Uno a zero per te
Ho pensato spesso alla Marescialla in questi ultimi anni; molto più di quanto lei si meritasse.
Quando cominciai a mettere da parte le Dieci Intercettazioni Che Ci Hanno Fatto Sognare, la immaginavo sul podio, forse al primo posto: forse tutta la commedia della classifica era soltanto una morbosa strategia elaborata dalla mia mente per rimetterla sotto i riflettori, lei che c'era stata per così poco.
Poi il buon senso ha preso il sopravvento: in un qualche modo devo essermi reso conto che la Marescialla è un'ossessione soltanto mia; a un certo punto ho voluto accorgermi che in senso tecnico la sua telefonata non è un'intercettazione. Durante i fatti del g8 la questura di Genova stava registrando le comunicazioni tra agenti e centrale operativa. Immagino sia la prassi. Il fatto è che in quei giorni le forze dell'ordine distruggevano le documentazioni fotografiche e filmate; addirittura irruppero nella scuola Pertini e si portarono via i server del Genoa Social Forum. La volontà di riscrivere la storia di quei giorni sembrava evidente. E allora perché non hanno cancellato i nastri della centrale operativa? Perché hanno lasciato che gli avvocati delle vittime acquisissero le comunicazioni dove si attestavano le violenze della polizia, e soprattutto il caos in cui stava operando? Un sussulto di trasparenza, o un altro caso di disorganizzazione? O ancora il risultato di una lotta tra bande, per cui si erano lasciate filtrare soltanto certe comunicazioni, e altre no... non lo sapremo mai, accontentiamoci di quel che abbiamo. La Marescialla, intrappolata nella sua registrazione come un insetto nell'ambra. Un insetto che ride, scherza, esulta per la morte di un ragazzo (ma anche l'esultanza in fondo è parte dello scherzo).
Di lei non sappiamo nient'altro. A Genova ci abitava, il che le impediva di godersi appieno l'esperienza. Temeva (non a torto) che le sfasciassero la macchina. Non era una violenta, non sentiva l'odore della sfida che in quei giorni impregnava le strade. Era contentissima di trovare riparo dietro le "montagne enormi" del Reparto Mobile di Napoli, gente che per calpestare le zecche era venuta da lontano, magari aveva fatto domanda. Lei invece se le era semplicemente trovate sottocasa e sperava che morissero tutte: vasto programma, ma all'alba di sabato poteva trovare promettente il fatto che ne avessero ammazzata già una. Uno a zero per noi, yeh!
Uno a zero per noi, yeh.
Quand'è che l'ascolto di una conversazione più o meno privata, divulgata via internet o tv, si trasforma in compulsione morbosa? Nel mio caso ha a che fare col lettore mp3, con l'idea di infilare una telefonata in un lettore, e poi, a distanza di mesi e di anni, mentre si è in tutt'altre faccende affaccendati, in coda a un semaforo o in palestra, ritrovarsi a tu per tu con la Marescialla che ripete: Uno a zero per noi, yeh. Amica, amica. Speriamo che muoiano tutti. Maledette zecche del cazzo. È l'odio che mi ha lasciato un promemoria, perché mi conosce, sa che sono pigro in tutte le passioni, compreso il rancore: incapace di odiare tanto a lungo, e invece dovrei. A Genova avrei potuto perdere un occhio, o un dente, o un naso: ad altri è successo, che non erano molto più incoscienti di me. Poteva succedermi, e la Marescialla ne avrebbe riso.
Ciao Marescialla. Mi chiedo a volte dove sei in questo momento. Non che abbia la minima importanza. In questi nove anni sarai cresciuta anche tu, come tutti noi (meno uno). Avrai avuto le tue gioie e i tuoi dolori, facile che abbia messo su famiglia, magari proprio con Nicoula. Nel 2007, riascoltando la tua voce su internet, avrai probabilmente avuto pena di te stessa. Non ti sarai voluta riconoscere in quell'allegria, quel sorriso congelato nell'ambra, una smorfia che non ti rappresenta. Tu non sei più così, ormai è come se non lo fossi mai stata. Siamo tutti migliori di come ci intercettano. Ti sarai sentita presa di mira, esposta alla rabbia di milioni di zecche, non più coperta dall'ala protettiva del Repartomobbile, tu che in fondo stavi soltanto dicendo belinate a un collega, come se ne dicono in tutti gli ambienti di lavoro.
Ciao Marescialla, da una zecca del tempo che fu. Uno che non avrebbe mai sfasciato la macchina a nessuno - prima di averti ascoltato: dopo, due bottarelle al tuo cofano le avrebbe assestate volentieri. C'è stato un periodo in cui ti ascoltavo apposta, mi davi la carica. Quando mi sentivo troppo buono, caricavo il tuo nastro e poi ero pronto a dar calci contro il muro. Ma è passata anche quella fase. Alla fine, sai cos'è successo? Che mi sono affezionato. Lo so che c'è gente come te nelle centrali operative di tutti gli abusi di potere del mondo, che si fa quattro risate mentre passa le comunicazioni tra assassini. Però alla fine non ha senso prendersela con te. E poi mi sono accorto che t'invidio.
Non t'invidio l'allegria, né senz'altro il mestiere. T'invidio Genova, che è una città di cui mi sono preso in un modo difficile da spiegare. Forse perché nessun'altra mai mi aveva tenuto fuori, con tanto di transenne e un muro di container: e allora sai come sono i maschi, certe volte s'incapricciano. Ogni tanto mi capita di rivederla alla tv, e mi sembra mia, non so perché. È come certe storie che durano una notte o due, poi ognuno per la sua strada: c'è chi non se ne ricorda più, c'è chi se le tiene dentro per tutta la vita. Genova non si ricorda più di me, lo so, la capisco. Io invece continuo ad ascoltarti perché mi fai pensare a lei. Buona vita Marescialla, e scusa se mi sono preso la tua città per un paio di notti. Ti giuro che mi piaceva, mi piaceva sul serio.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi.
Noi no. Donate all'UNRWA.
Da affezionato lettore devo dire che i tuoi pezzi sul G8 di Genova sono quelli che apprezzo meno; la partecipazione personale aiuta l'immedesimazione, ma tende a ridurre la lucidità.
RispondiEliminaNon stavolta. Il tempo, che ha segnato la Marescialla, ha segnato anche te; la memoria dell'evento si è maturata in esperienza ed ha acquisito profondità. Mi è piaciuto questo pezzo, l'ho sentito più vicino alle mie corde.
Ma forse è solo che il tempo trascorre anche per noi lettori, e ci cambia ben al di là di quello che ci aspettiamo.
VilCatto
Il post è molto toccante, l'avevo letto senza ascoltare la telefonata.
RispondiEliminaPoi sono tornato qui ed ho messo le cuffie.
Ti dico la verità: della marescialla mi ha colpito soprattutto la banalità, il fare frivolo e sciocco, il parlare senza rancore, ah, amico mio, che zecche questi, uno a zero sissì...
Mi immaginavo il tuo post e il tuo pensiero costruito attorno ad una persona cattiva, rancorosa e piena di odio verso "il nemico", in realtà (come la immagino io) la marescialla sta dicendo frasi "di circostanza" (cerca di non fraintendermi) con un collega col quale imbastisce un dialogo inutile da aperitivo annoiato.
Non meritava le tue parole.
Zagabart
Ma forse tra Colleghi
RispondiEliminasi ci parla cosi,
con superficie
in effetti gli unici che hanno vissuto il
G8 da prima che avenisse
la pesantezza del fatto o evento
sono i genovesi
e posso dire che:il disagio
fu indescrivibile
un disagio da braccati.
a me non piaceva per niente
avrei voluto essere altrove
invece ero qua
ad aspettare l'Uno
perche era inevitabile che non succedesse
niente,
era da pazzi crederlo,
avrebbero potuto essere cifre
da molti numeri
ma l'Uno è come se fossimo
tutti
poi è arrivata la Follia
e il Caos
ha inghiottito la Città.
un saluto.
Amelie Anna
Nove anni dopo, sono ancora grato a quell'"uno" per avermi convinto ad andare a Genova, il giorno dopo. A vedere di persona. Non ci avrei creduto.
RispondiEliminagiuliani se l'è cercata. Quelli della diaz no (credo).
RispondiEliminaNon confondiamo le cose: una testa di c.... come quel giuliani sarebbe potuta morire in quel modo nel paese più civile del mondo!
E poi posso capire facilmente, che si arrivi a odiare quel branco di bestie inferocite, animalesche, incontrollabili. Ho visto i video della morte di giuliani, ed è orripilante vedere come si comportano i tipi come lui..
Per il resto, si tratta di belinate tra colleghi, come dici giustamente: non giudicherei una persona da queste cose.
Anche se uno intercettasse me potrebbe farsi un'idea sbagliata!
La Marescialla parla con questo tono, scherzando, per l'esasperazione di una situazione che era drammatica anche per le forze dell'ordine. Quando si dice "Ridere per non piangere".
RispondiEliminaA Genova era una guerra in quel periodo, anche i soldati usano appellativi di sfregio verso il nemico, e scherzano sulle situazioni più drammatiche per andare avanti.
Non mi sento di fargliene una colpa, a loro come alla "Marescialla".
Quelle non sono frasi di odio, sono frasi di disperazione.
Ma sì, in effetti avete ragione, trapela una disperazione vivissima, dopotutto rischiavano di venire travolti da branchi di bestie inferocite. E non dimentichiamoci i palloncini di sangue infetto.
RispondiEliminaLa Marescialla ha "ossessionato" anche me, per anni, sai? Non lo so...ho trovato il suo scherzarci sopra più agghiacciante di tante altre cose tremende che ho visto e sentito in quei giorni. Forse perché ero una delle zecche? Probabile. O forse perché credo che esultare per la morte di una persona, qualsiasi persona, sia un crimine senza giustificazione alcuna. Guerra o non guerra, tensione o non tensione...
RispondiEliminaio invece vorrei vedere in faccia quello che scrisse di previsti lanci di sacche di sangue e siringhe infette con l'AIDS... mi sono sempre chiesto che genere di Betulla fosse
RispondiEliminaIl disclaimer dice:
RispondiElimina(Tu puoi scrivere quello che vuoi e io posso cancellare qualsiasi cosa). (In realtà in 4 anni avrò cancellato 6 commenti).
Io quello del Federico qui sopra lo proclamerei settimo. Non per il tono, quanto per la totale mancanza di conoscienza e la superficialità con cui commenta cose che non conosce. Povero Carletto, vittima infinite volte, prima di un potere assassino, poi di chi parla senza sapere.
Bello il pezzo sulla ,arescialla.
ehi leo? e come dovrai chiamarli?!?!?!!! Guarda che i video ci sono: vedi tu se ha senso dire balle così evidenti:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=EI3byWSxWlU
avete proprio gli occhi foderato di ideologia, a non vedere anche i torti di quelle belve!
Federico, non so se hai capito che a Genova c'ero anch'io; sono una di quelle belve di cui parli.
RispondiElimina@ Federico: Io a Genova non c'ero: c'erano due ragazzini, figli di amici, partiti pacifisti e ritornati rivoluzionari, pieni di lividi e niente più illusioni.
RispondiEliminaIl tuo commento su Carlo Giuliani è odioso quanto quello della Marescialla e quello di non-ricordo-chi sul povero Taricone: dire che qualcuno "se l'è cercata" può servire a lavarsi la coscienza per un po', ma è una cazzata applicabile anche ai nostri soldati in Afghanistan, in sostituzione del classico messaggio di cordoglio.
Ti ricordo che a prendere le legnate più dure non sono state le “belve", ma le "persone normali". E che le peggiori umiliazioni e torture sono state inflitte "a freddo" nel silenzio di una caserma, al di fuori delle nostre garanzie costituzionali, da simpatici tutori dell'ordine che inneggiavano al Duce.
Non c'è bisogno di intercettarti per farsi un'idea sbagliata: è sufficiente leggere quello che scrivi in pubblico per farsi un'idea piuttosto precisa.
Il povero segaiolo che si firma Federico è meno pericoloso del tuo amico Mantellini e del suo codazzo di esimi professionisti che sbracano elegantemente le stesse atrocità idiote. Zelanti funzionari che contano le casse di sapone...
RispondiEliminax Federico: io c'ero e prima di dire che Giuliani se l'è cercata chiediti come mai i carabinieri del tuscania, addestrati alla guerra e non all'ordine pubblico, disobbedendo agli ordini, dovevano trovarsi da un'altra parte ma si erano persi (sic), hanno deciso di attaccare una manifestazione autorizzata, nel percorso autorizzato, e fino a quel momento pacifica. Tutto ciò in una situazione tattica che impediva la fuga dei manifestanti obbligandoli di fatto a resistere. Qui diventa evidente la diversa formazione richiesta dall'ordine pubblico rispetto alla guerra. Nel primo caso si disperde una manifestazione (autorizzata, ripeto) nel secondo caso si annienta un nemico. La tattica utilizzata dai cc in via tolemaide è stata la seconda. Senza contare che precedentemente nella giornata i cc avevano già sparato diversi colpi senza che nessuno si trovasse in pericolo di vita. SXX
RispondiElimina"Ma sì, in effetti avete ragione, trapela una disperazione vivissima, dopotutto rischiavano di venire travolti da branchi di bestie inferocite. E non dimentichiamoci i palloncini di sangue infetto."
RispondiEliminaNon ho detto una disperazione vivissima, ho detto la disperazione che si manifesta nel distacco dalla realtà dovuto a una situazione esasperante. E non serve citare minacce non attuatesi (e inventate da qualche criminale), c'era il Caos, e non solo a causa delle forze dell'ordine.. se c'eri penso tu possa confermare.
A Genova ci vivo e ci vivevo all'epoca dei fatti, e chiarsco subito, non sostengo che la polizia abbia gestito bene (anche minimamente) la cosa, anzi, la gestione di moltissime situazione è stata criminale.
Ma gli scontri ci sono stati, e tanti. E c'era gente (una piccola minoranza, ma quanto basta per creare il caos) che scendeva in piazza con lo scopo di cercare lo scontro con la polizia. Non penso che tu Leonardo facessi parte di "queste" bestie.
Io mi immagino un poliziotto "normale" (non i delinquenti di Bolzaneto, o dei fatti della Diaz, nè chi ha ordinato o eseguito le numerose manomissioni o distruzioni di prove), che stava solo facendo il suo lavoro, che trovava da una parte la pessima gestione centrale che li spingeva in situazioni di crisi, dall'altra una folla ostile. Che si trovava per giorni a subire insulti, lanci di oggetti, a portare cariche (a volte inutili, ma mica le ha ordinate lui), a dover battere in ritirata, col rischio costante che il tutto degenerasse da un momento all'altro (e la situazione varie volte è degenerata, vedi la morte di Giiuliani).
Senza contare le fantomatiche minacce (bombe, armi da fuoco, addirittura all'aereoporto erano stati installati dei misssili terra-aria per eventuali minacce aeree.. mah) pompate anche dai media, che gravavano nell'immaginazione anche su di lui.
Io nella sua situazione, senza la visione d'insieme del telespettatore o dello storico, un po' impaurito ed esasperato lo sarei stato. Magari con un collega che condivideva il mio stato d'animo qualche volta avrei appellato quelli che mi lanciavano sassi, mi coprivano d'insulti e che rischiavano ogni giorni di ammazzare qualche altro collega "zecche del cazzo". Magari alla notizia di un ragazzo morto avrei sparato a mezza bocca un "uno a zero per noi...".
Per questo non me la sento di demonizzare la Marescialla. Che poi magari era la peggio bastarda eh, e ancora oggi brinda alla morte di Sandri. Ma magari più probabilmente era una persona normale, esasperata, in una situazione di merda.
e giustifico tanto la marescialla quanto, cambiando la storia, giustificherei un ragazzo che, arrivato a genova per manifestare pacificamente, trovatosi a dover fuggire dalle cariche dalla polizia, a subire manganellate e pestaggi iingiustificati, alla notizia di un carabiniere morto avesse dichiarato "uno a zero per noi"..
RispondiEliminaehi ragazzi: cercatevi su wikipedia inglese "straw man" e poi, quando avrete capito per benino cosa vuol dire, tornate qui con dei commenti anche solo vagamente più sensati.
RispondiEliminaLeonardo: dici che tu sei stato a genova... ho qualche domanda per te:
hai scagliato sassi contro poliziotti, come giuliani?
hai incendiato macchine di chissachi, come gli amici di giuliani?
hai preso a sprangate qualcuno, come i degni compari di giuliani?
hai tentato di linciare dei poliziotti in una gip, come giuliani e i suoi amichetti?
ti sei messo in testa un passamontagna, o simili, per non essere identificato?
hai distrutto vetrine di gente che nemmeno conosci?
se rispondi affermativamente a queste domande, allora ti informo che sei "una belva" (ma quell'invito sullo straw man era rivolto principalmente a te!)
***
Per gli altri: è incredibile che riusciate a difendere quel farabutto nonostante il video che ho linkato. Mi sembrate i tizi che si rifiutavano di guardare nel famoso cannocchiale...
Fantastico. Son dieci anni che scrivo che sono stato a Genova, ma evidentemente non basta. Adesso facciamo pure l'interrogatorio.
RispondiEliminaFederico, tu sei un Galileo molto strano, che chiede di puntare il cannocchiale agli abitanti delle lune di Giove. Il tuo cannocchiale tra l'altro lo tieni capovolto: sul g8 di Genova ci sono tonnellate di materiale video, su quel che successe a Piazza Alimonda c'è una vasta letteratura. Ma tu ti fidi di quel che vedi in una ripresa di due minuti, la soggettiva di un cannocchiale rovesciato in piazza. Ti basta per insultare morti e amici di morti. Scambi il nostro dolore e la nostra rabbia per ideologia, quando è semplicemente un momento che abbiamo vissuto. Devi aver la pazienza di capire che noi quelle cose non le abbiamo viste con un cannocchiale da lontano.
Mi sembra di aver già risposto nel pezzo alle tue domande. Non sono migliore di quelli che a Genova le hanno prese; ho solo avuto più fortuna.
Non ho scagliato sassi ai poliziotti, ma se mi fossi trovato bloccato in piazza Alimonda in quel momento lo avrei potuto fare.
Non ho incendiato macchine, ma neanche il mio amico che è stato torturato a Bolzaneto.
Non ho preso a sprangate nessuno, perché quando sono arrivati a sprangare alle Diaz erano troppi: sono rimasto a guardare. Probabilmente la cosa giusta da fare in quel momento era assaltarli, con sassi e spranghe. Lo abbiamo capito troppo tardi.
Non ho partecipato a linciaggi, salvo che ho lasciato che i poliziotti linciassero gli studenti della Diaz senza intervenire.
Non mi sono messo passamontagna, perché faceva molto caldo: a volte mi son coperto con la maglietta o le mani, il più delle volte scappavo. Sai com'è: ogni tanto passava gente che ci voleva un po' morti.
Non ho distrutto vetrine, ma fingiamo che ne abbia distrutte un paio. Merito di essere rapito, picchiato o ucciso? Sei sicuro che la polizia di solito funzioni così?
Quindi, Federico, se tu dai della belva a Giuliani e ai suoi amichetti, la dai anche a me. Fattene una ragione. Non so se sei lo stesso che su facebook sta insultando un morto da ieri. Facciamo che siete due omonimi: cosa state cercando di dimostrare? Che se offendete i morti, la gente si arrabbia? Mi sembra il minimo.
(La pagina inglese sugli straw men sarebbe ora di tradurla: così magari capisci cos'è davvero uno straw man).
Marco Bo
RispondiEliminama sicuro di aver letto bene?
no perchè mi pari ben calato nella parte
di quello che
non vuole la liberalizzione della birra
http://www.youtube.com/watch?v=xfIW7uLqYq8
Ti difendo Leo
RispondiEliminase si può,
e mi piace la tua risposta
ultima
io ti leggo da pochi mesi
quindi devo imparare
a conoscerti
non si può linciare una persona morta
in una piazza pubblicamente è veramente
crudele
(poi certo non si può essere d'accordo
su molte cose )
dire che se l'è cercata?
non mi sembra una risposta
nè una domanda.
allora se cosi fosse
parliamo del ragazzo ucciso
mentre andava a vedere una partita
in autostrada,da un proiettile
vagante?
l'evento vissuto dal vero
aveva in realtà un impatto diverso
dai video,
e come tutte le cose
con il tempo si perde
anche la sensazione di Paura
le belve di solito sono vestite
di Nero
fino qui non ci piove
o si?
per quanto riguarda il cannocchiale
non è fatto per vedere i viventi
per i viventi ci vuole molto meno
bastano gli occhi.
un saluto.
Amelie Anna
Ecco Leonardo, per chiarire ancora quello che intendevo, mi appoggio alla tua risposta a Federico.
RispondiEliminaGiustamente sottolinei come sono le situazioni a fare la differenza. Normalmente tirare sassi alla polizia, incendiare auto, commettere in generale atti di violenza è un comportamento che le persone "civili" evitano. Ma in alcune situazioni, l'esasperazione e la rabbia possono portare a commetterle.
Questo concetto per coerenza lo si deve applicare anche "alla Marescialla".
"... Probabilmente la cosa giusta da fare in quel momento era assaltarli, con sassi e spranghe. Lo abbiamo capito troppo tardi."
RispondiEliminae allora non lamentarti!
L'unica differenza tra voi e i torturatori è che loro sono armati fino ai denti, e voi no!
E meno male che è così: in questo modo abbiamo avuto un solo morto (che, bisogna dire, ha fatto proprio DI TUTTO per diventare tale), invece che una strage.
Non chiedermi di avere pietà per quei piccoli criminali, o per tutti gli ignobili schifosi che gli vanno dietro.
Infine, per tua informazione, sappi che parlo male soprattutto dei criminali "alla giuliani", invece che di quelli dell'altra parte, semplicemente perché qui si cercano di giustificare i criminali del primo tipo.
Ti faccio un esempio di straw man: io disprezzo il comportamento di giuliani (& company) perché sono un fascista violento bla bla bla!
@ Andrea: scusa se mi intrometto. Ma suppongo che:
RispondiElimina1) Le forze di polizia e in particolare quelle antisommossa dovrebbero avere un addestramento specifico per affrontare lo stress psicofisico di un fronte urbano
2) Che anche dove questo stress soverchi l'addestramento restano pur sempre gli ordini dei superiori a indirizzare l'azione della truppa
3) Il termine "zecca" sia proprio del gergo neofascista e non di quello un po' burocratico dei verbali ufficiali
da questo deduco che:
1) L'addestramento era insufficiente, oppure indirizzato proprio a spaccare teste nel mucchio
2) La catena di comando è saltata, gli agenti hanno colpevolmente disatteso gli ordini, oppure gli ordini sono stati esattamente quelli: spaccare teste nel mucchio
3) Nelle forze di polizia esiste una considerevole e diffusa subcultura neofascista, che accomuna nel termine "zecche" manifestanti pacifici e black bloc, oppure una concentrazione di avventati sciocchini superiore alla norma
Per quanto riguarda la Marescialla, credo che si sia lasciata prendere dallo spirito di corpo: in quel momento era una collega che da una comoda postazione amministrativa ci teneva a far sentire la sua vicinanza alla truppa. Ha fatto una battuta cretina, che però rimane come un pessimo segnale di come si selezionano, si reclutano e si addestrano le sole persone autorizzate a girare armate nel paese e ad esercitare la violenza.
Di Federico mi chiedo se abbia l'età per comprendere il dolore fisico e la morte, che cosa significhi la parola "strage", se abbia mai perso una persona cara o un semplice conoscente o un cane. Se conosce il significato delle parole "criminale", "ignobile", "schifoso".
Se ha meno di vent'anni va be': è un prodotto tipico di vede La Russa in televisione da quindici anni.
Se invece ne ha di più, mah, mi piacerebbe sapere che trauma ha avuto da piccolo.
Federico, nessuno ti ha dato del fascista violento qui, ma anche se fosse, non sarebbe uno straw man. Non ha proprio capito cos'è, uno straw man, e non hai capito cosa è successo a Genova.
RispondiEliminaLeonardo, posto qui la parte iniziale della voce di wikipedia, in modo che chi conosce VERAMENTE l'inglese te la possa tradurre, affinché anche tu capisca. Dopo ti farò un esempio reale di straw man, usato nei miei confronti:
RispondiElimina"A straw man argument is an informal fallacy based on misrepresentation of an opponent's position.[1] To "attack a straw man" is to create the illusion of having refuted a proposition by substituting a superficially similar yet weaker proposition (the "straw man"), and refuting it, without ever having actually refuted the original position.[1][2]"
***
ecco l'esempio:
federico:
http://www.youtube.com/watch?v=EI3byWSxWlU avete proprio gli occhi foderato di ideologia, a non vedere anche i torti di quelle belve!
leo:
Federico, non so se hai capito che a Genova c'ero anch'io; sono una di quelle belve di cui parli.
***
Come vedi, quello che ho detto era chiarissimo: ho postato un video dove si vedono piccoli criminali ("belve", per dare l'idea della irrazionalità che i muoveva, e della loro sete di sangue) (provare a) buttare estintori contro poliziotti, usare spranghe, tirare sassi...
E tu, con la tua risposta, sembri insinuare che io consideri "belva" qualunque manifestante pacifico, come te (?).
Questo è un perfetto esempio di straw man: fattelo tradurre!
***
Aggiungo che questa cosa di giustificare la violenza indiscriminata, purché serva a sostenere la causa "giusta", è proprio l'idea perversa che sta alla base del terrorismo: in effetti giuliani e company sono dei piccoli terroristi!
***
Bene. e ora scusate: vado a far riposare il braccio destro, perché dovrò tenerlo alzato un bel po', mentre mi guardo alla televisione qualche discorso di la russa!
alla prossima!
Federico, al massimo qui ci sei tu che continui a far finta di sentire accuse che nessuno ti sta rivolgendo. Ti piacerebbe farti dare del fascista, ma qui nessuno lo ha fatto. Leggiti una definizione di troll, in qualsiasi lingua.
RispondiEliminaTi prego di non considerarmi un manifestante pacifico. Se tu dai della belva a Giuliani, dai della belva anche a me. Tertium non datur.
Mi sembrava molto chiaro cinque commenti fa, ma i provocatori spesso leggono in fretta e male.
caro leonardo, oltre a non capire un'H di inglese, non capisci nemmeno l'italiano! Quindi rileggiti il mio ultimo commento (o fattelo leggere).
RispondiElimina***
beh... quello che ha parlato di la russa ci è andato abbastanza vicino, a darmi del fascista (a proposito: non guardo MAI la televisione)!
***
Non ho nessun problema a darti della belva, se è questo quello che vuoi. Non mi sembra proprio corretto però: anche se avresti voluto, non hai compiuto atti criminali come giuliani. Diciamo che sei... un filo terrorista? un fomentatore della violenza? un giustificazionista della violenza a senso unico? possiamo discutere su quale sia la definizione più esatta per te, se vuoi!
***
Ultima cosa: "Tutto ciò in una situazione tattica che impediva la fuga dei manifestanti obbligandoli di fatto a resistere. "
MA CERTO COME NO!!! stavano.... "resistendo". Quindi secondo te quello era il modo migliore per cavarsela? Grazie a quella "resistenza" uno dei loro è morto.
***
Il vostro motto potrebbe essere "odio la violenza, ma solo quando è contro di me!".
settimo?
Diciamo che sono uno che a Genova c'era. Tu no, e poi in seguito hai guardato dei video che non hai capito.
RispondiEliminaDove vuoi arrivare?
Mi vuoi offendere? L'hai già fatto, non è necessario ribadire.
Su Genova hanno scritto libri, prova a leggerteli. Non dico che devi cambiare idea, ma se vuoi discuterne è meglio che tu te ne faccia una. Un'ignoranza sbandierata non è un'idea.
(Nel frattempo ho trovato questo, magari ti può servire).
RispondiEliminaSe uno sa suonare, può comprendere più a fondo una canzone. Uno che non ha mai preso in mano una videocamera, come potrà davvero esprimere un giudizio su un film? E che cazzo ne sai tu della guerra, pischello? Tu no, non c'eri.
RispondiEliminaL'argomento più vecchio del mondo, Leonardo, e mille volte confutato.
Quanto al resto: se vogliamo farne un discorso di giustizia (perché a questo si riduce un discorso su morti e violenza in cui ricompaiono un Noi e un Loro, il rancore e l'odio) è inconcepibile scegliere di non distinguere situazione da situazione. La situazione concitata in cui un pirla solleva e tenta di scagliare un estintore a pochi metri dalla faccia di un poliziotto che, assieme ai suoi compagni, si sente circondato.
La situazione alla Diaz, le premeditazioni, le botte perfettamente insensate, il comprovato coinvolgimento dei vertici.
Le interpretazioni che daremo delle due vicende, ad esempio, ci permetteranno di enfatizzarne le differenze (come ho fatto io, e come mi sembra abbia ampiamente fatto moltissima 'letteratura' - non è ancora storia, ma ci siamo quasi, manca meno di un decennio) o di sovrapporne almeno parzialmente i lembi, e magari tirare, tirare il più possibile.
Tertium non datur una mazza, e sentirti proporre una sommaria ricostruzione per la quale se Giuliani schiatta allora anche tu sei Giuliani, e se alla Diaz prendono botte che chiamano vendetta (no, molto meglio: risposta) allora forse era meglio organizzarsi, forse era addirittura preferibile comportarsi come fece Giuliani già prima, davanti ai blindati, mi fa sentire disarmato e pure un po' triste.
Erano un po' di anni che non mi ascoltavo questa intercettazione (tra l'altro: mi piace l'dea di infilarla in un lettore mp3, per poi ascoltarla quando meno te l'aspetti). Della Marescialla mi colpisce la leggerezza con cui parla; mi ha ricordato una ragazza che conoscevo e la sua frivolezza nell'essere di destra e razzista, la sua pochezza nel non porsi domande, la sua mancanza di empatia per certe cose. Ecco, tutto questo sì, mi fa incazzare in un primo momento, ma poi subentra la tristezza e la rassegnazione di fronte alla mediocrità di certe persone.
RispondiEliminaAl pre-G8 di Gotemburgo un poliziotto ha sparato un colpo di pistola che ha colpito un ragazzo che più o meno si comportava come Giuliani. L'ha colpito alle spalle e il ragazzo è stato portato all'ospedale dove se l'è cavata con un'operazione. Anche a Gotemburgo vari facinorosi hanno sfasciato negozi e banche. Anche a Gotemburgo la polizia ha caricato i dimostranti arrestando persone. Tafferugli e caos anche a Gotemburgo. Ma qui finiscono le somiglianze. Visto che, appena finito il pre-G8, un tribunale ha vagliato il comportamento della polizia e le responsabilità dei dirigenti della polizia. In seguito alle denunce del... sindacato di polizia. Da allora il Bel Paese si è "goduto" quasi un ventennio di Berlusconi restando in mutande. La Svezia invece ha visto un periodo di crisi superata talmente bene che da alcuni anni ha una crescita del PIL del 3-5% annuo. E mi permetto di affermare che una cosa "tira" l'altra. Ovvero democrazia in ordine= economia che tira. E il contrario.
RispondiEliminaSigh...
RispondiEliminaI soliti post tipici di questo paese che non ha mai fatto i conti con la storia.
Godetti allora, e godo ora ripensandoci: «Uno a zero per noi!».
RispondiEliminaIl solo rammarico è che non ci sia stata la goleada.