Una cosa che non ho ancora capito, malgrado il meritevole sforzo dei giornalisti accorsi a Rosarno, è se questi immigrati clandestini, che raccolgono pomodori a venti euro la giornata, dormendo su giacigli di cartone in compagnia dei topi, e ogni tanto si prendono pure qualche pistolettata dai locali... dicevo: una cosa che non ho capito è se siano musulmani o no.
Ed è strano, perché fino a ieri mattina sembrava l’unica cosa importante, quando si parlava di stranieri in Italia. Qual è il motivo per cui non si integrano? Forse perché vengono pagati una miseria? No. Perché vivono in condizioni disumane? Macché. Il motivo per cui non si integrano – almeno a sentire i più prestigiosi corsivisti del Corriere – non ha niente a che vedere con queste banali condizioni materiali. È un motivo ben più alto, spirituale. Insomma, è Allah. Tant’è vero che, come dice Sartori, solo i musulmani rifiutano di integrarsi.
Gli altri si integrano benissimo, no? Prendi i cinesi. Chi di voi non ha un amico cinese. Son così simpatici i cinesi, e si sono integrati così bene. Quel loro modo così occidentale di comprare rustici in campagna, chiuderci dentro una ventina di cottimisti e farli lavorare giorno e notte… in fin dei conti è anche quello un modo per integrarsi, no? Perché alla fine dei conti quelli che gli danno le commesse sono imprenditori italiani, no? E i rustici, in campagna, o i garage in via Sarpi, chi glieli vende?
Ma il musulmano non fa così. Il musulmano ha delle brutte abitudini. La preghiera del venerdì. Il Ramadan. Vade retro. Sono tutte manifestazioni del suo rifiuto ad integrarsi. Ed è per quello che protesta.
Non vuole garanzie, non vuole diritti, no, lui vuole di più. Il musulmano vuole attentare alle nostre radici, punto e basta. Lo scriveva anche ieri Panebianco. I neri di Rosarno non avevano ancora smesso di prendersi le pistolettate, e Panebianco sul Corriere aveva già individuato i responsabili. Sapete di chi è colpa se c’è una rivolta a Rosarno? Non ci credereste mai, sono gli intellettali liberal, “(e cioè politicamente corretti)”. Siamo noi che li abbiamo invitati qui. O credevate che fuggissero da una carestia mondiale, seguendo inconsapevolmente, in quanto offerta di manodopera a basso costo, un principio del libero mercato?
No, probabilmente essi vivevano beati nei loro tucul africani finché noi intellettuali liberal “(e cioè politicamente corretti”) abbiamo bombardato i loro pacifici villaggi con copie gratuite di Micromega. Costringendoli a venire qui. In cerca di condizioni migliori? No. Quello che veramente li ha spinti sulle nostre belle spiagge è il desiderio di toglierci le nostre belle tradizioni, a cominciare, indovinate… dalle statuine del presepe.
Proprio così. Il giorno che ricorderemo come l’inizio della rivolta di Rosarno, Panebianco dedica un capoverso del suo atto di accusa a quelle scuole (cinque? Sei? Fossero anche una dozzina?) che per risibili questioni di integrazione non hanno fatto il presepe. Altro che topi nelle baracche: il presepe. È quello il problema, secondo Panebianco.
Ci sono educatori (è inappropriato definirli diseducatori?) che hanno scelto di abolire il presepe e gli altri simboli natalizi, lanciando così agli immigrati non cristiani (ma anche ai piccoli italiani) il seguente messaggio: noi siamo un popolo senza tradizioni o, se le abbiamo, esse contano così poco ai nostri occhi che non abbiamo difficoltà a metterle da parte per rispetto delle vostre tradizioni. Intendendo così il rispetto reciproco e la «politica dell'integrazione», quegli educatori contribuiscono a preparare il terreno per futuri, probabilmente feroci, scontri di civiltà.
Voi capite, il bimbo musulmano che non fa il presepe comincia a pensare “ehi, non lo fanno per rispetto a me, che mammolette! Non vedo l’ora di crescere e chiedere l’abolizione degli spaghetti! Oggi il presepe, domani il festival di Sanremo!” Ecco, nel cervello di Panebianco (e dei suoi lettori) il futuro probabilmente feroce scontro di civiltà scoppierà così. Non saranno neri derelitti che escono dalle loro tane puzzolenti e chiedono di essere rispettati per il lavoro che fanno: no, saranno adolescenti arroganti perché da bambini non li abbiamo esposti alla miniatura di Bue, Asinello e Bambino Gesù.
E lasciamo da parte ciò che possiamo solo immaginare: cosa essi raccontino, sulle suddette tradizioni, nelle aule, ai piccoli italiani e stranieri.
Già, chissà cosa raccontano. No, sul serio, cosa raccontano? Che la polenta è un cibo demoniaco? Che la pizza in realtà è un’invenzione africana? Che il campionato italiano di calcio ultimamente è una palla tremenda? Sia come sia, quello che succede a Rosarno è anche colpa loro. Ovvero, nostra. Insomma, mia. Soltanto mia? Eh, no, troppo facile. Panebianco, sapete, non è uno che si nasconde: e ha il coraggio (notevole, diciamo, per un corsivista del Corriere) di prendersela con una categoria molto meno toccabile: i preti.
Questi preti che invece di pensare alle tradizionali statuette, si dedicano all’accoglienza del loro prossimo. Questi preti che sfamano chi è affamato, dissetano chi è assetato, alloggiano chi è sfitto, curano chi è malato, ma che razza di cristiani sono? Pensassero di più a collocare il Bue e l’Asinello e meno alla cura di ‘sti maledetti samaritani a venti euro la giornata, che tolgono lavoro agli schiavi italiani.
La prossima volta che vi friggono un discorso a base di paroloni come Identità o Tradizione, pensate, per favore, al presepe di Panebianco. Secondo lui i preti sono "troppo accoglienti": da un punto di vista razionale potrebbe avere anche ragione, qualsiasi spazio limitato non può accogliere tutti, e l'Italia non fa eccezione. Ma i preti non sono razionali: sono preti. Se accolgono tutti indiscriminatamente, è perché glielo ha detto Gesù, a chiare lettere, nel Vangelo. E quando a saper leggere il Vangelo erano ancora pochi, i preti hanno inventato strumenti come il Presepe, che servivano proprio a ricordare il principio: Giuseppe e Maria erano due viaggiatori senza un tetto, e Dio si è incarnato in mezzo a loro. Prima di essere una tradizione, il Presepe era una lezione sull'ospitalità. Ma Panebianco non lo sa, o se l'è dimenticato, o non gli interessa. A lui interessa il Presepe in quanto tradizione, ovvero statuetta, guscio vuoto che non spiega più niente a nessuno, rimandando solo a sé stesso. E bisogna averne di cose vuote in testa, per vedere le baracche di Rosarno e di non accorgersi di quel che sono: presepi viventi, in mezzo a noi. Che frigniamo se ci toccano le statuette dipinte.
Ero così incazzata che non riuscivo a dormire. Stasera mi ero letta tutto: Sartori-sui-musulmani-1, Boeri, Sartori-sui-musulmani-2, poi video di Rosarno, e infine ho concluso con Panebianco. Bella merda, dirai. Infatti. La cosa più inquietante è che sono in primis i piani alti a nuotare in questa merda culturale: se due degli opinionisti del più importante quotidiano del nostro Paese dicono sciocchezze e oscenità di questo calibro, cosa ci sarà da lì in giù? Merda più profonda, a pressione più alta.
RispondiEliminaCon questo bel post mi hai molto rinfrancata: vecchi tromboni, vuoi che sia anche una questione generazionale?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMi sento sempre più depressa a leggere articoli come quello di Panebianco e i commenti di chi gli va dietro. E continuo a non capire questo bisogno di attaccarsi alle tradizioni, a questi gusci vuoti, quasi fossero relitti di un naufragio. Se si parte dalla ragionevole idea che uno ha paura di perdere ciò che sente precario, allora questa gente ha talmente tanto vuoto attorno e sotto di sé da attaccarsi a degli sterili brandelli di radici. E allontanare tutto ciò che sta attorno anziché coltivare e conoscere se stessi.
RispondiEliminaScusa, ormai riesco solo ad essere inflessibile nei giudizi.
Secondo me hai tenuto botta benissimo a questa cosa dell'Unità.it, sei addirittura migliorato. C'hai il pensiero tridimensionale (è il tuo superpotere)
RispondiEliminaBello, bello, bello. L'immagine del bombardamento di copie di Micromega è strepitosa. Il finale, col presepe "lezione di ospitalità" riesce ad essere profondo con tocco lievissimo. Vai avanti così, sempre lucide e coraggiose le idee e limpida e curata la forma.
RispondiEliminaEnrico
In effetti a Natale ci pensavo, tutti li alla messa di mezzanotte a celebrare una famiglia di extracomunitari che nessuno voleva ospitare......
RispondiEliminaLeo, non ti dirò che sei come al solito lucidissimo, perfetto ed implacabile, perchè tanto lo sai da solo.
Dovresti scrivere tu sul Corriere, e non quell'altro. Non servirebbe a nulla, ma io mi incazzerei di meno.
RispondiElimina>E lasciamo da parte ciò che possiamo solo immaginare: cosa essi raccontino, sulle suddette tradizioni, nelle aule, ai piccoli italiani e stranieri.
RispondiEliminaGià, chissà cosa raccontano. No, sul serio, cosa raccontano? Che la polenta è un cibo demoniaco?
no, però testimoniano di un popolo allo sbando, che non ha ormai più una identità e punti fermi sui quali poggiare dai quali partire.
Seriamente: è giusto tutto quello che scrivi, sui preti in particolare, ma mi sembra evidente che da un punto di vista sociale e politico il problema della immigrazione stia sempre più avviandosi ad una catastrofe epocale, e sono necessari correttivi anche drastici.
Voglio dire: se solo venti anni orsono ci vantavamo di essere un paese accogliente, indifferente al colore della pelle, amico di tutti e adesso ci prendiamo a sprangate e diamo fuoco agli immigrati, qualcosa sarà successo?
E' solo colpa di un qualche mefitico influsso destrorso e xenofobo che aleggia sull'europa, oppure la gente che abita negli appartamenti fianco a fianco con le famiglie straniere, i capifamiglia che perdono il lavoro a causa del vicino lavoratore in nero, le persone che vedono interi quartieri delle loro città ormai impraticabili la sera... eccetera, o questa gente, dicevo, non ne può più.
Mi pare evidente che questa gente si incazza e diventa "razzista" (con tante virgolette) quando sente dire che si deve togliere il crocefisso dalla scuola dove il figlio è in classe con quindici stranieri, o il presepe dall'asilo in cui non è riuscito a far entrare il figlio perché in graduatoria c'era prima il bambino immigrato.
Per il resto: possiamo fare tutti i distinguo che vogliamo e tutta l'ironia del mondo sul ghostwriter di Sartori, ma la realtà dei fatti è che la grande maggioranza dei musulmani che sono emigrati nei paesi occidentali non ha saputo e voluto integrarsi nella cultura del paese che li ha ricevuti: tutti i tentativi in questo senso sono stati un fallimento, compresi quelli della "civilissima" (si dice sempre così, in questi casi, vero?) Svezia.
Naturalmente la soluzione non sono le sprangate, e altrettanto ovviamente io non ho idea di cosa si debba e possa fare, ma tapparsi gli occhi di fronte a quello che accade e pensare che si possa andare avanti tranquillamente a subire gli eventi è una follia che condurrà inevitabilmente a problemi giganteschi, comprese le deprimenti soluzioni improvvisate come le rivolte di strada e i linciaggi cui assistiamo oggi.
In "preparare il terreno per futuri, probabilmente feroci, scontri di civiltà" di Panebianco non so se è più fastidiosa l'espressione "scontri di civiltà" o "preparare il terreno". Forse tutte e due.
RispondiEliminaLeo. grazie.
RispondiEliminaleggerti aiuta a capire meglio i devastanti effetti dell'ignoranza.
Quella che nasce dal pensare di non esserlo.
Il guaio è che questa ignoranza si sta rivelando da categorie sociali dove meno te l'aspetti : da quelle dove non dovrebbe esserci, per evidenti vantaggi di accesso alla "cultura" e al "sapere".
Purtroppo se ignori tutti gli aspetti di un problema (per pigrizia mentale o per convenienza sociale ), nell'analisi prevale il pregiudizio (facile da usare per la nostra mente più di un copia-incolla da wikipedia) che a sua volta alimenta opinioni grossolane.
E quando alla fine, le opinioni grossolane, sommate diventano "opinione pubblica", vista la qualità delle sorgenti, ti puoi aspettare solo che nascano proposte di soluzioni all'iniziale problema, più draconiane che equilibrate, perchè più facili da capire per chi è ignorante senza saperlo.
E il cerchio si chiude .
un bellissimo post.
RispondiEliminagrazie mille. fornisci sempre ottimi argomenti per rispondere alle schifezze che si sentono in giro.
grazie ancora.
sottoscrivo ogni parola.
RispondiEliminafrancamente non so cosa sia successo a sartori. una volta non era così.
"noi siamo un popolo senza tradizioni o, se le abbiamo, esse contano così poco ai nostri occhi che non abbiamo difficoltà a metterle da parte per rispetto delle vostre tradizioni"????
RispondiEliminama in che italia vive questo qui?!
se c'è un popolo fiero delle sue migliori tradizioni e saldo nel custodirle gelosamente, immodificate in secoli di storia dall'impero romano ad oggi.....beh, questo è proprio il popolo italiano!
in quale altra parte del mondo si continua imperterriti da secoli a praticare tradizioni forti e radicate quali: l'associazione mafiosa, il caporalato, lo sfruttamento del lavoro nero, la raccomandazione, la speculazione finanziaria rapace (parmalat/cirio style), la corruzione pubblica, la nomina senatoriale per cavalli o sottopanza vari..... e sono solo alcuni tra i tanti esempi possibili.
ma davvero qualcuno teme che pochi milioni di musulmani sarebbero in grado di piegare la ferrea resistenza dell'inclito italiano e costringerlo a rinunciare alle tradizioni alle quali è così profondamente legato?
ma valà, ma valà! mi vien da dire.
Penso che se il Corsera ospitasse editoriali come il tuo, non avrebbe avuto bisogno di aumentare il prezzo di vendita e che il direttor De Bortoli avrebbe ricevuto telefonate di complimenti e non di insulti.
RispondiEliminaclap clap
RispondiEliminaOggi gli ultimi della società rinunciano all'idea di poter essere difesi dalle autorità e dalle leggi, e iniziano (brutto, pessimo segnale!) a difendersi con le spranghe da coloro che prima li sfruttano, e poi ci giocano al tiro a segno.
RispondiEliminaIl clandestino fa comodo se salda tubi, raccoglie pomodori, pulisce moccio al naso e lava i piatti in casa. L'immigrato (pelle nera, e, così piace immaginarselo all'italiano fiero divoratore di TV, sguardo ottuso) è un utile servetto, ma non è "pari" a noi, gli si da del tu e non del lei, lo si tratta da eterno ritardato, cinque euro e via, e non lo si saluta per strada perché non si percepisce come "uno di noi" (uno con la nostra dignità). Lui è manodopera, macchina che spazza in terra e lavora nei campi. Non può pretendere di contare. Lui è lì per lavorare e guai se alza la testa. Però come fa comodo se il nonno 'padano' è incontinente o se c'è la fabbrichetta da mandare avanti... perché i ragazzotti italiani imbevuti di Maria de Filippi e discomusic col cavolo che vanno ad accudire l'anziano sbavante e col catetere...
"Itagliani bbravaggente" ai quali i migranti vanno bene solo quando puliscono porcilaie altrui per un tozzo incerto di pane, ma poi, zitti e buoni, dovrebbero rintanarsi nelle loro topaie e non rovinare il panorama o sedersi sulle panchine di Gentilini.
Bravo e grazie, fa sempre bene vedere smascherati gli ipocriti farisei.
RispondiEliminaGrande post!
RispondiEliminaCome hai ben scritto le tradizioni, nel momento in cui si cominciano a venerare e fin quasi ad idolatrare, diventano gusci vuoti, che si sbriciolano facilmente.
Gente come Panebianco inizia finalmente a realizzare la decennale deriva disumanizzante di questo paese, e prova a farvi fronte con strumenti inadeguati, memorie polverose, fondali di cartone.
La chiave di lettura di ogni commento razzista è "io non so cosa fare", ebbene io penso di saperlo: dobbiamo usare il cervello, spremerlo, pensare e ragionare, le soluzioni escono fuori. Ma, tanto per cominciare, "usare il cervello", ammesso che si sia ancora in grado di farlo in modi e forme adeguati (stante il rimbambimento mediatico cui tutti ci sottoponiamo quotidianamente semplicemente accendendo la tv), rimane faticoso, e spesso frustrante, soprattutto quando qualcuno ci fa notare che stiamo sparando ca**ate a 360°.
In seconda istanza le soluzioni che emergono da questi ragionamenti sono scomode, faticose, destabilizzanti. Immaginiamo di stare discendendo una china (di civiltà), ad un certo punto ci fermiamo (a pensare) ed appare ovvio che le alternative sono due: risalire (che fatica!) o continuare a scendere come fanno tutti gli altri. Generazioni pigre e viziate (tutte quelle dal baby-boom in poi) cosa sceglieranno?
Ognuno/a di noi cerca nel quotidiano di vivere una vita dignitosa, ma quando l'intero sistema poggia sulle spalle, e le sofferenze, di milioni di schiavi, chi può davvero "tirarsi fuori", chi può dirsi innocente?
Perfino star qui a ragionarci su fa male...
pienamente d'accordo, naturalmente. la caccia all'intellettuale liberal lanciata dal corriere è allucinante. Il problema è uno solo: il continuare a confondere la cultura con il folklore. è questa confusione che genera i "gusci vuoti" a cui ci attacchiamo.
RispondiEliminaè in atto una battaglia tra coloro che vogliono far passare il folklore, le esteriorità vuote e escludenti, come cultura, e coloro (intellettualacci liberal) che ancora ricordano che la nostra cultura sta, prima di tutto, nei principi della costituzione e delle carte sui diritti dell'uomo...
Me l'ero perso Panebianco. Probabilmente un tentativo -vano- del mio fegato di autopreservarsi almeno un po'. Comunque grazie.
RispondiEliminaM.
Guarda, io a leggere Panebianco ci avevo anche provato, ma dopo il titolo già cresceva la gastrite, poi il secondo paragrafo mi ha stroncato inesorabilmente il fegato e non ho potuto proseguire. Ti ammiro per essere arrivato fino in fondo e per essere riuscito a rispondere così. Chapeau. klo :)
RispondiEliminaA parte il fatto che Giuseppe non era là perché era emigrato, ma perché (Lc 2): "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta." (questo ci dice che a)Giuseppe era egli stesso di Betlemme, non un immigrato b)c'era andato non per bisogno ma per ordine di un'autorità)
RispondiEliminaL'editoriale di Sartori diceva una cosa precisa: vediamo in giro per il mondo e per la storia casi di integrazione dei musulmani? No. Quando i musulmani diventano maggioranza, cosa succede? Che i non-musulmani cominciano a diventare cittadini di serie B. Questo è successo sempre nella storia. Niente fa pensare che a noi accadrà diversamente. Sartori pensa a cosa potrebbe succedere tra cento-centocinquant'anni in Italia ed in Europa (e poco importa che non ci sarà più nessuno di noi, ma dopotutto anche la lotta al cambiamento climatico non la si fa forse "per il bene delle future generazioni"?): niente più e niente meno di quel che è accaduto in Nordafrica milletrecento anni fa. Erano le regioni di più antica evangelizzazione, sono diventate dar-al-islam in men che non si dica. In Europa finora ci siamo salvati grazie a gente come Carlo Martello, Isabella di Castiglia, Ferdinando di Aragona, i fratelli Altavilla e Jan Sobieski. Ma voi continuate pure a pensare al cambiamento climatico ed ai matrimoni gay.
Se metto a confronto l'intelligenza di Bossi & C. con quella di Obama, Mandela e Luther King; se metto a confronto il fisico di Borghezio, Calderoli & C. con quello di Bolt, Lewis, Cassius Clay mi chiedo: chi dovrebbe essere razzista?
RispondiEliminaquesti ultimi 5 anni saranno ricordati come gli anni dei decotti,di stato statura medio bassa,nessun miracolo all’orizzonte ma soltanto ami per poveri pesci,invisibili,pesci volanti,o elettrici dei mari degli abissi,si sguazza dentro la spazzatura (anche il cibo lo è da come viene conservato)panettoni alla farina di segatura,questo ci porterà a sentirci mobili di un arredamento fuori logica forse un rococò pop art,
RispondiEliminaun bel miscuglio di culi da poltrone ottocento-esche,sulle ali di Matrix?qualcuno sa piegare un cucchiaino con il pensiero?
Avercelo un pensiero.
E anche un cucchiaino.
E’ stranissimo però come in un momento di crisi Totale il silenzio la faccia da Padrone.
La metafora dei morti che avanzano,la rappresaglia civile-
Digitalizziamo l’italia mentre i treni sono sporchi come mai in vita mia ho veduto.
Anche vedere un treno che funzioni è un miraggio.
Compreso il miraggio.
La toilet o meglio il cesso (è sempre rotto).:(
Un paese senza servizi se ti scappa devi per forza entrare in un bar,e spendere 5 euro per un caffè al tavolino,poi fare la guerra con i batteri,che invadono tutto il bagno,sembra una scena del microcosmo sconosciuto. Alien e predator si danno un bacio in bocca,
scocca la scintilla :l’amor globale,l’amor da combricola.
3 PAGINE di giornali dedicate ad un cerotto,mi sembra come se si scrivesse delle bende di tutankamen,finite in lavatrice da un lavaggio,solo,ma non lo sa signora? Se non usa Calfor si allaga la casa!e poi l’acqua va dal vicino di sotto;che vuole fare una causa con avvocati?spendere quei cazzo di euro,che abbiamo sotto il materasso,dove ci dorme il gatto sopra miglior guardia non c’è,
è meglio di un antifurto ad orologeria…frrr frrr
‘’
tutti questi stranieri sa portano malattie,tante,e poi perché a loro danno una coperta e a noi no?
I pomodori non li vogliamo raccogliere è un lavoro massacrante il pomodoro mica aspetta che tu arrivi in mercedes o tre 4 telefonini in testa,la cintura di gucci,la panza bella piena dei ravioli che ha fatto mamma con tanto amore,il POMODORo deve essere raccolto al suo tempo.!
E ci vogliono i contadini che non ci sono più_cioè gli stranieri..che adesso non vendono collanine,ma hanno negozi case ,di proprietà..
E come fanno?
Se non con lo spaccio?
(questo è un discorso tipicamente italiota che non è mio è un riporto—non di capelli)’’
I nostri ragazzi costretti a farsi prendere per i fondelli dai Mercenari del lavoro nero,
nero è bello—
fa trend-
e poi bisogna essere mobili..
mobili quanto?
Quanto una ondata.
O una mareggiata?
BHO?
Sono sei anni che provo a farmi mettere in regola,da italiana -tra un po ho 50 anni se anche lo facessero dovrei lavore fino a 112 anni,preferisco di no,(anche perchè in matematica sono un niente sicuramente ho sbagliato i conti),
ormai mi sono fatta
un idea.dei benpensanti,borghesi.
che poi sono quelli che si scandalizzano dei trans e cose simili.
tanto votano Lui…
lo Spot.
meno male che babbo natale è tornato
a casa sua
dentro la bottiglia.
AmelieAnna
questo andava pubblicato sull'unità.
RispondiEliminatale e quale.
bravo
L'analisi ha i suoi meriti, ma...
RispondiEliminaQual è il motivo per cui non si integrano? Forse perché vengono pagati una miseria? No. Perché vivono in condizioni disumane?
Certo. Ma perché sussistono queste condizioni? Forse perchè in condizioni di mancanza di diritto, dato dalla clandestinità, l'unico modo per sopravvivere è abbassare la testa ed adeguarsi? Adeguarsi a condizioni disumane, ma che sono comunque migliori di quelle che trovano nei loro paesi?
Il lavoro in nero non è una prerogativa dei clandestini, ma una "tradizione" italiana. Figuriamoci, perfino gli italiani vengono sfruttati al lavoro.
La tua capacità d'analisi è devastante.
RispondiEliminaCome sempre.
Ciao Leonardo, scusa se ti do del tu, ma oggi nel leggerti per la prima volta mi sono sentito meno solo, grazie. Gianni Volta
RispondiEliminaCondivido anch'io - e pienamente - l'amarezza per la pochezza di questo spicchio della classe intellettuale; fermo restando che - come ha già osservato qualcun altro - in passato un Sartori ha saputo dire cose sicuramente intelligenti, mentre un Galli della Loggia francamente non saprei.
RispondiEliminaPerò - c'è sempre un però... - quest'epopea di dei incarnati/iti per venire a bazzicare un po' tra le loro immagini e somiglianze - un po' principe&povero, un po' Berlusconi quando parla dei tassisti - ce le devi propinare per forza ogni 3x2?, e poi 'sti preti che accolgono quanti sono?, e - visto che la natura del problema è prettamente economica - lo fanno a spese di chi?
@ caro Essere Disgustoso(?!?)
RispondiEliminaa uno che si fidanza a 85 anni con la badante - in più creativa et craxiana - che mai gli potrai dire? al massimo e solo se ti è caro, gli puoi consigliare di scalare a viagra.Poi però, visto che sei un giovine talentuoso secondo me, puoi correre il rischio di incontrare il disgusto, quello vero
http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_05/sartori_innamorato_prignano_56a2190c-096c-11de-84bf-00144f02aabc.shtml
Abbracci a te
Mentre al tenutario del blog, il solito scrosciante applauso!
Speriamo per tutti che gli Italiani di fede Islamica, il giorno in cui avranno un peso sulle decisioni comuni del nostro Paese, ricambino il favore...
RispondiEliminaPanebianco. Che iattura. E pensare che ho dato anche un esame con lui.
RispondiEliminaRicordo una cosa scritta da questo pseudopolitologo nel...1990, credo, cioé alla vigilia della fine del regime di apartheid in Sud Africa. Diceva più o meno che in confronto all'Anc i boeri facevano la figura di irreprensibili liberal ("liberal" in quel caso era usato in un'accezione positiva).
E' la prima volta che ti leggo. E l'ho fatto senza respirare. Condivido, ed apprezzo la lucidità e il velo di ironia del tuo scritto.
RispondiEliminaA proposito di integrazione; mi viene da pensare che se 'sta crisi non finisce, in un paio d'anni potrei trovarmi nella necessità di emigrare. Non ho grandi specializzazioni, e metti che mi resta solo di andare in qualche paese arabo, a fare qualche lavoro di merda che nemmeno i filippini vogliono più. Il mio arabo fa schifo e riesco a malapena a imparare il ghirigori del nome della strada dove vivo. Cazzo, ma perché devono scrivere all'incontrario? La burocrazia poi è un orrore, pretendono che chieda e firmi documenti dove nemmeno distinguo la linea tratteggiata. Mi guardano pure male per strada, perché oltre che essere infedele e tonto, secondo loro, vesto anche strano. Vorrebbero che mi integrassi. Ma io non ci penso proprio a farmi tagliare il prepuzio, o ad infilarmi quelle ridicole sottane e mettermi a pregare cinque volte al giorno. Voglio mangiare il panettone, invece, anche se non mi è mai piaciuto gran che, e il cotechino che riesco a far venire di contrabbando dall'Ucraina. Non mi avranno mai, giuro. Appena ho soldi abbastanza per aprirmi un bar a Positano, levo le tende. Purtroppo invece soldi niente ancora, e nel frattempo ho pure dei figli. Ma non avranno nemmeno loro. Il primo che sento farmi un discorso in arabo a casa lo prendo a calci in culo: a casa si parla italiano, si guardano le partite del campionato su Sky e le vecchie cassette di Pippo Baudo...
RispondiEliminaBellissimo post, grazie Leonardo.
RispondiEliminaSolo una curiosità. Ma con chi accidenti se la prende Panebianco, quando dice "non ci sono solo preti..."?
Andasse a vedere negli altri paesi, dove i preti, come associazioni di volontariato, sono molto meno presenti.
Una rivolta come quella di Rosarno è scoppiata a Calais qualche mese fa, e lì non c'erano preti conniventi o viscidi cattolici buonisti che avevano la cultura dell' accoglienza indiscriminata.
No. Welcome sarà pure un film paternalistico e con molti difetti, ma è onesto nel mostrare che in Francia la solidarietà proviene da laici come Simon Calment, che spesso oscillano tra pregiudizio e istintiva, calda e imprudente solidarietà verso l'immigrato.
Quello che fa rabbrividire è il modo di scrivere di Panebianco: senza argomentazioni di sorta. Sembra un tema delle scuole medie.
RispondiEliminaDove sono le prove di quello che afferma? Dove sono i nomi, i fatti, le statistiche?
Questa è propaganda, non giornalismo.
@nishanga
RispondiEliminail fatto che sartori scopi una bella donna di 50 anni più giovane non può che far accrescere la mia stima nei suoi confronti. e nei confronti della signora.
quell'articolo sull'islam, invece, proprio no.
e poi, rispetto per l'orgoglio gerontofilo!
Un pezzo fantastico, complimenti! anche se, purtroppo, siamo in pochi in ridere
RispondiEliminaChe Sartori "ramazzi" la signora è una parola grossa, al max ci farà qualche giochino divertente.
RispondiEliminaLa tragedia di Rosarno mi ha letteralmente sconvolto, anche se me l'aspettavo da un momento all'altro. Continuo a pensarci e non riesco a prender sonno. Il caso però mi ha fatto scoprire il tuo blog. Sei strepitoso, un'analisi lucida e uno stile pulito, venato di ironica intelligenza. Grazie, adesso posso finalmente andare a riposare...
RispondiEliminaCristina
E' vero, i manifestanti (o i ribelli) di Rosarno non sono integrati. Non lo sono, e non possono esserlo, perché sono, direbbe Agamben, "nuda vita", massa critica e acritica, "animale pazzo", come Guicciardini diceva del popolo, della massa (che è per definizione mobile, multiforme, abbandonata alla propria inerzia).
RispondiEliminaSi ribellano perché non hanno nulla da perdere, nemmeno le catene (come si diceva un tempo degli operai), che non hanno, perché potrebbero fuggire o sparire in ogni momento, e nessuno se ne accorgerebbe, e nessuno li andrebbe a cercare.
Ma, proprio per questo, è da loro che può venire il primo segno di un cambiamento. Nulla potrebbe abbattere la criminalità organizzata, se non un'insurrezione popolare. "Se la gente si ribella, per noi è finita", diceva, testualmente, un boss mafioso in una telefonata intercettata.
Certo, gli immigrati che si ribellano (nella provincia più degradata dell'Italia come nelle banlieues o negli slums delle metropoli, ma in ogni caso in un contesto di marginalità, deriva, provincia sperduta, desolata, senza nome né coordinate) mancano - si potrebbe dire in termini marxisti - di coscienza di classe, non sono ancora una forza storica, un blocco storico: il loro è un moto spontaneo, istintuale, quasi animalesco.
Del resto, l'immigrato si ribella (vuole e può ribellarsi) ad una società e ad un contesto dominati dalla malavita proprio perché non ha nulla da perdere - mentre chi fa parte, a vario titolo e a diversi livelli, di quel sistema perverso, dall'usciere e dal netturbino e dal necroforo assunti con criteri clientelari o con pressioni malavitose fino al grande boss o al politico colluso, difficilmente si ribellerà in modo così violento e deciso a quel sistema, per quanto iniquo.
Non è certo augurabile che l'Italia si trasformi in un immenso teatro di guerriglia urbana. Ma la vera forza rivoluzionaria, l'unica pronta a sfidare la malavita proprio perché non ha nulla da perdere, e non teme la morte, dal momento che la sua nuda vita nulla vale, è proprio il sottoproletariato suburbano (quello che addirittura Marx disprezzava e riteneva inutile ai fini della causa rivoluzionaria), rappresentato, nell'Italia di oggi, dagli immigrati clandestini.
In questo senso, la rivolta di Rosarno è non dico un segno di speranza (sarebbe un paradosso retorico e vuoto), ma certo un segnale (un "segno di contraddizione") da cogliere e da interpretare.
Identità, libertà, dignità ...
RispondiEliminaSpacciatori di identità. Merce contraffatta, surrogato di massa dell'identità individuale, che torna sempre più ad essere privilegio di pochi.
Annegare l'identità individuale in quella di massa è il grimaldello per poter attentare anche alla libertà e alla dignità individuale.
Non ci può essere libertà e dignità in una società animata da un unico modello identitario, che magari si vorrebbe anche adeguatamente stratificato, a maggior vantaggio di chi occupa gli strati superiori. Ma che? Vogliamo tornare all'800?
Non commettiamo l'errore di pensare agli sfruttati di Rosarno come totalmente altri da noi, rappresentano una finestra su un nostro possibile futuro, quello che avremmo se, come popolo, continueremo lasciar decadere dignità, libertà e identità individuali.
@disgustoso-talentuoso
RispondiEliminaio che sono femmina e antica, oggi penso che il giusto tempo per ogni cosa sia utile e che ci voglia del genio per dominare il caos.
Evidentemente non è il caso di Sartori, e quì il suo punto di vista da inamovibile anziano lo dimostra;infatti, se da cronista sgambettasse ancora, lo avrei invitato a fare due passi sotto casa mia
www.flickr.com/photos/nishanga/2145625725/in/set-72157603596696221/
così,giusto per amore di cronaca, per fargli godere il surrender berliner e alla fine evitargli una figuraccia.
piesse // gli apprezzamenti del tuo nonno materno sono evidentemente comprensibili ma, la prossima volta, rispondi tu
Da meridionale mi vergogno:
RispondiEliminami vergogno per gli amministratori locali, provinciali e regionali;
mi vergogno per le associazioni cattoliche e laiche;
mi vergogno per i meridionali tutti eletti ed elettori;
mi vergogno di me stesso
e vergognatevi anche voi che leggete articoli di persone inutili come Panebianco
Sono Pugliese di Bisceglie, provincia di Barletta. A Rosarno i locali si sono semplicemente ribellati all'illegalità diffusa , poichè un clandestino non può semplicemente stare in Italia al di là del fatto se lavora o no, se viene sfruttato o no e se si integra o no . Aggiungo anche che qui non centra niente nord e sud , infatti io potrei dirvi che la mia Puglia è il paradiso terrestre rispetto a certi posti lì in Calabria . Se la Calabria è agli ultimi posti in tutto , è colpa di tutti e cioè Stato , Calabresi stessi e politici locali . Credo che i veri razzisti stiano a sinistra poichè pensano di avere la verità in tasca e si credono custodi della morale (la loro)
RispondiEliminaCredere di avere la verità in tasca al massimo è *superbia*, *spocchia*, chiamala come ti va: non è *razzismo*.
RispondiEliminaSparacchiare ai negri accampati dai sorci, fidati, è *razzismo*.
Scriverlo è *franchezza*.
Prendersela con chi lo scrive perché sono di sinistra e credono di aver la verità in tasca è *non avere argomenti, ma proprio non averne mai avuti, al punto di non sapere nemmeno come sono fatti da lontano*.
Mah, io ho visto questa vicenda di Rosarno dipinta con tinte romanzesche, i 2 fulcri del problema sono questi :
RispondiElimina1) Non c'è lavoro in quelle zone, neanche cogliere le arance conviene più
2) I clandestini non possono più stare in Italia , la legge è chiarissima e non c'è bisogno di ripeterla . Senza il criterio della territorialità , lo Stato, la stessa idea di Patria non esisterebbe.
Ah comunque l'articolo di Panebianco è vero quanto banale , mi meraviglio che abbia scatenato tutte queste reazioni . E' un problema serio questo dell'immigrazione . Lasciatelo risolvere alle forze dell'ordine, ai Militari e al Governo , questa sinistra italiana (ed europea aggiungo) non ha più la forza di imporre nulla al Popolo . Come scrisse Nietsche , "gli istinti che non si scaricano all'esterno, si ritorcono all'interno" . Lasciate il Popolo di liberare i suoi istinti migliori. Il Popolo sbaglia quando spara o caccia i negri senza chiedere aiuto allo Stato, ma bisogna chiedersi anche perchè il Popolo ha liberato i suoi istinti..... Il mondo dai tempi dell'antica Grecia è da sempre formato da 2 enormi fazioni : razionalisti e irrazionalisti . Al momento prevaliamo noi e non solo in Italia. Fatevene una ragione. Saluti dalla Puglia .... p.s. grazie per la non censura, sei il primo di sinistra che non mi censura , davvero ;-)
ma com'è che i neri improvvisamente sono ritornati universalmente "negri"?
RispondiEliminacomplimenti davvero per l'articolo.
RispondiEliminaho scoperto il tuo blog tramite la mia ragazza che ti condivide su facebook e adesso ho capito perché lo fa (e ho condiviso il pezzo anch'io).
con i bombardamenti di micromega e l'abolizione del festival di sanremo mi sono fatto due risate, con la parte finale sul significato del presepe mi sono ritrovato ad annuire col capo senza neanche rendermene conto.
un saluto, tornerò a leggerti molto volentieri.
Ho sentito tante volte raccontare la storia della sinistra che "fa entrare cani e porci" e non ho MAI trovato nessuno che la circostanziasse con dati, statistiche, analisi di leggi effettivamente emanate dal centro-sinistra.
RispondiEliminaA me invece risulta che la Bossi-Fini sia in vigore dal 2001. Da allora, il c.s. ha governato per soli due anni.
Volete dare la colpa al "lassismo della sinistra" fino alla fine di questa legislatura nel 2013? O fino al 2018, già che ci siamo? Quando è previsto che la destra al governo scopra il senso del ridicolo, nel 2023?
Il problema di Rosarno (e di Castel Volturno appena l'altro ieri) non è l'immigrazione (non mi pare che ci siano rivolte tra gli stranieri che raccolgono mele in Trentino Alto-Adige o lavorano in fabbrica nel trevigiano, con regolare permesso di soggiorno e vivendo in alloggi dignitosi), ma l'illegalità, lo sfruttamento, la violenza, la criminalità organizzata.
Tutte cose però che secondo la maggioranza sono un'invenzione degli sceneggiatori della Piovra. Così non si va da nessuna parte.
L'editoriale di Panebianco toppava in pieno sulla tempistica della presenza islamica in India, confondeva buddhisti e induisti, dava agli Indù dei "paciocconi" e sosteneva che erano pronti a integrare Maometto nel loro pantheon (falso), considerava virtuosa e inevitabile la decisione (britannica) di dividere India e Pakistan e ignorava totalmente il fatto che, nonostante scontri anche gravi (in cui spesso e volentieri i musulmani sono stati vittime) in India la convivenza è quotidiana e consolidata (ben 3 presidenti erano di religione islamica).
RispondiEliminaConsiderarlo una fonte autorevole per dire che "Non c'è mai stata integrazione" non manderà il dibattito molto avanti.
Quello non era l'editoriale di Panebianco, era quello, ahinoi, di Sartori.
RispondiEliminaSono sconvolto da alcuni dei commenti qui presenti. Al tuo pezzo c'era solo da rispondere bene bravo bis, i commenti contrari sono tremendamente pretestuosi, pieni di insulti e poveri di argomenti, tutti basati sul fatto che la sinistra (cioè chiunque in Italia pensi che la propria testa) ha torto e che la destra deve rimediare agli enormi guasti prodotti dalla sinistra. Un argomento così palesemente falso da chiamare in causa il senso del ridicolo. Io non sono una persona di sinistra, sono una persona perbene.
RispondiEliminaTra l'altro, prendo ad esempio fra tutti, il fatto che uno scriva: "si leva il crocefisso perché in classe ci sono quindici immigrati". No, si leva il crocefisso perché siamo una repubblica occidentale e non l'Iran; da noi non c'è religione di stato.
Anche io che sono cristiano (ma non cattolico) avverto il peso del crocefisso cattolicista e, da educatore, il giorno che la mia università affiggerà il crocefisso in classe, smetterò di insegnare.
Ma forse sono negro anch'io e nessuno me lo aveva detto, o forse per l'anonimo di cui sopra sono "negri" o almeno "stranieri" tutti gli italiani non cattolici.
Lorenzo LG
Ho una teoria opposta e complementare alla tua, secondo me in italia son arrivati tutti questi migranti proprio per scappare ai bombardamenti di micromega (No ti giuro è una immagine da incubo, micromega che cade dal cielo, ce n'è abbastanza da non dormire questa notte o da scappar via lontano) :D
RispondiElimina