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venerdì 10 settembre 2010

Ti quoto molto

Neologismi da salvare (1): Quotare

Da qualche anno in qua, se partecipi a una discussione on line, in un forum o nei commenti di un blog, o su facebook eccetera, puoi avere la soddisfazione di essere quotato. A volte, anche chi ti sta quotando se ne vergogna: ha la sensazione di usare la parola sbagliata. Scrivere “ti quoto” per intendere “ti do ragione, sono dalla tua parte” suona comodo ma ti dà quella sensazione di proibito che danno spesso i prestiti dall'inglese. E in effetti “quotare” sui forum italiani c'è arrivato come un calco dell'inglese “to quote”.

“To quote” però in inglese significa “citare”: una citazione letteraria è una “quotation”. Ora: se gli utenti italofoni di internet usassero “quotare” per intendere “citare”, non potremmo avere per loro nessuna pietà, nessuna compassione. Perché “quotare” una frase, quando adoperando una parola più chiara, precisa e italiana, puoi “citarla?” Tolleranza zero.

Ma “quotare”, il più delle volte, non si usa in quel senso. All'inizio, certo, qualche sciagurato “quotava” le frasi. Ma ormai a essere quotate sono le persone che le scrivono. Non quoto una tua affermazione: quoto te, ti quoto, che è un modo conciso ed efficace per dire che secondo me hai assolutamente ragione. Succede nelle discussioni on line dove la quantità è importante: ad esempio, su wikipedia quando si vota per cambiare o cancellare una pagina. “Quotare” qualcuno a questo punto significa non solo accettare una tesi, ma appoggiarla; essere disposto entro un certo limite a combattere per la tesi stessa. È un significato complesso, come si vede, che presenta diverse sfumature e si fatica a rendere in italiano con una parola sola, per il semplice motivo che questa parola fino a qualche tempo fa non c'era. Oggi c'è: si dice “quotare”.

È vero che è un calco dall'inglese (che a sua volta lo aveva ripreso dal latino, ma lasciamo perdere la genealogia, per il momento). Ciò che lo salva è appunto questo slittamento di significato (da “citare” ad “appoggiare la tua tesi”), che è avvenuto in mezzo a noi. Notate il paradosso: se “quotare” volesse dire “to quote”, non ne avremmo bisogno. Ma siccome nel ricalcare “quotare” abbiamo commesso un errore, abbiamo inventato una parola. Che ci serve. Così nascono le parole nuove: dall'errore, dal fraintendimento, dallo slittamento del significato.

Il caso di “quotare” mi sembra significativo di come una lingua si evolve. Per prima cosa, si evolve mescolandosi alle altre: anche in linguistica esiste l'entropia, e i puristi se ne devono fare una ragione (l'accademia della Crusca se l'è fatta da un bel po'). Detto questo, è giusto pretendere un minimo di sorveglianza ai confini. Non è che possiamo accogliere la prima parolina straniera che entra e pretende di sostituire una parola italiana di analogo significato. Non c'è nessun motivo di dire “misunderstanding” al posto di “equivoco”, a meno di non essere milanesi con l'aperitivo nel cervello. Il caso di “quote” però è particolare. È entrato in clandestinità, nessuno lo nega. Però si è subito dato da fare. Si è trovato un significato che nessuna parola italiana voleva assumersi. Dopo qualche anno che lavora in mezzo a noi, rendendoci un servizio comodo, con che faccia possiamo cacciarlo via? Per sostituirlo con cosa?

C'è poi il problema della faccia. Forse con altri termini, visibilmente più forestieri, saremmo meno tolleranti. Ma “quotare” ha una faccia latina che sembra dirti: uè, paesà. Più che un forestiero, un oriundo, che non ha mai veramente perso i contatti col paesello. Nel mio vecchio e slabbrato Zingarelli (1995) erano già ammessi due “quotare”. Uno, intransitivo, significava “partecipare a una contribuzione impegnandosi a pagare una certa somma”: è un tecnicismo, se ne sta nel suo angolino e non dà fastidio; l'altro, transitivo, ammetteva tre significati “(1) Obbligare per una quota; (2) Assegnare il prezzo ad un titolo in un listino di borsa; (3) (Figurato): Valutare, stimare: Nel suo ambiente lo quotano molto.

Da “stimare” a “sostenere la tua tesi” il passo non è poi così lungo. Certo, in mezzo c'è stato un soggiorno a Brooklyn, nessuno lo nega. Ma l'importante è che adesso sia tornato a casa. Insomma, basta con quei nasi arricciati, quei sorrisi di condiscendenza. Quotare è dei nostri; perlomeno, io lo quoto, voi fate un po' come vi va.

52 commenti:

  1. ti straquoto. però allora perché gugolare no? o schedular nemmeno? non ci sono parole italiane per dirlo, solo frasi più o meno lunghe. il fatto è da questo punto di vista l'inglese è pieno di termini che fanno sintesi delle nostre mille parole [vivaddio, peraltro]. non esiste una parola per afterglow. dove sta il problema di inventarsela, o prenderne una che altrove esiste già, se quasi tutti quelli con cui comunichi capiscono?

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  2. Io non sono d'accordo. Secondo me si tratta del solito extracomunitario che viene qui a rubarci il lavoro e non pagare le tasse come noi tutti. Deve essere assolutamente accompagnato alla frontiera. Linea dura.

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  3. Strano che il dizionario in questione abbia dimenticato il significato più usato ( perlomeno tra i milioni di persone che hano fatto disegno tecnico alla scuola media secondaria ):
    http://it.wikipedia.org/wiki/Quotatura
    Pietro

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  4. @dud. no. crepuscolo è twilight. l'afterglow non definisce un momento, ma lo descrive. è 'la luce del crepuscolo'. appunto.

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  5. Quoto il quoto, anche se tra dieci anni non s'userà più.

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  6. Sì, pure io mi ci vergogno un pò quando lo uso... ciò premesso: TI QUOTISSIMO

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  7. secondo me anche l'imbrunire ha una connotazione temporale. non descrive quella luce lì. è un momento della serata.

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  8. Quoto vuol dire appoggiare la posizione di qualcuno a tal punto da non poter far altro che ripeterla con le stesse parole.
    Si è affermato perché più diretto:
    Confermo la posizione di Tizio
    Riaffermo il punto di vista di Tizio
    Ribadisco la posizione di Tizio
    contro
    Quoto Tizio

    Credo però che se si fosse usato fin da subito correttamente il verbo citare al posto di quotare probabilmente "cito Tizio" avrebbe assunto lo stesso significato che ora stiamo attribuendo a "quoto Tizio".

    Al

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  9. afterglow=ultimo bagliore del sole. Difficile dirlo in italiano in due parole, "appiccicate" tra le altre, come nella versione inglese.

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  10. Direi che su imbrunire quoto Leonardo :)

    [c]*
    Imbrunire non definisce un momento ma lo descrive: una qualità di colore, un'atmosfera, un tipo di luce che si ha...

    Valentina
    ...dopo l'ultimo bagliore del sole. Anche in italiano si dice con due parole appiccicate: in + brunire.
    E' un'atmosfera, una qualità variabile ma ben definita della luce e dei colori che va da quando il sole non c'è più a prima del buio.

    Al

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  11. sìsì, è proprio una qualità di luce: io infatti all'imbrunire non ci vedo una mazza

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  12. che ne pensate di "ciattare"? (Rigorosamente senza ch-, che con l'ortografia ìtala non ha niente da spartire)

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  13. infatti io appoggio (e nota appoggio)l'espressione "appoggio la mozione del compagno che ha parlato ptioma di me".
    mozione, eh! mica pippe!!!
    chiara

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  14. Per come lo uso io, "quotare" vuol dire semplicemente 'faccio mie le parole di X (perché hanno espresso anche il mio pensiero)' che è qualcosa di più preciso di "citare X", ma che comunque non vuol dire per forza uno appoggiare una tesi di un altro, ma semplicemente quello che è stato espresso in quello specifico messaggio, punto.
    Per questo, secondo me, il verbo quotare su internet oramai è insostituibile: perché da un lato non è troppo impegnativo e da un altro indica un qualcosa in più di un semplice "citare", che comunque suonerebbe decisamente comico: ve lo immaginante un "ti cito"?

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  15. Hai dimenticato un utilizzo fondamentale: "La guerra dei quoti".
    Frase usata in Star Wars 1978, ad opera di un traduttore ignorante che non aveva mai sentito in vita sua la parola "clones".

    Tutto io, vi devo spiegare... :P

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  16. Continuo a preferire il caro vecchio "sottoscrivo"

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  17. Volendo rigirare il coltello nella piaga e tornare al latino: To quote Brutus, fili mi!

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  18. Ti quoto in tribunala. No! No!. Molto meglio ti cito.

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  19. Credo che il "sottoscrivo" di tre commenti fa chiuda la discussione, non vi pare?

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  20. Solo che "ti quoto" mi sembra una espressione esclusivamente legata ad Internet. Non mi pare di averla mai sentita pronunciare da qualcuno.

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  21. Io ho la sensazione che questi termini prestati o ricalcati dall'inglese siano avvantaggiati SOLTANTO perché sono più brevi. Non dicono, secondo me, niente di meno o di più delle corrispondenti parole in italiano. Non sono più belli, in molti casi anzi sono meno comprensibili. Non sono piacevoli a sentirsi, non trasmettono niente di storico o "letterario". Ma sono più corti. Si risparmia tempo a scriverli. Tutto qui.

    Giglio

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  22. Io uso spesso "sottoscrivo" e "appoggio". A meno che non stiate discutendo il risparmio di caratteri, ma non credo.

    Leonardo descrive un particolare percorso semantico abbastanza fecondo. Anche "inciucio" che in napoletano vuol dire pettegolezzo (parola già insidiata da gossip), è entrata in italiano (almeno giornalistico) assumendo il senso tutto diverso di "accordo sottobanco", o anche quello di "corteggiamento segreto", "flirt" (altro anglicismo che ha molti sinonimi nei dialetti e nelle parlate locali).

    In fondo è proprio l'ignoranza dei parlanti che in passato ha coniato parole ora italianissime deformando impronunciabili parole straniere come wand (guanto), werra (=war, guerra), sciuscià (shoe-shine).

    Direi che il controllo alla frontiera dovrebbe piuttosto essere un filtro che italianizzi le parole che davvero ci servono.

    Voi formattate l'hard disk del computer, o inizializzate il disco rigido dell'elaboratore?

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  23. Con dud, "concordo". Distinguere pigrizia lessicale da inesistenza di un'adatta parola italiana, perché se le parole evolvono, "concordo" sarebbe potuta evolvere nella medesima direzione, salvo forse quella sottospecie di valore personal-affettivo che rende un "quoto" fastidiosamente deleterio in una discussione nei meriti, e dove sarebbe opportuno non schierarsi in ragione delle amicizie.

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  24. Ti ho seguito fino al terzultimo capoverso, dopo scusami ma hai scritto una cretinata. Per decidere se una parola ci piaccia o meno, dobbiamo giudicarla in base a quello che lo scrivente stava pensando quando l'ha usata. Chi scrive 'quoto' non ha in mente il terzo significato dello zingarelli, ma sta calcando la parola straniera. Cosa che ci può stare bene o meno, ma che non possiamo giustificare fingendo che quella parola significhi qualcos'altro, è un autoinganno infantile.

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  25. Non ti scuso. I calchi di parole straniere hanno più possibilità di sopravvivere se hanno una radice latina ("quotare" sì, "downloadare" a occhio, direi no).

    "Per decidere se una parola ci piaccia o meno"... (chi se ne frega, poi, se piace o no a noi...), "dobbiamo giudicarla in base a quello che lo scrivente stava pensando". Il più delle volte la gente non sa quel che dice: usa un verbo inglese che vuol dire "citare" e in realtà vuol dire qualcos'altro. Tra il significato di "quote" inglese e "quotare" c'è uno slittamento semantico che va, guardacaso, in direzione di "stimare". Forse perché quotare aveva quel significato figurato nella lingua parlata?

    "Io ho la sensazione che questi termini prestati o ricalcati dall'inglese siano avvantaggiati SOLTANTO perché sono più brevi."

    Hai detto niente! L'emergenza dell'italiano è la lunghezza delle parole (specie i composti).

    "Concordo" ha un senso simile, una sillaba in più, e il fastidio di non essere transitivo, per cui occorre aggiungere un "con" che tra l'altro è ridondante.

    "Sottoscrivo" è ok, e in generale continuerò a preferirlo, ma sono quattro sillabe contro due: il giorno che "quoto" lo soppiantasse (e qui bisogna capire se l'arrivo in massa degli italofoni su facebook cambierà in qualche modo anche il parlato) io non ci piangerò su più di tanto.

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  26. c'è il fatto che parecchi bazzicatori di forum sono fortemente ignoranti e probabilmente non sanno nemmeno dell'esistenza del verbo "concordare", forse alcuni neanche di "sottoscrivere". Hanno visto scritto "ti quoto", gli è sembrato figo e si sono accodati

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  27. Ok, ho riletto con calma e mi sono reso di aver frainteso il significato del post, la cretinata l'ho scritta io. Non avevo riflettuto che in effetti quotare si usa molto nel senso di stimare e che le persone calchino anche per analogia col significato italiano è consistente, non è cervellotico.

    Però, le persone sanno benissimo quello che vogliono dire: al massimo lo dicono con la parola sbagliata, e se la usano tutti diventa giusta. Ma su questo direi che siamo d'accordo.

    Quanto al piacerci o meno, faceva parte del gioco del post, cioè quali neologismi vale la pena di salvare e quali no: io non lo salvo, perché quando lo leggo non posso attribuirgli il significato italiano 'autentico' invece di quello bastardo che ha in mente lo scrivente. Che poi la mia opinione in merito conti pochissimo, beh, lo so, ma appunto è un gioco.

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  28. Anna Tatangelo era in quota a D'Alessio! Suona bene?

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  29. Sono sicuro che si usa anche scrivere solo
    "100%"
    è una lettera netta meno di quoto, quindi probabilmente sorpasserà tutti i concorrenti.

    In quanto alle sillabe, contano solo nella pronuncia, e quoto rimane (e suppongo rimarrà) confinato allo scritto (anzi, al dgtto), per cui limitiamoci ad un sano 100%

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  30. ma che state dicendo?!?!?!
    quotare è un termine che esiste in italiano da sempre. qualcosa di molto quotato, come ad esempio un titolo azionistico, è qualcosa il cui valore è largamente riconusciuto, percui nello specifico di un forum o un social network quotare qualcuno significa appunto riconoscere apertamente il valore di quanto esprime.
    Va bene che trenitalia ha dei prezzi ormai eccessivi, ma mi pare che con tutti questi scali ryanair e easyjet via Londra qui ci si stia rimbambendo un po'...

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  31. io salvo il pudico misundèstandin', che suona molto meglio di "come al solito non hai capito un c4$$0" in molte meno parole, mentre mai nel parlato sostituirei "quoto" a un "son d'accordo".
    E (bonus track) ti ricordo che gli ape sono l'unico modo per finir tardi la sera, veder la tipa e mangiare qualcosa con poco sbatti.
    E 'mo come la mettiamo??

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  32. Se un mio commento al post precedente in tema (*citavo* proprio questo esempio) ha contribuito anche in minima parte al parto di questo, ne sono molto lieto.

    Confermo che quoto molto Leonardo e sono perfettamente d'accordo con lui (una delle alternative che continuo a preferire): mi sembra sempre un doppio errore, che, contrariamente al doppio torto, in questo caso può fare una ragione. Pur non adeguandomi all'uso non l'ho mai corretto a nessuno e me ne faccio una ragione - beato chi ha tempo di imputarsi su queste cose.

    In ogni caso, leggere Leonardo è additivo :)

    P.S. sublime il primo commento di dud

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  33. Beh probabilmente "quoto" farà la fine delle tante parole inglesi che in italiano significano tutt'altro. Tipo scotch (il nastro adesivo che in inglese significa "scozzese"), smoking (l'abito che che in inglese è tuxedo), spider (solo in Italia è un tipo di auto), slip (che significa scivolare), etc.

    Ancora una volta io non sono contrario a queste importazioni, ma preferirei che fossero italianizzate come accadeva nei secoli passati.

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  34. Ma boia mondo. Voi assassini al rallentatore della lingua italiana giustificate la complessità di orrendi calchi inglesi arrampicandovi su castelli di argomentazioni barocche, quando esistono termini equivalenti in italiano, comprensibili anche da mia nonna.
    "Ti cito" se stai citando. "Concordo" se stai appoggiando una tesi. Dov'è il problema?

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  35. Recto, nessun problema: "quoto" ha qualche possibilità di soppiantare "concordo" perché (1) è più corta (e noi abbiamo un bisogno maledetto di parole corte) (2) è transitiva (concordo ha bisogno di un altro "con" che la rende ridondante).
    C'è poi da intendere su cosa significhi assassinare una lingua. Secondo me la assassina chi chiude le frontiere e si oppone a qualsiasi neologismo.

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  36. Avessimo una lingua più "light" penseremmo più facilmente e ci consumeremmo meno i neuroni... L'italiano è una lingua barocca e come tale contribuisce a far incartare i ragionamenti. Molto meglio l'inglese.


    (p.s.: segnalo una riflessione a margine di una cosa da me scritta tempo fa: http://mammiferobipede.splinder.com/post/21721024/ )

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  37. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  38. Giggio, di tutte le videochat per adulti quella è senz'altro la più triste. Trovati un lavoro onesto.

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  39. Accetto quotare solo come gergo tecnico proprio di un forum, dove il quotare è un'azione tecnica volta ad appoggiare qualcuno riportando tramite appositi tag o strumenti del forum quanto detto in precedenza al fine di appoggiare la tesi esposta.
    Al di fuori di un forum non ha nessun senso di esistere, perchè l'appoggio si esprime in altri modi.

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  40. Mi pare di notare che, a differenza di "concordo con te" che può essere volto al negativo ("non concordo"), "ti quoto" non abbia conquistato ancora la forma negativa: non mi capita mai di leggere "non ti quoto affatto", "non posso quotarti", "quoto Gino mentre non quoto Michele"... Forse nelle teste di chi lo usa echeggia, consapevolmente o meno, il significato inglese, che in effetti al negativo non ha molto senso (- "Non ti cito." - "E be'?").

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  41. Forse "quotare" esprime un accordo così completo da non richiedere spiegazioni, mentre in genere il disaccordo ha bisogno di una serie di precisazioni. Sì, forse il suo destino è di vivacchiare per un po' nei forum e poi sparire sostituito da un emoticon o qualcos'altro. Magari invece tra un po' ce lo troveremo in TV o persino in qualche romanzo, uscirà dal ghetto, e allora si vedrà. Intanto chissà se i ragazzi lo usano a scuola durante le interrogazioni, e chissà che ne pensano i professori (gli altri prof, intendo).
    Un dubbio: "realizzare", nel senso di "accorgersi di", è arrivato nascosto nei Betacam delle sitcom anni 80 per poi essere propagato da qualche adattatori dei dialoghi stanco e di vescica debole, oppure esisteva già?

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  42. Non è vero che in italiano non esiste un'espressione x il ridicolo "ti quoto". Esiste "concordo". Il resto sono mode sceme che lasciano il tempo che trovano, e passeranno nel dimenticatoio come i vari "piuttosto che" e affini.

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