È una questione di praticità, di igiene, di sicurezza? No, l'indumento è fatto apposta per essere adoperato in piscina.
Non si può identificare il volto di chi lo indossa? E perché mai, se l'unica cosa scoperta è il volto? (peraltro, finché lo usano tre in tutta Italia, l'identificazione ha l'aria di un falso problema).
“Spaventa i bambini”? Ecco, questo invece sì che è un vero problema. Bambini italiani che si spaventano davanti a figure femminili completamente coperte... E poni che un giorno per sbaglio passino davanti a una statua della Madonna (in Veneto se ne trovano alcune), ti immagini lo choc?
Più probabilmente è una questione religiosa, e cioè: il burkini non va bene perché è roba islamica. Infatti, se se lo infila una ragazza italiana allergica al cloro, nessuno si preoccupa: il burkini ridiventa una comunissima “muta”, i bambini non si spaventano più, il bagnino non si attiva, i giornalisti non ne scrivono niente. È come ritrovarsi e inginocchiarsi in piazza: tutti lo possono fare, è garantito dalla Costituzione... ma se si scopre che stanno pregando in arabo non va più bene, scandalo (“Ma avevamo chiesto il permesso” “Non importa, è uno scandalo” “Ma c'è libertà di culto...” “Sì, ma mica in piazza”).
Se tutto questo ancora non vi basta per trovare esecrabile il burkini, se insomma siete alla ricerca di una ragione in più per odiarlo senza passare per bambini frignoni o comunissimi islamofobi, Repubblica di giovedì scorso vi dava un ulteriore motivo, forse determinante. O no? Insomma, valutate voi. Il burkini è sbagliato perché eccita Francesco Merlo.
Esatto, proprio così. L'indumento riprodotto nella foto sopra ha il potere di risvegliare gli appetiti sessuali del siculo editorialista.
Il bikini, che passa inosservato, è più casto del burkini che morbosamente, almeno nelle nostre piscine, spinge a indagare e a spiare le forme dei corpi femminili. E di sicuro il Corano invita al pudore ma non al martirio come espediente erotico. Fermo restando che in Europa ciascuno ha il diritto di coprirsi come vuole, anche quando fa il bagno in piscina o al mare, non ci pare soltanto ridicolo che una signora si immerga con una specie di aderente cappotto. Fosse un abito da sera ne subiremmo il fascino, e potremmo anche regalarlo alle nostre donne che, in certi momenti, giocano a lasciare indovinare cosa c' è sotto un vestito castigato tra luci, calici e sorrisi di sana seduzione [Non male. Se il burkini fosse un abito da sera, sarebbe un regalo da maschio latino. E se avesse le rotelle sarebbe un carrello della spesa, aggiungerei]. Al contrario, in piscina, una donna in abito da sera viene subito spogliata dagli sguardi maschili.A questo punto sorge spontanea una domanda: Merlo, che piscine frequenti? Donne in abito da sera, sguardi maschili che spogliano... no, così, per curiosità, che orari fanno? Ci sono sconti per i dipendenti pubblici? Eh, no, niente, mi ero distratto. Torniamo al pezzo.
Mettete, per dire, una suora in una piscinaChe idea. Sul serio: perché non mettiamo una suora in piscina? Ma se la suora preferisce di no (non possiamo mica obbligarla, noi), perché non la mettiamo almeno ogni tanto in prima pagina? Insomma, la storia ci sarebbe: decine di migliaia di donne nella sola Italia che in qualsiasi stagione, in barba ai costumi correnti, vanno in giro coperte dai capelli in giù: sostengono di farlo per libera scelta, ma sarà vero? Anche le mogli islamiche dicono così, mica la beviamo. E sapete una cosa? Molte di queste signorine lavorano nelle scuole! Nelle stesse scuole dove una musulmana non può coprirsi i capelli perché... “spaventa i bambini”.
Ma tergiverso. Torniamo a Merlo, e al suo esperimento mentale: cosa succede se tuffiamo una suora in piscina? Beh, secondo il principio di Archimede, dovrebbe riaffiorare. Certo, con quei vestiti... ecco, in questo caso un burkini le farebbe persino comodo, tuttavia...
No, scusate, sono sulla cattiva strada. A Merlo non interessa la suora in quanto corpo grave immerso in un fluido, bensì come fonte di interesse lascivo. Come, pure la suora? Ebbene sì, essa pure.
Mettete, per dire, una suora in una piscina e vedrete come accenderà i più lascivi: gomitate, risatine...Ora io non so che suore ci siano dalle vostre parti, ma l'immagine di una di quelle che ho frequentato io, siano clarisse o delll'ordine del SS. Cuore di Gesù, immersa in una piscina, non mi accende proprio. Oserei dire che mi spegne anche un po'. C'è qualcosa che non va nella mia virilità? Ma insomma in che razza di piscine vai, Merlo? Che gente frequenti? Si danno le gomitate quando si tuffano le suore? Diciamola tutta, è quel tipo di gente che va tenuta lontana dai termosifoni tubolari, è così? Gente a cui il pastore non affiderebbe il gregge nemmeno per il tempo di una pisciatina, così hanno molto tempo libero e vanno in piscina con Merlo a guardare le suore. E non ce l'hanno una doccia fredda, in quella piscina lì? Perché, insomma, potrebbe aiutare.
Insomma queste donne in burkini rimettono in vita tutto l' eros represso dei maschi caproni, li risvegliano, li provocano al gioco dell' indovina cosa c' è sotto, se mutande e reggiseno, se tanga «e chissà com' è fatta..., e chissà quanto è rotonda». È l' eros dei nostri preti con la tonaca, quello che piaceva alla frigida Lulù di Jean Paul Sartre: il burkini, quando non è ridicolo, è un vizio.Va bene, abbiamo capito (il pezzo continua per altre tremila battute, ma abbiamo capito). Sintetizzando ulteriormente: Il burkini cosa religiosa sembra, ma in realtà esca sessuale è.
Beh, ma fosse anche?
L'idea che nell'era di youporn qualcuno riesca ancora a eccitarsi con una muta da sub, se non facesse sorridere, sarebbe commovente: non tutto è perduto, ci sono ancora margini di erotismo inesplorati. Ditelo ai cameramen di Sarabanda che per mesi hanno seguito il fondoschiena di Belem Rodriguez che andava a tuffarsi: basta così, tornate indietro (anche perché il passo successivo sarebbe la colonscopia), l'anno prossimo fasciatela di cotone dalla testa ai piedi, garantisco che a molti basterà – perlomeno ai compagni di nuoto di Merlo.
Ma fosse anche. Siamo laici, che senso ha fare del moralismo? L'islamica ha diritto di fasciarsi, il maschio siculo di eccitarsi: chi ci rimette? Mi sembra un raro e commendevole esempio di situazione win/win. E allora?
E allora forse senza volere Merlo ha centrato il problema. Quello che ci disgusta di più, dell'Islam, non è il maschilismo. Non sono le bombe (che per ora da noi non si son viste). Quello che ci rende l'Islam più indigesto di altre religioni, è che ci assomiglia da vicino. È la nostra foto in bianco e nero, di quando eravamo più giovani e passavamo pomeriggi in piscina nel tentativo d'intravedere un'ascella: e tra gomitate e risatine si passava il sabato. Il ritratto di noi stessi da poveri, questo è l'Islam. L'Internazionale Terrona(*) che ci torna in casa – speravamo di averla fatta fuori, sommersa di rifiuti postmoderni, niente da fare: eccola puntuale col suo fardello di donne fasciate e maschi perennemente allupati. I nordici queste cose non le possono capire: noi gli arabi li odiamo come si odiano i parenti poveri. Che ci piovono in casa. E il prete dice pure che non possiamo tenerli fuori, ah, sciagura.
* (c) Lia, mi pare.
Ora chiedo a Tinto Brass se ha voglia di girare un film con burkini e pinguine. Pensaci bene, potrebbe essere l'inizio di una nuova era: dalla minigonna al burkini, un passo avanti per la lotta all'emarginazione femminile.
RispondiEliminap.s. vado a vedere se hanno già messo qualche donna in burkini su youporn.
Mi sono preso l'infame compito di leggere tutto quanto l'insulso papiro di Merlo. Era da quando è morta la Fallaci che non leggevo così tante cazzate nello stesso articolo su un quotidiano italiano.
RispondiEliminaQualcuno dica a Merlo che se vuole parlare di Corano dovrebbe prendersi la briga, non solo di di leggerlo, ma anche di studiare un attimo di contesto e di dare un'occhiata ad un buon commentario: consiglierei il dizionario di Moezzi, per cominciare. Inoltre, qualcuno informi Merlo che, l'Islam si evolve, esattamente come qualsiasi altra società o religione. E quindi può anche capitare che dei musulmani, o delle musulmane, indossino capi d'abbigliamento non esplicitamente menzionati nel loro libro sacro.
No, ma veramente, questo è lo stato del discorso sul principale quotidiano ex di sinistra di questo paese?
No, sul serio, qui si rischia di dover combattere per il diritto delle donne ad essere vestite. Andiamo bene.
Caro Leonardo, bel pezzo come al solito. Non so se condivido al 100% la tua tesi ma chissenefrega, sicuramente posso dire che siamo d'accordo sull'alluvione di cazzate dell'articolo di Merlo e che il finale del tuo post è davvero potente e bellissimo. Quello che mi piace del tuo blog è che ha la straordinaria capacità di smuovere i neuroni, deviandoli dalle scorciatoie delle sinapsi solite, senza trascurare il bello stile e l'amore per la lingua italiana e le sue potenzialità espressive. Grazie di cuore.
RispondiEliminaEnrico
Non so. Sono tendenzialmente favorevole al relativismo culturale, collaboro con associazioni di migranti e sono stato in diversi paesi islamici, venendo sempre trattato bene. Però a volte mi pare che qui in Italia si costruiscano conflitti di culture sul nulla. Nella piscina della mia città, all'ingresso, c'è scritto che è vietato entrare vestiti e con scarpe diverse dalle ciabatte da mare (leggi scarpe da ginnastica o altro). Questa regola, a quanto ricordi, c'è sempre stata, e tutti la rispettano senza fiatare. Poi è chiaro che qualche volta uno entra con la t-shirt e non l'arrestano; comunque sia, lì nessuno porta i pantaloni lunghi e la camicia. E non per questioni religiose o estetiche, semplicemente perchè è così, quella è la regola della piscina, punto. Così come la regola dice che in vasca non giochi a palla o nell'olimpionica (la vasca dove non tocchi) i bambini con i salvagenti non ci possono andare. Poi, dopo, si può fare filosofia su tutto, anche sugli (sulle?) infradito. Ma penso che i migranti abbiano problemi un po' più seri del burkini, vedasi quello che è appena successo sul canale di Sicilia.
RispondiEliminamarco, ma quindi nella tua piscina dove e' vietato entrare "vestiti", la gente non si mette nemmeno il costume da bagno? Dev'essere la stessa piscina che frequenta Merlo! :)
RispondiEliminaOvviamente i migranti hanno problemi piu' seri del burkini (campi di concentramento etc), ma di quelli non frega nulla alla stampa (e alla gente) "perbene".
Merlo?
RispondiEliminaAh, quello che una volta scrisse che l'ora di religione nelle scuole ha sempre meno frequentatori perche' il Papa e' antipatico.
Continuiamo pure a sparare sulla Croce Rossa... :-)
Le mamme che si sono lamentate per i bambini spaventati dal burkini sono le stesse mamme che probabilmente vedendo Filippo Magnini con lo stesso costume (però della mizuno!) ai mondiali si sono probabilmente messe freneticamente a cercare un dildo per casa.
RispondiEliminaIo e Merlo abbiamo gusti simili. Non c'è nulla che mi ecciti quanto una donna in costume da palombaro.
RispondiEliminaMi piace parecchio questo blog che ho appena scoperto e condivido quasi tutte le opinioni di Leonardo. Per quanto riguarda il burkini, però, mi dispiace ma non posso essere d'accordo. Non credo proprio che in Italia abbiamo bisogno di fare un passo indietro sulla questione dei diritti femminili, siamo già il fanalino di coda in Europa per percentuale di donne occupate, stipendi, assistenza all'infanzia ecc., e credo che le ragazze infelicemente avvolte nel burkini non siamo affatto un bell'esempio di parità o, come si diceva una volta, di emancipazione. Tutto qui. Cordialmente.
RispondiEliminapersonalmente lo trovo piuttosto elegante, e tanto mi basta
RispondiEliminaD'accordo su tutto tranne su un dettaglio, non so se e quanto insignificante:
RispondiEliminaNon è affatto una questione religiosa.
Almeno quanto la neoregolamentata impossibilità di aprire un alimentari etnico in centro di alcune città non è la questione di ordine pubblico dietro cui la si cela, o il divieto all'affissione del manifesto con la donna crocifissa non era la questione di decoro urbano dentro cui la si è incartata.
La questione è molto più banalmente sociale, nel senso di emergenza.
L'italia, nel senso di popolo italiano medio, supportata in questo dall'indirizzo culturale (?) del governo che in questo momento ha vita facile a guidarla, ha deciso di impedire in ogni modo qualsiasi forma di contaminazione culturale e, con il mai tanto eccitato appoggio della chiesa, qualsiasi progetto di sviluppo in termini di autodeterminazione.
Siamo in piena autarchia culturale, una fase che come qualsiasi autarchia vede nell'isolazionismo auspicato, prima che tollerato, il suo terreno più fertile.
Una fase nella quale il Minbenpop è in mano a quel Bondi che parla con le mani giunte e fa il bagno in piscina con la maglietta e la gallina ovaiola su ogni balcone produce via digitale terrestre.
E' che in Italia una delle cose più diffuse dopo i tatuaggi tribali "così ce l'ho solo io" e le frangette more alla guida delle smart, è quel senso di superiorità culturale che ci ha sempre portati a guardare con aria di sufficienza qualsiasi straniero in sandali, pure se proveniente da nazioni che mentre noi ridevamo costituivano l'unica nostra fonte di reddito degna di questo nome e che mentre noi stavamo fermi perché piegati in due dal ridere, correvano e ci staccavano di secoli in termini di arte, di cultura, di lingua, di società, di libertà personale.
Qualcuno si è guardato intorno, si è fatto due conti e ha capito che quel malinteso tanto diffuso aveva tutte le caratteristiche per la sua istituzionalizzazione e per essere utilizzato come la formidabile leva genera consensi che vediamo oggi essere diventato.
Il problema non è il burkini, o l'alimentari etnico o il dialetto o l'inno.
Il problema è che chiunque si fosse messo a regolamentare il numero massimo dei possibili utilizzatori delle panchine nei parchi, in qualsiasi altra epoca storica sarebbe stato accompagnato al TSO da "due vestiti di uguale", mentre oggi viene applaudito, acclamato, generalmente rieletto, da un popolo che lo osanna al grido di "E' giusto!"
La religione in tutto questo c'entra quanto in quel provvedimento c'entra la panchina.
E' un mezzo per rendere uniforme e quindi norma un livello di incultura come in Italia non lo si vedeva da circa sessantanni.
Quando in una nazione sono più gli ignoranti che i multiculturali, chi riesce a trovare il modo di elevare l'ignoranza a normalità e a darle potere, vince il jackpot e si porta a casa la cassa.
secondo me l'esempio delle suore vale tutto il post...
RispondiEliminanon solo applaudo al post di leonardo ma anche al commento di chamberlain.evidentemente fa più paura vedere una donna coperta, sia mai che veline e showgirl passino di moda, le donne tornino ad avere ambizioni serie, sognare un lavoro serio e rispettato dove comunque l'aspetto fisico conta poco, e allora si, siamo tutte disoccupate.
RispondiEliminaNon capisco il commento di cui sopra. Io suore che fanno il bagno con il loro abito e il loro velo in piscina non le ho mai viste.
RispondiEliminaE' vero peraltro che oggi si diffondono mode peggiori del burkini: tra i più giovani è trendy portare il costume (braghetta, ovviamente, non slip) con sotto le mutande (firmate). Ordinanze che proibiscano questa stronzata ancora non ce ne sono: se ci fossero, felice sarei.
Comunque, intendiamoci: che in Italia sia in atto un'offensiva contro il multiculturalismo è palese. Che al variare delle latitudini cambino i costumi e il comune senso del pudore è cosa ovvia (qui nel cattolicissimo Trentino ci sono saune che espongono il carello "vietato entrare senza costume", fatti 50 km in direzione nord, nel confinante, cattolicissimo Alto Adige, luoghi analoghi da tempo immemorabile proibiscono di entrare COL costume). Dico solo: attenzione a non sprecare le energie, inebriati dalla febbre dell'elzeviro. Il burkini non è la nuova frontiera dell'integrazione. Quando e se quella specie di muta da sub sarà considerata un costume da bagno ok, via libera. Mi pare che l'intervento dei bagnini del lido di Verona fosse rivolto ad appurare proprio questo, no? Che il burkini sia effettivamente un costume, al di là del suo aspetto estetico, della sua natura più o meno chic. Forse sono curti di cervello, forse non sanno che oggi anche i campioni olimpici vestono costume intero. Sia come sia, l'intervento in sé non mi pare scandaloso. Perché ciò che dice Merlo è falso: in Europa non è vero che ciascuno ha il diritto di coprirsi come vuole anche quando fa il bagno. Al mare forse sì, nelle piscine d'acqua dolce ci sono regolamenti vari, che possono sembrare ridicoli, assurdi o ingiusti (è giusto o sbagliato vietare il gioco della palla? E' giusto o sbagliato vietare l'ingresso a chi calza scarpe da ginnastica?), ma che non riguardano lo scontro di civiltà di Huntington.
Le mamme di Verona sono scandalosamente stupide se tirano in ballo i bambini che si spaventano: però io credo diano anche voce a un sentire molto comune, in fin dei conti comprensibile. Se dobbiamo essere uguali dobbiamo esserlo fino in fondo. Anche nel rispetto delle norme che regolano l'accesso ad uno spazio pubblico. Questa è integrazione.
POSSO ESSERE ANCHE D'ACCORDO, MA IO NON VEDO PROPRIO COSA C'ENTRI IL BURKINI CON LA MADONNA E LA RELIGIONE CATTOLICA. SI PRENDE A PRETESTO OGNI COSA PER OFFENDERE ANCORA UNA VOLTA PRETESTUOSAMENTE LA FEDE DEI CATTOLICI?
RispondiEliminaGiacomo, lo sai che ogni volta che qualcuno usa il capslock a sproposito, la Madonna Nera di Czestochowa piange lacrime di sangue?
RispondiEliminaMa soprattutto che viceversa e che per questo si parla di disturbo?
RispondiEliminaQuando avevo un blog con un contatore degli accessi, una delle chiavi di ricerca più utilizzate per trovarlo era "foto di monache nude".
RispondiEliminaProbabilmente erano i compagni di piscina di Merlo.
No, è questo il punto. I compagni di Merlo scriverebbero "foto di monache vestite".
RispondiEliminaMarco, con il tuo ultimo commento ho paura che ti lasci un po' andare al razzismo democratico: "se dobbiamo essere uguali" suona tanto come un modo piu' civile di dire "se proprio dobbiamo vivere con dei negher in casa", quel "sentire comune" (anti-multiculturale e fondamentalmente razzista) che e' in fondo "comprensibile"... Ma vabbe', facciamo finta di niente.
RispondiEliminaRimango perplesso comunque su questo impuntarsi sui regolamenti balneari. In Italia i regolamenti si applicano come la legge: forte con i deboli e deboli con i forti. Per cui le anti-igieniche mutande dei ragazzini (bianchi) si tollerano in massa, e l'innocuo burkini di tre sciamannate in croce (non-bianche) fanno scattare ferrei processi legislativi. Poi magari in Trentino e' diverso (ma da come lo descrivi, non mi pare poi cosi' tanto).
Detto questo, burqa e burkini io li abolirei per legge, specialmente in luoghi pubblici, per questioni di sicurezza tra le altre cose, come hanno fatto i Francesi. Se dobbiamo essere democraticamente razzisti, almeno facciamolo in modo pragmatico, invece di lamentarci perche' la gnocca non si spoglia.
(Nota per l'altro Giacomo: il caps-lock su internet e' il Male.)
Comunque nelle imbracature islamiche dev'esserci una falla: esse sono costantemente incinte.
RispondiEliminaFaccio una domanda altamente cogliona. Chiedo: le mamme (sto scoprendo che è una condizione ad alto rischio patologico)che si preoccupano tanto che i bambini si spaventano del burkini non sono magari quelle che alla quarta fila, quinto ombrellone di Lignano - tanto per dire di un posto che detesto - ostentano dei topless che è meglio se ti prendi un Imodium preventivo? Ho viste certe cose ultimamente che "spavento" non è parola pertinente. E ostentate con il solito sguaiato cattivo gusto quanto basta. Laura
RispondiEliminaComunque nelle imbracature islamiche dev'esserci una falla: esse sono costantemente incinte.
RispondiEliminaDev'esserci qualcosa di vero nelle tesi del CCSG a proposito della pansessualizzazione della società come tecnica di genocidio.
Ho aperto un thread su it.discussioni.tutela sullo stesso argomento. Siccome mi sono anche dichiarato cattolico praticante, per di più in difesa del burkini e contro le mamme con i figli 'spaventati'...mi hanno messo in 'croce'!
RispondiEliminaGIACOMO, per favore, te lo dico da cattolico padre di tre figli, la prossima volta scrivi in minuscolo o meglio, non scrivere fuori tema.
Invece io trovo che Leonardo, con il paragone delle suore, abbia più o meno azzeccato il focus.
Però è altrettanto vero che nelle piscine vigono regole -anche assurde- da rispettare. Io sono stato più volte invitato, ad aquafan ed ad atlantica, a togliermi la maglietta prima di usare scivoli e piscine, se non lo facevo non potevo accedere all'acqua...La maglietta per me è doverosa visto che ho grossi problemi con la luce diretta del sole. Se mi presentavo comperto di crema-filtro solare, in pratica unto come un maialino allo spiedo, tutto ok, potevo accedere all'acqua, con la maglietta in lycra pulita ed adatta allo scopo no...e nemmeno con il costume intero...
Io vorrei fare una proposta che mi sembra molto valida (non è una provocazione prendetela come chiosa):
In Italia ci teniamo i crocefissi nelle aule ecc e l'obbligo del bikini sia in spiagia ch in piscina (costume intero ammesso solo per gli/le
ultra quarantenni sfatti/e).
Da cattolico mi rendo conto che nemmeno noi cattolici notiamo più la presenza eventuale del crocefisso e nemmeno ci 'segnamo' quando lo vediamo, in pratica è diventato un ammennicolo...Ma il mio 'paragone' potrebbe essere fatto anche con altre cose il corcefisso l'ho preso perché abbastanza attinente.
ciao
RA
Le tre mises, burkini, tailleur da suora e lo slip inchiappato sono tutte esteticamente inaccettabili e ispirano un senso di profonda prigionia, soprattutto il burkini e lo slippetto. Almeno la gonna della suora nr. 4 è carina.
RispondiEliminaHo riletto tutto perché mi sembrava mancasse qualcosa.
RispondiEliminaPoi ho capito: Merlo ed i suoi amici sono dei sognatori, degli inguaribili romantici dei very gentleman o playboy...
Io -invece- sono senz'altro più pragmatico, direi grossolano: se sevo avere pensieri a sfondo erotico su una donna, la preferisco completamente nuda, perché nel caso accettasse di fare l'amore con me, avrei campo libero sopratutto da indumenti che non le saprei togliere, come burkini ma anche reggiseni guepiere, elastici o 'attillati' varii...
Fra l'elegante raffinatezza di Merlo e me ci sono secoli di evoluzione, io sono all'età della pietra.
Per rispondere a barynia potrei dirgli/le che immagino i musulmani come aventi le mie stesse necessità: dietro alla e'gelosie' delle case arabe si nascondono donne senza veli (o con veli facilmente rimovibili tipo post-it) ovvero le stesse donne musulmane sono leste a far sparire burka e burkini in caso di necessità...
tutt'altra cosa dei nostri "blue-jenas" (cit.)
o "elasticherie" varie oppure come i 'bustini' ottocenteschi che erano veramente delle 'corazze' o se si vuole delle 'cinture di castità' modificate...
ciao
RA
Grazie di esistere.
A titolo personale , gia' il fatto che si nasconda una donna dietro a un burka o un burkini e' per me denigratorio e anti femminile , rispetto le religioni ma non le approvo quando si vuol denigrare una persona uomo o donna che sia ...
RispondiEliminaCerto che se in una piscina o in spiaggia in mezzo a tutti corpi semi nudi ti vedi una coperta da testa a piedi ti poni delle domande ....
Ma poi realmente quanto piacera' a queste beate donne starsene sempre coperte e nascose dietro un ombra che non e' loro ?
stiamo diventando una società profondamente stupida è diciamo di combattere gli ignoranti medioevali islamici.
RispondiEliminaAl professore esimio Vincenzo Puzza piace andare al mare o puranchesso in piscina solo per riuscire a sbirciare le donne semi ignude, sbirciandole morbosamente sperando che magari capiti loro un inconveniente dal quale riesca a carpire le loro agoniate assaie nudità. Per questo motivo il puzzailsignorvincenzo si schiera apertamente contro la pratica del burquini.
RispondiEliminami è piaciuto moltissimo come hai reso precisamente e ironicamente il modo ipocrita e ridicolo che alcuni hanno di giudicare situazioni che nulla avrebbero di imbarazzante.
RispondiEliminama questo più che un merlo è un fagiano......
RispondiEliminaleonardo ti voglio praticamente bene
RispondiEliminaper come mi sento dopo aver letto questa cosa, dopo aver rifiutato, all'epoca, di commentare il fatto, nella convinzione che fosse impossibile parlarne senza dire stupidate, magari anche giuste, ma trite e ritrite, e scoprendo che invece era possibile, utile e giusto dire qualcosa:
quello che hai detto tu:-)
cinziaopezzi.blogspot.com