Copy-cut economy
Quando un divulgatore di chiara fama, come Corrado Augias, viene scoperto a scopiazzare da un saggio Adelphi;
quando un critico d'arte universalmente conosciuto come Vittorio Sgarbi infila in una sua prefazione ampi stralci tratti da un volume dei “Maestri del colore”;
persino negli USA, quando Maureen Dowd, columnist del New York Times, ammette che qualche frase di un suo editoriale è presa di peso da un blog;
la prima reazione del lettore medio è l'increduli... no, in effetti la prima reazione è quella bieca soddisfazione dell'uomo medio nei confronti del Nome Famoso: “Aha, lo vedi che copia. Anch'io potrei fare il mestiere che fa lui”. E per quanto sia una reazione che tutti ci unisce e affratella, noi mediocri, è poco interessante.
Più degno d'attenzione è quel sentimento d'incredulità che segue di lì a poco; il momento in cui tutti noi ci chiediamo: Ma insomma, com'è possibile che dei professionisti così si mettano a copiare come l'ultimo dei furbetti in quarta fila? Davvero pensavano di poterla fare franca? Davvero si possono giocare la faccia così? E passi per Sgarbi che ci ha abituato alle sue mattane: ma voi ve lo immaginate Corrado Augias che sottolinea un paragrafo di un libro e intanto pensa: “questo è forte, questo me lo rivendo”? No, non è possibile che succeda una cosa del genere. Infatti non succede.
Qui entrano in gioco i fantasmi, come li chiamano gli anglosassoni (ghost writers): noi invece li chiamavamo negri. Quelli che di mestiere scrivono per gli scrittori. O pensavate che tutto quello che vi capita di leggere a firma “Augias” o “Sgarbi” sia stato scritto dai signori che vedete in tv o alle conferenze? Ma no, non funziona così. Altrimenti Vespa sarebbe scoppiato da un pezzo: sessanta trasmissioni all'anno e 300 pagine tutti i Santi Natali, non dite che sareste capaci anche voi.
No. Stare sotto i riflettori, vendere il proprio Nome+Faccia, è già di per sé un mestiere. Se poi vuoi capitalizzarlo stampigliandolo sopra un cartonato di Prima Fascia (quelli, per capirci, che fanno il mucchio in libreria quando escono) non ti sarà difficile trovare qualcuno che lo scriva per te. Di intellettuali dis- o sottoccupati ce n'è quanti ne vuoi, ed è gente seria e preparata.
Lo so che è difficile da mandare giù per quelli che speravano di trovare nella scrittura quell'agognato percorso di solitudine, ma sono pochissimi i libri che non siano frutto di un lavoro di gruppo. Un gruppo gerarchico: al di sopra di tutto c'è l'autore, quello che magari non scrive una parola ma ci mette il Nome, la Faccia, e che se è una persona seria e coscienziosa supervisiona il tutto. Ma anche una persona seria e coscienziosa non può mica sempre accorgersi che il negro ha copiato.
D'altro canto, il negro di uno scrittore affermato guadagna bene (spesso in nero) e campa di un rapporto basato sulla fiducia; la domanda iniziale quindi andrebbe riformulata così: com'è possibile che i negri di Augias o di Sgarbi, professionisti stimati ancorché oscuri, si mettano a copincollare come il primo studente asino che va su Wiki, preme “print” ed è convinto di aver fatto una ricerca? Cos'è successo? Non lo sapremo mai e certo Augias non si affannerà a dircelo, quindi io ho sviluppato una teoria.
Secondo me, coi tempi che corrono, la crisi e tutto il resto, i negri bravi (che non devono essere molti) si sono messi ad accettare più lavoro di quanto non riescano a portarne a termine. E quindi, quando le scadenze cominciano ad affollare il calendario, cosa fanno? Si rivolgono anch'essi a dei negri, meno professionali dei primi. Il che non significa che siano dei minchioni convinti di poter copiare e incollare la prima cosa che trovano. Ma c'è la crisi, il mutuo, gli interessi passivi, e insomma mi hanno offerto questo lavoro e non ho saputo dirgli di no, ma adesso non so come finire... anche il sottonegro, alle strette, avrà chiesto aiuto a un sotto-sottonegro. La piramide scende fino al punto in cui non si trova uno abbastanza minchione da copiare pezzi interi da un libro in commercio, tanto “chi vuoi che se ne accorga”, oppure “anche se se ne accorgono, chi vuoi che risalga fino a me?” Il sottonegro legge, apprezza, corregge la punteggiatura e manda al negro, che è talmente felice che dà giusto un'occhiata agli accenti e passa ad Augias, e la frittata è fatta. Tutto questo per dirvi cosa?
No, niente.
Solo che tra un po' finisce l'anno scolastico, il che significa che avrò un po' di tempo libero e, se non ve ne siete già accorti, sono uno che scrive bene e abbastanza in fretta. Non copio mai, perché non mi piace e non mi conviene; onestamente faccio prima a buttar giù cose originali che a correggere i testi degli altri. La mia mail è in fondo a destra e, insomma, a buon intenditor.
a questo punto è ben possibile che un qualche negro o sottonegro abbia riciclato, cioè, abbia copiato se stesso: ah, guarda, qui ci starebbe benissimo il pezzo che avevo scritto per quello che scrive per quello che scrive per quello che scrive per... boh, chi si ricorda. o negri e sottonegri firmano tutti (simbolicamente, s'intende) un accordo di esclusività?
RispondiEliminagiorgian
la crisi colpisce?
RispondiEliminaehm...io sarei un ghostwriter, ma non mi pagano a nero mannaggia. E non sai quante volte "da queste parti" hanno fatto proprie, in discorsi politici, le idee di Leonardo.
RispondiEliminaguarda, se vuoi e per un prezzo di favore, mentre sei a fare il negro quest'estate, il blog te lo curo io. Rispondo pure ai commenti, eh.
RispondiEliminaAlla base della piramide, purtroppo, c'è spesso chi si svende per un tozzo di pane raffermo, sputtanando il resto della categoria (e inquinando il mercato).
RispondiEliminaForse sono eccessivo, ma, per esempio, non ci si dovrebbe aprire un mutuo quando non si è in grado di sostenerlo, oppure a quel punto si dovrebbe cambiare lavoro.
Stefano
hai dimenticato Galimberti
RispondiElimina"No, niente.
RispondiEliminaSolo che tra un po' finisce l'anno scolastico, il che significa che avrò un po' di tempo libero..."
Ho letto fino a qui, le ultime righe per me non esistono, e in tal modo ho pensato: "potrei mandargli le mie orazioni, i miei epigrammi, i miei romanzi, le mie satire, i miei post in modo che lui, da bravo insegnante, me li corregga con tanto di voto?" (sarai pagato direttamente dal lato oscuro del ministero della pubblica istruzione).
In questo momento la pubblica istruzione non ha lati particolarmente luminosi, comunque non ho intenzione di correggere più niente a nessuno fino a settembre.
RispondiEliminaCaso Galimberti: la sua spiegazione è abbastanza credibile; siccome non fa mai virgolettati, dopo dieci anni non riusciva a capire cosa aveva veramente scritto lui e cosa stava citando. E quindi magari ha capito perché, da secoli, abbiamo inventato questi strani affari un po' coercitivi (le virgolette) e li usiamo.
(Sono un po' curioso per il terzo commento. Mi faresti degli esempi, anche in privato? Giusto per curiosità).
RispondiEliminain Cocaina Pitigrilli descrisse la figura di un giornalista inviato che inventava gli articoli sugli eventi per cui era pagato.I vezzi da te descritti sono molto meno divertenti.Sarebbe interessante trovare un modo per arginarli,ma non credo esista in natura
RispondiEliminaspingitori di spingitori di cavalieri?
RispondiEliminac'è della gente che abbisogna di una versione credibile sul come e quando si sono conosciuti, che poi c'è da riferire in parlamento. Puoi fare niente?
RispondiEliminaMi ci sono adoperato in data 15 corrente mese, ma le mie idee migliori non le apprezzano mai.
RispondiEliminaComunque un modo per arginare i copioni è all'orizzonte: google + tutto lo scibile umano su google-books, e vedrete cosa salta fuori.
vero, più credibile di quella di papà, tra l'altro:)
RispondiEliminaquanta saggezza
RispondiEliminason quello del terzo commento. Diciamo che c'è un parte di una giunta che spesso ha idee simili alle tue quando si analizza la figura di Berlusconi, ma anche su alcune colpe del pd in campagna elettorale ed in una tavola rotonda era piaciuta l'analisi del sindaco su boselli...Naturalmente per il mondo della scuola sei una fonte sicura.
RispondiEliminasarebbe bello potersi permettere un negro. cioè nel mio caso non saprei che farci: mi servirebbe giusto per scrivere delle cose intelligenti qui e altrove (che a me non riesce proprio) e magari potrebbe aggiornarmi il blog e scrivermi qualcuno delle millanta mail che scrivo ogni giorno per lavoro: ti assicuro che è una faticaccia, devo usare tanta ironia (a volte sarcasmo) e un sacco di dati puntuali.
RispondiEliminaperò appena potrò permettermelo ti chiederò di scrivermi il discorso da tenere a san pietro (metti che dio esiste): che faccio chiedo un anticipo sulla polizza vita?
ma tu sai per caso chi ha corrotto mills?
Mai una parola buona per l'altra figura indispensabile nella società dell'immagine: i ghost reader.
RispondiEliminaTutti a dire "Io so!" che ci sono i ghost writer e nessuno che dia una pacca sulla spalla ai ghost reader.
Il mio papi quando doveva pagarsi la vita del cazzo passava le notti in redazione a fare il correttore di bozze (di cognome facciamo Bozza, io ho fatto scuola di grafica, non potevamo che venir su vendicativi entrambi, ma è colpa dei ghost sfotter).
Tornava a casa alle 6 del mattino quando la quotidiana corretta copia de La Stampa era in edicola.
Noto che da anni anche i giornali, senza arrivare alla fascia pregiata dei libri, sono diventati una raccolta a fascicoli di errori grammaticali prima che concettuali e lo attribuisco alla crisi, sì, ma di tempi.
Nel senso che la maggior disponibilità di fonti ha ottenuto il famoso atteso effetto opposto, cioè la corsa ad esser primi non importa su cosa, togliendo tempo e finanze a quella figura là importante quanto i ghost writer e cioè quelli che nel buio di una redazione notturna si occupavano di farli apparire anche capaci di utilizzare un buon ghost italiano, oltre che di avere delle buone ghost idee.
Ecco, dal momento che ti accingi a passar l'estate a ghost scrivere libri d'arte e di storia e dal momento che dichiari intenzione di non correggere nulla fino a settembre, mi pare di poter dire che si creerà una fascia scoperta di gente che non potrà contare su di te per sapere se il compito delle vacanze è riuscito o meno, creando così una fascia di richiesta priva della necessaria offerta.
Io non sono ferratissimo in italiano ma sono uno spaccaminchia imperiale.
Spendo un terzo del mio fatturato in sms solo perché "precipitosamente" lo scrivo per intero e metto lo spazio dopo la virgola anche negli sms altrimenti mi viene l'orticaria.
Vengo al punto:
Tra un po' arriva l'estate con conseguente fermo lavorativo un po' per tutti.
Io sono bravissimo a beccare gli errori, molto meno a spiegarli (è possibile, sì, basta che la matrice sia caratteriale)
Gira a me tutti i compiti, io tiro delle gran belle righe rosse, faccio il lavoro sporco insomma, tu a settembre ti ritrovi con il 50% del lavoro fatto e puoi dedicarti a quel punto solo al restante 50 e cioè all'aggiunta, accanto alla mia riga rossa, del perché sia un errore.
Vuoi sentire il mio promo?
Vado:
"Ehi...hai anche tu la reazione da unghie sulla lavagna alla lettura di robe tipo -Metti che dio esiste- ma dato che stai ghost scrivendo un libro d'arte non hai tempo di occuparti dell'orrore di tutto l'orrore, ché alla fine uno deve anche mangiare e prendere un po' di sole?
Chiama Ghost Broono!
Al grido di "Ma Cristo! Ma ancora???!!!" farà per te il lavoraccio prendendosi anche il carico di antipatia conseguente."
Come vado?
Lavoro abitualmente con ghost fatture (le pro forma) seguite da fattura regolare solo a pagamento avvenuto, sotto i cinquemila grazie al ghost liberale possiamo anche darci al ghost pagamento cioè il contante, risolviamo la ghost crisi nel silenzio delle nostre ghost vacanze, la ghost mail è così ghost che pure gli antispam mi mandano spam.
Ghost ciao.
Capisci che c'è crisi quando cominciano a essere gli altri che chiedono un lavoro a te.
RispondiEliminaMa io non ho compiti da correggere in estate, i compiti delle vacanze si correggono a settembre. E' tutto il resto dell'anno che si pone il problema.
E in ogni caso a mettere segni rossi senza spiegare il perché sono davvero tutti buoni, mi leveresti solo il 5% della fatica. Il problema mio non è correggere, ma insegnare agli altri come correggersi da soli.
1) non chiedevo un lavoro a te, ti segnalavo che se ti resta un problema irrisolto c'è chi lo può risolvere.
RispondiEliminaChe è diverso da chiedere lavoro, è offrirlo.
Il problema è di chi l'offerta la riceve.
Ma giocavo, comunque.
2) Io ricordavo che in estate si andava anche qualche ora ogni due/tre giorni a farsi aiutare da qualcuno a fare i compiti delle vacanze.
Poi a settembre al maestro arrivava il risultato del percorso estivo.
Ma giocavo, comunque.
3) Non è vero.
Io nel mio lavoro (che non è quello di corregger compiti infatti giocavo) sono bravissimo, uno dei migliori mi dicono, ma se e quando qualcuno mi chiede di formare un "giovane" vien fuori che mi manca completamente la capacità di spiegare a parole ciò che faccio e quindi di trasferirlo.
Faccio una cosa in una maniera che non tutti vantano, sono una capra quando mi si chiede di spiegarla in maniera comprensibile.
Se fossero davvero tutti buoni a trovare l'errore, come si spiegherebbe la diffusione dell'errore?
Autolesionismo?
E soprattutto, tu che lavoro faresti?
Ma ghost giocavo, comunque.
Mi viene una battutaccia:tenendo conto che il Berlusca ha passato la settantina,con le veline usa un ghost fucker???
RispondiEliminaMi verrebbe da piangere ogni volta che leggo, pensando a che insegnanti di italiano ho avuto...
RispondiEliminaAltra mancanza irrinunciabile nel tuo elenco di "copioni". Tal Silvio Berlusconi a metà anni ottanta voleva crearsi un'aura intellettuale e mandò in stampa una bella edizione delle opere di Tommaso Moro, da lui tradotta e con una dotta prefazione.
RispondiEliminaPare tutto copiato dal lavoro di un anonimo professore Napoletano che l'aveva edita con un piccolo editore.
ma che classe frequenti? Io non immaginavo chefunzionasse così! vecchia ganerazione. Ciao e buona fortuna.
RispondiEliminaSono uno scrittore che per produrre un libro si fa un culo così. Per il prossimo libro ho già pensato ad una fascetta nella quale dichiarerò:
RispondiElimina"L'autore dichiara sul proprio onore che questo libro è stato scritto da lui e soltanto da lui"
Eh si, poveri ghostwriters, è loro che fanno tutti e non si prendono mai meriti. D'altronde sono ghost. Forse è uno dei tanti segni della crisi, anche quella degli scrittori.
RispondiEliminaPerchè secondo me quelli seri sopraintendono tutto il lavoro.