Io se fossi in Berlusconi non avrei certo paura delle Larghe Intese, anzi.
Non sarebbe certo un governo di Responsabilità Nazionale, a farmi perdere il sonno.
Un inciucio? Macché.
Un papocchio? Pffft.
Io, se fossi in Berlusconi, avrei paura solo di una cosa:
di un Governo di Salute Pubblica. Ecco, di quello sì. (Ho una teoria #30 è on line sull'Unità.it, e si commenta qui in tempo reale. Ci ho messo quattro ore a scriverlo! E dopo quattro ore era già superato! La vita del blogger è fantastica!)
Ma sì. Io, se fossi in Berlusconi, a questo punto andrei in ferie, e che si facciano pure le loro Larghe Intese.
In sostanza giovedì (se io fossi Berlusconi) rischierei di perdere la maggioranza alla Camera. Tutto a causa di un tale Brancher che ho provato a salvare da un processo con un trucco non proprio elegantissimo: l'ho nominato ministro di un qualche cosa che non ricordo nemmeno io. I finiani si sono arrabbiati, ma in realtà stavano soltanto aspettando un pretesto. E in fondo lo stavo aspettando anch'io.
Dunque l'IdV chiederà la sfiducia a Brancher. I democratici voteranno a favore, e probabilmente anche i casiniani e tutti i finiani che non sarò riuscito a comprare nel frattempo – però francamente se io fossi in Berlusconi non perderei né tempo né denaro per acquistare gente che mi può benissimo tradire di nuovo dopodomani. Io se fossi in Berlusconi giovedì andrei sotto, e poi mi dimetterei. Tanto è da mesi che sto pensando di andare alle elezioni anticipate. Se non è marzo è ottobre, che differenza mi fa? Qualche mese di vacanza in più, che in fondo mi meriterei – voglio dire, sono un settantenne che è appena tornato da un lungo viaggio intorno al mondo, sono stanco, non ho il diritto di essere stanco?
Perché io, se fossi Berlusconi, avrei un solo pensiero che non mi fa dormir la notte, e non è certo il destino processuale di quel tal Brancher, o persino del carissimo Dell'Utri. Io, in quanto Berlusconi, vorrei evitare di mettere la firma sulla prossima finanziaria, che sarà molto dura, soprattutto per le regioni del Sud. Che mi ama. Ecco, io posso sopravvivere agli scandali – è una vita che non faccio altro – ma il pensiero di deludere l'amore dei miei elettori è una cosa che davvero non mi farebbe dormire. Se solo potessi davvero far uscire l'Italia dalla crisi con una bacchetta magica – ma non ce l'ho. Tutto quel che ho è un bel sorrisone per dirvi coraggio, è andata, ce l'abbiamo fatta, siamo fuori. Poi però i conti li tiene Tremonti, e in più c'è Bossi che ormai non può più far finta di niente, è da dieci anni che promette il federalismo fiscale e prima o poi il contentino glielo dobbiamo dare. Insomma, se io fossi Berlusconi mi troverei un po' alle strette: da una parte la crisi, dall'altra Bossi, da un'altra ancora gli elettori del Sud, e io in mezzo con nient'altro che il mio solito sorrisone, le mie barzellette del secolo scorso...
A questo punto io (se fossi in Berlusconi) sarei il primo a desiderarle, le Grandi Intese. In pratica è come se il buon Bersani, è come se il caro Enrico Letta mi chiedessero: caro Silvio, ti vediamo un po' affaticato, non è che possiamo toglierti le castagne dal fuoco? Ma prego, accomodatevi. Fatela pure voi la finanziaria: se riuscite a spremere qualche soldo in più di Tremonti sarà un bene per tutti. Persino Bossi sarà contento: andrà a Pontida e dirà che il federalismo fiscale era pronto! Era pronto! Ma poi è andato tutto a rotoli per colpa di quel traditore di Fini... ecco, è fantastico, poi per un paio d'anni non se ne parla più, e poi chissà, magari la crisi finisce. Sarebbe anche ora.
In effetti io, se fossi in Berlusconi, avrei per voi una gran riconoscenza.Tutte le volte che ho perso temporaneamente il polso dell'Italia, voi me l'avete restituita in ottima forma. Addirittura con Prodi siete riusciti a farla entrare nell'Euro, i miei non ce l'avrebbero fatta mai, voi sì. Perché siete fatti così: siete stupidi. Voi pensate prima al bene della nazione, e poi, eventualmente, al vostro. Io faccio l'esatto contrario, e infatti vinco le elezioni. Non tutte: ne vinco una su due, l'altra la pareggio: così ogni cinque anni vi faccio governare un po', mi prendo una vacanza e intanto voi mi mandate su un Prodi o un Padoa Schioppa che mi mettono a posto il bilancio, mi fanno le pulizie in casa, a un prezzo onesto. Il bello è che nel frattempo io sto in villa, mangio, canto, scopo, e faccio abbaiare i miei cani in tv:Cattivo Prodi! Cattivo Padoa Schioppa! Oppressione burocratica! Oppressione fiscale! E dopo un paio d'anni vinco le elezioni anche meglio di prima. È un giochino che va avanti da 15 anni e voi ci cascate ancora. Perché?
Ma l'ho già scritto sopra il perché. Siete stupidi. Mettete sempre il bene dell'Italia davanti al vostro. Se giovedì perdessi la maggioranza e venerdì mi dimettessi, voi sabato stareste già lì a pensare seriamente a questo famoso Governo di Larghe Intese, cioè concretamente a quante poltrone dare a Casini o a Rutelli o a Fini. Son convinto che se Capezzone o Mastella fossero ancora sul mercato, voi imbarchereste pure loro. Gente assolutamente inaffidabile, gente che ha tradito qualsiasi padrone ed è pronto a tradirvi di nuovo dopodomani, e il bello è che lo sapete, ma li imbarchereste lo stesso, e perché? Perché dovete salvare l'Italia a tutti i costi, anche stavolta. Ma da cosa? da chi?
Ecco, il punto è sempre questo. Com'è che ogni tot anni vi ritrovate coinvolti in questa missione mortale, Salvare l'Italia? Ai tempi di Amato, nel '92, bisognava risanare i conti pubblici, o era la fine. Lui e Ciampi ci hanno fatto piangere lacrime e sangue, e poi le elezioni le ho vinte io. Per Prodi bisognava entrare nell'Euro, o era la fine. Ce l'ha fatta. E nell'Euro ci sono entrato io. Insomma, ci vuole così tanto a capire? Vabbe', peggio per voi. Fate pure il vostro governo di responsabilità nazionale. Passate sei mesi a scannarvi, Di Pietro contro Casini contro Vendola contro Fini... Siete così furbi che non mi toglierete nemmeno Minzolini dal tg1. Ve lo farò abbaiare contro per sei mesi: oppressione burocratica! Oppressione fiscale!Ma forse non capirete neanche allora.
C'è stato solo un momento in cui ho avuto davvero paura. Questo famoso governo delle larghe intese, o di responsabilità nazionale, o inciucio o papocchio o come volete chiamarlo, a un certo punto qualcuno a corto di parole lo ha battezzato “governo di salute pubblica”. Ecco, lì ho avuto un brivido. Perché essendo Berlusconi ho fatto studi seri, io, coi salesiani; e quando penso a un comitato di salute pubblica non mi vengono in mente Rutelli o Fini. Piuttosto Robespierre e Saint-Just. Insomma, quella è gente che ha fatto rotolar la testa a migliaia di persone, sempre mettendo davanti l'interesse della nazione (infatti son durati poco anche loro), però insomma, con certe parole bisognerebbe andarci piano.
Ora, finché mi parlate di Larghe Intese io sarei d'accordo. Si tratta di subaffittare momentaneamente Palazzo Chigi, varare una dozzina di leggi impopolari e rifarmi vincere le elezioni al più presto. Ma se mi parlate di Salute Pubblica, ahimè, forse avete capito che c'è un virus da debellare con misure straordinarie. Insomma, avete deciso di sequestrarmi i beni, non fosse altro perché ormai c'è una sentenza che stabilisce che i miei uomini hanno fatto affari con la mafia per decenni: di sequestrarmi Mediaset, commissariarla e arrestarmi per alto tradimento. Ogni tanto me le immagino scene così, sapete? Da quando Marcello mi ha prestato quei diari maledetti, non posso fare a meno di pensarci.
Poi però riapro gli occhi. Sono ancora qui. In tv c'è il carissimo Enrico Letta che propone a Napolitano di mandarmi un po' in vacanza. Non è un caro ragazzo? Mi vede così affaticato e non vede l'ora di salvare un po' l'Italia per conto mio. Adorabile. Siete tutti adorabili. Io davvero non saprei come fare senza di voi.
Se fossi Berlusconi. http://leonardo.blogspot.com