Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi. Noi no. Donate all'UNRWA.

lunedì 19 aprile 2010

Elisir di eterna vecchiezza


Il coccodrillo su Vianello che non avete ancora letto è sull'Unita.it: Raimondo, da Poggio Bersezio a Milano2 (si commenta qui).

È strano pensare che Raimondo Vianello non ci sia più. Per quelli della mia età, cresciuti mentre la Rai passava dal bianco e nero al colore, non è mai esistita una televisione senza che lui occupasse almeno un angolo del palinsesto. E anche quando non avevamo voglia di vederlo, era bello sapere che c'era: statuario senza essere ingombrante, stava lì e non dava noia a nessuno; era parte del paesaggio; ed era sempre anziano. Impossibile immaginarlo bambino negli anni Venti, ragazzo nei Trenta; pensare che tra Salò e Badoglio avesse scelto Salò, e condiviso la prigione con Ezra Pound. Lui era un uomo di mezza età che battibeccava con la moglie in tv; erano meno giovani dei nostri genitori, quindi erano vecchi. Ma di una vecchiezza eterna, immutabile, come quella dei nonni visti dagli occhi dei bambini; si dava per scontato che avrebbero battibeccato per sempre, e non ci avrebbero lasciato mai. 

C'è un vecchio sketch in bianco e nero in cui Vianello non recita ancora la parte dell'eterno marito-canaglia; è un autore televisivo con diverse idee da proporre, e si trova nello studio di un funzionario Rai (l'azienda, ricordiamolo, lo aveva già licenziato in tronco nel 1959, con l'amico Tognazzi, per aver mimato una caduta maldestra del Presidente Gronchi). E dunque questo funzionario, irremovibile e sorridente incarnazione bernabeiana, riempie Vianello di lodi e complimenti per i suoi testi... ma glieli boccia tutti. Guai però a parlare di censura: ad esempio, la tale scenetta di satira politica è spassosa... ma è troppo difficile per lo spettatore medio della Rai, “il contadino di Poggio Bersezio”; anche quella di satira di costume è intelligente e ben costruita... ma siamo sicuri che sarebbe compresa “dal contadino di Poggio Bersezio”? Alla fine, esasperato, Vianello prende congedo dal funzionario e si reca in macchina nel paesino di Poggio Bersezio; trova un contadino e lo prende per il bavero: “Si può sapere cosa vuoi?” Come è già stato notato, il contadino di Poggio Bersezio è il padre di tutte la “casalinghe di Voghera” o dei “pastori abruzzesi” che ciclicamente vengono tirati in ballo per giustificare una tv che vola basso, assecondando i gusti dei telespettatori invece di formarli. Nel caso di Vianello, il contadino di Poggio Bersezio evidentemente non chiedeva che battibecchi tra mogli e mariti; mogli un po' fanatiche e mariti un po' canaglia, ma anche amanti del quieto vivere, del divano e della Gazzetta dello Sport. Forse l'attore Vianello avrebbe meritato di impersonare personaggi più complessi, come quelli che il suo collega Tognazzi, abbandonata la televisione, cominciava in quegli anni a trovare al cinema. Ma tra piccolo e grande schermo, Vianello aveva ormai scelto il primo, e il successo clamoroso dei suoi show con Sandra Mondaini sembrava dargli ragione. 

E tuttavia c'era stato un momento in cui sembrava che Sandra e Raimondo
 non sarebbero stati per sempre “Sandra e Raimondo”. Il vecchio varietà a base di balletti e battibecchi mostrava la corda già all'inizio degli '80, quando ne uscì l'ultima versione Rai, dal titolo fin troppo autocritico: “Stasera niente di nuovo”. Qualcosa di nuovo in realtà c'era: una pimpantissima Heather Parisi, che toglieva alla Mondaini il ruolo di prima ballerina. Quanto a Raimondo, i suoi maldestri tentativi di corteggiamento risultavano persino malinconici: il personaggio cinico di qualche anno prima sembrava ridotto anzitempo a un vecchietto bavoso. Lo show raccontava, con tutta l'autoironia del caso, un passaggio generazionale: in quel momento nessuno avrebbe potuto credere che Raimondo e Sandra avrebbero continuato a battibeccare sullo schermo per un altro quarto di secolo. 

A operare il miracolo sarà, anche stavolta, Silvio Berlusconi
. I Vianello saranno tra i primi a seguire Mike Bongiorno alla corte di Cologno Monzese. Ma se per Mike la Mediaset è la realizzazione di un'idea perseguita per tutta la vita (quella di una televisione francamente e puramente 'commerciale', basata sugli introiti pubblicitari), per Raimondo e Sandra è una specie di capsula d'ibernazione. I meccanismi comici messi a punto in vent'anni di sketch vengono congelati, riprodotti in show fotocopia e poi diluiti all'infinito nella sit-com più ipnotica mai trasmessa in Italia, rilassante e tranquillizzante come l'infinita litania di “che barba, che noia” pronunciati dalla Mondaini a fine trasmissione. Anche stavolta l'autocritica era evidente, e Vianello non aveva nulla da aggiungervi: a quel punto della sua carriera gli bastava rimanere impassibile per conquistarci; persino le solite risate finte, per quanto lugubri, non erano del tutto fuori posto: se c'era qualcuno in grado di farci ridere con un'occhiata era Vianello. 

Certo, era molto invecchiato
. Ma il contadino di Poggio Bersezio è invecchiato con lui. Da molto tempo ha messo via la zappa e si è comprato una villetta; magari non proprio un superattico a Milano2, ma una residenza dignitosa. Da molti anni passa il tempo a beccarsi con la moglie, provarci con le badanti, e trascinare tutto il vicinato in equivoci incresciosi – in sottofondo, una musichetta implacabile. Ho una teoria: Berlusconi è uno di quegli Dei sbadati che ci promette l'eternità, ma si dimentica l'eterna giovinezza.

Altri pezzi