Il pupo è già al lavoro (e voi siete un pubblico meraviglioso, e vi amo).
Potere riamarmi sui commenti dell'Unità.
Non potrei fare come Fini, dieci minuti di monologo e poi addio?
"No, devi rispondere alle domande".
Uff.
"Ciao, per prima cosa spiegaci cosa ci facevano ieri i blogger a Riva del Garda, mentre Grillo era da tutt’altra parte".
Ah, già, Grillo, è vero che ha un blog anche lui.
Ci fai o ci sei? Quello di Grillo è ancora il più importante blog italiano, o sbaglio?
Probabilmente non sbagli. Vedi, ho questa teoria: Grillo è sempre stato troppo importante per essere soltanto un ‘blog italiano’. Gli altri sono troppo piccoli e lui è troppo grande, non c’è possibilità di comunicazione. Lui gioca in un altro campionato, che è poi quello delle testate giornalistiche. Magari per centinaia di migliaia di italiani quello è "il blog": l’unico che hanno mai visitato. Ma si tratta comunque di un prodotto professionale. Grillo ha usato lo strumento blog in modo tradizionale, per arrivare a un pubblico che non poteva più raggiungere con la televisione. Ma io quando penso ai ‘blog italiani’ penso ancora ai siti personali fai-da-te.
I diari in rete? Ancora?
Ecco, magari lasciamo perdere la parola "diario". Direi che la discriminante sta nell’interazione coi lettori: io per capire se un sito è un blog mi pongo la domanda: l’autore litiga coi suoi lettori? Se la distanza tra autore e lettore è tanto breve da consentire lo scazzo, quello è un blog. Grillo non può litigare con uno dei suoi commentatori, non so neanche se intervenga mai nelle discussioni che provoca. È naturale, del resto: gli scrivono in duemila, lui ha altro da fare che rispondere a tutti quanti.
Quindi il blogger ‘vero’ è una persona che non ha niente di meglio da fare…
No, quasi sempre è un hobbysta che avrebbe tantissime cose da fare, ma nel tempo libero si diletta a interagire con, diciamo in media una cinquantina di lettori affezionati. Un’altra discriminante è l’aspetto comunitario: i blog tendono a formare gruppetti e autopromuoversi. Grillo non ne ha mai avuto bisogno, è un enorme astro solitario nel cielo della cosiddetta blogosfera italiana. E’ importantissimo, non dico di no, ma tutto il resto della vita è altrove.
Raccontaci qualcosa di più della costellazione che ogni anno si autopromuove a Riva del Garda.
Potremmo definirli (ma è riduttivo) la vecchia guardia. Molti di loro gestivano siti personali quando ancora Grillo a teatro spaccava i computer. Si linkano tra loro compulsivamente da un decennio, ormai. Alcuni si sono sposati e cominciano a portare i figli a Riva (quest’anno infatti c’era l’angolo kindergarden).
Quindi anche nella blogosfera italiana comandano i vecchi.
Ma no, non comanda nessuno, è un gruppo di persone che si scrive e si legge tutto l’anno e ogni tanto ha voglia di ritrovarsi, e quindi viene alla Blogfest. Se nel tempo libero cacciassimo farfalle col retino faremmo, boh, un farfalloraduno. Immagino che da qualche parte ci sia. Magari c’è anche qualcuno che non ci va e si lamenta della cricca di cacciatori di farfalle dove contano i soliti cacciatori di farfalle. Esistono più cose in cielo in terra, Orazio, che…
Sì, però vi votate e vi premiate da soli. Non è un po’ imbarazzante?
In parte sì, ma devi capire che è tutto cominciato per scherzo. All’inizio era solo una lista fatta da Gianluca Neri di Macchianera: ‘vi dico chi premierei se ci fosse una specie di notte degli oscar dei blog italiani’, un invito neanche tanto implicito a far cagnara nei commenti: e perché lui sì e io no, è il solito magnamagna, eccetera. Fu così divertente che l’anno dopo fece votare tutti i suoi lettori. Ma era ancora un gioco tra amici, i premi erano solo virtuali. Hanno cominciato a consegnarli sul serio solo tre anni fa. In realtà è una semplice scusa per passare un fine settimana in un bel posto, conoscere di persona gente che magari leggi tutti i giorni, e berci insieme un bicchiere… e poi ci sono i camp, i miniconvegni, che sono molto interessanti… quest’anno per esempio l’argomento era l’editoria digitale e…
Ronf.
Va bene, parliamo dei premi. Però vedi come funziona? Per andare sui giornali bisogna consegnare i premi. Anche se sono dei pezzi di plastica, fanno notizia lo stesso
È vero che vanno ai soliti noti? Che alla fine il vecchio blog bolso ha dieci probabilità di aggiudicarsi una statuetta in più del giovane blog di qualità?
Senz’altro i più anziani partono avvantaggiati nell’accaparramento di pezzetti di plastica. C’è stato un periodo in cui la comunità era ristretta ed era relativamente più facile farsi notare: chi c’è passato oggi può vivere, in una certa misura, di rendita. Ma il pubblico della blogfest è meno tradizionalista di quanto sembri. In realtà se vai a vedere il palmares di quest’anno di blog veramente vecchi (antecedenti al 2004) ce n’è solo uno, che, ehm, è il mio.
Addirittura hanno dato il premio "Rivelazione" a Metilparaben.
Grande Metilparaben!
Scusa, ma ti pare una "rivelazione"? Capriccioli ha i capelli bianchi! Allora diamo Sanremo Giovani a Bobby Solo.
Grande Bobby Solo! No, sul serio, il successo di Metilparaben dimostra che il pubblico della Blogfest è apertissimo alle novità. I blog che hanno fatto incetta di premi nelle ultime edizioni, come Piovono Rane o Spinoza, tre anni fa erano ancora sconosciuti ai più. Addirittura alcuni blog non esistevano ancora: prendi I400calci, favoloso blog che parla di cinema scemo in modo estremamente intelligente, e quest’anno ha stracciato i senatori. A Riva viene gente che legge e scrive blog da tanti da anni: magari fa un po’ fatica a trovare le novità, ma poi le abbraccia con tutto il cuore.
Va bene, tutti bravi e tutti buoni e tu sei il loro nonnetto. Ma non ti vergogni un po’ a farti votare tutti gli anni?
Beh, se vincessi tutti gli anni sarebbe davvero uno spettacolo triste. Meglio un anno sì e un anno no, c’è più suspense.
La Juve di Trapattoni.
Io tifavo Torino per dispetto, ma in sostanza sì. No, comunque credo che in molti continuino a votarmi perché mi trovano rassicurante.
La Democrazia Cristiana.
Dieci anni fa ero uno sfigato che apriva un sito personale, oggi chi sono?
Uno sfigato che litiga con sconosciuti su un sito personale.
Le risposte le devo dare io, tu sei l’intervistatore.
Scusa, non so cosa sia successo, mi è venuta spontanea. Comunque non sei così tanto sfigato, dai. Scrivi anche su un giornale importante.
Guarda, non farmici pensare. Devo ancora mandare il pezzo per lunedì.
Scrivi qualcosa sulla blogfest, no?
Sì, pensavo di intervistare uno dei vincitori, ma poi ci siamo messi a ballare, è venuto tardi, adesso è ora di tornare a casa e non ho niente.
Intervista te stesso, fai prima.
Mi vergogno.
Non ti devi vergognare.
Perché?
Perché sei un blogger. I blogger non conoscono la vergogna. Non sanno proprio cos’è, com’è fatta.
Forse hai ragione. Grazie
Figurati, quando vuoi.
(Grazie a tutti quelli che sono venuti o sarebbero voluti venire a Riva. Siete un pubblico fantastico).http://leonardo.blogspot.com