Oggi poteva anche essere la volta di Coltrane che interpreta Gershwin, ma mi sono reso conto che l'estate sta finendo, il juke box è agli sgoccioli, e non è ancora uscito un vero pezzo da autoscontro. Questo è semplicemente inverosimile, quindi tante scuse Johncoltrane, ma qui scatta il momento Baby Records. Siete pronti?
Io non so se abbia ragione Jo Squillo quando dice che Lady Gaga le ha copiato la frangetta. Ho il terribile sospetto che le acconciature siano un numero finito, così come le melodie, e che le popstar abbiano finito entrambe da un pezzo. Però è indiscutibile che la Germanotta debba molto all'europop Ottanta, e forse questo si capisce meglio in America che da noi, dove certi ritornelli cacchi (catchy) non sono mai veramente scomparsi dall'orizzonte radio. Perché insomma, al netto delle indiscutibili trovate di scena (non scorderò mai la pelliccia di rane Kermit), musicalmente cosa può dire a un italiano della mia generazione Lady Gaga? Niente che io non abbia già ascoltato ruotando intorno a un calcinculo al Festival dell'Avanti di San Prospero nel 1984. La situazione cambia già se siamo negli States: un mio coetaneo americano gravitante intorno a un analogo calcinculo, probabilmente ci ascoltava i Boston o i Foreigner, e questo gli ha impedito di immunizzarsi contro i ritornelli cacchi. Quindi non c'è da stupirsi se al primo po-po-po-po o al primo wa-wa-wa o Ale-ale-ale cascano tutti come mosche. È come se non si fossero fatti il vaiolo. Cioè, il vaiolo, parliamone: Tom Hooker. Den Harrow (che era sempre Tom Hooker). Spagna. Sabrina Salerno. Tracy Spencer. Gli Industry. Gli Scotch. Noi siamo sopravvissuti a tutto questo, cosa vuoi che ci potesse fare il vaiolo.
Ne portiamo i segni, comunque. Dobbiamo provarne nostalgia? È inevitabile, e ribadisco: gli amori non si scelgono. Se da bambino ti è piaciuta Tarzan Boy non è colpa di nessuno (o al limite di Claudio Cecchetto, che ha responsabilità ben più gravi). Tutto quello che ti si chiede è un po' di contegno in società. Quindi se qualcun altro la mette su a una festa puoi ballarla, purché goffamente e con autoironia, e deve comunque essere una festa di coetanei: i figli non dovrebbero nemmeno sospettare quello che succedeva intorno ai nostri autoscontri. Noi non commetteremo gli errori dei nostri genitori, non infliggeremo i vari bobbysolo o litteltoni a innocenti che non se li meritano...
Il guaio, però, è che in questo modo anche loro rischiano di cadere come mosche alla prima tizia stravagante che azzecca un po-po-po o un wa-wa-wa. E che male c'è?
C'è che... come faccio a dirlo... oh, vabbe', me ne prendo le responsabilità.
C'è che forse Baltimora era meglio.
Potrebbe essere una mia valutazione errata, viziata da quel famoso effetto doppler del giudizio estetico, lo spostamento verso il rosa di tutto quello che ci scivola all'indietro, la nostalgia insomma.
Però potrei anche aver ragione. Insomma, ritengo che ci siano parametri oggettivi per affermare che l'oh-oh-oh di Tarzan Boy suoni meglio del wa-wa-wa 2010. C'è una freschezza che nelle versioni surgelate si è perse. C'è la sporcizia degli strumenti ancora un po' analogici, ingredienti non ancora ben dosati: ancora qualche anno e tutto sarebbe quagliato perfettamente in quella confezione di plastica che ci affligge da vent'anni. E un meraviglioso senso di dissipazione: quelli che montavano i “progetti musicali” come Baltimora non vedevano più in là di un'estate o due, e sapevano di dover sparare tutte le cartucce alla svelta. Non c'era nessun olimpo pop da scalare, Madonna era una sciamannata e Michael Jackson su un altro pianeta, il successo in questo tipo di cose era vissuto come un assalto alla diligenza. Piazzi tre singoli, te li fai infilare in qualche compilescion, e scompari col malloppo. Poi, se le cose andavano bene ti trovavi un altro mestiere (Hooker si diede alla fotografia) e magari dopo vent'anni t'invitano a uno show per nostalgici. Se invece andavano male... Jimmy McShane ci ha lasciato nel 1995. È lui che cantava Tarzan boy.
Ora provate ad ascoltarla come se non foste mai saliti su un autoscontro in vita vostra, come se fosse la prima volta. Lo so che è difficile. Provate a fare a meno dei ricordi, del sapore del Magic Cola che cola sulla pelle e s'impiastriccia col Coppertone. Fate finta che sia il tormentone 2010. Che ne pensate? Io penso: non male, ma che spreco. Va bene il ritornello catchy, ma qui è catchy anche la strofa, l'inciso e il mini-stacchetto di organetto roland. Ci si potevano scrivere tre successi e mezzo, con la roba che hanno messo in Tarzan Boy. Uno che vuole imbastire una carriera, uno che ha una mentalità industriale, con le idee di Tarzan Boy oggi ci annacqua quattro singoli; ci vende suonerie per due anni. C'è che oggi sappiamo che le melodie cacchie sono un numero finito, come le frangette, e bisogna economizzare. E negli anni '80 non lo sapevano? Lo sapevano, ma avevano una fretta dannata di crescere e fare altro, diventare fotografi o al massimo morire. A rivederlo Jimmy McShane sembra un replicante alla Rutger Hauer, uno che a vivere si deve sbrigare. The light that burns twice as bright burns for half as long.
Perfetto. E' il sottinteso forever kids che disturba di più oggi.
RispondiEliminaPietro, restiamo in tema: "Forever young", non "forever kids" ;-)
RispondiEliminaTu sei matto, o semplicemente sei rimasto, come gusti musicali, a 25 anni fa.
RispondiEliminaDire che "Va bene il ritornello catchy, ma qui è catchy anche la strofa, l'inciso e il mini-stacchetto di organetto roland. Ci si potevano scrivere tre successi e mezzo, con la roba che hanno messo in Tarzan Boy" vuol dire che forse non hai provato ad ascoltare bene come è arrangiata una canzone di Lady Gaga.
Non che mi piaccia la Germanotta, frequento altri generi, ma è abbastanza evidente che di strada se ne è fatta tanta anche in quel campo.
Lady Gaga, la versione super-deformed di Madonna?
RispondiEliminaben arrangiata per davvero, ma che cacchi di ritornelli:
"ga ga ullallà, ir budello di su mà"
"Alejandro, alejandro, arimettete lo scafandro"
Mah.
Luca, non è una questione di arrangiamento. E' una questione di melodia. In Tarzan boy ci sono tre motivi diversi.
RispondiEliminaPoi è chiaro che oggi gli arrangiamenti siano più curati, ma è anche il motivo per cui risultano noiosi. Dire "non hai provato ad ascoltare bene come è arrangiata una canzone di Lady Gaga" mi suona un po' come "non hai provato ad assaggiare bene come è cucinato un bigmac". Sono convinto che il bigmac sia un prodotto studiato fin nel minimo dettaglio, ma resta quel che è. Forse se ne avessi mangiati sin dalla più tenera infanzia.
Leonardo, siamo abbastanza d'accordo (a parte che se vuoi puoi trovare più melodie pure in Bad Romance, strofa, intro al ritornello, ritornello, coda, come da manuale - è l'unica che conosco decentemente, dato che è una hit per i miei figli).
RispondiEliminaIl punto però non è che Lady Gaga non sia il big mac, è che sei tu che stai cercando di fare passare Tarzan boy come fossero quaglie in sarcofago, mentre invece era una piadina da autogrill, schietto e naif quanto vuoi, ma sempre roba precotta.
Prodotto industriale è questo qua e prodotto industriale era pure Baltimora.
Luca, arrangiano bene pure Britney Spears...
RispondiEliminaConfermi solo il suo discorso, non ha posto la questione della cura del prodotto, ma delle idee di base.
L'arrangiamento musicale, i video, i bassi che spingono da tutte le parti, le interviste shock, sono un'opera di rifinitura ben fatta attorno ad un prodotto banale.
IcoFeder
Sì, era industriale anche Baltimora, diciamo che era un'industria in fase di espansione, mentre da un bel po' di tempo in qua siamo in fase di contenimento.
RispondiEliminaPoi Lady Gaga rimane molto innovatrice in fatto di packaging, tanto più in un periodo in cui fare qualcosa di diverso è davvero difficile.
Cioè, non proprio industriale, Baltimora: diciamo piccolo industriale, una fabbrichetta in Brianza, toh.
RispondiEliminama quella di Lady Gaga è arte, perchè ella è CONSAPEVOLE
RispondiEliminalol, ma scommetto che neppure tu avresti il fegato di riabilitare gazebo ;P
RispondiEliminaMi sono soffermata sul "plagio di immagine" ai danni di Jo Squillo: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/07/15/cento-tagli-di-capelli-nellavitadiunadonna.html
RispondiEliminaNon suona un po' come "le note sono solo 7" al contrario?
Era quello che intendevo dire, ma dovevo metterci tre paragrafi.
RispondiElimina"effetto doppler del giudizio estetico"
RispondiEliminaè fantestico.
Per quanto riguarda Lady Gaga, a me viene solo da dire "Madonna did it". Nel senso della provocazione a fine commerciale sui temi più scottanti.
Coco
la canzone era stata scritta da maurizio bassi,che all'epoca aveva circa vent'anni.poi si è messo a fare il produttore e arrangiatore per jannacci,ramazzotti,e altri.magari non era un tipo da frangetta,ma uno con le contropalle musicali sicuramente.saluti,mauro.
RispondiEliminaLa cosa che a me pare più interessante, è che tu riesci davvero a scrivere un pezzo bello ed elegiaco, come è nelle tue corde migliori, partendo da Tarzan Boy. Non c'entra l'esser d'accordo o meno. Il pezzo su Joni Mitchell e Woodstock diceva moltissime cose su cui razionalmente non ero d'accordo, ma restava un racconto stupendo, con personaggi principali e comprimari, ambientazioni, una parabola narrativa, pure dei colpi di scena. Qui non hai nemmeno più voluto appoggiarti al mito di Joni e Woodstock: Tarzan Boy hai preso! E come sempre, c'è chi discute nel merito, che, per carità, sarà pure una forma di feedback piacevole ma... di cosa stiamo parlando? Di Tarzan Boy. Riuscire a scrivere un post qualsiasi su Tarzan Boy mi pare già quasi incredibile. Tirarci fuori una storia, un miracolo.
RispondiEliminaSono un fan dei Pearl Jam, quindi frequento altri lidi, nonostante io nell'85 avessi 16 anni e la 'Cecchetto Band' me la ricordi bene, ma ho anche io un'opinione sulla faccenda.
RispondiEliminaLa differenza fondamentale tra la Germanotta e Baltimora è che la Lady ci mette la sua faccia e il suo corpo e riesce *anche* a mettere in fila due note mescolate con qualche parola. McShane ci metteva soltanto la faccia nei playback, visto che Tarzan Boy era un certo Maurizio Bassi, almeno secondo Wikipedia.
Scommetto che metà di quelli che abbiamo amato sull'autoscontro era stonato come una campana.
Be', di sicuro dal punto di vista della professionalità gli americani stracciano tutti: cantano, ballano sincronizzati, non c'è gara. Il punto è che proprio tutta questa professionalità a me risulta fastidiosa. Anche per il mito che sottende, che è quello recitato all'inizio di Fame: bisogna studiare, farsi un mazzo così, e poi... I wanna live forever!
RispondiEliminaMa chi è che vuole vivere per sempre? Io preferisco le meteore.
Be', con questo post magari non farai vivere per sempre il povero Baltimora, ma di certo lo terrai in orbita ancora un po'. Credo che te ne sarebbe grato.
RispondiEliminaForse sotto le macerie degli orridi anni ottanta, sotto i costumi ridicoli dei suoi cantanti e i poveri arrangiamenti da organetto c'è davvero qualcosa da salvare. O perlomeno da ricordare senza vergognarsi di essere stati adolescenti e un po' fregnoni al pari di tutte le altre generazioni prima di noi.
Sono fenomeni che vanno accettati e studiati, come le spalline imbottite, Maurizio Costanzo o il terrorismo.
Eddai, ora che è, "meglio Baltimora che... sniff... almeno aveva un'anima?" Lady GaGa è molto molto meglio, da ogni punto di vista, di tutte quelle meteorucole sfigate. E pure di Carmen Consoli.
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