodo proposto da giuliani
questo a me sembra buon senso, ed è proprio il buon senso che mi sembra sia scomparso dal nostro paese
Una cosa che si impara studiando metodologia della ricerca scientifica è che la scienza non procede dal buio dell'ignoranza alla luce della conoscenza, ma semplicemente da teoria ad altra teoria (migliore della precedente, si spera). Pertanto credo che ogni studioso serio che voglia fare delle previsioni in un campo come quello dei terremoti non possa presumere di avere delle certezze assolute (il terremoto avverà alle 3.30 del tal giorno al tal km. ecc.) ma dsemmai i poter indicare delle probabilità più o meno "rubuste". In questo caso mi sembra siano state particolarmente robuste, appunto, anche se ovviamente non so se il metodo adottato sia corretto. Però: neanche la meteorologia mi dà delle certezze sul tempo che farà domenica, tuttavia se devo fare un'escursione in montagna preferisco tenere nella dovuta considerazione le sue previsioni. I detrattori di questo "tecnico" dicono che i terremoti semplicemente non si possono prevedere, ma leggo sui giornali della mia città, oggi, che una persona solitamente molto prudente come il rettore dell'università di Trento sostiene che non è del tutto esatto. Che qualcosa si può fare, insomma.
RispondiEliminaConcentrarci sul solito derby della polemica e' inutile.
RispondiEliminaIl vero scandalo e' che in Italia si continua a costruire in cemento armato su zone sismiche, quando il resto del mondo usa legno e acciaio... perche' il cemento costa meno e le aziende italiane nell'edilizia sono medio-piccole. Roba da terzo mondo.
Non posso che associarmi al 100% alle considerazioni assolutamente ragionevoli fatto dall'anonimo (che peccato che non si qualifichi però!)
RispondiEliminaQui, l'accusato dev'essere Bertolaso, non perchè non ha ciecamente creduto al Giuliani, ma perchè addirttura l'ha denunciato, e adesso continua pervicacemente a sostenere quello che uno scienziato non direbbe mai: "non è possibile..."
E' evidente che, se ci fosse una dipendenza diretta tra quantità di radon emesso, e vicinanza dell'ipocentro del terremoto, per individuarlo correttamente, avremmo bisogno di monitorare molti più punti di quelli che il Giuliani aveva a disposizione.
Vorrei aggiungere un altro aspetto meno pertinente, ma comunque collegato.
Stamane una radioascoltatrice sollecitava l'educazione agli eventi sismici, del tipo, cosa fare in caso di sisma, prevedere dei punti precisi di raccolta, diciamo elementi di prudenza e di opportunità da utilizzare per tali eventi.
Come diceva l'anonimo, in questo paese, abbiamo del tutto perso il buon senso, dedicano ore intere di trasmissione alle previsioni del tutto aleatorie del tempo, e si mettono a tacere coloro che esprimono previsioni su eventi ben più disastrosi!
Obiezioni in due punti.
RispondiEliminaPrimo punto. La Protezione Civile è solita, in caso di previsioni di forte maltempo, diramare allarmi preventivi per un tot di giorni (24-72 ore). Ora, che io sappia, questi allarmi non sottointendono "ci sarà sicuramente", ma più qualcosa del tipo "è probabile che ci sarà; niente panico ma teniamoci pronti". Bene. Benissimo. Le previsioni metereologiche si basano su "modelli di comportamento", il che significa, per quanto ne so, che è molto probabile (molto probabile, attenzione!) che seguiranno un certo andamento. Non è certo.
E' vero, mi direte, ma se piove basta che rimani in casa. Si, ma poi succede Sarno....
Ora, se le previsioni del tempo possono essere in minima parte aleatorie, perchè non lo possono essere le previsioni sui terremoti?
Punto secondo. Questione Gioacchino Gianpaolo Giuliani.
Prima possibilità: G.G.G. è un signor nessuno, l'addetto alla pulizia dei vetrini del microscopio del laboratorio 4 dell'isitituto di Astrofisica. E' un cretino qualunque che come hobby ha lo studio del radon invece del decupage o del giardinaggio. I suoi strumenti per il rilevamento del radon, costruiti da lui con una latta di pomodori pelati, fili di rame e peli del suo cane, gli predicono una catastrofe: in tutta fretta organizza una megaconferenza, a cui partecipa nientepopòdimenoche il Capo della Protezione Civile (non il delegato di quartiere, non quello cittadino, non quello provinciale o regionale: il Capo in persona!!) per dire che ci sarà un terremoto in Abruzzo, nella zona di Sulmona, il 29 marzo e si becca la denuncia per procurato allarme (colpa della megaconferenza e dei media, immagino, perchè se il mio ortolano, che ha per hobby lo studio del radon perchè ha fatto 2 anni di fisica all'università prima di rilevare l'attività paterna, mi dicesse che secondo lui ci sarà un terremoto a breve non vado certo a denunciarlo per procurato allarme, nè denuncio Voyager e i suoi servizi settimanali sulla fine del mondo). Poi succede quello che è successo...
Seconda possibilità: G.G.G. non è uno scienziato, ma un tecnico di laboratorio (mi sbaglio sicuramente, ma voglio credere che sia uno di quelli che sanno usare i macchinari e sanno leggerne i risultati: non un capoccione, magari, ma un intelligente pragmatico). Sta studiando il comportamento di un gas, il radon, durante i fenomeni sismici: non per hobby (perchè diciamocelo, fra tutti gli hobbies possibili, studiare il radon mi sembra il più improbabile), ma perchè sta scrivendo una ricerca su questo argomento che spera un giorno di poter pubblicare. La sua ricerca ha mezzi limitati (in Italia non si investe nella ricerca scientifica, ricordate?) e per forza di cose un'area limitata; non un'area scelta a caso, ma una a forte rischio sismico (e ti credo: se devo studiare i pinguini non vado a cercarli all'equatore). I suoi strumenti rilevano qualcosa, sembrano indicare la possibilità di un terremoto nell'area monitorata. G.G.G. ne parla con qualcuno all'Istituto, che ne parla con qualcun'altro alla provincia che ne parla con qualcun'altro alla regione che ne parla con qualcun'altro a Roma che ne parla a Bertolaso. Che lo denuncia per procurato allarme. Poi succede quello che è successo...
Ora, che si tratti della prima o della seconda possibilità (o di una terza o di una quarta, non mi frega niente di considerare GGG un genio o un cretino) quello che mi sembra palese è che ci sia stata non una sottovalutazione ma un volontario ignorare questa indicazione. La frase "I terremoti non si possono prevedere" è dogmatica. Mi andrebbe bene se a dirla fosse un prete, ma in bocca a Bertolaso suona come una bieca giustificazione a posteriori per non aver fatto il proprio dovere; e in bocca a uno scienziato mi provoca i brividi per tutta una serie di motivi che potete capire da soli. Da ciò ne consegue: dimissioni di Bertolaso (dovute, dopo un'errore di valutazione di questo tipo) e bagno di umiltà per quelli che "I terremoti non si possono prevedere".
Purtroppo tutti questi discorsi non servono a niente. Il danno è fatto, la terra in Abruzzo continua a tremare. Impareremo qualcosa? Vorrei non essere pessimista.
Scusami per la confusione. Ciao
Nanni
@Giacomol: si usa legno ????(hai mai visto un ospedale di legno?) o acciaio (con il quale, effettivamente, è facile ottenere la duttilità necessaria alle strutture per reggere ai terremoti), ma anche il cemento armato va benissimo, se dimensionato opportunamente. In italia una normativa sismica allineata con gli Eurocodici (leggi in vigore in tutta Europa) viene rimandata di semestre in semestre, da dopo il fatto della scuola di S. Giuliano.
RispondiEliminaIn quella occasione venne emanata un'Ordinanza del PresConsMin (indovina chi era)che raffazzonava in maniera caotica e perlopiù inapplicabile alcune norme prese da chissadove. Poi si è cercato, da più parti, di allineare questa ordinanza con le metodologie consolidate ed applicate in molte parti del mondo, ma siamo (credo) alla terza o quarta proroga.
Per il resto, Leonardo ha centrato il problema.
Zagabart
Come ha scritto Michele, la scossa a Sulmona predetta dal tecnico di laboratorio c'è stata. Non ne so nulla di terremoti, che questa coincidenza, e la catastrofe che ne è poi seguita, siano la prova che Giuliani avesse ragione oppure una concatenzaione di coincidenze non altrimenti prevedibili non sta ai profani dirlo. Che però l'Abruzzo sia zona notoriamente sismica (la Wikipedia, non un giornale per specialisti, ma un bieco mezzo di informazione divulgativa, segnala sette sismi di una certa importanza avvertiti nella zona in un secolo, in media uno ogni 14 anni) è vox populi, e pare che da febbraio 2009 si rilevassero delle scosse. Avvisaglia o routine? Io non lo so. L'unica cosa che posso dire che nella zona non c'erano edifici costruiti secondo le norme antisismiche. Cassandra poteva anche non esserci, ma Troia avrebbe potuto restare in piedi molto meglio, dopo decenni di terremoti. Prevedere magari era difficile. Prevenire molto meno.
RispondiEliminaA tutti i grandi esperti di filosofia della scienza, ricordo che la robustezza di una qualsiasi ipotesi scientifica si costruisce con un'analisi dei risultati previsti rispetto a quelli attuali continua e protratta nel tempo.
RispondiEliminaSiccome nessuna ipotesi può essere convalidata, ma solo confutata, la robustezza si può acquisire unicamente con un track record di previsioni lineari alle previsioni.
Pure ammettendo che la previsione del dott. Giuliani possa ritenersi confermata (concedendo alla previsione una qualche approssimazione dovuta soprattutto dall'incertezza strumentale), una sola previsione non è e non può essere la base per una nuova teoria sugli eventi sismici.
Ad oggi, affidare le previsioni di eventi sismici al metodo Giuliani equivale ad affidare i malati di cancro al metodo Di Bella.
Non mi sento in grado di valutare la scientificità del tutto, ma da donna pragmatica prendo atto che Giuliani ha 5 figli (minuto 1.43 del video) e che la notte della grande scossa erano tutti a casa (minuto 2.44).
RispondiEliminaAvessi 5 figli ed anche solo il dubbio che possa tare per accadere una cosa del genere li manderei con la mamma a fare tutti visita agli zii di Cantù. Per qualche giorno.
http://tv.repubblica.it/copertina/giuliani-tutto-previsto/31415?video
Chiara
(scusate il link al mio sito, altrimenti non riuscivo a postare)
Il secondo anonimo è ancora arretrato al principio di falsificazione di popperiana memoria: mai letto Kuhn o Feyreband? :-O
RispondiEliminaE per quanto riguarda i tumori, l'avessimo una terapia certa, si tratta di metodi del tutto empirici, non migliori dal punto di vista di principio da quello di Di Bella.
Salve a tutti.
RispondiEliminaE' pur vero che internet sembra amplificare le reazioni "irrazionali" (anche perche' spesso sono scritte a caldo). Pero' vorrei ricordarvi che dalle mie parti, in Garfagnana, 15-20 anni fa la protezione civile consiglio' alla popolazione di sgomberare per qualche giorno (alcuni parenti vennero a Lucca a dormire da noi) . La cosa fu inutile, ma non credo che nessuno si sia poi lamentato di questo "eccesso" di zelo.
Insomma, secondo un principio di "prudenza" - al di la' del metodo Giuliani- le popolazioni della zona, che proprio poche ore prima avevano sperimentato una scossa piuttosto intensa, potevano anche essere consigliate a lasciare le abitazioni per 48-72 ore.
Magari il disastro succedeva dopo 150 ore e non cambiava nulla, ma almeno si vedeva la volonta' di cercare di prevenire....
E' esperienza comune (senza essere scienziati) che i sismi non sono mai isolati. Di fronte alle scosse della sera precedente, non sarebbe stato di buon senso NON passare la notte in casa?
Saluti da StefanoLandi
Uhm, caro Leonardo, ti seguo spesso ma stavolta mi sembra che tu abbia cannato.
RispondiEliminaForse la tentazione irresistibile di affidarsi alle istituzioni in caso di calamità naturale; forse il bias da autostima eccessiva che i blogger di successo spesso sviluppano; però questa volta i commenti al tuo post sono stati più esaurienti e competenti del post che li ha generati.
Il fatto molto semplice è che una previsione c'era stata (e anche parecchio precisa per gli standard del settore) ma le istituzioni nella loro arroganza hanno preferito fare quello che fanno di solito di questi tempi: far finta di niente e mettere alla gogna il disturbatore della pubblica tranquillità.
Questo è sicuramente emendabile.
Cosa si potesse fare poi in concreto non lo so, non è il mio mestiere, ma gli allarmi di solito a qualcosa dovrebbero servire, no? Se no che ne abbiamo a fare a decine nelle nostre case, macchine, cellulari, computer?
Penso che nel nostro paese dobbiamo ancora decidere bene cosa abbracciare: il positivismo della scienza o il fatalismo della religione.
Sono d'accordo con i commenti. Aggiungerei: magari non si evacuavano un paio di province, ma un'allerta dei soccorsi per una decina di giorni si poteva anche fare, soprattutto perché in Italia di costruizoni antisismiche a oggi ce ne sono davvero pochine e quindi la previsione dei fenomeni non sarebbe del tutto inutile. E invece in tantissimi paesini i superstiti sembra abbiano dovuto cavarsela da sé. Le posizioni di Bertolaso mi paiono esposte con quella maniera fideistica e politicante cui siamo abituati nel nostro paese (del tipo: "da noi non c'è la mucca pazza", "le centrali nucleari sono assolutamente sicure" ecc.).
RispondiEliminaLa dama del lago
Ma qualunque sia il giudizio che diamo sul metodo Giuliani, un paese appena appena serio dovrebbe dire: ci sono degli aspetti di questo metodo che meritano ulteriori approfondimenti, perciò investiamo un po' di soldi e vediamo cosa riusciamo a cavarne fuori. Si fece così col metodo Di Bella, l'allora ministra Bindi sottopose il metodo a sperimentazione scientifica verificata e se ne stabilì la non validità.
RispondiEliminaMa, come forse saprete, nel nostro Paese i fondi per la ricerca vengono continuamente ridotti, una legislatura dopo l'altra, compresi quelli per l'Istituto di Vulcanologia che riesce a malapena a funzionare, come potete leggere sul loro sito.
Resta il fatto che la prevenzione (edifici migliori, materiali migliori, addestramento della popolazione)ridurrebbe al minimo i danni e renderebbe forse superflue le profezie.
Sulla facilità con cui crediamo alle leggende penso che c'entri la necessità di prendersela con qualcuno, e il governo è il bersaglio più facile. Fosse stato al governo il Piddì, il PdL avrebbe usato la vicenda senza ritegno e Giuliani sarebbe diventato prima un paladino della libertà contro "li perfidi comunisti che hanno fatto morì 'n sacco de ggente" o "il centralismo di Roma ladrona che ha dimostrato ancora una volta la propria inefficienza sprecando il danaro del Nord" e poi sarebbe stato candidato alle Europee.
Su una cosa non sono daccordo con te però: quando dici che queste tragedie sono inspiegabili. Se c'è un'intelligenza all'opera nell'universo questa ha anche la responsabilità delle tragedie, ed è con Essa che un credente dovrebbe (coerentemente) prendersela, non trovi?
P.S.: Giuliani ha, secondo i giornali, 62 anni. Per la sua generazione, e non solo, non avere un protettore accademico significava entrare negli enti di ricerca o università come "tecnologi laureati", indipendentemente dalla qualità delle proprie idee e del proprio sapere, sperando di fare prima o poi il salto a "ricercatori" e ottenere di conseguenza, in quel "mondo a parte" esasperatamente elitario e arrogante, riconoscimento, visibilità e fondi adeguati (e identità, e sicurezza di sé). Non possiamo sapere se anche per lui sia andata così, se le sue doti di ricercatore non avrebbero potuto meritargli una diversa considerazione se solo avesse portato un diverso cognome o una diversa etichetta; solo, nel giudicare la vicenda, mi sembra importante tenere presente anche il poco glorioso aspetto del reclutamento troppo frequentemente per cooptazione e non per merito dei ricercatori italiani. Metodo che, essendo abbastanza conosciuto anche fuori dell'ambiente accademico, favorisce certamente la creazione del mito dello scienziato "fuori dal gioco ma con forte aspetto umano", tipo Di Bella. Di questo i primi colpevoli sono proprio i nostri accademici, creatori, complici e profittatori di tale sistema.
RispondiEliminaLa dama del lago
se io fossi un mafioso con una impresa edile lotterei perché non si investa nella ricerca scientifica, capisci a me.
RispondiEliminase io fossi un impresario edile mafioso farei i pilastri con tanta sabbia e barre di ferro sottili, puntando al massimo profitto, coi lavoratori in nero senza sicurezza adeguata.
parte del mio esagerato profitto lo investirei a modo mio, in persone più che in cose.
perché non basta essere mafiosi se poi non si ha la passione per un certo tipo di andazzi.
Vorrei tenere separati due argomenti: la prevenzione e la previsione.
RispondiEliminaL'Abruzzo è terra sismica; ciclicamente è interessata da sciami sismici, che possono comprendere anche sismi gravi. Per questo occorre aggiornare l'edilizia alle norme sismiche (tenendo comunque conto che L'Aquila è un insediamento storico e l'edilizia storica non potrà mai veramente essere messa in sicurezza).
La protezione civile (e il governo) possono aver sottovalutato lo sciame sismico, anzi probabilmente lo hanno fatto; senza bisogno di dare retta a un geo-amatore che misura il radon.
Il geo-amatore che misura il radon durante uno sciame sismico, ovviamente ne trova parecchio; a questo punto formula una previsione: ci sarà un terremoto a Sulmona il 29. A Sulmona la gente scappa, una scossa effettivamente c'è (bella grazia, siamo in uno sciame sismico) ma non fa danni rilevanti. Fino a questo punto l'unico vero danno alla popolazione lo aveva fatto il panico.
Sei giorni dopo arriva un sisma di magnitudo 6 a 60 km di distanza, 45 in linea d'aria: ma lo avete capito cosa sono 45 km di distanza in Italia? Prendetevi una cartina e un compasso, per favore.
Dite che comunque si poteva tenere conto della previsione... ma di quale previsione, se il geoamatore sosteneva che il terremoto grosso ci fosse già stato, e che lo sciame sarebbe terminato a fine marzo?
Sì, però si poteva evacuare... evacuare dove: a Sulmona, all'Aquila? tutto intorno a Sulmona, diciamo in 50 km di raggio (perché proprio 50? Perché col senno del poi avremmo evacuato Onna). Cioè, state dicendo che bisognava evacuare una provincia d'Italia, magari una provincia e mezzo? E per quanto tempo? Per una settimana, magari dieci giorni (anche questo, col senno del poi)? Sì, ma dove? In un'altra provincia d'Italia, evidentemente. E tutto questo perché? Perché lo ha detto un geoamatore che ha già azzeccato una scossa durante uno sciame sismico, come dire un acquazzone in primavera?
La verità, triste, è che non si può evacuare tutto l'Abruzzo (o l'Umbria, o l'Irpinia) ogni volta che sono interessati da uno sciame sismico, perché gli sciami durano comunque settimane, e il costo dell'evacuazione non è bilanciato dal rischio.
Leonardo, mi ripeto: perfetto.
RispondiEliminaHo sentito alla radio gente stupidamente indignata perchè gli edifici pubblici (storici) non sono antisismici: qualcuno di questi ha idea di che cosa comporti rendere antisismico un edificio storico? ha mai provato a parlare di CONSOLIDAMENTI con una Sovrintendenza? (mi basta il colloquio con un architetto qualsiasi, di qualsiasi sovrintendenza, veh)
Ciao
Zagabart
Caro Leonardo, siccome il tuo blog è molto più letto del mio, potresti se ti trovi d'accordo diffondere questa idea?
RispondiEliminaUSARE I SOLDI CHE SI RISPARMIEREBBERO CON UN UNICO ELECTION DAY AI TERREMOTATI INVECE CHE I 30 GIA' STANZIATI
L'idea di chiedere "Chi ha corrotto David Mills?" continuo a spargerla.
Aloha
Fra l'altro la scossa è stata forte, ma non era certo il terremoto del secolo quanto a intensità. Quello che non è normale non è che non abbiano evacuato l'intera zona, ma che una regione che si sa essere sismica non sia preparata a questo tipo di evento (fatta salva la difficoltà di adeguare gli edifici storici).
RispondiElimina"La verità, triste, è che non si può evacuare tutto l'Abruzzo (o l'Umbria, o l'Irpinia) ogni volta che sono interessati da uno sciame sismico"
RispondiEliminaTutti forse no, ma, almeno stando a questo resoconto, l'ultima volta fu fatto, almeno per gli edifici meno sicuri.
E si salvarono molte vite.
http://www.tesionline.it/news/cronologia.jsp?evid=2522
Per fortuna un po' di buon senso.
RispondiEliminaCredo che sparare sulla protezione civile non abbia senso: stanno facendo il loro lavoro nel modo migliore possibile.
Il commento di Leonardo spiega tutto: come fare ad organizzare i soccorsi in modo preventivo? Secondo questa logica dovrebbero esserci presidi permanenti per ogni tipo di catastrofe immaginabile, dai terremoti all'invasione di locuste.
Rendiamoci conto che la prevenzione passa per le buone recole edilizie, non dai presidi permanenti allarmati dal primo tizio che passa.
Uhm... In genere mi trovi completamente d'accordo. Questa è una disgrazia, molto più che un governo Berlusconi o un (non) governo Veltroni (pare impossibile, ma tant'è...).
RispondiEliminaNon trovo che oggigiorno esistano Cassandre o, qualora ce ne siano, mi auguro rimangano inascoltate. Lo studio dei movimenti sismici del pianeta, per quanto approssimativo, non è un'opinione. Anche le previsioni del tempo spesso sono ingiuste, in ogni caso non prendiamo la macchina per andare verso il mare se il week - end sarà "brutto".
Si sta parlando di centinaia di morti, non di un week - end al sole. Eppure le previsioni del tempo passano in pima serata.
Non sarà perché, forse, costa meno tirare fuori un ombrello all'ultimo minuto che pensare, davvero, al peggio?
45 in linea d'aria è molto poco per un sisma, e se un amatore avesse acquisito in tanti anni di ossevazioni un'esperienza tale da permettergli di intuire un sommovimento intenso nell'arco di una settimana e in un'area geografica relativamente limitata, credo che bisognerebbe attribuire a questa persona il giusto credito. una previsione indipendente di un evento raro e irripetibile così precisa credo che meriti attenzione.
RispondiEliminami sembra che ci sia troppa fretta di creditare o screditare Giuliani. può ben darsi che abbia torto ma, per favore, vogliamo essere un po' più umili e dare ascolto a qualcuno che potrebbe avere qualcosa da dire, ed essere meno cinici? perché se vogliamo fare i processi ora, beh secondo me fate meglio a cercare altrobve. può ben darsi che Giuliani abbia un metodo che rileva una scossa più intensa delle altre ma non abbia le competenze e le tecnologie per rendere precisa la previsione. peraltro il fatto che il suo allarme sia stato lanciato proprio nel mezzo di frequenti attività sismiche depone semmai a suo favore e non contro. sul fatto che sia solo "un tecnico di laboratorio" e che "la comunità scientifica ritiene...", ma chi pensate che faccia le osservazioni per "la comunità scientifica"? forse il modello computazionale ultra-approssimato di tre gruppi di ricerca nel mondo che non si leggono neanche gli articoli a vicenda, finanziati a tesi dai governi, è più indicativo dell'esperienza sul campo?
l'idea che evacuare sia l'unica strategia possibile per minimizzare le vittime ad ogni allarme è veramente semplistica, non t'appartiene. nell'articolo che hai linkato si legge che
"in una pista di rock and roll, con oltre 30 scosse di magnitudo superiori ai 2 gradi, scuole chiuse, malori, tetti pericolanti e gente sull’orlo di una crisi di nervi"
e con tutto che il disastro era nell'aria al primo allarme
"è stato il panico: gente in strada con i materassi, parroci che hanno svuotato le chiese, famiglie radunate nelle palestre."
Evitare il panico è competenza di un bravo sindaco, e mi sembra più saggio dare ascolto a 10 cassandre delle quali 9 sbagliano piuttosto che stasere in casa ad aspettare che il tretto ti cada in testa.
sul metodo scientifico, di cui qualcuno parlava all'inizio del thread di commenti.
RispondiEliminail metodo scientifico procede per ripetute prove sperimentali di un sistema dato che ci siano LE STESSE CONDIZIONI INIZIALI. eventi climatologici o geologici o cosmologici avvengono invece in uniche repliche, che possono assomigliarsi ma di cui non si può mai controllare la dipendenza sensibile dalle condizioni al bordo. di questi eventi si possono fare modelli computazionali ripetibili ultra-semplificati, oppure cercare di sviluppare la fenomenologia più accurata possibile. se la previsione corretta di terremoto non può dirsi scientifica, non si può neanche dire che non abbia nessuna validità se non si verifica o si verifica con caratteristiche diverse. Lo stesso discorso si può fare con il riscaldamento globale. Il problema metodologico per queste scienze complesse è una faccenda complessa.
Altra cosa sono i principi di buon governo, come il principio di precauzione. Se un metodo di previsione dei terremoti fallisce nove volte su dieci, decidete voi se conviene evacuare tutte e dieci le volte. Ho l'impressione che in Italia la filosofia di vita sia quella del vivere alla giornata e di fottersene delle generazioni che verranno.
E dell'eruzione del Vesuvio che arriverà?
RispondiEliminaPoi non mi dite che non l'avevo previsto!
@Cì, Tomate
RispondiEliminale profezie di Cassandra erano sempre giuste, ma gli dei l'avevano maledetta e così nessuno le credeva. Cassandra non è quindi sinonimo di iettatore o profeta fasullo, e se ci fosse anche solo una Cassandra faremmo bene ad ascoltarla.
Quanto al resto: un raggio di 50 km produce un'area di 8000kmq. La densità media dell'Italia è 200 abitanti per kmq: 8000x200= 1.600.000 persone (mediamente). Quindi ogni volta che un Giuliani ha l'impressione che si verificherà una catastrofe bisognerà far uscire queste 1.600.000 persone di casa, sistemarle, sfamarle... una due tre volte, perché non si può rischiare giusto? Quindi sospendere le attività lavorative e produttive, interrompere la scuola, ma dei costi cosa importa, di fronte alla vita umana giusto?
Se poi la catastrofe non si verifica nemmeno la decima volta, tutti a casa allegramente e come se nulla fosse! O non credete forse che già alla seconda, diciamo terza volta quelle 1.600.000 persone chiederebbero lo scalpo di Bertolaso, di Maroni, del Presidente ecc ? E che su internet non verrebbe fuori la teoria del complotto della comunità scientifica contro gli inermi cittadini che sono diventati vittime di chissà quali esperimenti (nel cielo verrebbero subito avvistate strane scie, nelle case verrebbero immancabilmente rinvenute cimici e microspie piazzate dai servizi segreti mentre gli inquilini erano fuori...)?
Molti che difendono Giuliani non si rendono conto di viaggiare a due velocità.
RispondiEliminaDa una parte dicono che sì, Giuliani non può essere preciso perché non ha abbastanza strumenti, ma quello che propone andrebbe valutato con più serenità, ("vogliamo essere un po' più umili e dare ascolto a qualcuno che potrebbe avere qualcosa da dire?"), mentre Bertolaso è un integralista a dire che i terremoti non si possono prevedere, ecc.
Dall'altra, quello che chiedono in parole povere è la mobilitazione della protezione civile (se non l'evacuazione di una provincia tout court) ogni volta che un signore con una teoria non ancora provata ipotizza un terremoto nel raggio di 50 kmq.
Io me li immagino così: "Stiamo calmi, quello che dice il signore che misura il radon potrebbe essere in effetti interessaaaaaaAAAAH! OK PANICO! SCAPPATE TUTTI!"
La morale è che i metodi del Giuliani vanno vagliati da pari (intendo scienziati non professori universitari) ed eventualemente ulteriormente sperimentati.
RispondiEliminaVedi anche le leggi del compianto Arthur C. Clarke sulla ricerca scientifica:
Legge di Clarke sulle idee rivoluzionarie:
Ogni idea rivoluzionaria - in campo scientifico, politico, artistico o altro - provoca tre stadi di reazione, riassumibili nelle seguenti frasi:
1. È impossibile; non farmi perdere tempo
2. È possibile, ma non val la pena di farlo
3. L'ho sempre detto io, che era un'ottima idea.
Prima legge di Clarke:
Quando un illustre ma anziano scienziato sostiene che qualcosa è possibile, ha quasi certamente ragione. Quando sostiene che qualcosa è impossibile, molto probabilmente ha torto.
Seconda legge di Clarke:
L'unica maniera di scoprire i limiti del possibile è di oltrepassarli e finire nell'impossibile.
Terza legge di Clarke:
Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.
Scientificamente parlando i terremoti non si possono prevedere, e chi studia questi fenomeni lavora proprio per trovare il modo di farlo, ma ad oggi non esistono metodi ufficialmente riconosciuti come "certi".
RispondiEliminaSecondo me il problema vero è che, essendo l'Italia un paese sismico, e questo è un dato di fatoo, siamo tutti totalmente impreparati, non educati e poco protetti di fronte a simili eventi.
quello che fece la protezione civile in umbria 12 anni fa:
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Umbria_e_Marche
in sostanza l'allarme fu lanciato ad agosto e il sisma avvenne a fine settembre. le tendopoli gia' c'erano.
11 vittime contro 250.
a prescindere dalla "profezia" di giuliani, lo sciame sismico doveva di per se' allertare.
Diecimila abitanti di L'Aquila e dintorni sono ancora vivi perchè sono riusciti a uscire in strada in pochi minuti. A quando un sistema via radi oche faccia azionare la campane per allertare la gente? ci sono voluti 100 mila morti per un'azione di allertamento degli tsunami.
RispondiEliminain giappone però un terremoto si può preallarmare
http://www.youkosoitalia.net/?p=1678
saluti e apprezzamenti
leonardo, veramente, questo modo di argomentare non e' da te. il panico non e' una buona reazione e sarebbe compito di un bravo amministratore istruire la popolazione ad un comportamento adeguato. continuare a insistere che ogni volta che c'e' un allarme si debba smobilitare l'intera popolazione e' una stupidaggine. per lo meno se ci fossero nelle zone in pericolo (e in sommovimento da mesi) gia' allestite strutture, gia' pronti medicinali, gia' allertata la protezione civile, ruspe, camion per portare via detriti, sarebbe qualcosa.
RispondiEliminaSiete voi che fate i parascienziati inventandovi che siccome la previsione e' sbagliata di 45 kilometri e di sette giorni allora e' totalmente scorrelata dal terremoto. perche' non considerate l'enorme barra di errore che si porta dietro una misura cosi' artigianale. certo il metodo potrebbe essere troppo rozzo, ma perche' non provare a vedere se e' migliorabile?
Quello che sto dicendo e' che le tesi di Giuliani, dopo questo terremoto, guadagnano e non perdono di credibilita'. Se prima erano probabilita' era all'1% perche' l'autorita' di Giuliani e' bassa (in base a quali criteri poi?)adesso lo saranno al 2%, mentre le tesi del resto della comunita' scientifica e' scesa dal 99% al 98%. Bene. E' compito della comunita' scientifica prendere sul serio questa ipotesi. Come e' stato fatto con la cura Di Bella. Invece, statene certi, verra' seppellita non per volere di qualche congiura internazionale, come i piu' maliziosi di voi insistono a dire (nessuna teoria del completto nelle mie parole), ma solo perche' gli organismi che orientano la ricerca sono lenti, faragginosi, politici ed i cattedratici pigri e orgogliosi. L'impasse del sistema non e' imputabile a menti criminali e distorte.
insisto con il sottolineare che quanto successe in umbria era stato "previsto" dalla protezione civile entro un paio di mesi.
RispondiEliminain quel caso erano pronti e i numeri fanno capire la differenza di approccio che c'e' stato in un caso e nell'altro.
Segnalo il post di Anna Meldolesi, che contribuisce a fare un po' di chiarezza.
RispondiEliminaLeo, stavolta ha ragione tomate. Mi sembra che ci si stia incartando in un atteggiamento più supponente e ostinato che oggettivo, a voler leggere subito e unicamente questa vicenda come l'ennesima delirante leggenda metropolitana del genio incompreso dall'establishment. Trovo piuttosto generico anche il post della Mendolesi. Nessuno sta affermando qui che applicare i criteri antisismici nelle costruzioni sia sbagliato e tutti via sulla predizione. Ho invece l'impressione che Mendolesi si preoccupi molto di più di una diatriba accademica e di finanziamenti, roba molto italica (Boschi, Erice e compagnia bella) che di una riflessione scientifica. Mi sembra eccessivo decretare così, a caldo, senza nemmeno conoscere le evidenze su cui si basava Giuliani stavolta e altrove. Ricerche del genere sono state fatte in diversi paesi e pubblicate dall'editoria più scientifica che dare si possa (Elsevier, ad esempio). Non siamo a Di Bella. Ma anche se si sbagliasse trovo del tutto ascientifico decretare che siccome nel'97 qualcuno ha detto che i terremoti non si prevedono chiunque provi a dimostrare il contrario, o semplicemente si occupi dell'argomento, è un "geo-amatore" o che 45 km in linea d'aria sono troppo approssimativi. C'è una dimostrazione matematica di questo? Un teorema? Nessuna ricerca coglie il bersaglio di colpo, dai, lo sai meglio di noi.
RispondiEliminaMi sembra poi interessante aggiungere la riflessione di un altro accademico, docente a Pavia, trovata oggi su Repubblica: Rui Pinho, che insegna meccanica strutturale ed è responsabile del settore rischio sismico all'European Centre for training and research in earthquake engineering. Dopo avere ripetuto che in Italia bisogna costruire con criteri antisimici più rigorosi (e siamo tutti d'accordo), prosegue: "In Italia un censimento degli edifici più o meno resistenti ai sismi esiste, ed è in mano tra gli altri alla Protezione Civile. Viene però classificato tra i "dati sensibili" e non è reso pubblico. Divulgarlo potrebbe generare paure ingiustificate tra la popolazione". Ecco, se la nostra comunità scientifica, in perfetto accordo su questo con l'opportunismo di troppa politica, smettesse di considerarci tutti isterici idioti che vanno protetti e tenuti nell'ignoranza e nell'inazione finché il cielo non gli crolla in testa e arriva una bella emergenza da gestire coi criteri che sappiamo, forse la scienza in Italia avrebbe migliore reputazione e credibilità.
La dama del lago
Che bello. Vengo qua e imparo a fare lo scienziato.
RispondiEliminaGMR
Io non pretendo che nessuno qui sia specialista, dal momento che neppure io lo sono; però almeno che si tenga presente di cosa stiamo parlando.
RispondiEliminaQuesto pezzo non è sulle negligenze della protezione civile. Bertolaso poteva fare di più? Guardate, ieri pomeriggio ho scritto "La protezione civile (e il governo) possono aver sottovalutato lo sciame sismico, anzi probabilmente lo hanno fatto". Francamente non ho capito perché in Umbria ci fu un certo tipo di preallarme e in Abruzzo no. Può darsi che lo sciame sismico in Umbria avesse caratteri di eccezionalità, mentre quello abruzzese è più ciclico; però francamente non lo so e non volevo parlare di questo.
Questo pezzo parla di una leggenda che nasce, nel giro di poche ore, su un ricercatore "del Cern" che avrebbe previsto lo scisma a Onna lunedì: quando era sufficiente sfogliare meglio (nemmeno leggere, vah) che non lo aveva previsto né a Onna né lunedì, e che non è nemmeno del Cern.
Gli ho dato del ciarlatano? No. Può darsi che ci sia del buono nella sua ricerca, che peraltro parte da un'osservazione arcinota (presenza di radon dove sta per avvenire il terremoto). Il punto è che non ha previsto il terremoto di Onna. Né era possibile, dalle sue anticipazioni su un sisma capitato la settimana precedente a 50 km di distanza (che, ribadisco, sono tanti, troppi), dedurre la necessità di un'evacuazione o perfino di un preallarme all'Aquila.
Giuliani acquisterà credibilità? Buon per lui, purché la sua credibilità non crei altre crisi di panico come a Sulmona la settimana scorsa. Ma non bisogna confondere un'idea sperimentale con la prassi di una protezione civile. Bertolaso o chi per lui non avrebbe potuto sgomberare metà Abruzzo per amor di un'ipotesi. Nemmeno se Giuliani questa benedetta ipotesi l'avesse formulata (non-l'ha-fatto...)
Poi c'è chi continua a confondere previsione e prevenzione. Anche lì, basta leggere quel che lincate: i giapponesi non è che prevedano i terremoti: captano le prime scosse di profondità e a quel punto avvisano la popolazione prima che la scossa arrivi alla superficie. Molto interessante, e anche in Italia si dovrebbe fare, ma non c'entra nulla col sistema di Giuliani.
pero' scusa non mi e' chiara una cosa.
RispondiEliminase e' impossibile prevedere i terremoti, perche' inumbria hanno messo su le tendopoli con due mesi di anticipo?
e' questo che stride.
ora se metti su una tendopoli precauzionalmente non generi il panico, casomai rassicuri la popolazione che puo' dormire in un posto sicuro.
ed e' ovvio che tutto questo lo debba concertare la protezione civile e non il privato cittadino.
a sentire le testimonianze la gente era terrorizzata da mesi, e questo vuol dire che non era uno sciame sismico come gli altri.
prevenire e' sempre meglio che curare.
avrei preferito, credo come tutti gli aquilani, farmi un mese in tenda a buffo, piuttosto che dover correre terrorizzato 40 secondi.
Leonardo ma perché ti impunti? Lo sai bene che ti sale la pressione, vedi rosso e il demone del voglio uscire vittorioso entro il perimetro di questo post prende il sopravvento su qualsiasi altra considerazione.
RispondiEliminaLa confusione tra valutazione della validità del metodo Giuliani e valutazione dell'operato della protezione civile e sul capitolo prevenzione più in generale l'avete avvalorata voi commentatori del web nella fretta di dare un parere conclusivo della vicenda a poche ore dal sisma.
Bertolaso ha ragione dal suo punto di vista a ribadire quanto è nel consenso scientifico. Ma se da questo si fa leva per ridicolizzare a priori i risultati del tecnico o valutare ancora a priori l'azione della protezione civile è disinformazione: entrambe le cose devono essere approfondite.
Deduzioni più o meno ovvie su quello che sta facendo Giuliani si possono anche tracciare qui e ora in base al poco che si sa, ma con tutti i limiti del caso.
Per esempio mi viene da dire che le ragioni di forza o di debolezza di quei risultati potrebbero essere le stesse: verificare la probabilità di un sisma in un'area ristretta, interessata da questi fenomeni, peculiare dal punto di vista geologico può costrituire un fattore favorevole al metodo, come anche favorire pronostici tirati a sorte ed abbagli.
O ancora osservare che è tale la condivisione dell'inefficacia delle tecniche di previsione - noi non ce ne occupiamo diceva un ricercatore dell'Istituto nazionale di geofisica - che non si capisce bene se ci siano qualcuno a livello mondiale che prova comunque a investirci sopra.
Un'ultima nota: da quanto ho capito Giuliani non ha in mano un modello di previsione, il suo è un lavoro sperimentale di monitoraggio per cercare di tracciare delle correlazioni tra quei fattori che ha in osservazione e il verificarsi delle scosse. In pratica studierebbe dei precursori ravvicinati all'evento, proprio come il metodo di preallarme descritto più sopra.
OK, sulla creazione del mito posso anche essere d'accordo (ho visto di molto peggio)
RispondiElimina> Gli ho dato del ciarlatano?
All'incirca. Hai rappresentato l'intera vicenda come fosse la brutta versione di un film di Spielberg.
Non ti sei solo concentrato sul fenomeno del mito:
> Se durante uno sciame sismico cerca particelle di radon, è probabile che ne troverà;
Che ne sai? Sembrerebbe anzi che il suo metodo sia in grado di distinguere tra l'attivita' ordinaria e una scossa, mi pare un punto a favore.
> ma è un irresponsabile in discreta percentuale
Questo lo potrai dire solo che sara' fugato ogni dubbio sulla possibile correlazione tra le sue misure e il terremoto. Altrimenti, non potremo che dispiacerci che la previsione fosse imprecisa e che gli abitanti dell'Aquila non abbiano potuto fare come a Sulmona.
> il suo tentativo di triangolare i dati e trovare l'epicentro di un sisma prima del sisma stesso non regge per ora la prova dei fatti.
In base a quale criterio scientifico? Nessuno. Mi pare che qua ci sia chi e' aperto al dubbio e chi ha certezze. Il beneplacito del dubbio deve andare a beneficio sia della prova che della confutazione. Nelle scienze non esistono istituzioni.
DICCI QUESTO LEONARDO: CHI HA PARLATO DI EVAQUAZIONE NELLA 50INA DI COMMENTI CHE VEDI QUI?
RispondiEliminaVUOI RIBADIRE PER LA 15ESIMA VOLTA CHE NON SI POTEVA EVACUARE L'AQUILA O VOGLIAMO RAGIONARE SU TUTTI I MEZZI UTILIZZABILI PER SCONGIURARE ALMENO UNA PICCOLA PERCENTUALE DELLE MORTO, ANCHE ALLA LUCE DEGLI AVVERTIMENTI DI GIULIANI?
SICCOME NON SI PUO' AZZECCARE AL MILLIMETRO L'EPICENTRO DI UN TERREMOTO E' COSI SBAGLIATO IMPROVVISARE UN PIANO PER EVENTUALI EMERGENZE CHE INCLUDA REGOLE DI PRENVENZIONE DA DIVULGARE ALLA POPOLAZIONE PIU O MENO A RISCHIO?
CHI L'HA DETTO CHE L'UNICO RIMEDIO URGENTE IN CASO DI TERREMOTO IMMINENTE è L'ESODO DI MASSA?
@Zagabart: il legno viene usato intelligentemente nelle costruzioni, magari non per gli ospedali, ma per strutture medio-piccole come le tante "palazzine" che in Italia, invece, vengono costruite con cementaccio da due lire "pronto per l'afflosciamento".
RispondiEliminaUna delle cose che noto da anni, quando torno in Italia, e' l'onnipresenza del muro di cemento... anche per costruzioni nuove e prive vincoli urbanistici, dove invece all'estero si opterebbe per acciaio, vetro e materiali nuovi.
Questo potremmo liquidarlo come un elemento culturale, di folklore, che condividiamo con greci, egiziani ed altri popoli mediterranei per questioni economiche e di reperimento di materie prime; diventa purtroppo critico in casi come questi, che (al di la' del pronostico da pendolino di Mosca) si ripetono ciclicamente in determinate aree da centinaia di anni.
Certo, se l'Italia vuole rimanere come la Turchia, e godersi il "drama" dei morti a centinaia ogni volta che si muove il meraviglioso budino che si ritrova sotto i piedi, per carita', continuiamo con lo scannarci sul "prevedo si' / prevedo no / la terra dei cachi" (al quale purtroppo questa volta contribuisce anche Leonardo) e non discutiamo invece del problema di un settore edilizio innamorato del cemento, profondamente compromesso dalla mafia e fondamentalmente incapace di garantire la stabilita' di qualsiasi edificio pubblico.
Mi limito a dire solo un paio di cose e spero di riuscire a comunicare correttamente ciò che penso:
RispondiElimina1. Giuliani non è un "sensitivo", lui fa solo misurazioni;
2. Giuliani non è alla ricerca di pubblicità poichè lavora da 10 anni su una idea;
3. Giuliani da quello che ho capito osserva, misura, verifica e sulla base di ciò che si è verificato in passato fa delle proiezioni ...;
4. Giuliani come tutti può sbagliare ma ciò che conta è l'idea che va implementata e se risultasse corretta adottata.
Un saluto a tutti e mi scuso per star difendendo una persona che dimostra di buttarsi a capofitto nel lavoro ...
"Gli egizi parlavano di orbite, di pianeti e di satelliti ... poi, per millenni si è ricascati nell'ignoranza ... successivamente nel 500 la terra tornò sferica ..." MIRACOLI!!!
Giulio
Giulio, non voglio far polemica, e non discuto su Giuliani perché non ho la cognizione di causa per farlo.
RispondiEliminaPerò la citazione che fai è inquietante.
Forse al liceo (se lo hai fatto) hai sentito dire che Pitagora fu il primo di cui sappiamo che ritenesse la Terra sferica.
Forse al liceo ti avranno accennato al fatto che Dante Alighieri, nella Divina Commedia, parla di un universo in cui la terra è sferica.
Per cui se parli del 500 AVANTI CRISTO, è vero che da allora quasi nessuna persona di cultura, in Occidente (e nemmeno, che mi risulti, nel mondo musulmano) ha seriamente sostenuto che la terra non fosse sferica (well, sort of. La terra è un geoide, non una sfera).
Ma se invece parli del 1500 DOPO CRISTO, sappi che all'epoca la sfericità della terra era supportata da duemila anni di conoscenze intellettuali.
Inoltre sarei curioso (ma sul serio) di scoprire dove e come gli egizi parlassero di satelliti (di orbite e di pianeti parlavano anche i greci, i romani e il medioevo dei tre monoteismi; se non cito cina ed india è solo perché non ne so abbastanza).
Dopo che mezza rete ha chiesto a gran voce la testa di Bertolaso per aver ucciso centinaia di persone, mi pare un po' ipocrita ripiegare sul "ok, la previsione era sbagliata, ma solo di una settimana e 50 chilometri, e comunque vale la pena di approfondire quel tipo di ricerche".
RispondiEliminaA me sembra che molti dei vostri ragionamenti continuino a essere viziati dal senno del poi.
RispondiElimina"a sentire le testimonianze la gente era terrorizzata da mesi"... dipende da cosa si intende per "terrorizzata". Ci sono stati sciami sismici in tante regioni; la gente si spaventa, teme un evento catastrofico, ma poi lentamente lo sciame cessa e la paura passa. Se invece capita una catastrofe è facile dire "lo sapevo"; ma persone veramente terrorizzate sarebbero fuggite da mesi.
A chi mi accusa d'insistere sull'evacuazione chiedo scusa, ma a questo punto non si capisce esattamente cosa avrebbe dovuto fare Bertolaso quando è arrivato l'annuncio di Giuliani (si è capito invece cos'ha fatto la popolazione di Sulmona: è scesa in strada inutilmente). Pre-allertare la protezione civile, allestire una tendopoli, ok: nei pressi di Sulmona a fine marzo? No, a Onna la settimana dopo. Insomma, io non so più come scriverlo senza sembrare molesto, ma la predizione di Giuliani non riguardava il terremoto di Onna, bensì un sisma più lieve che c'è stato a Sulmona la settimana prima e non ha fatto praticamente danni. Per questo sostengo che Giuliani, per ora, non riesce a prevedere le scosse. Il suo sistema va perfezionato? Va bene, nel frattempo però contiene margini di errore troppo elevati.
A Tonino (non buttarla sul personale, non serve a niente):
O ancora osservare che è tale la condivisione dell'inefficacia delle tecniche di previsione - noi non ce ne occupiamo diceva un ricercatore dell'Istituto nazionale di geofisica - che non si capisce bene se ci siano qualcuno a livello mondiale che prova comunque a investirci sopra.
Per favore, rileggiti il pezzo della Meldolesi segnalato più sopra, mi pare illuminante.
Poi sì, ci sarebbe da parlare del perché usiamo cemento, perché non preallertiamo intere regioni in caso si sciami sismici, ecc. ecc. ecc.. Io però non sono uno specialista e non volevo fare un trattato tuttologo sui terremoti d'Italia. M'interesso di narrazioni collettive e il caso-Giuliani è un esempio eclatante di leggenda urbana nata in mezza giornata.
Ricordiamo che prima del terremoto a L'Aquila Giuliani era stato denunciato e se avesse dato l'allarme sarebbe stato accusato di reiterazione di reato.
RispondiEliminaE beh, prof, qui tutti attendono il profeta, l'uomo inviato dalla provvidenza, il salvatore, l'eroe o come vogliamo chiamarlo. Non deve meravigliare che a un tizio bastino qualche televisione e qualche slogan tipo "meno tasse per tutti" per impadronirsi di questo sciagurato Paese.
RispondiEliminaL'argomento del post era il bisogno che abbiamo di credere alle storie, anche se trite e ritrite.
Giuliani è un ciarlatano? Chi lo sa? Non è che uno ce l'ha scritto in fronte. La storia è piena di geniali dilettanti autodidatti, da Leonardo (quello da Vinci, intendo)fino a Schliemann, lo scopritore di Troia. Però, per dimostrare di non essere un ciarlatano, uno potrebbe inviare le proprie scoperte ad una rivista scientifica (sono tutte all'estero, così si scavalca l'ormai assodata e proverbiale "incompetenza" degli scienziati italiani)ed essere così più credibile quando preannuncia catastrofi.
@thomas morton
Quindi se io dico che domani piove a Roma, e invece piove tra una settimana a Viterbo per te ho azzeccato la previsione? E poi, se sei convinto che Bertolaso ha ucciso centinaia di persone, non devi far altro che andare a denunciarlo.
Guarda che, per quel che ho capito io, tu e Morton siete d'accordo.
RispondiElimina"Ricordiamo che prima del terremoto a L'Aquila Giuliani era stato denunciato e se avesse dato l'allarme sarebbe stato accusato di reiterazione di reato".
...quindi ha rilasciato un'intervista in cui tranquillizzava gli abruzzesi perché lo sciame sarebbe terminato a fine marzo?
Da quel che ho capito io, Giuliani non ha nemmeno mai dichiarato di aver previsto il sisma dell'Aquila. E' molto più serio di gran parte dei suoi sostenitori.
Credo che la situazione vada analizzata sotto un altro punto di vista.
RispondiEliminaIl Giuliani aveva previsto un forte terremoto, e questa e' una valutazione soggettiva.
Da ottobre l'aquila e' costantemente tremante, e questa e' una constatazione oggettiva.
Nessuno dice di evaquare l'abruzzo....ma cazzo di budda non c'erano altre emergenze in Italia, la nostra protezione civile poteva gia' allestire dei campi tenda, ospedali da campo e dare possibilita', a chi voleva, di poter dormire non a casa, ma neanche in auto,come un disgraziato. E' questa secondo me la grave mancanza di Bertolaso....il non aver minimamente approntato una cazzo di niente....semplicemente da galera.
Saluti
Lorenzo Cardinali
ops....evacuare e' meglio di evaquare...
RispondiEliminaLorenzo
per falecius
RispondiEliminanessuna polemica, neanche io sono un cultore della materia e nella vita mi occupo di altro.
Allora, per quanto riguarda le conscenze sulla sfericità della terra, sulle orbite (e se si parla di orbita ... è fuor di dubbio che si parla di pianeti sferici ...) e sui pianeti, sulle conoscenze del cielo ecc... non solo gli egizi ma anche i maya hanno lasciato moltissime testimonianze ...
Il problema è che da un certo punto in poi "qualcosa" è stato riscritto ed è proprio a questa stranezza che mi riferisco.
Se ci fosse stata una certa continuità, probabilmente, non era necessario aspettare che quattro o cinque secoli fa Copernico buttasse giu le asserzioni di Tolomeo e così via fino a ritornare alla visione degli egizi e dei maya che parlavano già di galassie e buchi neri ... Ne convieni?
ritornando al discorso di Giuliani, penso che bisognerebbe verificare se ci troviamo difronte ad uno che potrebbe dare un buon apporto alla comunità oppure se il suo lavoro è solo carta straccia. SONO PER VERIFICARLO!
Bertolaso era impegnato a organizzare il summit della Maddalena.
RispondiEliminaAbbastanza...:
> La storia è piena di geniali dilettanti autodidatti, da Leonardo (quello da Vinci, intendo)fino a Schliemann
Nessuno sta dicendo che Giuliani sia un genio. Non stiamo parlando di un rivoluzionario modello teorico. Stiamo parlando di anni di misure fatte probabilmente con perizia da un tecnico. Quante persone della "comunità scientifica" pensate che possano essere più competenti in materia? Sicuramente hanno migliori modelli, idee, speculazioni, ma i dati sul territorio devono andare a chiederli a quelli come Giuliani.
> uno potrebbe inviare le proprie scoperte ad una rivista scientifica
HAHA prova a mandare tu una rivista ad Elsevier. Devi avere l'appoggio dell'ACcademia, quindi molto a valle devi fare in modo che qualcuno che conta prenda in considerazione la tua ricerca.
Io dico semplicemente che mi sembrerebbe doveroso che qualcuno si prenda carico di approfondire queste ricerche.
E' ovvio che Bertolaso non poteva prendere in considerazione questo allarme; ma perlomeno potrebbe chiedere scusa. Facciamo in modo che la prossima volta invece si prendano in considerazione con una corretta valutazione scientifica.
Leonardo:
> Giuliani non ha nemmeno mai dichiarato di aver previsto il sisma dell'Aquila
Giuliani ha detto che i suoi rivelatori lo avevano visto ma che non ha dato l'allarme, immagino per paura di una seconda denuncia. C'è scritto in uno dei blog che linki.
Quale?
RispondiElimina"E' ovvio che Bertolaso non poteva prendere in considerazione questo allarme".
E allora di cosa stiamo parlando?
Ok, ho riletto tutti i post ma nessuno, credo, abbia inteso soffermarsi sul "lavoro" (hobby) del Giuliani.
RispondiEliminaIl Giuliani fa due cose:
prima - raccoglie le misurazioni di radon (e lo fa da 10 anni con 5 strumenti (di latta o non, non lo so);
seconda - archivia le misurazioni delle scosse fatte dai sismografi ufficiali nelle stesse zone in cui ha i suoi rilevatori;
terza (valore aggiunto). Mi sembra di aver capito che a furia di correlare le misurazioni del gas con le intensità delle scosse rilevate sia riuscito nel suo intento di elaborare un MODELLO MATEMATICO che sulla base di ciò che è accaduto in passato gli consenta di fare delle proiezioni sul futuro (a sei / ventiquattro ore) ...
se ciò che ho capito è vero ... chi se la sente di dire con estrema certezza che Giuliani è un ciarlatano?
giulio
Guarda che, per quel che ho capito io, tu e Morton siete d'accordo.
RispondiEliminaInfatti, mi pare chiaro l'ultimo mio intervento è stato frainteso. Io non ce l'ho con Giuliani, che sarà una bravissima persona, e non so dire se c'era qualcosa che poteva essere fatto meglio (possibilissimo). Ma credo che essere responsabili della Protezione Civile sia un mestiere già abbastanza difficile senza che qualcuno ti chieda di saper prevedere i disastri nella sfera di cristallo. Quindi è a Bertolaso che qualcuno dovrebbe chiedere scusa.
Okay, parliamo di narrazioni collettive allora. Da un punto di vista di contenuto tutto le leggende urbane sono vere, dipende se andiamo ad analizzare i contenuti manifesti o impliciti.
RispondiEliminaLe leggende urbane come espressione dell'inconscio collettivo ci dicono che una storia sta girando nella testa delle persone, un'idea ha attecchito e prende forma, sviluppandosi anche in modo autonomo, senza mezzi di propaganda ufficiali (vedi studio del 1969 di Morin su Orleans).
La leggenda dello scienziato incompreso dalle autorità che riesce/non riesce a evitare il disastro ci dice che:
- la frustrazione è un sentimento dominante;
- il criterio del merito nel successo individuale è avvertito come una pura illusione;
- la percezione di essere sull'orlo di un baratro è molto diffusa;
- la sfiducia radicata nei confronti delle istituzioni è un sentimento dominante;
- la scienza, l'estro individuale, la buona volontà, il pensiero critico ci possono ancora salvare. Se il potere gli concede una possibilità.
Da un appassionato di narrazioni collettive quale dici di essere mi stupisco quindi del tono di fastidio e superiorità intellettuale con cui stigmatizzi le leggende urbane.
Ma gli intellettuali si sa, non servono a niente se non sono anche umili.
Benvenuti a Scienziopoli,"dove la verità racconta la bugia migliore"(chiunque mastichi l'analisi tecnica di Borsa probabilmente sa a cosa mi riferisco)
RispondiEliminaMaurizio, se ho capito il tuo commento, quando c'è in giro una caccia alle streghe l'intellettuale 'umile' dovrebbe sempre schierarsi dalla parte degli inquisitori sulla base del principio che dove c'è un po' di fumo ci dev'essere anche l'arrosto.
RispondiEliminaThomas, no non ho detto questo. Il mio pensiero mi sembra abbastanza chiaro, però posso forse spiegarlo meglio.
RispondiEliminaL'intellettuale umile (o non borioso, non supponente, non convinto della propria superiorità mentale derivante dagli studi e dall'ambiente sofisticato che frequenta) non parte dal presupposto che le narrazioni popolari sono solo isteria collettiva. Non guarda il mondo con la puzza sotto il naso chiedendosi come mai non sono tutti intelligenti quanto lui e gli amici suoi.
Analizza il fenomeno chiedendosi cosa nasconde l'irrazionalità, che cosa significa (nel senso semiologico del termine).
Se è spontanea, se è indotta, se è un indicatore di qualcosa di più grave, se insegna qualcosa.
Ecco, forse questa è il pregio più grande che dovrebbe avere un intellettuale umile: dovrebbe essere consapevole che anche da un fruttarolo può venire una scintilla di verità.
Figurarsi da un tecnico laureato con l'hobby ventennale della sismologia.
+1 Maurizio. La sua analisi della specifica "leggenda urbana" in questione direi che e' "spot on", molto piu' del paragone Noe'/Giuliani, perche' va a toccare elementi profondamente radicati nella cultura popolare italiana recente.
RispondiEliminaCerto che può partire una scintilla di verità: il problema è che non sia partita la previsione di un terremoto. Laddove tu sostenevi fino a ieri "una previsione c'era stata (e anche parecchio precisa per gli standard del settore)".
RispondiEliminaL'intellettuale deve, quando può, sostituire un po' di mythos col logos. E' chiaro che qualcuno affezionato al mythos di turno ti accuserà di boria o supponenza o di frequentare un ambiente sofisticato(???)
Non ne facciamo una diatriba tra ego. Tenere sotto controllo la vanità è una cosa complicata, me ne rendo conto, però un po' di autodisciplina aiuta.
RispondiEliminaConfermo quanto detto ieri e oggi, e che corrisponde al mio pensiero. E che sintetizzo qui:
Giuliani ci ha azzeccato;
così come la studentessa che ha consigliato ai suoi colleghi di piano della casa dello studente di darsela a gambe, che lo sciame sismico che c'era fin da febbraio non prometteva niente di buono (Fonte: Exit, La7).
Quindi il terremoto, in questa particolare circostanza, era prevedibile e le autorità pubbliche hanno avuto la possibilità di organizzarsi per tempo (come successe in Umbria).
Cosa che invece in questo caso non è stata fatta.
La domanda è: perché?
Quanti morti potevano essere evitati?
Tutte le altre considerazioni sulle narrazioni collettive e l'irrazionalità delle masse le considero accessorie rispetto a questi pochi punti, che mi sembrano cristallini nella loro semplicità.
Tutto qua.
Ultimo commento per me, altrimenti andiamo avanti all'infinito
RispondiElimina> Quale?
Quello di Cattaneo
> E allora di cosa stiamo parlando?
Io sto parlando di alcune affermazioni da te fatte e che ho evidenziato già in un precedente commento. Non piango sul latte versato, vorrei solo che si traesse ispirazione dalla vicenda e non arrivasse subito a conclusioni affrettate.
Se per "conclusioni affrettate" ti riferisci a quelli che volevano le dimissioni di Bertolaso perché aveva denunciato Giuliani, son d'accordo.
RispondiEliminaMaurizio, no.
Giuliani non ha azzeccato né il giorno né il luogo. Quando c'è stato il terremoto lui stava osservando i rilevatori di radon, che gli ribadivano che c'era molto radon (dal momento che l'Abruzzo era interessato da uno sciame sismico), ma non gli consentivano di individuare dove e quando ci sarebbe stato: tant'è che è sfollato pure lui.
Io sono convinto del suo impegno e della sua buona fede, ed è normale che adesso cerchi di difendersi dalla denuncia tirando un po' l'acqua al suo mulino, ma stavolta il suo sistema di predizione non ha funzionato.
La cosa della "diatriba fra ego" (ego?) e tutte le frecciatine sulla mia vanità francamente non le ho capite. Secondo me mi hai scambiato per un altro, capita.
bisogna attenersi ai fatti, ci sono dati registrati e dichiarazioni, non se ne può prendere solo parte e da questa trarne una spiegazione, risulterebbe incompleta e parziale, o addirittura come in questo caso completamente fuorviante.
RispondiEliminail procurato allarme di Sulmona sarà spero occasione di indagine, le parti in causa sostengono tesi diverse e ci stanno testimoni.
allora per parità di opinione riporto quella di Giuliani, "ho predetto il terremoto poi verificatosi nella mattinata del 29 a Sulmona ed ho detto che era di M4 non disastroso".
se si ha curiosità ci sono molti siti in rete, che parlano delle ricerche di Giuliani, la cronistoria della sua ricerca, i mancati appoggi e finanziamenti, delle ricerche col radon in tutto il mondo, dei precursori sismici, di teorie sull'origine dei terremoti, della prevedibilità di questi, di previsioni verificatesi, ed anche le dichiarazioni pre-6 aprile.
Ho una curiosità riguardo una sua affermazione Leo: <...tant'è che è sfollato pure lui.>
RispondiEliminaCosa avrebbe dovuto fare nel caso ci avesse azzeccato ?
Smontare la casa pezzo per pezzo?
Mario
ANCHE CON STRUMENTI CLASSICI POTEVA ESSERE PREVISTO!
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=nLUqIST4snU&feature=related
Nella dichiarazione (che s'era già sentita, mi pare) Giuliani si ostina a fare confusione sul concetto di "prevedere".
RispondiEliminaLui dice che coi suoi strumenti riesce a "prevedere" terremoti in un raggio di 100-150 km.: quindi era in grado di sapere che ci sarebbe stata una scossa in Abruzzo, ma non dove. Neanch'io mi aspetto dalla scienza una soluzione al millimetro, ma 150 km non sono un millimetro.
Poi insiste sul fatto che quella notte bastava guardare i sismografi. Vedere un terremoto dai sismografi non è, in senso stretto, previsione: una scossa registrata dai sismografi c'è già stata. La polemica che fa a questo punto è giusta: in Giappone quando il sismografo registra una scossa la popolazione viene subito allertata, da noi no. Ma questo non ha più nulla a che vedere coi rilevatori di radon di Giuliani che, stando a quel che dice Giuliani, sono più o meno in grado di dirci se un terremoto sarà negli Abruzzi o nelle Marche.
"Cosa avrebbe dovuto fare nel caso ci avesse azzeccato ?
Smontare la casa pezzo per pezzo?"
Avrebbe potuto mettere in sicurezza sé stesso e la sua famiglia, e non l'ha fatto: come ha scritto Chiara Petrucci molti commenti più sopra, i figli di Giuliani erano tutti in casa. State dando a Giuliani molta più fiducia di quanta lui non dia a sé stesso.
Leonardo, il tuo ragionamento su Giuliani fila liscio come l'olio.
RispondiEliminaE le trasmissioni come quella di ierisera ad Annozero fanno pietà e misericordia.
di GGG so solo ciò che ne ho visto da vespa, un signore qualunque appunto, non uno scienziato, nemmeno uno che fosse tanto in grado di esprimersi in modo grammaticalmente corretto (a parte che il buon vespa ha fatto grandi sforzi per lasciare in ombra il titolo preciso del detto GGG presso il centro di ricerca dell gran sasso, cioè che ha cercato di far intendere che GGG era effettivamente uno scienziato o ricercatore.. hummmm....), insomma, mi dispiace ma no credo che al giorno d'oggi la sciena vada ancora avanti grazie a dei geni nascosti in uffici brevetti. Quello era un'altro mondo. La scienza ormai si gioca a un livello troppo raffinato per approdarci senza avere intanto un metodo e poi almeno una buona conoscenza dei particolari del dominio di studio che ci interessa. Per cui, no, che un technico coe GGG possa risolvere, senza aver studiato, una roba come la previsione dei terremoti, quando c'è gente che ci studia seriamente da decenni, beh, mi dispiace, non ci credo neanche lontanamente.
RispondiEliminaPerchè una previsione a distanza di ore anzichè di giorni non è una previsione?
RispondiEliminaIl sismografo è persino online!!
E non solo non c'è nessuno sistema di preallarme, non c'è nessuno che controlli il i sismografi di notte!
"I forti incrementi di radon al di sopra della soglia di sicurezza indicano terremoti"
RispondiElimina.. e il forte incremento c'è stato proprio prima del terremoto.
A me a lasciato perplesso, ma proprio tanto, il fatto che Giuliani avesse tirato in ballo la congiunzione di Venere tra i fattori della sua "previsione".
RispondiEliminaNon sono un geologo e quindi non so dire quanto le forze di marea in generale agiscano sui fenomeni sismici, ma, se posso ritenerlo credibile riguardo alla Luna, secondo me è abbastanza assurdo che la posizione del pianeta Venere (e quindi la relativa attrazione gravitazionale) rispetto alla terra possa avere risultati rilevabili _e prevedibili_ sui terremoti. E se così fosse, avremmo, grazie ad una tradizione astrologica documentata dall'Età del Bronzo babilonese, una quantità impressionante di correlazioni parziali per cui "sapremmo" che le congiunzioni di Venere aumentano la probabilità dei terremoti.
Giuliani aveva ragione. Guardatevi Annozero.
RispondiEliminaUna testimonianza.
RispondiElimina“Io, medico ferito e sfollato dico:
l’allarme alla città andava dato”
di MASSIMO GALLUCCI*
“Da gennaio, quasi settimanalmente si faceva sentire. Ma, un po’ come nel film X-men 2, il verme divoratore era sotto controllo. Così ci era stato detto più e più volte dalla stampa e dalle televisioni locali. E così parcheggio, senza particolari precauzioni, nel piazzale alberato a 100 metri da casa.
Casa: una palazzina cielo-terra di 3 piani e piccolo attico, di stesura settecentesca, manipolata più volte in seguito, e da noi restaurata 12 anni fa. Per strada, davanti il mio ingresso, gli studenti che alloggiano in affitto negli appartamenti di fronte in cemento armato. Sono una decina, in strada. Una ragazza piange: “non ne posso più, ho paura voglio andare via”. Un ragazzo l’abbraccia protettivo. Stai tranquilla. Sono scosse di assestamento. Ormai ci siamo abituati.
Così ci prepariamo, come ogni sera quasi tranquilli. A letto. Io, mia moglie e mia figlia. Un letto d’epoca, veneziano, con una spalliera piuttosto alta, che avrà un ruolo in questa storia. Stranamente essenziale e per questo bellissimo. Lascio la luce dell’abat-jour accesa.
All’una circa sono svegliato da un’altra scossa. O l’ho sognata? Resto sveglio. Dopo un po’ ne arriva un’altra.
Alle 3 e mezzo il letto salta, si muove. Non c’è più luce elettrica, polvere dovunque, si fa fatica a respirare tra la polvere e l’odore acre, inconfondibile del gas di città, e il ballo continua, accelera, è forsennato, sale il rumore, quel borborigmo che diventa un ululato rotto dagli allarmi delle auto e da grida, grida, grida attorno. Virginia chiama. Mi butto su di lei per ripararla dalla pioggia di calcinacci e urlo: “Non preoccuparti, è finito, è finito!”
Ripeto istericamente quella frase per 22 secondi.
E’ finito! Grido finalmente per l’ultima volta e “ordino” a mia moglie e mia figlia di seguirmi, di scappare via, subito. Scendo dal letto. Macerie sul pavimento. Polvere e odore di gas. Urla da fuori. Non si vede nulla. Cerco a tentoni la porta, ma non riconosco la camera da letto: la stanza è cambiata. O almeno il letto è in un’altra posizione. La trovo. Si apre. A tentoni raggiungo la rampa delle scale con la sensazione di non trovare le pareti al posto giusto. La rampa non c’è: è un cumulo di macerie.
A piedi nudi su quei sassi, poi sui vetri e i resti dei quadri dell’ingresso. Voglio vedere se si apre la porta. Sembra di no, poi qualche spallata e ci riesco e un po’ di luce delle stelle penetra la nebbia e lenisce l’angoscia. Grazie a Dio non siamo prigionieri. Corro di nuovo su. Prendo Virginia e chiamo Lucilla. E approccio di nuovo la discesa. Ma stavolta perdo l’equilibrio e cado di schiena, assieme a Virginia, violentemente sul pavimento dell’ingresso. Un bel volo, forse di un metro e mezzo - due? Per un paio di secondi ho fosfeni. “Virginia, Lucilla, uscite! Uscite, sto bene!”
Intanto verifico che muovo le gambe e le mani. Ho un dolore terribile nell’intero tratto lombare. Sicuramente mi sono fratturato. Mi faccio forza ed esco quasi carponi, poi mi metto in piedi e vedo l’orrore che mai avrei creduto o pensato. Il palazzo di fronte: 5 piani di cemento armato accartocciati, stratificati come carte da gioco. Non sarà più alto di 3-4 metri, ora. Non viene una voce da lì dentro. Un silenzio feroce. Mani nei capelli, piango, Daniela amica cara e i bimbi Davide e Matteo; Maria Pia e i figli e quell’anomalo pitbull buono, l’avvocato Fioravanti e la moglie, così dolci e pacati. Che gentiluomo, con la sua piccola collezione di auto d’epoca e il sorriso nonostante la leucemia, e gli altri e gli studenti, quelli che piangevano e si consolavano.Travi di cemento armato di vari metri schiacciano i resti di quella casa. Senza una gru è impossibile fare qualunque cosa. A piedi nudi, sui sassi della città atterrati per terra, come tre zombi facciamo i 50 metri che ci separano da via XX Settembre dove altri zombi seminudi si aggirano senza meta, con gli occhi sbarrati, senza saper dire una parola, guardandosi attorno e piangendo, alcuni.
Attraversiamo il parco alberato nel cui piazzale ho parcheggiato e raggiungiamo la macchina. E’ coperta di detriti e polvere, ma agibile. Con lucidità sia io che Lucilla avevamo preso le chiavi della macchina dal portaoggetti sul tavolo dell’ingresso fortunatamente in piedi. In auto passiamo qualche ora, mentre la folla aumenta nel piazzale, assieme al dolore lombare. Continuano le scosse.
Sento un ragazzo chiamare Maria, Mariaaaa da sopra le macerie: “c’è mia sorella lì sotto, Mariaaaa!” Alcuni hanno piccole torce elettriche e scavano con le mani. Il termometro della mia auto indica 3 gradi. Chiedo a mia figlia di avvolgermi una pezza da vetri attorno ai piedi congelati.
Passano amici e volti noti. Non vedo traccia di isteria. Uno stupore silenzioso e controllato. Tutti si chiedono tra le lacrime: ha bisogno di qualcosa? Sapendo di aver poco o nulla da offrire. Aspettiamo, come bombardati, le luci dell’alba. Per capire. Ma da capire c’è poco.
Mia moglie torna a casa. Entra per qualche secondo.
“Casa non c’è più. Abbiamo perso tutto. Sai a chi dobbiamo la vita? Alla spalliera del letto che ci ha riparato dai massi della casa a fianco, accasciata come un vecchio sulla nostra. I massi hanno forzato, curvato su di noi la spalliera spingendo il letto contro l’altra parete. Senza di essa, ci sarebbero venuti addosso, sulle teste”. Deo gratias. Una serie di coincidenze ci ha salvato la vita. Il resto non conta. Il resto si rifarà. Sono indeciso ora. Andiamo in ospedale a L’Aquila, dove troverò certamente il caos dei feriti ammassati, o direttamente fuori. Ma chissà cosa ha combinato il terremoto da quelle parti? Chissà le strade? Pensieri contorti che trovano soluzione presto: “Portami in ospedale a L’Aquila. Sto per svenire dal dolore”.
Sono quasi le otto. Passiamo per una circonvallazione fuori città evitando scientemente il centro con l’auto, e ai nostri occhi si offre anche qui lo scenario di guerra che immaginavamo. Arriviamo e troviamo un’apocalisse ben oltre le previsioni: l’accesso al pronto soccorso bloccato da un crollo e il magnifico costosissimo-ma-solido ospedale è provato, inginocchiato, macilento. Dico a mia moglie di andare direttamente nel mio reparto. Inutile intasare il Pronto Soccorso. E qui trovo gente che dalle 4 del mattino lavora indefessa e già sconvolta dai primi orrori. Riesco a essere studiato. Sento l’affetto di chi mi sta intorno. Sono su una barella, finalmente, con un toradol in vena, e il dolore si lenisce. Ho eseguito RM e TC mentre le scosse continuavano impetuose ed impietose. Ho una diagnosi di frattura vertebrale somatica di L2 e varie contusioni.
Non ho notizie di mia madre, mio fratello, mia sorella, i nipoti: non ho potuto prendere il cellulare, sepolto dentro casa. Quanto siamo stati viziati dalla tecnologia! Col mio cellulare ho perso la rubrica telefonica e quindi tutti i contatti col mondo.
In tarda mattinata l’ospedale è dichiarato inagibile ed evacuato. Mi cerco un ricovero altrove con la difficoltà di non conoscere più i numeri di telefono di nessuno e approdo in qualche ora al Policlinico Umberto I a Roma.
E’ già tempo di leccarsi le ferite e proporre rapide soluzioni. E’ vero. E’ anche vero che se il dolore non deve alimentare né rendere faziosa la rabbia, non deve neanche occultare le legittime domande del caso. Non ho velleità polemiche, e la gratitudine a tutti coloro che si sono adoperati per la mia città è infinita. Non posso, nel nome di quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione preventiva e all’informazione fuorviante.
Da quasi 4 mesi erano state registrate quasi 200 scosse con epicentro a L’Aquila e dintorni. Non poteva essere un evento che rientra nei limiti del normale, come si è sentito dire. Nelle ultime settimane erano incrementate di numero ed intensità. Eppure le voci ufficiali erano rassicuranti. “Non creiamo allarmismi”.
Ma perché essere preoccupati di dare un allarme consapevole? Noi medici siamo obbligati da anni al consenso informato. Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale sono COSTRETTO giustamente a dire e quantificare il rischio percentuale di mortalità. E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti inconsulti.
Questo è il mio principale rammarico. Nessuno ha offerto istruzioni calme, rassicuranti, civili, informate. La mia piccola storia assieme alle centinaia di storie di amici, mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia elettrica sul comodino non mi sarei fratturato la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare a portata di mano avrei chiesto aiuto per me e per il palazzo accanto, se molti avessero parcheggiato almeno un’auto fuori dal garage ora l’avrebbero a disposizione, se in quell’auto avessero (e io avessi) messo una borsa con una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia d’acqua, si sarebbero tollerati meglio i disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d’acqua sul comodino, se si fosse evitato di chiudere a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di studiare una strategia di fuga…. Pensate a chi è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare con l’esterno perché aveva il cellulare in un’altra stanza, o perché non trovava al buio le chiavi di casa, come le ragazze di un palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore sotto un letto, con la terra che continuava a tremare, perché la porta era chiusa a chiave, senza una torcia elettrica e senza cellulare per chiedere aiuto!
E inoltre, se invece di una decina di vigili del fuoco in servizio ci fosse stata una maggiore disponibilità di forze con mezzi già sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove, quegli eroi del quotidiano che sono i nostri vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni migliori.
Piccole cose. A costo irrisorio.
Spero che i nostri figli possano fare affidamento su una società più civile”.
* L’autore è professore e direttore Uoc di Neuroradiologia Università-Asl dell’Aquila
una interessante testimonianza circa la prevenzione ed i primi soccorsi.
Stavo per postare lo stesso articolo dell'anomico precedente, tratto da repubblica.it. Sono felice che mi abbia preceduto. Questo è il link dell'articolo:
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-5/sisma-lettera/sisma-lettera.html
La dama del lago
Va bene, bel pezzo, l'avevo persino già letto, ma continuate a spostare la discussione rispetto all'argomento del post. Che erano le previsioni di Giuliani.
RispondiEliminaLA PREFETTURA ERA GIà INFORMATA A MEZZANOTTE è SCAPPATA SENZA DIRE NULLA ALLA GENTE!!!!!
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=a7Yt0n8kPlo
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIo voglio capire se è vero come ho sentito dire dalla deputata che aperto l'interrogazione parlamentare a riguardo, On.Daniela Melchiorre, se è vera la circostanza secondo cui pochi giorni prima del sisma un architetto avrebbe compiuto un sopralluogo alla Casa dello Studente e nulla fosse stato segnalato alla dirigenza dell’azienda che gestiva l’immobile e alle competenti autorità di vigilanza quali Vigili del Fuoco e Protezione Civile e se le autorità cittadine che hanno proceduto in data 31 marzo all’evacuazione delle scuole della città dell’Aquila, non avessero dovuto emettere analogo provvedimento nei confronti della Casa dello Studente
RispondiEliminaPuntiamo ai 100 commenti? :)
RispondiEliminahttp://miskappa.blogspot.com/ Il blog di Anna Colasacco per non dimenticare i terremotati. Aggiungetela su Facebook.
Mmm, mi sembrava che il post volesse essere sulla leggenda metropolitana dello scienziato incompreso. Come dice Maurizio tra le cause della nascita di queste leggende c'è la sfiducia nelle istituzioni. A proposito della attività della protezione civile è interessante allora questa lettera (purtroppo non firmata il che fa ahimè facilmente leggenda):
RispondiEliminahttp://www.ilmanifesto.it/io-manifesto/lettere-e-filosofia/anno/2009/mese/05/articolo/746/ Lettera di una terremotata da Laura
Vi scrivo da Colle di Roio (Aq) uno dei paesini colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. Il mio paese... Trovo molto difficile fare ordine nel turbinio di pensieri che mi gonfiano la testa, ma ci proverò. E scrivo questa nota perché credo che solo uno strumento quale la rete permetta di conoscere altre verità, senza mediazioni se non dell’autore.
Il nostro campo è abitato da circa trecento persone, distribuite in una quarantina di tende. Tornati da una vacanza mai iniziata, assieme a Pierluigi, abbiamo cercato di dare un contributo alle attività di gestione della tendopoli che, nel frattempo, (era passata già una settimana dall’inaspettato evento),
era andata sviluppandosi.
Non sono un tecnico, né ho una qualche esperienza di gestione logistica e di personale in situazioni di emergenza e quanto vi racconto può essere viziato da uno stato di fragilità emotiva (immagino mi si potrà perdonare). Il fatto è, che a fronte di uno sforzo impagabile profuso da molte delle persone presenti nel nostro campo, (volontari della protezione civile, della croce verde/rossa, vigili del fuoco, forze di polizia etc...),inarrestabili fino allo sfinimento, ci siamo trovati, o sarebbe meglio dire ci siamo purtroppo imbattuti, nella struttura ufficiale della Protezione Civile stessa e nel suo sistema organizzativo.
La splendida macchina degli aiuti, per quanto ho visto io, poggia le sue solide e certamente antisismiche basi, sulle spalle e sulle palle dei volontari; il resto da’ l’impressione di drammatica improvvisazione. E non perché non si sappia lavorare o non si abbiano strumenti e mezzi, ma semplicemente ed a mio parere, perché si è follemente sottovalutato il problema fin dall’ inizio.
Se è vero che il terremoto non è prevedibile è altrettanto vero che tutte le scosse precedenti (circa trecento più o meno violente prima dell’inaspettato evento) dovevano rappresentare un serio monito. Perché non è servito il fatto che due settimane prima del sisma alcuni palazzi presenti in via XX settembre a L’Aquila, poi miseramente sventrati, erano già stati transennati perché le scosse che si erano susseguite fino a quel momento (la più alta di 4° grado, quindi poca cosa...) avevano fatto cadere parte degli intonaci e dei cornicioni...
Una persona minimamante intelligente, a capo di una struttura così grande quale la Protezione civile, avrebbe dovuto schierare i propri uomini alle porte della città, come un esercito, pronto a qualsiasi evenienza. Ed invece mi trovo a dover raccontare che le prime venti tende del nostro campo se le sono dovute montare i cittadini del paese (ancora stravolti dal sisma), con l’aiuto di una manciata di instancabili volontari, che manca un coordinamento tra i singoli gruppi presenti, che la segreteria del campo (che cerchiamo di far funzionare), è rimasta attiva fino a ieri con un Pc portatile di proprietà di mia proprietà, acquistato "sia mai dovesse servire", e con quello di un volontario; che siamo stati dotati di stampante e telefono ma per la linea Adsl (in Italia ancora uno strano coso...) stiamo ancora aspettando e quello che siamo riusciti a mettere in piedi è merito dell’ intelligenza di qualche giovane del posto e dei suoi strumenti tecnici; che abbiamo dovuto chiamare chi disinfettasse e portasse via mucchi di vestiti perchè arrivati sporchi e non utilizzabili; che fino dieci giorni dal sisma avevamo un rubinetto per trecento persone, nessuna doccia, circa 20 bagni chimici e nessun tipo di riscaldamento per le tende. Vi ricordo che in Abruzzo e a L’Aquila in particolare la primavera fatica ad arrivare e che anche in queste notti la temperatura continua ad essere prossima allo zero. Non ci si può quindi stupire che molte persone, la maggior parte delle quali anziane (e non tutte con la dentiera...), cocciutamente ed in barba alle direttive che vietano di rientrare nelle case, contiunano a fare la spola dalla tenda al bagno di casa.
Potreste obbiettare che tutto sommato e visti i risultati raggiunti nel seguire più di quarantamila sfollati questi problemi sono inevitabili e bisogna solo avere pazienza. Condivido il ragionamento.
Quello che mi lascia stupita, che la gente non sa e che gli organi di informazione si guardano bene dal dire, è che tutta la macchina si basa all’atto pratico, sulla volontà ed il cuore di persone che lasciano le loro case e le loro famiglie e che non pagate, cercano di ridare un minimo di dignità e conforto a chi, a partire dalla propria intimità, ha perso tutto o quasi. La protezione civile che molti immaginano (alla Bertolaso per intenderci) non esiste nei campi, almeno non nel nostro. I volontari si alternano, perché obbligati ad andarsene dopo circa 7 giorni.
Cosa comporta tutto questo? Che ogni settimana si vedono facce nuove con la necessità di ricominciare a conoscersi ed imparare a coordinarsi, che il capo campo cambia anche lui con gli altri e quindi può avere esperienza o meno, che spesso, ed è il nostro caso, la gestione di alcune attività è affidata ai terremotati perchè non viene inviato personale apposito, con inevitabili problemi, invidie acrimonie e litigate tra...poveri.
Volete un esempio cristallino della disorganizzazione? La nostra psicologa, giunta al campo per propria cocciuta volontà, è rimasta anche lei solo una settimana. Vi immaginate quale può essere l’aiuto ed il sostegno che una persona addetta può dare e quale fiducia può riscuotere per permettere alle
persone di aprirsi, se cambia con cadenza domenicale? A questo si aggiungano l’inesperienza di molte persone (spesso e per fortuna sconfitta dalla volontà di far bene) e le tristi e umilianti dimostrazioni di miseria umana che ci caratterizzano e che risultano ancora più indecenti ed inaccettabili in casi di emergenza.
Qualcosa di buono però ragazzi l’ho imparato. Ho imparato che per la richiesta di materiale devo inviare un modulo apposito e che a firmare lo stesso non deve essere il capo campo, la cui responsabilità, fortuna sua, è solo quella di gestire trecento vite, trecento anime, più tutti coloro che ci aiutano dalla sera alla mattina, ma serve il visto del Sindaco, oppure del presidente di circoscrizione oppure di un loro delegato (pubblico ufficiale). Noi dopo aver speso due giorni per individuare chi dovesse firmare questi benedetti moduli, sappiamo che dobbiamo prendere la macchina e quando serve (ovviamente più volte al giorno), raggiungerlo al comune.
Un’ultima noticina. Due giorni fa la Protezione civile si è riunita con gli esperti, ed ha ritenuto che non vi siano motivi di preoccupazione relativamente alle dighe abruzzesi (la terra trema ogni giorno). Ora ricordandomi che analoga sicurezza era stata espressa all’alba di una scossa di quarto grado e pochi giorni prima che il nostro inaspettato evento facesse trecento morti e azzerasse l’economia e la vita di migliaia di persone...ho provveduto, poco elegantemente, ad eseguire il noto gesto scaramantico...
Però dei regali li ho ricevuti. Sono le lacrime di molte delle persone che hanno lavorato alla tendopoli, trattenute a stento nel momento dei saluti; sono le parole e gli sguardi dei vecchi del paese, che mescolano dignità e paura, coraggio e rassegnazione, senza mai un lamento.
Un’altra cosa. Vi prego chiunque di voi possa, prenda il treno l’aereo o la macchina e si faccia un giro per L’Aquila e dintorni. Le tendopoli non sono tutte come quelle a Collemaggio. Scoprirete il livello di falsità che viene profuso a piene mani dagli organi di comunicazione oramai supini e del livello di indecenza del ns presidente del consiglio che prima con lacrime alla cipolla e poi con sorrisi di plastica distribuisce garanzie e futuro a chi, vivendo in tenda e saggiando sulla pelle la situazione, sa che sono tutte palle.
I morti sono serviti subito per mostrarsi umano e vicino alle famiglie, ma ora è meglio dimenticarli in fretta..Via via.. nessuna responsabilità, nessun dolo. I pm sono dei malvagi.. ricostruiamo in fretta.. forza la vità e bella, vedrete, tra un mese sarete tutti a casa... Conoscete i nomi delle famiglie che doveva ospitare nelle sue ville? Le virtù umane travalicano gli eventi, le sue miserie non hanno confini.
Se volete vi prego fortemente di inviare questa mail a quanti vi sono amici. La stampa nazionale si è guardata bene dal pubblicarla.
Un saluto a tutti
Parlando in termini di prevenzione, non riesco a capire perche' sotto questo termine venga annoverata quasi sistematicamente la parola "evacuazione".Fare prevenzione significa anche, dal momento che sono tutti piu' o meno d'accordo sul fatto che il terremoto non e' prevedibile,verificare l'agibilita' degli edifici e invitare le persone che abitano in luoghi non idonei, o che potrebbero trasformarsi in trappole, a dormire fuori casa o ricorrere a qualche investimento in termini di sicurezza.L'esempio lampante e' quello della casa dello studente: ovvero, studenti che da mesi si preoccupano della stabilita' dell'edificio e vengono rassicurati o peggio ignorati; infatti, l'edificio era marcio, e sappiamo tutti come e' andata a finire.
RispondiEliminaInoltre, dal momento che il terremoto e' imprevedibile (benche' presenti una ciclicita'), mi sembra assolutamente paradossale che i cosidetti esperti rassicurino la gente -gli aquilani erano interessati dallo sciame sismico da ottobre/novembre- dicendo loro che possono dormire tranquillamente nelle loro casa.O sbaglio? se non si puo' prevedere quando fara' un terremoto, non si puo' nemmeno prevedere che NON lo fara'.Ad ogni modo, la protezione civile,dopo le scosse forti della serata del 5 aprile, ha detto proprio questo, dormite tranquilli.
Infine, sulla questione del tecnico Giuliani...devo dire che come faccenda ricorda vagamente una caccia alle streghe.L'esempio, in questo caso, piu' lampante secondo me e' quello di Galileo Galilei, che fu costretto ad abiurare perche' la sua teoria della terra che girava intorno al sole era considerata eretica rispetto alle sacre scritture e alle conoscenze dell'epoca.Be, a quanto pare aveva ragione lui.Senza entrare nel merito, se esiste una magra possibilita' che il radon rappresenti un precursore sismico, quale migliore occasione per buttare dei soldi nella ricerca per verificarne l'attendibilita'? o e' meglio fare il ponte sullo stretto, un'idea geniale tenendo conto del fatto che la sicilia tende a spostarsi rispetto all'Italia continentale?
insomma, non serve essere degli esperti per capire che in certe situazione basta del buonsenso: effettuare controlli sugli edifici e su come gli stessi vengono costruiti; abbracciare la possiblita' che le idee e le ricerche altrui possano rivelarsi attendibili, anziche' scagliarsi contro queste persone solo perche' tutta la comunita' scientifica dice il contrario..non e' cosi' che si progredisce.
Insomma, a me pare che in Italia ci si occupi dei problemi quando e' il momento di seppellire i morti.Prima si e' capaci solo di fare polemica e propaganda.